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Trieste. Un'identità di frontiera
Angelo Ara e Claudio Magris si sono proposti di indagare proprio la peculiarità del ""caso Trieste"""", studiandolo nella sua storia e nelle testimonianze letterarie. Ecco dunque l'unicità, a sua volta spesso mitizzata, di un crocevia che rispecchia le tensioni europee, che fonde - spesso drammaticamente - culture ed etnie diverse, e in cui possono convivere l'irredentismo e il culto di Francesco Giuseppe, il cosmopolitismo e la chiusura municipale. Profondamente triestine, e insieme internazionali, di una modernità che oggi possiamo intendere meglio, sono le figure che campeggiano in queste pagine: Svevo, Saba, Slataper, e poi i fratelli Stuparich, Michelstaedter e tanti altri ancora, al tempo stesso mediatori di esperienze diverse e inventori originali in proprio."" -
Cantata dei giorni pari
Contenuto: Farmacia di turno; Uomo e galantuomo; Requie e l'anema soja; Ditegli sempre di sì; Filosoficamente; Sik Sik, l'artefice magico; Chi è cchiù felice 'e me!; Quei figuri di trent'anni fa; Natale in casa Cupiello; Gennariello; Quinto piano, ti saluto!; Uno coi capelli bianchi; L'abito nuovo; Pericolosamente; La parte di Amleto; Non ti pago; Io, l'erede. Ogni commedia è preceduta da una nota critica sulla storia del testo e la sua fortuna scenica. Cronologia della vita e del teatro, e bibliografia. -
Orlando furioso
«Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,le cortesie, l'audaci imprese io canto.»rn«Ariosto sembra un poeta limpido, ilare e senza problemi, eppure resta misterioso: nella sua ostinata maestria a costruire ottave su ottave sembra occupato soprattutto a nascondere se stesso. Egli è certo lontano dalla tragica profondità che avrà Cervantes, quando un secolo dopo, nel ""Don Chisciotte"""", compirà la dissoluzione della letteratura cavalleresca. Ma tra i pochi libri che si salvano, quando il curato e il barbiere dàanno alle fiamme la biblioteca che ha condotto alla follia l'hidalgo della Mancia, c'è il """"Furioso""""...» – Italo CalvinoUna principessa in fuga, due cavalieri innamorati, un tremendo mostro marino e un ippogrifo. Sono i protagonisti dell'Orlando furioso, il capolavoro di Ludovico Ariosto, in cui si narrano le gesta di Orlando, paladino di Carlo Magno, eroe bello, coraggioso, leale e pronto a morire per il suo re. Almeno finché non impazzisce per l'amore di Angelica e deve andare a recuperare il proprio senno sulla luna. In un mondo in cui tutti agiscono in stato di incantamento o di fissazione, Ariosto, con la coscienza del moderno, mette al centro del suo poema non i valori e la retorica delle istituzioni cavalleresche, ma la vita dell'uomo, i drammi, i dolori e le passioni che inesorabili toccano ogni esistenza terrena."" -
Ragione e sentimento
Scritto nel 1795 con il titolo di Elinor and Marianne, Ragione e sentimento fu pubblicato nel 1811. Protagoniste sono due giovani sorelle che, alla morte del padre, si trovano costrette ad affrontare una situazione economica molto critica nella loro nuova e modesta casa nel Devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell'amore, si confronteranno con difficili scelte sentimentali e matrimoniali, e, imparando a conciliare la ragione con il sentimento, diventeranno donne. Attorno a questo processo di formazione, la Austen tesse una trama piena di grazia e ironia, in cui con la sua elegantissima prosa riesce a disegnare un ritratto acuto e penetrante di un mondo convenzionale e pettegolo contro cui sia Marianne sia Elinor dovranno combattere per raggiungere quell'auspicato lieto fine che potrà nascere soltanto dall'equilibro tra i due estremi di ragione e sentimento. -
Tutti i romanzi
Oltre quelli ambientati durante la Resistenza che, secondo Gian Luigi Beccaria, ""è per Fenoglio, un'esperienza assoluta, che trascende il tempo"""", il volume raccoglie anche i romanzi più propriamente """"langhigiani"""". Dietro a questa importante produzione sta l'enorme lavoro dello scrittore, dagli anni Cinquanta fino ai suoi ultimi giorni: i personaggi e le vicende raccontati con un linguaggio vero e preciso, il piglio svelto e concreto, il modo di narrare per scorci vigorosi, la capacità di consegnare in poche battute personaggi memorabili. Di lui si sono occupati i più acuti studiosi di lingua e letteratura a volte battagliando su datazioni e interpretazioni, ma sempre d'accordo sulla grandezza dell'autore e delle sue opere che uniscono, come in nessuno mai, documento e riuscita artistica."" -
L' allegria, il pianto, la vita
"C'è un momento nella vita in cui viene voglia di raccontare i propri pensieri, gli incontri, i desideri, le sofferenze, la gioia e la fatica del vivere, l'allegria e la tristezza. A me è venuto in mente da molto tempo e l'ho anche fatto nei libri che ho scritto e l'ho cercato in quelli che ho letto, ma non ho mai usato la forma del diario. Adesso, forse perché sono vicino alla fine del viaggio, quella voglia m'è venuta"""". Guardando ai grandi modelli classici, dagli Essais di Montaigne allo Zibaldone di Leopardi, Eugenio Scalfari compone con sapienza e fervido acume il suo breviario filosofico, personalissimo e universale. Il passato infatti è un deposito. Vive nella memoria, cambia con la memoria. Non è un cimitero, niente affatto, piuttosto una sorgente a cui attingere riflessioni, letture amate, aneddoti. Per la prima volta nella scrittura di Scalfari, è la forma letteraria del diario a dare scansione al pensiero. A essere registrati non sono tanto gli accadimenti, ma i mutamenti interiori generati dalla realtà intorno. L'insoddisfazione per la classe dirigente attuale, per esempio, e per il popolo che la seleziona ed elegge. L'esigenza di riaccostarsi a certi classici del pensiero politico, da Bakunin a Mazzini a Machiavelli. Ma anche il ricordo intimo di momenti dolorosi, privati e pubblici, che lo hanno portato al pianto. Un nuovo tassello di quel mosaico intellettuale che Eugenio Scalfari va disegnando libro dopo libro..." -
Memorie d'oltretomba
"Memorie d'oltretomba"""" racconta una vita, quella dell'autore, che coincide con una parte decisiva della storia della Francia, la fine dell'ancien regime, passando attraverso la rivoluzione e la parabola di Napoleone. Nelle pagine di Chateaubriand la storia diventa memoria, i ritratti dei grandi nomi sono filtrati dallo sguardo dell'autore: i protagonisti dell'odiata rivoluzione, che aveva mandato sulla ghigliottina il suo mondo, sono tutti, da Danton a Robespierre passando per Mirabeau e Marat, belve mostruose, a volte dotate di zampe unghiute e spesso assetate di sangue; Napoleone, detestato e ammirato allo stesso tempo, dà vita a pagine di straordinaria eloquenza e leggibilità. La pietà di Chateaubriand per il corpo morente di Bonaparte è un esempio di quella che l'autore dimostra per i vinti, dopo averli spesso odiati come vincitori. L'opera di Chateaubriand ha influenzato non solo il romanticismo francese, di cui è unanimemente considerato il caposcuola, ma l'intera letteratura francese, da Marcel Proust a Jean-Paul Sartre fino a Louis-Ferdinand Celine, che in fuga a Baden-Baden prima dell'esilio in Danimarca chiese a Karl Epting se fosse possibile fargli recapitare proprio le Memorie d'oltretomba. Introduzione di Cesare Garboli." -
Gli adepti
Sembra un semplice caso di scomparsa, quello su cui l'ispettore Fredrik Beier, della polizia di Oslo, comincia a indagare. Certo, rischia di fare clamore, perché a sparire nel nulla è stata la figlia di un'esponente di primo piano del partito di governo. E perché la ragazza viveva all'interno di una setta cristiana, la ""Luce di Dio"""". Ma il quadro si complica subito: nella villa che ospita la setta si consuma un massacro e nei sotterranei viene scoperto un laboratorio chimico all'avanguardia, del quale non è chiaro l'uso. C'è chi chiama in causa il terrorismo fondamentalista, chi soffia sul fuoco. Ma Beier, affiancato da una giovane e brillante agente musulmana, Kafa Iqbal, capisce che dietro al laboratorio, e alla strage, c'è una verità assai più complessa e che arriva ad affondare le sue radici fino a Vienna, negli anni del nazismo."" -
I cacciatori
Un assassino che ha molte ragioni per vendicarsi, anche a costo della propria vita. Sulle sue tracce, i detective Fredrik Beier e Kafa Iqbal, di nuovo insieme.rnrnrnDopo il successo internazionale de Gli adepti, Johnsrud si conferma come il nuovo talento del noir scandinavo.rnrnI corpi di due uomini vengono ritrovati a breve distanza di tempo. Entrambi sono stati uccisi ed entrambi sono identificati con un ex militare scomparso nel nulla. Ma come può la stessa persona morire due volte? Parallelamente, iniziano a emergere i particolari di una vecchia storia che risale ai tempi dell'ex Unione Sovietica e che adesso rischia di deflagrare. Quanto basta per scuotere le stanze della polizia di Oslo e sbattere in strada tutti i suoi uomini. Fredrik Beier e Kafa Iqbal in testa. -
Fatti vivo
Dammi l'acqua dammi la mano dammi la tua parola che siamo, nello stesso mondo.rnrnLa bambina pugile è tornata. La riconosciamo, la ritroviamo con la sua insonnia, la sua febbrile sensibilità, le sue debolezze e la sua incredibile forza. La seguiamo in un percorso poetico che evoca una sorta di narrazione emblematica. Si parte dalla casa. La vita di una persona emana dagli spazi dove è cresciuta. Portone, finestre, pavimenti, muri, scrivania, frigo, letto e cosí via: la bambina è come diffusa nelle cose, negli oggetti che l'hanno accolta. Poi esce nel mondo e deve inventarsi gli strumenti per percepirlo. Il libro diventa un viatico per «saper leggere le stelle ma non la grammatica». O forse, piú che guardare il mondo con occhi diversi, il passo ulteriore è essere il mondo: essere piuma, essere nuvola, essere luce. Infine c'è chi cade, tutti prima o poi cadono, ma nessuna caduta impedisce di «farsi vivi».rnAl di là di questo traliccio strutturale, la raccolta è molto fluida e per niente schematica. Nodi irrisolti si alternano e si intrecciano con un'esperienza mistica quotidiana, mite, senza enfasi di spossessione. Quella particolare voce, come d'infanzia, che già abbiamo conosciuto via via nei libri precedenti dell'autrice è ormai un meccanismo ad alta precisione con il quale Chandra Candiani riesce a far affiorare nella maniera piú efficace ciò che non è visibile. -
Pensare altrimenti
Scelto da IBS per la Libreria ideale perché si tratta di un piccolo ""manuale di sopravvivenza per tutti coloro che cerchino una via di fuga attiva dalla logica asfittica del pensiero dominante"""".rnrnDa sempre, sia pure in forme diverse, gli uomini si ribellano. Difficilmente le rivolte si lasciano ricondurre a un paradigma unitario, ma presentano come orizzonte comune la rivendicata antitesi rispetto a un ordine costituito o a un «comune sentire» che si pretende giusto. La cellula genetica del dissenso corrisponde a un sentire altrimenti che è, già virtualmente, un sentire contro: e che, per ciò stesso, può trapassare nelle figure concrete in cui il dissentire si cristallizza facendosi operativo. Il pensiero ribelle deve costituire oggi il gesto primario contro l'uniformazione globale delle coscienze che si sta registrando nell'orizzonte del nuovo pensiero unico e del falso pluralismo della civiltà occidentale. Diego Fusaro si propone qui di analizzare le figure del pensare altrimenti, le declinazioni storiche del dissenso e la sua fenomenologia."" -
Il paesaggio fragile. L'Italia vista dai margini
Menzione della giuria al Premio ""Mario Rigoni Stern"""" 2018.rnQuesto itinerario inconsueto tra i paesaggi ai margini del nostro Paese intende volutamente """"far girare la testa"""". Forza il quadro ormai desueto della cartografia politica per ri-raccontare i luoghi. Fa affiorare territori nascosti. Riporta in vita voci, visioni e suoni di chi quei paesaggi ha disegnato nel tempo. Ma come dare un futuro al paesaggio fragile, la montagna povera e gli interni (in Italia più della metà del territorio)? In via preliminare con una rivoluzione dello sguardo che - forte delle parole degli scrittori e delle immagini dei pittori - ripari la memoria tradita di quei luoghi: lungo le valli frontaliere delle Alpi Marittime, le antiche vie del sale appenniniche e il paesaggio delle case in terra cruda dall'Adriatico al Tirreno. È un racconto alla rovescia quello che emerge dalle testimonianze dei mulattieri, dei mercanti di capelli, dei suonatori ambulanti. Dove il loro perdersi e poi ritrovarsi nella memoria - che è contaminazione tra passato e progetti di futuro - ci svela direzioni di senso."" -
Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti
"Quel che vorrei provare a raccontarvi è per certi versi la storia di una sconfitta politica, sociale, morale. Abbiamo visto scomparire due idee e relative pratiche che giudicavamo fondamentali: l'idea di uguaglianza, e quella di pensiero critico"""". Causa fondamentale della sconfitta dell'uguaglianza è stata, per Gallino, dagli anni Ottanta in poi, la doppia crisi, del capitalismo e del sistema ecologico, strettamente collegate tra loro. La stessa crisi del capitalismo ha molte facce: l'incapacità di vendere tutto quello che produce; la riduzione drastica dei produttori di beni e servizi; il parallelo sviluppo del sistema finanziario al di là di ogni limite. A questa crisi il capitalismo ha reagito accrescendo lo sfruttamento irresponsabile dei sistemi che sostengono la vita - il """"sistema ecologico""""-. Il tutto con il ferreo sostegno di un'ideologia, il neoliberalesimo, che riducendo tutti a mere macchine contabili dà corpo a una povertà dell'azione politica quale non si era forse mai vista nella storia." -
Corruzione. Un testimone racconta il sistema del malaffare
Piergiorgio Baita è stato a lungo protagonista di un settore strategico quale la costruzione delle grandi opere. Nel libro ricostruisce come in questo settore si sono codificate, strutturate, e da qui diffuse a tutti i comparti dell'economia, le regole dell'illecito. Come cattivo mercato e cattiva politica si sono contaminati e reciprocamente legittimati. Come si è saldato il sodalizio criminale tra imprenditoria incapace e pubblica amministrazione incompetente. La sua è la riflessione di chi la corruzione l'ha vissuta in prima persona e per questo ha conosciuto, da Tangentopoli allo scandalo Mose, l'azione giudiziaria, il carcere, i processi. Alla luce di ciò ha maturato il convincimento che ""la corruzione è certo un reato ma è anche un modello mentale, una stortura culturale"""". E se il contrasto e la punizione del reato sono compito della magistratura, il sovvertimento del sistema compete all'intera società. Per necessità etica, senza dubbio, ma soprattutto, afferma Baita, per convenienza economica."" -
Ponzio Pilato. Un enigma tra storia e memoria
La vicenda del prefetto romano di Giudea raccontata in un libro di storia. Da duemila anni Pilato è una figura di intersezione fra la memoria e la storia, come Romolo o Giovanna d'Arco. Aldo Schiavone costruisce qui un ritratto del prefetto di Giudea ripercorrendo gli eventi che portarono alla morte di Gesú, culmine della narrazione cristiana e punto di contatto fra ricordo evangelico e storia imperiale. Con appassionato rigore, e in serrato dialogo con le fonti, Schiavone non si prefigge alcun intento teologico o politico, ma solo quello di risolvere un enigma, descrivendo e spiegando quel che potrebbe essere accaduto. -
L' Asia. Istoria della Compagnia di Gesù
«Un’edizione elegante come sa esserlo la collana dei Millenni fondata da Pavese, con illustrazioni accuratamente scelte tra miniature e dipinti cinque-settecenteschi» – La Letturarnrn""Alla penna di Daniello Bartoli si dovette la prima grande storia dell'Asia pubblicata in Europa, l'unica ad abbracciare in un solo disegno e in lingua italiana una vicenda destinata a rimanere in ombra nel bilancio storiografico dei secoli successivi che vide solo il versante atlantico dell'Europa trionfare oltre le colonne d'Ercole dello Stretto di Gibilterra. Quanto a Bartoli, il suo si può definire un merito involontario. L'aspirazione profonda che condusse l'autore a diventare gesuita fu simile a quella di tanti altri prima e dopo di lui, un indipeta, un adolescente attirato dal sogno di «andare alle Indie» e di morirvi martire della fede. Come molti adolescenti formati nelle scuole dei gesuiti, anche il quindicenne Daniello che bussò alla porta del noviziato di Novellara nel 1623 vi fu condotto dal desiderio di una missione tra i pagani, dalla volontà di diventare un apostolo e di trovare magari il premio supremo del sacrificio nelle remote terre d'oltreoceano. Ma anche nel suo caso, come in tanti altri, i superiori decisero altrimenti. E a giudicare dal risultato, l'averlo destinato al compito di scrivere non fu l'ultima delle scelte giuste che fecero."""" (dall'Introduzione di Adriano Prosperi)"" -
La vita al tempo della crisi
Cosa è diventato per noi il lavoro? Abbiamo ancora dei progetti di vita? Cosa ci porta via il tempo che passa e come governiamo lo spazio in cui dobbiamo muoverci? L'amore può ancora tingere di rosa la nostra vita? Sociologi e antropologi hanno iniziato a chiedersi, già dagli anni dell'avvento della globalizzazione e del neoliberismo, che cosa stesse cambiando sul piano culturale nelle società contemporanee. Oggi che la crisi di sistema si è dispiegata in tutto il suo potenziale distruttivo, vale la pena di esplorare puntualmente come si sono modificate quelle conoscenze e quei valori che più di altri governano il nostro agire quotidiano. In questo lavoro ci si è proposti di indagare le fratture grandi e piccole intervenute nell'esperienza concreta delle persone. Studenti e precari, taxisti e cameriere, commercianti e professori, edicolanti e impiegati sperimentano nuovi comportamenti, vivono modifiche sostanziali di vecchie gerarchie e stratificazioni sociali, cercano nuovi saperi e nuovi valori. Talvolta a caro prezzo. Talvolta forse anche con qualche speranza di successo. -
La vita che non vedi
Mahsa è nata a Karachi, da madre afghana e padre americano. Katherine, invece, a Toronto, da madre canadese e padre cinese. Nonostante il background diversissimo, le due hanno in comune una passione: la musica jazz.rnrn«Ho perso il conto delle volte in cui il patos del libro mi ha lasciato disarmato... Questa storia di maternità e amicizia, incarnata da due eroine straordinarie, mi accompagnerà a lungo» - Khaled HosseinirnrnMahsa, pakistana, ha tredici anni quando, da un momento all'altro, si ritrova orfana di entrambi i genitori, uccisi a sangue freddo da parenti vendicativi. Accolta in casa da rigidi zii tradizionalisti, tiene vivo il ricordo della sua infanzia con vecchi filmini in 8 mm e con la musica che il padre, ingegnere idraulico americano, suonava per lei e la madre al pianoforte. Appena le comunicano che dovrà frequentare il college a Montreal, fa resistenza: non vuole lasciare Kamal, il ragazzo di cui è innamorata. Ma le basta poco per rendersi conto che è la sua unica possibilità di sfuggire a un ambiente soffocante che relega le donne nel ruolo di docili comparse. Katherine, canadese, a sedici anni comincia a farsi la permanente, ma di natura ha i capelli dritti come spaghetti: sono un'eredità del padre, cinese, che in pratica non ha mai conosciuto. E, per via di uno stato moralista e punitivo, ha rischiato di non conoscere nemmeno la madre, a cui è stata strappata quando aveva solo tre mesi, nel 1940, perché frutto di un amore giudicato scandaloso e colpevole, per poi esserle restituita solo a prezzo di lotte e sacrifici. È nel caffè dell'hotel dove la madre lavora come cameriera che Katherine fa il suo incontro con la musica jazz e impara a suonare esercitandosi per ore su un vecchio pianoforte nel seminterrato. Il destino porterà Mahsa e Katherine a incontrarsi in un locale di New York. Improvvisando fianco a fianco al pianoforte e poi finendo a chiacchierare davanti a una tazza di caffè, tutte e due capiranno subito di aver trovato un'amica. Echlin segue le due protagoniste dall'adolescenza all'età adulta, tra relazioni e figli, difficoltà e successi. Nell'arco dell'esistenza inevitabilmente capitano gli addii, ed è difficile dire se siano piú dolorosi quelli annunciati o quelli improvvisi. Ma nello smarrimento resta una consapevolezza: finché c'è vita c'è musica, e finché c'è musica c'è gioia. -
Il rosso vivo del rabarbaro
C'è un piccolo villaggio sul mare dove la vita scorre bislacca e tranquilla. Mentre gli uomini sono fuori a pescare, le donne seguono lezioni di cucito e si scambiano rossi barattoli di marmellata di rabarbaro. Proprio in un campo di rabarbaro, Ágústína è stata concepita. Ágústína è un'adolescente speciale, si muove con le stampelle ma scala le montagne. La sua è una mente singolare, nella sua testa i numeri sono a tre dimensioni, come pianeti nello spazio, e le parole si organizzano in cumuli appuntiti. Ágústína non è come gli altri ragazzi, lei sa che dietro una montagna - dietro ottocentoquarantaquattro metri di terra protesa verso il cielo - c'è ancora un'altra montagna da scalare. -
La sabbia delle urne. Testo tedesco a fronte
Fra il 1947 e il 1948, dopo avere lasciato Bucarest, Celan visse qualche mese a Vienna e cercò di pubblicare la sua prima raccolta di poesie. Un tentativo iniziale abortì in bozze, ma un secondo sembrò andare a buon fine e il libro fu stampato in 500 copie numerate. Con questo libro Celan intendeva esordire sulla scena letteraria di lingua tedesca, ma quando si accorse della quantità di refusi impose all'editore di non distribuire il volume. Dunque ""La sabbia delle urne"""" è un libro fantasma, che Celan non ristampò mai, ma fece rifluire parzialmente in pubblicazioni successive. Rimase per lui l'autentico inizio della sua opera poetica, tanto che nel 1970, per le progettate """"Opere complete"""", Celan l'aveva indicato come testo d'apertura. Anche questo progetto fu interrotto, e questa volta per una ragione piú drammatica: il suicidio dell'autore. La raccolta è stata recuperata solo in anni recenti nell'edizione critica pubblicata da Suhrkamp. In Italia, e nel mondo, viene tradotta ora per la prima volta. Vi sono già presenti i temi e i modi poetici delle raccolte successive, ma la lingua è piú trasparente e non ancora sintatticamente terremotata. È il libro ideale, non solo storicamente e filologicamente, per un primo approccio al grande poeta tedesco.""