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Branding by design. Gli otto caratteri della marca post digitale
Nell'epoca dei mass-media le marche hanno prosperato puntando a ridurre il livello d'incertezza dei consumatori e differenziando l'offerta da quella dei competitor, in un quadro economico e sociale relativamente stabile. Poi, negli ultimi due decenni, la crescente affermazione dei canali digitali è stata vista dalle imprese come un'opportunità per rendere le attività di branding più economiche e tracciabili, senza modificare il modello di generazione del valore e le pratiche consolidate di interazione con i clienti. Oggi, tuttavia, è diventato difficile utilizzare questo modello per prevedere i ritorni delle attività di marketing e solo un ristretto numero di brand è riuscito, proprio tramite il digitale, a costruire una marca diversa, aperta ai contributi di coloro che stanno all'esterno e in grado di adattarsi in modo resiliente alle specifiche richieste di specifici target. ""Branding by design"""" racconta questa evoluzione, identificando i tratti caratteristici delle marche che hanno saputo creare e catturare valore in un sistema esponenzialmente più complesso e incerto. Oggi la marca non è più un oggetto statico: il digitale l'ha resa simile a una persona, con i suoi tratti di carattere, un suo ruolo e le sue connessioni nella nostra vita. E come tale richiede un mindset aperto alle novità, per guardare al futuro, ascoltare il mercato e, di fronte alla sua evoluzione, provare ad abbracciarla e non a gestirla. Nell'impossibilità di prevedere ogni situazione, meglio affidarsi a un chiaro set di principi attraverso cui guidare l'azione di un prodotto in un ecosistema in costante metamorfosi. È questa la natura dell'agile branding o branding by design."" -
Il gioco degli opposti. Storie di innovazione italiana
Il gioco degli opposti è alla base di tante storie di innovazione di successo. Storie di leadership nelle quali, durante percorsi di cambiamento, è stato costruito e mantenuto nel tempo un bilanciamento tra elementi diversi e spesso in antitesi tra loro: tradizione e discontinuità, esplorazione ed efficienza, disciplina e sperimentazione, prudenza e rischio. Questo libro è una raccolta di ossimori ideati e implementati da imprenditori e manager italiani, che hanno fortemente caratterizzato il modo in cui questi si sono posti davanti all'esigenza di innovare per sostenere lo sviluppo e il successo della propria impresa. Tre gli elementi chiave per mantenere l'equilibrio: il rispetto per gli opposti, la gestione del cambiamento e l'inseguimento di un pensiero strategico, pur mantenendo il focus sui risultati. Dieci storie di innovazione italiana, raccontate attraverso il gioco degli opposti. Ogni storia un caso, ogni caso un'azienda di successo. Non si tratta di episodi isolati, ma di casi unici, difficilmente replicabili. Il nostro continuo contatto con imprenditori e manager nel corso degli anni ci ha insegnato che non esistono verità assolute quando si parla di management dell'innovazione. Quello che vorremmo emerga da questo libro è il racconto di una pluralità di forme attraverso le quali imprese italiane hanno implementato percorsi di innovazione. -
Il bello del mondo. Battiti locali per un respiro globale
La riflessione sulla globalizzazione richiede nuovi strumenti concettuali e strategici. Nella distinzione tra locale e globale è necessario approfondire la differenza tra luogo e spazio, rilevanza e risonanza, estrazione del valore; e accettare l'idea che locale e globale non si contrappongono ma costituiscono i due capi della stessa matassa. Per sbrogliarla, l'autore ragiona sulle due dimensioni vitali dell'organismo: battito del cuore e ampiezza del respiro, circolazione locale e respirazione globale. Il genius loci è il battito del cuore, il motore primo della globalizzazione, che viene poi trasformato in respiro a livello globale. Perciò è importante conoscere il proprio battito, il proprio bioritmo, il proprio carattere. L'esplicitazione dei diversi genius loci permette di individuare le radici culturali attraverso cui un Paese, una regione, un luogo, ma anche un'azienda o un prodotto plasmano la propria identità. La finanza globale e i big data non hanno un battito, perché non hanno un cuore: hanno però un potente respiro globale, che si misura con una capacità di intervento e di influenza capace di spezzare il cuore del locale. Unico antidoto: la conoscenza di sé. -
Provincia non periferia. Innovare le diversità italiane
La provincia italiana è in crisi. Il problema tocca tutto il Paese e richiede di immaginare e praticare rapidamente una soluzione per invertire il declino. Lo sviluppo dell'economia digitale e l'urbanizzazione sempre più spinta, insieme alla lunghissima crisi economica, hanno sottoposto a uno stress mai sperimentato la «biodiversità» italiana e il suo biotopo principale: quella dimensione straordinariamente ricca e peculiare che è appunto la provincia. Sono venute meno le risorse per politiche redistributive attente alle esigenze del territorio e soprattutto l'economia digitale ha riscritto le regole della competizione globale attorno a piattaforme - virtuali e fisiche - tanto più efficienti e redditizie quanto più sono scalabili e in grado di ridurre le differenze, appiattendole. Nel secolo delle metropoli, l'Italia è fra i Paesi europei quello che cresce meno e la provincia, culla della nostra cultura e del made in Italy, rischia di ridursi a un anacronismo. Per riportare il Paese su binari virtuosi è necessario riprendere il cammino di modernizzazione dell'economia, delle istituzioni e della società italiana, con nettezza, intelligenza e soprattutto rispetto delle peculiarità locali. Il territorio diffuso rappresenta allora il laboratorio (o il campo di battaglia) per sperimentare un possibile nuovo paradigma di innovazione radicale, che punti all'inclusione degli esclusi e alla valorizzazione delle differenze in termini di competenze, culture e territori. Facendo leva su tre elementi: la modernizzazione digitale della manifattura come chiave di ingresso per la modernizzazione della provincia; l'attivazione di congiunzioni forti tra territori, persone e competenze chiave geograficamente lontani; l'attribuzione a Milano, unica città italiana che partecipa al gioco globale dello sviluppo, del ruolo di «città-acceleratore» dell'intero Paese. -
#Retailvision. Gli scenari del marketing distributivo
Il mercato del retail sta affrontando sfide senza precedenti, di grande discontinuità rispetto al passato, sia sul fronte dell'offerta con una crescente iper-competizione tra i diversi player, sia sul fronte della domanda con l'affermazione di nuovi modelli di consumo e di acquisto. La crescita delle situazioni di infedeltà degli shopper e il progressivo consolidamento dei fenomeni di omnicanalità stanno generando effetti competitivi disruptive, mettendo in discussione i tradizionali paradigmi di retail management. Tutto questo sta determinando una significativa ristrutturazione degli assetti distributivi, con la ridefinizione dei posizionamenti di mercato dei canali di vendita e dei gruppi aziendali. Dopo la prima, quella degli anni novanta del secolo scorso, si tratta di una seconda ""Rivoluzione Commerciale"""" che sta spingendo le imprese a modificare le proprie strategie di sviluppo sempre più caratterizzate dall'innovazione dei formati distributivi, dalla diversificazione geografica, dal branding distributivo, dalla polarizzazione tra strategie di pricing Hi-Lo ed EDLP, da modelli organizzativi meno buying-oriented a modelli organizzativi più marketing-oriented. Il libro, valorizzando i risultati degli studi realizzati nell'ambito di REM Lab (il Centro di Ricerche su Retailing e Trade Marketing dell'Università Cattolica), si prefigge di mettere a fuoco i nuovi scenari del retail e le nuove sfide di marketing nel mercato distributivo e nelle relazioni di filiera. I contributi di analisi accademici e scientifici sono stati integrati e completati con la """"visione"""" di qualificati protagonisti della business community con l'obiettivo di favorire il confronto tra teoria e prassi manageriale. I contenuti del libro possono essere di utilità e di interesse sia per il mondo universitario che per il mondo aziendale."" -
Di più con meno. La sorprendente storia di come abbiamo imparato a prosperare usando meno risorse
Nel corso della storia, per l'umanità l'unico modo di crescere è stato quello di depredare la Terra: abbattere le foreste, inquinare aria e acqua, estrarre risorse all'infinito. Fin dalla prima Giornata della Terra nel 1970, la convinzione dominante è stata che, per prendersi cura del pianeta, occorresse cambiare radicalmente rotta: ridurre i consumi, stringere la cinghia, imparare a condividere e riutilizzare, limitare la crescita. Ragionamento corretto? Assolutamente no! McAfee sostiene che per risolvere i problemi dell'ambiente non servono cambiamenti radicali. Al contrario, dobbiamo fare di più di quello che stiamo già facendo: far crescere economie di mercato tecnologicamente sofisticate in tutto il mondo. L'America, per esempio, grande paese ad alta tecnologia che rappresenta circa il 25% dell'economia globale, anno dopo anno utilizza progressivamente meno risorse, anche se la sua economia e la sua popolazione continuano a crescere; sta inoltre inquinando di meno l'aria e l'acqua, emettendo meno gas serra e ricostituendo le popolazioni animali in via di estinzione. E - come dimostra McAfee - l'America non è sola. Anche altri paesi stanno andando incontro a una trasformazione profonda. Che cosa ha reso possibile questa svolta? In primo luogo la collaborazione fra tecnologia e capitalismo. Ma anche governi capaci di rispondere in maniera reattiva e un'opinione pubblica consapevole sono stati fondamentali. Senza ignorare questioni irrisolte, come il riscaldamento globale, la pesca eccessiva e le comunità lasciate indietro mentre il capitalismo e il progresso tecnologico vanno avanti, il libro è un resoconto rivelatore e paradigmatico di come siamo incappati in un equilibrio con la natura inaspettatamente migliore. Un equilibrio che porta con sé la promessa di secoli più abbondanti e di un futuro più verde. -
L' impresa circolare. Modelli di business, sistemi di misura, leve manageriali
Il concetto di economia circolare è ormai entrato nell'uso comune: tuttavia se ne parla applicandolo a contesti imprenditoriali e di mercato molto diversi tra loro, col rischio che la definizione perda nitidezza e si confonda per esempio con la sostenibilità. È infatti un tema che interessa sia la dimensione macroeconomica sia quella micro, fino al design del prodotto dove devono coesistere circolarità e innovazione. Nel mezzo, tra ecosistema e prodotto, a livello cioè dell'impresa, si apre il gap che il libro intende colmare. Il trade-off da risolvere non è banale, tra una definizione troppo «stretta» di economia circolare e una troppo «ampia» che rischia di far ricadere tutto sotto questo cappello, fintanto che è di moda. Che cos'è dunque l'impresa circolare? Quali gli elementi distintivi del suo modello di business? Quale ruolo gioca nella filiera circolare? In che senso occorre oggi una piattaforma circolare all'interno della quale business e comportamenti di segno opposto possono trovare la compensazione necessaria per una sostenibilità davvero di lungo termine? E, ancora, quale ruolo giocano le tecnologie digitali? E la politica con le sue scelte? Intrecciando analisi e storie di aziende piccole e grandi, appartenenti a vari settori, il libro individua gli archetipi a cui imprese tra loro molto diverse possono essere ricondotte; propone una scorecard da un lato per misurare implementazione, efficacia effettiva ma anche rischi dell'economia circolare, e dall'altro per identificare i gap e fissare gli obiettivi da raggiungere; individua le leve manageriali con cui realizzare un modello di business autenticamente circolare e sottolinea i caveat cui prestare attenzione. -
Quando l'oceano si arrabbia. Keynes per chi non l'ha mai letto
«Scrivere un libro su Keynes, per un economista, è una bella sfida. Ma ho deciso di farlo perché da decenni mi ostino a raccontare ai miei studenti e a chi mi ascolta nelle conferenze che l'economia è una scienza, innanzitutto, e che è una scienza bellissima. E ho scelto proprio Keynes perché per un economista è come Star Wars per il resto del mondo: potete averlo visto oppure no ma, volenti o nolenti, anche se non avete idea di chi sia Darth Vader e Yoda vi sembra il nome di un succo di frutta biologico, le perturbazioni della Forza, in qualche modo, avranno trascinato anche voi dentro una struttura narrativa irresistibile. John Maynard Keynes, in economia, è un po' così. E poi, diciamolo, quanti, effettivamente, hanno letto Keynes? Intendo proprio gli scritti, pamphlet, libri, lettere o articoli che si è pregiato di pubblicare in quantità davvero spropositata. Il mio intento è di servirmi del cavallo di Troia Keynes e della sua storia bellissima per parlare dell'economia e degli economisti, in un tempo, particolare assai, in cui si sente fortissima l'esigenza di affrontare le cose con competenza e coraggio. E se la storia di Keynes può esercitare un qualche fascino, è proprio per la complessità del suo pensiero e per il suo stare all'interno del dibattito pubblico. Con competenza e con coraggio, sempre: il coraggio delle proprie idee e dell'impegno civile. Le sue parole traboccano di dinamismo e attualità, nel raccontare che cos'è l'economia e quanto sia importante - ora più che mai.» -
Un filosofo a Wall Street. Speculazioni sulla finanza da Aristotele ai bitcoin
La finanza ci circonda: è dentro ogni cosa che facciamo e non possiamo ignorarla. Può far avverare i nostri sogni ma anche costruire incubi. Offre opportunità ma ci espone a rischi. E se la finanza suscita da sempre reazioni forti e contrastanti, la finanziarizzazione del mondo solleva oggi questioni filosofi che profonde. Già Aristotele sosteneva che «il guadagno che proviene dal denaro stesso è tra le forme di guadagno più contrarie alla natura». Eppure l'innovazione finanziaria è stata un fattore indispensabile per l'avanzamento dell'uomo dalla condizione di sussistenza alla prosperità materiale. Sterco del diavolo o grande innovazione umana: comunque la si voglia guardare, il denaro e con esso la finanza è una delle grandi forze che plasmano la contemporaneità. E se da una parte la diffidenza verso di essa pare motivata dalle ricorrenti crisi, dall'altra non si può dimenticare come il complesso sistema di pesi e contrappesi e di fiducia reciproca su cui il sistema finanziario si basa, renda possibili benefici non solo finanziari sempre più grandi. A partire da tali premesse, il libro si interroga sul ruolo delle macchine nella finanza, sulla natura dei mercati finanziari, sulla relazione tra finanza e politica, finanza ed etica, finanza e potere, nella convinzione che oggi più che mai un'indagine filosofica è tra le poche cose sensate che si possano fare sulla e per la finanza. -
Ci pensiamo noi. Dieci proposte per far spazio ai giovani in Italia
Dieci proposte per i giovani. Soluzioni pensate da coloro che anche in Italia possono contribuire a scongiurare il tracollo dell'economia. Quali sono e da chi sono formulate?rnrnSe è vero che uno dei principali problemi del nostro Paese è la condizione critica dei giovani e che, di fronte al rapido invecchiamento della popolazione e a un welfare sbilanciato in favore dei più anziani, è necessario individuare soluzioni capaci di scongiurare il tracollo dell’economia sul lungo periodo, altrettanto vero è che ad affrontare questi problemi sono sempre gli adulti, inevitabilmente con i loro punti di vista e le loro categorie interpretative. Nessuno, però, può parlare dei problemi della generazione dei 18-28enni meglio dei giovani stessi. Con una capacità di analisi non comune, basata su dati aggiornati e di prima mano, e una spiccata capacità di sviluppare proposte concrete, Ci pensiamo noi affronta temi centrali per la nostra società. Dalla povertà dei giovani alle difficoltà del mercato del lavoro e alla fuga dei cervelli, dalla necessità di un nuovo welfare a un ripensamento radicale del sistema di istruzione e formazione, senza dimenticare i nuovi italiani che faticano a ottenere la cittadinanza e rimangono tagliati fuori da tanti diritti. E lo fa partendo da una presa di posizione ben chiara contro i due grandi fallimenti del nostro sistema Paese, l’attaccamento alle rendite e l’incapacità di fare sistema, e con la convinzione profonda che sia possibile costruire un domani migliore. -
La salute alla prova del mercato. Andare oltre l'orientamento al prodotto
Le politiche di accesso al mercato delle aziende operanti nel mondo della salute - sia produttori di farmaci e device sia erogatori di servizi - sono estremamente complesse e specifiche rispetto agli altri settori, a causa dell'eterogeneità dei ruoli e dei bisogni degli stakeholder ai quali si rivolgono e della pressione dei vincoli normativi. La concorrenza crescente, la razionalizzazione delle risorse e la complessità di accesso al mercato stanno determinando un profondo cambiamento: in particolare, sta emergendo con sempre maggior forza la necessità di passare dall'orientamento al prodotto all'orientamento al mercato, e quindi l'urgenza di un ripensamento della strategia aziendale nel suo complesso. Questa pubblicazione, indirizzata al top management e alle funzioni marketing di aziende life science e di aziende sanitarie pubbliche e private, rappresenta un supporto strategico e operativo per accelerare quei processi di innovazione strategica ormai imprescindibili nel settore. Il volume offre una mappatura dei diversi stakeholder rilevanti nel processo di go to market, e una serie di strumenti e metodologie per venire incontro alle loro esigenze, illustrati anche tramite una serie di casi aziendali concreti. In conclusione vengono proposti nuovi modelli di go to market. -
Human digital enterprise. Creare e co-creare valore in un contesto omni-data
La rivoluzione digitale richiede che tanto le imprese consolidate quanto le startup siano pronte a rispondere alla sfida di creare valore con strategie e strumenti adeguati al nuovo contesto. La prima risposta a cui sono chiamate è un profondo cambiamento organizzativo. Il digitale non è un canale da aggiungere al mondo fisico e nemmeno una catena del valore che si affianca all'attuale sdoppiando funzioni, divisioni e processi: le tecnologie digitali attivano una vera e propria nuova organizzazione che si riflette nell'esigenza di rinnovare competenze e processi per una sintesi immediata tra reale e virtuale. La seconda risposta è un cambiamento strategico. L'impresa digitale non ha più al centro i prodotti e i servizi venduti, ma i clienti serviti: la funzione marketing diventerà sempre più quantitativa e algoritmica ma accanto ad essa tutti, a partire dal CEO, dovranno prendere dimestichezza con le logiche della user experience, del customer journey e del marketing funnel. La terza risposta comporta un ridisegno della filiera di produzione del valore, a partire da una nuova concezione dinamica di frame quali l'open innovation, l'e-commerce e il CRM. La quarta e ultima risposta risiede in un cambiamento culturale: alla luce di parole-chiave come sostenibilità e purpose aziendale, l'efficienza della macchina dovrà coniugarsi con l'umanesimo della creatività. Su questo punto esistono ancora poche certezze scientifiche. Una cosa però è certa: la complessità delle sfide di domani potrà essere affrontata solo da un nuovo manager-imprenditore in una nuova human digital enterprise. -
Partnership pubblico privato. Policy, contratti e metodologie
I contratti di partnership tra pubblico e privato da un lato contribuiscono alla realizzazione di molti investimenti senza impattare sul debito pubblico e mobilitando la ricchezza privata, dall'altro garantiscono all'investimento tempi e costi certi, assicurando qualità e innovazione nelle modalità di gestione del servizio. Con questa premessa, il libro offre alle amministrazioni pubbliche, agli operatori economici e agli investitori una visione strategica e tecnico-operativa del PPP, finalizzata a far crescere la consapevolezza dei numerosi benefici correlati a questo strumento, a livello sia macroeconomico sia microeconomico. Benefici che ne suggeriscono l'adozione quale modello ordinario nelle scelte pubbliche. Scritto a quattro mani con l'obiettivo di illustrare i due aspetti salienti dei contratti di PPP, ossia la dimensione giuridica e quella economico-finanziaria, il testo evidenzia quanto l'integrazione di queste due componenti sia fondamentale per assicurare una strutturazione ottimale di questa tipologia di contratti e beneficiare così appieno delle sue potenzialità. Prefazione di Giovanni Gorno Tempini. -
Misurare e gestire le performance. Strumenti e modelli per monitorare i risultati
I sistemi di misurazione e gestione delle performance ricoprono sempre più un ruolo chiave in tutte le aziende, supportando e indirizzando decisioni e azioni manageriali nel perseguimento degli obiettivi strategici. Per rendere più efficaci ed efficienti i processi decisionali, è però indispensabile che tutte le unità organizzative conoscano e condividano le metriche utilizzate. Il libro nasce dalla convinzione che, sebbene disegnati e gestiti da specialisti della funzione AFC (Amministrazione, Finanza e Controllo), i sistemi di misurazione e gestione delle performance trovano efficacia di impiego solo se le loro logiche di funzionamento sono chiare a tutti gli utilizzatori finali. Oltre a descrivere gli strumenti e i modelli di analisi per programmare e monitorare i risultati attesi e conseguiti, il volume propone soluzioni pratiche per misurare e classificare i costi e la redditività, soffermandosi sulla spiegazione di come usare tali indicatori nei diversi processi manageriali: definizione degli obiettivi, allocazione delle risorse, responsabilizzazione delle risorse, valutazione e governo delle performance. -
Il credito e la crescita. Banche e finanza per le imprese
Un approccio oggettivo al rapporto fra banche e imprese richiede oggi di invertire la narrativa che riguarda le prime e ridare una giusta prospettiva a ciò che esse possono fare per la ripresa di un'economia stagnante. I bilanci degli istituti di credito documentano lo sforzo di ricapitalizzazione fatto da tutto il comparto: senza esagerazione, il capitale delle banche è il capitale del paese. Un argine di tenuta, un motore essenziale per alimentare le prospettive di crescita, un elemento che permette di competere su scala internazionale. Il livello attuale di capitalizzazione pone il sistema bancario italiano in una situazione di solvibilità superiore sia alla fase pre-crisi sia a quanto richiesto dalle Autorità di Vigilanza. È dunque il momento di passare oltre, e utilizzare queste risorse per investimenti a favore di privati e imprese. Grazie alla tecnologia e alla disponibilità di un'ampia mole di dati, è possibile superare segmentazioni e classificazioni artificiali che hanno segnato la storia delle strategie bancarie, per muovere verso un'offerta puntuale e calibrata sul reale profilo di ogni singolo cliente. Per il mercato delle imprese il disegno di prodotti su misura comporta una scelta più complessa, che vede affiancarsi al credito nuovi servizi che abbracciano tutta la gamma delle operazioni di finanza. Il ruolo della banca diventa così determinante nel guidare gli interlocutori (soprattutto i piccoli) a scelte non facili di apertura del capitale e di ricorso ai mercati per la raccolta delle risorse di cui hanno bisogno per crescere. -
Smart grocery retail. L'impatto delle nuove tecnologie
Le nuove tecnologie digitali stanno rivoluzionando il settore del commercio al dettaglio, con un impatto sulle relazioni tra clienti e fornitori che coinvolge l'intera filiera. L'analisi proposta, centrata sulle dinamiche in atto nel comparto dei beni di largo consumo confezionati e a frequente riacquisto, delinea un quadro molto puntuale delle innovazioni digitali nei diversi ambiti della produzione, della distribuzione e della customer experience. La gestione di big data condivisa tra produttore e distributore, la diffusione di app dedicate all'interazione tra cliente e luogo d'acquisto, sia esso fisico o digitale, fi no alla recente introduzione di esempi di design thinking sul punto vendita rappresentano un panorama fortemente innovativo, anche se ancora perfettibile. Denominatore comune di un'interazione tecnologica virtuosa tra produttore, distributore, luogo d'acquisto e cliente è infatti la percezione di un valore aggiunto da parte di ogni soggetto coinvolto; si tratti di un incremento delle vendite, di risparmio di tempo da parte di chi compra, di una gestione più efficace di scorte e prodotti o di un'esperienza di acquisto più piacevole e vantaggiosa. Il risultato finale deve essere smart per tutti. Attraverso gli esempi di casi aziendali, nazionali e internazionali, protagonisti attivi della rivoluzione nella filiera grocery, il lettore può identificare le tendenze più significative dell'evoluzione del settore. -
Gestire le vendite. L'eccellenza nel sales management
A fronte dell'importanza crescente che le vendite rivestono oggi in ogni settore, anche in ambito commerciale innovazione e metodo si rivelano fattori critici di successo, soprattutto quando si tratti di aumentare la capacità delle organizzazioni di vendita nel gestire la complessità dei mercati e delle aziende. In questo scenario, i manager che vogliano eccellere devono rafforzare le proprie competenze e investire sulla propria professionalità. Alle vendite è infatti chiesto di essere sempre meno arte e sempre più scienza: al talento naturale e alla destrutturazione tipicamente associati al successo nei ruoli commerciali, si affianca progressivamente l'esigenza di solide fondamenta metodologiche che permettano di sviluppare una visione strategica e di tradurla in una programmazione più efficace e in un più attento controllo delle attività. Sulla base di una ventennale esperienza come ricercatori, formatori e consulenti d'impresa sui temi di gestione delle vendite, gli autori propongono un modello di sales management che consente di strutturare in modo logico e sintetico i più rilevanti concetti e strumenti necessari per organizzare e gestire professionalmente i processi di vendita e le risorse che li animano. Sostenuto da un forte rigore metodologico, robusto nelle argomentazioni e attento a fornire indicazioni manageriali concrete, il libro propone numerosi esempi e casi aziendali di successo. -
Diverso da chi. L'inclusione come strumento di marketing
Nelle aziende si va sempre più affermando la figura del diversity manager; la pubblicità dei cosmetici mostra donne e uomini di etnie differenti; sulle passerelle sfilano modelli e modelle di diverse età e taglie. Persino la Barbie è cambiata e, accanto alla classica bambola bionda e snella, troviamo le versioni con la vitiligine o con l'alopecia. L'inclusione è, oggi, uno dei temi chiave del mondo aziendale. E lo è a più livelli: dal reclutamento alla gestione del personale, dallo sviluppo dei prodotti alla definizione delle strategie di comunicazione fino al modo di relazionarsi con i clienti. Nell'«era dell'inclusione», brand e personaggi pubblici di tutto il mondo impegnano risorse (denaro, tempo, energie) per promuovere e sponsorizzare politiche legate alla diversità. Tuttavia, se si guarda un po' più a fondo, emerge una realtà ben diversa. Attraverso numeri, storie e casi di cronaca il libro mostra come l'inclusione sia soprattutto uno strumento di marketing e comunicazione - un modo per attrarre i consumatori, far parlare di sé e vendere di più - e che dietro a proclami e dichiarazioni di intenti si celi ben poco di concreto ma solo il tentativo di differenziarsi dai concorrenti. -
100 donne contro gli stereotipi per la politica internazionale
A spiegare e interpretare il mondo c'è quasi sempre un punto di vista maschile. Eppure le donne esperte sono tante. E possono svecchiare una visione e un linguaggio che, ignorandole, trascura i segni del tempo e disconosce l'apporto delle donne in tutti gli ambiti, dalla scienza alla tecnologia dall'economia alle scienze sociali. Valorizzare il loro lavoro vuol dire avere uno sguardo lungimirante sul futuro, in cui una partecipazione femminile in linea con quella maschile significa più ricchezza per tutti. Questo l'obiettivo del progetto #100esperte, una piattaforma online che raccoglie nomi e CV di esperte da usare come strumento di ricerca di fonti femminili competenti per giornaliste e giornalisti, ma anche come risorsa di voci prestigiose e autorevoli che possono contribuire al dibattito pubblico, dentro e fuori i media. Le prime due fasi del progetto dedicate alle materie scientifiche tecnologiche STEM (2017) e all'economia e finanza (2018) hanno contribuito alla valorizzazione delle competenze femminili nel mondo dell'informazione e non solo. Le oltre 300 esperte oggi online, distribuite su tutto il territorio nazionale, sono state coinvolte in interviste, dibattiti e incontri pubblici. Nel 2019 il focus è stato dedicato alla politica internazionale, altro settore strategico per lo sviluppo del Paese. Nel 2019 è stata inaugurata anche la mostra fotografica ""Una vita da scienziata. I volti del progetto #100esperte"""". Dopo i primi due libri che raccontavano alcune delle maggiori esperte italiane nei settori citati, la collana editoriale, nata in parallelo alla creazione del database, prosegue ora con un terzo volume che racconta - dalla diretta voce delle protagoniste - le storie di vita professionale e privata delle esperte di politica internazionale italiane che lavorano nel nostro Paese e all'estero."" -
L' impresa a 360 gradi. Dai compromessi con gli stakeholder alla trasformazione organizzativa
Le imprese oggi sono chiamate a rispondere alle richieste, crescenti e pressanti, di stakeholder diversi: i consumatori vogliono prodotti socialmente responsabili, i dipendenti chiedono lavori che diano loro un senso, gli investitori vagliano i criteri ambientali, sociali e di governance, i «clicktivisti» scatenano tempeste social non appena un'azienda compia un passo falso. I CEO hanno imparato che le loro imprese devono essere attori sociali oltre che commerciali, ma le pressioni dei vari stakeholder esigono spesso di trovare un compromesso con l'imperativo di generare risultati finanziari per gli azionisti. Come fanno allora le aziende a rispondere a tutte queste domande senza cadere in politiche ambientali o di pari opportunità semplicemente di facciata? Il libro si rivolge a tutti coloro che, avendo la responsabilità di guidare un'impresa, hanno toccato con mano i limiti del modello basato sul valore condiviso, illusoriamente capace di generare vantaggi per tutti, e offre loro una roadmap per esplorare i modi in cui le aziende possono affrontare i conflitti reali, innovando a partire da questi ultimi e talvolta persino prosperando in mezzo a essi. Dimostrando come la mentalità del valore condiviso possa di fatto ostacolare il progresso, ne ""L'impresa a 360°"""" Sarah Kaplan ci spiega come trasformare i trade-off da conflitti intricati e problematici in occasioni di resilienza e trasformazione organizzativa.""