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Mito, simbolo, culto
Questo primo tomo del vol. IX è articolato in tre sezioni, che trattano del mito, del simbolo e del culto (il secondo tomo sarà dedicato alla fede e alla sua interpretazione per mezzo delle parole). Col termine mito oggi spesso s'intende qualcosa di irreale o semplicemente una leggenda più o meno fantastica. Con la parola mythos, invece, io intendo quello che tradizionalmente significava, vale a dire un modo diverso che gli uomini hanno di esprimere una convinzione, o piuttosto una verità che non è necessariamente «chiara e distinta» alla ragione e che, ciò nonostante, si accetta come ovvia e quindi non ha bisogno di essere dimostrata. La prima sezione comincia con una descrizione della relazione tra mythos e tolleranza e del rapporto tra lo stesso mito e il problema della morale. Seguono tre studi di tipo generale sul senso del mythos e la sua relazione con la parola e quindi anche con la teologia, come sarà illustrato dai quattro mythoi indiani (i miti di Prajapati, Vunahsépa, Yama e il mito dell'incesto), che riguardano la creazione, la colpa, la redenzione, l'uomo e la condizione umana, il recupero dell'innocenza e la sessualità. Il messaggio di questi mythoi non può essere trasmesso con una riflessione esclusivamente razionale, ma con metafore e simboli, avvalendosi della parola come tramite del logos. L'uomo non è dunque riducibile all'individuo e nemmeno a un semplice concetto e il mezzo più potente che ha per avvicinarsi alla realtà e ai suoi simili è il simbolo. Nella seconda sezione, dopo alcune riflessioni generali su che cosa sia il simbolo, portiamo ad esempio una parola fondamentale in Oriente, spesso fraintesa: karman, parola che, ridotta a concetto, risulta vulnerabile alla ragione. Se il simbolo del karman è prevalente nella metà delle culture, la metafora della goccia d'acqua, come simbolo della condizione di ogni esistenza, inclusa quella umana, è pressoché universale. La terza sezione è costituita da un testo, la cui scrittura risale al 1973, incentrato sul culto non in quanto cerimonia, ma in quanto espressione dell'homo religiosus, non come funzione, ma come attività che l'uomo compie in comunione con il cosmo per il sostentamento dell'universo. La secolarità, cioè l'interesse per ciò che è secolare, è stata troppo spesso considerata in molte tradizioni ostacolo alla vita spirituale. Il pro-fano (davanti al fanum, luogo sacro) è in opposizione al sacro, ma non al secolare, che può essere vissuto nella sua sacralità. -
Culture e religioni in dialogo. Vol. 61: Pluralismo e interculturalità.
Lo spazio e il tempo sono oggi scossi dalla scienza e dalla tecnologia e l'incontro fra i popoli e le loro tradizioni si fa sempre più problematico creando scontri di civiltà e problemi di convivenza. Si è tanto sofferto per i fanatismi politici, religiosi e culturali, che siamo legittimamente assetati di una comprensione universale. Un tipico esempio di questa mentalità è la sindrome del villaggio globale. Per nobile che sia l'intenzione, rimane pur sempre il risultato della mentalità colonialista. Eppure c'è sete di vera comprensione: «Non possiamo vivere in un mondo a compartimenti. L'altro diviene un problema proprio perché invade la mia vita ed è irriducibile al mio modo di vedere. Se un estremo è pensare che noi siamo nel giusto e gli altri in errore, l'altro estremo è ritenere che siamo tutti adatti per un tipo di villaggio globale». Fra questi due estremi, emergono sempre più le parole pluralismo e interculturalità a rappresentare un terzo atteggiamento, fondamento di una comprensione universale. Interculturalità non significa relativismo culturale (una cultura vale l'altra), né frammentazione della natura umana. Il rispetto della dignità umana esige il rispetto culturale, inscindibile da una mutua conoscenza - senza la quale cadremmo nella tentazione di imporre la nostra cultura a modello della convivenza umana. La proliferazione degli studi sulla pace e delle associazioni per promuoverla apre alla speranza la nostra epoca e il dialogo tra culture, civiltà e religioni è un segno positivo del nostro tempo. Attraverso questo libro, l'autore insiste sulla necessità di superare le dicotomie imposte dal genio classificatore dell'Occidente per chiarire ogni tipo di problematica. Superare non significa annullare le differenze, ma trascendere il pensiero analitico, non con una mera sintesi, ma con un pensiero olistico, che tenga conto dell'indispensabile pluralità delle culture. -
Dizionario della vita, morte ed eternità
Nella storia dell'umanità l'homo religiosus assume una modalità specifica di esistenza, che si esprime in diverse forme religiose e culturali. Lo si riconosce dal suo stile di vita: crede all'esistenza di una realtà assoluta che trascende questo mondo e vive delle esperienze che, attraverso il sacro, lo mettono in relazione con questa Trascendenza. Rileviamo che egli crede all'origine sacra della vita e al senso dell'esistenza umana come partecipazione a un'Alterità. È anche un homo symbolicus, che coglie il linguaggio delle ierofanie, attraverso le quali il mondo gli rivela delle modalità che non sono evidenti di per sé stesse. A partire dal 1959, alcuni paleoantropologi hanno scoperto in Africa l'Homo habilis, il creatore della prima cultura, la cui attività mostra in lui la coscienza di essere creatore. Troviamo gli sviluppi di questa coscienza nell'Homo erectus e, in modo più preciso, nell'Homo sapiens, grazie alla manifestazione dei riti funebri. Le prime tombe che ci offrono una certezza della credenza in una sopravvivenza provengono da Qafzeh e da Skuhl, nel Vicino Oriente, grazie alla presenza di tracce di cibo e di utensili in prossimità degli scheletri: si tratta del 90000 a.C. A partire dall'80000, l'uomo di Neandertal moltiplica questi riti. Dal 35000, nel Paleolitico Superiore, l'Homo sapiens sapiens applica un trattamento speciale al cadavere del defunto: ocra rossa, ornamenti attorno alla testa, conchiglie incastonate nelle orbite oculari, perle d'avorio disposte sul corpo. A partire dall'inizio del Neolitico ci si trova in presenza del culto dei crani conservati dai vivi. Nel V millennio sorge la dea. La scoperta da parte di Maria Gimbutas del sito di Achilleion in Tessaglia offre una visione della religione arcaica dell'Europa grazie alle numerose dee, tra le quali quella della vita e della morte. Il Neolitico ha moltiplicato i riti funerari e ha fornito loro una simbologia sempre più ricca, segno di un'autentica presenza dei vivi nella sopravvivenza dei loro defunti. All'indomani della sedentarizzazione delle popolazioni del Vicino Oriente e dell'invenzione della vegecultura e dell'agricoltura, l'homo religiosus si mette a raffigurare delle divinità, la più importante delle quali è la dea. È il grande mutamento dei simboli, che si rispecchia nella credenza in una vita post mortem. Traduttori: Sara Andreis, Stefania Arcara, Erica Baffelli, Maria Teresa Bianchi, Sara Bianchi, Maria Gabriella Bianco, Alessandra Borgia, Sergio Botta, Emanuela Braida, Arianna Campiani, Letizia Sonia Cantarella, Guendalina Carbonelli, Antonella Comba, Alessandra Consolaro, Giacomo Deambrogio, Simona Destefanis, Simonetta Focardi, Maurizio Giannattasio, Giuliana Iacopino, Mariella Lorusso, Marco Manino, Ruth Lenneberg Picotti, Alberto Pelissero, Marzia Pierluigi, Marta Porta Leva, Tiziana Ripepi, Luigi Saibene, Anna Maria Sberveglieri, Maria Giulia Telaro, Antonio Tombolini. -
Dizionario delle religioni dell'Oceania
Questo volume è dedicato alla trattazione dei fenomeni religiosi che si sono sviluppati nel continente nuovissimo dell’Oceania, cioè in Australia e nelle numerosissime isole che punteggiano l’Oceano Pacifico. Si tratta di un territorio che per la sua storia culturale ha fornito un contributo particolarmente ricco alla ricerca etnologica e antropologica (sia sul piano della documentazione sia su quello della teorizzazione) e che ancora oggi propone, nelle sue più remote propaggini, alcune sorprendenti scoperte. Il volume, dunque, tratta soprattutto di fenomeni religiosi di popolazioni aborigene che fino ad alcuni decenni fa vivevano ancora «a livello etnologico». Ma di queste popolazioni opportunamente analizza anche il faticoso e spesso tormentato ingresso nella modernità, che si sta ancora realizzando fra tragiche perdite di identità e orgogliose rivendicazioni delle radici culturali. Complessa e significativa è infine la storia della diffusione in Oceania del Cristianesimo (cattolico e protestante), dai primi tentativi missionari fino all’attuale organizzazione delle Chiese e allo sviluppo di nuove esperienze religiose. Nel volume si alternano ampie voci generali dedicate alle tradizioni religiose indigene, raggruppate in base alle consuete partizioni geografiche, e voci più specifiche dedicate alle credenze e alle pratiche religiose di singole popolazioni o gruppi di popolazioni, oppure di particolari isole o arcipelaghi. Alcuni lemmi prendono in esame le principali figure divine e mitologiche dell’Oceania o particolari concezioni e comportamenti religiosi tipici o esclusivi, o ancora alcuni tra i principali etnologi che queste religioni hanno studiato. Le bibliografie di ciascuna voce sono state riviste e aggiornate dai curatori, che hanno dedicato particolare attenzione alle indicazioni accurate delle edizioni originali e delle eventuali traduzioni italiane. -
Il tempo di una canzone. Saggi sulla popular music
"Il tempo di una canzone"""" è una raccolta di saggi sulla popular music, ai quali Franco Fabbri ha lavorato negli ultimi dieci anni e fino a tempi recentissimi. Soprattutto, più della metà sono stati scritti e pubblicati in altre lingue ed erano finora inediti in italiano: fra questi, alcuni sono in assoluto i più letti - nella lingua originale - da un vasto pubblico internazionale. La popular music è studiata dal punto di vista storico (dalla canzone napoletana e statunitense nella prima metà dell'Ottocento, fino al rebetiko, e poi al rock, al beat, e alla canzone d'autore, dagli anni Cinquanta del Novecento ai giorni nostri), analitico (il sound delle surf bands, del progressive rock, di Peter Gabriel, di De André, della musica ascoltata in cuffia e in streaming), teorico (le classificazioni per generi, le diverse tendenze degli studi musicali, il plagio). C'è spazio anche per saggi sulla musica da film, per l'impatto delle tecnologie sulla produzione e sul consumo di musica, per riflessioni sull'industria editoriale e discografica e sul diritto d'autore." -
Messaggi rivoluzionari. Nuova ediz.
Di Antonin Artaud sappiamo ormai tutto, o quasi. Più che dire chi è stato, converrà dire cosa non è stato. Non è stato un sognatore. Né un utopista. Forse è stato un pazzo. Ha contaminato mondi tra loro incompatibili; non con spirito di avventura, ma con la ferrea disciplina di un ricercatore che ostinatamente mette alla prova le sue conclusioni. Così, ha letto diversamente i dati del reale, per rimetterne in questione la pregnanza; ha scoperto vasti crateri di senso, nascosti dal reale per celare le proprie, improvvide debolezze. Dove altri avrebbe perso l'uso della ragione, si è fatto forte di una coerenza assoluta. Oggi non ci stupisce un'archeologia dell'anima, né un'antropologia del cosmo. E l'idea di una scienza dell'immaginario vagliata al microscopio non è peregrina. Ebbene, Artaud non è andato in Messico - lo racconta questo libro - per fuggire la realtà. Ma per andare alla ricerca del reale e delle sue origini. E il viaggio gli rivela le possibilità del reale, inutilizzate dal reale stesso. Da scienziato, allora, avrebbe voluto riprendere il mondo dalle origini. E farne teatro. Che il suo palcoscenico appartenesse a uno di quei possibili, l'ha dimostrato il secolo. -
Ma l'amore no. Due storie alla rovescia e tre racconti
"È tale l'intreccio delle cose raccontate da sembrare il frutto di pura invenzione, mentre rispondono alla pura realtà, o quasi. La materia stessa della vicenda è tanto altamente improbabile che si fatica a ritenerla effettualmente vissuta: due donne presentate come rispettive protagoniste di un rapporto virtuale e di un altro reale che, mutualmente, si fanno per così dire complici della stessa situazione di fallimento affettivo del protagonista. Infatti sia l'angelicata Letizia, oggetto di pura estasi affettiva, sia la ben reale Nina, come moglie del soggetto che racconta, diventano le involontarie complici di un duro fallimento amoroso, la prima per fisiologica indisponibilità a realizzare una normale relazione tra donna e uomo, la seconda per immaturità affettiva dovuta a un deficit causato dal progressivo accentuarsi di un malanno mentale, originato fin nella prima infanzia e rimasto quasi invisibile fino alle nozze. Il fidanzamento di chi scrive è l'occasione di un chiarimento decisivo: in una serata di neve natalizia le due donne si incontrano per la prima volta davanti alla chiesa, di cui è parroco lo zio di Nina, quando ancora non c'è niente di deciso rispetto al fidanzamento e, nell'occasione, Letizia liberata finalmente da un dovere di risposta al suo primitivo spasimante, trasforma visibilmente il tormento che l'ossessiona da anni in esultanza. I nodi si sciolgono e il destino riprende il suo cammino."""" (Elio Gioanola)" -
Spazio, tempo e scienza
«Il volume XII, ultimo nello schema della struttura dell'""Opera Omnia"""", comprende articoli e libri sul tema della scienza, apparsi nel primo periodo della mia vita. Sebbene il contenuto e lo stile possano apparire superati, ho comunque scelto di includerli come testimonianza di quel periodo e dei miei interessi di allora. Il prologo, soprattutto, """"Visione di sintesi dell'universo"""", è molto datato nell'esposizione, ma vi compaiono certe intuizioni che considero ancora valide. L'argomento del volume parte dalla concezione del tempo legata alla visione scientifica della realtà. Questo tempo non è un involucro esterno agli esseri, ma una dimensione costitutiva e specifica di ciascun essere, che è in quanto perdura, e perdura proprio in quanto è questo essere specifico e non un altro. Il tempo della civiltà tecnologica ha provocato all'interno dell'uomo un conflitto profondo, alterandone il ritmo di vita. L'uomo deve rifiutare la tecnologia o, al contrario, rafforzarla integrandosi nel progresso? È un conflitto ineluttabile. Conviene qui notare che la tecnologia presenta un carattere ontonomico e, quindi, una relazione costitutiva sia con il mondo che con l'uomo. In effetti, la relazione tra l'uomo e la tecnologia è tanto intima e profonda quanto quella tra la tecnologia e la natura. L'uomo genera la tecnologia partendo dalla natura. La tecnologia ha inizio come frutto dell'interesse umano per la terra, per la materia». Il volume consiste di due sezioni, anche se il suo contenuto si intreccia costantemente. La prima concerne il tempo e lo spazio, argomento che sta alla base di una visione non solo filosofica della realtà, ma anche scientifica. La seconda concerne la concezione più occidentale della scienza. Essa inizia con un articolo dedicato a Max Planck, cui fa seguito parte della tesi di dottorato in Scienze dell'autore, """"Ontonomia della scienza"""" (1961) e si conclude con un salto di quasi mezzo secolo con uno scritto di riflessione sulla scienza moderna che sfocia nella tecnologia, """"La porta stretta della conoscenza"""". Due articoli sottolineano la necessità di emanciparsi dalla scienza e dalla tecnologia, non come rifiuto del loro valore, ma come superamento dei loro condizionamenti."" -
Opera omnia. Vol. 11: I cristiani e le religioni. Cristianesimo, religioni e culture.
Quando una religione come il cristianesimo erompe nella storia, qual è il suo atteggiamento nei confronti di chi professa altre credenze? Come vengono vissuti gli incontri fra culture differenti? Qual è l’atteggiamento dei cristiani e dei non cristiani riguardo all’edificazione della città terrena nelle diverse epoche? Come valutare le influenze e lo scambio di idee tra i cristiani e i credenti delle altre religioni? Julien Ries intende rispondere a questi interrogativi, centrali per comprendere alcune fasi salienti della storia del cristianesimo, in una vasta indagine che ripercorre l’intero percorso della Chiesa, dalle prime comunità agli ultimi pronunciamenti del Magistero, mettendo a confronto l’homo religiosus non cristiano, l’homo christianus, ma anche l’homo ideologicus, che nasce nel contesto della crisi dell’Illuminismo. Sulla base di una documentazione amplissima lo storico delle religioni descrive, analizza e commenta i momenti principali dell’incontro, dello scontro o dell’accordo fra cristiani e non cristiani. Scritto nella prospettiva dell’antropologia del sacro e della storia del cristianesimo, questo libro costituisce altresì uno strumento essenziale per coloro che praticano il dialogo interreligioso e per chi opera nell’ambito della teologia delle religioni. Il 28 ottobre 1965, in una sessione pubblica del Concilio Vaticano II, Paolo VI ha pronunciato la dichiarazione Nostra aetate sui rapporti tra la Chiesa e le religioni non cristiane: oltre il 96% dei padri conciliari l’aveva previamente approvata. Cominciava un’era nuova nella storia della Chiesa. L’ultimo capitolo del presente volume è dedicato a vedere la strada ulteriore fatta dal Magistero della Chiesa e dalla teologia delle religioni sino ai nostri giorni. -
Museologia
Sia che lo si guardi con simpatia, sia che lo si consideri con vago disagio, il museo è molto di più che un luogo dove si conservano opere e oggetti. La prima metà del Novecento lo ha visto ferocemente avversato dalle avanguardie. Nella seconda un complesso recupero di valori ne ha fatto una delle istituzioni centrali del mondo occidentale. Quanto più le città si assomigliano o sono diventate invivibili per chi le abita e per chi le percorre, tanto più il museo, cioè il passato di un luogo, ha assunto centralità nell'immaginario collettivo. In un mondo che crede di avere visto tutto, è rimasto paradossalmente come uno degli ultimi luoghi nei quali si va alla ricerca della meraviglia o del diverso. Un luogo di curiosità, tuttora, in cui si può trovare qualcosa che non è nel mondo di tutti i giorni. -
Le mani in pasta. Le mafie restituiscono il maltolto
Questa entusiasmante avventura riporta dignità nelle terre offese dalla pratica mafiosa, che sono ormai le terre dove tutti noi viviamo, da Sud a Nord, senza esclusioni.Esistono prodotti che hanno un valore aggiunto particolare, dato da una componente immateriale. Questa parte immateriale può esistere quando un prodotto è portatore, insieme alle sue caratteristiche qualitative, anche di un messaggio sociale e quando può rappresentare un simbolo. Questo libro racconta la storia di uno di questi prodotti: la pasta della Cooperativa Placido Rizzotto-Libera Terra, prodotta con il grano che la Cooperativa coltiva sui terreni dell’entroterra palermitano confiscati ai boss mafiosi, in un triangolo i cui vertici sono rappresentati da Monreale, Corleone e Camporeale. A vent’anni dalla nascita della Cooperativa anche questa pasta è diventata «maggiorenne», e dopo di lei sono nati molti altri prodotti e molte altre Cooperative del circuito Libera Terra. La bellezza e il valore simbolico di queste realtà sono immensi: la «roba» accumulata illegalmente dai mafiosi viene loro confiscata e ritorna bene pubblico. -
L' arte e il tempo
Il libro affronta con particolare cura il rapporto problematico e paradossale dell’arte con il tempo. Un viaggio attraverso l’arte del moderno nelle sue tensioni e nelle sue rivelazioni. Le opere d’arte ci permettono di guardare a fondo nei nodi problematici che affondano nel nostro tempo e nella nostra coscienza e un ampio apparato iconografico ci guida in questa esplorazione del contemporaneo.rnL’arte è sempre stata al centro della riflessione critico-estetica di Franco Rella, articolandosi in una serie di riflessioni che hanno trovato spazio anche nei cataloghi della Galleria Nazionale di Roma, del Museo d’Orsay di Parigi, del MART di Rovereto, del PAC di Milano e in numerose altre istituzioni pubbliche e private. I saggi che costituiscono i capitoli di questo libro affrontato soprattutto il rapporto problematico e paradossale dell’arte con il tempo. L’opera d’arte sembra immune dal tempo, eterna e sempre uguale a sé stessa, e ciò nonostante è carica di tempo, il suo tempo e quello che essa mette in moto nel suo rapportarsi con altre opere, con altre epoche, con altre sensibilità. Il luogo in cui questa pluralità di tempi s’intreccia e si intrama è il museo, ma sono anche le immagini che popolano le strade delle moderne città metropolitane, come avevano visto Proust, Valéry e il surrealismo, e come vediamo nella Street art, o nell’opera di Kentridge. -
Dizionario delle feste
Ogni religione e ogni cultura ha sempre scadenzato i tempi dell’anno identificando periodi particolari e festività che formano l’itinerario religioso della comunità e del credente. La festa è dunque un momento particolare che sorprende la normalità. Può riguardare un mistero, un’occasione gloriosa o una memoria dolorosa. È però sempre motivo di pausa dalla routine del lavoro umano. Il percorso delle feste nell’anno è un itinerario temporale e spirituale che fa via via incontrare il credente con i punti di riferimento della sua cultura. rnLe feste esistono da quando esiste l’uomo, l’arte preistorica lo dimostra. Esse esprimono, a un tempo, quanto c’è di comune, come esigenza di fondo del rapportarsi col mistero e col senso del vivere in tutte le religioni, e mostrano la diversità inventiva e dottrinale delle varie culture (dalle grandi civiltà alle popolazioni più isolate). Le feste sono il luogo dove il religioso e il profano si mescolano. rnI lemmi che compongono questo Dizionario delle feste, curati dai principali esperti internazionali sotto la supervisione di Mircea Eliade e Julien Ries, sono state tratte principalmente dall’edizione dell’Enciclopedia delle Religioni diretta da M. Eliade, articolata in 17 volumi di cui 15 pubblicati, curata per l’Italia da Dario M. Cosi, Luigi Saibene e Roberto Scagno, e dal Trattato di Antropologia del Sacro (TAS) pubblicato in 10 volumi, curato da Julien Ries con Lawrence E. Sullivan e Michel Masson, opere fondamentali, di riferimento per studiosi e cultori della vasta materia antropologica e religiosa. -
Il fascino dell'imperfezione. Dialoghi con Domenico Quirico. Interviste, racconti, documenti
Un viaggio in un uomo che ha molto viaggiato. Cinque conversazioni, un unico intenso dialogo con il giornalista Domenico Quirico a partire dai temi che caratterizzano la sua odissea nel mondo contemporaneo: scrittura, guerra, migrazione, Storia, prigionia, dolore, paesaggio, fede. Attraverso i documenti, le fotografie e soprattutto le parole vive raccolte dall’autrice, Il fascino dell’imperfezione cerca di svelare la percezione originale di un narratore del nostro tempo, restituendo la sua testimonianza vissuta in drammatica presa diretta sugli avvenimenti storici più rilevanti degli ultimi trent’anni. Il tentativo di rimanere con l’uomo Quirico in quell’affascinante zona di imperfezione, erranza, incompiutezza che sembra innervare il nostro mondo. -
La vita lucida. Un dialogo su potere, pandemia e liberazione
Non è semplice mantenere la lucidità nei passaggi caotici della storia, compreso quello della pandemia. Paolo Bartolini (analista filosofo) e Lelio Demichelis (sociologo della tecnica e del capitalismo) prendono le mosse dal fenomeno del coronavirus per riconnettere le numerose istanze filosofiche, sociologiche e psicologiche oscurate da un'ipermodernità tragicamente unidimensionale. Il confronto tra gli autori - il libro è infatti un dialogo - vuole portare il lettore a identificare le coordinate principali degli odierni dispositivi di potere: da un lato l'estensione planetaria di una razionalità strumentale/calcolante e industriale che dis-anima il vivente, dall'altro una passione inconscia per la dismisura e per il godimento dissipativo. Osservando il proprio tempo con la lente di un nuovo pensiero critico, gli autori analizzano il nucleo del potere: quello che opera, al di là della violenza esplicita e della costrizione (il dominio), conquistando l'immaginario delle persone, plasmandolo (ingegnerizzandolo) e mettendolo al servizio dell'interesse di pochi (l'egemonia). La postfazione del libro è affidata a Miguel Bensayag. -
Economia ecologica. La transizione ambientale verso uno sviluppo sostenibile
Nel volume si affronta innanzitutto il rapporto economia/ambiente, quindi la microeconomia dell'ambiente e la macroeconomia, per concludere con il passaggio dall'economia dell'ambiente all'economia ecologica, di cui ne definisce i caratteri. -
I sonnambuli. Storia delle concezioni dell'universo
I sonnambuli sono i grandi facitori della rivoluzione scientifica – Copernico, Keplero, Brahe, Galileo – per opera dei quali in poco più di un secolo la concezione della scienza e il suo rapporto col sapere umano furono trasformati radicalmente. Collegando l’indagine scientifica con la vita, i caratteri, le passioni, le debolezze di ognuno, Koestler mostra che essi non furono infallibili macchine pensanti, ma procedettero per territori incerti e nebbiosi con una faticosa ricerca a tastoni, piena di cadute e di ritorni indietro. La precedente esperienza dell’umanità, cui è dedicata la prima parte del volume, era fondata su una visione unitaria dell’universo, dove la religione aveva contribuito al progredire dell’umano conoscere. Ora non solo si impone la separazione tra religione e scienza, ma il sapere stesso si frantuma: si sviluppano in modo isolato diversi rami di conoscenza e di comportamento che guidano ognuno a rigide ortodossie, a specializzazioni unilaterali, a ossessioni collettive. Nello stesso tempo – ed è la grandezza non ultima dei sonnambuli – si assiste a «riconciliazioni impreviste, a nuove sintesi nate da una frammentazione apparentemente senza speranza». Arricchiscono il volume un testo di Giulio Giorello e la nuova Introduzione di Carlo Sini. -
Dalla semiotica alla tecnica. Vol. 21: In cammino verso l'evento.
Dalla semiotica alla tecnica si incentra sull’idea di Peirce secondo la quale ogni relazione segnica comporta una filosofia dell’universo e un modo di abitare il mondo. Questo passaggio alla cosmologia comporta nondimeno il problema del canone di riferimento interpretativo al quale affidarsi. Il percorso di Sini torna suggestivamente alle cosmologie protostoriche per indicare poi, attraverso i cammini dell’Illuminismo, del criticismo e della fenomenologia hegeliana, il loro declinare nel mondo nichilistico della tecnica moderna, nelle sue alienazioni, nella sua oscillazione tra violenza istituzionale e violenza rivoluzionaria. I due libri che compongono il corpo centrale di questo tomo (Passare il segno e Kinesis) furono pubblicati all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, quando il panorama politico e sociale italiano ed europeo era attraversato e sconvolto da movimenti rivoluzionari di natura terroristica. Affrontare in una prospettiva genuinamente teoretica la relazione fra semiotica, cosmologia e tecnica significò allora, per Sini, farsi carico del senso profondo di un’epoca travagliata. Alla sua radice traspariva il problema, irriducibile a una ragione dialettica, dell’evento enigmatico di un mondo che stava trasformando le sue strutture tradizionali, la portata dei suoi significati e il destino stesso della filosofia. Entro tale orizzonte prese le mosse quel Cammino verso l’evento che dà il titolo al nuovo volume delle Opere, qui presentato nel suo primo tomo. -
Opera omnia. Vol. 71: culto di Mithra. Dall'India vedica ai confini dell'impero romano. Religioni dell'antico Oriente, Il.
Mithra è un dio sovrano del mondo indo-iranico il cui culto, sorto in India, è passato in Iran e poi in Commagene e all'inizio dell'era cristiana ha conquistato Roma, dove si è posto quale rivale della religione di Cristo. In questo libro, la cui parte più cospicua nasce dalla revisione e dal completamento di un corso svolto all'Università di Lovanio che raccoglie i risultati di una lunga stagione di rinnovamento degli studi mitraici, Julien Ries segue le sue tracce dall'India alle rive dell'Atlantico. Con una particolare insistenza sulle dottrine e sulle ripercussioni che queste hanno avuto sulla società e sulla vita dei fedeli, disegna una sintesi che, partendo dalla religione vedica, attraversa l'Iran antico, considera il culto regale e pubblico in Commagene e si conclude con i misteri mitraici diffusi nell'Impero Romano. Ne emerge un quadro vivido, efficace e completo delle peculiarità storiche e dei mutamenti dei culti di un dio che, pur conservando numerosi tratti della sua identità primaria, sotto l'influsso degli elementi culturali e religiosi incontrati sulle vie della sua migrazione ha subìto gli effetti dell'acculturazione e del sincretismo. -
Mistica e spiritualità. Vol. 1: Mistica pienezza di vita.
«La mistica non è un privilegio di pochi prescelti, ma la caratteristica umana per eccellenza. L'uomo è essenzialmente un mistico. Fino a tempi molto recenti (e alcuni la pensano così anche oggigiorno) si è considerata la mistica un fenomeno particolare più o meno straordinario, qualcosa al di fuori della conoscenza 'normale' dell'essere umano, un 'qualcosa' di speciale - patologico, paranormale o sovrannaturale. Questo studio aspira a far 'reintegrare' la 'mistica' nell'essere stesso dell'uomo: nell'uomo spirito mistico tanto quanto animale razionale ed essere corporale. In altre parole: la mistica non è una specializzazione, ma una dimensione antropologica, un qualcosa che appartiene all'essere umano in quanto tale. Ogni uomo è mistico - anche se solo potenzialmente. La mistica autentica quindi non disumanizza. Ci fa vedere che la nostra umanità è qualcosa di più (e non di meno) della pura razionalità. La composizione del volume è semplice: una prima parte porta come lemma la Nuova innocenza, in quanto la mistica autentica non è una riflessione sull'Essere, ma un atteggiamento libero e spontaneo che sorge dalla pienezza della persona. Una seconda parte tratta della meditazione, su cui poco si può dire perché essa è silenzio; seguono tre esempi di santi, le cui differenze ci mostrano che non esiste un solo concetto di santità. La terza parte è formata da uno studio, sistematico e filosofico, sull'esperienza mistica. In questa parte cerco di confutare l'idea assai diffusa sulla mistica intesa come equivalente a fenomeni straordinari riservati a una piccola élite di mortali. Tutti siamo potenzialmente aperti all'esperienza mistica. L'idea che tutti siamo 'figli di Dio', presente in tante religioni, è stata formulata dal cristianesimo e costantemente ripetuta, ma poco meditata. Segue come appendice una riflessione filosofica sull'esperienza suprema da prospettive diverse e una preghiera che viene dal profondo del mio essere».