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Il peggiore dei mondi possibili
Fiorirà l’aspidistria, Omaggio alla Catalogna, Una boccata d’aria, La fattoria degli animali, 1984: con queste cinque opere, tra il 1936 e il 1948, George Orwell è andato delineando un panorama sociale, politico e narrativo che si è nutrito insieme di suggestioni biografiche, grandi eventi storici, immaginazione letteraria, diventando uno dei grandissimi autori del Novecento. Questo volume li raccoglie, fornendo inoltre un agile profilo dell’autore e una curiosa sezione di giudizi critici dei contemporanei, a volte sorprendenti. -
La mia storia. Una vita coraggiosa
Montgomery, Alabama, 1° dicembre 1955: terminata la giornata lavorativa, la quarantaduenne Rosa Parks, di pelle nera e di professione sarta, prende l'autobus diretta a casa. Quando sale un passeggero bianco, il conducente le chiede di lasciargli il posto, come impongono le regole. Rosa Parks rifiuta. Inizia così il boicottaggio degli autobus: un anno dopo la norma segregazionista viene dichiarata anticostituzionale e il movimento per i diritti civili è diventato una questione di livello nazionale. Quel semplice atto ebbe una portata enorme. In queste pagine commoventi, con linguaggio semplice e assoluta sincerità, la donna simbolo della lotta per i diritti civili racconta la propria vita e il proprio ruolo nella costruzione di una società più giusta per tutti gli americani. -
Nati due volte
Amaro e drammatico, grottesco e comico, ironico e appassionato, sempre lucidissimo, Nati due volte racconta il rapporto di un padre con il figlio disabile. Guidandolo attraverso gli scogli della vita, il padre apprende dal giovane l'arte di vivere non per essere «normali», ma per essere solo se stessi. Attorno ai due protagonisti si muove una folla di personaggi che incarnano le diverse reazioni di fronte all'handicap: l'impreparazione e il cinismo, l'imbarazzo e la stupidità, ma anche l'amore sconfinato e la solidarietà altruistica. Perché i bambini disabili «nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è affidata all'amore e all'intelligenza degli altri». -
Cent'anni di solitudine
Da José Arcadio ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro Melquíades finalmente decifrate: cent'anni di solitudine della grande famiglia Buendía, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile. Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da un'inarrestabile fantasia, Gabriel García Márquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell'esistenza umana. In questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidità e la sensatezza dei personaggi femminili. Con la sua forza, il suo bagaglio di visioni e di prodigi, con la sua capacità di reinventare il mondo, Cent'anni di solitudine è il libro rivelazione che ha rivoluzionato il modo di narrare e ha aperto alla forma romanzo una nuova stagione di successi. Un capolavoro insuperato e insuperabile, un racconto tra i più amati di ogni tempo, un «romanzo ideale», secondo le parole dello stesso autore, «capace di rivoltare la realtà per mostrarne il rovescio».COME COMINCIAMolti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía avrebbe ricordato quel pomeriggio remoto in cui suo padre l'aveva portato a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di fango e canne costruite sulla riva di un fiume dalle acque diafane che si precipitavano su un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente che molte cose erano senza nome, e per menzionarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni, nel mese di marzo, una famiglia di zingari straccioni piantava la tenda vicino al villaggio, e con gran chiasso di fischietti e timbales veniva a far conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. Uno zingaro corpulento, con una barba selvatica e mani di passero, che si presentò col nome di Melquíades, diede una truce dimostrazione pubblica di quella che chiamava l'ottava meraviglia dei sapienti alchimisti di Macedonia. Andò di casa in casa trascinando due lingotti metallici, e tutti si spaventarono vedendo che paioli, padelle, pinze e fornelli cadevano in terra, e i legni scricchiolavano per la disperazione dei chiodi e delle viti che cercavano di schiodarsi, e anche gli oggetti perduti da molto tempo ricomparivano là dove più erano stati cercati, e strisciavano in un turbolento fuggifuggi dietro ai ferri magici di Melquíades. «Le cose hanno vita propria,» proclamava lo zingaro in tono aspro «è solo questione di risvegliarne l'anima.» -
Diario. Le stesure originali
28 marzo 1944. Dall'esilio londinese il ministro olandese dell'Istruzione lancia un appello ai connazionali perché conservino ogni testimonianza utile a raccontare quanto sta accadendo nei Paesi Bassi occupati dai nazisti. Ad ascoltarlo c'è un'adolescente ebrea che vive ad Amsterdam in un nascondiglio. Il suo nome, oggi universalmente noto, è Anne Frank. Anne ama scrivere, da grande vuole fare la giornalista o la scrittrice, e ne ha tutte le doti; compone qualche racconto, ma soprattutto da circa due anni tiene un diario: un testo intimo, destinato solo a se stessa, che definisce «la confessione di un brutto anatroccolo». Ma a partire da quel giorno, in cui scopre il valore della memoria, la «bambina di Amsterdam» si dedica consapevolmente a riscriverlo, il diario, per conferirgli valore eterno di testimonianza. Gli dà forma epistolare, dei personaggi e anche un titolo, La casa sul retro; ne controlla lo stile e ordina il materiale in vista di un pubblico, di futuri lettori. Preziosa fonte storiografica e precoce laboratorio di scrittura, il Diario, nella sua duplice redazione (A e B), mette in luce tutta la valenza umana e letteraria di un «libro composto sul confine dell'abisso». Introduzione di Alberto Cavaglion. -
Essere e tempo
Essere e tempo non è solo il libro cui si deve principalmente la fama di Martin Heidegger, maestro dell'esistenzialismo, ma è soprattutto una delle opere più importanti della filosofia del Novecento.Testo complesso e radicale – qui proposto in una traduzione innovativa che ne restituisce tutta la complessità e radicalità –, Essere e tempo (1927) non è solo il libro cui si deve principalmente la fama di Martin Heidegger, maestro dell'esistenzialismo, ma è soprattutto una delle opere più importanti della filosofia del Novecento: si propone infatti una reimpostazione di tutta la ricerca filosofica, dalla nascita stessa della filosofia fino al tempo presente. Essa intende risvegliare la comprensione di quel problema del senso dell'essere che, dopo i suoi esordi nella Grecia classica, ha finito per oscurarsi nella storia della metafisica a causa del primato implicito assegnato a una sola dimensione temporale, quella della presenza. Poiché la domanda sull'essere è tipica dell'uomo e solo l'uomo se la pone, si tratta per Heidegger di analizzare in primo luogo l'""esserci"""" dell'uomo, con l'effetto di approdare a una riconcettualizzazione dell'intero lessico ereditato dalla tradizione filosofica, da Platone a Hegel."" -
I quaranta giorni del Mussa Dagh
Grande poema corale brulicante di personaggi indimenticabili, I quaranta giorni del Mussa Dagh, pubblicato nel 1933, fece conoscere al mondo il feroce sterminio del popolo armeno.Primavera 1915, nei pressi di Antiochia, Impero ottomano. Gabriel Bagradian, un armeno da tempo stabilitosi all'estero, è in visita nel villaggio natale con la moglie francese e il figlioletto quando il governo ottomano dà inizio alla deportazione e allo sterminio del suo popolo. Le comunità che abitano alle pendici del monte Mussa Dagh decidono di combattere. Gabriel Bagradian, l'intellettuale che ha studiato alla Sorbona, si trova così, quasi per caso, a guidare l'eroica resistenza di alcune migliaia di armeni asserragliati sulla ""Montagna di Mosè"""". Grande poema corale brulicante di personaggi indimenticabili, I quaranta giorni del Mussa Dagh, pubblicato nel 1933, fece conoscere al mondo il feroce sterminio del popolo armeno. Basato su una ricchissima documentazione storica, è soprattutto un romanzo epico e drammatico, una vibrata, profetica denuncia di tutti i genocidi della storia e un inno alla determinazione dell'uomo e alla sua capacità di resistere."" -
Fontamara
In Fontamara, opera intessuta di una precisa verità storica e scandita da un'alternanza di registri, Ignazio Silone riesce a fondere ballata popolare, parabola evangelica e satira politica in una partitura corale ritmata che si fa denuncia violenta di ogni ingiustizia.«A chi guarda Fontamara da lontano, dal Feudo del Fucino, l'abitato sembra un gregge di pecore scure e il campanile un pastore. Un villaggio insomma come tanti altri; ma per chi vi nasce e cresce, il cosmo. L'intera storia universale vi si svolge: nascite, morti, amori, odii, invidie, lotte, disperazioni.» Nei primi anni della dittatura fascista, qui, a Fontamara, i “cafoni” – braccianti, manovali, artigiani poveri – subiscono soprusi e ingiustizie così antichi da sembrare loro naturali come la pioggia, il vento, la neve. Berardo Viola, che porta una scintilla di ribellione, subirà le torture della milizia fascista e sarà ucciso, ma assurge a emblema di un nuovo, seppure ancora impreciso e velleitario, livello di dignità. In Fontamara, opera intessuta di una precisa verità storica e scandita da un'alternanza di registri, Ignazio Silone riesce a fondere ballata popolare, parabola evangelica e satira politica in una partitura corale ritmata che si fa denuncia violenta di ogni ingiustizia. -
Il giovane Diabolik
Mario Gomboli e Tito Faraci avevano già indagato sul passato del Re del Terrore ""prima dell'arrivo di Eva"""", sia ne """"Gli anni perduti nel sangue"""" che in """"Io sono Diabolik"""". Ma non avevano osato andare più indietro nel tempo, quando un giovanissimo Diabolik ancora non aveva un nome e viveva sull'isola di King. Tuttavia la tentazione era forte e così, nel 2010, scrissero """"L'ombra della luna"""", che comprende un episodio in cui lui, adolescente, incontra la pantera nera da cui avrebbe preso il nome. Il successo di quell'albo li spinse poi ad approfondire il tema e a ricercare altri pezzi mancanti della giovinezza del personaggio per svelare finalmente, tra vari aneddoti, l'evoluzione delle famose """"maschere di plastica"""". Lo fecero nel 2017, ne """"La maschera e il volto"""". Che i disegni fossero ancora da affidare a Giuseppe Palumbo era scontato, dopo il successo degli episodi precedenti, mentre per il prologo e l'epilogo, la scelta cadde su Giuseppe Di Bernardo, già apprezzato autore di numerosi albi della collana tradizionale."" -
Caccia al wither. Minecraft
Due cacciatori di mostri + una ragazza maledetta + un amico mangiato da un mob = DIVERTIMENTO ASSICURATO!Cahira e Orion sono due gemelli cacciatori di mostri, giovani apprendisti di Senan il Rigoroso. Un giorno, durante uno scontro apparentemente semplice, un potente wither incantato coglie di sorpresa il trio e Senan viene mangiato vivo. I due ragazzi non hanno dubbi: salveranno il loro mentore, costi quel che costi. Il problema è che prima dovranno ritrovare il wither, e in fretta! Nella loro corsa contro il tempo, Cahira e Orion si imbattono in Atria, una ragazza vittima di una maledizione che attira mob ostili. Se si unisse all'impresa, Atria potrebbe aiutarli a scovare il wither. Ma non è facile viaggiare con un'orda di mob alle calcagna... -
Ash e Goh, avanti tutta! Avventure a Galar. Pokémon
Ash e il fedele Pikachu hanno una straordinaria possibilità: diventare assistenti del Professor Cerasa, l'ambizioso fondatore di un laboratorio interamente dedicato allo studio dei Pokémon di tutto il mondo. Presto il ragazzo si ritrova così a collaborare con Goh, che fin da bambino sogna di fare la conoscenza degli esemplari più rari, in particolare dello sfuggente Mew. Pur essendo molto diversi per carattere e temperamento, Ash e Goh formano una squadra vincente e lo dimostreranno esplorando insieme la mitica regione di Galar, popolata da sorprendenti Pokémon selvatici e dove il misterioso fenomeno Dynamax, capace di trasformare queste creature in colossi, si manifesta in tutta la sua potenza. L'avventura è solo all'inizio... Età di lettura: da 6 anni. -
La luna e i falò. Ediz. a colori
Favolosamente sospeso tra passato e presente, La luna e i falò ci parla con la voce senza tempo di un grande classico del Novecento.«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.»Anguilla non ha altra famiglia se non le colline delle Langhe: ed è qui, infatti, che decide di tornare dopo aver vissuto tanto tempo lontano, prima a Genova e poi in America. Tutto sembra rimasto uguale a come era: le vigne, la palazzina del Nido, il Belbo che scorre tra le canne. Quello che è cambiato irrimediabilmente, però, è che Anguilla adesso ha quarant'anni, non è più il bambino orfano di allora, e sulla Gaminella, la collina che lo ha visto crescere, ora vive Cinto, un ragazzino che cammina male ed è tutto ossa, ma non si perde una parola di quell'uomo arrivato da lontano. Conversando con Nuto – l'amico di sempre secondo il quale «per farcela a vivere in questa valle non bisogna mai uscirne» – Anguilla ripercorre i propri ricordi delle Langhe e dell'America, ma anche tutto ciò che le colline hanno visto accadere mentre lui non c'era: la guerra mondiale, la lotta partigiana, il lento abbandono della vita contadina. Favolosamente sospeso tra passato e presente, La luna e i falò ci parla con la voce senza tempo di un grande classico del Novecento. -
Cosa fare se una ragazza bianca si innamora di te
Cosa significa per un ragazzo nero vivere nell'Italia di oggi? Da alcuni anni è Tay Vines a raccontarcelo, nei suoi video su YouTube e ora in queste pagine. ""Non è colpa di nessuno se il colore nero si confonde nel buio. Però in certi casi mi faccio delle domande. Non è che voglio vedere razzismo ovunque, ma quel marchingegno delle macchine fotografiche che si basa sul colore bianco per fare l'esposizione... chi l'ha inventato? Se fai una foto di sera con degli amici bianchi l'esposimetro si regola sulla loro carnagione chiara. Risultato: loro luminosi e splendidi, io al buio. E non c'è via d'uscita. Ho provato a invertire le proporzioni: sei amici neri e uno bianco. Secondo voi come si è regolata la macchina fotografica? Ovviamente sull'unico volto bianco. Se non è razzismo questo. Il solo modo per fregare l'esposimetro è mostrare i denti. Sorridere, sorridere sempre"""". Tra neri """"bianchi dentro"""" e neri militanti, bianchi razzisti e bianchi più accoglienti di una onlus, questo libro è una raccolta di episodi surreali e irriverenti, ma sempre divertentissimi, in cui nessuno è risparmiato. Perché, indipendentemente dal colore della pelle, una cosa ci accomuna tutti: la nostra varia umanità, a volte diffidente, altre generosa, molto più spesso folle. Qual è la soluzione per sopravvivere, allora? Sorridere, sorridere sempre."" -
Il pozzo dell'ascensione. Mistborn. Vol. 2
L'impossibile è successo: il Lord Reggente è morto e l'Ultimo Impero è caduto. Anche Kelsier, l'uomo che ha portato alla fine del Reggente, è morto e ora il compito di costruire un nuovo mondo è ricaduto sulla sua protetta, Vin. È lei la Mistborn più potente, ma il suo compito sarà tutt'altro che facile. Forse l'unica speranza risiede in un'antica leggenda, che parla del misterioso Pozzo dell'Ascensione. Un grande bestseller del genere fantasy, ottimamente recensito e molto atteso dai lettori in questa edizione. Entra nel catalogo Oscar il principale punto di accesso all'universo narrativo del ""Cosmere""""."" -
Il campione delle ere. Mistborn. Vol. 3
Forzati con l’inganno a rilasciare il demone Ruin mentre tentavano di chiudere il Pozzo dell’Ascensione, il nuovo imperatore Elend Venture e sua moglie, l’assassina Vin, si trovano a dover far qualcosa per salvare il mondo. E devono farlo in fretta. L’epic fantasy di Mistborn giunge con questo volume a un livello ancora più esaltante: personaggi sfaccettati, una trama appassionante, e le eterne domande sulla lealtà, la fede, la responsabilità. -
Ferito a morte
Un libro di iniziazione, di rivelazione e di scoperta dal valore universale. «Testimonianza vibrante di quegli irripetibili anni Cinquanta napoletani e italiani - teneri e sfacciati, avviticchiati e svaniti come i giri di un cavatappi - e fedelissima alle loro sfumature più dolorosamente superficiali ed effimere, Ferito a morte è anche un classico. È un libro straordinario, che fonde perfettamente natura e storia, coerenza strutturale della costruzione narrativa e impalpabile poesia del fluire della vita, percezione sensibile e critica politica, l'istante atemporale dell'epifania esistenziale e la storicità (entrambi incarnati in una Napoli mitica e reale), pessimismo e felicità, compresenti nel cuore come nella seduzione del mare, fisicità immediata e riflessione.» Claudio Magris La vicenda narrata in Ferito a morte si svolge nell'arco di circa undici anni, dall'estate del 1943, quando, durante un bombardamento, il protagonista Massimo De Luca incontra Carla Boursier, fino al giorno della sua partenza per Roma, all'inizio dell'estate del 1954. Tra questi due momenti il racconto procede per frammenti e flash, ognuno presente e ricordato, ognuno riferito a un anno diverso, anche se tutti sembrano racchiusi, come per incanto, nello spazio di un solo mattino: la pesca subacquea, la noia al Circolo Nautico, il pranzo a casa De Luca… Negli ultimi tre capitoli vi è poi come una sintesi di tutti i successivi viaggi di Massimo a Napoli, disincantati ritorni nella città che «ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutt'e due le cose insieme»; nella città che si identifica con l'irraggiungibile Carla, con il mare, con i miti della giovinezza. Se, come ha scritto E.M. Forster, «il banco finale di prova di un romanzo sarà l'affetto che per esso provano i lettori», quella prova Ferito a morte l'ha brillantemente superata: libro definito dal suo stesso autore «non facile», cult per molti critici e scrittori, è stato ed è anche un libro popolare, amato e letto, con grande adesione sentimentale, da lettori che poco sapevano di questioni letterarie, ma vi ritrovavano la loro stessa nostalgia per un paradiso perduto e per una «giornata perfetta». -
Io, robot
Cosa avviene se un robot inizia a mettere in discussione i propri creatori? E cosa succederebbe se si costruisse un robot con il senso dell'umorismo, o capace di mentire? Ma soprattutto, che cosa distingue, davvero, l'uomo dalla macchina?I protagonisti di questa memorabile serie di racconti, qui proposti nella nuova traduzione di Vincenzo Latronico, non sono umani ma assomigliano all'uomo sotto molti aspetti. E anche dove sono più diversi, un tratto improvviso, una ""espressione"""" o un balenare d'acciaio fanno sorgere inquietanti interrogativi su dove finisca il meccanico e cominci il vivente. Perché i robot di Asimov sono non solo efficienti, ma anche un po' imprevedibili: cosa avviene, per esempio, se un robot inizia a mettere in discussione i propri creatori? E cosa succederebbe se si costruisse un robot con il senso dell'umorismo, o capace di mentire? Ma soprattutto, che cosa distingue, davvero, l'uomo dalla macchina? In questa iconica antologia, pubblicata per la prima volta nel 1950, Asimov cambia per sempre la nostra percezione dell'intelligenza artificiale. È in queste pagine infatti che sono formulate per la prima volta le Tre Leggi Fondamentali della Robotica, divenute presto basilari per tutta la science fiction , che vengono indagate da Asimov in ogni loro implicazione. Ma soprattutto Io, Robot regala ai lettori una raccolta di stupende storie, ironiche, tenere, commoventi, divertenti; racconti che mentre parlano di androidi ci svelano i lati più riposti della bizzarra natura umana."" -
La buona terra. Nuova ediz.
Ambientato nel primo Novecento, La buona terra è il romanzo che ha decretato la fama letteraria di Pearl S. Buck. Scritto a Nanchino nel 1930, trae origine dall'infanzia cinese dell'autrice e dai suoi viaggi con il marito, agronomo per conto di una missione cristiana, nella provincia dell'Anhui.Per il contadino Wang Lung, per la sua umile e rassegnata moglie O-Lan, e per la loro comunità, la terra rappresenta tutto. Spinto dal desiderio di comprare la terra Wang Lung lavora duramente, in fuga dalla carestia emigra nella città, affronta ogni sorta di difficoltà pur di tornare alla terra. Perché la terra rappresenta il benessere, ma anche l'unione della famiglia, le tradizioni più sacre, le virtù delle generazioni passate e le speranze di quelle future. E allontanarsi dalla terra non può che portare sventura. Ambientato nel primo Novecento, La buona terra è il romanzo che ha decretato la fama letteraria di Pearl S. Buck. Scritto a Nanchino nel 1930, trae origine dall'infanzia cinese dell'autrice e dai suoi viaggi con il marito, agronomo per conto di una missione cristiana, nella provincia dell'Anhui. Ma la Cina non offre solo uno sfondo esotico, una vicenda, dei personaggi: Pearl S. Buck è intrisa dei valori e della cultura cinesi – lei stessa si definiva ""bifocale"""" – e il suo stile rispecchia tanto l'essenzialità biblica quanto il passo lento, fluido appreso dalla grande tradizione narrativa cinese. Una caratteristica di grande fascino che la nuova traduzione di Margherita Carbonaro qui presentata restituisce appieno al lettore italiano."" -
La casa sul mare celeste
Un'incantevole storia d'amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.«Un fantasy intelligente e genuino. Attenzione: può riempire il cuore» – The Washington Post«L'ho adorato. È come farsi avvolgere in una grande coperta arcobaleno. Semplicemente perfetto» – V.E. Schwab«Rinnoverà la vostra fiducia nell'umanità» – Terry BrooksL'odio fa molto rumore, ma ti accorgerai che è solo perché le persone che gridano sono poche e vogliono disperatamente farsi sentire.Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli ""normali"""", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto.COME COMINCIA«Oh, mannaggia» esclamò Linus Baker, asciugandosi il sudore dalla fronte. «Questo sì che è insolito.»L'eufemismo del secolo. Ciò che Linus osservava con crescente meraviglia era una ragazzina di undici anni di nome Daisy, impegnata a far levitare dei cubetti di legno. Questi ultimi ruotavano lentamente, formando cerchi concentrici nell'aria. Con la punta della lingua incastrata tra i denti e le sopracciglia aggrottate, Daisy era il ritratto della concentrazione. Lo spettacolo durò per un minuto abbondante prima che i cubetti cominciassero la loro lenta discesa verso il pavimento. La capacità di controllo della piccola era fenomenale.«Molto bene» bofonchiò Linus, scribacchiando furiosamente sul taccuino."" -
Eva e la bottega riparacose
A volte tutto ciò di cui hai bisogno è solo un pizzico di magia...Dovevo tenermi la mia magia a tutti i costi. Adoravo la magia più del mio stesso respiro, più dei croissant del papà o della marmellata alle gemmerosse. Avrei dovuto fare tutto il possibile per aiutare Auteri a prepararsi alla Furia.Eva sogna di diventare una strega, se però fallirà la sua missione da apprendista il Consiglio le toglierà per sempre i suoi poteri. Il problema? Eva possiede solo un pizzico di magia: fa spuntare cavoli al posto di fiori, si scotta anziché evocare la pioggia e, quel che è peggio, se fa troppi incantesimi si addormenta. Ciononostante, quando giunge nella cittadina di Auteri, Eva ha in mente un piano: aprirà una bottega riparacose e aiuterà gli abitanti, mostrando il suo valore. La previsione non potrebbe essere più errata! Derisa per le sue soluzioni semimagiche, Eva dovrà lottare per smentire i cittadini, riuscendo infine a conquistarli e a ripararne le vite in modi inaspettati. Finché la Furia, la tempesta magica più terribile di tutti i tempi, minaccia di abbattersi sulla città. Eva sa di non poterla contrastare: dovrà ricorrere a ogni risorsa e al suo pizzico di magia per impedire che Auteri venga spazzata via, insieme ai suoi sogni.