Sfoglia il Catalogo feltrinelli003
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5201-5220 di 10000 Articoli:
-
Il libraio di Venezia
Scritto quasi di getto, questo racconto è una galleria di personaggi, emozioni, colpi di scena il cui cuore è Venezia, sono i librai, è l'amore per i libri e l'amore che nasce grazie ai libri.In campo San Giacomo, a Venezia, c'è la Moby Dick, una libreria di quelle «che ti sorprende che esistano ancora, anche se ci sono in ogni città, tenaci come guerrigliere, eleganti come principesse». Il suo libraio si chiama Vittorio, ha passato i quarant'anni, vive per i suoi libri, combatte per continuare a venderli. Un giorno incontra Sofia, gli occhi chiari e le risposte svelte, che prende l'abitudine di andare a trovarlo. Il 12 novembre 2019, però, i 187 centimetri di acqua alta eccezionale inondano le case, i negozi, sommergono gli scaffali di Vittorio. Le pagine annegano, e «campo San Giacomo è pieno di libri perduti, e pare che tutto sia perduto». Giovanni Montanaro, che ha vissuto in prima persona i giorni tragici dell'inondazione, li racconta in un modo lontano dalle cronache che hanno commosso il mondo. Racconta l'angoscia dell'acqua che sale, che distrugge, ma mostra anche un'altra Venezia, i giovani, i cittadini che reagiscono, l'allegria nata in mezzo allo sfacelo, fatta della capacità di aiutarsi, di rinascere. Scritto quasi di getto, questo racconto è una galleria di personaggi, emozioni, colpi di scena il cui cuore è Venezia, sono i librai, è l'amore per i libri e l'amore che nasce grazie ai libri. E ai librai veneziani Montanaro destina interamente i proventi dei suoi diritti d'autore, per sostenerli dopo gli eventi di novembre. In calce al volume, sono proprio i librai veneziani a descrivere sé stessi e le loro librerie: il lettore può scoprirli anche attraverso le mappe che creano un percorso nella laguna – nonostante tutto, «Venezia è sempre lei. Venezia è meravigliosa». -
Piano nobile
Dopo Caffè amaro, il nuovo episodio di una maestosa trilogia siciliana. Simonetta Agnello Hornby sgomitola storie che sono anche episodi della storia di tutto il Paese e dilatano quella capacità di allacciare la visione d'insieme e la potenza del dettaglio.«Questo è il nuovo episodio di una maestosa trilogia siciliana. Simonetta Agnello Hornby sgomitola storie che sono anche episodi della storia di tutti il Paese e dilatano quella capacità di allacciare la visione d'insieme e la potenza del dettaglio» - AvvenireLe famiglie sono famiglie, e chissà ancora per quanto impediranno, nasconderanno, confonderanno.Palermo, estate 1942. Nel suo letto di morte, il barone Enrico Sorci vede passare davanti agli occhi, come in un lucido delirio, la storia recente della sua famiglia. Vede la devozione della moglie, le figlie Maria Teresa, Anna e Lia, i figli Cola, Ludovico, Filippo e Andrea, ma vede anche i bastardi, e nel contempo il destino di una città che a cavallo del secolo splende di opportunità e nuova ricchezza, con i treni che arrivano carichi di merci. Poco prima di morire il barone ordina che la notizia del suo trapasso non venga annunciata subito e infatti, ignari, i parenti si radunano intorno alla grande tavola della sala da pranzo per un affollatissimo simposio che si tiene fra silenzi, ammicchi, tensioni, battibecchi, antichi veleni, nuove ambizioni. È come se il piano nobile di palazzo Sorci fosse il centro del mondo, del mondo che tramonta – fra i bombardamenti alleati e la fine del fascismo – e del mondo che sta arrivando, carico di speranze ma anche di una nuova e più aggressiva criminalità. Cola, per espressa volontà del padre, siede al posto del capofamiglia. E suo è lo sguardo con cui si aprono le nuove vicende. Dopo di lui prendono la parola tutti i personaggi che più da vicino sono coinvolti con il destino della famiglia. Uno dopo l'altro portano testimonianze, visioni, memorie che si avviluppano, come in una spirale di fatti e di passioni, intorno all'accadere che segna Palermo dal 1942 fino all'aprile del 1955. Offesa dalla guerra e dall'occupazione, la città si apre con sventato entusiasmo a una nuova ricchezza e a nuove alleanze con la politica e la malavita. Nelle pieghe della famiglia Sorci si consumano amori, fughe, passioni, ribellioni, rovine. E tutto fluisce, incessante. Agnello Hornby sgomitola storie che sono anche episodi della storia di tutto il Paese e dilatano quella capacità di allacciare la visione d'insieme e la potenza del dettaglio, che i lettori hanno già imparato a riconoscere in Caffè amaro. -
La donna degli alberi
Finalista Premio letterario Chianti 2021Una baita in montagna e una donna. Attorno a lei, la furia e la meraviglia della natura. La legge del Monte e il miracolo della vita.«Abbandonato il tono scanzonato e gli interni borghesi dei romanzi recenti, lo scrittore napoletano si mostra capace di una sorprendente metamorfosi ed esibisce una scrittura intensa che dà corpo a un atteggiamento animistico e contemplativo nei confronti della natura» - Mirella Armiero, Corriere del Mezzogiorno«Una storia crepuscolare e sincera, quasi un'indagine sull'ostinazione della rinascita» - Conchita Sannino, Robinson«In mezzo a tanta solitudine, lo scrittore napoletano costruisce una storia sulla magia degli incontri, sul mistero della nascita e della natura, sulla lotta per la sopravvivenza e l'eterno perpetuarsi delle specie» - Marzia Fontana, la LetturaLa donna è sola, inquieta, in fuga: non vuole più restare dove non c'è amore. Ha lasciato la città, nella quale tutto è frenetico e in vendita, ed è tornata nella vecchia baita dell'infanzia, sul Monte. Qui vive senza passato, aspetta che la neve seppellisca i ricordi e segue il ritmo della natura. C'è un inverno da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine da farsi amica. Ci sono i rumori e le creature del bosco, una volpe curiosa e un gufo reale che bubola sotto il tetto. E c'è l'uomo dal giaccone rosso, che arriva e che va, come il vento. A valle lo chiamano lo Straniero: vuole risistemare il rifugio e piantare abeti sul versante nord della montagna, per aiutarla a resistere e a tornare fertile. Una notte terribile riporta la paura, ma la donna si accorge che ci sono persone che vegliano su di lei: la Guaritrice, muta dalla nascita, che comprende il linguaggio delle piante e fa nascere i bambini; la Rossa, che gestisce la locanda del paese; la Benefattrice, che la nutre di cibo e premure. Donne che sanno dare riparo alle anime rotte, e che come lei cercano di vivere pienamente nel loro angolo di mondo. Mentre la montagna si prepara al disgelo e a rifiorire, anche la donna si rimette in cammino. Arriverà un altro inverno, ma ora il Monte la chiama. -
Il peso della farfalla. Ediz. illustrata
Un'edizione riccamente illustrata del grande bestseller di Erri De Luca. Il racconto della radicalità della natura, dell'antichità del conflitto tra uomo e animale.Il re dei camosci è un animale ormai stanco. Solitario e orgoglioso, da anni ha imposto al branco la sua supremazia. Forse è giunto il tempo che le sue corna si arrendano a quelle di un figlio più deciso. E novembre, tempo di duelli: è il tempo delle femmine. Dalla valle sale l'odore dell'uomo, dell'assassino di sua madre. Anche l'uomo, quell'uomo, era in là negli anni, e gran parte della sua vita era passata a cacciare di frodo le bestie in montagna. E anche quell'uomo porta, impropriamente, il nome di ""re dei camosci"""" – per quanti ne aveva uccisi. Ha una Trecento magnum e una pallottola da undici grammi: non lasciava mai la bestia ferita, l'abbatteva con un solo colpo. Erri De Luca spia l'imminenza dello scontro, di un duello che sembra contenere tutti i duelli. Lo fa entrando in due solitudini diverse: quella del grande camoscio fermo sotto l'immensa e protettiva volta del cielo e quella del cacciatore, del ladro di bestiame, che non ha mai avuto una vera storia da raccontare per rapire l'attenzione delle donne, per vincere la sua battaglia con gli altri uomini. «In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove», dice De Luca. E qui si racconta, per l'appunto, di questi due animali che si fronteggiano da una distanza sempre meno sensibile, fino alla pietà di un abbraccio mortale."" -
E siccome lei
Attraverso il ritratto corale dei personaggi interpretati nella sua lunga carriera, Monica Vitti, attrice quanto mai versatile, è il prisma attraverso cui leggere, racconto dopo racconto, la complessità del femminile e l'Italia della seconda metà del secolo scorso.«Quarantasette ritratti, a volte comici altre volte drammatici, che l'autrice ci consegna dopo averli studiati con amore. Ma allora è tutto falso? No, è tutto vero, ci ricorda riprendendo le parole di Monica: ""Rappresentare è vivere di più, è aggiungere emozioni alle emozioni""""» - RobinsonrnProvate a chiedere di lei: ognuno la ricorda per un motivo differente, cercherà un suo aggettivo per definirla, una battuta che gli gira in testa o un'immagine che più di ogni altra sembra raccontarla. In oltre trentacinque anni di carriera, Monica Vitti ha lavorato per il teatro, il cinema, il varietà, la radio e la tv. Chi parla di lei spesso ama definirla """"un'icona italiana"""", ma della fissità delle icone la Vitti ha poco e niente. La sua personalità è unica proprio perché ne contiene molte: è matura e fragile, divertente e malinconica al tempo stesso; tenera e spietata, coraggiosa e perduta; toglie il fiato e fa ridere, è la ragazza con la pistola e la regina dell'alienazione, la bionda fatale e l'amica con la battuta pronta, e non c'è alcuna contraddizione in questo. E siccome lei non è un romanzo, ed è il contrario di una biografia: è un ritratto corale, somma di tutte le donne che Monica Vitti ha impersonato al cinema, dagli esordi negli anni cinquanta con Edoardo Anton e Glauco Pellegrini agli ultimi film diretti dal marito Roberto Russo negli anni ottanta, passando per Antonioni, Risi, Monicelli, Buñuel, Sordi, Brass, Scola. Cinquanta film – da protagonista, comparsa o comprimaria – in cui la Vitti ha dato corpo e voce a donne diversissime per desideri, carattere e destino."" -
in Autunno
Il primo volume del nuovo progetto di Knausgård: quattro libri, uno per ogni stagione, dedicati alla figlia Anna, la quarta. Un'enciclopedia personale scritta da un padre per una figlia che deve ancora nascere.rn«È uno Knausgard, diciamo così, romantico, intimista, il quale, anziché scavare all'interno di sé stesso, questa volta si rivolge soprattutto al mondo esterno, alla natura, agli oggetti della quotidianità. al corpo nella sua fisicità: le mele, le vespe, il sole, le petroliere, la calce, il sangue, i pidocchi, le tazze del water... Una ispirazione quasi bucolica, e infatti l'idea è di comporre un ""Quartetto delle stagioni"""" che comincia in Autunno, il che avviene per motivi storici, ma non stona con il carattere un poco ombroso dell'autore» - Eleonora Barbieri, il Giornale«Ho scelto le quattro stagioni perché cercavo una forma, un contenitore, e mi è venuto spontaneo visto che l'idea era scrivere un testo al giorno per un anno. Al contempo le stagioni con il loro alternarsi rappresentano il cambiamento, e insieme tornano sempre. Mi offrivano una struttura semplice ma interessante» - Karl Ove Knausgård in un'intervista per La LetturaIl primo della serie, in Autunno, inizia quando mancano ancora sei mesi al parto. I mesi in questione sono settembre, ottobre e novembre. Ogni mese è introdotto da una lettera che scrive alla figlia, in cui le presenta i suoi fratelli e la sua futura famiglia, le racconta di loro, le parla di quando il papà l'ha vista attraverso le ecografie, di come l'ha accarezzata quando toccava il pancione della madre. In queste lettere trapela l'enorme amore che Knausgård prova già per la piccola, il desiderio che nasca, la sua curiosità di conoscerla, di sapere chi è questa nuova creatura di cui non sa ancora nulla. Ogni lettera è seguita da una serie di brevi saggi, sessanta in tutto, che non superano mai le quattro pagine di lunghezza. Lo scopo di Knausgård è quello di trasmettere ad Anna (e a se stesso) che la vita è dura, ma che è assolutamente bella e degna di essere vissuta. La capacità di cogliere la bellezza dell'esistenza va osservata focalizzandosi sulle piccole cose, siano esse oggetti come un termos, un sacchetto di plastica, una gomma da masticare, insetti come le vespe o le mosche, animali come il tasso o la vipera. Oppure il vomito, il sangue, la pipì. Il dolore, il silenzio. Van Gogh. Il sole. Per poter cogliere la realtà, quella vera, non quella che è frutto delle nostre personali concezioni, delle gerarchie, dell'immagine che abbiamo di essa, dobbiamo imparare a concentrarci sull'oggetto e a poco a poco privarlo delle sue caratteristiche concrete per passare oltre. Un esempio su tutti: il termos. Oltre alla sua funzione pratica di trasportare bevande calde o fredde, è come un'estensione della casa, una componente del nostro focolare domestico che portiamo con noi nel mondo, un totem. Però, se questo oggetto non crea nessun tipo di imbarazzo in ambiti sociali aperti come boschi o parchi o sui mezzi pubblici, in una casa altrui diventa invece una sorta... -
Il Capitano e la Gloria
Donald Trump ha un nuovo nemico. Dave Eggers gli ha dichiarato guerra e ha aperto il fuoco contro di lui con un libro che è una feroce caricatura dell'attuale presidente degli Stati Uniti.«Tre anni fa, poco dopo l'elezione del nuovo presidente degli USA, Dave Eggers ha cominciato a buttar giù una favola. Amara, lieve, macabra, divertente, persino ottimista. Una parabola. Oggi esce, ancora più utile visto che l'America torna al voto. Cosa abbiamo di fronte è molto chiaro» - la LetturaIn un oceano vasto quanto tutti gli oceani messi insieme naviga un bastimento grande come tutti i bastimenti messi insieme. Ma la Glory non è una nave come le altre. Le sue migliaia di passeggeri sono anche i milioni di cittadini di un paese innominato che sta forse cominciando a pentirsi di avere scelto di farsi governare da un uomo con una piuma gialla tra i capelli. Quest'uomo pauroso, irresoluto e crudele, che odia tutti coloro che sono migliori di lui, è il capo di una cricca che a poco a poco allargherà il proprio potere fino a espellere con violenza dalla nave ogni più piccola forma di dissenso. Ma ogni tiranno trova, prima o poi, un tiranno più feroce e più intelligente di lui. Così, un bel giorno la Glory sarà abbordata da altri bastimenti e il Capitano, che si credeva così forte, sicuro e amato su una nave-paese trasformata dal suo oscuro carisma in un adorante pollaio, dovrà fare i conti con pirati ancora più sanguinari di lui ai quali basteranno due risate per distruggerlo. -
Azami
Con Azami, prima storia di una nuova avvincente pentalogia, Aki Shimazaki dipinge sentimenti intimi, rapporti lacerati vissuti nell'ombra e nella menzogna, partendo da una famiglia come tante.«In Azami, forse complice lo schermo di una lingua d'adozione, Shimazaki pare voler disinnescare con cinismo l'illusione che l'infanzia offra innocenza e purezza: un'età dell'oro dove magari rifugiarsi» - Marco Del Corona, la LetturaIl trentenne Mitsuo Kawano si divide tra la famiglia e il lavoro in una rivista culturale, e per colmare l'inesistente vita sessuale con Atsuko, la madre dei suoi figli, frequenta locali erotici. Un giorno incontra per caso Goro Kida, un ex compagno di classe, diventato presidente di un'importante compagnia ereditata dalla famiglia, che lo invita a trascorrere una serata in un club lussuoso. Lì lavora come entraîneuse la bella e misteriosa Mitsuko, una loro ex amica di scuola, il primo amore segreto di Mitsuo, la ragazza che nel diario giovanile lui chiamava azami, come il fiore del cardo. I ricordi riaffiorano e ben presto tra i due nasce una relazione in cui Mitsuo riscopre una passionalità inattesa e totalizzante. Tuttavia l'apparente equilibrio tra la vita quotidiana e gli incontri furtivi è destinato a incrinarsi per mano dell'intrigante Goro Kida. Repentini cambiamenti di vita e l'infittirsi del mistero attorno a Mitsuko culminano in un malinconico finale ricco di suspense. Coincidenze e simbologie impreziosiscono la sempre evocativa scrittura dell'autrice, dalla radice dei nomi Mitsuo e Mitsuko, che racchiude l'idea dell'appagamento, benché nessuno dei due sia soddisfatto della propria vita, al fiore del cardo, che accompagna tutto il romanzo. -
Donne dell'anima mia
Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni di un femminismo, esito naturale del suo vissuto e della sua limpida consapevolezza di genere.«Dall'infanzia trascorsa in un oppressivo sistema patriarcale alla formulazione di una filosofia femminista. La scrittrice racconta il superamento della ribellione per un atteggiamento emancipato, giusto e inclusivo» - La Stampa - TuttoLibri«Il libro in cui, con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni del suo femminilismo» - La Gazzetta del Mezzogiorno«L’infanzia infelice in Cile. Gli inizi da giornalista. I tre mariti, l’ultimo sposato l’anno scorso dopo un corteggiamento via email durato 5 mesi. In un memoir appena uscito la scrittrice Isabel Allende ripercorre la sua affascinante vita e ricorda le donne che l’hanno ispirata. A partire dalla madre Panchita» - Donna ModernarnNon esagero quando dico che sono femminista dai tempi dell’asilornIsabel parte dalle origini, dai dati biografici di un'infanzia e di un'adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale. L'istinto di ribellione in lei è una sorta di reazione naturale a questa esistenziale forma di discriminazione che genera l'attitudine filosofica che l'ha portata negli anni a schierarsi sempre con i deboli, con gli emarginati e con tutte le donne, vittime di una mancata emancipazione. Isabel ci racconta le tappe del suo cammino, la consapevolezza dell'importanza dell'indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che ha significato per lei, donna pienamente liberata e convinta che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia non dissimile dagli atteggiamenti sessisti e razzisti. -
Questa bruma insensata
Il protagonista, Simon Schneider, vive in una casa in rovina sull'orlo di un abisso, vicino a Cap de Creus, splendida penisola al confine fra la Catalogna e la Francia. È un ""traduttore previo"""" nonché un lettore appassionato che archivia frammenti di testi letterari. Lavora come rifornitore di citazioni per il fratello Rainer, uno scrittore di scarsa levatura che si è trasferito a New York. Lì è diventato noto come Gran Bros - autore assente e distante, emulo di Pynchon e Salinger - e raggiunge la fama grazie al lavoro per cui ha assoldato il fratello. Con il pretesto di discutere di eredità dopo la morte del padre, Rainer organizza un incontro con Simon il 27 ottobre 2017 in una Barcellona febbrile per le sue aspirazioni indipendentiste. """"Questa bruma insensata"""" è un romanzo sulla tensione tra la fede nella scrittura e il suo rifiuto radicale. Enrique Vila-Matas illumina il paradosso che l'unica originalità possibile nasca dall'arte della citazione in un lucido e brillante duello di ingegni tra due modi di intendere la creazione letteraria."" -
in Inverno
In Inverno è il secondo volume del nuovo progetto di Knausgård: quattro libri, uno per ogni stagione, dedicati alla figlia Anna. Vogliono essere un vademecum, una specie di enciclopedia personale scritta da un padre per una figlia che deve ancora nascere.Il secondo volume del quartetto autobiografico di Karl Ove Knausgård sulle stagioni, in Inverno, è una struggente raccolta di lettere e meditazioni quotidiane indirizzate alla figlia Anna. Ci uniamo a Karl Ove mentre aspetta la nascita della figlia. Per prepararsi al suo arrivo, fa il punto sul mondo, osservandolo come se fosse la prima volta. Nel suo stile inimitabile, scrive della Luna, dell'acqua, di gufi e compleanni, solo per nominare alcuni dei soggetti. Oggetti e idee fin troppo familiari a cui rende loro un nuovo significato, senza dare nulla per scontato. La scrittura di Knausgård è a suo modo unica. Sorprendente, generosa e precisa, ci mostra il mondo così com'è, straordinariamente ordinario e sublime al tempo stesso. -
Al contrario
Dalla fine degli anni Venti alla caduta di Mussolini, Giuseppina Torregrossa dà vita con il suo stile inconfondibile, sapido, sensuale e arguto, alla saga di tutto un paese attraverso le sue ferite, i segreti, le amicizie, i conflitti e gli amori.«Romanzo delle disillusioni e del corpo a corpo con la vita, Al contrario paga il prezzo degli eccessi dei suoi protagonisti ma ha scorrevolezza, respiro lungo e piglio realista, forte di una carnalità da dipinto di Guttuso, come una sorta di “Vucciria” dotata di parola: un affresco a tinte forti, in bilico fra tragedia, commedia e opera dei pupi, nipote legittimo dei feuilleton di Luigi Natoli. La lingua è spiccia, quotidiana, generosamente farcita di un dialetto che sostiene le impennate di questi paladini senza spade: il marchio di una radicatissima sicilitudine.» - Mario Di Caro, RobinsonEra il mese di agosto del 1927 quando il dottor Giustino Salonia arrivò alla stazione di Malavacata, e subito capì di essere stato fregato.In una Sicilia sperduta, lontana dal mare ma ugualmente florida di grano, ulivi e vigne, arriva nel 1927 il dottore Giustino Salonia, medico condotto. Ha un animo irrequieto, contraddittorio, che lo spinge ad agire d'impulso e fare esattamente l'opposto di ciò che sarebbe ragionevole o anche solo conveniente. Proprio come lasciare Palermo per accettare l'incarico a Malavacata, «un ammasso di casupole, sporcizia e miseria», dove la gente muore costantemente di polmoniti e malaria – la bonifica fascista lì non suona la sua grancassa. Mentre Gilda, la moglie, è rimasta a Palermo con la figlia neonata e si gode un insperato intervallo di libertà e indipendenza, presto lo studio medico diventa il cuore attorno a cui si muove l'intera comunità: una ragazza che rischia di morire per un aborto illegale, della quale Giustino finisce per innamorarsi; il saggio Mimì,rnche si oppone con fierezza alle nuove coltivazioni promosse dall'Istituto del grano; il federale, ricco proprietario terriero che si approfitta dei finanziamenti pubblici; Ignazio, il sensale velenoso; Primarosa, una ragazzina generosa... Allo scoppio della seconda guerra mondiale, il tempo governato dagli uomini – costretti a partire per il fronte – cede il passo al tempo delle donne che, prive di mariti e padri prepotenti, vivono nonostante il conflitto un periodo di fioritura. Le mani si graffiano e le schiene dolgono, ma i campi danno i loro frutti e le bestie vengono munte, portate al pascolo, castrate. E soprattutto senza i maschi il controllo sociale si attenua, e al pettegolezzo si sostituisce la confidenza, si stringono nuove alleanze. -
Io e Mr Wilder
Ambientato tra Londra, Los Angeles, la Grecia, Monaco e Parigi, un ritratto immaginario di Billy Wilder visto con gli occhi di una giovane donna ingaggiata per lavorare sul set del suo penultimo film, Fedora.rn«Dramma, sfrenato talento, gusto per la battuta: Billy Wilder non ha bisogno di abbellimenti per diventare un personaggio da romanzo» - Mariarosa Mancuso, Robinsonrn«Una lettera d’amore al cinema» -The GuardianCalista Frangopoulos è una donna sposata di cinquantasette anni, con due figlie in procinto di lasciare casa. Francesca, la grande, andrà a fare l'università negli Stati Uniti e Arlene, la piccola, è stata presa per l'anno successivo a Oxford. Dopo aver lasciato Francesca all'aeroporto, Calista ricorda quando lei stessa era stata in America per tre settimane nel 1976 e l'incontro casuale che le aveva segnato l'esistenza, quando una sera a Los Angeles, con la sua amica Gill, si era ritrovata a tavola con Billy Wilder, senza sapere chi fosse. Un'occasione fortuita che un anno dopo l'aveva portata a lavorare come interprete dal greco sul set del penultimo film di Wilder, Fedora, che avrebbe determinato la sua scelta di diventare compositrice di colonne sonore e che, molti anni dopo, le avrebbe permesso di maturare una decisione importante con la leggerezza del finale di A qualcuno piace caldo: ""Why not?"""". Già, perché no? La vita è grande. Billy Wilder è Hollywood, la celebrità, il genio, ma anche il Novecento, il nazismo, la Shoah, la fuga di tanti verso l'America, è una potente ossessione che permette a Jonathan Coe di scrivere un romanzo bellissimo e complesso, nelle cui pagine scorre con forza una vena di nostalgia: la nostalgia degli anni che passano, delle cose che si lasciano, di quello che siamo stati e non siamo più. E, soprattutto, di ciò che possiamo ancora dare e di cui nessuno sembra avere più bisogno."" -
Quel luogo a me proibito
Elisa Ruotolo ha una voce che si riconosce sempre, dentro c'è un mondo, il Meridione con la forza riarsa e terrigna delle sue immagini, e lo sguardo personalissimo di un'autrice destinata a conquistare uno spazio ben illuminato nel panorama della letteratura italiana.rnrn«Che romanzo unico, meraviglioso ha scritto Elisa Ruotolo che di mondo ne ha visto poco, dimostrandoci che il talento, lo sguardo, persino l'esperienza sono categorie dell'anima, nate e cresciute in un angolo di giardino» - Teresa Ciabatti, la LetturarnrnrnrnIn un Meridione ben distante dai segni della modernità urbana, la protagonista cresce oppressa da un ambiente familiare in cui le condotte pubbliche e private sono spietatamente misurate sul terrore del giudizio sociale e sul rigore vincolante del dovere quotidiano. Il nido protettivo diventa allora nodo difficile da sciogliere e da portare. «Famiglia era questo: una messa in comune del privato, un difetto di autonomia, una continua chiamata in causa dell'altro, un sostenersi che diveniva peso.» A smentire il clima familiare, la figura della nonna materna, una donna vitale, attenta ai propri spazi di autonomia e libertà, un modello stigmatizzato dai genitori della ragazza ma di cui lei sente di aver ereditato il «sangue ferino”, una sotterranea spinta a spezzare i legami per seguire i propri desideri. Questa attrazione si incarna per lei, nell'infanzia ma soprattutto nell'adolescenza, in Nicla, una ragazzina libera e istintiva che non ha paura di andare con i ragazzi. Paura che al contrario la protagonista non riesce a vincere se non nelle sue fantasie o nei libri, tanto che la ritroviamo adulta ma ancora inesperta di sé e degli uomini: la sua piccolezza assai simile a quella del bonsai, che – frenato nella crescita con tagli e legature – non è in grado di dare ombra né frutto. Ha un lavoro e si è lasciata alle spalle il dialetto da cui proviene quando conosce un uomo che rappresenta il proibito, il desiderio: forse il nodo più difficile da affrontare: «Avevo sempre pensato che per me tutto potesse risolversi nel chiuso di una stanza o negli affetti in cui ero nata, ma Andrea ora mi dimostrava che c'era anche altro». Si tratta di fidarsi, ma quanto coraggio serve per assumersi la responsabilità del proprio piacere? -
Hozuki
Aki Shimazaki ci propone un'altra storia appassionante e ricca di emozioni, che vede il ritorno di alcuni personaggi e vicende del precedente volume, Azami, di cui questo nuovo romanzo rappresenta il seguito, seppure in una cornice narrativa di completa e squisita autonomia.«Anni fa Aki Shimazaki, giapponese che vive in Canada e scrive in francese, ha inaugurato con Azami una nuova serie di romanzi. Questa è la sua specialità: brevi romanzi misteriosi i cui personaggi sono collegati, come pure le trame, senza che noi sappiamo alla fine di un libro quale filo sarà riannodato nel successivo» - InternazionalernLa coraggiosa e determinata Mitsuko ha finalmente realizzato il suo sogno di aprire una libreria specializzata in volumi di arte e filosofia. Vive con la madre e Taro, il figlio meticcio e sordomuto, conducendo una vita riservata. Non ha ancora tagliato del tutto i ponti con un passato ingombrante: il venerdì infatti continua a lavorare in un locale lussuoso come entraîneuse, conversando piacevolmente con la sua clientela di intellettuali e uomini di cultura. Un giorno in libreria si presenta una signora dell'alta società insieme alla figlioletta coetanea di Taro. I due bambini fanno subito amicizia e la donna, dopo un primo acquisto di testi rari e costosi, cerca con insistenza Mitsuko per rivedere lei e il piccolo. Mitsuko, sempre sfuggevole e diffidente verso gli altri, alla fine accetta di incontrarla, scoprendo che, come lei, la donna custodisce un misterioso segreto. La suspense cresce in questo romanzo agile e scorrevole, dove la maternità, vissuta in passato da Mitsuko con tormento e contraddizione, è diventata un sentimento totalizzante che la lega indissolubilmente al figlio, per il quale è disposta a qualunque cosa. Mitsuko, figura materna commovente, delicata e grintosa insieme nell'intento di proteggere l'adorato figlio, si staglia nell'universo dei personaggi femminili che Shimazaki tratteggia sempre con sensibile e autentico realismo. -
Cercando il mio nome
Candidato al Premio POP – Premio Opera Prima 2021Attraversare il lutto attraversando se stessi, il proprio corpo, il sesso. Un romanzo d'esordio potente, sincero, senza pelle.«Una storia simbiotica, da inossidabilità del cordone ombelicale che connette un padre a una figlia» - Ermanno Paccagnini, la LetturaCi vuole molta forza per partorirsi, papà, ti chiedo di soffiarmi incontro tutto il coraggio che puoi.Anna e suo padre sono «due pupi mossi dalla stessa coppia di aste di metallo», i fili che li legano sembrano destinati a non spezzarsi mai, il loro legame inviolabile. Ma non può essere così, non è mai così, e a diciannove anni, dopo una malattia che brucia il tempo, Anna perde il padre per un melanoma. Il rispecchiamento in lui è così forte, la sua figura così sensibile e piena di cura, così materna, che Anna perdendo suo padre perde se stessa, si confonde, senza lo sguardo di lui è come se fosse diventata niente. L'attraversamento del lutto diventa perciò, necessariamente, ricerca di sé, della propria femminilità, e finisce per passare attraverso una scarnificazione del corpo, il suo oltraggio. Trasferitasi da Napoli a Roma, usando l'università come un pretesto per allontanarsi dalla morte incombente, Anna si ritrova a doversi mantenere da sola, la madre non può aiutarla nelle spese né lei vuole gravare, così si indirizza a un prete grazie al quale la sua coinquilina ha trovato lavoro come ragazza delle pulizie. Il prete però la vede bella – «bisognerebbe proteggere la propria carne con squame più spesse di quelle che il lutto fa risplendere sopra le nostre teste. E invece ci esponiamo al sole dell'angoscia senza alcuna protezione, quasi a pretenderli, i segni sulla pelle di questo nostro attraversamento tisico del tempo» – e le propone un lavoro meglio pagato, in un night club. Anna è turbata, pensa di rifiutare ma poi accetta, e c'è repulsione e attrazione nel suo sì. Mescolato al racconto delle notti in cui si trasforma in Bube, con i muscoli tesi attorno al palo della lap dance, riemerge il passato, riemergono i vicoli e i bassi di Napoli, l'infanzia delle veglie con la nonna, i pomeriggi a fare i compiti con Alfredo e Cristina, e soprattutto il padre, la malattia che scompiglia tutto, la possibilità di esistere nonostante la morte. -
Adesso splendi
Due donne tenaci e indipendenti, decise a coronare i loro sogni in un mondo ancora in gran parte in mano agli uomini. La New York degli anni Trenta e un divertente dietro le quinte della fiera mondiale del 1939. Dopo il successo di Le ragazze di New York, una spumeggiante storia di amicizia, ambizione e perseveranza.New York, 1939. La fiera mondiale più grande e sfarzosa di sempre sta per cominciare, inaugurata da Roosevelt in persona, e Vivi Holden ha l'occasione per splendere. Dopo una lunga gavetta a Los Angeles come aspirante attrice, sempre eclissata da starlette più raccomandate e spregiudicate di lei, sarà la stella dell'Aquacade, lo spettacolo di nuoto sincronizzato più atteso della manifestazione. Poco importa che Vivi non sia Esther Williams e che non sappia come danzare e sorridere sott'acqua senza annegare: è decisa a non farsi sfuggire la sua grande occasione. Anche Maxine Roth, aspirante giornalista, ha sogni di gloria: scrivere per «The New York Times». Il suo professore, però, aveva altri piani per lei e le ha procurato uno stage nel giornale che si occupa di pubblicare il programma della fiera. Maxine dovrà trovare il modo per farsi comunque notare. Le due ragazze si conoscono nella sfavillante e inarrestabile New York, mentre lottano per farsi largo in un mondo dominato da pregiudizi, segreti e uomini che pretendono di avere il controllo delle loro vite. L'amicizia farà emergere il meglio di loro, ricordando a entrambe di non smettere mai di lottare per ciò che più conta e che le farà davvero splendere. -
Chiaroscuro
Tagliente, comico, dirompente, tenero, l'esordio di Raven Leilani è il ritratto di una giovane donna afroamericana che cerca di dare un senso alla sua vita, ai suoi desideri e alle sue rabbie, in un'epoca di grandi cambiamenti e di nuove consapevolezze.«Così delizioso da sembrare illecito» – The New York Times Book Review«Micidiale» – Zadie Smith«Chiaroscuro è una rivelazione, ma non tanto per la misura della sua onestà, quanto per la voce dell'autrice, che riesce a farsi valere sia nella disciplina dello Sguardo Lucido sul Mondo che in quella, più complessa, della Scrittura Come Forma d'Arte» - Nicola H. Cosentino, la Lettura«Un affresco che incrocia il MeToo al Black Lives Matter» - Francesco Pacifico, RobinsonrnLa protagonista di questo romanzo di formazione, Edith, è una brillante ventitreenne afroamericana orfana di una famiglia disfunzionale. Condivide in subaffitto un appartamento a Bushwick, Brooklyn, timbra come impiegata in una casa editrice, unica ragazza di colore dell'ufficio, e fa scelte sbagliate in materia sentimentale. Nelle prime pagine la troviamo a chattare con Eric, un archivista digitale quarantenne in piena crisi di mezza età, di cui diventa l'amante. Eric ha un matrimonio aperto, e il sesso è così per Edith il campo dove verificare la distanza che la separa dagli altri mondi: lei è nera, giovanissima, non ha molto denaro; sente il peso delle parole altrui, cieche, irrispettose, che sanciscono l'impossibilità di superare le distanze. Le cose precipitano e diventano esplosive quando Edith perde il lavoro e, inaspettatamente, trova una strana alleata nella moglie di Eric, Rebecca, che la invita ad andare a stare nella loro casa in una periferia bianca ed elegante del New Jersey, anche per fare compagnia alla figlia Akila, una ragazzina afroamericana di dodici anni adottata dalla coppia. Sexy ed estremamente avvincente, Chiaroscuro è un romanzo di formazione, sui privilegi e le diseguaglianze di classe e di colore della pelle. -
Le balene mangiano da sole
Bicicletta, cuffie con la musica e via, verso la prossima consegna.rnCom’è la nostra vita, vista da chi ci consegna la cena?rnUn rider ventitreenne e un ragazzino.rnUn’amicizia un po’ improbabile.rnUn viaggio pieno di sorprese.rnrnNapoletano ventitreenne trapiantato a Milano, Gennaro Di Nola, detto Genny, di professione rider, ha l'abitudine di fare un gioco: indovinare il tipo di persona che gli aprirà la porta in base al cibo che ha ordinato. Quei pochi secondi in cui sbircia nella vita degli altri, fermo sulla soglia della loro casa, sono per lui una tentazione irresistibile, ed è difficile che sbagli a tracciare un profilo. Una sera però, contro ogni pronostico, incontra Luca, dodici anni, capelli a spazzola con un po' di crestina, maglia del Napoli e un secchio grande di pollo fritto di Crispy World da mangiare da solo. La madre è uscita, il padre non c'è mai stato: è in un posto lontano a nutrire le balene, o almeno così gli hanno detto fin da piccolo. Un'assenza che si riflette nei suoi occhi nerissimi e profondi, in cui Genny intuisce un dolore che in qualche modo li accomuna. Bastano poche battute perché il ragazzino riesca a convincerlo a entrare in casa per guardare la Champions League in tv. Di partita in partita, nasce così un'amicizia tenera e un po' surreale, inizialmente osteggiata dalla madre di Luca, restia a fidarsi di uno sconosciuto, e poi sempre più stretta. Finché Luca annuncia di voler andare a Napoli con Genny. Sarà insieme una grande avventura e un viaggio nel passato, per poi scoprire di essere a casa. -
Maschi e murmaski
Una libreria di Parigi molto originale. Un'appassionata libraia animalista. Un cliente misterioso che è il suo esatto opposto. Avventuroso, frizzante e sorprendente, un esordio irresistibile e ricco di colpi di scena.Alla libreria ""Claudine et les chats"""" – una grande vetrina che si affaccia sul canale Saint-Martin, due stanzoni luminosi e, ovunque, casse e cassette piene di libri, tutte rigorosamente eco-friendly – può e deve succedere di tutto perché «leggere non serve a niente, se non ci metti del tuo prima e dopo e non ti mette fame di vita». È la filosofia di madame Albertine, proprietaria del negozio e grande sacerdotessa del tout Paris alternativo da oltre sessant'anni. Ed è l'ideale e l'incubo di Babette, giovane libraia animalista e pasticciona, affascinata dalle stravaganze della titolare, ma intimorita dalla sua intraprendenza. Ogni terzo martedì del mese, alle cinque in punto, tutto dev'essere impeccabile da Claudine: è il giorno della visita dell'Orco, un amico di madame Albertine così ribattezzato per la sua aria scorbutica e accigliata. Freddo e distante, lui. Appassionata e impulsiva, Babette. Elizabeth e Mr Darcy. È amore, finché l'Orco si rivela tale dichiarandosi favorevole alla sperimentazione sugli animali: il massimo affronto per Babette, che raccoglie firme anti-vivisezione e vive con un porcospino che dorme nel cassetto della biancheria. È l'inizio di una rocambolesca corsa a ostacoli dove, in pieno stile """"Claudine"""", succede davvero di tutto. Tra irruzioni in un allevamento abusivo, improbabili feste in costume e una notte in un castello isolato nella tempesta e circondato da urla disumane, Babette finirà per entrare in un giardino segreto dove scoprirà che Arsenio Lupin era molto più sexy di Sherlock Holmes, che anche i porcospini nel loro piccolo si incazzano e che il vero amore, come la vera via di Kafka, «passa per una corda che non è tesa in alto, ma appena al di sopra del suolo e sembra destinata a far inciampare più che a essere percorsa».""