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La stagione dell'ombra
Questo potente romanzo delinea i primi giorni del traffico transatlantico di schiavi da un punto di vista nuovo: quello di una popolazione sub-sahariana. Prix Femina 2013, prima vincitrice africana nella storia del premio.rnrnSiamo in Africa sub-sahariana, da qualche parte nell'interno, nel villaggio del clan dei Mulongo. Una notte, un incendio devasta il villaggio e scompaiono dodici giovani uomini. Dove sono finiti? Chi è responsabile? Una delle madri, Eyabe, continua a sognare un paese fatto di acqua e lascia il villaggio alla ricerca del figlio. Il capotribù Mukano si mette in viaggio con la sua scorta per chiedere notizie alla regina bwele, la tribù vicina con cui intrattengono pacifici scambi commerciali. Suo fratello Mutango invece si allontana perché vuole approfittare della situazione e prendere il comando del villaggio grazie all'aiuto del popolo vicino. Lungo il tragitto, i tre personaggi iniziano a intuire una terribile verità: un popolo straniero giunto dal mare rifornisce di armi da fuoco gli abitanti della costa, in cambio di esseri umani. Léonora Miano ci fa conoscere un mondo che si regge sul culto dei morti e degli antenati, sui riti di purificazione e d'iniziazione, un mondo fatto di magia e superstizione, in cui il dio sole cambia nome nel corso della giornata segnando lo scorrere del tempo e le donne si aggiustano la capigliatura prima di andare a dormire per non fare brutti sogni... -
Goldstein. Le indagini di Gereon Rath. Vol. 3
Un thriller mozzafiato sullo sfondo di una città sull'orlo dell'abisso.rnrnBerlino, 1931. La crisi economica si aggrava, il conflitto fra nazisti e comunisti diventa sempre più violento e in città infuria una guerra fra bande di criminali rivali, mentre il commissario Gereon Rath, per fare un favore ai colleghi dell'Fbi, deve tenere sott'occhio Abe Goldstein, un gangster americano in città per motivi oscuri. Come se non bastasse, viene coinvolto da Charly, la sua eterna non fidanzata, nelle indagini su un misterioso furto di gioielli al grande magazzino KaDeWe finito male, con uno dei rapinatori che è precipitato dal cornicione. Ritroviamo qui i personaggi degli altri suoi romanzi, cui si aggiunge il sorgere sempre più violento della caccia agli ebrei, delle bande di nazisti, dell'opposizione ai comunisti e della crisi dell'economia tedesca. -
Peter Holtz. Autoritratto di un uomo felice
La peculiare storia di Peter Holtz: nato nella Repubblica democratica tedesca, convinto comunista, finisce per diventare multimilionario, malgrado se stesso. Un'esilarante satira del capitalismo.rnrnFin dall'infanzia in un collegio della Ddr, Peter Holtz si distingue per una ligia ed entusiasta adesione al verbo comunista, più tardi condita da uno slancio cristiano. Vuole il bene di tutti, l'abolizione del denaro e della proprietà privata. Peccato che il suo zelo sortisca spesso un effetto contrario a quello voluto. Per giunta una strana fortuna sembra perseguitarlo. Nel 1989 la rivoluzione tanto agognata pare finalmente realizzarsi, ma il risultato è inaspettato: l'economia di mercato sembra contraddire il corso del mondo come lui l'aveva previsto. E gli procura ricchezze inaudite, trasformandolo in un imprenditore di successo. Che si fosse impegnato per la causa sbagliata? O per la causa giusta, ma percorrendo la strada sbagliata? -
Favole da riformatorio
Attingendo alla tradizione classica delle favole, e stravolgendola, Ugo Cornia scrive e riscrive venti fabliaux contemporanei, rispettandone per argutezza lo spirito antico ma attualizzandone la critica sottesa ai comportamenti e ai costumi del nostro vivere. rnrnLupi sfrattati o in pensione, alci disoccupate che si ammalano di depressione, Raperonzolo, Cipollonzolo e Pomodoronzolo rapiti dalla jihad agroalimentare, un gattino che vuole diventare il gatto con gli stivali ma non ha i soldi per comprarsi gli stivali... Attingendo alla tradizione classica delle favole, e stravolgendola, Ugo Cornia scrive e riscrive venti fabliaux contemporanei, rispettandone per argutezza lo spirito antico ma attualizzandone la critica sottesa ai comportamenti e ai costumi del nostro vivere. Senza mai rinunciare alla leggerezza e a uno stile piano, accessibile, queste favole si aprono spesso allo scavo profondo dei sentimenti - per esempio ne La favola della cicogna, che «dopo una vita di lavoro indefesso, ormai stanca di tutto, aveva sviluppato in sé il sentimento dell'estrema tragicità dell'esistere, cosa che nella sua testa si traduceva nella frase ""meglio sarebbe stato il non esser mai nati""""». Non manca neppure l'ironia nei confronti di alcune mode editoriali, come nella favola che chiude la raccolta - quella dei personaggi di favole famose che un bel giorno hanno voluto lasciare la propria favola per trasferirsi in un noir."" -
Fine
Lo straordinario e mostruoso ultimo volume della serie monumentale di Karl Ove Knausgård, La mia battaglia.rnrn«Forse l'opera letteraria più significativa dei nostri tempi» - The Guardianrn«È uscito l'ultimo volume del colossale memoir dell'autore norvegese, che in totale conta 4.145 pagine. Dentro c'è tutto: una mappa in scala uno a uno della sua vita, convinto che la sincerità corrisponda alla verità. Ma non è detto» - La LetturarnKnausgård descrive il periodo particolarmente turbolento antecedente la pubblicazione del primo volume de «La mia battaglia» che coinvolge sia la sua vita familiare sia la sua identità di scrittore. Durante la stesura del romanzo non aveva pensato né tenuto conto di come avrebbero reagito le persone coinvolte e descritte nel testo. Lo zio però si incaponisce e si prodiga per distruggerlo, accusandolo di mentire già nell'esposizione di fatti che secondo lui non sono mai esistiti. Il suo intervento costringe Karl Ove a togliere il nome del padre dal romanzo, dove può nominarlo ricorrendo unicamente alle parole ""mio padre"""". A partire da questo, Knausgård comincia a meditare sull'importanza che il nome ha nell'identificare una persona reale e/o un personaggio, si sofferma su due poesie di Paul Celan scritte dopo la fine del nazismo e così dà inizio a una lunga riflessione sul Mein Kampf e sul nazismo, che Knausgård si sforza di leggere non come viene visto con gli occhi del """"dopo"""", di chi sa che quelle parole si sono trasformate in un'ideologia dell'odio che si è materializzata in morte e distruzione, ma con gli occhi del momento storico, culturale, politico contingente alla sua stesura e di chi era Hitler allora, un giovane disilluso, artista mancato, dotato di un ego enorme, narcisista, che non amava essere contraddetto, ma che non era ancora l'incarnazione del male che sarebbe diventato in seguito. L'ultima parte del romanzo affronta la crisi familiare scatenata dalla malattia di Linda, che soffre di disturbo bipolare, e dalle sue reazioni nel momento in cui legge quello che il marito ha scritto di lei nei libri precedenti."" -
Gli informatori
Con una prosa tesa e bellissima, Juan Gabriel Vásquez ci consegna una potente esplorazione dei peccati dei nostri padri, dei terribili costi psicologici della guerra e dell'inesorabilità del passato. Un romanzo che è valso a Vásquez paragoni con Sebald, Borges, Roth e Marquezrnrn""Un'analisi acuta dei terribili effetti distruttivi del passato sul presente, l'appassionante rivelazione di una quinta poco conosciuta del teatro di guerra nazista"""" - John BanvillernrnQuando il giornalista Gabriel Santoro ha pubblicato il suo primo libro, non pensava che la critica più violenta sarebbe venuta proprio da suo padre, noto avvocato e professore universitario di Retorica. Il tema del suo libro sembrava inoffensivo: la vita di una donna tedesca di origine ebraica arrivata in Colombia poco prima della Seconda guerra mondiale, un'amica di famiglia, Sara Guterman. Ma il padre si è sentito tradito. Perché? Evidentemente tra le frasi del libro si nasconde un segreto. E dopo la misteriosa scomparsa del padre in un incidente di macchina, Gabriel, con l'aiuto della stessa Sara e di un'amica del padre, Angelina, decide di indagare e ricostruire un complesso ritratto della vita del padre e quindi della sua stessa identità."" -
La legge del sognatore
Tutto è lecito, come di notte, nei sogni. Ma una logica implacabile e finissima regge le architetture oniriche. Un grande omaggio di Pennac a Federico Fellini, un gigante del cinema italiano che con il sogno ha dialogato tutta la vita. rnrnSe solo mia madre mi avesse presentato a Federico Fellini!rnrnDaniel Pennac ha dieci anni, è in vacanza sul massiccio del Vercors con i genitori e l'amico Louis. Sopra il lettino di Daniel troneggia un poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista quando la madre lavorava a Cinecittà. Forse influenzato da un'intuizione che aveva condiviso poco prima con l'amico, il piccolo Daniel quella notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, e inonda prima l'abitazione e il salotto dove troneggia una statua di san Sebastiano, e poi dilaga per le strade, sommergendo tutta la cittadina, chiesa compresa. Molti anni dopo, ormai due uomini maturi, i due amici si ritrovano nella stessa stanza da letto e Louis propone a Daniel di fare un'escursione e andare a fare il bagno lì vicino, come facevano da bambini. Dopo essersi immerso nell'acqua gelida del lago, sotto il pelo dell'acqua, Daniel riscopre lo stesso paese sommerso del sogno d'infanzia, con la stessa chiesa, la casa con la statua di san Sebastiano, e le due strade dai nomi evocativi, rue du Repos e rue de la Paix. Cosa può aver provocato quel sogno premonitore infantile? Deve essere stata l'influenza di Fellini: allora Daniel decide di mettere in scena al Piccolo di Milano uno spettacolo sui sogni, un omaggio a Fellini, una festa che riunisca tutta la sua famiglia allargata e la popolazione di Milano, in un grande carnevale felliniano che culmina all'Arco di trionfo del Sempione. Ma forse anche questo era un sogno. Infatti, la madre di Daniel amava molto i film di Fellini, ma non ha mai lavorato a Cinecittà. E la città sommersa? E san Sebastiano? rnrnIn equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all'amato Fellini e all'amarcord personale dell'autore e della sua tribù immaginaria e reale. -
La volpe era già il cacciatore
Sono gli ultimi tempi prima della caduta del regime di Ceaučescu. Adina ha in casa una pelle di volpe. Un giorno si accorge che in sua assenza è scomparsa la coda. È l'inizio, Adina è stata presa di mira dai servizi segreti.rnrn«Quando il collage è completo, il lettore comprende che ognuna delle storie, ogni volo stilistico e fatto brutale sono stati necessari per raffigurare una società a pezzi» – The New York Timesrn«In tutti i libri la forza della prosa di Müller sta nel coraggio e nell'abilità di ridurre la parola al ruolo di ancella delle immagini» - Wlodek GoldkornrnSono gli ultimi tempi prima della caduta del regime di Ceauçescu in Romania. Adina fa la maestra, e ha in casa una pelle di volpe. Un giorno si accorge che in sua assenza è scomparsa la coda della volpe. È l'inizio: la prossima a scomparire è una zampa, poi un'altra. Adina è stata presa di mira dai servizi segreti. Pubblicato per la prima volta in Germania nel 1992 e finora mai tradotto in Italia, il romanzo si sviluppa attraverso una successione di quadri ed episodi – evocati con straordinaria potenza da una scrittura secca, ipnotica – che raccontano la storia di Adina, dell'amica Clara e del suo amante Pavel, informatore della Securitate, e del musicista Paul. Fino al crollo della dittatura. La minaccia, tuttavia, non cessa: chi è la volpe – e chi il cacciatore? -
Ragazzo italiano
Finalista al Premio Strega 2020. Finalista al Premio Asti d'Appello 2020.rnrn«Troncati i legami con il nido,rneliminati in pratica obblighi e doveri,rnNinni, con suo intimo stupore,rnscoprì che rimaneva ed esisteva altro.rnEsisteva lui.»rnrnLa vita di Ninni, figlio del dopoguerra, attraversarnle durezze da prima Rivoluzione industriale dellarnprovincia lombarda, il tramonto della civiltà ruralernemiliana, l’esplosione di vita della Milano socialdemocratica.rnE insieme Ninni impara a conoscere le insidie deglirnaffetti, la sofferenza, persino il dolore, che si cela anchernnei legami più prossimi. Da ragazzino, grazie alla nonna,rnscopre di poter fare leva sull’immenso continente dirnesperienze e di emozioni che i libri gli spalancanorndi fronte agli occhi. Divenuto consapevole di sérne della sua faticosa autonomia, il ragazzo si scava,rnall’insegna della curiosità e della volontà di sapere,rnquello che sarà il proprio posto nel mondo.rnNella storia di Ragazzo italiano si riflette la storiarndell’intero Paese, l’asprezza, la povertà, l’ansia di futuro,rnla vicenda di una generazione figlia della guerra marndeterminata a proiettare progetti e sogni oltre quellarntragedia. Un’Italia dove la scuola è la molla di promozionernsociale e il futuro è affollato di attese e di promesse.rnUn’Italia ancora viva nella memoria profonda del Paese,rnnelle vicende familiari di tanti italiani. Ferrari le restituiscerncorpo e respiro senza indulgenze e senza compiacimenti,rncon uno stile cristallino e non di rado crudo, con unrntimbro di coraggiosa sincerità. Capace di esprimerernla freschezza del protagonista e di una moltitudinerndi personaggi lampeggianti di futuro.rnrnProposto per il Premio Strega 2020 da Margaret Mazzantini: «""Ragazzo italiano"""" è un libro scritto con uno spirito fanciullesco, nel senso più nobile del termine. Per me avrebbe potuto intitolarsi anche “Giovane”.rnIl giovane preso per mano lungo queste pagine, negli anni della sua crescita: un antieroe fragile, un bambino che vive circondato da donne, educato da donne, fasciato innanzitutto di stupore. E giovane è anche lo sguardo del narratore che torna ad accostarsi a quel bambino, poi ragazzino, poi ragazzo, nelle tre parti che compongono il romanzo. Ferrari riporta, ricrea in maniera formidabile, dialoghi che sono tranches di vita, che fanno pensare a certi quadri espressionisti, a certe fotografie di umile gente messa in posa. Hai la sensazione di stare in quelle case, con quelle persone. I dialoghi sono arterie vitali nascoste sotto il tessuto narrativo di un mondo che comunica con noi attraverso queste voci. Quel tessuto narrativo, poi, possiede una grazia d'altri tempi, connaturata a un'epoca più timida. Un'Italia più giovane, più sprovveduta, l'Italia partorita dalla guerra, con il suo grande gregge di reduci. Mentre Ninni avanza di statura, il mondo intorno muta violentemente, e s'intravede già molto di quello che sarà – il tempo dell'accumulo insensato, della solitudine dei molti, della disgregazione sociale – attraverso la finestra che questo romanzo di formazione apre e lascia aperta. Gian Arturo Ferrari ha scritto un vero romanzo. Perché alla fine cosa si chiede a un romanzo? Una ricreazione, nel senso dello svago, della nobile pausa nell'esercizio della vita quotidiana, ma anche la ri-creazione di un mondo comune, attraverso uno sguardo e una visione, che ricostituisca un involucro vitale. Perché, in questa polverizzazione culturale che ci sposta sempre un... -
Teresa degli oracoli
Le cose invisibili e i segreti non perdonano mai la distrazione e la fretta.rnrn""Ci portiamo dietro il passato come le balene che nel grasso della pancia conservano le ossa di quando camminavano. Mentre nuotano, enormi balene, i pesci le guardano e non sospetterebbero mai che quei grandi animali al loro fianco prima respiravano aria e camminavano sulla terra. Forse neanche le balene lo ricordano, ma lo sanno dentro. Lo sa il loro corpo e quel segreto lo custodiscono nella pancia, sedimentato nel grasso di quella nuova vita. Anche Teresa si portava addosso i suoi segreti come le balene""""rnrnrnrnTeresa custodisce da sempre un segreto di cui è ormai l'unica depositaria. È vecchia, ostinata, e quando intuisce che la sua mente e la sua memoria si sono fatte labili, decide di non mettere a repentaglio ciò che ha tenuto nascosto per una vita intera. Così una sera si sdraia nel letto e non si alza più: per dieci anni, """"zitta e immobile, fissava quello che gli altri chiamavano vuoto e che lei aveva imparato a interpretare"""". La sua famiglia però, ostinata, porta il letto al centro del salotto e dell'esuberante vita della casa, che è tutta al femminile: oltre a Teresa, ci sono le figlie, Irene e Flora, la cugina Rusì, la badante peruviana Pilar e Nina, la nipote. È lei a raccontare la loro storia, che inizia nel momento in cui la nonna si sta spegnendo e le cinque donne le si stringono intorno per vegliarla. Prima di andarsene, Teresa regala loro quattro oracoli - uno portato dal vento (come quello che indicò a Ulisse la via del ritorno), uno scritto sulla sua pelle (come la tradizione tramanda sia avvenuto a Epimenide), uno fatto di nebbia e di poesia (come al cospetto della Pizia di Delfi), uno che diventa fulmine (secondo la tradizione della Sibilla Eritrea)... Sono oracoli che sciolgono il nodo che blocca le loro esistenze, liberandole dalle paure, dal senso di colpa, dal passato, dall'incapacità di affacciarsi sul proprio futuro. E, liberando le loro esistenze, Teresa libera finalmente se stessa."" -
Malinverno
Un romanzo sul potere delle storie, dell'immaginazione e dell'amore, pieno di incanto verso i libri.rn«Un romanzo nel quale ci s'imbatte in personaggi e situazioni straordinarie» - Ermanno Paccagnini, La Lettura«Domenico Dara è al suo terzo romanzo e dimostra oltre a fantasia e sapienza di intrecci narrativi, anche una forte carica introspettiva, una capacità grande di scavare nelle piccole vicende umane fino a trasformarli in eventi degni di nota» - Giusto Truglia, Famiglia Cristianarn«Mi sembrò per un attimo che ogni cosa nel mondo, anche i pensieri, anche i sentimenti, anche i morti avessero la loro giusta collocazione nell'universo. anche io, Astolfo Malinverno, l'unico bibliotecario guardiano di cimitero che l'umanità abbia mai avuto.»rnrnCi sono paesi in cui i libri sono nell'aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così, almeno da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera calabrese, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero, al ritmo della sua zoppia, per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia che gli è stato affidato un nuovo, ulteriore impiego: alla mattina sarà guardiano del cimitero e al pomeriggio starà alla biblioteca. Ad Astolfo, che oltre a essere un appassionato lettore possiede una vivida immaginazione, bastano pochi giorni al cimitero per essere catturato dalla foto di una donna posta su una lapide. Non c'è altro; nessun nome e cognome, nessuna data di nascita e morte. Col tempo Astolfo è colto da un quasi innamoramento e si trova a inseguire il filo del mistero racchiuso in quel volto muto. Attorno a lui si muovono i lettori della biblioteca, gli abitanti di Timpamara e i visitatori del cimitero, estinti e in carne e ossa, con le loro storie comiche, tenere, struggenti – dal ""resuscitato"""" alla ragazza rimasta vedova alla vigilia delle nozze, che tinge l'abito nuziale di nero e chiede ad Astolfo di unire lei e il trapassato in matrimonio."" -
Qualityland. Per ottimisti
In un futuro prossimo dove tutti i processi decisionali sono automatizzati, un uomo ha la sfacciataggine di fare una scelta per conto suo, con conseguenze globali. Ci sono due versioni di questo libro, uno per ottimisti e una per pessimisti. In quella per ottimisti l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci salverà.rnrnQualityLand è un luogo dove predomina la qualità e la tecnologia risolve ogni problema. I robot aiutano nelle faccende quotidiane e sul lavoro senza nemmeno doverglielo chiedere, e quando hanno anche solo un difettuccio, be', si demoliscono e se ne acquistano di nuovi. Le persone, classificate in livelli dal sistema, non devono neppure preoccuparsi di cercare l'anima gemella, perché ci pensa un programma informatico a elaborare miliardi di informazioni e far incontrare i due soggetti con la massima affinità possibile. Sembra tutto così semplice e perfetto, finché un giorno Peter, titolare di un negozio di rottamazione di robot, riceve un oggetto per drone, un prodotto che è sicuro di non desiderare e decide di fare di tutto per restituirlo. Ma se Peter ha ragione allora l'algoritmo che ha fatto in modo che gli fosse recapitato ha torto e vengono meno le fondamenta stesse di Qualityland. Ci sono due versioni di questo libro, una in chiaro e una in scuro. Nella versione per gli ottimisti, l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci salverà, mentre in quella per i pessimisti propone il contrario. -
Carlo è uscito da solo
Dopo il successo di Le tartarughe tornano sempre, un emozionante romanzo di formazione che affronta con delicatezza e sensibilità il tema del bullismo. Con una grande storia d'amore.rnrn«Finalmente un vero, nuovo scrittore italiano» - Il Sole 24 Orernrn«Un autore che dimostra di saper guardare l'animo umano» - la RepubblicarnrnCarlo ha trentatré anni e non esce mai da solo. Non rivolge la parola agli sconosciuti e conta tutto: le briciole sul tavolo, le gocce d'acqua sulla finestra, le stelle in cielo. ""Una linea retta è una serie infinita di punti"""", così gli ha detto anni prima la professoressa delle medie, ma non l'ha avvisato che alcune rette possono essere interrotte. Come la linea rassicurante della sua vita, che un giorno è andata in pezzi e da allora non è più stato possibile aggiustarla. Per questo ora Carlo si circonda di abitudini e di persone fidate: ha costruito un muro tra lui e il mondo esterno. Finché, una mattina, incontra Leda, la nuova ragazza del bar dove fa sempre colazione con il padre, ed è lei a creare una crepa nel muro, a ridargli un raggio di speranza. Nelle loro durezze, nei loro spigoli, riconoscono il reciproco dolore, stringono una tacita alleanza e cercano la forza per affrontare i ricordi e lasciarsi andare. Il racconto di un ragazzo e una ragazza danneggiati dalla vita, la storia tenace di un uomo che non si arrende e di una donna che potrebbe aiutarlo a rinascere, a darsi una possibilità. A uscire da solo, per non essere più solo."" -
Giorni terribili
Dodici storie che affrontano cosa significa vivere nei nostri imperfetti, fragili e affamati corpi umani.«Una tagliente raccolta di racconti da un'autrice sempre bravissima» – Zadie SmithUn nuovo libro di A.M. Homes è sempre un evento. Soprattutto se poi si tratta di racconti, una formula narrativa che le è particolarmente congeniale. Con il suo stile solo in apparenza cinico e spregiudicato, con il suo umorismo graffiante che cela uno sguardo pieno di compassione e tenerezza, la scrittrice americana torna a indagare i rapporti di coppia e le dinamiche famigliari con dodici storie che portano in primo piano il cuore profondo dell'America del secondo millennio. A volte fulminanti nella loro brevità, a volte più distese, tutte hanno in comune la capacità di cogliere l'essenza di un rapporto, l'anima di un personaggio, le crude dinamiche di un ambiente sociale. Che si tratti di un artificiere in missione in Afghanistan o delle occulte paure di una famiglia di Los Angeles, di due vecchi amici che si ritrovano a una conferenza sul genocidio o di vincere alla lotteria una candidatura alla presidenza, le storie di Homes spiazzano e divertono, mordono e commuovono, penetrano sotto la superficie restando a lungo nei nostri pensieri, a interrogarci e a stupirci per l'infinita varietà e meraviglia del genere umano. -
Qualityland. Per pessimisti
In un futuro prossimo dove tutti i processi decisionali sono automatizzati, un uomo ha la sfacciataggine di fare una scelta per conto suo, con conseguenze globali. Ci sono due versioni di questo libro, uno per ottimisti e una per pessimisti. In quella per pessimisti l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci distruggerà.rnrnQualityLand è un luogo dove predomina la qualità e la tecnologia risolve ogni problema. I robot aiutano nelle faccende quotidiane e sul lavoro senza nemmeno doverglielo chiedere, e quando hanno anche solo un difettuccio, be', si demoliscono e se ne acquistano di nuovi. Le persone, classificate in livelli dal sistema, non devono neppure preoccuparsi di cercare l'anima gemella, perché ci pensa un programma informatico a elaborare miliardi di informazioni e far incontrare i due soggetti con la massima affinità possibile. Sembra tutto così semplice e perfetto, finché un giorno Peter, titolare di un negozio di rottamazione di robot, riceve un oggetto per drone, un prodotto che è sicuro di non desiderare e decide di fare di tutto per restituirlo. Ma se Peter ha ragione allora l'algoritmo che ha fatto in modo che gli fosse recapitato ha torto e vengono meno le fondamenta stesse di Qualityland. Ci sono due versioni di questo libro, una in chiaro e una in scuro. Nella versione per gli ottimisti, l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci salverà, mentre in quella per i pessimisti propone il contrario. -
L' ingrata
Con una scrittura densa di rabbia, di tenerezza e di compassione, una grande autrice scrive un libro fondamentale per questo tempo, che parla direttamente al cuore e alla coscienza. La storia di chi fugge e attraversa confini con la speranza di trovare una vita nuova.rnrn""Ogni paese appartiene a chi ci è nato. Gli altri possono entrare, ma a una condizione: restare al proprio posto. E rinunciare a se stessi."""" rnrnrnAlla fine degli anni ottanta, quando la sua famiglia decise di fuggire dall'Iran in guerra, Dina Nayeri era una bambina. Il rumore delle bombe, le sirene e le corse per nascondersi nel seminterrato, la poca luce filtrata dalle finestre serrate erano tutte cose normali. Negli anni a venire, sui letti a castello delle case per i rifugiati di Londra, di Dubai, di Roma, poi dell'Oklahoma, Dina conobbe per la prima volta il silenzio del sonno tranquillo e ininterrotto: quella fu la sua prima idea di cosa fosse la pace. Sua madre le diceva di pregare e di essere grata. Sui migranti sono state scritte molte storie. A partire dall'Eneide, l'esperienza di chi è costretto a fuggire non ha mai smesso di essere all'origine di narrazioni impetuose, grandi, travolgenti. Storie di singoli individui, soli contro la perdita di tutto, storie che sono universali. Dopo un clamoroso reportage uscito sul """"Guardian"""", The Ungrateful Refugee, Dina Nayeri si misura con la domanda più impietosa del nostro tempo: che cosa significa essere un migrante? E soprattutto: cosa succede quando chi fugge diventa un rifugiato? Qual è il prezzo della sua integrazione? La risposta è semplice. La prima regola per il rifugiato è rimanere al proprio posto. Essere meno capace, avere meno esigenze degli altri. Accontentarsi e ringraziare per l'accoglienza, accettando il destino di un terribile circolo vizioso: sei un pigro richiedente asilo, finché non diventi un intruso avido. Grazie alla propria esperienza, una scrittrice esplora come vive chi è costretto a fuggire, come si declina il rifiuto delle comunità di approdo, e indaga la tragedia dello straniamento dell'identità che tutti i giorni avviene sotto i nostri occhi."" -
Una sirena a Parigi
Con Una sirena a Parigi, Mathias Malzieu dispiega le ali della fantasia, ricreando al sommo grado sensazioni oniriche e personaggi fantastici che richiamano La meccanica del cuore e Il bacio più breve della storia. Rende omaggio all'amore travolgente e impossibile, irrinunciabile energia vitale, fonte di creazione ma anche di distruzione.rnL’ingrediente magico è l’amore! Poiché permette al sogno di cristallizzarsi. Insaporite il tutto con un pizzico di sorpresa, e la vostra vita avrà un gusto delizioso!rnrnUna pioggia ininterrotta si abbatte su Parigi. È giugno del 2016 e la Senna è in piena; un'atmosfera apocalittica e surreale avvolge la città. I dispersi sono sempre più numerosi e il fiume trascina oggetti di ogni tipo. D'un tratto, un canto ammaliante e misterioso attira l'attenzione di Gaspard Snow che, incredulo, sotto un ponte scopre il corpo ferito e quasi esanime di una sirena. Decide di portarla a casa per prendersene cura e guarirla, ma ben presto tutto si rivela più complicato di quanto non sembri. La creatura gli spiega che chiunque ascolti la sua voce si innamora di lei perdutamente fino a morire, e nemmeno chi come Gaspard si crede immune all'amore può sfuggirle. Inoltre, come può un essere marino vivere a lungo lontano dall'oceano? Gaspard non si dà per vinto e trova nell'ingegno, nell'estro e nel potere dell'immaginazione gli strumenti per affrontare questa mirabile avventura e difendere un altro grande sogno: salvare il Flowerburger, il suo locale a bordo di un'imbarcazione, un regno di musica, arte e libera espressione. -
La morte in mano
«La crudeltà, così deplorevole nella vita, è in uno scrittore una virtù seriamente sottovaluta». - The New YorkerrnSi chiamava Magda. Nessuno saprà mai chi è stato. Non l’ho uccisa io. Qui giace il suo cadavere.rnUn’anziana signora, da poco rimasta vedova, va a vivere in una casa isolata in mezzo al bosco. Una mattina, mentre porta a passeggio il cane, trova un bigliettino scritto a mano, che spicca sulla terra in una cornice di sassi accuratamente disposti. “Si chiamava Magda. Nessuno saprà mai chi è stato. Non l’ho uccisa io. Qui giace il suo cadavere”. La protagonista rimane profondamente scossa dall’episodio e non sa cosa pensare. Si è appena trasferita e conosce poche persone. Nella sua mente prima affiorano e poi si affollano, con crescente insistenza, varie congetture su chi sia questa Magda e su come sia andata incontro al suo tragico destino. Quando le sue supposizioni iniziano a trovare eco nel mondo reale, la sua curiosità si trasforma in paura e il mistero della nota si fa oscuro e minaccioso. Contemporaneamente, man mano che seguiamo le sue investigazioni, cresce anche una sottile dissonanza, la sensazione che la nostra narratrice abbia perso il contatto con la realtà. E mentre le tornano in mente con prepotenza i ricordi della sua vita passata e del marito, ci troviamo ad affrontare la possibilità che per capire Magda e la sua storia ci sia una spiegazione più innocente, oppure una molto più sinistra, e che colpisca più vicino a casa. -
Le anime gemelle
Soltanto una di voi due sarà felice.Una telefonata interrompe la vacanza isolana di Fausto e Bianca - una vacanza appena iniziata, intrapresa come tentativo per superare una difficile crisi di coppia. Fausto viene richiamato dal padre perché Franco, il gemello monozigote, ne ha combinata una delle sue, «una cosa brutta, una cosa grave». Per quanto l'informazione sia vaga, il legame tra i due fratelli è troppo forte per eludere la richiesta, quindi Fausto parte verso il cascinale del padre, sperando di cavarsela in poche ore e ritrovandosi in una campagna carbonizzata, distrutta da un incendio che immagina opera del gemello. Ma la ""cosa brutta"""" sembra essere un'altra, assai peggiore: una ragazza ospite nell'agriturismo di famiglia è stata forse abusata da Franco. Specchiandosi in lui, Fausto si sente complice dell'atto di violenza che aleggia su di loro, sul quale è peraltro difficile fare chiarezza. Bianca, lasciata troppo a lungo da sola, decide a sua volta di abbandonare l'isola per raggiungere Azzurra, gemella eterozigote così diversa e così distante, nel corpo e nella mente. «Solo una di voi due sarà felice», avevano loro predetto due zingare quando erano bambine: finora la vita ha premiato Bianca, che proprio a un ritrovo di gemelli ha conosciuto Fausto molti anni prima. Gli ultimi eventi, però, mettono tutto in discussione."" -
La scuola sui binari
Un’emozionante storia di forza, lotta e passione ispirata a fatti reali.rnUn’ode agli insegnanti capaci di lasciare il segno e di cambiare una vita.rn“Di centinaia di scuole vagone che attraversavano il paese, ne resta solo una.rnOrmai non si sposta nemmeno più, è parcheggiata in una stazione abbandonata.rnTrenta alunni e un anziano maestro.”rnrnIn una stazione ferroviaria costruita in mezzo al nulla, tra campi polverosi e qualche timido albero da frutto, c'è un treno che non va più da nessuna parte eppure porta dappertutto. All'interno, non ci sono scompartimenti, ma banchi di legno e una lavagna. All'esterno, qualcuno ha scritto sulla porta in una calligrafia incerta: ""Escuela Artículo 123"""". È una delle scuole-vagone previste dal governo messicano per i figli dei dipendenti delle ferrovie, scuole ambulanti per famiglie nomadi, sempre in viaggio ad aggiustare binari o tirare cavi dell'elettricità. Ikal ha undici anni e sogna di diventare insegnante. È amico di Chico, conta i treni che passano con Tuerto, è segretamente innamorato di Valeria e vive mille avventure con il suo cane Quetzal. I loro volti, immortalati in una foto in bianco e nero, emergono da un fascicolo della Dirección General de Educación sulla scrivania di Hugo Valenzuela. Don Ernesto, l'anziano maestro della scuola, sta per andare in pensione e alcuni politici vogliono approfittarne per archiviare definitivamente un modello educativo giudicato inutile e antiquato. Hugo deve decidere se convalidare la chiusura. In un viaggio nel passato che metterà a rischio anche il suo futuro, scoprirà che ci sono cose che lasciano tracce incancellabili. Come il primo amore o un insegnante che, con passione e coraggio, ci apre le finestre sul mondo.""