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L'avvelenatore
Essere figli significa, in una certa misura, essere in balia di chi ci ha generati; ogni adulto porta dentro di sé questo marchio nascosto. Nelle campagne dove Arno Paternoster è cresciuto, ogni anno i contadini spargono concimi azotati, fosforo, cloruro di ammonio: quando lui era bambino, suo padre gli mostrava le sinistre iridescenze delle pozzanghere per ricordargli che quelle sostanze scorrono anche nell’acqua con cui ci dissetiamo. Ha fatto questo per tutta la vita, il dottor Paternoster, contaminare ogni pensiero di suo figlio, ogni scelta della famiglia come un veleno nascosto; ma era un medico stimato, un punto di riferimento in paese: nessuno avrebbe mai voluto credere che facesse un uso malato della sua autorità. Adesso Arno è un uomo adulto, ha un buon lavoro, una bambina e una moglie in gamba, che fa la poliziotta. Non vede suo padre da anni, eppure lo ha sempre accanto come un’ombra: odiare qualcuno non ci libera della sua presenza. E quando il dottor Paternoster viene ucciso, è naturale che sia Arno il primo sospettato. Arno che era appena tornato di nascosto nella casa di famiglia. Arno che non ha un alibi. Con una scrittura tesa, precisa, martellante questo romanzo ci avvicina al cuore di una relazione familiare dolorosa ai limiti dell’indicibile e al tempo stesso tratteggia l’affresco di una comunità di provincia incapace di liberarsi dei propri fantasmi. A quattro anni dal suo esordio, Emanuele Altissimo scrive un romanzo di sottile tensione psicologica, che con il ritmo di un’indagine criminale fruga nelle nostre case, nei nostri armadi ordinati, tra le parole che non osiamo pronunciare, ci porta nel buio per farci desiderare la luce: perché è proprio quando nessuno crede più in noi che dobbiamo lottare per la nostra libertà. -
L' inverno nucleare
L'inverno nucleare è una raccolta di interviste, articoli e saggi scritti fra il 1982 e il 1985, negli ultimi anni della guerra fredda, quando non rallenta la corsa alle armi atomiche nonostante le richieste e le mobilitazioni del pacifismo mondiale. Viene pubblicata nel 1986, nell'anno del disastro di Cernobyl', che pone questioni inderogabili sull'uso dell'energia nucleare. Nell'ultimo periodo della sua vita, quasi fosse un lascito testamentario, Alberto Moravia si interroga sull'oscura tentazione dell'umanità ad autodistruggersi. Non fa del ""giornalismo sulla bomba atomica"""", ma si serve della parola e di una ragione umanistica per indagare un problema che coinvolge tutti, per contribuire a immaginare un tabù della guerra al pari dell'incesto. Questa nuova edizione a cura di Alessandra Grandelis, arricchita con testi inediti, ripropone l'urgenza di quella speranza necessaria alla quale Moravia dà forma con la scrittura."" -
Gli dèi alle sei. L'Iliade all'ora dell'aperitivo
Nel racconto della guerra di Troia dietro a ogni eroe – alla sua storia, alla sua umanità – c’è sempre un dio che muove le sue azioni: una rilettura dell’Iliade come grande romanzo corale, ma anche un modo per interpretare la nostra attualità attraverso la forza dell’epica. rnCi siamo fatti un’idea degli dei che osservano tutto dall’alto dell’Olimpo: guardano gli eroi combattere nella piana davanti Troia e commentano, parteggiano per gli uni o per gli altri, ogni tanto intervengono muovendo da lì le azioni degli eroi, pedine sulla scacchiera. Ma le cose non stanno proprio così: non c’è una sola azione della guerra di Troia narrata nell’Iliade che non abbia dietro di sé l’intenzione di un dio. Gli dei entrano nei combattimenti degli eroi, li affiancano, sono dentro di loro, si fanno pensare diventando i loro pensieri più nascosti. Giovanni Nucci, che i miti greci li ha studiati per vent’anni, rilegge qui l’Iliade dal punto di vista delle divinità, vere protagoniste del racconto e forze interiori e profonde che ci muovono, e insieme mette in evidenza la forza interpretativa del mito per comprendere la nostra attualità: la pandemia, la guerra, la crisi climatica, l’arroganza delle classi politiche, lo sfruttamento delle risorse, la dissipazione dell’infanzia, la crisi del patriarcato e la condizione femminile, l’identità sessuale, l’incompatibilità tra il vecchio potere e le nuove generazioni.rn Età di lettura: da 6 anni. -
Occhi di lupo, cuore di cane. La vita invisibile di un agente della DIA
Per le strade di Palermo, nell’estate del 1992, rimbomba ancora l’eco dell’esplosione di via D’Amelio, delle sirene che da Capaci corrono invano verso gli ospedali. Sembra che il male abbia trionfato, ma per rispondere a questo attacco durissimo lo Stato sta silenziosamente mettendo in campo un corpo speciale, nato da un progetto dello stesso Giovanni Falcone: la DIA, Direzione investigativa antimafia, che riunisce i migliori uomini di tutte le forze dell’ordine. Sono uomini che per mettersi in caccia di chi ha ucciso Falcone e Borsellino lasciano le famiglie, vivono sotto copertura in alberghi di quart’ordine, hanno a disposizione strumenti rudimentali ma sono animati dal sentimento altissimo di una missione che li unisce come fratelli. In questo romanzo uno di loro trova il coraggio di raccontare le indagini, le ore di ascolto delle voci intercettate, l’adrenalina dei blitz, le ossessioni e le emozioni di quei giorni cruciali: le racconta a suo figlio, che a quel tempo era un bambino pieno di nostalgia per il padre sempre lontano. Allora, a quel bimbo aveva raccontato di essere un animale speciale, dotato degli occhi feroci di un lupo ma del cuore fedele di un cane: oggi gli spiega come diventare invisibile sia stato l’unico modo per proteggere lui e sua madre mentre lavorava per catturare gli assassini di Giovanni Falcone. Con precisione e passione Diana Ligorio dà vita a un romanzo che è al tempo stesso una emozionante avventura investigativa e lo struggente viaggio dentro un rapporto tra un padre e un figlio. E illumina le gesta di uomini destinati a rimanere per noi senza volto ma che sono stati capaci di sacrificare tutto per consegnarci un mondo più giusto. -
La parrucchiera di Pizzuta
Rosa Lentini ha quarant'anni passati da un po', un matrimonio alle spalle, una figlia e una passione: è una filologa, specializzata su Petrarca, ma la sua carriera universitaria è bloccata da concorsi discutibili. L'estate si avvicina, e Rosa prende una decisione: chiede l'aspettativa e con la madre, donna Evelina, raggiunge la casa di famiglia a Pizzuta, il suo paese, vicino a Siracusa. Mentre lo scirocco soffia inebriante e stordente, prende forma una piccola ossessione: far luce sul misterioso omicidio di Nunziatina Bellofiore, avvenuto il 7 novembre 1956. Che cos'è accaduto alla bellissima ventenne che aveva aperto da poco un salone di parrucchiera? A parte un ritaglio ingiallito, negli archivi non c'è quasi nulla. Per l'indagine che condurrà con sua madre, Rosa ha a disposizione la memoria lacunosa dei coetanei di Nunziatina oltre alle armi della filologia: che insegnano proprio a colmare lacune e a seguire la lectio difficilior anche a costo di mettersi nei guai. Sulle quinte barocche di un'estate siciliana, Nino Motta dà vita a personaggi memorabili e ci regala l'emozione di un giallo che è insieme ""l'edizione critica di un delitto"""" e un inno alla resistenza femminile. Come quella di Nunziatina, parrucchiera, finita in un """"imbroglio"""" forse più grande di lei."" -
Uvaspina
È nato con una voglia sotto l’occhio sinistro, come un pallido frutto incastonato nella pelle: Uvaspina si è abituato presto a essere chiamato con quel nome che lo identifica con la sua macchia. A quasi tutto, del resto, è capace di abituarsi: a suo padre, il notaio Pasquale Riccio, che si vergogna di lui; alla Spaiata, sua madre, che dopo aver incastrato Pasquale Riccio con le sue arti di malafemmina e chiagnazzara non si dà pace di aver perduto il proprio fascino e finge di morire ogni volta che lui esce di casa. Ma soprattutto Uvaspina è abituato a sua sorella Minuccia, abitata fin da bambina da un’energia che tiene in scacco il fratello con le sue esplosioni imprevedibili, le ripicche, la ferocia di chi sa colpire nel punto di massima fragilità, come quando gli dice: “Avevano ragione i compagni tuoi, sei veramente un femminiello.” Eppure, solo Uvaspina conosce l’innesco che rende la sorella uno strummolo, una trottola capace di ferire con la sua punta di metallo vorticante. E solo Minuccia intuisce i sogni di Uvaspina, quando lo strummolo la tiene sveglia e può scrutare i suoi finissimi lineamenti nel sonno. Intorno a loro, Napoli: la città dalle viscere ribollenti, dai quartieri protesi verso il cielo, dai tentacoli immersi in quel mare che la fronteggia e la penetra. È proprio sul confine tra la città e il mare, tra la storia e il mito, che Uvaspina incontra Antonio, il pescatore dagli occhi di colori diversi, che legge libri e non ha paura del sangue, che sa navigare fino a Procida e rimettere al mondo un criaturo che dubita di se stesso. La purezza del loro incontro, però, non potrà nascondersi a lungo nelle grotte di Palazzo Donn’Anna: la città li attira a sé, lo strummolo gira e il suo laccio unirà per sempre i loro destini. Una passione assediata dallo scherno e dallo scuorno. L’ambiguità dell’amore fraterno, la necessità dell’ombra perché ci sia luce. Infine una scrittura, quella della giovane Monica Acito, che sa inserirsi con originalità in una grande tradizione letteraria e, mescolando la forza tellurica del vernacolo alla freschezza di un racconto sulla giovinezza, invoca la fame di felicità che abita ciascuno di noi. -
L'arte dello Hobbit di J. R. R. Tolkien. Ediz. a colori
Quando J.R.R. Tolkien scrisse Lo Hobbit, era già un abile disegnatore dilettante e creò le illustrazioni per il libro mentre questo era ancora un manoscritto. La prima edizione dello Hobbit riportava dieci immagini in bianco e nero, due mappe, dorso e sovraccoperta disegnati dal suo autore. Poi Tolkien dipinse anche cinque scene per le tavole a colori che sono fra i suoi lavori migliori. Le sue illustrazioni per Lo Hobbit aggiungono un'ulteriore dimensione a questo libro straordinario e hanno a lungo influenzato il modo in cui i lettori hanno immaginato Bilbo Baggins e il suo mondo. L'arte dello Hobbit di J.R.R. Tolkien raccoglie l'intero patrimonio di immagini creato dall'autore per la sua storia. Oltre alle illustrazioni, sono qui presentati più di cento bozzetti, disegni, dipinti, mappe e piantine, lavori definitivi ma anche versioni preliminari e alternative. Alcune di queste immagini sono inedite, altre vengono pubblicate a colori per la prima volta. Recenti scansioni digitali provenienti dalle Bodleian Libraries di Oxford e dalla Marquette University del Wisconsin permettono di osservare le immagini dello Hobbit con una qualità mai vista prima. L'arte dello Hobbit di J.R.R. Tolkien è stato scritto e curato da Wayne G. Hammond e Christina Scull, due tra i maggiori studiosi di Tolkien, autori di diversi volumi sul suo lavoro di scrittore e artista. -
Opium
Inghilterra, 1838. Charles Stowe, figlio di un ricco mercante, parte per l'Estremo Oriente alla ricerca del tè più delicato. Nelle Indie scopre l'esistenza del misterioso tè bianco, prezioso e quasi introvabile, prerogativa dell'imperatore cinese e il cui commercio è nelle mani del terribile Lu Chen. Ossessionato dalla bevanda, ma soprattutto dalla bellissima Loan, moglie di Lu Chen, Charles accetta un patto pericoloso: in cambio di un carico di oppio, potrà trascorrere sette giorni in compagnia di Loan, ma se alla fine non avrà la forza di partire abbandonandola, dovrà pagare con la sua vita. In questo viaggio attraverso le vie dell'Asia - da Ceylon a Singapore fino a Hong Kong, risalendo verso Shangai e giungendo infine nel cuore del Celeste Impero - Fermine crea una storia poetica immersa nel segreto dell'antico Oriente e percorre i misteriosi itinerari di guerra e di passione. -
Donne impilate
All’inizio è amore, quello che scoppia a una festa tra una avvocatessa di São Paolo e Amir, un uomo intelligente e affascinante, capace di accendere le conversazioni e di inebriare le notti. Poi uno schiaffo, per gelosia, e la giovane donna sa che deve allontanarsi: troppe volte ha seguito casi di maltratamenti per non sapere che quel gesto è solo il primo atto di una tragedia annunciata. Quindi decide di lasciare la città e andare nel remoto villaggio di Cruzeiro do Sol per seguire un caso di omicidio: la vittima è Txupira, una ragazzina, e i presunti carnefici sono tre ragazzi benestanti. La causa è difficile e l’avvocatessa la affronta con Carla, una collega dalla lunga esperienza, e Rita, una giornalista che all’improvviso viene trovata morta. Ne scaturisce un’indagine serrata, una disperata ricerca di giustizia in una terra sospesa tra realtà e sogno. -
Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire
Melissa vive a Catania, sta per compiere sedici anni e confida al diario i desideri e i tormenti ma soprattutto il disagio di una ragazza che sta per diventare donna. Una sera conosce Daniele, un ragazzo di diciotto anni, e con lui scopre il sesso ma rimane anche invischiata in un rapporto del tutto privo di calore emotivo e slancio passionale. Incontro dopo incontro si abitua alla freddezza di quel compagno rude e inizia a cercare in altri uomini una brutalità molto distante dai sogni di tenerezza della gioventù: regala il corpo a quanti lo desiderano, in attesa di colmare una mancanza più profonda. Senza tabù, con un occhio anticipatore sulle questioni di genere e sugli aspetti più intimi della sessualità, Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire è un libro sulla fragilità e sul difficile percorso di affermazione di un'adolescente. Come osserva Giulia Caminito nell'introduzione, il romanzo di Melissa Panarello è a distanza di vent'anni dalla sua uscita «un longseller classico, un segnalibro che ancora ci racconta tanto della gioventù e anche della scrittura in Italia a cavallo del secolo.» -
Breve storia della Cina
La storia cinese è tentacolare e gloriosamente caotica. La Repubblica popolare cinese è tra le superpotenze del XXI secolo quella che sembra più solida, ambiziosa e destinata a una ascesa inesorabile. Rappresenta a livello internazionale un'icona della modernità, un modello di sviluppo per altri paesi ma anche uno stato che vive della propria celebrazione e del proprio predominio. È impossibile raccontarne gli splendori culturali senza evidenziarne gli impulsi censori e propagandistici: il tratto prevalente sembra essere un'anima altamente contraddittoria. Linda Jaivin ricostruisce le trame di questa fittissima storia, ricordando tra le altre cose il ruolo delle donne in questo quadro sontuoso, i contributi della Cina alla cucina, al commercio, alla strategia militare oltre che all'estetica e alla filosofia. Un distillato avvincente che racchiude tutto quello che è essenziale sapere su questo stato e cultura che impariamo a conoscere. -
Alla lettera L. Libri & librerie
Grazia Gotti, cofondatrice della storica libreria per ragazzi bolognese Giannino Stoppani, racconta di sé e del suo lavoro attraverso un alfabeto utile a decifrare il mondo dei libri con occhi aperti e curiosi. A come America, B come best seller, C come Cina ma anche Calvino, e poi P come poesia, R come Rodari, U come utopia, V come vendere e via fino a W come web: le storie lette si intrecciano a quelle di persone, autori, librai, editori, illustratori, incontrati in un continuo viaggio fisico e mentale alla ricerca di risposte alla domanda prima: come si fa a far crescere il mercato editoriale, e quindi la cultura di un paese? Certo partendo dai bambini, e dai libri pensati per loro. -
Il paese dei fiori oscuri
A prima vista Dunkelblum – che significa Fiore oscuro – è un paese come tanti: incastonato tra le Alpi austriache, ospita una comunità piccola e solida, generazione dopo generazione. È l’estate del 1989 quando Dunkelblum si popola di nuovi arrivi: Lowetz, che torna dalla capitale per partecipare al funerale della madre morta all’improvviso; un gruppo di studenti col compito di restaurare un vecchio cimitero ebraico; un professore americano in pensione che si sta concedendo una vacanza europea e diventa presto noto come “lo straniero”; e un profugo fuggito dalla DDR in cerca della sua famiglia. Prima che il Muro cada e il futuro travolga ogni cosa tutti dovranno fare i conti con il passato, con gli anni della guerra, le scelte fatte, le conseguenze devastanti di quelle scelte. Nazismo, Olocausto, fosse comuni sono parole che tutti vorrebbero non sentir pronunciare. Ma dietro le finestre fiorite di quelle casette graziose si nasconde un crimine collettivo, e nessuno è innocente. -
Miss Dicembre e il Clan di Luna
Miss Dicembre è in cerca di un lavoro, ma tutte le sue esperienze sono finite in maniera fallimentare pochissimo tempo dopo l'ingaggio. Quando risponde all'annuncio per una bambinaia scopre che il datore di lavoro altri non è che l'Uomo Nero, alla ricerca di qualcuno che riesca a prendersi cura del figlio Corvin. Incredibilmente, Dicembre ottiene il posto e con esso l'arduo compito di tenere a bada, armata di soffietto e scopino, un ragazzino irritante che sa tramutarsi in fumo e nascondersi tra la cenere. Una notte le cose prendono una piega inaspettata: Dicembre ha appena scoperto un dettaglio interessante sulla famiglia per cui lavora quando tre sconosciuti fanno irruzione in casa. Che cosa vogliono? Dicembre lo scoprirà fra balzi, inseguimenti e duelli, e scoprirà anche dentro di sé una riserva sorprendente di astuzia e coraggio.COME COMINCIADicembre spalancò la bocca e si stropicciò gli occhi. C'era un bambino nel comignolo della casa.Aveva visto bambini dentro alle culle e alle carrozzine, dentro alle cassette per le lettere e alle ceste del bucato, dentro ai cannoni e alle gabbie delle tigri, mai dentro a un comignolo. La sua testa sporgeva come un gomitolo di fumo oltre l'imboccatura di pietra, i capelli corvini svolazzavano al vento, o forse un merlo aveva fatto il nido fra le sue orecchie.Quel che era certo era che il bambino la osservava. Non c'era nessun altro nel vialetto d'accesso, nessun altro al di fuori dei cancelli che delimitavano la villa. -
La Costituzione presbite
"Secondo me è un errore formulare gli articoli della Costituzione collo sguardo fisso agli eventi vicini, alle amarezze, agli urti, alle preoccupazioni elettorali dell'immediato avvenire in mezzo alle quali molti dei componenti di questa Assemblea già vivono. La Costituzione deve essere presbite, deve vedere lontano, non essere miope."""" Non ci sono parole migliori di quelle spese da Piero Calamandrei nella seduta dell'Assemblea Costituente del 4 marzo del 1947 per cogliere il senso profondo della nostra Costituzione. Oggi, dopo settantacinque anni, dobbiamo chiederci: la nostra costituzione ha saputo guardare lontano? Il divorzio, l'aborto, la fecondazione assistita, la tutela della privacy, il matrimonio omosessuale, l'eutanasia, ma anche i referendum elettorali, il passaggio al maggioritario, il ruolo delle autonomie locali, la crisi dei partiti, il sempre più smaccato leaderismo, sono tutti temi che in Costituzione trovano soltanto un accenno o forse un principio e che pure sono stati riportati nell'alveo dei valori della Carta del 1948. Negli ultimi anni si sono aperte le sfide della democrazia digitale e della tecnocrazia: dobbiamo capire se e quanto la nostra Costituzione è in grado di farvi fronte." -
Le streghe non esistono
La Casa del Popolo, le festa de l’Unità, i comizi, il Vietnam, gli Inti Illimani, i corsi di russo: è l’universo del Retore, ex partigiano, comunista stentoreo e smanioso. Ma il Retore ha anche un bambino, Luca, che nel 1975 ha nove anni ed è affascinato da tutto ciò che sta dall’altra parte del cielo rispetto all’eroico furore paterno e ne riceve in cambio punizioni e sganassoni. Tra padre e figlio si erge la mamma, che – poiché partecipare a comizi e feste dell’Unità non frutta uno stipendio – lavora per pagare l’affitto e non appena il Retore chiude un occhio introduce il piccolo Luca al suo mondo di amiche femministe, gay e drag queen cultrici della “pericolosa” cultura angloamericana. La ribellione del protagonista alla prepotenza ideologica ed esistenziale paterna è tanto coraggiosa quanto vana: sono tempi in cui i padri hanno sempre l’ultima parola. Ma al termine di un anno cruciale, vissuto tra Sesto Fiorentino, il drammatico ricovero in un ospedale svizzero e la prospettiva di un viaggio di partito in Crimea, sarà la rovente campagna senese a offrire al figlio la chiave per sovvertire il claustrofobico sistema del Retore: qui Luca viene iniziato alla magia, misteriosa espressione della dionisiaca presenza femminile nell’universo. “Avrai accesso a una sapienza che è negata ai maschi... La foresta è femmina e rimane il luogo dello spavento” gli dice Graziosa, che forse è una eccentrica vecchina o forse una strega. E per lui diventa chiaro che “Bosco una volta, bosco per sempre: quella era la mia sola casa”. Ambientato in una Toscana dove gli antenati etruschi e i culti isiaci hanno lasciato tracce profonde che giungono fino alla fata dai capelli turchini e alle bellissime adepte di Graziosa, Le streghe non esistono è un viaggio dentro le correnti sommerse del pensiero libero e il rutilante, commovente romanzo di formazione di un intellettuale eccentrico, che tra la violenta ortodossia comunista del padre e l’irriverente femminismo magico della madre ha saputo trovare la sua personalissima via. -
M. Il figlio del secolo-M. L'uomo della provvidenza. Cofanetto
Il figlio del secolo e L'uomo della provvidenza: la nostra storia raccontata come un romanzo, ma senza che nulla, tragicamente nulla, sia frutto d'invenzione.«Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici.»Nell'estate del 2018, mentre scrivevamo il risvolto di copertina di M. Il figlio del secolo avvertendone l'inquietante somiglianza con il mondo presente, non avremmo potuto immaginare per il libro un destino migliore di quello che ha avuto: le centinaia di migliaia di copie vendute, la mobilitazione delle coscienze dei lettori, il premio Strega, le traduzioni in tutto il mondo, il compimento nel giro di due anni del secondo volume che dall'Italia allarga lo sguardo all'Africa coloniale e prepara il terzo, in cui verrà narrata la guerra... -
Perle ai porci
America, anni sessanta. Un immenso patrimonio verrà espropriato da un furbo avvocaticchio libanese, se costui riuscirà a dimostrare che il proprietario è matto da legare. Il presunto matto è Eliot Rosewater: ubriacone, pompiere volontario, ex combattente pentito e presidente di una grossa fondazione che opera a livello culturale e assistenziale, deciso a ridistribuire la sua immeritata fortuna. E persino chi accetta i soldi pensa che il benefattore non abbia tutti i venerdì. Nel Vangelo secondo Matteo Gesù dice: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.» Ma Eliot va avanti per la sua strada, getta le perle a piene mani sognando un mondo più giusto. E nell'ufficio in un paesino depresso dell'Indiana, dove tanti anni prima erano iniziate le fortune di famiglia, troverà una formula magica per realizzare i suoi progetti. Critica sociale e amarezza si fondono nell'utopia di un'America e di un mondo che possano frenare la folle corsa del capitalismo e dimostrare il coraggio di frugare nelle pieghe del disagio e della disuguaglianza che minano il valore civile dell'uomo. -
Comica finale. Ovvero non più soli
"Comica finale"""", dedicato alle intramontabili stelle del cinema Stanlio e Ollio, uscì nel 1976 e diventò da subito una chicca della fantasociologia. Iniziato come """"la cosa più vicina a un'autobiografia che arriverò mai a scrivere,"""" fin dalle prime pagine lascia campo libero alla sfrenata fantasia di Kurt Vonnegut, immaginando una società americana alla fine della sua esistenza. In mezzo alle rovine di Manhattan, dove vive solo con una nipotina analfabeta, rachitica e incinta dopo che quasi tutti gli abitanti sono stati uccisi da una misteriosa malattia chiamata """"La Morte Verde"""", l'ultimo Presidente degli Stati Uniti racconta la storia della fine del suo Paese. Il progetto col quale ha vinto le elezioni - la creazione di un numero infinito di famiglie allargate artificiali in seno alle quali si sarebbero potuti risolvere tutti i problemi del mondo - è fallito. L'America è morta soffocata dalla ricchezza e dalla solitudine. Ai lettori non resta che applaudire lo spettacolo di fuochi artificiali che ancora una volta Vonnegut mette in scena raccontando un tratto profondo del suo paese, vero ieri come oggi." -
Baci da 100 dollari
Un ambizioso costruttore di strade, al comando di un esercito di macchinari pesanti, passa le giornate su modellini di treni. La vedova di un allevatore di maiali riceve strane lettere da un uomo sulle ""dolci pene dello spirito"""", ma cosa troverà quando dovrà incontrarlo? Una galleria di personaggi bizzarri che rivelano con umorismo tagliente il lato sordido e a un tempo generoso dello stile di vita americano. Scritte da Vonnegut all'inizio della carriera, queste storie sono una prova eccezionale di quella combinazione unica di osservazione e immaginazione che solo lui possiede. """"Questi racconti si potrebbero chiamare trappole per topi,"""" scrive Dave Eggers nell'introduzione, """"ed esistono per ingannare o tendere una trappola al lettore. Muovono il lettore lungo la storia, attraverso il suo complesso (ma non troppo complesso) meccanismo, fino alla fine, quando scatta la molla e il lettore resta in trappola.""""""