Sfoglia il Catalogo illibraccio006
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9941-9960 di 10000 Articoli:
-
Medea e Fedra
Fedra e Medea rappresentano due figure titaniche e universali, due esempi tenebrosi della perversione a cui può condurre la sconfitta della ragione. Ferite da un amore non corrisposto, consumano il loro dramma in una solitudine angosciosa: Medea, madre assassina dei figli, incarna la devastazione dell’ira, che stravolge persino l’istinto materno; Fedra, piegata da un amore contro natura, lotta fino all’annientamento finale contro gli impulsi di una passione lacerante e implacabile. In queste tragedie, fosche e profondamente cupe, Seneca esplora le pieghe più oscure dell’animo umano con una sapienza psicologica fino ad allora sconosciuta. La traduzione di Alfonso Traina ci restituisce il fascino artistico e culturale di questi due capolavori, a cui fa da guida la magistrale introduzione di Giuseppe Gilberto Biondi. -
Al paradiso delle signore
Il Paradiso delle signore è un grande magazzino della Parigi fin-de-siècle che fagocita una clientela smaniosa ed entusiasta. Ammiccanti vetrine e rutilanti cartelloni pubblicitari spiccano in questo tempio del nuovo commercio in cui si celebra la scalata nel mondo degli affari di Octave Mouret, commesso intraprendente e spregiudicato, e di Denise, tenace orfana di provincia, che tra i reparti colmi di merci troveranno l’amore e il riscatto sociale. Undicesimo della saga dei Rougon-Macquart, questo romanzo si differenzia dai precedenti per l’inedito ottimismo con cui Zola guarda alla moderna società industriale, esaltandone fiducia nel progresso, attaccamento al lavoro e gusto per la sfida. L’ introduzione di Colette Becker aiuta a situare il romanzo in quella Francia del secondo Ottocento di cui Zola è stato critico e testimone. -
Satire
Sorta di “diario in pubblico”, le Satire di Ariosto sono un capolavoro di ironia e arguzia, la rivoluzionaria riproposta di un genere nobile e antico. Scritta nell’arco di nove anni, questa piccola raccolta coincide con un periodo non particolarmente felice della vita di Ariosto, costretto dopo aver rotto i rapporti col suo protettore, il cardinale Ippolito d’Este, a ricoprire il ruolo di governatore in una regione allora selvaggia come la Garfagnana. Ma l’amarezza da cui le Satire nascono si trasforma nei suoi versi in favola, riflessione morale, conversazione bonaria: in uno dei monumenti, insomma, dell’umanesimo cinquecentesco. Arricchiscono questa edizione la ricca introduzione e l’attento commento di Guido Davico Bonino. -
Al di là del bene e del male
Il mondo visto dall'interno, il mondo determinato e definito nel suo carattere intelligibile"", è ""volontà di potenza"" e nient'altro. Friedrich W. NietzscheNell'estate del 1886 Nietzsche cura a proprie spese, da Sils-Maria, in Engadina, la pubblicazione di Al di là del bene e del male. Tra le recensioni che più entusiasmarono il fi losofo tedesco vi fu quella di Joseph Widmann, pubblicata su ""Der Bund"" di Berna, il quale paragonò il libro a quei carri che, inalberando bandiera nera come segno di pericolo, trasportavano la dinamite attraverso le quiete valli svizzere passando per il tunnel del San Gottardo. Nietzsche comincia la sua guerra, dopo una guerriglia condotta a colpi di aforismi, contro tutti i pregiudizi morali e filosofici, contro l'illusionismo magico di parole e concetti. Un attacco che diventa più organico e sistematico, e che con la stessa intensità poetica segue il dionisiaco abbraccio alla vita selvaggia dello Zarathustra.SOSSIO GIAMETTA, allievo e collega di Giorgio Colli, ha curato la traduzione di tutte le opere di Nietzsche nella BUR. -
Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano
Nel caso di Abelardo, come forse mai accade nella cultura medievale, il personaggio sovrasta l’autore, che pure è fra i grandissimi dell’epoca: logico, filosofo morale, teologo audace che aprì la “pagina sacra” della Bibbia a significati più comprensivi e universali. Ma anche scrittore noto e amato fino al Settecento e oltre, come autore di un’autobiografia nella quale narra le vicende turbolente e tragiche della sua vita e soprattutto lo straordinario amore che visse con Eloisa. Il suo “Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano”, forse la sua ultima opera, presenta l’idea di un cristianesimo “naturale” e quindi tollerante, l’utopia di una convivenza, forse perfino di una convergenza, con le altre fedi nate dalla Bibbia (l’ebraismo e l’Islam), la sua ricerca di un Bene Sommo vicino a quello proposto dalla filosofia platonica e stoica, raggiungibile con la virtù ma anche con la ricerca intellettuale. -
Il trattato decisivo sulla connessione della religione con la fil...
Nel ""Trattato decisivo sulla connessione della religione con la filosofia"", sconosciuto nel Medioevo latino, il filosofo musulmano Averroè intende dimostrare che la filosofia non sostiene nulla di diverso dai dogmi della fede, pur servendosi di un linguaggio più raffinato e dimostrativo. Per lui la verità è una sola: il filosofo la cerca attraverso la dimostrazione necessaria, il credente la riceve dal ""Corano"" nella forma semplice e narrativa che meglio si adatta alla maggioranza degli uomini. Nella presente edizione completamente rivista e aggiornata del trattatello averroista si enfatizza come l'approccio linguistico alla verità abbia ricadute sociologiche e politiche: esso serve infatti a sanzionare la superiorità dei filosofi sugli altri uomini e ad aprire la strada alla riforma religiosa progettata dai califfi Almohadi, al cui servizio Averroè operava. -
Autobiografia
-
Facezie. Testo latino a fronte
-
Sul concetto di ironia in riferimento costante a Socrate
Pubblicato nel 1841, «Sul concetto di ironia» è il frutto mirabile di un accoppiamento tra entusiasmo e ironia: entusiastica la dedizione giovanile con cui l'autore si vota alla filosofia, ironico il distacco esasperante che pone tra la materia e sé, e tra sé e il lettore. Da un lato la nobile aspirazione dell'uomo all'infinito, dall'altro l'inevitabilità della sua sconfitta. Le due figure che dominano l'opera sono Socrate e Cristo: il primo raffigura la finitezza, la pura domanda, l'umana ricerca della verità; il secondo è l'unica autentica risposta alla domanda socratica, l'unica esperienza singolare in cui l'eterno si è incarnato nella storia. Da qui Kierkegaard ricava quella che sarà la sua via per fuggire l'angoscia, per trasformare un problema in una soluzione: mutare il passato in futuro, morire nel peccato per rinascere nella redenzione. -
Vizi capitali
L’indagine sui vizi capitali, scritta tra il 1268 e il 1270, esplora il nesso tra le limitazioni e le imperfezioni umane, il male morale commesso a livello individuale, e quel male universale che sembra starne alla radice e portare con sé il segreto della sua drammaticità per la vita umana. Utilizzando il genere letterario della disputatio, Tommaso affronta l’esperienza concreta degli uomini e delle donne, i percorsi insonni e inquieti del desiderio, le peregrinazioni dietro l’attrattiva di idoli tanto esigenti e tirannici quanto deludenti, e conclude che il peccatore non è altro che un uomo che non sa individuare il fine ultimo della sua innata vocazione al bene. Proprio la traccia del desiderio è illuminante per riconoscere il male morale come inganno e come fallimento e, invece, il bene come fine ultimo, in cui si consegue la pienezza del proprio essere. -
Della tirannide-Del principe e delle lettere-La virtù sconosciuta
Nella produzione letteraria di Vittorio Alfieri gli scritti politici hanno particolare importanza, in quanto danno al pensatore la possibilità di sfogare liberamente il suo ideale di connessione della politica con la morale, esaltando la libertà individuale e il ruolo dei letterati nella società. Scritto a Siena nel 1777, il trattato Della tirannide venne ritoccato a Parigi, e qui pubblicato contro la volontà dell’autore tra il 1800 e il 1801. Nei due libri che lo compongono Alfieri delinea e definisce la figura del tiranno, l’“infrangi-legge”, colui che, trovandosi al di sopra delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, impedirle, sospenderle. O anche soltanto deluderle, con sicurezza d’impunità. Nel primo libro, Del principe e delle lettere¸ l’autore analizza il rapporto fra potere politico e letteratura libera. La virtù sconosciuta è invece un elogio della moralità, incarnata dall’amico Gori Giambellini. -
Farsaglia o la guerra civile
Giovane aristocratico eccezionalmente dotato nella poesia, Lucano (39-65 0 d.C.), compiuta una folgorante carriera col favore di Nerone, entrò spesso in urto con l'imperatore e fu costretto al suicidio. L'opera principale e l'unica conservatasi di Lucano è questo poema epico incompiuto su un soggetto di storia recente: la guerra civile tra Cesare e Pompeo. Testo latino a fronte. -
Olimpiche
Gesta di dei e di atleti vittoriosi nella lirica di un grandissimo poeta della Grecia arcaica. -
Mansfield Park
Fanny Price è diversa da tutte le altre eroine di Jane Austen: non ha il senso dell’umorismo di Elizabeth Bennet né la frivolezza di Emma, e nemmeno la consapevolezza di Elinor Dashwood o l’irruenza di sua sorella Marianne. Fanny è tutta buon senso, umiltà, riservatezza e vulnerabilità. È il personaggio più passivo del romanzo, eppure dal punto di vista dell’azione morale, Fanny è la più attiva perché è l’unica che riesce a vedere le cose nella giusta prospettiva fin dal principio. Nella sua immobilità, è un personaggio chiave, simbolo di quel mondo di pacata quiete e solidi valori che era l’Inghilterra rurale del primo Settecento, contrapposto alla frenesia e dinamicità di una Londra ormai alle soglie della Rivoluzione industriale. Con Fanny, Jane Austen disegna il ritratto di un’eroina positiva non per abbondanza, ma per difetto di qualità mondane: un’eroina che fa dell’immobilità la propria forza, e vince senza fare nulla. -
Gli eroici furori
L'entusiasmo e il furore come mezzi per raggiungere la conoscenza della verità. Il sonetto come espediente narrativo per trasmettere suggestioni filosofiche del tutto nuove e rivoluzionarie per l'epoca. Sono solo due aspetti di quest'opera che può essere considerata una testimonianza straordinaria del coraggio intellettuale e dell'originalità teorica di Giordano Bruno. ""Gli eroici furori"" rappresentano una tappa fondamentale della ""nolana filosofia"". Stampati a Londra nel 1585 in un periodo per molti versi decisivo, in cui Bruno sviluppa in modo organico i motivi centrali della propria ricerca raccolgono gli esiti di un confronto serrato con la tradizione neoplatonica e aristotelica, e sviluppano una teoria della conoscenza intesa come autentica riforma interiore, per trasformare il destino dell'uomo, strutturalmente limitato e finito, aprendolo all'esperienza della verità infinita. -
Storia delle arti antiche (Libri XXXIV-XXXVI). Testo latino a fronte
I brani tratti dalla ""Naturalis Historia"" presentati in questo volume offrono al lettore la più completa fonte di informazioni sugli artisti e le opere della classicità: si spazia infatti dall'aneddottica curiosa e accattivante all'elencazione più rigorosa dei capolavori del passato. Evocate come manifestazioni della natura, e quindi come tali sottoposte a un inevitabile processo di nascita, sviluppo e decadenza, le arti figurative sono per Plinio luoghi privilegiati della trasformazione materiale. Idea portante di questo trattato è che ogni forma d'arte - in continuo progresso - ha un inventore, uno o più perfezionatori e un irreversibile processo di decadenza. -
Il pensiero come diverso dall'uno. Quinta enneade. Con testo grec...
Nato quando ormai il cristianesimo aveva conquistato l’impero romano, e tutti i movimenti religiosi accoglievano nuove suggestioni provenienti dall’Oriente, Plotino è certo l’ultimo grande filosofo dell’antichità. Partendo dalle dottrine di Platone, ma arricchendole di elementi mistici e religiosi, pone al centro del suo sistema filosofico l’Uno: principio assoluto e trascendente, causa prima di tutti gli esseri che non può essere afferrata dalla mente, ma solo intuita attraverso un’unione spirituale. Dall’Uno emana l’intelletto, che a sua volta si suddivide nelle idee, modelli di tutta la realtà, nelle quali “gli esseri esistono ancora prima del loro esistere nel mondo”. Proprio all’intelletto e alle sue articolazioni è dedicata questa quinta Enneade: cuore del pensiero plotiniano in cui rivive, in forme rinnovate, la più alta speculazione del grande pensiero greco. -
Poesie e poemetti. Testo russo a fronte
Esenin è il più popolare poeta russo. Fu definito ""poeta contadino"", ""poeta delle bettole"", ""poeta rivoluzionario""... Dopo il momento del grande sogno, della grande esaltazione rivoluzionaria, Esenin, poeta contadino, visceralmente legato alla campagna russa, capì di essersi sbagliato e la grande delusione lo portò alla morte. -
Storia romana. Testo greco a fronte. Vol. 7: Libri 64-67
-
Il sale sulla ferita
Tempi duri per la dottoressa Ardelia Spinola. Sta rimuginando sul rapporto un po’ troppo intimo tra i suoi carissimi amici, il commissario in pensione Bartolomeo Rebaudengo e la pianista Norma Picolit, quando riceve una strana telefonata dal suo ex fidanzato Arturo. Strana perché ha come la sensazione che lui taccia il vero motivo della chiamata. Passano pochi giorni e Ardelia è sul luogo di un crimine per esaminare un cadavere, ma il corpo che viene ripescato con un proiettile nel torace dalla piscina della villa di Davide Drusi, imprenditore ligure, è quello di Arturo. Ardelia è sconvolta, e ancora di più la turba che i due uomini siano pressoché identici uno all’altro. Forse quella peculiare somiglianza potrebbe spiegare il delitto: uno scambio di persona.A stare vicino ad Ardelia e a risollevarla dal dolore c’è sempre Bartolomeo, che proverà in ogni modo a tenere la dottoressa Spinola lontana dai guai. Lei, però, visto il forte coinvolgimento emotivo, non sa rimanere alla larga dalle indagini.