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Malombra
«Si gittò alle spalle con una scrollata di testa i due fiumi di capelli e chi sa quanti pensieri torbidi.»rnrnIn fondo a un cassetto, Marina di Malombra scopre in un vecchio libro di preghiere un foglio sbiadito. «Tu che hai ritrovato e leggi queste parole» vi è scritto «conosci in te l'anima mia infelice. Avanti di nascere hai sofferto tanto, tanto... col nome di Cecilia.» Reclusa dal marito per espiare una colpa d'amore, Cecilia è un'antenata di Marina, Sull'onda di un'ossessione che a poco a poco la conduce alla follia, Marina crede di riconoscere nello zio con cui vive la reincarnazione del marito di Cecilia e in un giovane scrittore, Corrado Silla, quella dell'antico amante. Primo romanzo di Fogazzaro, Malombra è una storia di anime tormentate, tesa nel conflitto fra sensi e spirito, profondamente suggestiva e densa di significati. -
Biblioteca. Testo greco a fronte
Il racconto del mito greco percorre - nella ""Biblioteca"""" - il lungo itinerario che porta dalle origini del mondo fino alla costituzione di città e organismi sociali di epoca storica, per ricostituire in unità l'universo multiforme dell'identità greca. La razionalità curiosa dell'impianto dell'opera con la sua scrittura piana; la profonda laicità dell'ispirazione; la distaccata consapevolezza che tutto può accadere quaggiù, nel nostro mondo fatto solo di attesa dell'evento; e poi, ancora, la scoperta che persino l'esistenza più eroica prende le mosse da elementi di vita e di destino a tutti comuni: sono questi i caratteri non solo di un'opera e del suo autore, ma forse anche dell'intero popolo che ha inventato i suoi miti per rappresentare i ritmi di cui l'uomo è protagonista assoluto."" -
Baccanti. Testo greco a fronte
Per essere riconosciuto dai tebani come un dio, Dioniso instilla una scintilla di follia e di furore nelle donne della città, che si ritirano sul Citerone a celebrare riti in suo onore. Tragedia enigmatica e disorientante, scritta da Euripide negli ultimi anni di vita, nelle ""Baccanti"""" si mescolano finzione e verità, gioco ed ebbrezza e nell'alchimia del testo il terribile confina sempre con il grottesco. Ma le """"Baccanti"""" sono innanzitutto una crudele rappresentazione della fragilità dell'umano, posta sotto il segno inquietante di Dioniso, «il più terribile e il più dolce tra gli dei». E il mondo stabile degli oggetti familiari, delle figure rassicuranti vacilla per divenire un gioco di fantasmagorie in cui l'illusorio, l'impossibile, l'assurdo si fanno realtà."" -
Un karma pesante
"Quando ha sentito che a novembre compio quarantadue anni mi ha guardata negli occhi e ha detto: 'Quarantadue è multiplo di sette. Sarà un anno di grandi cambiamenti: stai pronta, Eugenia'."""" Eugenia Viola non crede nei multipli di sette, ma è sempre stata fin troppo pronta a mettersi in gioco. Era un'adolescente segnata da un dolore prematuro e ossessionata dalla ricerca della propria identità: oggi è una donna spericolata eppure saggia. Ciò che sa fare meglio, quel che le toglie il sonno, è il suo lavoro di regista. Ma quando improvvisamente la vita la obbliga a fermarsi, il film che ci racconta è quello dei tanti pezzi di sé lasciati per strada. La tredicenne affascinata dall'oscuro protagonista di un romanzo russo, la ragazza che parte per Londra in fuga dalla malattia del padre, la ventenne inquieta che approda nella Milano dei profondi anni Ottanta e poi nella New York degli anni Novanta. Fino al presente rigoroso, assediato dalle nevrosi degli Anni Zero ma riempito dall'amore imperfetto per Pietro e per le figlie Rosa e Lucia, le uniche capaci di ancorarla a terra. """"Un karma pesante"""" getta uno sguardo insolito e brillante sui nostri ultimi trent'anni ed è insieme la storia di una donna spietata con se stessa ma teneramente fragile, allegra, materna, tanto dolorosamente vicina all'autenticità della vita che abbiamo l'impressione di conoscerla almeno quanto conosciamo noi stessi." -
La mente illuminata. Una guida completa per imparare a meditare alla luce delle neuroscienze
Le neuroscienze e la tradizione del buddhismo: un manuale di meditazione dall'approccio rivoluzionario.rn""La mente illuminata"""" è una guida completa alla meditazione buddhista scritta per un pubblico occidentale, che offre al lettore, con il suo linguaggio chiaro e ricco di immagini, uno sguardo approfondito sulle tecniche di meditazione, sui principi base del buddhismo ma anche sui meccanismi della mente scoperti dalle più recenti ricerche di neurofisiologia. Un percorso in dieci tappe capace di guidare passo dopo passo i praticanti di tutti i livelli, dai principianti a chi è già entrato nella dimensione di pace e illuminazione che regala la meditazione."" -
Molto più di questo
Dall'acclamato autore della trilogia Chaos e di Sette minuti dopo la mezzanotte, un romanzo intenso e provocatorio.«I romanzi sono spesso definiti ""sconvolgenti"""", ma questo è uno dei pochi che, durante la lettura, mi ha fatto esclamare spesso ad alta voce: """"Oh. Mio. Dio"""". Non dirò altro. Leggetelo e basta!»rn – John Green«Una storia inquietante, ricca di emozioni, su un ragazzo che vive un'esperienza unica» - RobinsonSeth annega, solo e disperato, in un mare in tempesta. Poi però si risveglia, nudo, assetato e affamato, ma vivo, in un luogo che assomiglia in tutto e per tutto alla città da cui lui e la sua famiglia sono fuggiti tanto tempo prima. Ma se è vero che tutto intorno a lui gli sembra familiare, al tempo stesso gli appare anche abbandonato, ricoperto come da uno strato di polvere. Inoltre lui ricorda perfettamente che stava per morire, in mezzo a onde furiose, dopo aver sbattuto violentemente la testa contro le rocce. Dove si trova ora, quindi? È ancora vivo o è sprofondato invece in una specie di limbo? E se è davvero così, come può uscirne?"" -
Nella zona grigia. Un neuroscienziato esplora il confine tra la vita e la morte
In un nuovo dialogo fra ricerca pura e cura terapeutica, fra scienza e tecnologia, le neuroscienze cognitive ci avvicinano alla comprensione del cervello, della coscienza e dei problemi legati a malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer, prospettando un futuro in cui sarà possibile comunicare da mente a mente.rnrn«Avvincenti e edificanti, le testimonianze di coloro che hanno fatto ritorno dalla zona grigria evocano con formidabile potenza i misteri della coscienza e dell'identità» - The New Yorkerrn""Avevamo la sensazione... di essere come astronomi che, andando alla ricerca della vita extraterrestre, avevano inviato un segnale nelle profondità dello spazio cosmico. Con la differenza che noi avevamo inviato un segnale nelle profondità dello spazio interiore. E il segnale era tornato indietro""""rnrnrnQuando, nel 2011, viene sottoposto a risonanza magnetica funzionale presso il Brain and Mind Institute della Western University, in Ontario, Scott è ritenuto privo di coscienza da ormai dodici anni. Un terribile incidente d'auto lo ha ridotto in stato vegetativo, e nessuno, a parte i suoi genitori, lo considera cosciente. Eppure, nel momento in cui il neuroscienziato Adrian Owen gli chiede di immaginare di giocare a tennis o di muoversi nella sua casa, il suo cervello esplode in una miriade di colori, dimostrando così di essere vigile. Scott è uno fra i pazienti con gravi lesioni al cervello, vittime di traumi o malattie, con i quali Owen è riuscito a stabilire un contatto e che, in alcuni casi, sono usciti dalla cosiddetta «zona grigia», tra la piena consapevolezza e la morte cerebrale. Collaborando con team di ricerca in Inghilterra e in Canada, negli ultimi vent'anni lo scienziato ha trasformato un'idea vaga, un'intuizione, nel fulcro di una tecnica di valutazione cognitiva che punta a svelare la struttura stessa della nostra coscienza. Utilizzando tecnologie di monitoraggio e scanning cerebrale e gli approcci della neuropsicologia, Owen ha messo a punto una serie di esperimenti per mappare l'attività del cervello di pazienti non fisicamente responsivi, in cerca di segni certi della loro consapevolezza. Nella zona grigia è l'avvincente e intenso racconto di questa avventura, un percorso in cui esperienza professionale e storia personale si intrecciano in maniera sorprendente, portando lo scienziato a misurarsi con il caso e la fortuna, i limiti di strutture e finanziamenti, l'attenzione dei media, lo scetticismo dei colleghi, le speranze e le sofferenze dei familiari dei pazienti e, soprattutto, l'irriducibile unicità di ogni singolo caso, di ogni persona. Da una posizione dichiaratamente atea, Owen affronta questioni cruciali sul significato dell'essere umano, sollevando interrogativi che riguardano tutti noi e coinvolgono il diritto, la filosofia, l'etica e la religione. Cosa significa «stato vegetativo»? Perché si entra nella «zona grigia»? A quale livello di funzionamento cerebrale si è coscienti? Cosa desidera chi resta intrappolato nel proprio corpo: vivere o morire? Chi ha diritto di decidere di «staccare la spina»? E perché solo alcuni ritornano dal «regno dei morti»? In un nuovo dialogo fra ricerca pura e cura terapeutica, fra scienza e tecnologia, le neuroscienze cognitive ci avvicinano alla comprensione del cervello, della coscienza e dei... -
Un labirinto incerto. Appunti per una poetica della matematica
Dal labirinto incerto della matematica è possibile uscire. A condizione, però, di non essere lasciati soli.rn«In mezzo a tutte le competenze della scuola moderna, in mezzo all'arido deserto che spesso allontana le giovani menti proviamo a far ascoltare la melodia muta, inutile, e per questo meravigliosa, della matematica»rn Per molti lettori un libro sulla matematica e sul modo in cui viene insegnata, sui suoi contenuti e sulla sua didattica, non può non richiamare alla mente i ricordi di un passato scolastico più o meno lontano; e spesso si tratta di ricordi dolorosi, segnati da un rapporto conflittuale, difficile – talvolta traumatico – con la disciplina. Questo probabilmente perché, ormai da tempo, nelle aule scolastiche la matematica è stata confinata a materia tecnica, importante più per le sue presunte applicazioni pratiche o per i suoi supposti rapporti con il mondo reale che per il suo valore squisitamente intellettuale. O perché ridotta a un insieme di definizioni, di formule, di regole da mandare a memoria e da applicare acriticamente, senza interrogarsi sul loro significato. Eppure, come ci invita a fare Riccardo Giannitrapani in Un labirinto incerto , basterebbe provare a metterle in discussione, queste regole, a smontarle per capire come funzionano, per scoprire che cosa c'è dentro. Allora vedremmo non solo la trama nascosta che ne giustifica l'adozione, ma anche le intuizioni e le visioni, gli inciampi, le incertezze e i fallimenti da cui sono scaturite, e soprattutto la bellezza vertiginosa dei panorami inattesi che esse dischiudono, i sentieri nascosti che ci chiedono di percorrere. Così, muovendo dal terreno confortevole di quel che crediamo che sia o debba essere la matematica – per molti una «scienza esatta», e quindi necessariamente arida e inflessibile, se non addirittura noiosa – potremmo liberarci dai luoghi comuni e cominciare a seguire altri percorsi, meno scontati e rassicuranti, quelli del labirinto, appunto. Potremmo così interrogarci sulla natura ontologica degli enti matematici o sulla relazione tra la matematica e le scienze del mondo fisico, oppure indagare la forma dei numeri o il concetto di infinito, o ancora il rapporto fra i numeri, il tempo e lo spazio. O verificare la sorprendente vicinanza tra matematica e poesia, e scoprire come entrambe siano impegnate a rappresentare un mondo altro, non quotidiano e non necessario, e a tradurlo in parola, in simboli capaci di svelarne tutta la complessità e la bellezza. Dal labirinto incerto della matematica, naturalmente, è possibile uscire. A condizione, però, di non essere lasciati soli. Ed è questo il compito a cui oggi è chiamata la scuola: aiutare chi si confronta con la matematica a trasformare gli errori in curiosità, i fallimenti in opportunità didattica. Per non smarrirsi per sempre, per superare l'angoscia del labirinto, per imparare a sbagliare e a ricominciare. -
Dall'origine. Una grande storia del tutto
Un progetto storiografico articolato, di respiro globale, tanto innovativo quanto saldamente ancorato alla scienza, che tiene insieme vaste aree della conoscenza, società e culture diverse. rn«Un viaggio attraverso miliardi di anni che arriva dritto al punto: la vita è un miracolo. Una storia del tutto, avvincente e persuasiva» - The Washington Postrn«Un libro maestoso e imponente, un po' come il big bang. I processi che descrive sono noti, ma non sono mai stati spiegati con tale chiarezza e vivacità» - The TimesrnPerché ci troviamo su questo pianeta, in questo preciso luogo e in questo preciso tempo? Qual è il nostro ruolo in un sistema così complesso, che non riusciamo ancora a comprendere pienamente? E, soprattutto, è possibile servirsi della scienza per raccontare la storia dell'universo, della Terra e degli organismi viventi e trovare risposta a quelle domande che da sempre ci tormentano? La soluzione avanzata da David Christian, docente di storia cresciuto tra Nigeria, Galles e Canada, è la Big History , la «storia del tutto», una narrazione delle origini in chiave moderna, laica e unificante. Un progetto storiografico articolato, di respiro globale, tanto innovativo quanto saldamente ancorato alla scienza, che tiene insieme vaste aree della conoscenza, società e culture diverse. Un approccio in grado di riassumere con una manciata di leggi interpretative gli ultimi 13,82 miliardi di anni di vita dell'universo: dal big bang al sistema solare, dagli oceani ai minerali, dai dinosauri ai primati, dall'arte rupestre alle guerre mondiali, dal nomadismo a internet. Al cuore di questa moderna narrazione delle origini c'è l'idea di una complessità crescente: la successione di condizioni fortunate e vantaggiose ha infatti permesso l'evoluzione di qualcosa di piccolo e semplice come un atomo in forme sempre più complesse, in un processo che continua a svolgersi sotto i nostri occhi. Oggi pensiamo di poter controllare il cambiamento, ma le attività umane hanno modificato la distribuzione e il numero degli organismi viventi, alterato la chimica degli oceani e dell'atmosfera, riorganizzato i paesaggi naturali e squilibrato gli antichi cicli chimici che presiedono alla circolazione di azoto, carbonio, ossigeno e fosforo. E le conseguenze potrebbero costituire una minaccia per tutti i risultati conquistati. Per questo bisogna impegnarsi affinché la complessità crescente conduca a una gestione consapevole dell'intera biosfera, magari imparando proprio dai nostri antenati.Dall'origine porta alla luce questo retaggio condiviso da tutti gli esseri umani, e ci prepara alle immense sfide e opportunità che abbiamo di fronte in questo momento cruciale della storia del nostro pianeta.rn -
L' intestino in testa. Il ruolo guida dell'intestino per la salute di tutto il corpo
L'intestino in testa fornisce non solo un'approfondita analisi dei motivi per cui il nostro intestino si può ammalare, arricchita dai risultati delle più recenti ricerche cliniche, ma anche preziose indicazioni sul modo in cui, giorno dopo giorno, ciascuno di noi può cambiare le proprie abitudini.rnrn Sempre più spesso, sugli scaffali dei supermercati come nei menu di ristoranti e pizzerie compaiono prodotti e piatti dei quali si specifica che sono senza glutine; e termini come «celiachia», «sensibilità», «intolleranza» sono ormai entrati nelle conversazioni quotidiane, insieme a consigli fai-da-te sull'alimentazione più adatta a eliminare certi disturbi fastidiosi. Eppure, secondo studi recenti, diversi milioni di persone nel mondo consumano prodotti privi di glutine senza che sia realmente necessario. È vero che la celiachia è in costante aumento a causa di uno stile alimentare errato, dovuto anche alla diffusione di cibi di scarsa qualità, ma per formulare una diagnosi corretta è assolutamente fondamentale affidarsi a uno specialista ed evitare autodiagnosi, anche quando l'eliminazione del glutine sembrerebbe apportare un miglioramento dei sintomi. L'intestino, infatti, è un «sistema» molto più complicato di quanto si sia portati a credere. In genere lo si considera un organo marginale, che serve da transito per il cibo introdotto con l'alimentazione e del quale ci si accorge solo quando qualcosa non va, perché è «pigro» o «irritabile» oppure contrae qualche virus che, al pari dell'influenza, costringe a mettersi a letto. Come invece spiega il professor Antonio Moschetta, già autore di Il tuo metabolismo , la sua struttura, le sue caratteristiche e le sue funzioni lo rendono paragonabile a un vero e proprio «secondo cervello», ricco di neuroni che inviano e ricevono segnali in una fitta e complessa rete di comunicazione con quelli cerebrali. Ed è per questo che la sua attività ha effetti non solo sulle funzioni digestive, ma persino sulle emozioni e sul comportamento degli individui. L'intestino, inoltre, nelle opportune condizioni fisico-chimiche non smette mai di rigenerarsi: favorire questa sua capacità con una corretta alimentazione e un adeguato stile di vita è la prima strategia da adottare per prevenire innumerevoli patologie, anche gravi. A questo scopo, dunque, L'intestino in testa fornisce non solo un'approfondita analisi dei motivi per cui il nostro intestino si può ammalare, arricchita dai risultati delle più recenti ricerche cliniche, ma anche preziose indicazioni sul modo in cui, giorno dopo giorno, ciascuno di noi può cambiare le proprie abitudini e contribuire a mantenere efficiente un organo così importante per il proprio benessere generale. -
Ama ciò che è imperfetto. Come accettare se stessi in un mondo che cerca la perfezione
In questo magnifico seguito a Quando rallenti, vedi il mondo, il monaco buddhista zen Haemin Sunim rivolge la saggezza dei suoi insegnamenti alla cura di sé, sostenendo che solo accettando noi stessi – con tutte le imperfezioni che ci rendono ciò che siamo – possiamo avere relazioni piene e compassionevoli col nostro partner, la nostra famiglia, i nostri amici. rn«Il maestro zen Haemin Sunim descrive con estrema chiarezza l'effetto soffocante del perfezionismo: quanto è dannoso pensare che il nostro valore come persona dipenda unicamente dalla nostra presentazione nel mondo. Poi, pagina dopo pagina, ci aiuta a comprendere come reimpossessarci della nostra libertà e della nostra vita» - Mark Williams autore di Metodo MindfulnessrnMolti di noi rispondono agli ostacoli della vita chiudendosi in se stessi e ignorando i problemi, finendo però per diventare vittime di ansia e depressione. Altri reagiscono buttandosi nel lavoro, in ufficio, a scuola o a casa, sperando che questo possa rendere più felici le persone che amano. E se invece bastasse essere se stessi? È come quando in aereo ci suggeriscono di indossare la maschera per l'ossigeno prima di pensare ad aiutare il nostro vicino: il messaggio è che dobbiamo innanzitutto essere in pace con noi stessi e solo dopo possiamo cercare di essere in pace con il mondo intorno a noi. In questo magnifico seguito a Quando rallenti, vedi il mondo, il monaco buddhista zen Haemin Sunim rivolge la saggezza dei suoi insegnamenti alla cura di sé, sostenendo che solo accettando noi stessi – con tutte le imperfezioni che ci rendono ciò che siamo – possiamo avere relazioni piene e compassionevoli col nostro partner, la nostra famiglia, i nostri amici. Arricchito da più di trentacinque illustrazioni a colori, Ama ciò che è imperfetto appaga gli occhi e il cuore, e ci aiuta a imparare ad amare noi stessi, la nostra vita e tutte le persone e le cose che la riempiono.rn -
La geometria delle api. A lezione di vita, dentro un alveare
In questo delicato memoir, l'autrice tesse un inno alle api mellifere, una specie sopravvissuta per milioni di anni del cui lavoro abbiamo bisogno per poterci nutrire e la cui saggezza antica ha ancora molto da insegnarci.rnAnche le api lasciavano l'arnia ogni giorno, tornavano sempre. Non c'era il minimo dubbio che l'unico scopo di un'ape era stare con la sua famiglia. L'alveare era prevedibile, e questo era rassicurante. Era una famiglia che non si arrendeva mai.rnrnQuando nel 1975, a cinque anni, Meredith parte dal Rhode Island con la mamma e il fratellino Matthew per andare a trovare i nonni materni in California, ha solo una speranza: vedere i suoi genitori di nuovo insieme. Ma in breve tempo la separazione sfocia in un divorzio, e quella che doveva essere una breve visita si rivela un trasferimento. La nuova vita per i bambini sembra comprimersi fra la silenziosa depressione della mamma, consumata a letto insieme alle tante sigarette, i libri di astrologia e le lattine di cola, e le regole della nonna, un'insegnante molto incline al comando e poco all'affetto. Nel cortile della nuova casa è nascosto un misterioso vecchio autobus militare dove il nonno ha installato il suo laboratorio artigianale per la preparazione del miele. Meredith non vede l'ora di entrarci, ma prima ci sono molte cose che deve imparare: per esempio che le api non ti fanno del male se tu non ne fai a loro, che dall'impollinazione dipende la produzione del nostro cibo, e che come noi le api comunicano, in una lingua segreta fatta di comportamenti, suoni e odori. Mentre il caos sembra travolgere la sua esistenza, è fra le api mellifere che la bambina trova un rifugio sicuro. Il loro ordine, improntato alla perseveranza e alla determinazione e nel quale tutto, dalla nascita alla morte, ruota attorno alla protezione di una famiglia che supera i legami di sangue, le permette di dare significato alle relazioni umane e di affrontare piccoli e grandi cambiamenti della crescita, fra insegnanti hippy, ragazzini ostili, nuovi parenti, un'amica del cuore, diverse incarnazioni della «Mamma dei Sogni» e la scelta del college. Accompagnando il nonno nei viaggi in pick-up lungo la costa, in cerca di miele o dell'ape regina, ascoltando i suoi racconti che paiono usciti da un romanzo di Steinbeck e aiutandolo sull'autobus, Meredith scopre non solo la vita nascosta della natura selvaggia ma pure il senso di un amore incondizionato che le dà la forza per immaginare il proprio futuro e per affrontare la verità dietro i comportamenti bizzarri e ostili della madre. -
Elisabetta II. Ritratto di regina
In un ritratto rigoroso e incalzante che per la prima volta riavvicina donna e simbolo, tra i mille irresistibili dettagli di un'esistenza e di una Royal Family senza pari al mondo, l'autrice rende ancora più amabile una protagonista della Storia, con noi da quasi un secolo e finora sconosciuta.rnrn«Ho assistito a un'incoronazione e sono stata la destinataria della successiva, ma ricordo meglio quella del 1937, perché allora non avevo altro da fare che stare seduta lì.»rnrnIl lunghissimo regno di Elisabetta II è la storia enigmatica di una donna timida e inavvicinabile che dell'accettazione del proprio destino, dell'appassionata difesa della corona, ha fatto la suprema ragione di vita e uno schermo impenetrabile. Con un'eccezione: la fotografia, che l'ha accompagnata nel suo lungo viaggio di sovrana e nell'iconografia del secolo. L'unico palcoscenico in cui The Queen, cedendo anche solo per pochi minuti alle leggi universali della luce e alle esigenze pratiche di un ritrattista, si è davvero rivelata. Delegando così ai grandi autori che con il loro obbiettivo l'hanno seguita nei decenni – da Cecil Beaton a Yousuf Karsh, da Lord Snowdon a Brian Aris, da Annie Leibovitz a Harry Benson – non solo il racconto della propria immagine nel tempo e la memoria dei favolosi e talvolta drammatici giorni dei Windsor, ma anche la testimonianza del ruolo della monarchia in una società in costante evoluzione. Bambina giudiziosa, acerba erede al trono , regina in ogni grammo del proprio corpo, madre distante, sovrana impopolare (e poi amatissima), più forte di ogni scandalo o dolore, espressione massima del senso del dovere e di equilibrio nella discordia e nel disordine: c'è materia sufficiente per il mito. Ma Paola Calvetti, in queste pagine, delinea anche un profilo personale, quasi intimo, di Elisabetta: l'amore per Filippo (solo formalmente due passi dietro la moglie) e le «affettuose amicizie» vere o presunte di entrambi; il legame profondo con il padre Giorgio VI e l'indomabile sorella Margaret; i complessi rapporti con i membri della numerosa e impegnativa famiglia, troppo spesso fonte di pettegolezzi e imbarazzanti rivelazioni. E c'è spazio per i momenti più lievi, le passeggiate in stivaloni e foulard con gli inseparabili corgi, gli scambi di battute con gli stilisti che creano gli abiti e i bizzarri cappellini per i quali è famosa, fino alla scelta della borsetta e del gioiello più adatto in ogni occasione: aneddoti e retroscena che mostrano anche la verità di una donna sempre in attesa di vivere, di essere compresa e amata dentro il nostro sguardo. In un ritratto rigoroso e incalzante che per la prima volta riavvicina donna e simbolo, tra i mille irresistibili dettagli di un'esistenza e di una Royal Family senza pari al mondo, l'autrice rende ancora più amabile una protagonista della Storia, con noi da quasi un secolo e finora sconosciuta. -
Made in Sicily. Le ricette della tradizione siciliana
Tra splendidi campi di grano, aranceti e limonaie, uliveti, vigneti e campi di carciofi, lo chef ci spiega come preparare dei croccanti arancini, una profumata pasta alla Norma, una superba cassata. Piatti di una «semplicità vera», capaci di restituire ai nostri sensi l'autenticità di una terra meravigliosa.rnrnrn «Quando vado in Sicilia rimango sempre stupito dall'incredibile intensità di sapore di qualunque cibo, dai broccoli verde dorato con quel gusto quasi sfrontato, ai pomodori di Pachino dalla dolcezza commovente, ai limoni che crescono ovunque e che si possono mangiare anche tagliati a fettine e conditi con un filo d'olio e un pizzico di sale. Ma non è soltanto questo. Ciò che davvero mi sorprende è l'idea assolutamente radicata nei siciliani che gli ingredienti debbano sempre prevalere su qualunque eccesso creativo o pretenziosità. Ciò che emerge da ogni piatto non è la personalità dello chef, ma la voce della terra e del mare.» rnAffascinato da una tradizione culinaria che vede unirsi nello stesso piatto gli ingredienti più disparati – pesce spada, uvetta, pangrattato, capperi e formaggio – Giorgio Locatelli ci trascina in Sicilia, terra che ha influito profondamente sul suo modo di cucinare. Tra splendidi campi di grano, aranceti e limonaie, uliveti, vigneti e campi di carciofi, lo chef ci spiega come preparare dei croccanti arancini, una profumata pasta alla Norma, una superba cassata. Piatti di una «semplicità vera», capaci di restituire ai nostri sensi l'autenticità di una terra meravigliosa. -
Gangs of New York. Una storia americana della malavita
Il turbinante percorso di Asbury tra bar malfamati, bische clandestine, equivoche sale da ballo – che è servito a Martin Scorsese come base per la sceneggiatura del suo acclamato film Gangs of New York – è diventato ormai un classico della storiografia americana, una lettura indispensabile per conoscere le radici di una delle città più ricche di contraddizioni e fascino, la vera capitale dell’Occidente.rn«Un importante contributo alla storia americana. Un grande racconto di sangue, frenesia e dissolutezza.» - The New York Timesrn«Vicenda universale di infamia, la storia delle gang di New York contiene tutta la caoticità e la ferocia delle cosmologie barbariche» - Jorge Luis BorgesrnProstitute, borseggiatori, assassini, avvelenatori e ladri sono i protagonisti dell'epopea della criminalità newyorkese ricostruita da Asbury: un viaggio tra i bassifondi della Grande Mela prima ancora che diventasse la città dei grattacieli, tra la fine dell'Otto e l'inizio del Novecento. Un affresco pieno di episodi e personaggi memorabili che rievoca la miseria e la sconvolgente violenza di un'epoca turbolenta, nella quale criminali dai nomi fantasiosi come Dandy Johnny Dolan, Bill the Butcher, Hell-Cat Maggie l'Arpia erano costantemente in agguato nelle ombre dei vicoli di Five Points, regno per decenni delle opposte gang dei Dead Rabbits e dei Bowery Boys. Prefazione di Gabriele Romagnoli. -
Eva Kant: quando Diabolik non c'era
Negli anni le sorelle Giussani disseminarono le loro storie di indizi relativi al passato di Eva. Qui Sandrone Dazieri, Tito Faraci e Mario Gomboli raccontano, con i disegni di Giuseppe Palumbo. Chi era Eva Kant prima di incontrare Diabolik. Con copertina-poster di Giuseppe PalumboQuando si progettò un albo dedicato al passato di Eva Kant, fu Tito Faraci (sceneggiatore eclettico, capace di passare da «Diabolik» a «Topolino» a «Dylan Dog») a cooptare Sandrone Dazieri (giallista di vaglia: basti citare la serie del Gorilla) per scriverne la storia a quattro mani. Che i disegni fossero da affidare a Giuseppe Palumbo era inevitabile, dopo il successo del remake del Re del Terrore. Per il prologo e l'epilogo dell'episodio, che tradizionalmente doveva essere realizzato da una mano evidentemente ""diversa"""" dal corpo della storia, la scelta cadde su Emanuele Barison, già collaudato autore di diversi albi della collana """"Il Grande Diabolik"""". Sette anni dopo venne realizzato """"Eva Kant all'ombra della luna"""", uno degli episodi dedicati al passato dei personaggi della diabolika saga. Nel caso Mario Gomboli (storico soggettista del Re del Terrore e direttore della casa editrice Astorina) si affiancò a Tito Faraci e a Giuseppe Palumbo per raccontare un aneddoto del passato di Eva Kant che andava ad arricchire e integrare quanto narrato in """"Quando Diabolik non c'era""""."" -
I misteri della vita. Un'introduzione alla visione di Osho
La vita spirituale, e la sua sacralità; la morte, come un crescendo, il culmine stesso dell'esistenza; il sesso, capace di spalancare porte nuove. È questo il cuore dell'insegnamento di Osho: un messaggio tanto semplice da apparire scandaloso, tanto profondo e poetico da penetrare nell'animo di milioni di persone in tutto il mondo. E per questo che i suoi libri sono diventati un punto di riferimento per una comunità sempre più vasta, conquistando anche i lettori più scettici. ""I misteri della vita"""" rappresenta una perfetta introduzione al pensiero del grande maestro indiano, un breviario di risposte alle molte domande che ci pone l'esistenza."" -
La verità che cura. Una farmacia per l'anima
Per superare i più comuni disagi psicologici ed emozionali e dimenticare lo stress che appesantisce inutilmente la vita quotidiana, non servono farmaci ma il giusto approccio mentale. Questo libro di Osho è una vera e propria ""farmacia dell'anima"""", una summa di tecniche semplici ed efficaci che aiutano a ritrovare il benessere e l'equilibrio emotivo. Tutti i metodi si basano sul rilassamento e lo sviluppo della consapevolezza e non prevedono alcun intervento psicoanalitico. Insonnia, ansia, noia, stanchezza cronica, irrequietudine, nervosismo, sovrappeso, depressione, incapacità di concentrarsi, mal d'amore, tensione da stress: i mali dell'anima più diffusi nella nostra epoca trovano un autentico rimedio nelle parole del mistico."" -
La volontà del vento
Il caso di Gian Piero Bona è quello di chi più avverte il senso della tragicità della posizione del poeta contemporaneo, immerso in una coscienza di separazione, nel sentimento del trascorrere delle cose, del loro perire, e nell'immagine della morte, là ove non è che auto-contemplazione, nichilismo estremo, grandiosità funebre, quale risposta a una richiesta di poesia consolatoria, attraverso una gnomica della fine. Si tratta qui di rottura con il lirismo ermetico di ieri e con una sostanza di passioni novecentesche, riconoscendo il proprio stato di alienazione, opponendo alle proprie meraviglie una negazione totale. Siamo forse a uno dei culmini della sua poesia, nel supremo equilibrio della parola, perfetta nella scansione delle immagini, dei concetti, dei ritmi, e il tutto con profondità di linguaggio nella violenza del dubbio e dei quesiti ammonitori e solenni. E suo gran pregio è di dare a tale visione del mondo una elevatezza formale spesso splendida, in forza di quella cultura classica che è alle sue origini. -
Il metro della felicità
Il metro della felicità è un libro divertente e al tempo stesso profondo, che nel ridisegnare i confini del nostro sguardo sul mondo ci aiuta a capire qualcosa in più delle leggi economiche che lo governano. E di noi stessi. rnTutti gli economisti, ma proprio tutti, ve lo assicuro, parlano di felicità. E alla felicità delle persone vogliono arrivare attraverso le scelte e le politiche che promuovono.rn Esiste uno strumento in grado di misurare la felicità? Il denaro è ancora un elemento imprescindibile del benessere di un individuo e di una nazione? Perché il livello del Pil – il famigerato prodotto interno lordo da cui dipendono le nostri sorti – è così importante? È davvero un indicatore affidabile oppure aveva ragione Bob Kennedy quando, in un famoso discorso tenuto nel 1968 alla Kansas University, fece notare che il Pil «mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle»? Prendendo spunto da questi e altri interrogativi il libro di Luciano Canova cerca di sfatare un luogo comune duro a morire: che gli economisti, alfieri di una «scienza triste», non si siano mai occupati di felicità. È vero il contrario. Insieme ai filosofi, i primi a porsi la domanda cruciale – che cosa ci serve per vivere una vita migliore? – sono stati i padri della scuola neoclassica. Poi, soprattutto nell'ultimo mezzo secolo, fior di economisti e premi Nobel – da Easterlin a Kahneman, da Samuelson a Kunets – hanno proseguito il loro cammino, dedicandosi allo studio delle principali dinamiche comportamentali che inducono le persone a compiere certe scelte, anziché altre, in tema di lavoro, acquisti, tempo libero, relazioni sociali. I risultati dei loro esperimenti empirici – che Canova riassume in maniera semplice e illuminante – mostrano che accanto al reddito e alla salute vi sono altri elementi che concorrono a una vita felice: la propensione alla generosità, il supporto sociale, la libertà di prendere una decisione in autonomia, il grado di fiducia nella comunità in cui si vive, e in particolare la motivazione, vero e autentico motore delle decisioni. Ecco perché politiche ispirate alla sola crescita economica e materiale rischiano di perdere di vista il ruolo giocato da altri fattori imponderabili ma di assoluto valore per una società complessa come quella attuale, alle prese con la rivoluzione digitale e l'avvento dei Big Data. Il metro della felicità è un libro divertente e al tempo stesso profondo, che nel ridisegnare i confini del nostro sguardo sul mondo ci aiuta a capire qualcosa in più delle leggi economiche che lo governano. E di noi stessi.