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Nutrire la belva
Nella biografia dello scalatore Mo Anthoine di Al Alvarez ricorrono parole che raramente si incontrano nella letteratura di montagna: piacere, amici, pub, sigarette. All’epica connaturata a queste narrazioni qui si affianca e a tratti si sostituisce un registro edonistico, affabile, ironico e antieroico, che raggiunge il culmine nell’avventura all’Old Man of Hoy, quando Mo conduce una cordata cui partecipa lo stesso Al, già avanti con gli anni e per giunta fuori forma. Non che l’alpinismo sia preso sottogamba, o che manchino le avventure da manuale, o quelle in cui si tocca l’estremo, come la traversata dell’Ogre insieme a Doug Scott e Chris Bonington, in cui la tragedia è sventata per un soffio. Ma l’arrampicare di Mo è guidato da un principio diverso: quello della sicurezza, prima di tutto (in virtù del quale diventa un designer di ineguagliabile attrezzatura da montagna) e quello del divertimento. «In gergo alpinistico, un’epopea è una catastrofe sfiorata che un lieto fine rende un’ottima storia da raccontare»: ecco, nel suo caso nessuna montagna è così importante da meritare il rischio supremo. Perciò quella di Mo è stata una figura affascinante, eterodossa nel mondo muscolare dei rocciatori, e proprio questo rende il suo alpinismo un’indimenticabile lezione di vita.rnCome indimenticabile è il racconto che ne fa l’amico Al, scalatore dilettante ma abbastanza avvezzo al mondo della nmontagna da conoscerne le insidie, i pericoli, le grandezze come pure i compromessi e le piccole viltà. Il suo ritratto di Mo è da leggere tutto d’un fiato, sia dagli appassionati di montagna sia da coloro che amano le grandi storie e i grandi uomini. -
La furia
«Intanto io sogno che quello costa quasi niente.» Potrebbe essere il riassunto di una vita e in un certo senso lo è: una delle vite che schizzano fuori da queste pagine, racconti di donne i cui destini, diversissimi tra loro, si somigliano però nelle mille sfumature affilate del coraggio, della rabbia, della nostalgia, dell’amore. Dentro a interni metropolitani invasi da bucce di cipolla e mariti violenti, borsette in finta pelle e madri disapprovanti, si muovono le protagoniste e come si muovono sbagliano, ma non per questo si adattano a star ferme. Escono di casa, portano nelle strade le loro speranze e i loro errori, affrontano lo sguardo frastagliato di compaesani curiosi, rincorrono padri erranti con i segni del rossetto sul collo della camicia, accompagnano figlie riottose in educazioni sentimentali del tutto approssimative, tra consigli per gli acquisti, ambizioni televisive, pregiudizi etnici. In queste pagine c’è tutto il nostro mondo, non certo solo quello femminile: una grande jam session in cui squillano, si interrompono, si riprendono e si amplificano le deviazioni melodiche delle vite contemporanee. Storie che fanno ridere, storie urticanti, storie vere che sembrano viste da una finestra e sono travolgenti come solo l’immaginazione. -
Il Titanic delle pensioni. Perché lo stato sociale sta affondando
Correva il 1992 quando il governo di Giuliano Amato prese atto che il sistema pensionistico rischiava di fare crac. Da allora, invece, ogni governo ha fatto di tutto per mettere a rischio la sostenibilità della previdenza, mentre l’aumento dei posti di lavoro, l’unico vero antidoto, è rimasto pura propaganda elettorale. Il risultato è che già ora i contributi di chi lavora non riescono a coprire l’intera spesa. Il numero delle pensioni pagate è ormai pari al numero dei lavoratori attivi. E il buco si allarga sempre di più anche a causa di dinamiche demografiche preoccupanti: in tre anni l’Italia ha perso un milione di abitanti, mentre il numero dei morti ha ormai doppiato quello dei nuovi nati. Per non dire della sopravvivenza di assurdi privilegi per alcune categorie protette. A cominciare dai parlamentari e dai consiglieri regionali, ai quali continuiamo a regalare la doppia pensione con i contributi figurativi pagati dalla collettività. E poi i benefici incomprensibili per i militari, i dipendenti della Regione siciliana, i piloti e gli assistenti di volo, le decontribuzioni a pioggia per accontentare tutti. Fino all’esercito dei finti disoccupati agricoli e dei falsi invalidi civili. Stime ottimistiche dicono che nel 2046 la voragine delle pensioni arriverà a 200 miliardi. Una somma superiore all’intero gettito Irpef. Lo scenario è terribile: se non si interviene in modo serio, fra vent’anni i soldi per pagare le pensioni non ci saranno più. La via d’uscita è una sola e obbligata. Rivoluzionare l’intero sistema. E in fretta. -
Radicalità. Il cambiamento che serve all'Italia
Un mondo dagli equilibri pericolosamente instabili, un’Italia sempre sull’orlo della recessione con una classe dirigente in disarmo, una società impoverita e divisa, una crisi climatica conclamata: questo libro si apre con una spietata fotografia del presente. Eppure, si chiude con un’ampia e luminosa visione del futuro. Cosa c’è in mezzo, cosa si inserisce nello spazio del possibile, tra disastro e rinascita? La politica e, in particolare, la sinistra. Risollevarci dall’attuale stagnazione, infatti, è possibile, ma servono soluzioni radicali per una lotta senza quartiere alle disuguaglianze – a partire dalle politiche fiscali – e per il contrasto al cambiamento climatico e al consumo di risorse, in modo da fermare la devastazione non di un Paese, ma del pianeta intero. In pagine battagliere e appassionate, Carlo De Benedetti attinge alla sua lunga esperienza di imprenditore e a dati, informazioni, analisi di respiro internazionale per proporre, a questa Italia e alla sua politica, una prospettiva diversa, capace di dare speranza alle giovani generazioni, nuova linfa alla partecipazione democratica, una direzione chiara a un popolo sconfortato e stanco. Riforme al risparmio e manovre minime sono una perdita di tempo che non possiamo più permetterci, scrive De Benedetti: oggi è il tempo di un nuovo e moderno socialismo, è il tempo del coraggio. -
E a noi? Ascesa, caduta e ribellione dei borghesi
In un’Italia segnata da un cambiamento politico a volte vorticoso, qualcosa rimane uguale: ci rimettono sempre gli stessi. Sono le donne e gli uomini che lavorano e fanno impresa, che pagano le tasse (e poi non ricevono i servizi), pagano le multe (e poi vedono arrivare i condoni), pagano le bollette (ogni mese più salate) e alla fine del mese vedono rosso: nel conto in banca e per la rabbia. Intanto, si diffonde un clima di paura e di incertezza che non solo non può favorire lo sviluppo di nuove iniziative e nuove aziende, ma mina la democrazia. Se infatti le persone non sono economicamente indipendenti, se sono costrette a dipendere dallo Stato, dalle sue provvidenze, dalle sue decisioni anche quando arbitrarie, l’ordine liberale non esiste più. Così si fondono in un unico magma soffocante crisi politica e crisi economica e dal Covid alla guerra, dai costi energetici all’aumento dei tassi, ondata dopo ondata, nella totale incapacità d’azione dei governi tanto di destra quanto di sinistra, le imprese falliscono, le aziende chiudono e la classe media rischia di diventare il nuovo proletariato.rnrnCon ricchezza di analisi e forza argomentativa, Giuliano Guida Bardi firma un vero e proprio reportage dal fronte della guerra alla borghesia, invocando un cambiamento non più rinviabile. Non sono, però, solo tinte fosche: brillano infatti in questo accurato quadro di storia e cronaca la resilienza, la creatività, la generosità con cui una spina dorsale di professionisti e imprenditori, con poche certezze e ancor meno tutele, continua a tenere in piedi il corpo del Paese. Nonostante tutto. -
Di vento e di terra. Raul Gardini, una vita di sfide
Questa è la storia di un uomo che aveva nel sangue quella sfumatura calda dell’ambizione chiamata desiderio. Quando si nasce con un simile slancio, galleggiare nello stagno della quotidianità è impossibile a priori: e nell’esistenza di Raul Gardini non c’è stato nulla di ordinario. Spregiudicato, visionario, è partito dalle aziende soprattutto agroalimentari di Ravenna di proprietà del suocero per creare in dieci anni un impero industriale e finanziario di dimensioni mondiali, il gruppo Ferruzzi-Montedison. Ma l’abbraccio con la politica corrotta, che gli ha consentito di sedersi al tavolo del grande gioco delle partecipate statali, gli è stato fatale e gli è costato anche ciò che amava di più: la vela. Dalla Fastnet Race alla Coppa America e attraverso i grandi appuntamenti mondiali di questo sport, accanto a lui emerge infatti in queste pagine la figura di un comprimario finora poco conosciuto: Angelo Vianello, un marinaio veneziano che fu il suo confidente, serbandone i segreti personali e di famiglia e consigliandolo sulle strategie per perseguire la sua passione di velista. Il terzo protagonista di questo romanzo, così, è il mare, che fu l’habitat naturale di Gardini come si conviene a un condottiero con un animo di pirata; per questo la narrazione delle sue vicissitudini economiche e politiche procede in parallelo a quello delle sue grandi regate, senza che si possa dire quale delle due storie sia più avvincente, quale più tormentosa, quale più vera. Sulla parabola fatale di Gardini molto si è scritto: verità, menzogne, supposizioni. Questo romanzo fa parlare documenti inediti e un prezioso coro di testimoni per ricreare, con una penna intinta nella suspense, non una cronaca, ma una grande avventura. Un romanzo che ci trascina attraverso tempi tumultuosi nella storia di un uomo, di una famiglia e del Paese. -
Napoli stanca. 17 scrittori raccontano la città nascosta
Quasi come Boccaccio: in principio è un giardino. Un ombroso, seicentesco hortus conclusus in cui un gruppo di scrittori si incontra per ragionare su un tema antico e ogni giorno nuovo: Napoli. Città dai molti luoghi comuni, dai molti progetti interrotti, transitata dall’immagine oleografica delle cartoline all’estetica ormai manierista delle narrazioni criminali. Napoli agogna una normalità che le sfugge ma sembra destinata a una scomoda eccezionalità: di volta in volta è issata sugli altari della sua bellezza struggente e trascinata nella polvere dei titoli strillati sulle sue molte emergenze. Una sirena bellissima, la cui coda non riesce a trasformarsi in gambe solide su cui camminare verso il futuro. In queste pagine, 17 scrittori e una curatrice provano a immaginare queste gambe e questo futuro. Non negano quanto Napoli sia capace di affaticare chi ci vive, chi deve raccontarla, chi vorrebbe lavorarci e persino chi cerca di fuggirne, ma si cimentano nel superare questa stanchezza con lo slancio di narrazioni vive. Percorrono traiettorie oblique e originali, sperimentano forme diverse, dal racconto all’analisi al reportage narrativo. Affidano la loro interpretazione della città a storie gialle e storie di strada, amori mancati e ambizioni inseguite, palazzi e botteghe, radiografando luoghi oscuri e meno conosciuti, arricchendo il caleidoscopio dei punti di vista, costruendo una lettura avvincente, politica e coraggiosa di una delle città più enigmatiche e rappresentate d’Italia. E mostrano come e perché «Napoli sfavilla, a dispetto delle sue difficoltà». -
Lezione di nuoto
Una sola estate: luminosa, scandalosa, indimenticabile.rnÈ la stagione del 1920 chernColette trascorre a Saint-Malo, in Bretagna,rnassieme a un gruppo di amici intellettuali,rnpigramente intenti a pranzi, cene, escursioni,rngiochi di carte. Le conversazioni arguterne colte vertono spesso su argomentirnpiccanti, com’è inevitabile dato che l’animarndella compagnia è lei, la più libera, spregiudicata,rntrasgressiva delle scrittrici. Madre,rnmatrigna, amante, mentre cerca di ricondurrernalla disciplina la figlia ribelle, Bel-Gazou,rnColette guida nel nuoto e nell’amore il figliastrornsedicenne, Bertrand, travolgendolornin un sentimento insieme torbido e adolescenziale.rnMa è nelle lunghe nuotate solitariernche ritrova davvero se stessa: la ragazzarnche si immergeva nel mare assiemernal padre, la donna che fende le onde e lernconvenzioni. L’acqua che scorre sulla pellernè liquida e provvisoria come ogni cosa,rncome l’amore: «Di cosa si può essere piùrnsicuri che di ciò che si tiene tra le braccia?rnAbbiamo così poche occasioni di possederernqualcosa». -
Un sogno al Maradona
Nel giorno della festa del terzo scudetto del Napoli, un giovane tifoso ricorda suo padre che gli ha trasferito la passione per i colori azzurri. Per le strade della città che esplode di gioia, scopre su un vecchio giornale la notizia di una storica partita di beneficenza e di un misterioso attaccante che avrebbe fatto un tunnel a Maradona. Chi era? È davvero esistito o è una leggenda? -
Zombi Ferox
"Storia malsana di morti viventi tra donne morenti"""", il primo (ma non ultimo) romanzo horror di Piero Galli. Una vicenda nata e morta tra squallidi locali e vecchi cimiteri." -
È il cuore che parla
"Ciò che scrivo mi si presenta davanti sotto forma di sensazione, arriva l'immagine, ed ecco che il cuore, sgorgando d'amore comincia a parlare."""" (L'autrice)" -
After-dinner. Amari e liquori, distillati da tutto il mondo. I drink del dopo cena
Questo testo si rivolge principalmente: ai giovani che vogliono scegliere una professione che li realizzi e dia loro un futuro. Ha quindi carattere informativo per l’avviamento alla scelta di un mestiere qualificato. Leggendo il testo, i giovani potranno decidere se la professione di barman potrà essere posta fra le loro aspirazioni di vita e se questo mestiere possa suscitare un interesse sufficiente verso un lavoro personale e da personalizzare, creativo, a contatto con il pubblico, artigiano, ma che ha in sé anche un comportamento da “artista”; ai docenti tecnico-pratici, affinché possano utilizzare uno strumento informativo e aggiornato come supporto alla loro professione. Il docente, nel lungo e organico svolgersi delle sue lezioni, troverà alimento alla sua cultura e alla sua esperienza in questo strumento, elaborato da un barman professionista che, dopo anni di verifiche e di impegno didattico nelle diverse posizioni, ha pensato con serietà di raccogliere le indicazioni più avanzate servendosi della sua pratica per poterle tramandare; a quelle persone che desiderano interessarsi al cibo e alle bevande che giornalmente consumano e farsene una piacevole cultura. -
Zombi Ferox. Vol. 2
Riprendono dopo anni di stallo gli esperimenti di ""zombizzazione umana controllata"""" che non avevano portato a niente. Il protagonista è il solito professore ex analista chimico di Acquanera, con l'obiettivo di vincere il Nobel per la Scienza, riconoscimento che si sente cucito sulla pelle. In una avventura ai confini della Terra, ancora il nostro eroe Antonio Grigi, ancora il dottor Luccio Mangusta, ancora zombi erotomani e ancora donne morenti fra morti viventi..."" -
La mia terra
"È successo anche a me, come ad altri milioni di giovani. Pensate sia possibile che il profumo di una terra ci possa accompagnare per tutta la vita, sempre vicino a noi, per non lasciarci mai? A me è successo. È vero tutto quello che racconterò. Il Signore mi è testimone."""" Rosario Blanco è l'elemento di congiunzione fra i dolori, le paure, gli orrori della guerra e il profumo, il sole, la gente della sua terra. La Sicilia. Nel suo racconto troveremo così tutto quanto abbia caratterizzato la guerra e la sua terra: la vita in trincea, la morte, il dolore, il sole, il fico d'india, il mare, i personaggi e il cuore della sua gente. Luoghi comuni, penserete. Ma la guerra e la Sicilia sono anche quello. Sebbene la lettura di un racconto regali sempre momenti di meditazione, il monologo """"La mia terra"""" è stato pensato come rappresentazione teatrale, dove il calore di un palco meglio potrebbe narrare la vita di Rosario Blanco e della sua terra." -
La strada verso il tramonto
Il romanzo d'esordio di Massimo Severi ha nel viaggio il cuore del racconto. Narra la storia di Jack Nosetti, un giovane fotografo italo-americano. Quando torna negli Stati Uniti in fuga dai fantasmi del passato, non può immaginare che il destino lo metterà di fronte a scelte e situazioni difficili. Un viaggio on the road da New York, che sarà capace di regalargli angoli poco conosciuti, a New Orleans, per proseguire fino a Las Vegas. In un susseguirsi di incontri e confronti con personaggi di ogni tipo, fino all'imprevisto sviluppo del viaggio e all'incontro con la persona che forse potrà dare un nuova partenza alla sua vita. -
La direzione di un battito
“Ancora una volta mi ritrovo a far scorrere la mia penna su una pagina bianca, un foglio così povero ma con un’importanza enorme. È strano scrivere la parola fine per noi. Per anni ti ho chiuso nel mio mondo, fingendo che nessuno potesse separarci ed invece tu eri già lontano. Il tempo per noi non è stato un amico, ci ha divisi inesorabilmente e ci ha cambiati. Ero qui, immobile, ad aspettare di riprendere vita, mentre il mondo andava avanti. Rivederti è stata la tempesta che hai sempre portato in me, ma stavolta rischi di devastarmi per sempre. È per questo che ti lascio andare, perché ti amo, ma ritrovarci con tutta questa rabbia mi farebbe dimenticare quei giorni che ancora mi riscaldano quando sono al buio. È l’ultima volta che ti scriverò. Queste lettere mi hanno salvata una volta, ora spero possano aiutare anche te. Prendile sono sempre state tue. Per sempre, un’amica.” Chiudo la busta. Sigillo il mio cuore. La stringo ancora una volta, non sono pronta a lasciarlo andare via, ma devo. Lo devo a noi. Addio amore mio. -
Le sei lettere
"Le sei lettere"""", è un thriller-storico-spionistico, ma non solo, perché l'amore vi compare in varie sfaccettature. La struttura narrativa della vicenda, che rende originale il romanzo rispetto al tradizionale filone del """"giallo storico"""", consiste nella vasta scelta iconografica che correda la narrazione. La storia, infatti, si sviluppa tramite lo sguardo diretto del lettore sul vasto materiale documentale, oggetto dell'investigazione, incuriosendolo e rendendolo parte attiva del caso da risolvere. """"Diversi anni fa un alunno, ma non ricordo chi fosse, mi portò in regalo, conoscendo la mia passione per gli oggetti antichi, sei lettere del 1940, che - mi disse - aveva ritrovato fra le macerie di una casa franata del suo paese. Sono sei missive che un anatomopatologo, un medico che esegue le autopsie a Roma, scrive alla sua fidanzata"""". """"Sei lettere scritte tra l'ottobre e il novembre del 1940 su carta sottile, tipo velina, e sfruttando ogni minimo spazio, perché all'epoca il costo della spedizione era alto e andava a peso. Per leggerle, talmente sono fitte le parole, ho dovuto utilizzare una lente d'ingrandimento"""". La storia che li coinvolge si intreccia con vicende alquanto scabrose, morti strane di alti prelati, trame spionistiche e strategie politiche, tutte realmente accadute." -
Pizza, pasta e cazettino. Diario di una napoletana emigrante
Ivana è una donna come tante che ogni giorno prende il treno regionale per andare al lavoro. Per quel lavoro ha lasciato il suo amato paese. La sua vita è cambiata radicalmente, è diventata indipendente, ma a caro prezzo. Ivana però è forte, è cresciuta a Fanta e vino, ha avuto tante esperienze, mille interessi e attraversato decine di fasi, senza concluderne nessuna. Stavolta si impegna sul serio, complice una promessa. Si siede nel treno, e scrive. Racconta di ansie, incontri con gli sconosciuti, viaggi, relazioni amorose fallimentari, traslochi, familiari poco ordinari, vicini di casa maleducati, luoghi comuni, sogni infranti e desideri nascosti. Parla del presente e ogni tanto da una sbirciatina al passato, mentre affronta argomenti scottanti e sempre attuali: l'agitazione da partenza, gli abbinamenti difficili, le diete inutili, i corteggiatori sbagliati, lo shopping superfluo, i venditori ambulanti, i calzini bucati. Riflette, e non sempre trova risposte. Non può fare altro che andare avanti, e guardare al futuro con occhi pieni di speranza. Vai a vedere che il treno magari arriva in orario. -
Impressioni
"'Impressioni' quelle del nostro personale universo, quelle che possono decidere la nostra vita, quelle che possono tracciare il nostro cammino, quelle che interpretano il mondo restituendo- cene una visione tutta personale. Noi siamo gli artefici e quindi i responsabili della nostra esistenza o forse esistono forze sconosciute, oltre le quali non ci è con- sentito scegliere ed intervenire? Ricercare questi confini è forse l'implicito esercizio che ci viene affidato al momento del concepimento e della conseguente nascita in questa dimensione, che forse è solo un'illusione della nostra mente..."""" (Ivano Bersini)" -
Lettere dalla scuola. Corrispondenza in difesa della scuola pubblica statale promossa dal «Manifesto dei 500»
"Lettere dalla scuola"""" è una pubblicazione di corrispondenza tra insegnanti e genitori promossa dal Manifesto dei 500 che prende avvio negli anni 2000. Questo libro comprende una serie di articoli che sono stati scritti negli ultimi cinque anni e che toccano tematiche particolarmente attuali come quelle dell'apprendimento, delle competenze, della valutazione; riflessioni sull'autonomia scolastica, sulla libertà di insegnamento e sul ruolo degli insegnanti; il moltiplicarsi delle certificazioni nella scuola con i BES e i DSA; la questione dell'insegnamento della storia e della geografia; la laicità della scuola."