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Di guerra e di pace. Diario partigiano (1944-45)
Il 19 settembre 1944 Antonio Giolitti è costretto a sospendere la sua vita di comandante partigiano (intrapresa a Barge il 9 settembre 1943) in seguito alla frattura di una gamba: dopo una serie di traversie viene portato a Aix-les-Bains, dove rimarrà per un periodo più lungo del previsto (per ben due volte i medici devono ""riaggiustare"" la gamba che non era stata correttamente ricomposta), il che gli impedirà di ritornare a lottare in Italia, come desiderava. Costretto all'immobilità, il primo compito che si assegna è di avviare un diario per tracciare un bilancio della sua vita partigiana. Sono per lui mesi di solitudine, in cui la pagina scritta gli serve per dialogare con la moglie Elena (in Italia con i due figli già nati) e attraverso di lei con se stesso. Il diario è lo specchio di questo dialogo e ci offre il ritratto di un uomo dotato di un fortissimo e personale senso etico: è netto sul piano morale il distacco rispetto alla generazione dei ""padri"" e forte è la consapevolezza della frattura rappresentata da una guerra necessaria, che è di liberazione, antifascista, e di classe - laddove ""classe"", nel suo caso di iscritto al PCI, significa soprattutto lottare per costruire una nuova élite dirigente responsabile, in sostituzione di quella che aveva portato il paese alla guerra e al disastro morale. -
Tutte le fiabe. Prima edizione integrale 1812-1815
Quando i fratelli Grimm pubblicarono per la prima volta i loro due volumi di Fiabe del focolare, tra il 1812 e il 1815, non immaginavano che storie come Cappuccetto Rosso, Raperonzolo o Hänsel e Gretel sarebbero diventate le più famose al mondo. Eppure, quasi nessuno oggi conosce le fiabe contenute in quei due primi volumi, poiché nei successivi quarant'anni i Grimm misero in piedi un cantiere che sfornò altre sei edizioni, fino all'ultima del 1857, ognuna diversa per contenuti e stile. Questo volume riporta alla luce per la prima volta in traduzione italiana le 156 storie originarie raccolte dai Grimm duecento anni fa: più vicine al sentire del popolo, e dunque dirette, quasi teatrali, adatte insomma ad essere lette ad alta voce, proprio come i fratelli le trascrissero da raccontatrici e raccontatori, ascoltandoli accanto al focolare, in giardino, nei momenti di riposo dei giorni di festa. I Grimm spalancano davanti ai nostri occhi tutto un mondo sprigionato dalla fantasia e dalla tradizione orale, tramandato di bocca in bocca per secoli, e messo per la prima volta nero su bianco dai due pazienti e appassionati fratelli. È dunque con questa raccolta che essi diedero vita al mondo delle fiabe così come noi oggi lo conosciamo, ricco e luccicante nelle vesti sfarzose di re, principi, regine e principesse, ma anche misero eppure autenticamente vivace nel popolo di pescatori, minatori, contadine, sempliciotti e astuti... Età di lettura: da 6 anni. -
Italia
""Pensami di tanto in tanto, come io penso a te quando la luna è una zecca dorata nel cielo estivo gonfia di luce: tu sei parte delle mie parti del discorso. Pensami di tanto in tanto. Io penserò a te."" (A Giacomo Leopardi in cielo) -
La sera di Natale in casa Mellops. Ediz. a colori
Papà Mellops ha procurato un libro speciale sulle decorazioni, e Mamma Mellops si è messa subito all'opera - che albero speciale prepara «con biscotti e pasticcini, pupazzetti colorati e salsicce di marzapane per il cane». Ma il bello deve ancora venire, perché nel frattempo, Isidor, uno dei loro quattro figlioletti, decide di fare una sorpresa alla famiglia e corre nel bosco... peccato che nel frattempo il fratellino Casimir ha la stessa idea e, di nascosto, pure Ferdinand e Felix si mettono in cerca di un bell'albero! E così, la sera di Natale il salotto di casa Mellops pareva un boschetto di abeti. Ma i Mellops, si sa, sono pieni d'iniziative e anche questa volta finiscono per ritrovarsi a tavola tutti intorno a una bella torta della mamma con la panna montata. Ma il regalo di Natale per i fan dei Mellops non finisce qua, perché nel libro troveranno un'altra avventura: una spedizione sottoterra a esplorare grotte, armati di caschetti, torce, zaini e sacchi a pelo. Età di lettura: da 4 anni. -
I poeti del Novecento
Nel centenario della nascita di Franco Fortini torna in libreria l'antologia dei poeti italiani del Novecento, un'opera che oggi può essere considerata un classico: a quarant'anni dalla prima edizione, intatte sono la ricchezza e la profondità della scrittura e dell'analisi. Non si tratta, tuttavia, solo di un'antologia, ma di uno studio critico che è insieme saggio, commento penetrante, giudizio di valore; un testo che ha contribuito a una nuova lettura della poesia del secolo. I poeti italiani sono presentati al di là dell'appartenenza a gruppi e schieramenti letterari; ne emergono così le peculiarità e i cortocircuiti prodotti dall'incontro con la realtà. La poesia è pensata nella sua singolarità espressiva e, simultaneamente, nel suo essere allegoria delle torsioni della storia e dell'esistenza: l'umanissima nevrosi di Saba, la poesia come salvezza di Montale, la reticenza e la volontà di dialogo di Sereni, la disperata voracità di Pasolini, l'alta eloquenza di Zanzotto. Attraverso una scrittura densa e asciutta, sostenuta da una risoluta finalità didattica, trapela, come scrive Pier Vincenzo Mengaldo nel saggio introduttivo, «una concezione di tipo religioso del poeta come testimone e martire». -
Maschere grottesche. L'informe e il deforme nella letteratura del...
«Nel pensiero dei moderni, il grottesco - scrive Victor Hugo nella Prefazione al suo Cromwell - ha una parte immensa. E dovunque: da un lato crea il deforme e l'orribile; dall'altro il comico e il buffonesco». Partendo dalla lettura di questo testo, il libro studia le metamorfosi della rappresentazione grottesca nella letteratura europea, e non solo, alla luce del trauma irreversibile provocato dalla Rivoluzione francese. Con la presa della Bastiglia si assiste a uno scatenamento irrefrenabile di forze distruttive che attaccano e uccidono ogni presunto colpevole, reale o fantasmatico che sia, il più delle volte prodotto da un'immaginazione sovraeccitata, come se i confini tra il possibile e l'impossibile fossero andati irrimediabilmente in frantumi. Dall'evento cruciale della decapitazione del re sotto la ghigliottina iniziano a diffondersi i germi dell'orrore che contagia, divora, deforma ogni cosa. Ed entra in scena il legame decisivo tra il sangue versato e la malattia, tra la violenza e l'aberrazione. L'attesa della morte, tanto reale quanto immaginaria, trascina la coscienza in un vortice di allucinazioni, sussulti visionari, deliri e incubi che dilatano la stabilità di ciascuna fisionomia psichica, estendendola verso direzioni sempre difformi rispetto alle norme codificate: grottesche, appunto. Proprio qui, in questo sottosuolo affollato di fantasmi e di lugubri oroscopi - perlustrato, intanto, dalla psichiatria di Esquirol e dei suoi successori - vengono a incrociarsi le traiettorie di alcuni tra i grandi protagonisti della narrativa ottocentesca: da Hoffmann a Poe, Nodier, Hugo, Balzac e Manzoni. Tutte traiettorie labirintiche, quanto le spirali tracciate da Piranesi nelle ""Carceri"": figurazione esemplare di questo tracollo delle forme, destinate ormai a convivere con la propria ombra negativa, dove il tragico si intreccia con il mostruoso. -
Favole a colori
L'agnello e il lupo? In rosso e giallo. La volpe e l'uva? In bianco, verde e arancio. Il cavallo e l'asino? In lilla e rosso. Il topo e l'elefante? In tutte le sfumature dell'arcobaleno. Ovvero, gli animali di La Fontaine e i colori di Chagall. L'arguzia della penna e il tocco onirico del pennello. Raramente, nella storia della letteratura e dell'arte, si sono prodotti connubi di tale portata creativa, e ancora più raro è che l'esito finale abbia preso la forma di un libro. Tutto cominciò tra il 1926 e il 1927, quando il grande artista russo diede vita a un ciclo di quadri dedicato alle storie del celebre maestro francese. Ne scaturì una serie di mostre a cavallo dell'Europa: Berlino, Bruxelles e Parigi, che esposero un centinaio di tavole ed ebbero un immediato successo, tant'è che tutte le opere trovarono subito un acquirente e s'inabissarono nei meandri delle collezioni private. Di quello straordinario incontro tra l'arte e le lettere si perse memoria finché, quando esplose la fama internazionale di Chagall, alcuni musei allestirono le prime retrospettive su di lui: quei «favolosi» animali cominciarono a uscire dalla tana e il lavoro certosino di curatori e istituzioni museali consentì il recupero di poco più di quaranta delle gouaches originali da cui erano state tirate le incisioni. Ed è da qui che nasce questa edizione. Ma una tale première non poteva presentare al pubblico i testi di La Fontaine nella traduzione italiana ottocentesca: è al 1885 che risale infatti la versione corrente delle favole di La Fontaine, quella di Emilio De Marchi. Le quarantatrè ""Favole a colori"" qui raccolte offrono invece la nuova, originale e brillante traduzione in versi di Maria Vidale. -
Scrivere la vita. 265 lettere e 110 schizzi originali (1872-1890)
Le lettere di Vincent van Gogh sono la più intensa e commovente testimonianza di un artista nella storia della letteratura mondiale. Oltre a essere uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, Van Gogh era infatti uno scrittore dal talento straordinario. Le centinaia di lettere scritte al fratello Theo, agli amici artisti - come Paul Gauguin, Georges Seurat, Paul Signac o Émile Bernard - compongono un sorprendente racconto della sua vita, e insieme rappresentano uno strumento indispensabile per penetrare il suo universo artistico. La lettura di queste pagine - una generosa selezione dall'immenso corpus del carteggio, che per il rigore e l'autorevolezza che la ispirano può ritenersi definitiva - mette profondamente in discussione l'immagine del genio capriccioso e irrequieto che siamo abituati a collegare alla figura dell'artista. Van Gogh non era un depresso e un ubriacone, capace poi istintivamente di trasferire sulla tela il mondo che lo circondava. Le sue lettere non sono un insieme di esternazioni irrazionali, prive di coerenza, ma la testimonianza di un genio, di un sottile pensatore, con una precisa visione del mondo, alla costante ricerca del senso dell'esistenza. Le lettere rappresentano per l'artista un vero e proprio laboratorio, di cui egli si serve per sviluppare idee sull'arte, sulla vita, sulla pittura e sulle sue tecniche, sulla letteratura - di cui era un appassionato frequentatore - e sulla condizione umana in genere. Van Gogh scrive incessantemente del suo essere in lotta, dei suoi scarsi successi, della disperazione e della malattia. La sua prosa è affascinante e capace di arrivare dritta al cuore, «nel più puro degli stili» come ha scritto Charles Bukowski. Nelle lettere, la parola scritta e l'immagine spesso si fondono, l'una dà forza all'altra. Van Gogh scriveva e disegnava, componendo schizzi e bozzetti che avrebbero poi dato vita ai suoi capolavori. Il volume contiene, infatti, 110 schizzi originali qui pubblicati a colori e contestualmente ai testi delle lettere. Lo struggente ""document humain"" rappresentato dal corpus di queste lettere di Van Gogh ha lo stesso fervore della sua arte, e sembra dirci con Van Gogh: «Voglio andare avanti a ogni costo - voglio essere me stesso». -
Tutte le poesie. Testo greco a fronte
La fama di Konstandinos Kavafis (1863-1933), uno dei maggiori poeti del Novecento, è stata fino ad oggi affidata quasi esclusivamente a 154 poesie, tra le quali troviamo ad esempio i versi di Itaca o quelli di Aspettando i barbari. Sono le poesie che Kavafis aveva destinato alla pubblicazione, sottraendole al continuo lavoro di riscrittura che caratterizzava il suo processo creativo. Tuttavia, queste poesie ""riconosciute"" rappresentano solo una parte della ben più vasta opera poetica di Kavafis, che oggi viene presentata per la prima volta nella sua completezza, e in una veste speciale nella collana Poesia della Donzelli. Finalmente, grazie al lavoro di Paola Maria Minucci, il lettore italiano avrà modo di inoltrarsi tra i versi nascosti e segreti del poeta, scoprendo un intero universo di poesie fino ad oggi mai pubblicate in italiano. Alle 154 poesie riconosciute si aggiungono 74 poesie nascoste, per la maggior parte inedite, che Kavafis riteneva di dover conservare ""segretamente"", ""testi da non pubblicare ma da conservare"", come lui stesso annotava, e 27 poesie tra le prove poetiche più antiche, che aveva poi rifiutato negli anni successivi. È lo stesso Kavafis a riconoscere a questi testi una grande importanza, quando arriva ad affermare che è solo da ciò che ha rifiutato che sarà possibile conoscerlo davvero. Del resto, è proprio a queste poesie sepolte che il poeta affida la parte più vera e profonda di sé, come scrive già in una poesia del 1892: ""Molte le poesie scritte/ nel mio cuore; e quei canti/ sepolti sono a me molto cari"". La pubblicazione in italiano di tutte le poesie di Kavafis ci restituisce dunque l'immagine completa della sua opera, importante per capire la storia e l'evoluzione della sua poesia e per rintracciare in essa l'origine di modi e tematiche delle poesie maggiori. I testi più antichi e meno conosciuti dai suoi lettori costituiscono infatti la riserva di ispirazione cui lui tornerà negli anni maturi. La lettura di tutta la sua opera poetica, vero work in progress, ci permette di entrare nel suo laboratorio poetico, mettendo in luce il lavoro ossessivo su ogni testo, rielaborato per anni, se non per decenni, ma soprattutto dando un quadro ricchissimo della sua poesia e delle tematiche che l'attraversano. Queste poesie sono dunque un tramite, un mezzo per capire meglio ciò che si cela dietro le sue parole, per andare oltre i vari mascheramenti, storici, mitologici e persino autobiografici. Sotto questa luce la sua poesia diventa una grande metafora, e la sua opera completa una chiave per leggerla. -
La guerra del marketing
Quando nel 1986 Ries e Trout pubblicarono la prima edizione di questo volume, scossero il mondo del marketing con la sentenza: ""Il marketing è una guerra dove il nemico sono i concorrenti, e il cliente è l'obiettivo da conquistare"", In molti anni di lavoro di consulenza, Ries e Trout avevano scoperto quanto le aziende trascurassero le strategie essenziali per emergere nel mercato e mantenere il proprio potere e per questo avevano deciso di scrivere un libro ispirato a quello che secondo loro era il miglior testo di marketing mai scritto: ""Della guerra"" (1832), del generale prussiano Carl von Clausewitz, che spiega come i principi strategici stiano dietro a tutte le guerre di successo, di qualsiasi guerra si tratti. Dopo di allora il libro fu ristampato infinite volte, ma oggi viene ripresentato in una edizione rinnovata. La ragione di questo è facile da capire: vent'anni fa, quella che oggi chiamiamo ""economia globale"" ancora non esisteva, o era comunque appannaggio delle grosse multinazionali. In secondo luogo, guerre (del marketing) stanno scoppiando in ogni parte del globo, ed è quindi necessario porsi prima di tutto una domanda: ""Che tipo di guerra stiamo combattendo?"". -
Le 4 regole per investire come il più grande hedge fund al mondo
Ray Dalio, gestore del più grande hedge fund al mondo, la Bridgewater LLC, ha messo a punto una strategia rivoluzionaria grazie alla quale amministra uno dei suoi fondi principali: All Weather. Questo metodo permette all’investitore di ottenere rendimenti in ogni «stagione economica», persino nei periodi caratterizzati da recessioni o alta inflazione. In questo libro, il primo in lingua italiana dedicato all’utilizzo dei rivoluzionari ETF e del metodo All Weather, Gabriele Galletta presenta un modo semplice per implementare l’approccio innovativo di Dalio, anche su piccola scala. Partendo da un’analisi dei motivi che impediscono alla gran parte degli italiani di far fruttare i propri risparmi – una miscela di costi elevati, prodotti inefficienti e conflitti di interesse – l’autore dimostra attraverso numerosi esempi come All Weather sia una strategia accessibile, conveniente dal punto di vista dei rischi/rendimenti e più redditizia di gran parte delle opzioni finanziarie a disposizione. Grazie a grafici, box di approfondimento e tabelle riassuntive, ""Le 4 regole per investire come il più grande hedge fund al mondo"" è una guida teorica e pratica all’investimento passivo, in grado di evitare le trappole del trading nel breve periodo, un approccio divenuto tecnicamente impossibile nel terzo millennio. -
Dei e religione dell'antica Roma
Dei e religione dell'antica Roma inaugura una collana di saggi di carattere storico che coniugano compiutezza scientifica, agilità di lettura e costi contenuti. In questo volume l'autore descrive il mondo religioso dell'antica Roma: la sua formazione, i riti, le divinità, la casta sacerdotale, in una cavalcata attraverso secoli densi di avvenimenti, fino alla comparsa del cristianesimo e al tramonto del paganesimo. Così, partendo dalle origini mitologiche di Roma, scopriamo quelli che sono stati gli influssi che hanno determinato la nascita della Triade Capitolina, cosa sia un pontifex maximus, che ruolo rivestiva la religione negli affari di Stato, il declino del paganesimo e la lotta all'ultimo sangue con il cristianesimo emergente. -
Inciampi
Inciampi è un libro particolare, costituito da racconti che mescolano emozioni, riflessioni, situazioni paradossali o di assoluta quotidianità, il tutto condito con il pizzico letterario di un Gian Marco Griffi in grande spolvero. E così, tra un sogno in cui il protagonista è un sidecar e l'incontro con un tasso moribondo, tra le paturnie scatenate da un improvviso terremoto e i problemi causati dai cartelli stradali del Monferrato, l'autore riesce a descrivere un mondo strano e bizzarro, ma al contempo più normale di quanto non si pensi. In queste pagine dense e capricciose c'è un po' di tutto e un po' di tutti noi, divagando tra alluci valghi, cartoline sdrucite, soldati assonnati, insetti russi da ammazzare, riviste improbabili e poetiche, case abbandonate e case da arredare, per giungere, infine, a un concerto di Umberto Tozzi. -
Cuori meccanici
Brillante ritratto di questo primo scorcio del nuovo secolo, ""Cuori meccanici"" sorprende per la lucidità e l'ironia con cui tratteggia i sogni, le paure e le contraddizioni delle nostre frenetiche vite metropolitane. A tutta prima, il giovane protagonista appare simile a tanti altri: un ottimo lavoro a Milano, in un'agenzia di pubblicità; un girotondo inesauribile di amici, di incontri, di viaggi; una ricerca del piacere esuberante e spensierata. Ma dietro questa sfavillante apparenza emerge, fin dalle prime pagine, il tema di fondo del romanzo: la consapevolezza, da un lato, di essere un arido collezionista di oggetti, di corpi, di emozioni; e la necessità, dall'altro, di infrangere la seducente prigionia di un consumo fine a se stesso. -
Che cos'è mai un bacio? I baci più belli nella poesia e nell'arte
«In una sorta di biografia del bacio, Barbaglia prova a ripercorrerne storia e simbologia attraverso numerosi aneddoti» - Jessica Chia, La Lettura Quell'«apostrofo rosa tra le parole ""t'amo""» che è il bacio secondo Cyrano non ha mai avuto un'antologia poetica tutta per sé. Ora la propone un libraio e scrittore tra versi e arte passando per la narrativa senza dimenticare il cinema. Dalla «bocca mi baciò tutta tremante» di Paolo e Francesca a «ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai» di Pablo Neruda, con le immagini pittoriche che vanno da Giotto a Chagall, resta sempre aperta la domanda dello stesso Cyrano: «un bacio, insomma, che cos'è un bacio?» dono ideale per esprimere l'indicibile emozione di un atto sempre nuovo, unico. -
Il marchio dell'editore. Libri e carte, incontri e casi letterari
Il lavoro culturale che sta dietro i libri - tra editori protagonisti, collane che hanno fatto epoca, carte di scrittori e scaffali di librerie - emerge dall'autobiografia intellettuale, personale e collettiva, di uno dei maggiori studiosi dell'editoria italiana. Gian Carlo Ferretti costruisce un libro nuovo, riorganizzando e riscrivendo saggi mai raccolti in volume (con due sole eccezioni) su Gramsci e Vittorini, Bompiani e Bollati, Linder e Zavattini, Eco e Pasolini, e su contratti e censure, lettori e non lettori, testi e prodotti, analisi di mercato e ricerche d'archivio, via via fino alla magmatica galassia della Rete. Con un ampio saggio introduttivo e con molti inediti. -
Gli strumenti della poesia. Manuale e diario di poetica
In questo libro uno dei maestri della poesia contemporanea, Franco Buffoni, racconta in modo trasparente e niente affatto accademico come nasce, come si forma e come si trasforma nel corso dei decenni la poetica di un autore. Orgoglioso della propria discendenza estetico-filosofica da Luciano Anceschi (secondo il quale «la riflessione che gli artisti e i poeti compiono sul proprio fare, indicandone i sistemi tecnici e le norme operative, le moralità e gli ideali, è la poetica»), Buffoni mette a nudo se stesso e fotografa con precisione stile, forme e linguaggi della poesia italiana nei decenni cruciali del passaggio tra il Novecento e questo secolo ancora indicibile che ci sta ospitando. -
Storia d'Italia. Versione nella lingua italiana di oggi
Torna un grande classico della storia della letteratura del Cinquecento in una nuova versione aggiornata nella lingua italiana di oggi: la Storia d'Italia di Francesco Guicciardini è un viaggio appassionante nell'Italia del Rinascimento che ricostruisce con cura minuziosa le guerre, gli intrighi e le lotte per l'egemonia nella penisola. Condottieri, truppe mercenarie, principi, mecenati e ambasciatori, papi e ambiziosi sovrani si susseguono tra le pagine del Guicciardini, che descrive con spregiudicatezza e acume da diplomatico la perenne lotta per il potere sullo sfondo di un'Italia ormai in decadenza e ridotta a terra di conquista da parte di potenze straniere. Quarant'anni cruciali, tra il 1492 e il 1534, in cui lo scrittore fiorentino, protagonista e osservatore diretto degli eventi, ripercorre la crisi degli Stati italiani fino all'esito finale, che vedrà nella Spagna la nazione egemone e dominatrice. Grazie alla nuova versione di Claudio Groppetti, il capolavoro storiografico di Guicciardini si riafferma come testo fondamentale per comprendere la nostra storia nazionale. -
«Leggi parole di un tempo scomparso». Juan Rodolfo Wilcock
Scrittore del fantastico e dell'assurdo quotidiano, Juan Rodolfo Wilcock (1919-1978) è stato un viaggiatore disincantato tra lingue e culture. La definizione che l'autore ha dato di sé - «poeta e veggente (cioè, vedo un po' più degli altri)» - rispecchia l'anima multiforme della sua complessa personalità artistica: Wilcock è stato poeta lirico e gnomico di sorprendente originalità, drammaturgo sensibile alle sperimentazioni contemporanee, traduttore eccellente e, come prosatore, ha esplorato (scardinandoli) i canoni del romanzo, del racconto breve, dell'apologo, del corsivo d'attualità e dell'elzeviro paradossale. Gli studi qui raccolti intendono delineare un quadro esaustivo della versatile produzione dell'argentino trapiantato in Italia offrendo un contributo di rilievo alla sua integrazione nel canone letterario novecentesco. Una ricca appendice di testi inediti e rari completa il volume. -
Pavese diverso. Incanto e racconto dai mari alla luna
Pavese gode di una fortuna critica crescente, incontrando il favore di lettori che non hanno interpretato l'exitus della sua esistenza come un fallimento dell'opera e della vita. Questo libro accantona la pretesa del ""dovrebbe essere"", mettendosi in ascolto dei testi e affrontandone i principali nodi ermeneutici attraverso quel peculiare participio di poesia e racconto. Per cercare meglio oltre lo sguardo obliquo di un autore che allo specchio del suo Mestiere di vivere scriveva: «Siamo sinceri. Se ti comparisse davanti Cesare Pavese e parlasse e cercasse di fare amicizia, sei sicuro che non ti sarebbe odioso? Ti fideresti di lui? Vorresti uscire con lui la sera a chiacchierare?»