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Difficile libertà
I saggi che compongono questo libro, selezionati dallo stesso autore, si insinuano nel cuore di quell'insistita domanda sulla propria origine e sul senso di un possibile dialogo con il mondo che le principali confessioni dell'Occidente continuano – talvolta drammaticamente – a modulare. Composti a partire dagli anni '50 fino all'inizio degli anni '70, si accordano con sorprendente precisione all'insieme di movimenti, rivoluzioni, promesse di cambiamento e delusioni che hanno attraversato il ventennio europeo uscito dalla guerra. Lévinas prende parte al dibattito con l'autorevolezza della plurimillenaria tradizione di cui è stato uno dei più felici e discreti interpreti: i maestri della tradizione talmudica insieme ad alcune grandi voci della contemporaneità filosofica come quella di Rosenzweig vengono interrogati su questioni di rovente attualità – l'uscita da Auschwitz e il dialogo interreligioso con il cristianesimo e l'islam; il rapporto con il comunismo e la conquista della luna; la polemica con gli autori cristiani e il futuro del giudaismo –, senza censure e senza illusioni sulla complessità che le sostiene e che reclama analisi altrettanto complesse. -
Del viver bene
"La Favola delle api"""" di Mandeville è il punto di partenza del percorso del libro, un percorso che affronta i problemi posti dalla rivoluzione industriale, dal capitalismo moderno e dalla economia del mercato globalizzato. L'indagine va alle radici della formazione dell'individuo sociale, disegnandone la genealogia attraverso le strutture del sacrificio, del dono e dello scambio, in base alla relazione tra denaro, sapere e scrittura e alla conseguente, fatale, mercificazione dei rapporti umani. Il senso del «viver bene» (il buen vivir degli Indios) pone altresì una domanda urgente su possibili economie e politiche alternative o correttive rispetto all'oggi prevalente via del neoliberismo capitalistico: una correzione di rotta che si proponga la salvaguardia della biodiversità e delle differenti tradizioni culturali del pianeta, e soprattutto e in generale l'affermazione dei diritti della vita «della nostra Madre Terra, la quale ne sustenta et governa»." -
Immaginare il museo. Riflessioni sulla didattica e il pubblico
Questo volume nasce da oltre trent'anni di esperienza nel campo della conservazione e della didattica in un importante museo milanese. Si rivolge ai colleghi, ma anche ai tanti giovani che vorrebbero diventare operatori didattici; agli insegnanti che sempre più utilizzano il museo come libro di testo, ma anche a coloro che, con motivazioni diverse, ne varcano la soglia come visitatori. Immaginare il museo significa pensarlo innanzitutto nel suo rapporto con il pubblico e dunque confrontarsi con le nuove tecnologie, gli apparati didattici, la comunicazione, i problemi espositivi. Ma significa, altrettanto, considerare questo particolarissimo contenitore dal punto di vista dell'immaginario collettivo. Occorrerà dunque riflettere sui luoghi comuni che ancora si accompagnano alla parola «museo», sulle attese, la soddisfazione e le delusioni dei visitatori, condizionati tanto dai nuovi modelli imposti dal consumo culturale e dal turismo di massa, quanto dalla tipologia psicologica individuale. Con la convinzione che il museo sia comunque, per tutti, uno splendido luogo in cui esercitare intelligenza e immaginazione. -
Le due vie del pellegrino
L'autore de ""Le cronache di Narrnia"""" ci racconta un'altra storia fantastica, un viaggio allegorico il cui protagonista passa attraverso le varie esperienze della vita alla ricerca di qualcosa che appaghi un suo misterioso e incessante desiderio, che si rivela però insaziabile qualunque cosa gli venga concessa come soddisfazione. Il giovane protagonista trova qualche risposta ai suoi interrogativi nel lungo pellegrinaggio che deve intraprendere, la cui meta prende forma non alla fine del viaggio ma sulla via del ritorno. Draghi, giganti e nani, ombre e creature enigmatiche abitano questa favola moderna che ha il mordente di un'avventura e il respiro filosofico di una parabola sui grandi temi dell'esistenza umana."" -
Il miracolo di padre Malachia
"È una notte piuttosto fredda per un miracolo"""". Chi pronuncia questa frase è il protagonista Malachia Murdoch, un vecchio benedettino scozzese che si è appena lanciato in una sfida temeraria contro un ministro della Chiesa riformata. Bruce Marshall è abile nel far emergere le pesanti contraddizioni di una società che si allontana, quasi senza rendersene conto, dai fondamenti di una mentalità cristiana, ma non risparmia neppure i lati angusti e cedevoli del mondo cattolico, in particolare del clero. Le sue narrazioni sono sempre giocate sul filo di un lungimirante equilibrio e di un divertito realismo, che risultano tanto più accattivanti quanto più le situazioni si fanno paradossali. È il caso del protagonista di questo romanzo. Trascinato in una discussione con il più """"moderno"""" e avveduto reverendo Hamilton, Malachia abbandona la sua indole mite e, lanciata la sfida, avvenimenti e reazioni si susseguiranno con tagliente umorismo fino alla sera fatidica del miracolo annunciato, in cui l'eccezionale entrerà nella quotidianità di un'esistenza cristiana." -
L' iconografia medievale
L'immagine medievale non è, come sostiene un luogo comune, la ""Bibbia degli illetterati"""". Sottoponendo a critica le opere fondanti di Emile Mâle e di Erwin Panofsky, Jérôme Baschet riconsidera il concetto di iconografia, sgombra il campo da tutte le dissociazioni fra contenuto e forma e presta la massima attenzione ai dispositivi plastici mediante i quali il pensiero figurativo dota di senso le immagini. Il volume alterna proposizioni di carattere generale e studi approfonditi di alcuni manufatti medievali, come i celeberrimi rilievi romanici di Souillac o il ciclo dipinto della collegiata di San Gimignano, con l'obiettivo di cogliere la coerenza di un luogo di immagini e di analizzarne la struttura di insieme, indispensabile per un'iconografia rinnovata. Lontano dai caratteri stereotipati che si attribuivano un tempo all'arte medievale, Baschet dispiega un approccio seriale che svela la straordinaria inventiva delle immagini."" -
I riti del costruire. Commenti alla leggenda di mastro Manole, la Mandragola e i miti della «Nascita miracolosa», Le erbe sotto la croce
In questo libro traspaiono la pregnanza e la centralità del ricco patrimonio mitico, simbolico e religioso delle culture popolari dell'Europa balcanica (e in particolare di quella romena, quale «ponte» tra Oriente e Occidente), frutto dell'attività di ricerca e di docenza di Eliade in Romania prima dell'esilio. Tra i modelli simbolici trasmessi dalla spiritualità arcaica al Cristianesimo, e da questo assimilati e trasfigurati, viene qui illustrato il tema iniziatico del sacrificio creatore nei suoi molteplici rapporti e connessioni con i miti cosmogonici e antropogonici e con le leggende popolari relative ai rituali di costruzione, alle piante della vita, alla valorizzazione della morte, alla reintegrazione armoniosa nel Cosmo. -
Decolonizzare la mente. La politica della lingua nella letteratura africana
I quattro testi di Ng?g? che compongono ""Decolonizzare la mente"""", sono la summa di un pensiero che si è andato formando con anni di studio e con dolorose esperienze vissute in prima persona; in particolare la scelta di scrivere una pièce di critica al potere nella sua lingua madre, il gikuyu, in modo da poter essere compreso da ogni strato di pubblico, gli costò nel 1978 un anno di detenzione. Fu in quei mesi che l'autore maturò la convinzione che «l'arma più grande scatenata ogni giorno dall'imperialismo contro la sfida collettiva degli oppressi è la bomba culturale, una bomba che annulla la fiducia di un popolo nel proprio nome, nella propria lingua, nelle proprie capacità e in definitiva in sé stesso». In tal senso, questo volume anche oggi può dire molto ai lettori occidentali che vogliano osservare criticamente i fenomeni connessi alla globalizzazione e gli effetti di una politica culturale omologante."" -
La liturgia della Chiesa
Al di là di ogni mutar dei tempi e di tutte le diversità culturali, è pur vero che il culto che la Chiesa rende a Dio è possibile solo come risposta al servizio che il Dio trinitario ha reso e continua a rendere ad essa. La liturgia è anzitutto il servizio di Dio alla Chiesa, la sua azione nei confronti delle molte sorelle e dei molti fratelli del Figlio suo; pertanto la liturgia della Chiesa è possibile solo come risposta all'azione di Dio. L'idea della comunicazione tra Dio e uomo, fonte di vita e anzi di divinizzazione, costituisce pertanto il motivo dominante dell'intera opera, che ripubblichiamo in edizione aumentata e aggiornata. La prima parte tratta della discesa di Dio verso l'uomo, della dimensione catabatica del culto a Dio, come invito rivolto agli uomini, affinché accedano alla pienezza della vita divina. La seconda parte ha per tema l'accoglimento di tale invito, l'ascesa dell'uomo a Dio, la dimensione anabatica del culto a Dio. Queste due parti costituiscono la cosiddetta «liturgia generale». Le quattro parti successive trattano i temi della liturgia speciale: la celebrazione dell'eucaristia, i sacramenti e i sacramentali, la preghiera delle ore e la liturgia della parola di Dio, come pure l'anno del Signore. Oltre a trasmettere un sapere, questa pubblicazione mira a suscitare e a rafforzare l'amore per la liturgia, per il servizio di Dio verso i molti e per il servizio dei molti credenti alla maggior gloria di Dio. -
I sacramenti della Chiesa
Questo manuale introduce alla comprensione dei sacramenti come avvenimenti di grazia che continuano oggettivamente nella storia i gesti redentori di Gesù Cristo, eventi in cui Egli ora comunica Sé stesso nello Spirito Santo. Il sacramento cristiano è l'evento singolare e straordinario che rende presente la nuova ed eterna alleanza e comunica la vita divina del Capo alle membra; esso concede una grazia divina per mezzo del compimento di un'azione materiale e sensibile. I sacramenti realizzano un incontro unico che tocca realmente e sensibilmente l'uomo rispondendo alla sua domanda di verità e di felicità. Lo scopo del libro consiste non solo nel formare dottrinalmente, ma anche spiritualmente alla vita ecclesiale oggettiva, offrendo una visione essenziale e stimolante a partire sia dalla prassi sacramentale sia dal magistero e dalla riflessione teologica maturati nel corso dei secoli, tenendo presente così la fede professata e celebrata. Inoltre espone sistematicamente tutti gli aspetti e i fattori dell'evento sacramentale non dimenticando il significato e le peculiarità dei singoli sacramenti. -
L' invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria
"L'invenzione del Mezzogiorno"""" è la descrizione di come il capitale, gli affaristi e le banche tosco-piemontesi abbiano espropriato, manu militari, il Sud delle sue banche, vale a dire lo scheletro creditizio dell'economia meridionale e, tra l'altro, del primo capitalismo italiano, che vide in Napoli l'unica metropoli nella penisola a cavallo tra Settecento e Ottocento. Colonialismo, perciò, non in terre selvagge, ma di conquista su terre competitive col Nord; un Nord dove spesso la condizione contadina era peggiore. Non accumulazione primitiva tramite la tratta degli africani o su indios immiseriti, ma su una popolazione impoverita da una conquista militare e dal furto dei propri strumenti di credito e delle terre. È questo un discredito al farsi dell'Italia? Niente affatto, qui si discute la creazione di una colonia strumentale allo sviluppo del Centro-Nord. I lavori di Zitara sono imprescindibili per analizzare criticamente le origini dell'Italia unita. Questo volume è una storia finanziaria ma anche un importante strumento di comprensione della storia generale del nostro Paese." -
Barbarossa e i comuni italiani
Siamo di fronte a un classico: la raccolta delle fonti sul rapporto tra il Barbarossa e i Comuni italiani che nel Nord si oppongono alle sue pretese imperiali. A presentare queste fonti e ad accompagnarci, due storici molto autorevoli: Cardini, grande amante del Barbarossa, e Andenna ci fanno comprendere come i Comuni lombardi siano costitutivi di un nuovo tessuto urbano e politico. I Comuni, se da una parte avevano con l’imperatore Barbarossa dei rapporti feudali, di fatto avevano creato una nuova forma di vita politica che si opponeva al feudalesimo. Una solidarietà cittadina nuova, inconcepibile nella Germania dell’epoca, in cui la plebe non era più semplicemente plebe ma rivendicava il diritto alla ""cittadinanza"""". Cronache da un tempo lontano i cui echi risuonano attualissimi nella lettura di Cardini e Andenna."" -
La prova del labirinto. Intervista con Claude-Henri Rocquet
Da giovane yogi dell'Himalaya alla notorietà di storico delle religioni, qual è il senso del cammino? Dai colloqui di Claude-Henri Rocquet con il celebre storico delle religioni sorge un mondo affascinante: l'infanzia in Romania e l'India, Tagore e Brancusi; la Parigi del 1945, Bachelard e Jung; Chicago e i giovani hippies, Allan Watts e Carlos Castaneda; l'amicizia con Cioran e Ionesco. Colpiscono, in questo libro senza tempo, la modernità e l'attualità di Eliade. La sua attenzione per l'immaginario conduce non al deserto della meccanica strutturale, ma alla presenza di quello «che vi è più di reale». «Lo spirito di demistificazione deve a sua volta essere demistificato», dice l'autore. ""La prova del labirinto"""" offre a chi già conosce Eliade, come a chi lo avvicina per la prima volta, uno sguardo d'insieme sulla sua opera. Completano il volume una estesa biografia e bibliografia e un testo di Eliade su Brancusi ."" -
La prima impresa. Shakespeare in Warburg e Benjamin
Il libro si apre con una lettera di Warburg su Shakespeare, trascritta e presentata da Claudia Wedepohl, archivista e studiosa del Warburg Institute, che ci introduce alla lettura che Warburg dà di Shakespeare in pagine intense e ancora poco note.Qual è il senso della continua e a volte misteriosa presenza di Shakespeare nella riflessione di Aby Warburg e di Walter Benjamin? Shakespeare è di certo un simbolo per la cultura europea. E nell’interrogarsi su Shakespeare anche Warburg e Benjamin si interrogano in effetti sul senso stesso della cultura, sulle sue possibilità e i suoi doveri. I becchini, dice ad Amleto uno degli uomini che scavano la fossa di Ofelia, sono stati i primi ad avere un grado di nobiltà, perché sono stati i primi ad avere “arms”: armi, e di qui anche stemmi o imprese nobiliari, ma anche braccia per scavare. E in effetti quello che tanto Warburg quanto Benjamin sembrano cogliere in Shakespeare è una continua messa in causa dell'immagine nel suo significato codificato – l’impresa o stemma nobiliare come simbolo delle gerarchie prestabilite – a favore del nascere di nuove immagini che si fanno “impresa” nel senso di avventura energetica, lotta per liberare l'espressione da tutto quello che ha di irrigidito e per renderle la sua vera forza, il suo legame con la vita. -
La compagnia dei libri
Nella letteratura è insita una dimensione salvifica. Nella letteratura frequentemente convergono tutti i grandi problemi suscitati nella mente umana dalla condizione mortale; e tutte le inquietudini dell'animo e le aspirazioni relative e supreme. La cultura letteraria pone al centro l’esperienza umana e giova a costituire una mentalità comprensiva nei riguardi di tutti gli aspetti, dalla virtù all’abiezione, della persona dell’uomo. Senza la letteratura siamo tutti più poveri. Assistiamo con rammarico allo scarso peso che il pensiero storico ha nel discorso pubblico contemporaneo. Spesso, le evocazioni di carattere storico indulgono verso una memoria dei bei tempi andati. Lo studio della storia non significa erudizione né raggiungimento di risultati definitivi. In un mondo sempre più complesso, sotto la forte spinta del presentismo, è sempre più necessario fare storia e leggere storia. -
Contro gli avversari delle icone
Le tre Confutazioni contro di iconoclasti di Teodoro lo Studita, monaco bizantino vissuto tra l’VIII e il IX secolo, sono un trattato in forma dialogica che testimonia tutta la forza spirituale del Santo nell’affrontare, con franchezza d’animo e profonda convinzione, l’eresia iconoclasta. Le argomentazioni dell’autore, esposte secondo la logica del sillogismo di tradizione greca, manifestano la sua straordinaria cultura, dimostrandosi fondate e inattaccabili, non lasciando spazio al dibattimento perché la verità è unica ed eterna. Il libro di Antonio Calisi – noto iconografo e conoscitore della teologia e della liturgia bizantina – è la prima traduzione in lingua italiana del testo antico edito da Migne nella Patrologia Graeca (vol. 99) e offre un notevole contributo alla conoscenza della questione delle icone e del dibattito sull’ipostasi di Cristo. Un utile supporto di studio per gli appassionati della teologia dei Santi Padri e della storia della Chiesa nell’impero bizantino ai tempi di Teodoro lo Studita. La prefazione è opera di Emanuela Fogliadini. -
Spinoza o la buona vita
Da quando, più di trent'anni fa, mi sono imbattuto nella figura di Spinoza, qualcosa in me si è mosso e non mi ha più abbandonato, ispirando e continuando a suggerire letture, progetti, lavori, scritture di vario genere, talora anche oltre i confini del tradizionale lavoro filosofico. Ora da alcune fonti mi è pervenuta la richiesta di trascrivere quel materiale unitariamente raccolto, emendandolo dalle molte, inevitabili ripetizioni. Ho accettato l'invito, ma l'ho tradotto a mio modo, facendo di questa trascrizione un ulteriore confronto con la riflessione e la relazione di vita che mi ha incatenato al pensiero e alla biografia spinoziana. Ho riascoltato le mie parole come una provocazione a osservarmi, come uno specchio mobile in cui, con l'amore e la dedizione verso l'Altro, emergeva e tornava a emergere, differenziandosi via via nel corso del tempo, la mia immagine vivente di fedele scriba e adepto di ciò che si cela dietro il nome pubblico «Bento d’Espinoza»; quindi dentro la sua immensa tradizione, unitamente al racconto, perduto per sempre e tuttavia sempre rinato in migliaia e migliaia di altre vite, della sua esistenza; e tra queste, infima e nondimeno indubbia, anche la mia. -
Pensare al non vedere. Scritti sulle arti del visibile (1979-2004)
Delle arti - di ciò si tratta in questo libro. Delle arti, appunto, al plurale. O anche della problematicità di un singolare - l'«arte» -, che si rifrange ogni volta in una molteplicità lontanissima dall'essere omogenea. Jacques Derrida non si è mai sottratto alla sottile quanto inevitabile ingiunzione che le «arti del visibile», ossia il disegno, la pittura e la fotografia, ma anche il cinema, la videoarte e il teatro, suscitano per il solo fatto di esistere. Ed è vero - come il lettore potrà constatare - che la decostruzione trova nelle arti un'occasione assai feconda di esplicitare, mettere alla prova e sperimentare la portata dei suoi concetti. Per quanto concerne il visibile, infatti, si tratta sempre, anche se in modalità differenti nelle arti e rispetto alla scrittura, della traccia, del tratto, di spettri, e dunque di un «vedere senza vedere niente». Derrida non avrà pensato che a questo non vedere, come rivelano i testi qui raccolti (saggi, interventi, conferenze, interviste, scritti per cataloghi d'arte), apparsi lungo l'arco di venticinque anni di attività e pratica di scrittura, successivi alla pubblicazione di ""La vérité en peinture"""" (1978) fino al 2004."" -
Prendi quello che vuoi, ma lasciami la mia pelle nera
Nella forma di lettere all'amico Silmakha, un cittadino italo-senegalese con impiego in banca a Milano vuole trasmettere il disagio che prova nello stare in quella che potremmo chiamare la società sviluppata. Il suo non è il rifiuto di un mondo, perché in questo mondo l'autore vuol vivere: ormai è anche il suo mondo, in cui però non si sente accettato, non si sente parte a pieno titolo. Questa città, di cui l'autore parla perfettamente la lingua, lo vorrebbe diverso. In fondo si dovrebbe spogliare della sua pelle nera, dei suoi legami culturali, di ciò che per lui è il valer la pena, e la gioia, del vivere. L'opera è da un lato una raccomandazione al fratello e ai suoi di non spogliarsi di se stessi, dall'altro una critica interna alla società che si vuole democratica e del diritto, e di cui l'autore vuole far parte, ma a cui è costretto a porre una domanda: ""Il muro è storico, ma l'esperienza è sempre profetica. Per sconfiggere l'odio e il rancore occorre maggiore giustizia. Non dobbiamo avere paura. Dove sono finiti oggi i diritti e la legalità?"""". Alla domanda si aggiunge la messa in questione di un modo di vivere. Prefazione di Giuliano Pisapia."" -
L' annunciazione a Maria nell'arte d'Oriente e d'Occidente
L'Annunciazione a Maria non è l'unica Annunciazione riportata dalla Bibbia, ma è senza dubbio quella che ha conosciuto una fortuna eccezionale nella storia dell'arte cristiana, al punto da essere fonte d'ispirazione per un patrimonio di immagini di ineguagliabile ricchezza. Un patrimonio accumulato dalle origini dell'arte cristiana ai giorni nostri e sviluppatosi su tutti i supporti e in tutti i formati, in Oriente come in Occidente, e in tutte le regioni del mondo unite dall'annuncio della Buona Novella, di cui l'Annunciazione è, per così dire, la «porta d'accesso». Gli autori hanno selezionato un campione rappresentativo di opere d'arte tra quelle che hanno ritenuto più belle, più rappresentative, più finemente concepite e più degne di attenzione e contemplazione. Ciascuna di esse è riprodotta a piena pagina e dettagliatamente descritta da un testo di commento, attraverso il ricorso alle fonti storiche che ricostruiscono i loro committenti e destinatari, la loro produzione e la loro funzione. Alcune delle opere, molto recenti, hanno il merito di suggerire al lettore come la lunga storia della traduzione e della trasmissione del Vangelo in immagini, allo stesso tempo fedeli e creativamente innovatrici, continui nel tempo, ben lungi dall'essere compiuta.