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Il viceconsole
Fra le strade di Calcutta, afose e cariche di umanità, si annida una piccola società europea che ruota attorno alla fragile, incantevole, nevrotica Anne-Marie Stretter, moglie dell’ambasciatore francese. Si balla e le luci sono accese nell’ambasciata di Francia, in bilico tra il rispetto delle forme della buona società e il cedimento a una deriva sensuale che pare inevitabile sotto il peso di quei climi spossanti. Tra gli ospiti che subiscono il fascino sottile di Anne-Marie c’è il viceconsole di Francia a Lahore, JeanMarc de H., a Calcutta in attesa di trasferimento. Uomo inquietante, dotato di un fisico massiccio da cui esce una incongrua voce in falsetto, il viceconsole è mal visto ed evitato persino dai suoi pari, che non gli perdonano di essere decaduto dal suo ruolo in modo misterioso. Si vocifera che, come capitato prima di lui a molti europei in India, i suoi nervi abbiano ceduto, portandolo a uccidere qualcuno mentre sparava senza discrimine dal suo balcone verso i giardini in cui trovavano rifugio lebbrosi e cani. Marguerite Duras asseconda, in questo romanzo allucinato e visionario, la sua predilezione per ciò che è acuto, estremo, intollerabile, coinvolgendo i suoi personaggi in contrapposizioni esasperate, tensioni psichiche protratte, atti che illuminano con un subitaneo bagliore lo scenario della vita. -
La stanza delle mele
È l’estate del 1954, Giacomo Nef ha undici anni e con i due fratelli maggiori vive dai nonni paterni a Daghè, sulle pendici del Col di Lana, nelle Dolomiti bellunesi. “Tre case, tre fienili, tre famiglie.” I bambini sono orfani e l’anziano capofamiglia li tratta con durezza e severità, soprattutto il più piccolo. Il nonno è convinto infatti che Giacomo sia nato da una relazione della nuora in tempo di guerra e lo punisce a ogni occasione, chiudendolo a chiave nella stanza delle mele selvatiche. Lì il ragazzino passa il tempo intagliando il legno e sognando l’avventura, le imprese degli scalatori celebri o degli eroi dei fumetti, e l’avventura gli corre incontro una tarda sera d’agosto. Con l’approssimarsi di un terribile temporale, Giacomo viene mandato dal nonno nel Bosch Negher a recuperare una roncola dimenticata al mattino. Mentre i tuoni sembrano voler squarciare il cielo, alla luce di un lampo scopre vicino all’attrezzo il corpo di un uomo appeso a un albero. L’impiccato è di spalle e lui, terrorizzato, fugge via. Per tutta la vita Giacomo cercherà di sciogliere un mistero che sembra legato a doppio filo con la vita del paese, con i suoi riti ancestrali intrisi di elementi magici e credenze popolari. -
Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto
Chi muove i fili della politica italiana? Quali scambi si fanno, ogni giorno, nei ministeri? Su quali soluzioni al limite della legge si fonda la ragion di Stato? Un capo di gabinetto svela dall'interno le regole non dette e i segreti inconfessati dei palazzi del potere. “Ogni tanto qualcuno mi chiede che mestiere faccio. Non ho ancora trovato una risposta. La verità è che una risposta non esiste. Io non faccio qualcosa. Io sono qualcosa. Io sono il volto invisibile del potere. Io sono il capo di gabinetto. So, vedo, dispongo, risolvo, accelero e freno, imbroglio e sbroglio. Frequento la penombra. Della politica, delle istituzioni e di tutti i pianeti orbitanti. Industria, finanza, Chiesa. Non esterno su Twitter, non pontifico sui giornali, non battibecco nei talk show. Compaio poche volte e sempre dove non ci sono occhi indiscreti. Non mi conosce nessuno, a parte chi mi riconosce. Dal presidente della Repubblica, che mi riceve riservatamente, all'usciere del ministero, che ogni mattina mi saluta con un deferente ‘Buongiorno, signor capo di gabinetto'. Signore. Che nella Roma dei dotto' è il massimo della formalità e dell'ossequio. La misura della distinzione. Noi capi di gabinetto non siamo una classe. Siamo un clero. Una cinquantina di persone che tengono in piedi l'Italia, muovendone i fili dietro le quinte. I politici passano, noi restiamo. Siamo la continuità, lo scheletro sottile e resiliente di uno Stato fragile, flaccido, storpio fin dalla nascita. Chierici di un sapere iniziatico che non è solo dottrina, ma soprattutto prassi. Che non s'insegna alla Bocconi né a Harvard. Che non si codifica nei manuali. Che si trasmette come un flusso osmotico nei nostri santuari: TAR, Consiglio di Stato, Corte dei conti, Avvocatura dello Stato. Da dove andiamo e veniamo, facendo la spola con i ministeri. Perché capi di gabinetto un po' si nasce e un po' si diventa. La legittimazione del nostro potere non sono il sangue, i voti, i ricatti, il servilismo. È l'autorevolezza. Che ci rende detestati, ma anche indispensabili. Noi non siamo rottamabili. Chi ha provato a fare a meno di noi è durato poco. E s'è fatto male. Piccoli, velleitari, patetici leader politici. Credono che la storia cominci con loro”. -
Goldstein. Le indagini di Gereon Rath. Vol. 3
Berlino, 1931. Mentre la crisi economica si aggrava, il conflitto fra nazisti e comunisti si fa sempre più drammatico e per le strade infuria una guerra fra bande di criminali rivali. Il commissario Gereon Rath è stato incaricato di tenere sotto sorveglianza Abe Goldstein, un gangster ebreo americano arrivato in città, si sospetta, per inserirsi nel tessuto criminale o sbarazzarsi di fastidiosi concorrenti. Su un altro fronte, Rath viene coinvolto da Charly, la sua eterna non fidanzata, nelle indagini su un misterioso furto di gioielli finito male al grande magazzino KaDeWe: uno dei giovanissimi rapinatori è morto precipitando da un cornicione in circostanze poco chiare, e la sua complice continua a sfuggire alle maglie della giustizia. Perché non vuole essere punita o perché ha visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere e teme per la propria vita? Mentre per la città la caccia agli ebrei si scatena con sempre maggiore violenza e il nazismo allunga i suoi tentacoli in luoghi prima insospettati, Gereon Rath dovrà trovare una soluzione a entrambi i casi per evitare che muoiano degli innocenti. Un thriller mozzafiato sullo sfondo di una Berlino sull’orlo dell’abisso. -
La banda dei colpevoli
La sessantaseienne Ines Calici viene trovata senza vita nel suo appartamento, con un bavaglio che le serra la bocca e il corpo legato alla sedia. È morta soffocata in seguito a una crisi respiratoria: il bendaggio ne ha aggravato i già seri problemi di salute. Secondo le forze dell'ordine la sua morte è la tragica conclusione dell'ennesimo colpo di una banda di rapinatori che agisce nei quartieri più eleganti della città. Dopo l'evento, infatti, i furti sono cessati e per gli inquirenti questa è la prova della colpevolezza. Ma la nipote di Ines, Lucia Calici, non ne è affatto convinta e ingaggia l'Agenzia Cantoni per condurre un'indagine parallela. Poco prima di morire, Ines aveva deciso di impiegare gran parte dei suoi beni per un intervento sperimentale all'estero con cui sperava di migliorare la propria salute. Secondo Lucia, il colpevole è da cercare in famiglia. Mentre con Tonino, Cantoni e l'alano Otto, Anna si immerge nell'indagine, nemmeno sul fronte privato mancano le rivelazioni, e Anna scopre che, da una parte e dall'altra, a mano a mano che dipana la matassa, il filo della colpa si ingarbuglia. Oltre agli insospettabili aiutanti di sempre – Banzai il gatto, le tartarughe Tarta e Rughina, il poetico e strampalato cane meticcio Bergerac, il ficus adolescente e la piantaccia ormai matura – l'accompagnano nuovi testimoni chiave: fra gli altri, la gatta portinaia Lulù, una coppia di pappagallini inseparabili che in realtà non si sopportano più, un geco mitomane che si autoaccusa dell'omicidio in modi sempre più ridicoli e surreali, le terribili bande criminali cittadine delle gazze e dei ratti, in sanguinosissima guerra fra loro per il dominio dei quartieri... Tutte vite che permetteranno ad Anna di vedere il mondo in maniera non convenzionale e di scoprire la verità. -
La morte non fa rumore. Le indagini di Gereon Rath. Vol. 2
Berlino, 1930. La star del grande schermo Betty Winter muore durante le riprese del suo primo film sonoro: un riflettore cade e la colpisce in pieno. È stato davvero un incidente? Il commissario Gereon Rath, ormai passato alla Omicidi, inizia a indagare nel milieu cinematografico, dove l’imminente boom del parlato rischia di lasciare molti a bocca asciutta. Perseguitato dai propri demoni e rincorso dai superiori, Gereon impara in fretta a conoscere i lati oscuri del glamour, e la sua pista solitaria lo porta nel quartiere cinese di Berlino, nei bassifondi della malavita. Quando una seconda attrice viene trovata morta, priva delle corde vocali, e un produttore gli chiede di ritrovarne una terza scomparsa, il commissario Rath capisce che il crimine è ancora più complesso di quanto avesse ipotizzato. E come se non bastasse, sia il padre sia la ex fidanzata di Rath si fanno vivi, ognuno con le proprie richieste per il commissario. Sullo sfondo i funerali del nazionalista Horst Wessel, che si trasformano in una violentissima battaglia di strada fra nazisti e comunisti, mentre l’avvento di Hitler è ormai incombente. -
La mente che mente. Commenti al Dhammapada, il sentiero di Gautama il Buddha. Nuova ediz.
“All’improvviso, quando la mente non esiste più, entrerai nel cuore.” “La mente non è un fenomeno semplice, è molto complessa, sottile, estremamente elusiva. Se cercate di afferrarla, vi troverete in difficoltà. Se la spingete fuori dalla porta principale, rientrerà dal retro. Se la volete controllare e reprimere, la mente inizierà a operare dall’inconscio, la qual cosa è ancor più pericolosa, perché anche in quel caso vi controllerà, ma ne sarete del tutto inconsapevoli. Il nemico non è più visibile, ecco tutto, ma è presente. E quando è invisibile, il nemico è di gran lunga più potente.” Cosa provoca l’infelicità e in quale modo possiamo liberarcene? Grazie all’incredibile attualità degli insegnamenti di Osho, che ci accompagna sul sentiero delle parole del Buddha, ci saranno svelati i trucchi che la nostra mente usa come ostacoli, impedendoci di intraprendere la via per vivere una vita serena. Siamo noi stessi gli artefici di quella prigione che è la nostra mente, la quale pone freni, dubbi, privilegiando le illusioni alla prospettiva che porta a esistere in quanto pura e semplice consapevolezza. Osservare il corpo e i suoi meccanismi, la mente e il suo flusso di pensieri, le emozioni e le loro implicazioni: in questo modo si arriverà a vedere il mondo per ciò che è, smettendo di sovrapporgli condizionamenti, pregiudizi, aspettative. Grazie alla visione di Osho sarà facile comprendere quale e quanta grandezza ognuno di noi possiede senza rendersene conto. -
Bulle da morire
Stefania e Giada sono amiche da sempre. Quando inizia il liceo, Giada viene presa di mira da Eli e Bea, le più belle della scuola. Stefania non vorrebbe tradire l'amica, ma è attratta delle due ragazze e lascia Giada a se stessa. Finché una sera, in discoteca, la situazione precipita e Stefania cerca rifugio da Giada. Eli e Bea però non le perdonano il ""tradimento"""" e tramano una vendetta..."" -
L'angelo di Saffy
La famiglia Casson vive in una casa chiamata Banana House, malridotta e immersa nel caos, ben diversa da tutte le altre villette della via, ordinate e dal giardino immacolato. Nel loro villaggio, situato a un paio d'ore di treno da Londra, i Casson sono noti come artisti: la madre Eve, incapace di cucinare, sempre distratta/svagata e perennemente rinchiusa a dipingere in una sorta di capanno, il marito Bill che dipinge e cerca inutilmente di organizzare mostre ed esibizioni. Poi i figli: Caddy, Indigo, Rose e poi Saffy che all'età di otto anni scopre di essere stata adottata e che, con l'aiuto dei fratelli, si mette alla ricerca delle sue origini. Età di lettura: da 10 anni. -
La scuola magica
Arrivano le vacanze e a scuola tutti si salutano: maestre, compagni, il custode... e i banchi? Blu, il banco dell'ultima fila si è così affezionato ad Alessandro che all'improvviso è diventato triste e malinconico. Ripensa ai cinque anni trascorsi insieme e al giorno in cui si sono conosciuti. Gli altri banchi non sono sentimentali come lui e si lanciano nel programma estivo: giochi in giardino, grandi scorribande dentro la scuola e missioni notturne nelle soffitte. E con l'aiuto di un gruppo di amici e qualche incontro speciale, Blu scoprirà che un nuova avventura è dietro l'angolo. Una storia tenera e poetica che svela la vita segreta della scuola quando gli alunni non ci sono, e invita i bambini a riflettere sull'importanza del cambiamento e sulle inevitabili tappe di ogni percorso di crescita. Cosa fanno banchi e lavagne quando la scuola chiude e tutti vanno in vacanza? Pensate restino fermi ad aspettare settembre? Non i protagonisti di questo libro... Età di lettura: da 6 anni. -
La favola di Amore e Psiche
Questa è la storia di Amore e Psiche, che hanno sfidato gli dei per amarsi. La giovane Psiche è dotata di una bellezza talmente straordinaria da attirare l’invidia di Venere. Così la dea incarica il figlio Amore di far innamorare la fanciulla dell’ultimo degli uomini, il più vile e miserabile. Ma quando Amore vede Psiche ne rimane incantato e si punge con la freccia destinata alla ragazza, innamorandosi perdutamente di lei. Ogni notte i due si amano, ma a una condizione: che Psiche rinunci a vederlo in viso. Psiche, però, non sa resistere alla curiosità, subendo così la punizione per la propria disobbedienza… Età di lettura: da 10 anni. -
I tre moschettieri
Francia, 1625. Il giovane d’Artagnan vuole far parte dei moschettieri del re ma, quando incontra sulla sua strada Athos, Porthos e Aramis, i migliori moschettieri in circolazione, li provoca e viene sfidato a duello da ciascuno di loro. Il duello, però, è proibito e quando le guardie del cardinale Richelieu li colgono sul fatto e minacciano di arrestarli, d’Artagnan decide da che parte stare: aiutare i tre moschettieri. Con un approfondimento alla lettura e una mappa concettuale. Età di lettura: da 10 anni. -
Geniale. 13 lezioni sull'arte di vivere e pensare
Immaginate di poter trascorrere un anno intero fianco a fianco con un vero genio, di osservarlo all'opera, lavorarci insieme e imparare quanto più potete sul suo modo di pensare, ragionare, organizzarsi, affrontare i problemi, superare le difficoltà, escogitare progetti, trovare soluzioni... Massimo Polidoro ha avuto questa fortuna. A 18 anni, con una borsa di studio offertagli da Piero Angela, è partito per gli Stati Uniti diventando il primo allievo a tempo pieno di James Randi, noto come ""The Amazing Randi"""", illusionista di fama mondiale e campione della razionalità e del pensiero scientifico, omaggiato da figure del calibro di Isaac Asimov, Carl Sagan e del premio Nobel Richard Feynman. L'esperienza accanto al genio è stata una straordinaria scuola di vita e una palestra intellettuale senza pari, che gli ha consegnato tra le mani una """"cassetta degli attrezzi"""" indispensabili per potenziare le sue abilità mentali e per costruire la vita che sognava. Un passo dopo l'altro, l'autore ha imparato a pensare in modo lucido e critico, a coltivare la fiducia, a focalizzarsi, a riconoscere i propri limiti, a esplorare l'insolito e dare la caccia alle pseudo-verità. Ma ha soprattutto imparato l'arte di vivere con intelligenza e passione, coltivando la razionalità e nutrendo al tempo stesso un costante senso di meraviglia. Oggi, recuperando aneddoti di eventi fuori dal comune e storie illuminanti, ripercorre questa straordinaria esperienza, condividendo 13 fondamentali lezioni che ha appreso e che i lettori potranno applicare alla propria situazione."" -
Rivoluzione. 1789-1989: un'altra storia
Walter Benjamin, probabilmente, aveva appena finito di leggere la Storia della rivoluzione russa di Trockij quando paragonò le rivoluzioni alla fissione nucleare, un’esplosione capace di liberare e moltiplicare energie contenute nel passato. Le rivoluzioni sono movimenti di violenta rottura. Non riguardano singoli individui, ma sono terremoti che gli esseri umani vivono collettivamente. Dopo il crollo del Muro la narrazione su questo concetto si è appiattita sull’idea che cambiare il mondo corrisponda a una minaccia di totalitarismo. Secondo Enzo Traverso, invece, il concetto di rivoluzione può essere una chiave interpretativa della modernità e, addirittura, del nostro presente, ma a una condizione: la sua indagine deve intrecciarsi con le immagini, le memorie e le speranze, che cambiano costantemente e nel tempo rinnovano la propria forza. Riabilitare le rivoluzioni come momenti cruciali della storia moderna non significa idealizzarle. Piuttosto, significa non rinunciare a comprenderle come momenti drammatici, vissuti intensamente dai loro protagonisti, e perciò capaci di accendere energie, passioni e sentimenti, fino a provocare trasformazioni non solo nella politica, ma anche nei canoni estetici. Traverso raccoglie gli elementi intellettuali e materiali di un passato rivoluzionario sparso e spesso dimenticato. Il passato viene rivelato mediante le sue immagini dialettiche: locomotive, corpi, barricate, bandiere, siti, quadri, manifesti, date. Un patrimonio finalmente capace di diventare rilevante per la sinistra del XXI secolo, che oggi ha bisogno di superare vecchi modelli esauriti per costruire un nuovo orizzonte del senso e dell’azione. -
Orco qua, orco là
Si chiama Peonia Rosa. Tutto bene, se non fosse che è un maschio. Il nome ridicolo, voluto da una madre troppo romantica, il carattere iracondo di un padre terribile che sembra – o forse è – un orco, la perfidia dei compagni e dell’insegnante sembrano condannarlo a un destino di perseguitato e deriso. Ma Peonia non si perde d’animo e affronterà un’avventura piena di imprevisti, colpi di scena e... orchi qua e là. Età di lettura: da 8 anni. -
Barnum. Cronache dal grande show
Phileas Taylor Barnum è stato il più grande impiegato circense della seconda metà dell’Ottocento e il suo nome è diventato sinonimo di spettacolo. Per Alessandro Baricco, Barnum è il mondo che si squaderna come un Grande Show, come una sequenza ininterrotta di spettacoli. A ritmo serrato entrano in pista Jovanotti e Mike Buongiorno, la faccia di Funari e la voce di Carmelo Bene, Topolino e Carlo Magno, la Liguria e la California, un film sterminato di Wim Wenders e una lunga coda davanti al Louvre. Un circo dentro il circo, un teatro dentro il gran teatro del mondo. -
L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin. Una riflessione su musica colta e modernità
Questa riflessione, nata nel 1992, si sofferma sul Senso della musica classica: come ha fatto quella musica, che elevava gli spiriti e spalancava le porte dell’anima, a perdere il contatto col pubblico e a ritirarsi in una torre d’avorio? Passando da Mozart al cinema di Hollywood, Alessandro Baricco anticipa la progressiva perdita di presa sul contemporaneo della musica colta, e nel frattempo si chiede: è possibile riportarla alla vita in un mondo che sembra non avere più bisogno di lei? -
Libera. Diventare grandi alla fine della storia
Per la brillante e precoce undicenne Lea Ypi, il socialismo inrnstile sovietico dell’Albania aveva la promessa di un futurornpreordinato, una garanzia di sicurezza tra compagnirnentusiasti. Questo finché non si è trovata aggrappata a unarnstatua di pietra di Joseph Stalin, appena decapitata dallernproteste degli studenti.rn Il comunismo non era riuscito a realizzare l’utopiarnpromessa. La biografia di ciascun cittadino, definitarndall’appartenenza di classe e da altri elementi tutti legati alrnpassato, poneva limiti rigidi al futuro individuale. Quando irngenitori di Lea parlavano di parenti che andavanornall’università o che si laureavano, parlavano di gravissimirnsegreti che Lea faticava a capire. E quando i primi annirnnovanta videro l’Albania e altri Paesi balcanici cominciarernuna transizione esuberante verso il libero mercato, gli idealirnoccidentali di libertà portarono il caos: una distopia dirnschemi piramidali, crimine organizzato e trafficanti di sesso.rn Una nonna elegante, intellettuale e francofona, un padrernradical chic e una madre thatcheriana e ferocementernantisocialista, Lea Ypi cresce attraversando questi tempi dirnrivoluzioni e di grande disorientamento, con un’educazionernpolitica unica e ricchissima, e lo racconta con granderntalento letterario. Oggi Lea Ypi è una delle giovani filosofe politiche piùrnall’avanguardia nel mondo ed è una voce di spicco dellarnsinistra nel Regno Unito. Il suo memoir offre una prospettivarnfresca e avvincente sulla relazione tra personale e politico,rntra valori e identità, e pone domande urgenti sul prezzorndella libertà. -
Anna Karenina
«Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice lo è a modo proprio.»rnrn«Qual è il vero peccato di Anna, quello che non si può perdonare e che la fa consegnare alla vendetta divina? È la sua prorompente vitalità, che cogliamo in lei fin dal primo momento, da quando è appena scesa dal treno di Pietroburgo, il suo bisogno d'amore, che è anche inevitabilmente repressa sensualità; è questo il suo vero, imperdonabile peccato. Una scoperta allusione alla sotterranea presenza nel suo inconscio della propria colpevolezza è il sogno, minaccioso come un incubo che ritorna spesso nel sonno o nelle veglie angosciose, del vecchio contadino che rovista in un sacco borbottando, con l'erre moscia, certe sconnesse parole in francese: Il faut le battre le fer, le broyer, le pétrir [...]. Il ferro che il vecchio contadino vuole battere, frantumare, lavorare, cioè distruggere, è la stessa vitalità, il desiderio sessuale, l'amore colpevole e scandaloso di Anna; e così essa lo sente e lo intende come la colpa che la condanna. Ed è l'immagine minacciosa di quel brutale contadino, conservatasi indelebilmente nella sua memoria, che le riappare davanti e la terrorizza alla vista di quell'altro vecchio contadino, un qualsiasi frenatore, che passa sul marciapiede sotto il suo finestrino curvandosi a controllare qualcosa; ed è quel vecchio a farle improvvisamente comprendere cosa deve fare: distruggere quella vitalità, e cioè distruggere se stessa per espiare la sua colpa.» (Dalla Postfazione di Gianlorenzo Pacini) -
Le avventure di Gordon Pym
"Forse qui il vocabolo fiction trova una delle sue massime espressioni, perché la genialità dell'autore Edgar Allan Poe sta nell'affidare al giovane Arthur Gordon Pym la """"narrativa"""" di una vicenda che il signor Pym ha affidato al signor Poe per renderla, da un certo punto in avanti, credibile e digeribile dal grande pubblico. A complicare il tutto, abbiamo la """"nota introduttiva"""" scritta di """"proprio pugno"""" da Pym, il quale, abbiamo il sospetto, abbia affidato un po' troppe delle sue vicende al signor Edgar Allan Poe. (...) Era nel destino di un autore americano essere cinematico: i flashback e i flashforward dei primi capitoli sono cinema - e che cinema - allo stato puro. A volte viene in mente il geniale Christopher Nolan di Memento. Anche nel libro di Poe c'è già tutto: dai punti di vista differenti, alla verità oggettiva, dalle percezioni diverse allo sdoppiamento della psiche... Addirittura Poe/Pym ci dice che per otto giorni non accade nulla di rilevante a bordo del Grampus e invece già si gioca con la memoria perché di cose ne accadono eccome: negando, Poe/Pym afferma e afferma qualcosa di sottilmente e inafferrabilmente unico: afferma che stiamo per cambiare dimensione, stiamo """"scendendo nel maelström""""..."""" (Dalla postfazione di Davide Sapienza)"