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Le più belle novelle del Decameron
È il 1348: mentre la peste infuria a Firenze, dieci giovani si rifugiano in campagna e per trascorrere il tempo si raccontano per dieci giornate una novella ciascuno. Questa la nota ""cornice"""" che racchiude la più illustre raccolta di novelle della letteratura europea: un capolavoro che ancora affascina per la pluralità dei toni, per la capacità di dipingere l'infinita varietà della vita. Viene qui proposta una selezione delle più belle novelle del Decameron, dove trovare i brani più celebri di questa opera immortale: episodi cortesi (Nastagio degli Onesti, Federigo degli Alberighi) si alternano ad avventure comiche e licenziose (Ser Cepparello, Masetto da Lamporecchio, Frate Cipolla), a beffe salaci (Chichibio e la gru, Calandrino, Peronella), a tragiche storie d'amore (Ghismonda e la coppa d'oro con il cuore del suo amato, Lisabetta con la testa dell'amante nel vaso di basilico). I personaggi rivivono nelle splendide miniature del XIV e XV secolo che impreziosiscono questa edizione e che sono presentate dal testo introduttivo di Sonia Chiodo: illustrazioni capaci di racchiudere in una sola immagine la morale della novella raccontata e allo stesso tempo di contenere ogni aspetto della narrazione nei suoi più minuziosi dettagli."" -
Sei personaggi in cerca d'autore
«I Sei personaggi segnano la ricomposizione di quel gigantesco puzzle che è stato l'intreccio tra la vita di Pirandello e la sua opera di scrittore, in un continuo va e vieni dalla realtà alla sua trasfigurazione.» - Andrea Camillerirn«Questa mia servetta Fantasia ebbe la cattiva ispirazione di condurmi in casa tutta una famiglia, non saprei dir dove né come ripescata, ma da cui, a suo credere, avrei potuto cavare il soggetto per un magnifico romanzo. Insomma quei sei personaggi, nati vivi, volevano vivere.» Così scrive Pirandello nel 1925, nella premessa aggiunta alla terza edizione dei Sei personaggi in cerca d'autore. Rappresentata per la prima volta al Teatro Valle di Roma nel 1921, la pièce aveva ottenuto un'accoglienza tempestosa, con il pubblico che urlava ""Manicomio!"""" dalla platea. Né poteva essere diversamente, vista la portata rivoluzionaria di quei sei personaggi senza nome che irrompono per declamare la propria catastrofe. Espressione del disordine incoercibile che li ha generati, essi sono l'inizio di una rivoluzione che ha cambiato la storia del teatro e spalancato allo spettatore la dimensione straniante del luogo in cui finzione e realtà si fronteggiano in un abbraccio impossibile."" -
Il berretto a sonagli
Ciampa è un uomo maturo con una giovane sposa, la bella Nina, ma soprattutto è un uomo intrappolato in una scomoda condizione: conosce una verità difficile da digerire – Nina lo tradisce con il suo padrone, il Cavalier Fiorìca –, ma sa altrettanto bene che a un uomo avveduto, che voglia stare al mondo senza perdere la faccia, corrono certi obblighi da rispettare con scrupolo. Così quando Beatrice, moglie del Cavaliere, minaccia di denunciare e far arrestare la coppia di adulteri, Ciampa corre ai ripari per salvare le convenzioni e se stesso. Per ristabilire l’equilibrio non c’è altra scelta che dichiarare pazza la donna: dopotutto nessuno sa meglio di lui quanto la pazzia si avvicini alla verità, di cui estremizza e trasfigura i lineamenti fino a renderli, ma solo temporaneamente, irriconoscibili. Scritta nell’agosto 1916 in siciliano e basata sulle due novelle La verità e Certi obblighi, la pièce fu tradotta in italiano dallo stesso Pirandello e conobbe numerose e fortunate interpretazioni teatrali. -
Enrico IV
«Enrico IV: tragedia della Vita che non poté vivere, strangolata da una Forma che doveva essere effimera e che, invece, l'ingoiò in sé, senza scampo.» - Adriano TilgherrnNei primi anni del Novecento un giovane nobile prende parte a una festa in maschera. Nei panni di Enrico IV di Baviera, accompagnato dalla marchesa Matilda di Toscana, entra in sala su un cavallo trionfalmente bardato. Per un incidente viene però disarcionato: battuta la testa, impazzisce, e si convince di essere veramente Enrico IV, a capo del Sacro Romano Impero. Assecondato da amici e parenti nella sua follia, si trasferisce in una dimora isolata, servito da domestici in costume. Dopo dodici anni riacquista la ragione: ma scopre che la vita è andata avanti senza di lui, che gli eventi si sono succeduti e la sua amata si è sposata con il rivale Belcredi. Per Enrico IV non è rimasto che il ruolo di pazzo: quella che doveva essere la recita di una notte si trasforma nell'unica identità concessa. Enrico IV è la messa in scena dell'eterna tensione fra vita e maschere, punto focale dell'intera opera pirandelliana. -
L'amore capovolto
Un romanzo tenero, malinconico e straordinariamente divertente. Il romanzo dei vent'anni che ci portiamo dentro.rnrn""... a un certo punto, senza che te lo aspetti, quel dolore passa. Siamo pronti per ricominciare, per godere, gioire e poi forse per piangere ancora e ridisperarci, chissà.""""rnrnFirenze, fine degli anni Novanta. Giacomo ha diciotto anni e si è appena trasferito in città con Marta, la sua fidanzata di sempre, per studiare Scienze Politiche. Giacomo e Marta vengono dalla lontana Basilicata, e subito sono travolti dall'effervescenza degli ambienti studenteschi e di un mondo inaspettato. Un giorno, però, Giacomo scopre che Marta non è la ragazza che aveva tanto idealizzato. Il sogno d'amore che credeva eterno si infrange e lui si consola a suon di bevute e lunghissime confidenze notturne con Momi, il coinquilino egiziano. Sarà proprio Momi a consegnare a Giacomo un vecchio carteggio in cui è racchiusa una storia speciale: cinquant'anni prima, due ragazzi, Tino e Adele, si abbracciano agli angoli delle strade di uno dei quartieri più antifascisti di Firenze, la stessa zona in cui ora vive Giacomo. C'è la guerra, una città occupata dai nazisti. Sembra che gli americani non arrivino mai, così come una vita insieme per loro due: costretti a separarsi, si scrivono lettere mentre partecipano con coraggio alla Resistenza. Giacomo impara presto a conoscere questi due suoi coetanei che appartengono a un'epoca che non aveva mai sentito così vicina prima di allora. Tra quelle righe, cura le proprie ferite e ritrova la bellezza dei vent'anni e dell'amore romantico e senza tempo che solo a quell'età si prova."" -
L'uomo che dorme
Corrado De Rosa attinge alla sua esperienza di psichiatra, perito in vicende giudiziarie eccellenti, per costruire una commedia nera dal tono amaro e scanzonato. rn""Io non cerco il colpevole. Cerco la verità.""""rnrnDa un po’ di tempo, Antonio Costanza ha preso la vita contromano: non per scelta e nemmeno per ostinazione. A quarant’anni, è vittima di un’indolenza che niente riesce a scalfire, neppure i brutali omicidi di due prostitute. Non sarebbe troppo grave se Antonio fosse solo Antonio. Invece è anche il dottor Costanza, psichiatra e consulente del Tribunale per i crimini violenti. Uno che se la vede con disadattati cronici, finti pazzi e bastardi veri. Così, quando l’ombra di un serial killer si allunga su Salerno, città sospesa tra vecchi sapori di provincia e vanità da metropoli sul mare, Antonio fa l’impossibile per non essere coinvolto. Vagamente sociopatico e teneramente narcisista, se ne resta ripiegato in un guscio di piccole fobie, appresso alle scelte dell’ex compagna e a un rapporto complicato con il figlio. La sveglia però sta suonando, tanto più che di mezzo ci si mette una giornalista dal sorriso favoloso. Il sonno della svogliatezza è finito e al dottor Costanza toccherà sondare la mente omicida di uomini che odiano le donne, trascinato in un caso in cui la Legge sembra incapace di fare giustizia. Corrado De Rosa attinge alla sua esperienza di psichiatra, perito in vicende giudiziarie eccellenti, per costruire una commedia nera dal tono amaro e scanzonato. La dedica a una generazione a tratti infantile, maldestra in amore, che è cresciuta con i Lego rimanendo incastrata tra i mattoncini colorati delle possibilità e le macerie del disincanto."" -
Ama il nemico tuo
Con il ritmo serrato del thriller internazionale e la crudezza del noir, Daniele Autieri ha scritto un romanzo implacabile, che non risparmia colpi di scena e ci ricorda come nessuno sia al riparo da una biblica resa dei conti. Perché siamo tutti pecore tra i lupi.rnrnI ragazzi sono diventati grandi. Avidi, spregiudicati, egoisti, convinti di aver conquistato il mondo. Priscilla, enfant prodige della magistratura a Roma; Alex, rampante broker della City; Erik, medico in un campo profughi al confine con la Siria; e il Mohicano, emissario del Crimine a New York, freddo quanto un angelo dell'Apocalisse, un asso nel mettere intorno al tavolo narcos, mafiosi e terroristi. Ma a trentacinque anni il tempo si ferma e certe vecchie conoscenze bussano alla porta, pretendendo il loro aiuto per siglare il patto d'acciaio tra la 'ndrangheta e i finanziatori dell'Isis, e benedire così il più grande affare criminale della storia. È la vita che passa all'incasso e sconvolge tre esistenze in bilico, mentre va in pezzi il castello di menzogne costruito nell'intimità familiare. Ingannare il richiamo del sangue è impossibile, quando il passato torna a braccarli e li spinge sull'orlo del baratro. -
La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura
Il mestiere della parola raccontato in prima persona da dieci scrittori italiani.rn""L'unica verità è quella delle parole scritte. Lì dentro c'è il fuoco acceso, c'è tutto. Anche la scelta fra la scrittura o la vita.""""rnDagli altri voglio sapere come si cammina con il fuoco dentro, voglio riconoscere quel fuoco, e anche l’unicità della vocazione, contare le cose infrante lasciate per terra, e voglio che il fuoco degli altri faccia divampare il mio. Per questo ho cercato dieci scrittori italiani: vicini alla mia idea di vocazione e anche disposti a spiegarla, a raccontare di questo mestiere che è il loro padrone e a individuare il momento in cui sono riusciti a dire: “Io sono uno scrittore”. Percorrono tutti strade differenti e non si sono immersi in un filone letterario ma mi sembra abbiano creato qualcosa di nuovo, facendo un passo in avanti nel cammino della letteratura italiana.Negli scrittori, nelle loro vite, ma credo in tutte le persone, io cerco sempre questa specie di follia che a volte è molto bene addomesticata, a volte quasi invisibile, ricoperta di strati di ragionevolezza, doveri, vita dei giorni, sesso, famiglia, inciampi, successo, imbarazzo, cinismo, paura, ironia, vergogna (ma credo che uno scrittore, quando scrive, debba liberarsi della vergogna). Mi entusiasma scoprire che esiste sempre un nucleo di passione che non può essere scalfito da niente, e che non è socievole né affidabile, perché è una concentrazione costante su qualcos’altro, è un pensiero altrove. A.B."" -
Il figlio perduto
Una pagina oscura e dimenticata dalla grande Storia, che Alessandro Gallenzi ci restituisce come una fotografia d'epoca in un romanzo vibrante di dolore e umanità.rnNessuno gli credeva. Ma lui era il figlio del Duce.rn«Allora, figliolo, com'è che ti chiami?» Il giovane mormorò qualcosa di incomprensibile. «Come?» «Benito Mussolini» rispose stavolta in modo chiaro e scandito.rnSulla strada che da Milano porta a Como, per oltre un secolo un cancello di ferro ha segnato il confine tra follia e normalità, tra il mondo immobile dei pazzi e quello di chi, fuori, è impegnato a fare la Storia. È il 1933, anno XI dell'Era Fascista, quando Giuseppe varca quel confine per fare il suo ingresso nel manicomio di Mombello. Non ha più casa né famiglia, solo la speranza che tra quelle mura possano curarlo dal ""male caduco"""" che senza preavviso s'impossessa di lui. Le sue giornate sono scandite dalle ore vuote nel padiglione Tranquilli e quelle di lavoro nello studio del direttore. Fino a quando incrocia lo sguardo cupo di un ragazzo della sua età che dice di chiamarsi """"Benito Mussolini"""" e sostiene di essere il figlio del Duce. Ricoverato contro la sua volontà nel reparto Agitati, Benito Albino Bernardi teme che gli infermieri lo avvelenino e inizia a manifestare segni sempre più preoccupanti di squilibrio, perché ha la certezza che da Mombello non uscirà mai. Non è pazzo, dice a tutti – come quasi tutti lì dentro. Ma in quell'inferno il suo è un grido disperato e vano. Neppure Giuseppe, l'unico amico che ha, riuscirà a dargli una ragione per andare avanti, ma spetterà a lui raccontare la verità sulla sua fine: una pagina oscura e dimenticata dalla grande Storia, che Alessandro Gallenzi ci restituisce come una fotografia d'epoca in questo romanzo vibrante di dolore e umanità."" -
Lost. Mi sono persa il fidanzato
Magico e frizzante, il debutto di Carina Rissi è un divertente tuffo nel passato in compagnia di una protagonista irriverente e amabile e di personaggi che sembrano usciti dalla penna di Jane Austen. rn""E allora capii. Ciò che cercavo da tutta la vita senza saperlo e che volevo disperatamente per tutta la vita era lui. Il mio viaggio, la mia missione era lui."""" rnTu cosa faresti, se una sera, in un bar, perdessi il tuo prezioso e insostituibile amico: il cellulare? La prima cosa che fa Sofia – 24 anni, brasiliana, con una vita mediamente monotona fatta di un lavoro che non le piace, un capo che non le piace e un’amica fidanzata con un ragazzo che non le piace – è uscire di casa a razzo, il mattino dopo, in minigonna e All Star, per andare a comprare un cellulare nuovo. Ma la città è deserta, e vuoto è anche il negozio dove mette piede; qui, una commessa le affida uno strano telefono. A Sofia basterà accenderlo e d’un tratto la sua vita conoscerà un memorabile contraccolpo: accecata da una forte luce bianca, quando riapre gli occhi si ritrova in un mondo completamente sconosciuto. Intorno a lei sono spariti i palazzi, le strade, le piazze della sua città. È ancora confusa, quando in lontananza vede avvicinarsi un giovane in abiti d’epoca e in sella a un cavallo... Un bel problema. Tanto più che, di lì a poco, Sofia scoprirà di essere stata catapultata indietro nel tempo, nel lontano 1830. Magico e frizzante, il debutto di Carina Rissi è un divertente tuffo nel passato in compagnia di una protagonista irriverente e amabile e di personaggi che sembrano usciti dalla penna di Jane Austen. Una storia perfetta per chi abbia voglia di perdersi in un sogno romantico tra crinoline e spassosi equivoci."" -
La bambina che non amava il suo nome
Siete pronti per un'avventura incantata a Lefastor, il Paese delle Leggende, delle Favole e delle Storie?rnrnLa fata domandò:«S'infrange con facilità... ma non è né di vetro né di porcellana... che cos'è?». «È facilissimo!» esclamò Gerania. «E allora parla, ragazzina. Tanto non indovinerete mai!» replicò la fata. I tre bambini si guardarono con complicità. Tutti e tre conoscevano la risposta. Perciò risposero in coro: «Il cuore!».rnrnGerania vive a Istanbul, ha undici anni ed è una bambina intelligente e curiosa, che fa sempre tante domande ai suoi genitori e agli insegnanti. Ha proprio una bella parlantina, e i grandi fanno fatica a starle dietro! Le piacciono gli animali, la pallavolo, la limonata... ma non il suo nome! Quello non lo sopporta. Quando i compagni la prendono in giro, lei si rifugia nei libri. E il libro che le piace di più è l'atlante, che ha ricevuto in regalo dal suo papà. Un giorno, è proprio nella biblioteca della scuola che a Gerania accade qualcosa di straordinario. Tra gli scaffali, vede una strana sfera luminosa: si tratta di un globo magico, che la guiderà verso un viaggo indimenticabile. Siete pronti per un'avventura incantata a Lefastor, il Paese delle Leggende, delle Favole e delle Storie? Lefastor è un mondo speciale, che vive di fantasia e rischia di scomparire. Ma forse, Gerania e i suoi nuovi amici, unendo le forze, riusciranno a salvarlo... -
Il lupo nel furgone bianco
Un esordio folgorante, una storia delicata e al tempo stesso penetrante sull'emarginazione e il desiderio di fuggire dalla realtà proprio dell'adolescenza.rn«Malinconico e incantevole.» - The Guardianrn""In quel momento io vedevo soltanto il lupo nel furgone bianco, così vivo, così forte. E pensavo: forse è reale, questo lupo, ed è davvero là fuori, da qualche parte su un furgone bianco. Forse è in fondo al furgone, e si muove in circolo senza fermarsi. Forse dorme profondamente, o forse fa solo finta di dormire. Forse viaggia sul sedile del passeggero, come un cane, seduto a fissare il paesaggio fuori dal finestrino, tenendo d'occhio tutti. Forse è sdraiato sui sedili posteriori. Forse è al volante.""""rnrn«Va tutto bene, mamma» dissi. «Ho paura che sarai solo» disse lei, piangeva. «Sarò solo in ogni caso.» Non intendevo dirlo con quel tono ma mi uscì così, e d'altra parte era la verità.rnrnSfigurato da un incidente da quando aveva diciassette anni, Sean Phillips vive nel suo minuscolo appartamento in una cittadina del Sud della California. Isolato tra quelle mura, costruisce mondi possibili, orchestra avventure fantastiche per i tanti sconosciuti a cui piace perdersi nei giochi di ruolo. Traccia Italiana è la sua ultima creazione: si gioca per corrispondenza, ogni lettera una mossa, a cui Sean risponde presentando scenari sempre nuovi, avventure in un'America del futuro devastata e imbarbarita. Lo scopo del gioco è uno solo: trovare un rifugio, e conservarlo, fino a raggiungere l'ultima fortezza, il santuario, la salvezza.Lance e Carrie, invece, frequentano un liceo in Florida. Giocano a Traccia Italiana, e sono convinti che quell'universo immaginario si possa trasportare nel mondo reale. Un errore che sarà loro fatale, e di cui Sean sarà chiamato a rispondere davanti a un giudice. Da quei giorni in tribunale inizia il suo racconto, un viaggio indietro nel tempo fino al momento in cui lui stesso, per primo, decise di staccarsi dal mondo degli altri.Un romanzo innovativo, costruito con grande maestria e impreziosito da un finale che è anche climax e innesco degli eventi che hanno dato forma definitiva alla vita di Sean. Il lupo nel furgone bianco è un esordio folgorante, una storia delicata e al tempo stesso penetrante sull'emarginazione e il desiderio di fuggire dalla realtà proprio dell'adolescenza; già libro di culto in America, annovera tra i suoi più convinti estimatori il Premio Pulitzer Donna Tartt."" -
Tempesta
Un romanzo in novelle che indaga le ferite dell'infanzia e il modo in cui ridisegnano il percorso delle nostre vite, due ritratti femminili intimisti e drammatici, delineati con uno stile chirurgico e delicato.rnrn«Quando sono arrivato sull'isola, dopo tutti questi anni, pensavo che non sarei rimasto più di due o tre giorni. Ho preso una camera in un piccolo albergo del porto, accanto al terminal dei traghetti, sopra i negozi che affittano gli scooter e le biciclette ai turisti. Il tempo di verificare che non ci fosse più niente, che il passato fosse cancellato, che non provavo più nulla, il tempo di un ghigno o di un'alzata di spalle.»rnrnPhilip Kyo, scrittore, condannato anni prima per aver assistito a un crimine orribile, uno stupro, e non averlo denunciato, e June, una tredicenne incapace di dare un volto al padre che non ha mai conosciuto. Questi i protagonisti di Tempesta, due figure segnate da un dolore profondo e conficcato nel tempo, chiuse nella bolla dell'isola di Udo, nel mar del Giappone. Un incontro fortuito, quasi impensabile, che assumerà la forma di un confronto serrato, dapprima fatto di intuizioni e fantasie, poi fin troppo vero e penetrante. Al centro del secondo quadro di questa composizione c'è invece Rachel, un'adolescente arrivata a Parigi dal Ghana. Anche lei racconta una vita segnata in due da una «rivelazione»: è figlia di uno stupro, figlia di una donna abbandonata, anche lei deve spiegare a se stessa la sofferenza che sente, e il come e il perché delle azioni che compie o si appresta a compiere. Le Clézio, a dieci anni dal Premio Nobel, costruisce un romanzo in novelle di una densità, linguistica e poetica, sorprendente; indaga le ferite dell'infanzia e il modo in cui ridisegnano il percorso delle nostre vite. Con uno stile delicato e chirurgico, ci affida due ritratti femminili intimisti e drammatici, pagine preziose della migliore letteratura francese. -
Sbagliare da professionisti. Storie di errori e fallimenti memorabili
Dal flop dei Google Glass a quello ciclico della videotelefonia; dal più grande abbaglio nella storia dello spettacolo al fallimento più colossale della Silicon Valley, Massimiano Bucchi parte da storie avvincenti e inaspettate per invitarci a riflettere sul nostro rapporto con gli errori. rnrnPerché si sbaglia? Come si sbaglia? Si sbaglia in modi diversi in ambiti diversi (nella scienza, nel mondo aziendale, nella comunicazione)? E che cosa hanno in comune gli errori che portano a un tragico incidente aereo, quelli che conducono al fallimento di un nuovo prodotto o di una potenziale innovazione, il rigore sbagliato che costa la sconfitta in una finale della Coppa del Mondo di calcio? Dal flop dei Google Glass a quello ciclico della videotelefonia; dal più grande abbaglio nella storia dello spettacolo al fallimento più colossale della Silicon Valley; dall'errore di comunicazione che aprì una breccia nel muro di Berlino agli errori di battitura costati milioni di dollari, Massimiano Bucchi parte da storie avvincenti e inaspettate per invitarci a riflettere sul nostro rapporto con gli errori. Perché studiare gli errori, quelli capitali, memorabili, epici o quelli più banali e quotidiani, significa parlare soprattutto del nostro modo di guardare agli errori, di comprenderli e interpretarli, di riconoscere che, in fondo, siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i nostri sbagli. -
Atlante delle crisi mondiali
Una lettura del presente non condizionata dalle ideologie, che permette di intepretare la Storia al di là dei luoghi comuni, e ricca dell'esperienza diretta di chi ha vissuto in prima persona molti importanti eventi internazionali.rn""Questo libro, nelle intenzioni dell'autore, è una mappa del grande disordine mondiale.""""rnLa guerra siriana, la divisione tra sunniti e sciiti e il terrorismo alimentato dall'Islam radicale, l'annosa questione di Israele e della Palestina, la minaccia nucleare della Corea del Nord e la lezione della Baia dei Porci, i rapporti tra Stati Uniti e Cina, la nuova presidenza americana, il difficile cammino dell'Europa verso l'integrazione, i nuovi populismi e le migrazioni innescate dalle guerre e dalle rivoluzioni in Medio Oriente e Nordafrica, l'attivismo imperiale della Russia di Putin: sono le coordinate principali della complessa """"mappa del disordine mondiale"""" che Sergio Romano disegna nelle pagine di questo libro. «Ogni crisi internazionale ha la sua logica e la sua razionalità o, se preferite, la sua assurdità» scrive in apertura alla prefazione, e, con l'acutezza di osservazione a cui ci ha abituato nei suoi articoli, saggi e libri, ci guida alla scoperta dei «fattori che contribuiscono a rendere la società internazionale sempre più litigiosa e insicura». È una lettura del presente – alla luce del passato e aperta sul futuro – non condizionata dalle ideologie, che permette di interpretare la Storia al di là dei luoghi comuni e di ogni vulgata, e ricca dell'esperienza diretta di chi ha vissuto in prima persona, da diplomatico, molti importanti eventi internazionali. Non a caso, l'Atlante delle crisi mondiali si conclude con una pagina di ricordi, in cui Romano spiega com'è diventato un """"patriota europeo"""". La sua è un'Europa che, come aveva indicato de Gaulle, non deve includere per forza gli Stati Uniti e la Gran Bretagna: «La politica di coloro che hanno veramente a cuore l'unità dell'Europa dovrebbe essere simile a quella dei Paesi che negli anni della Guerra fredda scelsero per se stessi il """"non impegno"""". Potremo allora fare della Russia il nostro principale partner economico e parlare di una Europa """"dall'Atlantico agli Urali""""»."" -
Factfulness. Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo
Attraverso un attento studio dei dati, Hans Rosling, il ""maestro Jedi dei dati"""", dimostra che le cose non stanno andando così male e che, anzi, siamo di fronte a un radicale miglioramento.rn«Uno dei libri più importanti che abbia mai letto. Una guida indispensabile per riflettere con chiarezza sul mondo.» - Bill Gatesrn«Hans Rosling cambierà il vostro pensiero sul mondo.» - Naturern""""Non va tutto male. Anzi, le cose non sono mai andate meglio; lo dicono i fatti. L'unico vero antidoto al luogo comune.""""rnrnQuali strumenti possiamo lasciare ai nostri figli per interpretare il mondo in perenne mutamento in cui viviamo? Come possiamo far fronte alla valanga quotidiana di notizie deprimenti che ci arriva dai media, dai social e dalla politica? Perché prestiamo più attenzione alle notizie negative, quelle che ci danno l’impressione che tutto stia lentamente, ma inesorabilmente, andando a rotoli? Di quali irragionevoli pregiudizi è vittima il nostro pensiero? Attraverso un attento studio dei dati, Hans Rosling, il """"maestro Jedi dei dati"""", dimostra che le cose non stanno andando così male e che, anzi, siamo di fronte a un radicale miglioramento. Per capirlo dobbiamo però imparare a guardare ai fatti con curiosità, a metterli in prospettiva e a saperci stupire: basta pensare alla vita dei nostri nonni per accorgerci degli enormi passi avanti che stiamo facendo, in ogni campo. Per esempio, non ha più senso parlare di """"mondo occidentale"""" e """"mondo in via di sviluppo"""", aumentando il baratro tra noi e il resto del pianeta, quando ormai quasi tutti i Paesi stanno raggiungendo lo stesso livello in termini di istruzione, di opportunità e di crescita. Abbiamo tutti la possibilità di usare la forza dei fatti a nostro vantaggio, per capire e non lasciarci accecare dalla rabbia, dall’ignoranza, dalle semplificazioni. Grazie anche a storie ed esempi di una chiarezza disarmante, Rosling ci sprona a essere curiosi, ma non si limita a fare domande, ci risponde avvalendosi della verità dei fatti."" -
I diritti dei più fragili. Storie per curare e riparare i danni esistenziali
Grazie alle storie vere ricavate dalla sua esperienza, Paolo Cendon ci dimostra che la fragilità è parte integrante della nostra umanità e, direttamente o indirettamente, ci riguarda tutti.rn«Paolo Cendon è il protagonista di questa estensione della civiltà e dell'umanità del cosiddetto diritto dei deboli.» - Claudio MagrisrnrnCome possiamo proteggere gli esseri deboli che non sono in grado di difendersi da soli e che sono minacciati non da un destino crudele ma da persone vicine che vogliono approfittare della loro fragilità? Come possiamo mettere in sicurezza i nostri diritti in vista di un futuro in cui potremmo non essere più in grado di esprimere le nostre volontà o di badare a noi stessi? Fin dagli anni Settanta, quando ha collaborato con il team di Franco Basaglia per giungere a una profonda riforma della psichiatria e dei suoi istituti, Paolo Cendon è stato un giurista che ha ascoltato le esistenze dei più vulnerabili, dei meno fortunati, di chi ha bisogno di assistenza, e si è assunto la responsabilità di cercare nuove vie per la salvaguardia di nuovi diritti. Alla sua azione si devono iniziative di legge che hanno portato al riconoscimento dell'idea di ""danno esistenziale"""" e all'introduzione di figure come l'amministratore di sostegno. Oggi, grazie al caleidoscopio di storie vere ricavate da un'esperienza più che quarantennale, Cendon dimostra in questo libro che la fragilità è parte integrante della nostra umanità e, direttamente o indirettamente, ci riguarda tutti. Solo una visione globale che abbracci diritti, doveri e responsabilità, dal testamento biologico all'adozione e all'affido, dalla riparazione del danno esistenziale alla fine di un istituto crudele come l'interdizione all'alleviamento di tante forme di disagio, offre davvero alla nostra società la possibilità di una trasformazione profondamente benefica: una trasformazione che, anche grazie all'opera di Cendon, è già cominciata. Basta ricordare che «non esistono soggetti deboli, a questo mondo, ci sono soltanto persone indebolite» e le loro storie sono un aiuto per tutti a riconoscere anche i chiaroscuri di ogni vita."" -
Una vita tedesca
Brunhilde Pomsel dipinge un ritratto inconsapevole, eppure inquietantissimo, della Germania prima, durante e dopo il Reich, raccontando una realtà sconcertante che mostra quanto l'indifferenza e la disillusione possano influenzare la democrazia.rn«Questa sarà probabilmente l'ultima testimonianza diretta della cerchia più prossima di Hitler.» - The New York Timesrn«A tutti piace immaginarsi come coraggiosi oppositori. Il racconto di Brunhilde Pomsel, ""una dei codardi"""", è un promemoria feroce di come sia facile guardare dall'altra parte.» - Los Angeles Timesrn""""È veramente un male se chi ricopre un certo ruolo cerca di fare qualcosa per sé, pur sapendo che danneggia altri? Ma chi è che non si comporta così? Nessuno arriva a pensarci. Eravamo miopi e indifferenti.""""rnBrunhilde Pomsel fu vicina come pochi altri suoi contemporanei a uno dei più grandi criminali della storia: Joseph Goebbels, il ministro della Propaganda di Hitler. Sempre al suo fianco, sempre ai suoi ordini come segretaria e dattilografa. Brunhilde non si interessava di politica. Per lei venivano prima il lavoro, la sicurezza materiale, il senso del dovere nei confronti dei superiori, il bisogno di sentirsi parte di un sistema. Poco dopo l'ascesa di Adolf Hitler, si iscrive al Partito nazionalsocialista per assicurarsi un posto alla radio. Nel 1942 si trasferisce al ministero per l'Istruzione pubblica e la Propaganda ritrovandosi così accanto all'ufficio di Goebbels e nel centro nevralgico del potere nazista. Vi rimane fino alla capitolazione, nel maggio del 1945. Durante gli ultimi giorni di guerra, quando le truppe sovietiche sono già a Berlino, anziché cogliere l'occasione per fuggire resta nel bunker a battere a macchina i comunicati. Poi, per settant'anni, non racconterà niente a nessuno. Dal cuore di Berlino, l'autrice dipinge un ritratto inconsapevole, eppure inquietantissimo, della Germania prima, durante e dopo il Reich, raccontando una realtà sconcertante che mostra quanto l'indifferenza e la disillusione possano influenzare la democrazia. «Prima che la storia si ripeta» scrive Thore D. Hansen «individuare le analogie tra passato e presente ci offre l'opportunità di calibrare con cura la nostra bussola morale, in modo da renderci conto quando sia giunto il momento di schierarci, di alzarci e di opporci apertamente alla radicalizzazione. Con quanta superficialità prendiamo in considerazione i nostri criteri morali di valutazione? Per quali fini primitivi, immediati, banali e superficiali o per quali successi apparenti siamo pronti a sacrificare la nostra coscienza? Sono domande alle quali la storia di Brunhilde Pomsel non può e non potrà mai dare una risposta universalmente valida. Solo la disponibilità a riflettere di ciascuno di noi potrà produrla.»"" -
Artbook. Ediz. a colori
Di recente mi sono reso conto che ormai disegno fumetti da più di quarant'anni. La cosa mi ha fatto provare un certo imbarazzo. In tutta sincerità, non avrei mai creduto di lavorare così a lungo in questo campo. Ne sono davvero molto felice.rnUna incredibile cavalcata nell'universo grafico di Jiro Taniguchi. Un libro che raccoglie il meglio della sua produzione a colori. Una rara occasione per immergersi nella caleidoscopica fantasia di un grande del disegno mondiale. -
Ethel e Ernest. Una storia vera
In questa intensa biografia disegnata, Raymond Briggs racconta la vita di due persone semplici: sua mamma e suo papà. Un uomo e una donna spaventati e incuriositi dai cambiamenti che li circondano, per sempre legati alla casa che ha protetto l’innocenza del loro amore.rn«In questi giorni in cui per l'emergenza Covid-19 lo stare a casa è un dovere, questa storia - che narra vita, gioie e sacrifici della middle class inglese dal 1930 al 1970 - rinsalda i rapporti familiari e rende più lieve la clausura domestica» - Saverino Colombo, la LetturarnrnrnQuesto è il romanzo di una casa, quella dell’ex cameriera Ethel e di suo marito, il lattaio Ernest. I due l’hanno voluta con tutto il cuore e nell’arco di una vita l’hanno curata con passione, nei minimi dettagli. In questo piccolo paradiso di mattoni hanno cresciuto loro figlio Raymond e hanno trascorso più di quarant’anni insieme, dal 1930 al 1971. Ma questa campana di vetro non li tiene all’oscuro di tutto quello che succede là fuori. La Seconda guerra mondiale, la rivoluzione dei costumi, le nuove mode, l’arrivo della televisione: le scosse del mondo riecheggiano nel salotto dei Briggs, e scuotono la loro serenità con esplosioni che lasciano il segno. rnrnEtà di lettura: da 10 anni.