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Berta Isla
Berta Isla è la storia di un amore imperfetto, come lo sono tutti. Di una relazione che si regge in fragile equilibrio sul segreto, su quanto non si vuole o non si può dire.«Un capolavoro. Marías è un maestro nel raccontare la mescolanza di grigiore e di passione, di mistero e di banalità, di segreto e di non detto» – Claudio MagrisBerta Isla ha sposato Tomás Nevinson nel maggio del 1974, nella chiesa di San Fermín de los Navarros, vicino alla scuola che entrambi hanno frequentato e dove si sono incontrati la prima volta. Lo ha sposato dopo essere stata la sua ragazza per anni senza mai fare l'amore con lui (perché tra buoni borghesi innamorati si usava cosí). Lo ha sposato conoscendolo da sempre, convinta di aver trovato il suo destino, ma senza sapere nulla di lui, nulla che fosse davvero importante. Eppure Tomás qualcosa di davvero importante lo stava nascondendo e non avrebbe mai potuto dirlo, a lei come a nessun altro. Qualcosa che avrebbe condizionato la sua esistenza e quella di sua moglie, per sempre. Berta Isla è la storia di un amore imperfetto, come lo sono tutti. Di una relazione che si regge in fragile equilibrio sul segreto, su quanto non si vuole o non si può dire. Perché nessuno come Marías sa mostrare il lato oscuro e insieme quello luminoso del sentimento, nessuno meglio di lui sa che ogni cuore che batte è un mistero, persino per il cuore che gli sta piú vicino.In appendice Ciò che mai si racconterà e due racconti di ritorno e speranza di Javier Marías.COME COMINCIAPer molto tempo non avrebbe saputo dire se suo marito era suo marito, in modo simile a come non saprebbe dire, nel dormiveglia, se sta pensando o sognando, se ha ancora il controllo della propria mente o se lo ha già perduto per lo sfinimento. A volte pensava di sì, altre volte di no, e a volte decideva di non pensare e di continuare a vivere la sua vita con lui, o con quell'uomo che assomigliava a lui, piú vecchio di lui. Anche lei del resto era invecchiata, per conto suo, in sua assenza, era molto giovane quando lo aveva sposato. -
Senti la sua paura
Con il tocco dei maestri dei noir, Swanson firma una storia capace di indagare le ossessioni del nostro presente, esplorando la natura della ferocia nelle sue incarnazioni più subdole.rn«Swanson è il nuovo maestro della crime story politicamente scorretta. Il vero erede di Patricia Highsmith. Come lei, svela il volto ordinario del terrore» - la RepubblicarnKate ha solo venticinque anni, ma da quando è rimasta vittima della follia di un ex fidanzato la sua vita si è congelata. Ha mollato l'università, si è barricata in casa per sfuggire alle crisi di panico. Per questo accoglie la proposta di un cugino che non ha mai incontrato come l'occasione per ricominciare. Corbin vive a Boston ma deve trasferirsi a Londra e le chiede di scambiare gli appartamenti. A destinazione, Kate trova una tremenda sorpresa: la sua vicina di pianerottolo è stata barbaramente uccisa. E suo cugino Corbin intratteneva con lei un rapporto complesso. Giorno dopo giorno, chiusa in una sontuosa scatola piena di porte e finestre, Kate deve affrontare una paura ancora più devastante degli spettri che popolano la sua testa. Questa volta potrebbe non uscirne viva. -
La vita fino a te
Un libro sull'amore di coppia. Vissuto, immaginato, sperato, fallito. L'amore che «non ti completa, ma ti comincia».rn«Bussola sa scrivere. Usa le parole con accortezza, con cura, come se fossero importanti. Tanto importanti quanto le esperienze che raccontano». - Michele Serra rn Matteo Bussola riconosce ciò che di straordinario si annida nelle cose ordinarie perché le guarda come se accadessero per la prima volta, come se sentisse sempre la vita pulsare in ogni cellula. Ed è con quello sguardo che racconta di relazioni sentimentali, l'istante in cui nascono, il tempo che abitano. Lo fa mettendosi a nudo, ricordando gli amori passati, per ripercorrere la strada che lo ha portato fino a qui, alla sua esistenza con Paola e le loro tre figlie. Soprattutto, lo fa specchiandosi nelle storie di ciascuno: quelle che incontra stando nel mondo senza mai dare il mondo per scontato, e che la sua voce intima e familiare ci restituisce facendoci sentire che sta parlando esattamente di noi. -
Belluno. Andantino e grande fuga
Vincitore Premio Dessì 2019 – sezione poesia.rnFinalista Premio Viareggio-Rèpaci 2019 per la poesia.rnDopo sette anni di silenzio, Patrizia Valduga pubblica un nuovo libro di versi: è un poemetto intitolato alla città dove passa le sue vacanze e dove la scorsa estate è scaturito da un improvviso Galgenhumor (l'umorismo di chi sta per essere impiccato, l'allegria dei disperati), consuntivo dei quindici lunghi anni vissuti senza Raboni.rn«Il libro più atipico di una delle voci più importanti e incisive della letteratura italiana contemporanea» – Giuria del Premio Giuseppe DessìrnNel fluire delle quartine di settenari e di endecasillabi ecco dunque Belluno, la piazza e le montagne che vede dalla finestra, e i nomi dialettali delle montagne formano un primo catalogo, un'orgia fonetica (si percepisce qui l'importanza che ha avuto per la poetessa aver tradotto Carlo Porta) che si fa subito filastrocca o litania; ecco il catalogo impietoso dei suoi fidanzati, che prendono la parola per accusare o per difendersi: «E non parlate tutti quanti insieme. Mi rompete la metrica, imbecilli. Ho nella testa qualcosa che mi preme… e non trovo nessuna rima in illi». Ma «come una voce dentro la sua voce», nella sua assenza Raboni è presente piú che mai, e si sdoppia in Johannes di Dreyer e si risdoppia in Don Giovanni di Da Ponte… Una Valduga cosí in presa diretta non si era mai vista: questi versi dell'umorismo e dello strazio si vanno facendo sotto i nostri occhi, mettono in versi il loro farsi versi, continuano a farsi il verso, si travestono da altri versi, per arrivare con la più grande semplicità e naturalezza a fare un appello per il grande poeta scomparso e a dare l'ultima parola a un saggio su di lui, sigillo di un sodalizio di vita e di poesia che non può non continuare nel tempo. -
Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo
Cinque storie di musica e malintesi, di abbandoni e incontri, di amori disincantati, cinque «pezzi» intrisi di una comicità stralunata che quasi impercettibilmente cede il passo a note malinconiche e crepuscolari.Il «notturno» in musica è una composizione di carattere lirico e melodico, veicolo di atmosfere sognanti e sentimenti ambivalenti, e in senso ampio ispirata alla notte. Nei cinque racconti di questa raccolta prevale l'ambientazione notturna delle scene cardine, la qualità onirica e comunque surreale delle vicende e soprattutto quell'alternanza di toni lievi e toni gravi che contraddistingue anche il genere musicale. Una sinestesia quasi perfetta, dunque. Ma con un'importante eccezione: se il rigore della costruzione di Ishiguro assorbe e maschera pressoché del tutto le tempeste della vita, è nel rapporto dei protagonisti di Notturni con la musica che il disagio si rivela. Cinque storie e un unico tema, quello che Ishiguro sa raccontare come nessun altro: il buffo spaesamento del vivere. -
Cose più grandi di noi
Questo libro è rivolto a chi, come Marghe, si avventura nell'impresa terribile e bellissima di trovare il proprio posto nel mondo. O a chi pensa di averlo già trovato. Dopo il successo di La regola dei pesci , Giorgio Scianna ha trovato una chiave intima e profonda per raccontare il terrorismo ai lettori di oggi. rnrn«Dopo poche pagine ero catturato da personaggi e trama, e sapevo di essere nelle mani di un maestro nel raccontare storie». - Joe R. Lansdalern«Sono proprio i ritratti psicologici dei protagonisti a dare pienezza a questi confronti incrociati madre-figlia, madre-padre, figlia-padre. Confronti sostenuti da padronanza dialogica e da una scrittura insieme ferma e delicata. Di grande equilibrio e senza cedimenti sentimentali, soprattutto in certi dialoghi ultimativi.» - Ermanno Paccagnini, La LetturarnrnrnrnrnA Milano si respira un'aria feroce. Le Brigate Rosse stanno perdendo la loro battaglia contro lo Stato, e proprio per questo il cono d'ombra della violenza può raggiungere chiunque. Lo sa bene Marghe, che a diciotto anni esce dal carcere e trova suo padre ad aspettarla. Ha dovuto parlare, raccontare ai giudici quel poco che sapeva per ottenere gli arresti domiciliari che sconterà in un trilocale proprio davanti a casa. Affacciandosi alla finestra, Marghe intravede la tavola apparecchiata, la madre e la sorella che abitano la vita di tutti i giorni, e soprattutto Martino – lo stralunato fratello di quattordici anni – che, in un modo inaspettato e pericoloso, la tiene in contatto con il mondo esterno. Perché da sola con il padre nel nuovo appartamento, Marghe scopre di essere ancora prigioniera. Delle tre stanze che segnano il suo perimetro di libertà, di un conflitto con la madre che gli altri non capiscono, ma soprattutto di se stessa. Perché Marghe, travolta da cose piú grandi di lei, ora ha addosso il marchio della traditrice. Giorgio Scianna torna a raccontare l'adolescenza come l'età piú rivoluzionaria della vita. Questa volta il suo sguardo si concentra sul momento cruciale degli anni di piombo e sulla storia di una famiglia messa di fronte alla prova piú dura. Iniziano gli anni Ottanta, l'aria sta cambiando: Milano lo sa, e lo sa bene anche Marghe, che quando esce dal carcere trova suo padre ad aspettarla. Come una bambina ubbidiente ha seguito il consiglio dell'avvocato, dissociandosi dal gruppo armato in cui si è trovata coinvolta quasi per caso. Ma la scarcerazione non è una liberazione: pur di uscire ha tradito tutti – compreso il suo Pietro, di cui ha perso le tracce – e ora non sa piú chi è. E cosí, agli arresti domiciliari, scruta la casa di fronte, dove l'altra metà della sua famiglia continua a vivere. rnrn -
Frattura
Yoshie Watanabe è vivo. È merito del caso, che da bambino lo ha fatto sopravvivere all'esplosione di Hiroshima; o della sua tenacia, che gli ha permesso di restare in piedi per decenni, nonostante le cicatrici. E per fuggire da quelle piú dolorose, quelle che non si vedono, Yoshie lascia il Giappone quando è ancora un ragazzo. Nessuna città e nessun amore, però, possono guarire le fratture dell'anima.rnrnrn «Neuman ci ricorda che la vita è un copione incompleto in cui i personaggi possono appena intuire la trama dalle battute che recitano» - El Paísrn«È agli scrittori come Neuman che apparterrà la letteratura del ventunesimo secolo» - Roberto Bolañorn Frattura è la storia di Yoshie, delle donne che lo hanno amato, di un secolo ferito, di un mondo lacerato; ma è anche e soprattutto un canto di resilienza in grado di illuminare la bellezza trascurata delle cose rotte. rn Il kintsugi è un'antica pratica giapponese che prevede l'utilizzo dell'oro – o di un altro metallo prezioso – per saldare i frammenti di un oggetto rotto. Grazie a queste pregiate riparazioni, l'oggetto rovinato diventa un'opera d'arte. Il kintsugi è la celebrazione delle cicatrici, l'elogio delle linee di frattura. Il signor Yoshie Watanabe è un uomo anziano, silenzioso, solitario. Anche lui, come un vaso rotto, porta i segni dei soprusi del tempo e della brutalità degli eventi. La sua vita prende una piega drammatica quando è solo un bambino. Sopravvissuto per una concatenazione di banali casualità all'esplosione della bomba atomica di Hiroshima prima, e scampato a quella di Nagasaki poi, Yoshie non ha piú nessuno. Dei genitori, delle sorelle, del Giappone in cui ha vissuto fino a quel momento, non rimane altro che un cumulo di ricordi e macerie. Yoshie cresce a Tokyo con una coppia di zii, ma appena può lascia il paese e si trasferisce prima a Parigi, poi a New York, a Buenos Aires, a Madrid, complice l'assoluta dedizione a un lavoro che gli permette di viaggiare. A scortarlo in quel vagabondare irrequieto non c'è solo la trama di bruciature che gli percorrono la schiena e le braccia: tracce invisibili, ricordi in dissolvenza, una sofferenza senza nome sono il bagaglio piú ingombrante di cui non può disfarsi. E cosí, dopo decenni passati a saldare e spezzare legami tanto intensi quanto effimeri, raggiunta la pensione, Yoshie torna a vivere a Tokyo, forse nella speranza di riconciliarsi con la sua identità. Ma nel 2011 il terremoto che precede l'esplosione di Fukushima lo costringerà a confrontarsi con i fantasmi del passato. A raccontare di Yoshie sono Violet, Lorrie, Mariela, Carmen, le donne che lo hanno amato, una per ogni città. Le loro versioni si somigliano appena, ma rivelano un'unica storia: quella di un uomo ferito, alla ricerca instancabile dell'oro che possa risanare tutte le fratture di una vita. -
Emanuele nella battaglia
Proposto per il Premio Strega 2020 da Michele Dalai.rnDa un grande regista, un romanzo-reportage su un celebre capitolo della cronaca nera italiana degli ultimi anni: l'omicidio di Emanuele Morganti, più noto come il delitto di Alatri.rn«Qualcuno la chiama in modo generico “provincia” ma, in alcune zone del Paese, quel mondo può diventare una sorta di aldilà»rnAlatri, provincia di Frosinone, nel cuore della Ciociaria. Nella notte tra il 24 e il 25 marzo del 2017 un ragazzo, Emanuele Morganti, viene picchiato a morte davanti a una discoteca. Nessun movente che possa spiegare la violenza degli assassini, arrivati a sfondare il cranio a un ventenne che stava trascorrendo una serata come tante tra amici. Difficile ricostruire il groviglio delle circostanze in cui tutto è accaduto in questa cittadina che all'improvviso si ritrova catapultata su giornali, telegiornali, social, trasmissioni d'intrattenimento tra lo sconcerto, la rabbia, la voglia di denuncia, mentre l'Italia intera, commossa, famelica, o soltanto curiosa, si stringe attorno alla famiglia e alla comunità in un cocktail di dolore vero, gogne mediatiche, aggressioni via web, speculazioni... Poi, dopo tanto clamore sul «delitto di Alatri», arriva l'oblio. Ed è in questo oblio, nel cono d'ombra in cui si affollano interrogativi e ferite, che s'inabissa il romanzo-reportage di Daniele Vicari, con il pudore di chi ha intimità con quei luoghi, i boschi di castagni tanto amati da Emanuele; quella provincia in cui convive tutto (degrado, locali trendy, riti e saperi arcaici); quella famiglia Morganti di cui l'autore prende a seguire le esistenze quando sembra non ci sia piú nulla da raccontare. Perché è lí che risuona la verità piú umana e profonda, se ci si mette in ascolto, ad esempio, di Melissa, sorella di Emanuele, che non si ferma davanti a nessuna soglia, nessuna domanda, nessun pericolo pur di accertare i fatti, ovunque si possa carpire un briciolo di senso nell'insensatezza. È lí che si ritrova Emanuele vivo, il ragazzo innamorato della natura e della vitalità, se si seguono le parole di un padre come Peppe. È lí che rivive ogni memoria se si sanno cogliere i gesti e le frasi di una madre come Lucia con la sua compostezza e determinazione nel prendersi cura di quel che le resta del figlio: una tomba. Ed è lí, infine, che si dipanano fili e frammenti segreti che collegano fatti, circostanze, amici fraterni, nemici camaleontici, opportunisti, delinquenti, sbruffoni, una comunità intera che va ben oltre i confini della provincia e, con le sue contraddizioni abissali, interroga l'Italia tutta, i mass media, la gente comune, e persino chi, come Daniele Vicari - da regista e ideatore di storie in cui la verità e l'immaginazione si mescolano - contribuisce a creare mondi che, in una distorsione folle quanto imprevedibile, potrebbero anche fare da sfondo a gesti inauditi. Perché ""Emanuele nella battaglia"""" è uno di quei libri in cui, alla fine, non si risparmiano domande scomode e disagi nemmeno a chi prova a ricostruire, scrivere, restituire e far durare nella memoria collettiva le pieghe piú segrete di quella stessa... -
Trans-Europe express. Alla ricerca di un continente perduto
Probabilmente la città che ha sviluppato il maggior livello di ansia riguardo al proprio multiculturalismo è Parigi.rn «Uno sguardo graffiante, vivace e puntuale sulla ""città europea"""", da una delle voci piú provocatorie della cultura e architettura di oggi». - Owen Jonesrn «Uno degli scrittori piú significativi d'Inghilterra in assoluto, non solo tra quelli che scrivono di architettura». - Jonathan Meades rn«Le poche volte che ho visitato Parigi, ho sempre trovato la capitale francese strana e incomprensibile, forse a causa delle preferenze che ho sviluppato da londinese adottivo. La coesistenza di differenti periodi e momenti architettonici, di forme e idee in conflitto sulla pianificazione, che si può trovare nel centro di Londra (anche se spesso sostenuta da una griglia di fondo razionalista georgiana), a Parigi sembra, a un primo momento, non esserci, sostituita da un neo-barocco in pietra calcarea, obbligato, speculativo, tirato su in pochi decenni. Gli edifici pubblici imponenti, in particolare l'orrendo Louvre, ma non solo, sono spesso sgraziati e pomposi. La cosa piú frustrante della capitale francese è rappresentata dalle lodi incessanti che ha ricevuto sia dai conservatori – da cui ci si può aspettare l'amore per una città dove è possibile camminare chilometri e chilometri senza trovare un singolo esempio di architettura del XX secolo e dove tanto la modernità quanto il multiculturalismo sono rigorosamente tenuti nelle riserve – sia dai politici radicali, per i quali la storia rivoluzionaria della capitale francese, la tediosa litania di 1789, 1848, 1871, 1968, significa godersi le strade borghesi piú eleganti con la scusa che, su quello che ora è un edificio di lusso, una volta una banda di saccheggiatori, artigiani e prostitute, sventolò la bandiera rossa. In confronto con Londra, si potrebbe invidiarne la qualità della vita, ma non molto altro»."" -
Sospettosi. Noi e i nostri dubbi sulla scienza
Finalista Premio Estense 2020rnrnS come Sospettosi. Ma anche delusi e confusi dalla medicina e dalla scienza: un reportage dall'Italia di oggi. rnrn«Un libro inchiesta empatico e minuzioso, che sviscera i temi di scontro tra scienza e cittadini interpellando i diretti interessati» - Giulia Villoresi, Il VenerdìrnrnPerché non ci credono? Perché sembra che sempre piú persone, anche colte, istruite, ragionevoli, si affidino ai preparati della sedicente medicina alternativa, a rimedi finto-antichi e a nuove pratiche new age? Perché preferiscono il Dr. Google ai medici in carne e ossa e non riconoscono piú la loro autorevolezza? A volte si arriva a prese di posizione radicali e a conflitti, come è successo recentemente per i vaccini o per i casi di cronaca che hanno coinvolto l'omeopatia. Piú comunemente si diffondono credenze pseudoscientifiche, mode e tendenze, spesso spinte dalla pubblicità. Silvia Bencivelli si chiede quali siano le ragioni profonde di questi fenomeni, intervistando persone che hanno fatto scelte contrarie a quelle indicate dalla scienza, e scienziati che ne riflettono con lei. Alla fine viene il dubbio che il problema non sia da cercarsi nei social network o nello spirito dei tempi. Ma nella nostra comune e fragile umanità. I sospettosi, insomma, siamo noi. -
Il gioco di Louise
Un'amicizia nata per caso e diventata subito ossessione. Un gioco di inganni che si consuma tra social network e scintillanti feste a New York. E il passato che riemerge pezzo dopo pezzo. rnrn«Tagliente come un frammento di specchio» - The New York Timesrn«Burton ci conquista grazie a un meraviglioso controllo della materia narrata, e alla nostra fascinazione per le incredibili feste di Manhattan» - The Guardianrn«Un primo romanzo assurdamente ben riuscito, raccontato con una voce estremamente originale» - The ObserverrnrnLouise non è nessuno. Lavinia invece possiede tutto: bellezza, followers, denaro, le conoscenze giuste. Si incontrano per caso, eppure scivolano subito in un'amicizia malsana, troppo intensa, troppo interessata. Lavinia vorrebbe scrivere, ma non può farlo senza l'aiuto della colta Louise. In cambio, la introdurrà in quel mondo di salotti letterari ai tempi dei social network di cui è l'anima e la musa. Nella New York glamour e sofisticata che Louise ha sempre e solo ammirato da lontano, attraverso i profili Instagram degli altri, intellettuali e starlettes si muovono a proprio agio, languidi e frenetici, in appartamenti affacciati sulle luci della città, un bicchiere costantemente in mano. All'improvviso le persone, gli uomini in particolare, si accorgono di Louise, e anche i suoi racconti sembrano avere un valore. Ma quando a Lavinia accade qualcosa di brutto, di molto brutto, Louise rischia di perdere tutto questo. Dovrà impedirlo a ogni costo. -
1793
Un caso internazionale che segna la nascita di un folgorante talento letterario.rnrn«Coinvolgente e scioccante» – The Timesrn«Un romanzo livido, febbrile, di una potenza palpabile. Un esordio eccezionale. Un autore da seguire» – Le Parisien rn«Un viaggio vivido e avvincente nella Stoccolma del XVIII secolo, nelle sue ingiustizie e nei suoi luoghi oscuri» – The Guardian rnrnÈ l'autunno del 1793. Gustavo III è morto e la Svezia geme sotto il pugno di ferro di Gustaf Adolf Reuterholm, il lord reggente. Il Paese è affamato, sfinito dalle troppe guerre del defunto re. La paranoia prolifera come un morbo e per i vicoli di Stoccolma si sussurra di cospirazioni e complotti. Cosí la scoperta di un cadavere orrendamente mutilato sull'isola di Södermalm diventa una questione della massima urgenza. L'incarico di risolvere il mistero viene affidato a Cecil Winge, un geniale procuratore ormai consumato dalla tisi. Con lui, Mickel Cardell, un reduce della guerra contro la Russia che, nonostante abbia lasciato il braccio sinistro sul campo di battaglia, possiede ancora una forza quasi sovrumana. -
Il miscredente e il professore. David Hume e Adam Smith: storia di un'amicizia
David Hume e Adam Smith, pur cosí diversi, diedero vita alla piú grande e feconda amicizia di tutta la filosofia occidentale. Un'amicizia ricostruita in questo libro nel piú ampio contesto sociale e intellettuale di quella straordinaria stagione dell'Illuminismo scozzese, capace di influenzare aspetti decisivi dell'età moderna.rnrn«Un libro che cattura l'attenzione raccontando la storia di un'amicizia straordinaria tra due giganti del pensiero del XVIII secolo, eroi dell'Illuminismo scozzese. Rasmussen scrive una guida storicamente e filosoficamente acuta alle vite e alle idee di Hume e Smith, cosí come a quelle di tanti comprimari. Un racconto godibilissimo che permette di osservare da vicino un influente mondo culturale e sociale» – Steven NadlerrnrnOggi David Hume è considerato il maggior filosofo di lingua inglese, ma durante la sua vita fu attaccato perché ritenuto «il grande miscredente» a causa delle sue scandalose idee sulla religione. Viceversa, Adam Smith fu uno stimato professore di filosofia morale, spesso salutato come il padre fondatore del capitalismo. Pur cosí diversi, Hume e Smith diedero vita alla piú grande e feconda amicizia di tutta la filosofia occidentale. Un'amicizia qui ricostruita nel piú ampio contesto sociale e intellettuale di quella straordinaria stagione dell'Illuminismo scozzese, capace di influenzare aspetti decisivi dell'età moderna. Questo libro segue lo svolgersi dell'amicizia tra David Hume e Adam Smith, dal loro primo incontro nel 1749 fino alla morte del primo nel 1776. Descrive come i due si leggessero l'un l'altro, si aiutassero reciprocamente nella carriera e nelle ambizioni editoriali, spesso consultandosi su questioni personali, in particolare dopo la drammatica lite di Hume con Jean-Jacques Rousseau. Membri della vivacissima scena intellettuale dell'Illuminismo scozzese, Hume e Smith ebbero amici (e nemici) in comune, frequentarono gli stessi club e s'interessarono agli stessi argomenti, e non solo di filosofia ed economia: dalla psicologia alla storia, dalla politica al conflitto britannico nelle colonie americane. -
Bisanzio. L'universo dell'arte. Ediz. a colori
L'Impero bizantino giunse ad abbracciare quasi tutto il Mediterraneo negli oltre mille anni della sua storia, irradiando la sua cultura sull'intera Europa. In nessun campo Bisanzio raggiunse maggior splendore che in quello artistico. Questo libro, riccamente illustrato, offre un avvincente quadro d'insieme della storia e della cultura di un Impero impensabile senza l'arte.A differenza di quanto accade oggi, i Bizantini guardavano alla produzione artistica e architettonica non solo dal punto di vista estetico. Per i potenti come per la gente comune, l'arte era parte integrante della vita politica e andava osservata con gli occhi della fede. Le icone e i mosaici celesti offrivano un senso di serena contiguità alla vita dei santi, della Vergine e degli imperatori divinizzati agendo da monito e memoria, mentre gli spazi ecclesiastici garantivano un'esperienza mistica delimitando il potere terreno per innalzare quello dei Cieli. Neslihan Asutay-Effenberger e Arne Effenberger esplorano i linguaggi visuali di un'arte che, al pari di quella «occidentale», affonda le sue radici nell'Antichità romana. Il lettore scoprirà quanto l'arte bizantina abbia influito su quella europea (e in particolare sui mondi slavi), reagendo agli eventi politici e agli sconvolgimenti religiosi e culturali, e creando nel corso dei suoi oltre mille anni una varietà straordinaria di opere. Un volume splendidamente illustrato che offre una panoramica completa e criticamente aggiornata di quella che per moltissimi anni fu la cultura piú importante del Medioevo. -
Via della Magnolie 11
Nato come un romanzo a puntate durante il lockdown, potente antidoto ai limiti della clausura, questo primo capitolo della saga dei Boscolo ci travolge con i suoi personaggi e le loro sgangherate avventure, in uno scenario che assomiglia poco alla vita reale, ma che della vita reale ha tutta la sapiente, incontenibile follia.I Boscolo sono una famiglia come tante? Non proprio. Abitano quasi tutti nella palazzina di via delle Magnolie 11 e non disdegnano finti omicidi, gare truccate e amori clandestini. In una parola, hanno una morale tutta loro. Altrimenti perché continuerebbero ad affittare l'appartamento del secondo piano a quel donnaiolo di Lorenzo, senza comunicarlo alla legittima proprietaria? E perché dovrebbero avvalersi di un detective privato travestito da palma per impedire a lei, la legittima proprietaria, di scoprirlo? Nato come un romanzo a puntate durante il lockdown, potente antidoto ai limiti della clausura, questo primo capitolo della saga dei Boscolo ci travolge con i suoi personaggi e le loro sgangherate avventure, in uno scenario che assomiglia poco alla vita reale, ma che della vita reale ha tutta la sapiente, incontenibile follia.«Come l'amato di Bella ciao, anche io una mattina mi son svegliata e ho trovato l'invasor. Il maledetto virus, che per molti motivi ho odiato: quelli piú ovvi, certo, ma anche per la retorica insopportabile che ha scatenato intorno a sé. Come sfuggire alla melensaggine che si diffondeva a macchia d'olio, aggravando la pena di tutti? L'unica cosa che mi è venuta in mente è stata di offrire a chi avesse avuto voglia di servirsene una storia negativa al tampone, ma non solo, che del tampone proprio ignorasse l'esistenza. Cosí ogni mattina, dal 16 marzo al 3 maggio, mi sono alzata e come prima azione della giornata ho scritto cinque o sei pagine e le ho postate. Quando ho iniziato la prima puntata avevo un solo dato di partenza: una palazzina in una piccola città immaginaria, Rivabella Lago, in provincia di Verbania, abitata da una famiglia di origine veneta e di natura truffaldina. Tutto il resto è venuto giorno per giorno, semplicemente perché doveva venire. Stella Marina e sua cugina Claudia, il fratello di Stella Marina, che si chiama Alvise, la nonna assassina, l'inquilino bellissimo, l'avvocato romantico ma permaloso, il cugino americano tutto arancione... e la cognata carognetta che si iscrive a un talent di ballo, in una parola: i Boscolo, a cui mi sono affezionata man mano che a loro si affezionavano i miei amici di Facebook, che commentavano, suggerivano, proponevano modifiche, trovavano nella storia oggetti e sentimenti della loro vita quotidiana. Mi auguro che sia lo stesso anche per voi, che state per leggerla tutta riunita dentro questa bella copertina. E non smettete dopo la parola FINE, perché le storie dei Boscolo continuano...» (Stefania Bertola) -
Documenti, prego
L'esistenza di un uomo qualunque trasformata in un incubo indecifrabile. Una realtà, o un delirio, che il lettore vive assieme al protagonista, mentre davanti ai suoi occhi sfilano personaggi formidabili, comici e drammatici, che Vitali tratteggia con maestria unica.rnIl baffetto lasciò trascorrere qualche secondo. Si passò una mano sul mento, chiuse e riaprì gli occhi.rnIo ammisi che non era un comportamento corretto parcheggiare in quello spazio, ma vista l'ora, vista l'enorme disponibilità di posti, non ci avevamo fatto caso e comunque, conclusi, ce ne saremmo andati subito.rnIl baffetto accennò di aver capito, sembrò accettare la mia spiegazione.rn- Documenti, prego, - disse invece.rn Conservando, anche nei momenti piú oscuri, il suo sguardo accogliente nei confronti dell'estrema vulnerabilità della specie umana. È notte. Su un'autostrada del Nord Italia industriale corre una macchina con a bordo tre funzionari di una ditta commerciale. Tornano a casa da un viaggio di lavoro, sono stanchi, nulla di strano che decidano di fermarsi in un autogrill per bere un caffè e comprare le sigarette; una breve sosta prima dell'ultimo sforzo. Ma in quella stazione di servizio, sotto gli occhi indifferenti dei camionisti assonnati e delle ragazze del bar, il destino aspetta uno di loro. Una leggerezza e una banale dimenticanza lo faranno precipitare nelle maglie di un meccanismo giudiziario impeccabile nella forma, efficiente nei metodi, implacabile nelle conseguenze. -
María
Finalista della 35^ Edizione del Premio Letterario Nazionale per la Donna Scrittrice ""Rapallo""""Una donna in fuga. Un uomo alla ricerca della verità. Un'indagine psicologica profonda e mortale, come il dirupo in cui tutti i personaggi di questa storia sono destinati a cadere. Nadia Fusini torna alla narrativa con una novella intensa e implacabile, che racconta come tra bene e male esistano stagioni sospese, sfumature che solo alcuni accettano di vedere. «Ne ho conosciuti di assassini che, a vederli, gli avresti affidato tuo figlio». «Sono venuta a confessare un delitto». È una creatura docile e gentile a proferire questa frase terrificante. Si chiama María, ha la fissità di una statua e negli occhi una luce ardente, la stessa dell'isola da cui proviene. L'agente di polizia che in Questura redige la confessione, pur intuendone la pericolosa ambiguità, resta ammaliato e desidera immediatamente conoscere ogni cosa di lei – forse perché, a volte, orientarsi nella vita di una donna significa per un uomo avvicinarsi con ostinazione a se stesso. Fra l'aspirazione al divino e la condanna di avere un corpo, María racconta la sua storia. E rievoca quando rinunciò a tutto per andare a vivere con quello che sarebbe diventato suo marito e insieme il suo carceriere: le loro notti di amore accanito e la vergogna del giorno dopo, la gabbia della gelosia e il miracolo della libertà che non si compie mai. Ammette di essere finita nel labirinto di una passione tanto ineluttabile quanto assassina. Adesso sta scappando, alla ricerca del suo unico figlio. Nadia Fusini, dopo aver prestato la voce a Virginia Woolf ed Emily Dickinson, Mary Shelley, Katherine Mansfield e Sylvia Plath, disegna una figura di donna che resterà a lungo nella mente del lettore. Con appassionata intensità e nitido rigore, ci guida nei tormenti di una storia d'amore in cui verità e menzogna si spartiscono quel niente che il destino lascia nelle mani degli uomini. E delle donne."" -
I rischi della percezione. Perché ci sbagliamo su quasi tutto
Una lettura essenziale nell'era della cosiddetta «post-verità», che trasformerà il modo in cui affrontiamo il mondo. rnP come Percezione. Dei rischi che corriamo tutti nell'interpretare la realtà. I dati ci spiegano quanto poco tutti noi sappiamo del mondo, quanto ci inganniamo su come stanno le cose. Mangiate troppo zucchero? Qual è la percentuale di immigrati nel vostro Paese? Quante tasse pagano i ricchi? Prendetevi un minuto per rispondere. A prescindere dal vostro livello culturale, probabilmente vi sbagliate. Bobby Duffy, basandosi su una ricerca esclusiva condotta da Ipsos su quaranta Paesi, ci spiega perché non conosciamo i fatti fondamentali relativi al mondo che ci circonda. Il ventaglio di temi trattati è eccezionalmente ampio e restituisce una panoramica unica sulle aspettative che la popolazione del mondo ha della realtà statistica. L'esito, lampante e sconvolgente, è che a prescindere da età, livello di istruzione e ceto sociale sviluppiamo tutti una visione distorta di pressoché ogni aspetto della realtà. Duffy si chiede perché e, svincolando il concetto di «ignoranza» dalla sua accezione negativa, esamina come pensiamo e cosa ci viene detto per produrre questi risultati fittizi. -
La follia che è anche in noi
La follia non è qualcosa di estraneo alla vita, ma una possibilità umana che è in noi, in ciascuno di noi, con le sue ombre e con le sue incandescenze emozionali. La tristezza e l'angoscia sono esperienze umane non estranee alla nostra esistenza. La fenomenologia ha portato a considerare la psichiatria finalmente non solo come una scienza naturale, ma anche come una scienza umana, che nella cura delle interiorità ferite segue sentieri conoscitivi nutriti di gentilezza e di sensibilità, di etica e di umanità, sondando aree solo apparentemente estranee alla psichiatria, ma a questa vicine nel loro comune retroterra emozionale. Le emozioni ferite entrano a fare parte delle diverse forme di sofferenza psichica, e non solo di quelle depressive. Ma le emozioni accompagnano la nostra vita in ogni sua circostanza, si voglia o non si voglia, quando stiamo male e quando stiamo bene e non solo nelle condizioni di malessere, anche se non sempre ne siamo consapevoli. In questo libro Eugenio Borgna intesse le sue riflessioni su passato, presente e futuro della psichiatria con frammenti della sua vita «rapsodici e serpeggianti, nei quali sono confluite esperienze lontane e vicine nel tempo». -
Una stella incoronata di buio. Storia di una strage. Nuova ediz.
Il 28 maggio 1974, in piazza della Loggia a Brescia, nel corso di una manifestazione antifascista, esplode una bomba che uccide otto persone fra cui Livia, un'insegnante di italiano che ama la poesia. Insieme a queste esistenze, scompare un mondo intero; il mondo prima del 1974, un anno che marca un punto di svolta per l'Italia e non solo. Dopo, niente e nessuno sarà mai piú uguale. rn«Un affresco d'insieme della penisola deglia nni Settanta e della strategia della tensione che l'ha insanguinata. Come solo Benedetta Tobagi sa fare, Le umane passioni, le speranze, gli amori, i miti culturali, si ricompongono in un impianto storiografico finalmente decifrabile». - Gad LernerrnBenedetta Tobagi ci accompagna in un viaggio dentro i misteri recenti della vita italiana, per restituire un volto alle vittime e dare voce alla rabbia dei sopravvissuti. Perché «solo la verità può ristabilire un ordine nelle cose, dove il senso è stato distrutto», e solo la verità può porre fine all'ingiustizia e fare in modo che una strage non si riduca semplicemente a un luogo e a una data.