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Fourier. Un pensiero controcorrente
L'opera di Charles Fourier (1772-1837) sviluppa una filosofia della ricchezza e una critica dell'industrialismo e del commercio che prefigurano gli eccessi dell'economia di mercato e anticipano la riflessione socialista. Leggere il suo pensiero alla luce di una problematica - la decrescita - che gli è in parte estranea, si rivela quindi attività feconda, che consente di esplorarne una parte finora non indagata. Senza negare i paradossi dell'opera di Fourier, Chantal Guillaume ne sottolinea la critica controcorrente del ""capitalismo termo-industriale""""."" -
Tolstoj. Contro il fantasma dell'onnipotenza
Dell'opera di Tolstoj (1828-1910) si conoscono i potenti affreschi romanzeschi e la riflessione teorica sulla non-violenza. Tuttavia i suoi testi cristiani, le sue analisi di economia politica e la sua osservanza di pratiche e valori contadini ne fanno anche un precursore della decrescita. A prescindere dai loro presupposti teologici, cui non si è tenuti necessariamente ad aderire, questi scritti contengono un insegnamento prezioso per chi vorrebbe lottare, anzitutto nei suoi comportamenti quotidiani, contro il delirio di una società fondata sull'idea di onnipotenza. Ma Renaud Garcia mostra anche che sulle questioni del denaro, del lavoro o del ""progresso"""", il pensiero di Tolstoj, lungi dall'essere quello di un saggio isolato, contiene proposizioni politiche in grado di servire da base alla trasformazione delle nostre società."" -
Nel vuoto del tempo. Rosenzweig, Hegel e lo shabbàt
La riflessione filosofica di Franz Rosenzweig (1886-1921 ) con il suo capolavoro - Der Stern der Erlösung - costituisce un nodo essenziale nella storia del pensiero dell'Occidente, poiché segna il ritorno dell'ebraismo nel dibattito filosofico europeo. In netta contrapposizione al pensiero della totalità che, per Rosenzweig, trova in Hegel la sua massima espressione, ""La Stella della redenzione"""" pone in questione alla radice i fondamenti del pensiero filosofico: il concetto di tempo e quello di comunità. Come la sospensione di ogni attività nel riposo dello shabbàt diventa il richiamo e l'invito all'esperienza di un tempo """"altro"""" (quello stesso tempo dell'ebraismo che Hegel aveva ridotto a mera vuotezza), allo stesso modo, l'esistenza meta-storica del popolo ebraico diventa la traccia di una sradicatezza che si sottrae all'orizzonte del politico. Di contro alla concezione hegeliana di comunità, che fa del mondo l'autentico regno del cristianesimo storico, l'ebraismo diventa così il paradigma di una forma profondamente diversa di abitare il mondo - una modalità contraddistinta dal proprio carattere """"residuale"""" e """"sottrattivo"""": un resto. Questo libro intende interrogarsi sul senso e sulla possibilità di un simile abitare: con Rosenzweig, ma anche oltre."" -
Decolonizzare la mente. La politica della lingua nella letteratura africana
I quattro testi di Ngugi Wa Thiong'o che compongono ""Decolonizzare la mente"""", sono la summa di un pensiero che si è andato formando con anni di studio e con dolorose esperienze vissute in prima persona; in particolare la scelta di scrivere una pièce di critica al potere nella sua lingua madre, il gikuyu, in modo da poter essere compreso da ogni strato di pubblico, gli costò nel 1978 un anno di detenzione. Fu in quei mesi che l'autore maturò la convinzione che """"l'arma più grande scatenata ogni giorno dall'imperialismo contro la sfida collettiva degli oppressi è la bomba culturale, una bomba che annulla la fiducia di un popolo nel proprio nome, nella propria lingua, nelle proprie capacità e in definitiva in se stesso"""". In tal senso, questo volume anche oggi può dire molto ai lettori occidentali che vogliano osservare criticamente i fenomeni connessi alla globalizzazione e gli effetti di una politica culturale omologante."" -
Manzoni. La prosa del mondo
A Sartre non piacevano ""les textes purgés de leur auteurs"""". Non piacciono neanche a me, che ho sempre lavorato sulle connessioni profonde autore-opera, vissuto-scrittura. Ciò risulta difficile col Manzoni, che è uno scrittore senza io, del tutto privo di appigli psicologici. Con questo libro ho tentato l'operazione, inedita, del collegamento di una condizione nevrotica dichiarata con un'opera che nulla concede alle confessioni intime. La manzoniana angoscia del vuoto diventa ripudio di ogni forma di lirismo soggettivo, anche nei testi in rima, e adozione della prosa come sicurezza di appoggio sul terreno solido del reale e della storia. E così radicale la scelta del reale storico da portare l'autore alla condanna del genere romanzesco, da lui pure portato alla sua massima espressione e, alla fine, al rifiuto, come """"cantafavola"""", del suo proprio capolavoro, per il credito concesso all'invenzione contro il nudo vero. In Manzoni tutto quanto sfugge alle certezze del reale storico, logico e religioso, viene inesorabilmente eliminato (per fortuna i Promessi sposi erano già in salvo)."" -
Sant'Ambrogio e la sua età
"Non sorprende che per l'Expo Milano 2015 venga ripubblicato il volume di Angelo Paredi 'Sant'Ambrogio e la sua età', apparso in terza edizione ampliata e aggiornata nel 1994, dopo la prima del 1940. A raccomandare il volume è, anzitutto, la figura a cui è dedicato, ossia il vescovo sant'Ambrogio, simbolo di Milano, del suo spirito, della sua storia e della sua cultura. Ma a motivare la riedizione concorre indubbiamente anche il valore dell'opera di Paredi, del quale rappresenta il capolavoro e che è divenuta un classico nella bibliografia santambrosiana [...]. Sant'Ambrogio è collocato da Paredi dentro un ampio e analitico contesto storico; tuttavia, assai più di quello che possa sembrare a una prima impressione, Ambrogio traspare anche irresistibilmente, da cenni sobri ma penetranti e compiacenti, nella sua interiorità, pur se non sono taciuti alcuni limiti. Non si possono leggere, per esempio, senza restare avvinti i capitoli su: Le vergini, La sua parola, La conquista più bella, Musica e poesia, e il capitolo finale, Il santo, che, riassumendo la figura di Ambrogio, la imprime indelebilmente nel lettore"""". (dall'Introduzione di mons. Inos Biffi)" -
C'era una volta una scienza triste
Questo libro parla di economia e si rivolge a tutti, anche a chi reputa di non avere strumenti per cercare di capirne qualcosa o di saperne di più. L'economia, che Thomas Carlyle definì ""scienza triste"""", è in realtà una parte importante di noi, un fenomeno che bene o male conosciamo tutti, anche senza rendercene conto. Facendosi carico dell'educazione a una migliore coscienza del fatto economico, una buona scienza economica promuoverà una maggiore coscienza di ciò che intimamente ci riguarda, ogni giorno e ogni ora del giorno. Cambiano le idee e le culture dominanti, cambiano ancor più velocemente le tecniche, creature del progresso. Questo, tuttavia, non è un libro """"tecnico"""", e non perché vuole evitare di risultare di ardua lettura, ma perché vuole raggiungere il suo scopo. Che è quello di essere un vero manuale di economia, e come tale generale, esauriente, diretto a chiarire cos'è l'economia e per quale motivo deve stare a cuore a chiunque. L'economia è la sperimentazione dei fatti già pregiudicati nelle cose. Sua regola indefettibile è che il pensiero si traduce in azione per effetto della volontà. E manca, nell'aritmetica del denaro, l'""""ombra"""" della volontà. Motivo per cui l'economia della moneta è limitata, e va superata. Per questa stessa ragione quella dell'economia è una scienza dello spirito, per nulla noiosa, tutt'altro che triste."" -
La creatività storica della natura e l'avventura dell'uomo. Meditazioni «prigoginiane»
Ilya Prigogine (1917-2003), il grande chimico-fisico a cui sono dedicate queste ""meditazioni prigoginiane"""" e a cui si deve la scoperta delle cosiddette """"strutture dissipative"""", quali vengono a formarsi spontaneamente attraverso una dinamica caotica di fluttuazioni in situazioni lontane dall'equilibrio, con emergenza nel tempo irreversibile di processi di auto-organizzazione dai quali scaturisce ordine attraverso il disordine, con diminuzione di entropia (scoperta per la quale gli fu assegnato il premio Nobel nel 1977), si fece progressivamente interprete di una proposta filosofico-scientifica di portata grandemente """"rivoluzionaria"""", imperniata su quella che egli stesso definì una """"Nuova Alleanza"""" tra l'uomo e la natura, il cui nodo cruciale si riscontra nella comune radice nella creatività della natura e dell'avventura dell'uomo nella conoscenza. Si delinea così una nuova proposta """"filosofica"""" di """"umanesimo scientifico"""" che supera radicalmente la divisione tra le cosiddette """"due culture"""", quella """"umanistica"""" e quella """"scientifica"""". Postfazione di Enrico Giannetto."" -
Il respiro della coscienza. Saggi e interventi sulla vera libertà 1967-1974. Con il discorso all'università di Harvard del 1978
Tutti i testi raccolti in queste pagine ritraggono lo scrittore nella sua piu' fervida stagione pubblica, quella appunto del «ritorno del respiro della coscienza»rnrn«Un geniale utopista, uno scrittore agguerrito, risoluto a contendere al potere scampoli fino allora inauditi di libertà» - Alias, il Manifesto rn«Il disincanto, dal mito sovietico, la spiritualita', il diritto a tutelare, la visione interiore di un uno scrittore in lotta con il suo secolo» - il Sole 24 ore rnrnQuando nel 1942 raggiunge il fronte di guerra, Solzenicyn ha la mente e il cuore pieni di progetti eroici e rivoluzionari, ma non immagina il vertiginoso itinerario che lo aspetta: ufficiale comandante di un'unità, condannato per attività antisovietica a 8 anni di lager e al ""confino a vita"""", ammalatosi di cancro e infine riabilitato nel 1957. A parte la malattia, era stata questa la sorte anche di milioni di altri sovietici. Questo l'antefatto, senza il quale non si capisce l'improvvisa, clamorosa irruzione nella letteratura mondiale, con """"Una giornata di Ivan Denisovic"""" e poi, via via, """"Arcipelago Gulag"""" e i grandi romanzi, di un narratore di tale portata. Ma neanche si spiegherebbe la sua vigorosa ed efficace attività sociale e pubblicistica, espressa in saggi e interventi. Jaca Book ne ha seguito gli sviluppi fin dall'inizio, nel 1967, diffondendo nel mondo i documenti della battaglia per la libertà della letteratura. Presentando ora questi testi, per la prima volta tradotti dalle versioni definitive, della sua più fervida stagione pubblica, quella del """"ritorno del respiro e della coscienza"""", Jaca Book integra l'ideale ritratto di un gigante della storia culturale e sociale del suo Paese. Un cahier di fotografie dall'Archivio della famiglia ne restituisce anche visivamente la straordinaria vicenda."" -
Per una antropologia della mobilità
Noi non viviamo in un mondo compiuto, del quale non avremmo che da celebrare la perfezione. L'idea stessa di democrazia è sempre incompiuta, sempre da conquistare. Nel concetto di globalizzazione, e in coloro che si richiamano ad esso, c'è un'idea di compiutezza del mondo e di arresto del tempo che denota un'assenza di immaginazione e un invischiamento nel presente profondamente contrari allo spirito scientifico e alla morale politica. Oggi occorre ripensare la frontiera, questa realtà continuamente negata e continuamente riaffermata. Occorre ripensare il concetto di frontiera per cercare di comprendere le contraddizioni che colpiscono la storia contemporanea. Una frontiera non è uno sbarramento: è un passaggio. Le frontiere non si cancellano mai, si ritracciano. La frontiera ha sempre una dimensione temporale: è la forma dell'avvenire e, forse, della speranza. Non dovrebbero dimenticarlo gli ideologi del mondo contemporaneo che, di volta in volta, soffrono di eccessivo ottimismo o di eccessivo pessimismo, in ogni caso di troppa arroganza. -
Decrescita. Vocabolario per una nuova era
Il reference book internazionale sulla decrescita. Oltre cinquanta lemmi, suddivisi per linee di pensiero e organizzati in ordine alfabetico: questioni centrali, azioni, alleanze e pratiche. Lo strumento più completo per chi voglia addentrarsi nel vocabolario di una nuova era. -
Baudrillard. O la sovversione attraverso l'ironia
"Non è più possibile muovere una critica alla società dei consumi senza fare riferimento alle analisi di Jean Baudrillard [...]. È quasi impossibile non riprendere alcune delle sue formule, tanto pregnanti sono le sue intuizioni e forte la seduzione del suo stile letterario. Lo smontaggio della macchina pubblicitaria, la messa in luce della sua onnipresenza manipolatoria e ossessiva sono stupefacenti. La pubblicità ha un ruolo centrale nella costruzione di una società dello spettacolo, anticamera della società del simulacro. I primi cinque libri del nostro autore, un vero e proprio smontaggio della società della crescita, potrebbero, a una prima lettura, essere perfino presi per il pentateuco della decrescita.""""" -
Periferie. Crisi e novità per la Chiesa
Fin dall'inizio del suo pontificato papa Francesco ha proposto all'attenzione di tutti il tema delle periferie. Nel cristianesimo, le periferie hanno una storia lunga e complessa, anzi sono un crocevia di storie e di esperienze differenti. Di fatto, però, il Pontefice ha rinnovato l'interesse della Chiesa attorno a questa tematica. ""La Chiesa - aveva detto Bergoglio poco prima di essere eletto - è chiamata ad uscire da se stessa e andare nelle periferie, non solo geografiche, ma anche nelle periferie esistenziali: dove alberga il mistero del peccato, il dolore, l'ingiustizia, l'ignoranza, dove c'è il disprezzo dei religiosi, del pensiero e dove vi sono tutte le miserie"""". Questo libro muove dalle parole del Papa per andare alla ricerca delle periferie concrete e metaforiche che dai testi sacri giungono attraverso i millenni fino alle metropoli in cui viviamo, interrogandoci sul senso profondo della crisi che la Chiesa sta attraversando e sul cammino di speranza che è possibile percorrere per dare al messaggio cristiano una nuova centralità."" -
Una ghirlanda di santi e dottori. Raccolta di frammenti. La costruzione della teologia medievale
Ghirlanda, ossia una corona o un diadema di fiori. Solo che questi fiori non sono destinati ad appassire e a perdere il loro profumo. Oltrepassano lo sgarbo degli anni, conservando sull'onda del tempo la loro originaria freschezza. E non sorprende: essi sbocciano nel tempo di cui Cristo è il creatore - è di sant'Ambrogio l'affermazione che Gesù è ""l'autore e il creatore del tempo"""" (De fide, V,1, 9) -. Inos Biffi, che alla scoperta e alla illustrazione di questa corona ha dedicato tanti anni di ricerca e di passione, ha colto e ha unito in un suggestivo fascio alcuni dei più rappresentativi di questi fiori, che ingemmano e dilettano il giardino della Chiesa. Vi troviamo, ad esempio, Ambrogio, pastore e raffinato poeta, dalla teologia originalissima; Agostino, il dottore che ha lasciato alla Chiesa una fonte inesauribile di pensiero e il gusto di pensare la Parola di Dio, per non parlare delle """"Confessiones"""" - uno dei più acuti e preziosi libri dell'umanità, un modello unico di esperienza cristiana -. Vengono poi Anselmo, col suo gusto per """"la fede in cerca di intelletto""""; Bernardo, il dottore dell'esperienza cristiana o della """"teologia mistica"""", dove sapere e poesia si fondono in armonica unità. Sono anche passati in rassegna gli abati di Cluny, ognuno con la sua """"grazia""""; e, più di tutti gli altri, Tommaso d'Aquino, l'esemplare incomparabile del teologo, che seppe elaborare una """"scienza della fede"""", facendone l'ideale sul quale consumare la sua vita."" -
La sovranità in legame
Che cosa significa oggi pronunciare la parola ""sovrano""""? Concetto fondativo eppure oggi inaccessibile. Come scioglierne i nodi? Se la storia umana si dipana nella stratificazione dei significati che la sovranità ha assunto, il tentativo di comprenderla è una sfida per il pensiero. Gli autori di questo volume hanno voluto accogliere tale sfida senza pretendere di esaurirne la portata, e hanno cercato di mettere a fuoco i punti di resistenza e quelli di cedimento di una nozione tanto sfuggente quanto -in realtà - di attualità bruciante. L'esito, per nulla scontato, è la scoperta di una divisione, di una dis-giunzione che attraversa l'idea di sovranità come pure il sapere che prova a interrogarla. Sovranità è ciò che costituisce legami nella forma del controllo e del dominio, ma necessità essa stessa di annodarsi, di rimanere se stessa, di giustificarsi nella sua identità. Interrogare tale disgiunzione piuttosto che il lamento anti-nichilista - potrebbe forse aprire un varco nelle forme mediatiche e spettacolari in cui oggi si attua la sua espressione."" -
Rosso di sera
Il ciclo vitale delle socialdemocrazie europee si è esaurito, assieme al compromesso fra capitale e lavoro seguito alla Seconda guerra mondiale. Una fine causata dall'avvento di un capitalismo sempre più globale e finanziarizzato, dal crollo del comunismo, dal trionfo del liberismo e dalle trasformazioni sociali che hanno rotto l'unità delle classi subalterne. Le socialdemocrazie si sono adattate alla nuova realtà trasformandosi in un inedito animale politico: un partito di centro che pesca voti ovunque e si candida a gestire il nuovo ordine liberista. Con la socialdemocrazia tramontano anche le istituzioni della democrazia rappresentativa e l'idea stessa di sinistra, screditata da decenni di compromessi e sconfitte. Nel vuoto politico che viene così a crearsi, crescono movimenti populisti che sostituiscono l'opposizione alto/basso alla lotta di classe. È pensabile che queste nuove esperienze possano rianimare una lotta anticapitalista che dopo la sconfitta del movimento operaio appare, se possibile, ancora più necessaria? -
Cristianesimo. La tradizione cristiana (1961-1977). Vol. 31
"Che cos'è il cristianesimo. Cristianesimo è un termine semplice, con un significato ben definito. Tale significato è appunto il """"concetto"""" di cristianesimo: molti si fermano qui, e confondono il """"cristianesimo"""" con il """"concetto"""" di cristianesimo. Per quanto possano avere un concetto giusto, corretto e, almeno in certa misura, anche vero del cristianesimo, quest'ultimo resta tuttavia per loro sempre e soltanto un concetto, un'idea - o, se si vuole, anche un ideale -, un'essenza. Non arrivano comunque mai a penetrare il concetto fino a raggiungere il cuore stesso della cosa, della res significata (come fa notare san Tommaso d'Aquino). Così sfugge loro quella realtà vitale e misteriosa - una realtà che è sempre trascendente e che, di conseguenza, è mistero - che sta alla base del concetto stesso. Per costoro il cristianesimo è una dottrina, un Credo, concepito appunto come una serie di formulazioni cui di solito danno il nome di dogmi, e che interpretano come affermazioni di tipo intellettuale, relative ad aspetti determinati. Non intendiamo certo affermare che il cristianesimo non """"abbia"""" una sua dottrina, vogliamo solo sottolineare il fatto che esso """"è"""" molto più di tutto questo, molto più di un concetto, di un'essenza o di una serie di formule o di dogmi."""" (Dall'introduzione dell'autore). Il corposo volume III dell'Opera Omnia, Cristianesimo, tema centrale della ricca produzione di Raimon Panikkar, consta di due tomi. Questo primo tomo riguarda per lo più la tradizione cristiana..." -
La parola predicata. Omelie da archimandrita e interventi vari
"... se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli"""" (Mt 18, 3). Così ha vissuto Enrico Galbiati uomo, sacerdote, educatore. Il libro raccoglie sue omelie e meditazioni di contesto bizantino (e latino), lezioni e conferenze inedite. Il testo biblico fa da trama alle riflessioni e ai commenti: a essa si intrecciano esperienze e incontri personali con uomini e donne di lingua, religione, ceto, funzione sociale diversi. Ma Galbiati prediligeva i bambini e ha scritto: """"I bambini hanno tanti difetti, ma non hanno l'ambizione di primeggiare, di essere ritenuti superiori agli altri né di dominare sulla gente comune. Il discepolo di Gesù ha superato la crisi dell'ambizione, si è convertito, è ridiventato bambino, cioè umile"""". Le sue parole semplici, autentiche, vive, argute, perché nate dallo studio appassionato de """"la"""" Parola, possono essere lette e rimeditate da tutti, sacerdoti e laici dell'unica chiesa ecumenica alla cui edificazione egli ha tanto contribuito." -
#lacattivascuola. Un'inchiesta senza peli sulla lingua
Contro la retorica della politica, un'inchiesta fatta sul campo da chi ogni giorno vive tra i banchi di scuola. Questo libro racconta di intonaci e infissi che crollano, di strutture inaccessibili ai diversamente abili, prive di agibilità statica e igienico-sanitaria. Svela il ritardo tecnologico dell'Italia rispetto all'Europa: una scuola su due non è connessa a Internet. Un'Italia capace di legiferare l'introduzione del registro elettronico senza dotare le scuole dei personal computer. E intanto la grande distribuzione, con la complicità del MIUR, entra nelle classi ""regalando"""" computer ogni cinquantamila euro di spesa. Ecco la cattiva scuola: un luogo abitato sempre più da ragazzi migranti abbandonati da un sistema d'istruzione che li integra solo sulla carta. Resta una speranza: quella di chi va controcorrente, di dirigenti e insegnanti silenziosi innovatori; di coraggiosi sindaci che cercano di salvare le piccole scuole iscrivendo alle lezioni i nonni. #lacattiv ascuoia mostra entrambe le facce della medaglia."" -
Le tre agricolture. Contadina, industriale, ecologica
Si discute del ""lascito"""" dell'Expo di Milano. I contributi di questo volume danno una risposta che solo pochi anni fa sarebbe apparsa assurda, più che provocatoria. In termini incalzanti, il volume dimostra la rinnovata centralità dell'agricoltura, del concreto rapporto degli esseri umani con la terra. E ciò non solo dove si lotta per la sopravvivenza, ma dappertutto, in Italia e nel mondo. Prefazione di Carlo Petrini.""