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La visione. Una proposta politica per cambiare l'Italia
C'è un luogo comune che si è fatto strada e oggi circola liberamente nella nostra società. E cioè che non serva la politica, quella con la P maiuscola, per uscire dalle crisi. Tuttavia l'emergenza coronavirus lo ha smentito con chiarezza. Come rileva Alessandro Barbano in questo libro, la lotta alla pandemia ha enfatizzato ovunque lo scontro tra due visioni alternative del mondo, l'isolamento nazionalista e la solidarietà globale, e le relative strategie. In Italia in particolare la polarizzazione del quadro politico, con una destra sovranista che tutto semplifica e una sinistra frantumata ancora alla ricerca di un'identità, ha imposto, per dirla con le parole dell'autore, una visione «virologica» della crisi, in cui la classe dirigente ha abdicato alla sua funzione di filtro delle decisioni. In questo scenario paludoso, in cui tanto la maggioranza quanto l'opposizione condividono una strategia di stabilizzazione in chiave bipolare, Barbano si chiede se esista lo spazio per un riformismo alternativo capace di sanare la frattura che si è creata fra libertà e responsabilità, uno spazio dove recuperare la complessità del reale che il populismo e un certo giornalismo d'assalto mirano a banalizzare. La risposta è sì ed è questa «visione» a delineare una nuova prospettiva in grado di cambiare il nostro Paese. Lo chiamano «terzo polo» o «idea di centro». Consiste nel rilancio di un compromesso fra tre culture, quella liberale, quella popolare e quella socialista, declinate in una nuova forma di rappresentatività che sappia dare risposte complesse ma credibili a problemi specifici. Si tratta di quesiti chiave per la nostra democrazia che investono, per esempio, il rapporto con l'Europa, le politiche economiche e in particolare il debito pubblico; la riforma della legge elettorale e il finanziamento dei partiti; la ricostituzione di una corretta intermediazione tra cittadini e governanti, riagganciando la delega alla competenza; la riforma della giustizia; il rapporto con le altre culture e la gestione dei migranti; la rivalutazione del merito in ambito non solo scolastico. È una visione alternativa alla destra e alla sinistra, estranea ai vecchi contenitori e autonoma rispetto alle future alleanze; capace di chiamare alla responsabilità una leadership autorevole e un quadro dirigente plurale, e di attuare scelte ispirate a una visione strategica e non solo tattica. Una prospettiva che si riconosce nel dialogo e nella sintesi tra la cultura liberale, la cultura cattolica e la cultura riformista, perché nessuna di queste, presa singolarmente, è più sufficiente. -
Il fuoco non uccide un drago
Esiste una storia de Il Trono di Spade ancora da raccontare: l'incredibile percorso durato tredici anni che ha visto coinvolti creatori, cast, troupe nel realizzare questo straordinario spettacolo. In Il fuoco non uccide un drago James Hibberd svela ogni segreto, dai primissimi incontri del team creativo alla messa in onda del finale della serie, compresi gli scontri sul set e le difficoltà vissute durante le riprese. Vicende sorprendenti che ci consentono di apprezzare in maniera ancora più intensa le fitte trame che hanno intessuto alcuni dei capitoli della saga: come ha fatto, per esempio, Kit Harington a fingere per due anni che Jon Snow fosse morto? Il fuoco non uccide un drago, grazie a fotografie mai viste e a più di cinquanta interviste inedite, è un libro che celebra un momento eccezionale e indimenticabile nella storia delle serie TV: quando un'idea apparentemente impossibile si è trasformata nel più grande spettacolo del mondo. -
I Ching. Il libro dei mutamenti
Da secoli l’I Ching viene consultato nei momenti cruciali della vita da tantissime persone: se interrogata con sincerità e sensibilità, la saggezza di questo antico oracolo cinese aiuta ad avere fortuna, successo e una vita serena ed equilibrata. La sua popolarità duratura deriva dalla profonda lezione che contiene: consapevolezza e attenzione per i veri valori portano alla ricompensa più preziosa, cioè benessere, comprensione, pace interiore. -
I nostri giorni alla casa delle farfalle
La storia dell'educazione sentimentale e sessuale di una ragazza alla ricerca di risposte su cosa davvero sia l'amore.La vita di Libby è piena di ""ma"""": lavora in un supermercato, ma vorrebbe fare l'attrice; vive una vita tranquilla, ma vorrebbe avere sempre le farfalle nello stomaco; ama il suo fidanzato, ma forse non le basta più. E quando i suoi occhi incrociano per la prima volta quelli blu di Niko, suo collega di lavoro, Libby capisce che forse è arrivato il momento in cui tutti quei """"vorrei"""" che affollano la sua vita comincino a diventare realtà. Le sue certezze iniziano a sgretolarsi ed è proprio durante una crisi che Libby si imbatte per caso nel misterioso gruppo di sostegno su relazioni e sessualità organizzato dall'affascinante psicoterapeuta Marina Beaufort. In un modo o nell'altro, tutti i compagni del gruppo sono dipendenti dall'amore. C'è chi non riesce a fare a meno del brivido della conquista, chi è desideroso di usare l'amore o il sesso per capirsi e capire il mondo, chi lo usa per fuggire dai propri problemi. E poi c'è Libby, che ha sempre concepito l'amore in modo romantico, con il colpo di fulmine e tutto il resto, che misura i suoi sentimenti in base a quanto sangue perde il suo cuore, e che se non soffre si dice che allora no, non era un amore meritevole di essere vissuto. I nostri giorni alla casa delle farfalle, il romanzo d'esordio di Shanti Winiger, è la storia dell'educazione sentimentale e sessuale di una ragazza alla ricerca di risposte su cosa davvero sia l'amore. Perché, forse, non tutte le persone sono fatte per amare nello stesso modo e non tutte le relazioni devono seguire le stesse regole."" -
Il dopo. Il virus che ci ha costretto a cambiare mappa mentale
Nell’attesa di soluzioni e strategie per la crisi sanitaria, economica e finanziaria in corso, Ilaria Capua, una delle voci più autorevoli della virologia internazionale, prova a buttare cuore e sguardo oltre questo tempo di mezzo e a mettere a fuoco sia le cause sia le opportunità che esso nasconde. In un momento imprecisato del 2019 si è verificato un evento biologico di eccezionale rarità: un virus animale ha fatto un salto di specie arrivando nell’uomo. Dalla metropoli cinese di Wuhan, il SARS-CoV-2 si è diffuso rapidamente in oltre duecento paesi. È ciò che gli esperti chiamano «pandemia». Nell’attesa di soluzioni e strategie per la crisi sanitaria, economica e finanziaria in corso, Ilaria Capua, una delle voci più autorevoli della virologia internazionale, prova a buttare cuore e sguardo oltre questo tempo di mezzo e a mettere a fuoco sia le cause sia le opportunità che esso nasconde. Secondo l’autrice, infatti, si può considerare la comparsa del SARS-CoV-2 uno stress test, in grado di misurare le fragilità del nostro sistema. Questo patogeno dalle dimensioni infinitesimali ha messo l’umanità intera di fronte al disequilibrio creato nel rapporto con la natura, alla riscoperta della propria dimensione terrena e della caducità che le è connaturata, all’arbitrarietà dell’organizzazione sociale che si è data, delle sue scale di valori, del concetto stesso di salute pubblica. In altre parole, ha preso tutto ciò che ritenevamo certo, indiscutibile, e ce l’ha mostrato per quello che è: una scelta, basata su una visione parziale delle cose. Uno dei motti di Ilaria Capua è: «Every cloud has a silver lining», ogni nuvola ha una cornice d’argento. Se è vero anche una pandemia, mentre ci scuote dalle radici, ha qualcosa da insegnarci. Per esempio, che dobbiamo modificare il nostro atteggiamento nei confronti della natura e della biodiversità, ponendoci come guardiani anziché invasori. Che la tecnologia, se riusciamo a non esserne schiavi, può essere lo strumento straordinario che ci permette di difendere la socialità anche in tempi di distanziamento fisico. Che, se vogliamo una società informata, matura, la scienza non può essere messa all’angolo, ma deve tornare ad avere un ruolo centrale nella conoscenza. Se non vogliamo farci travolgere, insomma, dobbiamo considerare i segnali che questo evento storico sta facendo emergere, riflettere sul dopo e ripensare il mondo. Perché è a questo che stiamo andando incontro: a un mondo nuovo. -
Fratellastri. Come ho scoperto di essere il figlio di Domenico Modugno
Questa è la storia di Fabio Modugno, che non ha mai incontrato il suo vero padre che tutti conoscono, e di come questo segreto abbia riscritto la sua vita. Per sempre.Un pomeriggio d'estate del 1987 Fabio Camilli scopre di essere figlio del grande cantautore Domenico Modugno. Quello che con il ""blu dipinto di blu"""" ha rivoluzionato la lingua della canzone italiana e l'ha fatta cantare in tutto il mondo. Una rivelazione, uno choc, ma anche un inaspettato segreto di Pulcinella. L'inizio di un viaggio alla scoperta di ipocrisie e di amori segreti guidati dai passi di danza di una femme fatale, la madre dai capelli rossi, una brava coreografa e ballerina, Maurizia Calì, di cui il latin lover Modugno s'innamora perdutamente. Il loro incontro è fatale. Mimmo si è sposato da poco con Franca Gandolfi, che aspetta un figlio. È nel pieno del successo. Maurizia però riesce ad attirare la sua attenzione e fra i due nasce una storia segreta, almeno ai media, che porterà nel 1962 alla nascita del figlio Fabio. Solo che anche lei è la moglie di un altro. E siamo negli anni Sessanta di un paese cattolico, bigotto, ipocrita. Sullo sfondo del teatro Sistina e della commedia musicale di Garinei e Giovannini, il racconto di una famiglia disfunzionale, il rapporto terribile con l'altro padre, un'amicizia tra due ragazzi che si rivela un legame di sangue – perché Marcello, uno dei figli di Modugno, è il migliore amico di Fabio –, la speranza di un domani condiviso e di un affetto che si trasforma in una causa giudiziaria durata vent'anni. Questa è la storia di Fabio Modugno, che non ha mai incontrato il suo vero padre che tutti conoscono, e di come questo segreto abbia riscritto la sua vita. Per sempre. Un romanzo familiare e umano, intenso, dentro la commedia della storia italiana."" -
Il precipizio dell'amore. Solo appunti di una madre
Questa è una storia grande perché riguarda tutti, è un ponte lanciato tra chi vive la disabilità sulla propria pelle e chi la sfiora soltanto.rn Il dolore è come l'amore, è una potenza creatrice. Quando si ama tanto si crea: una famiglia, un figlio, un dipinto, parole nuove... Il dolore fa lo stesso. Quando è troppo forte deve diventare qualcos'altro. Mariangela Tarì, madre di due figli colpiti entrambi da gravi malattie, l'ha visto accadere. Mamme e papà senza più figli che si aggirano negli ospedali, che creano associazioni, che lottano per leggi più eque. Genitori attraversati da un dolore troppo grande che scartano l'odio e piantano ancora margherite. In queste pagine impetuose, vitali, la sofferenza si trasforma in energia, progettualità, combustile da bruciare ""perché quando si ammala un bambino tutti si ammalano, tranne il bambino. Lui non sa di essere malato"""". E allora non resta che alzarsi dal letto, andare nel mondo, sforzarsi di vedere la bellezza e fare spazio alla felicità. Sì, perché gli anni di lotta giornaliera contro la malattia, la burocrazia, la società hanno reso limpida in Mariangela la consapevolezza che la felicità è una scelta. Di più: l'esercizio di forzare la felicità alla lunga la rende possibile. Ed evidentemente anche contagiosa, perché leggendo questo libro sentiamo l'impulso a vivere di più, con più gioia, leggerezza, affrontando anche la paura e il rifiuto, e poi andando oltre. Un racconto catartico, che ha origine da una lettera scritta d'impulso a un quotidiano e pubblicata sulla prima pagina della """"Repubblica"""" nell'ottobre del 2018, la prima scintilla di una fiamma che Mariangela Tarì tiene accesa insieme alla sua famiglia, agli amici, agli altri genitori e a tutti i caregiver, coloro che si prendono cura."" -
L' ultimo sorso. Vita di Celio
Una scrittura aspra, nervosa e autentica al pari del protagonista di questo romanzo, dietro le cui vicissitudini si legge in controluce l’autobiografia dell’autore, vero alter ego di Celio e solo testimone di un’esistenza che si fa simbolo di una terra sospesa nel tempo, in cui la solitudine, portata su di sé come una croce, sembra l’unico rimedio al contagio della miseria e del dolore. «Mauro Corona è tornato al romanzo. E il suo protagonista questa volta è un uomo che al momento di dover essere definito in una parola si ritrova sintetizzato dall'autore in nulla più che ""un niente"""". Ma mica un niente alla Musil, tutt'altro» - Paolo Foschini, Corriere della SeraRocciatore, taglialegna, scalpellino, minatore, apicoltore: chi è Celio? “Un niente” risponde lui, un semplice signor nessuno di un paesino sulle Alpi che è terra di nascita dell’autore. È lui a far rivivere Celio, a strapparlo all’oblio per renderlo personaggio vero, sfuggente, pulsante di idiosincrasie e contraddizioni. Insofferente alle persone fino alla misantropia, il protagonista si rifugia in se stesso, nell’ermeticità del dialetto ladino e nell’abbraccio ambiguo dell’alcol, che lo stringerà per tutta la vita, fino al delirio e alla morte. In Celio, conosciuto durante la problematica infanzia e quarant’anni più vecchio di lui, l’autore troverà un inaspettato mentore, una protezione dalle violenze perpetrate dal padre, una via d’accesso privilegiata ai misteri e alla saggezza della natura, rivelatasi solamente per lui. Nel racconto, Mauro Corona si riscopre bambino, mettendo nero su bianco le parole – sempre misurate, mai lasciate al caso – dell’anziano amico e compagno di bevute, alla ricerca delle radici di un male di vivere sempre scacciato e mai sopito, nel duro e apparentemente impenetrabile cuore da montanaro. Una scrittura aspra, nervosa e autentica al pari del protagonista di questo romanzo, dietro le cui vicissitudini si legge in controluce l’autobiografia dell’autore, vero alter ego di Celio e solo testimone di un’esistenza che si fa simbolo di una terra sospesa nel tempo, in cui la solitudine, portata su di sé come una croce, sembra l’unico rimedio al contagio della miseria e del dolore. Le uniche leggi e autorità riconosciute sono quelle della natura, al contempo madre e matrigna. Come il vecchio accendino a benzina, ereditato dal maestro, l’allievo tiene viva la fiamma del ricordo e fa luce sul potere dell’amicizia, rara e inafferrabile ma capace di farsi salvifica nell’ostilità e nell’indifferenza del mondo."" -
Agency
Fin dall'esordio con Neuromante nel 1986, Gibson non ha mai smesso di raccontarci la guerra non riconosciuta e silenziosamente devastante che hacker e lavoratori della gig economy combattono contro l'algoritmo, contro i gangster e i big data capitalists che manipolano i nostri bisogni, le nostre informazioni personali e i nostri desideri. Gibson non ha mai creduto che la fantascienza predica il futuro: parla solo del presente. Ed è esattamente quello che raccontano queste pagine, dove anche i resti di linee temporali alternative altro non sono che passati abbandonati, mozziconi di futuri che avrebbero potuto essere, versioni del mondo in cui viviamo ora.Verity Jane, una app-whisperer di talento, viene assunta come beta tester per un nuovo prodotto di nome Eunice: un'assistente digitale attivabile per mezzo di occhiali dall'aspetto normalissimo. Eunice, oltre a essere un'intelligenza artificiale incredibilmente umana, ben presto rivela di possedere un volto, un passato frammentario e una conoscenza approfondita delle strategie di combattimento. Quando Verity intuisce che i suoi misteriosi datori di lavoro non sanno ancora quanto sia potente e preziosa Eunice, decide istintivamente che è meglio che non lo vengano mai a sapere. Intanto a Londra, un secolo dopo, in una linea temporale completamente diversa, Wilf Netherton è alle prese con plutocrati e saccheggiatori sopravvissuti a un disastro ecopolitico noto come ""jackpot"""". Il suo capo, l'enigmatica Ainsley Lowbeer, è in grado di vedere passati alternativi per provare a indirizzarne le sorti finali, e il suo progetto attuale riguarda Verity e Eunice. Ecco perché Wilf può vedere ciò che a Verity e Eunice è precluso: il jackpot che incombe su di loro e i ruoli che entrambe possono ricoprire per sventarlo. Fin dall'esordio con Neuromante nel 1986, Gibson non ha mai smesso di raccontarci la guerra non riconosciuta e silenziosamente devastante che hacker e lavoratori della gig economy combattono contro l'algoritmo, contro i gangster e i big data capitalists che manipolano i nostri bisogni, le nostre informazioni personali e i nostri desideri. Gibson non ha mai creduto che la fantascienza predica il futuro: parla solo del presente. Ed è esattamente quello che raccontano queste pagine, dove anche i resti di linee temporali alternative altro non sono che passati abbandonati, mozziconi di futuri che avrebbero potuto essere, versioni del mondo in cui viviamo ora. È difficile stabilire se un tentativo così determinato di predire il presente sia un'osservazione o un avvertimento. Probabilmente finisce per essere entrambe le cose."" -
Un fratello per cui morire. Made in Sweden
Quando Leo Dûvnjac e i suoi fratelli minori sono rimasti soli, lui si è preso cura di tutto mentre il padre era in prigione e la madre in ospedale. E l'ha fatto nell'unico modo che conosceva, diventando uno dei più noti criminali di Svezia. Sono passati sei anni, e le porte della prigione dove era stato rinchiuso dopo l'ennesimo colpo in banca si sono aperte. Leo è di nuovo libero. Ha scontato la pena per i suoi reati e adesso ha un solo obiettivo: commettere il crimine perfetto, rubare dal deposito della centrale di polizia di Stoccolma il bottino della cosiddetta ""Rapina del Secolo"""", 103 milioni di corone sequestrati che stanno per essere distrutti. E questa volta non lascerà tracce dietro di sé. Suo complice è Sam Larsen, con cui ha fatto amicizia dietro le sbarre, fratello del detective John Broncks, che in passato aveva catturato Leo. Con Sam al suo fianco, Leo è deciso a mettere a segno quest'ultimo colpo, che è anche una possibilità di redenzione o di vendetta. Ma poi succede qualcosa, un errore fatale che apre la strada a Broncks e cambia definitivamente le regole del gioco. Perché """"se metti in mezzo mio fratello, io metto in mezzo il tuo""""."" -
Cadaveri a sonagli
Christian Frascella, creatore dell'iconico detective Contrera, esordisce nei Gialli Mondadori con una storia corale tra crime e comedy cinica e folgorante, in cui echeggiano i migliori Coen ed Elmore Leonard, un romanzo ambientato però nelle italianissime colline del Barolo. Perché il delitto non ha confine e il sangue scorre denso ovunque.rn Metti una coppia di ladruncoli sgangherati, sicuri di avere in tasca il Grande Colpo; metti un marito fedifrago che non vede l'ora di liberarsi della moglie, tanto odiata quanto, purtroppo, ricca; metti un operaio indolente che si ritrova nel posto giusto al momento giusto. Lea, Nicola, Gianni e Rocco sono convinti di essere alla vigilia della vita che da sempre credono di meritare, ma usciti dalla villetta nelle Langhe in cui le loro storie si incrociano, proprio quel che sembra semplice e scontato innesca una valanga di imprevisti ed effetti collaterali che presto sommerge tutti. Complici un sovrintendente di polizia sotto esame, un accertatore dell'assicurazione senza niente da perdere e un mucchio di soldi di cui nessuno immaginava l'esistenza, questi nuovi, scurissimi Soliti Ignoti in due soli giorni scopriranno che il Destino ha molto più senso dell'umorismo e della perfidia di quello che crediamo. Christian Frascella, creatore dell'iconico detective Contrera, esordisce nei Gialli Mondadori con una storia corale tra crime e comedy cinica e folgorante, in cui echeggiano i migliori Coen ed Elmore Leonard, un romanzo ambientato però nelle italianissime colline del Barolo. Perché il delitto non ha confine e il sangue scorre denso ovunque. -
Terramarina
Vincitore Premio letterario città di Erica 2021Tea Ranno torna a percorrere i territori fiabeschi e solari dell' Amurusanza con il suo stile che fonde dialetto siculo e poesia e si lascia contaminare dal realismo magico sudamericano. Il risultato è una narrazione corale ipnotica, un moderno presepe fatto di personaggi vitali e incandescenti, una generosa parabola di accoglienza e solidarietà.«Terramarina resta un romanzo di buoni sentimenti, favola bella di cui ora abbiamo più bisogno che mai» – RobinsonA Terramarina vado abitando quando non sono sveglia e neppure dormo.È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, guarda il suo borgo dall'alto: è un pugno di case arroccate sul mare che lei da qualche tempo s'è presa il compito di guidare, sovvertendo piano piano il sistema di connivenze che l'ha governato per decenni e inventandosi una piccola rivoluzione a colpi di poesia e legalità. Ma stasera sul cuore della sindaca è scesa una coltre nera di tristezza e ""Lassitimi sula!"""" ha risposto agli inviti calorosi di quella cricca di amici che è ormai diventata la sua famiglia: è il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che oggi le manca più che mai. E, anche se fatica ad ammetterlo, non è il solo a mancarle: c'è infatti un certo maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri. A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto inzaccherato tra le braccia: è una creatura che avrà sì e no qualche ora, che ha trovato abbandonata al freddo, a un angolo di strada. Sola, livida e affamata, ma urlante e viva. Dall'istante in cui Luce – come verrà battezzata dal gruppo di amici che subito si stringe attorno alla bimba, chi per visitarla, chi per allattarla, vestirla, ninnarla – entra in casa Tabbacchera, il dolore di Agata si cambia in gioia e il Natale di Toni e Violante, del dottor Grimaldi, di Sarino, di Lisabetta e di tutta quella stramba e generosa famiglia si trasforma in una giostra. Di risate, lacrime, amurusanze, tavole imbandite, ritorni, partenze e sorprese, ma anche di paure e dubbi: chi è la donna che è stata capace di abbandonare ai cani il sangue del suo sangue? Starà bene o le sarà successo qualcosa? Cosa fare di quella picciridda che ha già conquistato i cuori di almeno sette madri e cinque padri? Tea Ranno torna a percorrere i territori fiabeschi e solari dell'Amurusanza con il suo stile che fonde dialetto siculo e poesia e si lascia contaminare dal realismo magico sudamericano. Il risultato è una narrazione corale ipnotica, un moderno presepe fatto di personaggi vitali e incandescenti, una generosa parabola di accoglienza e solidarietà."" -
Nella buona e nella cattiva sorte
Alla sua quarta prova nel genere thriller, Marina Di Guardo conferma la rara capacità di sposare con inedito successo intrecci imprevedibili e ricchi di suspense a forti prese di posizione su terribili temi di cronaca vera. Irene, giovane illustratrice di talento, vive da anni ostaggio del marito Gianluigi, manager geloso e violento, convinta, come tante altre vittime di violenza domestica, di meritarsi la semi-segregazione a cui lui la costringe a forza di minacce e lividi. All'indomani dell'ennesimo litigio, grazie al sostegno di Alice – l'amica d'infanzia trapiantata a Londra – Irene trova finalmente il coraggio di ribellarsi: mentre il marito è al lavoro, carica in macchina la loro piccola figlia Arianna e scappa da Milano, per correre verso un piccolo paese di provincia nella casa in cui è cresciuta e che i genitori le hanno lasciato in eredità. Gianluigi però la rintraccia prima del previsto, e le ordina di tornare in città, preannunciando ritorsioni – non solo da parte dei suoi avvocati. Irene sente le forze già esili cedere, ma nel paese scopre insperati alleati: un'anziana vicina di casa, un negoziante che forse ha un debole per lei… Purtroppo, inquietanti incidenti minacciano presto la sua fragile serenità. Irene nonostante tutto cerca faticosamente di rimettere insieme i cocci della sua vita, ma tutto precipita quando chi dovrebbe proteggerla da Gianluigi viene ritrovato brutalmente assassinato… -
Mia inquieta Vanessa
Mia inquieta Vanessa è un romanzo provocatorio, disturbante e potente, è il ritratto magistrale di un'adolescenza travagliata e delle sue ripercussioni, che solleva interrogativi fondamentali su azione, consenso, complicità e sull'essere vittima. È il romanzo che definisce un'epoca, e segna l'esplosivo esordio narrativo di una straordinaria autrice.«La confusione straziante di un'adolescente e le più profonde perversioni del potere: un romanzo che definisce un'epoca» – People2000. Delusa dalla fine di un'amicizia e alle prese con le prime difficoltà della vita ma ambiziosa e impaziente di diventare adulta, Vanessa Wye ha quindici anni quando affronta il secondo anno di liceo alla prestigiosa Browich School e inizia una travolgente relazione con Jacob Strane, il suo magnetico insegnante di letteratura di quarantadue anni. 2017. Quasi vent'anni dopo, quando iniziano il movimento #MeToo e l'ondata crescente di accuse verso uomini potenti, arriva infine la resa dei conti. Strane viene accusato di abusi sessuali da un'altra ex allieva, che contatta Vanessa chiedendole di fare lo stesso e denunciare il professore. Vanessa è inorridita, perché è sicura che la relazione che ha avuto con Strane non sia stata un abuso. Era amore. Di questo è certa. Costretta a ripensare il suo passato, a ripercorrere tutto ciò che è accaduto, Vanessa deve ridefinire la storia d'amore mai davvero finita che ha segnato la sua esistenza, e deve affrontare la possibilità di essere una vittima, e solo una delle tante. Si ritrova improvvisamente di fronte a una scelta impossibile: rimanere in silenzio, ferma nella convinzione di avere agito volontariamente quando ha iniziato la relazione da adolescente, o guardare con altri occhi se stessa e gli eventi del suo passato. Ma come può rinnegare il suo primo amore, l'uomo che l'ha trasformata radicalmente ed è stato una presenza costante nella sua vita? È davvero possibile che colui che tanto ha amato da ragazzina e che ha sempre professato di adorare solo lei possa essere così diverso dall'uomo in cui ha sempre creduto? Alternando il presente di Vanessa e il suo passato, la storia affianca memoria, trauma e l'emozione mozzafiato di una adolescente che scopre il potere che può esercitare il proprio corpo. -
Svegliarsi negli anni Venti. Il cambiamento, i sogni e le paure da un secolo all'altro
In questo libro, tra futuristi e futurocrati, feste dell'Età del Jazz e odierni aperitivi, fra esplosioni di rabbia sociale e intelligenze artificiali, le storie e le domande rimbalzano da un secolo all'altro. Ci dicono tutta l'ansia e la meraviglia di svegliarsi negli anni Venti. E di vivere il proprio tempo, nonostante tutto, come un'avventura irripetibile.«Un viaggio dai primi del Novecento a oggi seguendo le tracce di Gobetti, Kafka e Kiki de Montparnasse. Spiriti (diversi) dei tempi in un percorso costellato da stravolgimenti tanto veloci quanto inimmaginabili» - La Stampa, TuttolibrirnUn secolo fa, con una guerra mondiale e una grande epidemia alle spalle, il mondo ruggiva festoso, ignaro delle nubi che si addensavano all'orizzonte. Gli anni Venti arrivavano carichi di promesse e di minacce. Ecco che tornano, in un paesaggio stravolto e indecifrabile. Le decadi, diceva Hemingway, finiscono ogni dieci anni, mentre le epoche possono finire in qualsiasi momento. Contare il tempo è una questione tutta umana e i calendari non sono altro che lo specchio delle nostre attese, del nostro bisogno di archiviare e progettare. Ma che cos'è un passaggio d'epoca? Come si riconosce? Chi lo decreta? Fra Monaco e Copenaghen, Vienna e Pechino, Paolo Di Paolo ci conduce in una sorta di corridoio spazio-temporale tra due secoli, in compagnia di scrittori e artisti che hanno colto lo spirito e le inquietudini del tempo, gli istanti in cui si intravede la nascita del futuro o gli ultimi bagliori di un mondo che tramonta. I protagonisti sono uomini e donne alla prova del cambiamento, in una società che reinventa valori e confini, alimentando eterni desideri. I maniaci dei selfie che affollano Rue Crémieux a Parigi, esasperando i residenti, non sono forse gli epigoni di una giovane fotografa, Claude Cahun, che cent'anni prima realizzava autoscatti provocatori? E quei «conflitti insensati», le reazioni «furibonde e sguaiate» che avvenivano ogni giorno «sotto gli occhi delle autorità» nel sanatorio raccontato da Thomas Mann, non riflettono esattamente ciò che accade sui social? Franz Kafka lamentava il «rapporto spettrale» fra gli individui, ma non è mai stato su WhatsApp. In questo libro, tra futuristi e futurocrati, feste dell'Età del Jazz e odierni aperitivi, fra esplosioni di rabbia sociale e intelligenze artificiali, le storie e le domande rimbalzano da un secolo all'altro. Ci dicono tutta l'ansia e la meraviglia di svegliarsi negli anni Venti. E di vivere il proprio tempo, nonostante tutto, come un'avventura irripetibile. -
L' uomo nell'alto castello
Come sarebbe, si domanda Philip Dick, un mondo nato dalla vittoria dell'Asse nella Seconda guerra mondiale? Chi governerebbe il Reich? Cambierebbe qualcosa? Cambierebbe qualcosa per lui, Phil Dick, scrittore proletario e depresso, residente a Point Reyes, nella Contea di Marin? Partendo da quest'idea, poi divenuta un classico della letteratura, Dick non immagina un ipotetico futuro quanto un diverso passato e il presente che ne deriva. Un mondo che lo scrittore costruisce consultando l'antica saggezza dell' I Ching . E così fanno anche i suoi personaggi, abitanti della California nipponizzata del 1962: il signor Tagomi, alto funzionario giapponese alla ricerca di un dono prezioso per un visitatore in arrivo dal Reich; Robert Childan, proprietario di un negozio di carabattole americane – fumetti d'anteguerra, orologi di Topolino, dischi di Glenn Miller – ormai considerate antichità; Frank Frink, che rifornisce Childan di finti reperti; la sua ex moglie Juliana… Oltre all' I Ching , c'è un altro libro che ossessiona i protagonisti: il romanzo proibito La locusta si trascinerà a stento , dove si narra di un mondo nel quale gli Alleati hanno vinto la guerra. Il suo misterioso autore, si dice, vive nascosto in una fortezza… Vincitore del Premio Hugo nel 1963, L'uomo nell'alto castello (noto anche come La svastica sul sole ) è un'elettrizzante riflessione sulla storia, il potere, la libertà, la realtà e la sua creazione. -
Gli androidi sognano pecore elettriche?
San Francisco 1992. La Terra è un pianeta desolato, devastato dalle guerre nucleari; gli esseri umani sono in gran parte emigrati nelle colonie esterne e numerose specie animali si sono estinte, tanto che possedere un animale domestico vivente è diventato un ambito status symbol . Per chi non può permettersi un cucciolo ""vero"""", come il cacciatore di taglie Rick Deckard, ci sono le pecore elettriche… L'umanità vive infatti affiancata da diversi modelli di robot, dalle semplici macchine-utensili ai vicini di casa artificiali, fino a sofisticati modelli di androidi assolutamente indistinguibili dagli esseri umani, anzi persino più intelligenti, come i Nexus-6. Quando alcuni esemplari di questi replicanti perfetti fuggono da una colonia marziana per vivere liberi, Rick è incaricato di """"congedarli"""". Prima, però, dovrà riuscire a individuarli… Cos'è reale e cosa no? Cos'è umano e cosa no? E poi le droghe, i difficili rapporti tra i sessi, la repressione dello Stato: i grandi temi della narrativa di Philip K. Dick animano questo celebre romanzo di fantascienza, tragico e grottesco, un capolavoro che esce dai confini del genere letterario, «un trattato di teologia cibernetica assolutamente vertiginoso, di una ricchezza narrativa impressionante» (Carrère)."" -
Ubik
Esiste una vita oltre vita, uno spazio etereo in cui lo spirito dei defunti sopravvive alla morte in una dimensione sospesa tra il buio e la luce, tra il colore e la bruma. Conservati in criostasi all'interno di speciali strutture, i defunti possono comunicare con i loro cari tramite un congegno elettronico e fornire conforto, lenire solitudini, dispensare consigli. Ed è per avere consiglio che Glen Runciter, a bordo della sua aviomobile, sbarca sul tetto del Moratorium Diletti Fratelli, la struttura svizzera dove la bellissima moglie Ella giace ormai da decenni in una bara trasparente, avvolta in effluvi di nebbia ghiacciata. Runciter gestisce un'agenzia prudenziale, la Runciter Associates, di cui Ella era socia in vita, che - avvalendosi di inerziali in grado di neutralizzare l'attività di telepati e precog - offre a clienti e aziende sicurezza e privacy dalle intrusioni delle spie psichiche. Uno dei telepati più temibili che gli uomini di Glen monitoravano è sparito dai radar della Runciter Associates. Non si tratta del primo ""incidente"""" del genere, e l'agenzia sta attraversando un momento di grossa difficoltà, ci vuole un'idea. Ma lo spirito di Ella non è più quello di una volta: appare confusa, distante, a tratti assente. La sua semivita si sta lentamente spegnendo."" -
Le tre stigmate di Palmer Eldritch
XXI secolo. L'umanità ha colonizzato il Sistema Solare e si è stabilita su ogni pianeta o satellite abitabile. Ma la vita fuori dalla Terra è dura e tutt'altro che piacevole. Per questo Leo Bulero fa grossi affari vendendo ai coloni marziani l'illusione di essere ancora ""a casa"""", grazie ai plastici della bambola Perky Pat. Certo, non bastano mobili e accessori in miniatura: perché l'effetto sia completo serve anche il Can-D, una droga se non legale quanto meno tollerata. Bulero non è l'unico imprenditore a cercare di guadagnare sfruttando la nostalgia della Terra: ancora più spregiudicato di lui è Palmer Eldritch, che si reca fino a Proxima Centauri in cerca di nuove ricchezze da commerciare. Ma non è più lo stesso quando, dopo dieci anni, torna sulla Terra e mette sul mercato il Chew-Z, che consente esperienze molto più potenti del Can-D."" -
Scorrete lacrime, disse il poliziotto
Nel 1988 gli Stati Uniti, dopo una Seconda guerra civile, sono diventati uno stato totalitario, nel quale vive un'élite di individui superiori geneticamente modificati, i Sei. Uno di loro è Jason Taverner, ex cantante e ora star televisiva. Una mattina Taverner si sveglia in una stanza sconosciuta in uno squallido albergo, sprofondato di colpo nell'anonimato. Nessuno ha mai sentito parlare dei suoi dischi o del suo show, seguito fino al giorno prima da trenta milioni di americani. Nessuno riconosce il suo volto; il suo agente e il suo avvocato negano di sapere qualcosa di lui. Di lui non resta alcuna traccia, né nella memoria dei suoi contemporanei né negli archivi della polizia. E questo potrebbe essere un problema, un grosso problema in un mondo in cui chi non ha un'identità è considerato un criminale. Ridotto allo stato di nonpersona e braccato dall'onnipresente polizia, Jason inizia a chiedersi se tornerà mai a essere ricco e famoso. E soprattutto se ci sia stato davvero un tempo e un luogo in cui lui era ricco e famoso, o sia stato tutto solo un sogno. Candidato ai premi Hugo e Nebula, vincitore del Campbell Memorial Award, Scorrete lacrime, disse il poliziotto (1974) esplora i temi più cari a Philip K. Dick – l'incerto confine tra realtà e illusione, il controllo sociale, gli effetti delle droghe –, e invita il lettore a gettare uno sguardo oltre l'orlo di spaventose ossessioni che danno forma a un universo nel quale, forse, stiamo già vivendo.