Sfoglia il Catalogo feltrinelli004
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6161-6180 di 10000 Articoli:
-
Reinventare capitalismo nell'era dei big data
Il capitalismo sta morendo. I profitti crescono mentre la disuguaglianza aumenta e l'innovazione rallenta. Qualcosa deve succedere. La fusione tra big data e intelligenza artificiale porterà, secondo gli Autori, a un nuovo tipo di capitalismo: quello fondato sui dati. Nel corso dell'ultimo secolo la storia del capitalismo è stata la storia di un mercato dominato da denaro e imprese. Usiamo il prezzo per valutare i beni e la cifra che siamo disposti a pagare indica fino a che punto riteniamo valido un prodotto. Le imprese, dal canto loro, coordinano attività complesse, come la produzione di massa delle automobili, controllando il flusso delle informazioni e centralizzando il processo decisionale, e garantendo al tempo stesso un livello di occupazione stabile. Ma il capitalismo dei dati è un'altra cosa: i dati che noi generiamo su noi stessi e quelli che le imprese generano relativamente ai loro prodotti permettono ad appositi algoritmi di collegare acquirenti e venditori in modo molto più efficiente rispetto ai mercati basati sul sistema dei prezzi. Queste stesse forze rendono superfluo il controllo rigido delle informazioni, consentendo a gruppi di persone di dimensioni sempre più ridotte di coordinarsi efficacemente senza dover ricorrere a un'infrastruttura elaborata. In definitiva, le grandi imprese centralizzate potrebbero ridursi a nulla più che un individuo e il suo computer. Un capitalismo incentrato sui dati potrebbe significare un'economia più sostenibile e più equa, ma la fine dell'impresa - e, con essa, la fine del lavoro stabile - comporta anche grossi rischi. ""Reinventare il capitalismo nell'era dei big data"""" ci spiega come il cambiamento tecnologico in corso stia uccidendo il capitalismo che siamo abituati a conoscere e che cosa lo rimpiazzerà."" -
Apprendimento non-stop. Integrare politiche pubbliche e aziendali sulla formazione per conciliare benessere e produttività
Senza apprendimento non c'è benessere né produttività. Si ammalano socialmente e fisicamente le persone per la difficoltà di relazionarsi agli altri e al contesto. Si ammalano di «breveperiodismo» le imprese per mancanza di idee e di innovazione. Si ammalano le comunità per asfissia culturale ed economica. Anche in Paesi con obblighi scolastici elevati esistono fasce amplissime della popolazione che, terminato il ciclo di studio obbligatorio, non imparano più nulla. Vivono in case senza libri e senza giornali. Nelle imprese in cui lavorano non hanno accesso ad opportunità di formazione. Non esprimono alcun fabbisogno di conoscenza. E non sono in grado di effettuare consapevolmente scelte relative alla propria salute, di investire i propri risparmi, di orientarsi fra le molteplici informazioni in rete e di comprendere pienamente un programma elettorale. Il blocco all'apprendimento di questa grande massa di persone rafforza le disuguaglianze, mina il benessere e la produttività economica di tutti. Agire per superare questo blocco significa creare un sistema che consenta all'intera popolazione di una comunità di accedere in modo continuo alla formazione. Agire per attivare la crescita delle conoscenze di tutti significa creare un sistema che integri pienamente le politiche di tutela della sicurezza del lavoro con le politiche di crescita della qualità del lavoro. Si tratta di una sfida enorme che necessita di una alleanza solida fra governi, imprese, scuole, parti sociali e persone, al fine di coordinare le scelte di studio e di lavoro delle persone con le politiche pubbliche e aziendali per la formazione. Si tratta di una sfida enorme che bisogna vincere, perché senza apprendimento continuo non c'è alcuna ""decrescita felice"""", ma solo una decadenza profondamente infelice. Studiare tutti e studiare sempre è una formula di felicità e di produttività insieme. Prefazione di Maurizio Del Conte."" -
Nuove imprese. Chi sono i champions che competono con le global companies
C’è un pezzo del Paese che rimane fuori dal raggio dei riflettori e che pure è uno dei protagonisti più solidi della ripresa italiana: quel mondo delle imprese per le quali la Grande Crisi del 2007-2008 ha rappresentato un’opportunità di riconversione strategica, di processi e di mercati. Imprese che hanno accumulato giorno dopo giorno enormi margini di vantaggio rispetto ai competitor, anche globali, e che saranno protagoniste della prossima fase del ciclo economico. Unite da una straordinaria resilienza e dalla capacità di imparare anche dalle inevitabili scelte errate che accompagnano l’evoluzione di qualsiasi azienda, sono realtà i cui modelli di business si dimostrano efficienti anche in presenza di fattori avversi. È su un gruppo selezionato di questi outsider che il volume vuole far luce: 500 champions cresciuti negli ultimi anni a tassi a doppia cifra, con livelli eccellenti di redditività e una solidità patrimoniale e finanziaria che garantisce l’indipendenza dal sistema bancario. Attenzione particolare è dedicata alle sfide che queste imprese e le istituzioni di riferimento – politiche, educative e di categoria – dovranno affrontare nei prossimi anni per poter fare di questo straordinario patrimonio imprenditoriale un motore reale di ripresa per l’intero Paese. -
100 donne contro gli stereotipi per l'economia
A spiegare e interpretare il mondo c'è quasi sempre un punto di vista maschile. Eppure le donne esperte sono tante. E possono svecchiare una visione e un linguaggio che, ignorandole, trascura i segni del tempo e disconosce l'apporto delle donne in tutti gli ambiti, dalla scienza alla tecnologia, dall'economia alle scienze sociali. Valorizzare il loro lavoro vuol dire avere uno sguardo lungimirante sul futuro, in cui una partecipazione femminile in linea con quella maschile significa più ricchezza per tutti. Questo l'obiettivo del progetto #100esperte, una piattaforma online che raccoglie nomi e CV di esperte da usare come strumento di ricerca di fonti femminili competenti per giornaliste e giornalisti, ma anche come risorsa di voci prestigiose e autorevoli che possono contribuire al dibattito pubblico, dentro e fuori i media. La prima fase del progetto (2017) dedicato al settore STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) ha contribuito alla valorizzazione delle competenze femminili nel mondo dell'informazione e non solo. Le 131 esperte oggi online, distribuite su tutto il territorio nazionale, sono state coinvolte in più di 200 interviste in un anno e mezzo di progetto. Quest'anno il focus è dedicato all'economia e alia finanza, altro settore strategico per lo sviluppo del Paese. Dopo il primo libro che raccontava alcune delle maggiori esperte italiane nel settore STEM, la collana editoriale, nata in parallelo alla creazione del database, prosegue con un secondo volume che racconta - dalla diretta voce delle protagoniste - le storie di vita professionale e privata delle esperte di economia e finanza italiane che lavorano nel nostro Paese e all'estero. -
Wealth management e fintech. Le nuove sfide tra private banker e robo advisor
L'industria del wealth management sta attraversando una fase di grandi e profondi cambiamenti che impongono a tutti gli operatori un ripensamento dei modelli di business, delle strategie commerciali, degli assetti organizzativi. L'Italia, con una ricchezza finanziaria tra le più importanti al mondo, è particolarmente interessata a questi cambiamenti e i diversi attori - banche, compagnie assicurative, asset manager, consulenti finanziari - devono rapidamente trovare le risposte ai trend in atto: evoluzioni normative sempre più tutelanti degli investitori e orientate alla trasparenza, passaggio generazionale della ricchezza, digitalizzazione della clientela, esplosione del fintech e, soprattutto, ingresso sulla scena competitiva dei robo advisor. Come potranno convivere i wealth manager con i robo advisor? Quale sarà il ruolo dei consulenti finanziari nel digital wealth management? Tenendo presente che nell'arco di dieci, quindici anni tutta la clientela sarà digitale e il concetto di fruibilità della banca sostituirà quello di prossimità, il libro parte da un'analisi del mercato e dei principali cambiamenti in atto per giungere a delineare scenari e soluzioni. Se è indubbio che i wealth manager continueranno ad avere una centralità nella relazione con il cliente - improntata essenzialmente sulla fiducia - al tempo stesso si svilupperanno modelli di business ibridi in cui la tecnologia contribuirà a migliorare la customer experience e aiuterà a sviluppare approcci di segmentazione sempre più sofisticati e multivariabili. È necessario prepararsi a questi cambiamenti per riuscire a convivere e a prosperare nella nuova realtà. -
Ludocrazia. Quando il gioco accorcia le distanze tra governo e cittadini
Punti, classifiche, preferenze, una grafica accattivante e una struttura semplice: partecipare a Rousseau, la piattaforma digitale del Movimento 5 Stelle attraverso cui i cittadini possono avanzare proposte ed esprimere le loro candidature, ricorda da vicino un videogioco. A Mosca, Madrid e Barcellona chi ha una proposta per migliorare la città la condivide online: se riceve abbastanza “like” può vedere la propria idea realizzata, vincere due biglietti per il teatro o addirittura essere invitato a fare colazione con il sindaco. In Australia, nel 2014, il Dipartimento nazionale di statistica, per sensibilizzare la popolazione sul proprio lavoro, ha studiato un vero e proprio videogioco che consente di cimentarsi alla guida di un centro urbano immaginario, utilizzando però dati presi dalla realtà. È la gamification: l’applicazione delle dinamiche proprie dei videogiochi in contesti non ludici, una tecnica sviluppata nel marketing e oggi in rapida diffusione in ambiti diversi, dalla comunicazione politica al giornalismo, passando per le attività di lobbying e di governo. Ma cosa succede quando i cittadini si rendono conto che dietro le dinamiche di gioco si nasconde il tentativo di educarli o spingerli a prendere decisioni per il bene della collettività cui appartengono? Fino a che punto è eticamente ammissibile per un regolatore pubblico investire sui giochi? Che cosa accade a chi non gioca? Questo libro esplora il potenziale, e descrive i limiti, dell’uso della gamification nel settore pubblico, provando a immaginare come potrebbe trasformarsi l’esercizio del potere in un futuro a noi vicino, con le sue promesse ma anche con i suoi rischi. -
Sostenibilità competitività comunicazione. 20 idee per il futuro
In pochissimi anni la sostenibilità ha fatto grandi passi ed è entrata nell'agenda politica oltre che nella strategia di tante organizzazioni. Molte le trasformazioni in corso: dal cambiamento nel linguaggio ai mutamenti negli stili di vita e di consumo; dai fattori che influenzano il mercato a leggi e regolamenti che ridisegnano le regole del gioco. Le imprese stanno modificando processi, prodotti, gover-nance in chiave sostenibile e numerosi sono gli esempi di progetti che affrontano la sostenibilità con focus diversi. Al di là dei molti problemi ancora aperti, anche la Pubblica Amministrazione sta innovando, attraverso iniziative finalizzate a creare un sistema più sostenibile e a coinvolgere i cittadini, a livello sia centrale sia locale. Ma quale contributo offre un approccio sostenibile in termini di competitività? E, soprattutto, come va comunicato per essere realmente efficace? Per rispondere a queste domande in termini operativi, il libro spiega come impostare e sviluppare un piano di comunicazione capace di valorizzare l'impegno sociale e ambientale di un'organizzazione. A questi suggerimenti si accompagnano le idee di venti esperti su come rendere più sostenibile il nostro futuro: Marco Frey, Massimo Campedelli, Enzo Argante, Anna Puccio, Filippo Addarii, Marco Nannini, Dario Bolis, Giorgio Fiorentini, Luisa Crisigiovanni, Giangi Milesi, Enrico Testi, Stefano Rolando, Elio Borgonovi, Franca Roiatti, Elena Bonanni, Giampaolo Colletti, Fabio Ventoruzzo, Emanuele Nenna, Piermario Barzaghi, Sabina Alzona. -
Intelligenza artificiale e marketing. Agenti invisibili, esperienza, valore e business
Viviamo in un mondo dove i prodotti e i servizi diventano dinamicamente personalizzati e automatizzati; in cui nelle case cominciano a diffondersi gli assistenti personali virtuali; in cui quando chiediamo aiuto in fase di acquisto molto spesso siamo assistiti da chatbot. In questo mondo in cui la rete è sempre più ubiqua e mischia le dimensioni del fisico e del virtuale, l'intelligenza artificiale (AI), assieme ai dati di cui si nutre, sta diventando il motore dell'innovazione. L'ambito di applicazione dell'AI diventa sempre più vasto: dalle previsioni degli output e del microclima in agricoltura fino all'analisi dei referti radiologici e alla scelta delle cure per il paziente in medicina. Anche il business fa grande uso di queste nuove tecnologie. Questo libro offre una panoramica introduttiva sui meccanismi di funzionamento dell'AI, e si occupa di come l'AI e le tecnologie a essa collegate stanno trasformando il modo di pensare e fare marketing, senza dimenticare le implicazioni di carattere sociale che l'avvento dell'AI reca con sé. -
Futuro + umano. Quello che l'intelligenza artificiale non potrà mai darci
L’umano contiene in sé una dimensione fragile e caotica, fatta di capricci, debolezze e passività, ma riserva anche risorse straordinarie di curiosità, passione, capacità di cura. Accanto a queste, una terza affascinante dimensione discopre soluzioni impreviste. rnrn«Mezzi digitali e robot ci aiutano ma scatenano qualche dubbio. Alla lunga la tecnologia dominerà sull'umano? Secondo il sociologo Francesco Morace la preoccupazione è eccessiva perché l'intelligenza artificiale resta meaningless, priva di quel quid di emotività e imprevedibilità che fanno parte del capitale umano» - Io DonnarnrnL’ipotesi che guida la riflessione di Morace in questo libro è che proprio da qui, dalla vita stessa e da quanto di più umano in essa si manifesta occorra partire alla ricerca di indicazioni per un mondo migliore. Le soluzioni ai problemi non vengono definite dalla programmazione (che pure è necessaria) ma dall’incontro del «principio speranza» con il «principio responsabilità», due componenti profondamente umane, non riproducibili con l’intelligenza artificiale: le macchine non possono sperare, e tanto meno possono essere considerate responsabili per la loro attività. A questo riguardo troppo spesso dimentichiamo ciò che ci rende unici, irripetibili, inimitabili: la curiosità e la compassione, il sorriso e la carezza, l’umore e il carattere, la fiducia e l’esitazione. Eppure il nostro destino e la nostra intelligenza dipendono dall’insieme imperscrutabile di questi fattori, qualità dell’umano essenziali per una proposta ad alta risoluzione come alternativa complementare alla bassa risoluzione cui non dobbiamo rassegnarci, per far evolvere – anche a favore delle sorti del nostro sistema Paese – la curiosità in gusto, la passione in ingegno applicato e la cura in qualità inimitabile. -
Scrivere per farsi capire
Canali tradizionali e canali digitali ci investono ogni giorno di contenuti scritti. Il rischio di essere sommersi è in agguato: quanti sono chiari e utili? E quante volte quello che scriviamo coglie nel segno? Rispetto alla scrittura, ciò che abbiamo appreso sui banchi di scuola risulta utile solo in parte: il linguaggio cambia e alcune regole considerate inderogabili possono rivelarsi obsolete. Tutti i sistemi di gestione che governano un'azienda devono però contare sulla capacità di far circolare informazioni, all'interno e all'esterno dell'impresa. Anche le più recenti norme in tema di qualità pongono l'accento sulla comunicazione: quando non c'è chiarezza la confusione regna sovrana, nascono sprechi e rilavorazioni, aumentano i rischi di insuccesso, si crea stress. Se la qualità rappresenta lo strumento per uscire vittoriosi dallo scenario di cambiamento che le imprese stanno affrontando, essa va intesa in senso lato: non solo di prodotto e di sistema di gestione, ma anche di modo di lavorare e di relazionarsi con tutti gli stakeholder. Una comunicazione scritta di qualità offre in questo senso un approccio vincente su tutti i fronti: il suo impatto è consistente e bastano pochi princìpi e la padronanza di semplici metodi e strumenti per essere efficaci. Se scrivere e farsi capire può essere una dote innata, con un po' di attenzione tutti possiamo affinare le nostre capacità. Il libro risponde a questa esigenza con una ricca serie di suggerimenti di immediata applicabilità. Due interi capitoli sono poi dedicati rispettivamente all'email, canale leggero, fulmineo e funzionale, ma proprio perciò ancor più soggetto a trasformarsi in una fonte di equivoci e problemi; e alla comunicazione interna operativa, contesto sempre più delicato e complesso a causa della pervasività delle tecnologie. -
Quantum computing
Il quantum computing è un nuovo paradigma tecnologico, potenzialmente in grado di rivoluzionare il modo di elaborare le informazioni. Basato sulla meccanica quantistica – uno dei pilastri della fisica moderna – ne applica le proprietà all’architettura dei calcolatori, segnando nella ricerca medica, nelle telecomunicazioni, nell’intelligenza artificiale e nella tecnologia militare una discontinuità che apre la strada alla soluzione di problemi prima difficilmente trattabili. Dopo due decenni di ricerca di base e applicata, assistiamo oggi a una fase di trasferimento tecnologico e commercializzazione: fondi di venture capital e governi iniziano a investire somme significative nel settore. La curva dell’innovazione vive un’importante accelerazione, così come le sue implicazioni politiche ed economiche. -
Artificial intelligence
Il progresso dell'intelligenza artificiale è veloce, sostenuto dall'aumento della quantità di dati rilevanti, dal crescere della capacità di calcolo, dalla condivisione della ricerca. Presto l'AI sarà lo strumento più potente a disposizione di uomini e dorme. Sapere dove già funziona, quali sono i suoi limiti, quali le competenze che richiede, come gestirne i rischi mantenendo al centro l'essere umano, che cosa serve per applicarla e come partire: queste le condizioni per comprenderla e utilizzarla al meglio. Senza timore, perché non esiste un'intelligenza artificiale capace di sostituirsi a noi, piuttosto esiste la possibilità di svilupparne una che ci aiuterà a migliorare e semplificare parecchie cose. In questa direzione, il libro rappresenta un tassello importante per capire un pezzo di futuro (tecnologico) e dibattere un pezzo di presente (umano). Introduzione di Alessandro Rimassa. -
Collaborative company
Social media e piattaforme digitali hanno radicalmente cambiato il nostro modo di vivere e lavorare. Intelligenza collettiva, crowdsourcing, coinvolgimento dei dipendenti e community di consumatori generano nuove fonti di guadagno, riducono i costi operativi e abilitano una relazione più significativa con il mercato. Partecipare ai nuovi ecosistemi collaborativi introduce però sfide e opportunità che non tutte le aziende sono pronte a cogliere: come ottimizzare la conoscenza e lavorare con processi difficilmente ripetibili? Come migliorare l'efficienza in un mondo in costante cambiamento? Come raggiungere un coinvolgimento esteso e direzionarlo verso risultati di business? Come costruire un'azienda agile e in costante apprendimento? Il libro suggerisce un nuovo modo di fare impresa, supportato dalle piattaforme digitali, ma incentrato sui bisogni delle persone e su comportamenti orientati alla community. Introduzione di Alessandro Rimassa. -
BrandTelling
Creare e accrescere il valore di un brand non con la vecchia cassetta degli attrezzi, ma sfruttando le potenzialità tipiche dell'era digitale e dello storytelling. E questo l'obiettivo del presente volume che propone a operatori di marketing e di comunicazione d'impresa, a studiosi e studenti universitari un nuovo framework: il brandTelling. Processi di branding e dinamiche di brand and corporate storytelling si intrecciano nella definizione di un quadro dinamico dal punto di vista teorico e operazionale. Anche sulla base dello sviluppo dei modelli di content marketing e native advertising, la narrazione della marca viene prospettata in queste pagine non solo come tecnica della creazione e della gestione di contenuti strategici, ma anche come filosofia, logica e cultura. Lo storytelling è, infatti, l'esito di una sequenza che prende avvio dalla narrability per poi evolversi nella tellability, prima ancora di approdare all'agire narrativo vero e proprio. Il risultante brand value telling journey, metodologia introdotta dal libro, ha il beneficio di fornire un supporto nel processo di creazione e gestione del valore della marca, proponendo una riflessione strutturata sul processo decisionale del consumatore, sempre più a contatto con l'impresa grazie all'aumento notevole di meeting e touch point e alla tendenza a vivere come un'opportunità i moment of truth. A dimostrazione delle tesi sostenute dagli autori, nel libro vengono presentati dieci casi di aziende internazionali che hanno anticipato con i fatti alcuni degli elementi della metodologia brandTelling. Prefazione di Michele Costabile. -
Fuori dal gregge. Il pensiero divergente che crea innovazione
Consentire a una società di mettere a frutto tutto il proprio potenziale - di conoscenza, di merito e di talento - in crescita economica e sociale, valorizzando lo spirito imprenditoriale, costituisce la condizione di ogni vera e compiuta democrazia. rnrnIl pensiero divergente origina da una profonda insoddisfazione per l’esistente o dall’intuizione di una nuova possibilità inespressa che, unita alla volontà di realizzarla, produce un processo di cambiamento. Ed è proprio in questa dinamica che si nascondono i semi del riscatto di un Paese: nella sua capacità di creare un sistema che sappia attirarre e concentrare tutto ciò che, nel XXI secolo, può rendere viva un’economia. A fare la differenza e a creare opportunità sarà allora la densità di conoscenze, talenti e capitali, perché è questa la caratteristica che finisce per attrarre in un luogo le iniziative più coraggiose e la capacità di innovare. -
L'ecosistema della formazione. Allargare i confini per ridisegnare lo sviluppo organizzativo
La rivoluzione digitale ha mutato profondamente il mondo della formazione manageriale. La possibilità di percorsi «fai da te», con l’accesso a risorse gratuite come MOOC, talk, video, blog e tutorial, si è ampliata a dismisura, accrescendo le opportunità per soddisfare il diritto ad apprendere che è la base della società della conoscenza. Questo però non ha comportato un declino della formazione, ma ha aumentato come mai prima d’ora la richiesta di iniziative di formazione e sviluppo di qualità. In un contesto in cui i confini tra formazione, autoformazione, sviluppo organizzativo e comunicazione si fanno labili, porosi e incerti, assistiamo quindi da un lato a un ritorno del learning by doing e della formazione informale, dall’altro alla diffusione di nuovi approcci come la formazione on demand e il digital social learning. Sul piano delle metodologie, invece, l’adozione di nuovi format di formazione-intervento (come il business model canvas o il design thinking) si coniuga allo sviluppo di competenze per l’innovazione e la flessibilità organizzativa (si pensi allo smart working o ai nuovi sistemi di performance management centrati sul feedback) attraverso il coinvolgimento delle persone. A fronte di un panorama così articolato – un ecosistema, come recita il titolo – il libro illustra i modelli di formazione emergenti e affronta nel dettaglio le leve di analisi e d’intervento più efficaci. Intorno alle 3P di People, Power e Place si delinea il quadro di una formazione che include sia soggetti interni all’organizzazione sia attori esterni; che mobilita risorse sociali per entrare in contatto con una varietà di mondi organizzativi differenti; che mette in rilievo le potenzialità di un ambiente phygital per la costruzione di una employee experience positiva, coinvolgente e significativa. -
Benvenuti nel 2050. Cambiamenti, criticità e curiosità
Indipendentemente dalla strada che ci condurrà alla meta - un evento singolare in grado di trasformare tutto in un solo istante, piuttosto che un cambiamento non troppo differente da quelli che hanno segnato passaggi d'epoca nel passato -, il mondo che ci accoglierà nel 2050 sarà un luogo molto diverso da oggi, e senza una guida adeguata il rischio di perderci appare elevato. E non illudiamoci che sia possibile continuare a non pensarci: il futuro, con le sue straordinarie novità, le esperienze inattese, l'estrema complessità, le opportunità e le minacce che porta con sé, richiede di arrivarci attrezzati. Se dunque vogliamo scoprire almeno qualcosa di ciò che ci aspetta, questo è il libro giusto per farlo, evitando di lasciarci trasportare dal tempo. A quale clima dobbiamo prepararci e che cosa portare con noi? Che cosa si mangerà nel 2050? Come ci si vestirà? In che tipo di città vivranno le persone? Dove andranno a divertirsi i giovani? Quali saranno le esperienze da non perdere? Quali le lingue, le monete, le cure? Come sarà fare shopping e con quali mezzi ci sposteremo? In un pianeta abitato da robot, cyborg e specie animali che si credevano estinte, ogni aspetto sarà molto distante dalle nostre attuali abitudini ma le indicazioni contenute in queste pagine saranno di grande aiuto per tutti, viaggiatori abituali del futuro o neofiti della materia in procinto di affrontare il loro primo viaggio. -
Business next. Non è solo questione di tecnologie
Le aziende corporate e gli intermediari finanziari si stanno trasformando a un ritmo molto veloce. Grazie alle nuove piattaforme, il collegamento tra domanda e offerta sta diventando sempre più rapido ed efficace, impattando in modo profondo sui rapporti economici e sociali. Poche aziende possono ritenersi al riparo da questa vera e propria business transformation. Questo libro rappresenta una riflessione trasversale sulle cause e sulle implicazioni del fenomeno, proponendone un primo inquadramento da un punto di vista funzionale (il cambiamento in atto negli ambiti di marketing, governance, produzione, strategia e organizzazione) e un'analisi più specifica della trasformazione dei modelli di business nel mondo corporate e finanziario. A partire da una serie di contributi d'eccezione a firma di protagonisti di primo piano dello scenario bancario e assicurativo viene inoltre affrontato il tema della leadership e della gestione del processo di cambiamento in azienda. -
Tecnologia vs umanità. Lo scontro prossimo venturo
Quando arriverà - prima «a poco a poco e poi all'improvviso», per usare le parole di Hemingway -, l'era della macchina segnerà il più grande spartiacque nella vita umana sulla Terra. Nel Jurassic Park di Big Tech intelligenza artificiale, cognitive computing, singolarità, obesità digitale, cibo stampato, internet delle cose decreteranno la morte della privacy, la fine del lavoro-come-lo-conosciamo e una longevità destinata a estendersi. Lo scontro fra tecnologia e umanità è alle porte. Quali valori morali siamo pronti a difendere, prima che cambi per sempre il significato stesso di ""essere umani""""? Come possiamo abbracciare la tecnologia senza divenire noi stessi tecnologia? Alla luce della sua doppia formazione umanistica e tecnologica, Gerd Leonhard esplora i cambiamenti esponenziali che stanno sommergendo la nostra società. Se diamo per scontato l'essere umano e il suo ruolo nel mondo, è arrivato il momento di premere il tasto Reset raccogliendo il suo appello appassionato a creare un nuovo mondo davvero più coraggioso. Prefazione di Valerio De Molli."" -
Talento ribelle. Perché infrangere le regole paga (nel lavoro e nella vita)
Che vogliate motivare gli altri all'azione, avviare un'attività o imbastire relazioni più dense di significato, ""Talento ribelle"""" vi mostrerà la strada per farlo: rompere tutte le regole.rn«Cosa hanno in comune lo chef Massimo Bottura, la casa di produzione cinematografica Pixar e l'assistente di volo Marty Cobb? Hanno scelto di agire in modo non convenzionale. Lo racconta Francesco Gino in Talento ribelle, un viaggio tra piloti, maghi e impiegati per capire che infrangere le regole paga» - Federica Colonna, La Lettura«Sfidano il conformismo. Superano i ruoli. Sono curiosi. Dipendenti così, dice l'economista Francesca Gino, fanno grandi le aziende. E talvolta cambiano il mondo» - Il VenerdìrnrnI ribelli godono di una pessima reputazione. Siamo spesso portati a considerarli dei piantagrane, bastian contrari e disadattati: quella particolare categoria di colleghi, amici e familiari che ama complicare le decisioni semplici, creare confusione e mostrarsi in disaccordo quando tutti gli altri sono d'accordo. A dirla tutta, però, sono proprio i ribelli a migliorare il mondo, grazie al loro sguardo anticonvenzionale sulle cose. Perché invece che cercare appigli sicuri, rifugiandosi nella routine e nella tradizione, sfidano apertamente lo status quo. Sono maestri dell'innovazione e dell'arte di reinventarsi, e per questo hanno molto da insegnarci. Francesca Gino, docente alla Harvard Business School, ha dedicato oltre un decennio a studiare i ribelli all'opera nelle aziende di tutto il mondo, dalle boutique di lusso del «quadrilatero» milanese ai ristoranti più famosi del globo, da una fiorente catena di fast food a un'affermatissima casa di produzione di computer animation. Nel suo lavoro, è riuscita a tracciare l'identikit di quei leader e collaboratori che incarnano il «talento ribelle», e il cui esempio dovremmo tutti imparare a seguire. L'autrice scommette sul fatto che il futuro appartiene al ribelle, e che questo ribelle, potenzialmente, è nascosto in ognuno di noi. Viviamo in periodi turbolenti, nei quali la competizione è feroce, i social media hanno il potere di intaccare la reputazione di una persona e il mondo sembra più frammentato che mai. In un ambiente così spietato, coltivare il talento ribelle è proprio ciò che ci consente di far progredire e prosperare le cose in cui crediamo. E la ribellione costituisce un valore aggiunto anche al di là del contesto di lavoro: è il trampolino verso un'esistenza più vitale, impegnata e appagante.""