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La letteratura tedesca in Italia. Un'introduzione (1900-1920)
Tradurre letteratura straniera è un modo per scrittori, editori e critici di rinnovare le “regole” con cui si fa letteratura: dalle poetiche alle posture autoriali, dalla gerarchia dei generi letterari alle pratiche editoriali. Il volume costituisce un’introduzione a questi temi a partire dal caso della letteratura tedesca importata in Italia nel primo ventennio del Novecento. Le collane fondate da Croce, Papini e Borgese per Laterza e Carabba e le traduzioni realizzate da Prezzolini, Slataper, Spaini e Tavolato introducono nuovi autori (Novalis,Hebbel, Kraus) e nuovi testi (il Wilhelm Meister di Goethe, La nascita della tragedia di Nietzsche), appropriandosene e modificandoli a partire da una specifica idea di letteratura. Attraverso i cinque capitoli e i materiali di corredo – traiettorie dei mediatori, antologia di testi, glossario dei concetti, bibliografia di studio – il volume propone di guardare alla storia letteraria riconoscendo alla traduzione un ruolo di primo piano. -
Architettura e storiografia Le matrici antiche del linguaggio moderno seguito da «La storia come metodologia del fare architettonico»
"Si suole affermare che il linguaggio moderno ha determinato una cesura nell'evoluzione architettonica, azzerando la tradizione con un 'punto a capo' nel codice espressivo. Questo saggio dimostra il contrario. La sensibilità contemporanea investe le nuove architetture, ma anche il modo di 'leggere' e interpretare i monumenti antichi. Tra spinte creative e recuperi storici si è intessuto un dialogo che, nel corso di un secolo, ha generato le invarianti del linguaggio moderno. Lo scavo nel mondo ellenico è alla base della poetica di Le Corbusier. Lo studio del gotico si riflette nei fasti strutturali dell'ingegneria ottocentesca e nel linearismo Art Nouveau. Alla tridimensionalità prospettica rinascimentale fa riscontro la quadridimensionalità spazio-temporale del razionalismo. Senza l'indagine sul barocco, sarebbero inconcepibili i volumi serpentinati di Aalto. Non c'è nessun rapporto di imitazione fra la spirale borrominiana di Sant'Ivo alla Sapienza e l'elicoidale wrightiana del Guggenheim Museum (disegni in copertina), ma i loro messaggi sono affini. Del resto, l'architettura delle comunità hippies coincide con la scoperta critica della preistoria. La tesi che il linguaggio moderno dell'architettura non è solo il linguaggio dell'architettura moderna, poiché coinvolge tutta la produzione creativa del passato, trova qui una verifica"""". Introduzione di Alessandra Muntoni." -
La solitudine della donna
Il mondo in cui viviamo non accoglie il desiderio e il dolore delle donne. La violenza dell'ordinamento sociale trasforma le relazioni di desiderio in relazioni di dominio e di potere. Postfazione di Annarosa Buttarelli. -
Gio Ponti and Milan. A guide to the works 1920-1970
In questo libro sono raccolte le architetture che Gio Ponti ha progettato dal 1925 al 1971 a Milano. In tutto sono una quarantina di edifici. A parte alcune architetture che hanno subito alterazioni radicali, queste case, chiese, uffici sono rimasti come una felice eredità ai milanesi che ci vivono, vi lavorano e le contemplano da quasi un secolo. -
Akousma. Figure and voice in the acoustic theatre of Ermanna Montanari
Di derivazione pitagorica, il termine Acusma designa un doppio orizzonte di senso; rinvia a un precetto che si «ascolta» e che ha valore di verità, non solo per la visione inedita del mondo che dischiude, ma anche per la forma in cui si esprime, traendo la sua efficacia dal suono e dall'immagine che la parola evoca. Accomunato alla formula magica, crea sgomento e meraviglia. Se questa è la declinazione precettistica del termine, l'altra rimanda invece al modo in cui il suono e la voce, nella cornice estetica del teatro contemporaneo, disegnano un ambiente in cui lo spettatore si trova immerso, senza che quest'ultimo possa dire con esattezza da quale punto dello spazio tali suoni provengono. Muovendo da questi principi, Enrico Pitozzi discute il ruolo del suono e della voce nel percorso artistico di Ermanna Montanari, attraverso le opere realizzate ìn collaborazione con il regista e drammaturgo Marco Martinelli (insieme al quale condivide la direzione artistica del Teatro delle Albe), con il compositore elettroacustico Luigi Ceccarelli e il poeta"" Nevio Spadoni. L'analisi si sofferma in particolare sulle due performance-concerto, Ouverture Alcina (2009) e Lus (2015), di cui il libro contiene sia i testi che le coordinate per accedere all'ascolto integrale dei materiali. La nozione di «teatro del suono» emerge qui come acquisizione fondante delle ultime tendenze in ambito performativo, inquadrata nel recente dibattito intorno al ruolo della «figura» in scena. Il volume contiene, inoltre, una conversazione con Ermanna Montanari, Marco Martinelli e Luigi Ceccarelli, organizzata in forma di lexicon, utile a comprendere gli aspetti attorno ai quali si orienta il processo di creazione delle opere."" -
Questa non è una pietra. Ediz. illustrata
Mosè prende la Vespa per raggiungere il Sinai; la vezzosa Medusa osserva soddisfatta nello specchio la sua nuova acconciatura; il Discobolo è pronto a buttar giù tutti e nove i birilli; Augusto prepara un caffè per i clienti del suo locale e Nerone, con l'orgoglio di chi ha fatto un buon lavoro, segue la diretta dell'incendio di Roma. Queste e altre le impertinenze grafiche realizzate da Sasek dopo un suo viaggio a Roma. Età di lettura: da 6 anni. -
La zanzara senza zeta
«In fondo a un bosco folto dove fa molto caldo sull'Appennino tosco- emiliano conosco un grosso rospo colore smeraldo». Queste poesie sono fatte di parole buffe che si confondono, si rincorrono, si camuffano, si scambiano le parti proprio come bambini in un piazzale, le sere d'estate. Età di lettura: da 6 anni. -
Arcipelago italia. Progetti per il futuro dei territori interni del Paese. Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2018
Vince il bronzo per il miglior progetto grafico nella categoria Catalogo degli European Design Awards 2019.rnCatalogo del Padiglione Italia. rnBiennale Architettura 2018 Arcipelago Italia è il tema del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2018, una proposta che devia l'attenzione dell'architettura dalle grandi metropoli a quello spazio fisico del nostro Paese, dove, anche nelle epoche più remote, le comunità si sono storicamente espresse in un diverso rapporto tra dimensione urbana e territorio. Si tratta di territori spazialmente e temporalmente lontani dalle grandi aree urbane, detentori di un patrimonio culturale inestimabile, che identificano l'Italia come uno ""spazio urbano nel Mediterraneo"""". Il paesaggio eterogeneo e variegato unito a una vasta estensione territoriale e alla lontananza dai servizi essenziali, ci ha spinti a considerarne il rilancio come un tema strategico per l'intero Paese. Arcipelago Italia è un manifesto che vuole indicare possibili strade da percorrere, per dare valore e importanza all'architettura. Questo volume farà conoscere meglio il nostro Paese, quello più invisibile e ferito ma anche quello più ricco di potenzialità e di bellezza. Introduzioni di Paolo Baratta e Federica Galloni."" -
Arcipelago italia. Projects for the future of the Country's interior territories Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2018
Arcipelago Italia is the theme of the Italian Pavilion at the Biennale Architettura 2018. It is an idea that shifts architecture's attention away from the major cities and over to the physical space of our country where, even in the remotest of times, communities are historically expressed in a different relationship between urban dimension and territory. These territories are spatially and temporally distant from the large urban areas, and they possess an inestimable cultural heritage, so that Italy is identified as an «urban space in the Mediterranean». The heterogeneous cultural vastness of these territories, reflected in the diversification of their landscape, together with a vast territorial expanse and their distance from essential services, has encouraged us to consider their revival as a strategic theme for Italy as a whole. Arcipelago Italia is a manifesto whose goal is to indicate possible paths to be undertaken, aimed at bestowing value and importance on architecture. This catalogue will help visitors get to know our country better. -
Come si sta al mondo
Maria non è una ragazza religiosa: è una ragazza che crede nel demonio. Ne ha avvertito la presenza fin da bambina, e ora sa che si nasconde nel palazzo dove lavora, nell'atmosfera tiepida e malsana in cui è immersa l'anziana signora che per contratto deve accudire. Timorosa di tutto, Maria vorrebbe solo poter vivere un'oscura esistenza fatta di abitudini, rinunce e abnegazione; ma deve tenere a bada il diavolo, beffardo e incalzante interlocutore che cerca - pietosamente - di riportarla sulla cattiva strada, quella delle tentazioni, della carne, del peccato, senza i quali ogni vita è solo spreco. Sarà però l'inevitabile rapporto con gli altri - la badante Alina, cinica e avvezza al mondo, l'irresponsabile cugina Roxana, le benefiche prostitute - a far precipitare gli eventi, scaraventando Maria in situazioni mai previste e costringendola a mettersi in gioco. E il diavolo continuerà ad affacciarsi nel corso della storia: pungolando e irridendo, lusingando e sferzando, contento di poter vedere con i propri occhi la «santarellina» che sprofonda nell'abisso. Un romanzo d'esordio ci proietta in un paese che «brulica di vecchi, carico come un albero pieno di frutti già marciti», dove tutto è solitudine o incontrollabile violenza, tra situazioni e personaggi della nostra quotidianità che vorremmo relegare alla periferia della vita. E che invece, con prepotenza, chiedono di essere narrati. -
Almanacco 2018. Rivoluzioni, ribellioni, cambiamenti e utopie
La rivoluzione è un po' caduta in disgrazia. Quanto alla ribellione, è diventata una faccenda da nevrastenici. I cambiamenti sì, ce ne sono, uno cambia l'auto, uno cambia morosa, cambia ogni tanto il governo, cambia il tempo, maggio odoroso, eccetera. E le utopie? Sulle utopie si deve sparare a zero, perché l'uomo è malfatto ed è meglio se resta malfatto. Almanacco annuale delle voci più interessanti e a sorpresa che circolano oggi, fatto in collaborazione con Fotografia Europea, rinomata esposizione fotografica annuale a Reggio Emilia (aprile-giugno 2018). Scritti di: Ugo Cornia, Fabio Donatini, Natalia Guerrieri, Patrizia Barchi, Paolo Pergola, Stefano Tonietto, Ermanno Cavazzoni, Paolo Colagrande, Alessandro Della Santunione, Andrea Lucatelli, Mauro Orletti, Alberto Piancastelli, Aldo Testa, Daniele Benati, Luca Mirabile, Jacopo Narros, Ivan Fantini, Marino Santinelli, Jean Talon, Elena Contenta Patacchini, Francesco Marsibilio, Paolo Albani, Irene Russo e Gianfranco Mammi. -
Polittico del «Sangue amaro». Lettura della poesia di Valerio Magrelli
Il libro è l’analisi serrata della sezione La lettura è crudele. Undici endecasillabi in forma di ipertesto, presente nel libro in versi Il sangue amaro di Valerio Magrelli. La lettura si basa su un unico e radicale metodo critico: l’auscultazione del verso; la declinazione esegetica di ogni componente della sillabazione espressiva. Il risultato che ne deriva è avvincente. Se la lingua di Valerio Magrelli nasce dall’errore o meglio da un vero e proprio disturbo linguistico dell’Io, non ha tuttavia per obiettivo la registrazione di una nuda testimonianza. C’è ben altro: si potrebbe persino parlare di una segreta condizione epica. La volontà della lingua è sanare l’errore, è proporre la poesia come una forma di soluzione, se non addirittura di terapia dell’Io. Tutto ciò che è il tipico stile di Magrelli (l’alchimia della sua razionalità, i giochi intellettuali, l’astrazione di un tic e l’improvviso lirismo di uno squarcio) assume il contorno di una grande macchina vivente di distillazione. La poesia di Magrelli è pensante, non tuttavia perché ermeneutica: quanto per uno straordinario sottile prammatismo di fondo che permette a ogni immagine, come a qualsiasi sonorità, di trasformarsi in una potente architettura del senso. Il lavoro critico che ne deriva è la simmetrica costruzione di una macchina esegetica. La critica letteraria, da pensiero di servizio, sa definire, attraverso le parole della poesia, un’inedita visione della realtà contemporanea: soprattutto sa misurare l’«altezza» morale e conoscitiva che va richiesta, ancor più oggi, alla creatività poetica. -
L' ordine complicato. Come costruire un'immagine
Un agile pamphlet che è anche un viatico verso i misteriosi meccanismi della creatività.«Noi pensiamo allo stesso tempo per parole e per immagini. Ma le regolarità esprimibili a parole e quelle contenute nelle immagini non sono le stesse. Con le parole, presentiamo una accumulazione; con le immagini, una totalità. Una ""cosa"""" (e quindi l'universo) appare diversa a seconda che la si esprima a parole o per immagini. Le parole sono perfette per analizzare un'esperienza; per esprimere le totalità, abbiamo bisogno delle immagini. Costruire un'immagine - è questa, dunque, la contraddizione di fondo. Costruire: cioè mettere insieme delle cose elementari, e formare a partire da esse una cosa unitaria. L'immagine è invece fin dal principio una cosa unitaria, che perde qualsiasi valore se la si scompone, lo non conosco la realtà, ma mi sembra che la si possa affrontare solo con le immagini. E ciò che fanno i cani, ma che può capitare di fare anche a noi. L'intera storia dell'umanità può essere rappresentata da una sequenza di immagini. Architettura: saper costruire. Non solo degli edifici: Il campo è più vasto. Si parla di architettura di un romanzo, di una sinfonia, ma anche del corpo umano o del diritto romano [...]. """"Architettura"""" significa anche assenza di regole prestabilite: è essa stessa a condurre alla creazione di regole. """"Architettura"""" implica una costruzione articolata, una costruzione bastante a sé stessa». L'ordine complicato si propone dunque come una nuova monadologia che mette in relazione discipline tradizionalmente separate come mondi chiusi (l'architettura, la fisica, la matematica), illustrata da disegni al tratto e accompagnata da una versione a fumetti realizzata dallo stesso autore."" -
Argan e l'Einaudi. La storia dell'arte in casa editrice
L'esperienza di Giulio Carlo Argan come consulente per la casa editrice di Giulio Einaudi negli anni Cinquanta costituisce un caso di studio esemplare. Argan, infatti, si ritagliò nell'azienda quasi un ruolo di ""storico dell'arte-editore"""", riversando la sua attività di storico e intellettuale militante in un'organica e lungimirante programmazione dei titoli da pubblicare o da far tradurre. Optando inoltre per la scissione, quanto meno in casa Einaudi, del collaudato binomio storiografia artistica/editoria d'arte, contribuì a ricollocare definitivamente la propria disciplina nell'ambito dell'editoria di cultura, dando così vita a un'operazione di svecchiamento che si rivelò decisiva per il panorama italiano. Il libro ricostruisce nel dettaglio tutta questa vicenda, chiamando in causa, come termini di confronto, le esperienze di studiosi del calibro di Carlo Ludovico Ragghianti, Bruno Zevi, Federico Zeri, Lamberto Vitali e Enrico Castelnuovo, che negli stessi anni gravitavano anch'essi intorno alla redazione di via Biancamano. Analizzando gli autori più significativi (da Francastel a Worringer) per il percorso intellettuale di Argan, nonché i suoi principali campi di interesse, fra cui spicca il ruolo riservato all'architettura e all'urbanistica, il testo ripercorre la carriera einaudiana del """"consulente"""" fino alla fine degli anni Cinquanta, chiudendosi su un progetto mancato, sebbene inseguito per un decennio: una grande """"Storia dell'arte"""" in più volumi."" -
L' ombra della scrittura. Racconti fotografici e visionari
Dagherrotipi, stampe e negativi fotografici, gigantografie, cartelloni, insegne luminose, specchi, schermi, vetrine riflettenti nell'incerto lume dell'imbrunire, opacità, trasparenza, anamorfosi: nel corso degli ultimi due secoli il visuale sembra avere sostituito il reale, in nome di un delirio ormai quasi globalizzato di onnipotenza panottica. Dal subatomico all'interstellare, tutto sembra offrirsi al nostro bulimico occhio, mentre il soggetto umano si scopre scisso, guardato, disperso in un oceano di sguardo che gli preesiste e, quasi senza avvedersene, lo inghiotte. Si potrebbero considerare i saggi raccolti in questo volume come un percorso, arbitrario e rabdomantico, nell'infinito bosco delle storie generate dall'incontro tra affabulazione e immagine. È stato detto che l'invenzione della fotografia ha causato una discontinuità radicale nella storia, paragonabile all'apparizione dell'alfabeto: certo, sin dall'etimologia del suo nome, la fotografia - luce che scrive - si è confrontata con il linguaggio e con il racconto, provocando le meno prevedibili sovversioni. -
La ricerca del sé. Indagini su Benedetto Croce
Il percorso dalle tenebre alla luce è il primo movimento della filosofia di Croce. Il programma di esplorazione e scoperta del proprio essere, oltre che reinvenzione di un carattere peculiare dell'autobiografismo meridionale (Giambattista Vico, Antonio Genovesi, FrancescoDe Sanctis), è per Croce il dispositivo di sopravvivenza a una catastrofe naturale e familiare. L'esercizio autobiografico diviene così una scrittura che prende il posto dell'occhio altrui, muta il livello dell'io e lo proietta nell'ingranaggio universale della ragione traendolo in salvo dalle zone buie della materia e dalle onde più scure e perturbanti dell'io contingente. Con sguardo costante ai due poli della tradizione italiana e della filosofia europea, il libro esamina le espressioni di questa tecnica di eroismo mentale nel chiaroscuro di confronti e polemiche e nell'officina dei testi del Croce filosofo, biografo e moralista. -
Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema
Questo libro indaga le principali questioni linguistiche e semiotiche che nel corso degli anni Sessanta Pier Paolo Pasolini ha approfondito nei suoi scritti sul cinema e che ha ripreso in forma sperimentale nei suoi film (La ricotta, Appunti per un’Orestiade africana, Edipo re, Teorema, Salò e le 120 giornate di Sodoma). Attraverso queste opere, ma senza trascurare lo stretto rapporto con l’attività letteraria precedente, il volume si concentra sul rapporto tra segno visivo e realtà, sul problema semiotico dello stile e sul carattere politico dell’espressione artistica. Laboratorio Pasolini offre inoltre un approfondito studio sul rapporto tra cinema e letteratura anche attraverso il dibattito nato dalle critiche alla controversa interpretazione pasoliniana dello strutturalismo, sollevate in particolare da Umberto Eco, Christian Metz ed Emilio Garroni. -
Qualcosa sull'architettura. Figure e pensieri nella composizione
"Qualcosa sull'architettura"""" è un titolo volutamente elusivo. Non indica immediatamente né gli oggetti del discorso, né la sua posizione verso ciò che si prepara a mostrarci. L'operazione teorica svolta dall'autore ha l'andamento di un processo sperimentale che mette l'architetto continuamente in dialogo con i contesti dell'attualità e del passato, con il pensiero critico che esige consapevolezza e con il pensiero poetico che aspira all'invenzione. L'unitarietà dei saggi che Carpenzano ha riunito in questo volume - secondo otto parole chiave: la misura, l'errore, la forma, la citazione, il doppio, la bellezza, lo spazio, l'ordinario - e che sono nati in occasioni differenti, è data dalla loro collocazione all'interno del processo compositivo. Sono tutti pensieri e figure dell'architettura """"nella"""" composizione, in rapporto costante con la pratica e con la conoscenza del progetto. Coerentemente con l'impostazione saggistica dei singoli scritti, il testo non contiene definizioni dell'architettura, né tantomeno esternazioni su compiti e doveri degli architetti. Solo in un passaggio si trova qualcosa di assimilabile a una definizione, quando si dice che """"l'architettura - unica tra le arti - costituisce il teatro dei fatti umani"""". Postfazione di Stefano Catucci." -
Architettura in Italia. I valori e la bellezza
Quali valori e quale bellezza per l'architettura italiana nell'epoca della comunicazione globale? Questa è la domanda che fa da sfondo al volume. L'intenzione è quella di scomporre strumentalmente la complessità dell'argomentazione attraverso il ricorso a questi due termini, ambigui, sfuggenti e per certi versi difficilmente separabili l'uno dall'altro: la bellezza, infatti, non è forse un valore in sé stessa? E nell'evidenza di un valore di riferimento non si realizza, implicitamente, l'epifania del bello nell'opera? I contributi raccolti in questo libro sono emblematici dei differenti modi di intendere il rapporto tra riflessione teorica e progetto e rappresentativi di come nella ricerca si possano praticare strade anche distinte, tuttavia assolutamente legittime per il raggiungimento degli esiti. Essi dimostrano anche come l'articolazione plurale delle posizioni, e quindi delle tecniche di ricerca, sia una ricchezza fondamentale per una comunità scientifica che si occupa di architettura. Perché sia chiaro che possiamo farci ancora latori di un messaggio che, su entrambe le parole chiave, appartiene da un lato alla tradizione italiana (intesa come l'insieme degli studi che l'hanno caratterizzata e delle opere che ne sono testimonianza) e dall'altro al futuro, per la costruzione del quale lavoriamo nella formazione, nella ricerca e nel progetto. Con un testo di Edoardo Albinati. -
Architettura in sequenza. Progettare lo spazio dell'esperienza
Perché disporre un corridoio lungo, stretto e buio prima di un'ampia stanza circolare e luminosa? In che modo indurre il movimento secondo un percorso preciso? Che reazioni provoca una serie di stanze in successione uguali per forma ma di colori diversi? E se a variare è invece l'utilizzo della luce? O dei materiali? La sequenza è un metodo compositivo, è un sistema di organizzazione di una serie di elementi secondo uno schema di senso. Questo testo si propone quale ricostruzione di un quadro generale della sequenza definita quale metodo compositivo dell'architettura, comprendendone le potenzialità e caratteristiche in funzione delle diverse interpretazioni di spazio, e conseguentemente di tempo. Si noterà, in questo percorso, come in relazione a diverse influenze artistiche e sociali, il concetto di sequenza sia stato modificato nel corso della storia e applicato all'architettura con modalità differenti. Così da una prima definizione legata al mondo visuale - a partire dal cinema o dal Pittoresco - la sequenza diviene programma, movimento, e infine percezione, esperienza e narratività.