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L' intestino felice. I segreti dell'organo meno conosciuto del nostro corpo. Nuova ediz.
L'intestino è un organo pieno di sensibilità, responsabilità e volontà di rendersi utile. Se lo trattiamo bene, lui ci ringrazia. E ci fa del bene: l'intestino allena due terzi del nostro sistema immunitario. Dal cibo ricava energia per consentire al nostro corpo di vivere. E possiede il sistema nervoso più esteso dopo quello del cervello. Le allergie, così come il peso e persino il mondo emotivo di ognuno di noi, sono intimamente collegati alla pancia. In questo libro, la giovane scienziata Giulia Enders ci spiega con un linguaggio accessibile, spiritoso e piacevole, unito ai disegni esplicativi della sorella Jill, quel che ha da offrirci la ricerca medica e come ci può aiutare a migliorare la nostra vita quotidiana. ""L'intestino felice"""" è un viaggio istruttivo e divertente attraverso il sistema digestivo. Scopriremo perché ingrassiamo, perché ci vengono le allergie e perché siamo tutti sempre più colpiti da intolleranze alimentari."" -
L'uomo che inseguiva la sua ombra. Millennium. Vol. 5
L’aver portato alla luce un intrigo criminale internazionale, mettendo in mano al giornalista investigativo più famoso di Svezia lo scoop del decennio, non è bastato a risparmiare a Lisbeth Salander una breve condanna da scontare in un carcere di massima sicurezza. E così, mentre a Mikael Blomkvist e a Millennium vanno onori e gloria, lei si ritrova a Flodberga insieme alle peggiori delinquenti del paese, anche se la cosa non sembra preoccuparla più di tanto. È in grado di tener testa alle detenute più spietate e ha altro a cui pensare. Ora che è venuta in possesso di informazioni che potrebbero aggiungere un fondamentale tassello al quadro della sua tortuosa infanzia, vuole vederci chiaro. Con l’aiuto di Mikael, la celebre hacker comincia a indagare su una serie di nominativi di un misterioso elenco che risveglia in lei velati ricordi. Soprattutto quello di una donna con una voglia rosso fiammante sul collo. Nella sua inestinguibile sete di giustizia, Lisbeth è pronta a sputare fiamme e a distruggere il male con il fuoco che brucia dentro tutti quelli che vengono calpestati. -
Il principe rosso
Per anni, Chen Cao ha cercato di mantenersi in equilibrio tra gli interessi del Partito e il suo ruolo di poliziotto alla guida di indagini politicamente sensibili. Sulle tracce di un misterioso Principe Rosso - un potente ed enigmatico membro del Partito che sembra avere il controllo dell'intera Shanghai - viene improvvisamente sollevato dai suoi incarichi ed è costretto ad abbandonare il caso di cui ha da poco iniziato a occuparsi. Qualcuno sta cercando di incastrarlo, mettendogli nel letto disinibite ragazze gatto o nascondendo le prove dell'omicidio di una nota cantante d'opera e, questione molto delicata, di un cittadino americano. Mentre il paese sembra acceso da una rinnovata nostalgia per gli anni della Rivoluzione, d'un tratto l'ex ispettore capo si ritrova completamente isolato, al centro di una diabolica macchinazione che chiaramente punta a distruggere la sua credibilità. Ispirandosi all'affare Bo Xilai, il clamoroso scandalo che di recente è arrivato a minare gli equilibri diplomatici della Cina, nella sua consueta miscela di giallo, poesia, filosofia e cibo, Qiu affronta lo spinoso tema della giustizia in un paese dove tutto ha a che fare con la politica e deve essere in linea con gli interessi delle autorità. Per un uomo d'onore come Chen, che cerca di sopravvivere in un mondo dominato dall'inganno e dal tradimento, è il caso più difficile: non si tratta più solo della carriera, ora è in pericolo la sua stessa vita. -
Elogio delle donne mature
Con uno stile ironico e distaccato, Andràs Vajda, il protagonista, racconta la sua educazione sentimentale, concentrandosi ""non tanto sulla personalità del narratore, quanto sui dilemmi universali dell'amore"""", in un memoriale molto selettivo che """"si rivolge agli uomini giovani ed è dedicato alle donne mature"""" e tratta del """"legame tra gli uni e le altre"""". Andràs non è un dongiovanni preso dalla parte del gran conquistatore, che distribuisce a potenziali discepoli consigli di seduzione. """"Non sono un esperto di sesso"""" scrive, """"ma sono stato un buon allievo delle donne che ho amato, e cercherò di rievocare le esperienze felici e infelici che, penso, hanno fatto di me un uomo""""."" -
Non solo di cose d'amore. Noi, Socrate e la ricerca della felicità
Premio Biblioteche di Roma 2018. Premio Alessandro Leogrande 2019.rnrnCome può un pensatore vissuto secoli prima di noi influenzare la nostra ricerca della felicità?rnrn«Un manuale per l'uso della vita. Del Soldà ha reso di nuovo utile la filosofia» – Corrado AugiasrnrnPartendo dalla sua esperienza di conduttore radiofonico, un mestiere fatto di domande e del confronto quotidiano con gli ascoltatori sui temi di attualità, Pietro Del Soldà ci accompagna in un viaggio alla scoperta di Socrate e dell'antica Grecia. La sfida è quella di trovare nell'ironia e nelle contraddizioni del protagonista dei Dialoghi del discepolo Platone chiavi di lettura inedite e interpretazioni in grado di farci cambiare prospettiva sui nostri problemi, fornendo spunti da mettere a frutto in ogni ambito, dalle relazioni con gli altri alla politica. Che si parli di bellezza o di virtù, di verità o di menzogne, di democrazia o di tirannia, ogni cosa per Socrate è una «cosa d'amore», non nel senso romantico e privato che in genere attribuiamo al termine, ma in uno molto più ampio. La sapienza del filosofo ci spinge a superare la distinzione tra vita e pensiero indicandoci, con l'esempio, la sola via per affrontare quanto ci impedisce di essere davvero noi stessi, lasciando cadere maschere, identità e ruoli sociali che non ci rappresentano e ci dividono dagli altri. È la via del dialogo, del confronto che mette in discussione i pregiudizi e porta alla scoperta e alla cura di se stessi, perché – sostiene Socrate – «senza cura di sé non si è in grado di agire bene, e ancor meno di governare la polis.» -
Il primo inverno. La piccola era glaciale e l'inizio della modernità europea (1570-1700)
Quella che è stata definita la «piccola era glaciale», tra il 1570 e il 1700, vide le temperature abbassarsi con variazioni da tre a cinque gradi, dando avvio a una vera e propria «rivolta della natura» che sortì effetti devastanti sui raccolti. Philipp Blom dimostra la sorprendente correlazione tra questa circostanza e la nascita dell'Illuminismo, analizzando le ricadute culturali dello sconvolgimento climatico in Europa. Con un registro narrativo e appassionante, Blom costruisce un affresco in cui combina storia delle idee, della cultura materiale, delle scienze della natura, intorno a una suggestione di grande attualità: l'impatto che il cambiamento del clima produce sulla vita delle società. Così, l'avvento della piccola era glaciale diventa il punto di partenza per interrogare e mettere in relazione avvenimenti e discipline che concorrono alla formazione del mondo e del pensiero moderno. Attingendo ai racconti di testimoni diretti - tra cui Montaigne e Shakespeare - Blom riesce a proiettare il lettore nella realtà dei secoli XVI-XVII. L'affresco di ghiaccio del lungo inverno europeo si rivela il pretesto per rileggere la storia da una prospettiva inedita. -
Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell'infinito
Per tutta la sua breve ma intensissima vita, Leopardi non smise mai di pensare al mito, concependolo non soltanto come un modo di manifestarsi della sapienza antica, appartenente all'infanzia del mondo e innervante il procedere epocale della storia umana (come pensava ad esempio Gian Battista Vico), né solo come una semplice espressione della soggettività volta a esorcizzare il terribile della natura, ma piuttosto come una modalità ontologica di darsi delle cose stesse, potendo sopravvivere solo in un paesaggio in penombra, non abbagliato da alcuna illuminazione diretta. Dopo aver tracciato per linee essenziali il dibattito su mito e mitologia nell'Europa del XVIII secolo, l'autore avanza una nuova lettura dell'""Infinito"""", collocando questo capolavoro assoluto della letteratura universale all'interno di un duplice contesto: quello della formazione poetica e filosofica di Leopardi e quello dell'epoca romantica italiana ed europea in cui il poeta visse. Se nella modernità i fenomeni sono diventati oggetto di studio delle scienze della natura, perdendo così la loro vitalità irriducibile al concetto, il sentire persuaso degli antichi non potrà più essere riproposto per evocare l'apparire delle cose nella forma di figure mitologiche non più credibili, come i fauni o le ninfe, Dafne o Procne ecc. Mentre nel corso del XIX secolo sta avviandosi al tramonto la grande stagione del sublime riesumata dalla tarda antichità, Leopardi - attingendo alle radici più profonde dell'Umanesimo italiano - pensa la sopravvivenza del mito nella rappresentazione di quella sottile linea impalpabile, ma intensamente viva - «il celeste confine» divenuto poi «l'ultimo orizzonte» - che separa e unisce il visibile e l'invisibile, per evocare l'irrappresentabile proprio dell'arte e del pensiero moderni."" -
Michelangelo in Parnaso. La ricezione delle Rime tra gli scrittori
Michelangelo scrisse le ""Rime"""" per affrontare di petto temi su cui, come artista, non poté esprimersi come voleva, e per farlo scelse una lingua aspra, distante dalla limpidezza del Cinquecento. In genere la critica si è mostrata cauta, sovente scontrosa, verso questo suo """"secondo mestiere""""; mentre di tutt'altra qualità è stata la ricezione tra gli scrittori che ne intuirono la caratura. Questo volume indaga il rapporto tra diversi autori (Varchi, Aretino, Foscolo, Wordsworth, Stendhal, Mann, Montale, Morante e altri) e i versi buonarrotiani e, attraverso delle severe analisi dei testi, illustra perché Michelangelo occupi nel Parnaso un posto più nobile di quello che la storiografia ha tramandato."" -
Ieri, oggi e domani. Il cinema di genere in Italia
Dove si sta dirigendo il nuovo cinema italiano? Sicuramente una delle tendenze è il ritorno alla sperimentazione dei generi cinematografici. Tantissimi i nomi di autori - da Alemà e Carrisi a Mainetti, Manetti Bros., Rovere e Sibilia tra gli altri - che si stanno confrontando con nuove forme di narrazione mantenendo sempre uno sguardo sul passato e su una certa tradizione che ha fatto grande il nostro cinema. Il volume, oltre a concentrarsi sulla nuova leva registica degli anni duemila, ripercorre all'indietro l'albero genealogico del genere italiano per arrivare alle sue radici. A dimostrazione di come esso sia stato linfa vitale nei nostri momenti migliori e un'assenza insopportabile in quelli di maggiore crisi. Senza dimenticare sia chi ha tentato la strada del genere andando in controtendenza e consentendone una rinascita, sia chi, in modi completamente diversi, ha portato avanti un discorso nobile genere-autore senza perdere in qualità. -
Carabattole. Il racconto delle cose nella letteratura italiana
Questo libro è un bazar di cose, di carabattole, di piccoli reperti e figure deposte in alcuni testi della letteratura italiana. Come gli spilli delle sarte giapponesi che hanno in cima un campanellino così che non si possono dimenticare nell'abito terminato (Barthes), egualmente alcuni oggetti ""scampanellano"""" (con discrezione) durante la lettura di romanzi e poesie per farsi notare, e così accade che non si scordano più, mentre li vediamo dosare l'atmosfera di un racconto, vigilare sull'incrocio di una storia, e addirittura talvolta travestirsi da emozionanti personaggi. L'affaccendare compilativo di alcuni oggetti può avere un riflesso conoscitivo sulle opere che li contengono? È l'intento del libro che, con cautela in felice confusione, raccoglie, in debita cronologia, testi, da Boccaccio ad Agamben, che hanno avuto da fare nel tempo con il racconto delle cose."" -
In favore delle italiane. La legge sulla capacità giuridica della donna (1919)
Il 17 luglio 1919 le italiane hanno conquistato la capacità giuridica attraverso la legge n. 1176 che ha annullato l'istituto dell'autorizzazione maritale e aperto loro le porte del mondo del lavoro. Sul piano storiografico questa legge è stata a lungo ignorata dagli studi: come se il disinteresse della stampa, liberale e di opposizione, dell'estate 1919 e le aspettative deluse dei circoli femministi, che si attendevano un provvedimento migliore e abbinato alla concessione del diritto di voto, sia stato prodromico a un silenzio ancora più lungo. Nella normativa del 1919 erano presenti evidenti limiti - le donne restavano escluse dalla magistratura, dalla polizia e dall'esercito - e altri ne sarebbero stati aggiunti. Ma si è trattato di un passo significativo e di un'effettiva conquista nella storia dell'emancipazione femminile. Tre settimane dopo il varo della legge si è avuta la prima avvocatessa italiana, Elisa Comani. -
Antonio Ligabue. Gli anni della formazione (1899-1919)
La vita e la carriera di Antonio Ligabue (1899-1965) vengono fatte coincidere con i luoghi, le pianure emiliane, dove l'artista ha vissuto dai vent'anni in poi. In realtà il pittore, figlio di un'operaia emigrata, è nato a Zurigo ed è cresciuto in Svizzera. Viene affidato a una famiglia del luogo, che fa di tutto per dargli un'esistenza dignitosa. Ma il ragazzo è problematico: prima è ospite di un istituto speciale, poi è ricoverato in una clinica psichiatrica. Nel 1919 viene espulso dalle autorità elvetiche perché giudicato «un individuo mentalmente minorato e socialmente pericoloso». Arriva così in Italia senza conoscere una sola parola di italiano. Vive nella miseria, deriso, abbandonato al proprio destino. Eppure Ligabue (il suo vero nome, ereditato dal patrigno, è Laccabue), il «tedesco», il «matto», è un uomo tutt'altro che privo di educazione e di cultura. Negli anni dell'adolescenza e della giovinezza ha frequentato, pur tra mille difficoltà, le scuole elvetiche. È là che i metodi di insegnamento e i progressi della pedagogia curativa hanno lasciato in lui un terreno fertile, insieme ai semi di una operosità creativa che presto faranno germinare opere indimenticabili che recano, profonde, le impronte nostalgiche del paese che il «van Gogh svizzero», fra molte sofferenze e contro la propria volontà, ha dovuto abbandonare. -
Annali di architettura (2018). Vol. 30
«Annali di architettura» è la storica rivista del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. È riconosciuta come rivista di classe A dall'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) e, dal 2008, inclusa nella categoria A della lista ERIH (European Reference Index for the Humanities). Fondata nel 1959 e sino al 1991 nota con il nome di «Bollettino del CISA Andrea Palladio», la rivista conta oggi 51 volumi. Già diretta da André Chastel e da James S. Ackerman, è ora sotto la responsabilità scientifica dello studioso spagnolo Fernando Marías, direttore della rivista, e di un comitato di lettura internazionale dove siedono Guido Beltramini, Howard Burns, Caroline Elam, Francesco Paolo Fiore, Christoph L. Frommel, Pierre Gros, Jean Guillaume, Silvia Moretti, Susanna Pasquali. Le sue ultime quindici copertine compongono un affascinante racconto visivo, frutto dello sguardo penetrante e ironico del fotografo di architettura spagnolo Joaquín Bérchez. Pur incentrata sulla storia dell'architettura del Rinascimento, «Annali» ospita contributi sull'architettura di ogni tempo, pubblicati nelle principali lingue europee da studiosi italiani e internazionali. Ogni volume contiene una rubrica di recensioni e il notiziario delle attività del Centro. -
In bottega con Verrocchio e Leonardo. Colouring book
Un colouring book con le illustrazione da colorare dell'artista Paola Momenté. -
Emilio Vedova di/by Georg Baselitz. Catalogo della mostra Venezia (17 aprile-14 luglio 2019). Ediz. italiana e inglese
Il 2019 è il centenario della nascita di Emilio Vedova e questa piccola pubblicazione inaugura una serie di eventi a lui dedicati che si rincorreranno per tutto l'anno. Il curatore di questa agile monografia è Georg Baselitz, carissimo amico del Maestro nonostante la grande differenza d'età, e la sua scelta è stata quella di orientarsi verso i lavori di due periodi certamente fondamentali, come i grandi teleri della fine degli anni cinquanta, inizio sessanta, e quelli degli anni ottanta; opere tra le più significative del grande pittore veneziano, che esprimono un preciso impegno etico-politico, manifestato sempre con segni e linguaggi non figurativi, oltremodo drammatici. Una mostra, quindi, estrema nella visione e radicale nei contenuti, che collega tra loro due periodi significativi dell'opera di Emilio Vedova, con un intervallo di venti anni, dimostrandone la continua vitalità sperimentale e di ricerca. -
Pagine di diario. Ediz. a colori
L'immaginario di uno degli interpreti più significativi del Novecento italiano riproposto al grande pubblico in un'edizione di straordinaria fattura. rnrn""Quando ero ragazzino... andavo sempre in piazza San Marco, in piazzetta, a sorvegliare i pittori, a raccogliere la pittura delle loro tavolozze, raschiata con la paletta: più interessanti quindi quelli che lavoravano con molta materia. Facevo bottino, tornavo a casa (forse facevo la seconda, la terza elementare) dipingevo con le dita, stendendo... Invidiavo a scuola quelli che facevano quei bei disegni """"inquadrati"""", puliti..."""" - Emilio VedovarnrnPubblicato nel 1960, «Pagine di diario» ci schiude il mondo intimo, duro e passionale del grande maestro Emilio Vedova.rnQuesta edizione, che vuole celebrare i cento anni dalla sua nascita, ripropone nei minimi dettagli le scelte editoriali fatte direttamente dall'artista nella prima edizione: schizzi, disegni, immagini delle opere (applicate su tavole fuori testo) si alternano alla scrittura di Vedova: quasi «un monologo esplosivo», come afferma Werner Haftmann, «un violento afferrare ed un allucinante svilupparsi del pensiero, un quasi automatico susseguirsi di ondate di espressioni ed evocative frasi frammentarie nel cui vortice il motivo conduttore emerge, sparisce e riemerge alla fine di tutto questo ritorto perifrasare, a chiara evidenza. È il suo metodo per costantemente provocarsi. Lo stesso vale per la sua pittura». Passaggi esistenziali, il racconto di una Venezia «avara di conforto», la fatica, la delusione, i fallimenti, la salute cagionevole, gli anni romani e quelli fiorentini, gli incontri con Guttuso, Vittorini, Turcato, Birolli, Treccani, Martini, Santomaso, Pizzinato, Peggy Guggenheim..."" -
Storia dell'arte e catastrofi. Spazio, tempi e società. Ediz. illustrata
Le catastrofi naturali sono eventi ricorrenti nella storia delle città e del paesaggio italiani: ai frequenti terremoti si aggiungono altre calamità con effetti altamente distruttivi, come frane e alluvioni. Nell'ultimo decennio, i terremoti che hanno colpito l'Aquila (2009), l'Emilia (2012) e il Centro Italia (2016-2017) hanno nuovamente mostrato l'urgenza e l'attualità del problema, imponendo agli storici dell'arte di prendere parte attiva a un dibattito pubblico che li richiama all'impegno civile. Nelle complesse dinamiche che coinvolgono il patrimonio culturale dopo la catastrofe, la storia dell'arte deve necessariamente aprirsi al dialogo con altre discipline e intensificare la collaborazione con le istituzioni di tutela. Il libro coniuga gli studi sul patrimonio culturale con l'analisi delle dinamiche socioantropologiche innescate dalla catastrofe e presenta i risultati delle indagini sperimentali condotte da un gruppo internazionale di ricercatori del Kunsthistorisches Institut in Florenz, in cui l'osservazione sul campo si è avvalsa di un'indagine fotografica sui paesaggi sismici. Studiosi e professionisti di diverse discipline si confrontano in questo volume intorno alle questioni della ricostruzione, del restauro e della gestione dei beni culturali negli scenari post-catastrofe, in un dialogo che lega gli studi storici alla prospettiva contemporanea. -
De Chirico. Catalogo della mostra (Milano, 25 settembre 2019-19 gennaio 2020). Ediz. a colori
A distanza di cinquant'anni dalla storica monografica curata da Franco Russoli, Palazzo Reale torna, in occasione del centenario dalla scomparsa dell'artista, ad ospitare Giorgio de Chirico (Volo, 1888 - Roma, 1978) con una grande mostra a cura di Luca Massimo Barbero L'intera straordinaria carriera artistica del Pictor Optimus verrà ricostruita in catalogo attraverso un percorso articolato in sezioni tematiche che, con un'ottantina di capolavori, narreranno l'evoluzione pittorica di de Chirico, dall'invenzione di una personale mitologia, che passa per l'interpretazione dell'Antico, alla costruzione della propria immagine - pittorica e letteraria -, sino alla Metafisica e al superamento della stessa negli anni venti, quando l'artista getta nuova luce sui valori fondanti dell'arte del passato. Oltre a un percorso esaustivo nelle tematiche sviluppate da de Chirico nel corso della sua carriera, la retrospettiva darà rilievo come mai in precedenza alla tecnica e alle straordinarie qualità pittoriche dell'artista. Una rara riflessione infatti sarà riservata al segno del maestro che attraverso la sua opera si trasforma e si reinventa in maniera sempre autentica, come a voler sottolineare i molteplici temi di suo peculiare interesse. -
Il Mullah Omar
La biografia del misterioso e inafferrabile leader dei Talebani che da dieci anni tiene in scacco il più potente e tecnologico esercito del mondo. Una storia che inizia con un ragazzo diciottenne che si batte contro gli invasori sovietici e in battaglia viene ferito irrimediabilmente a un occhio, se lo strappa, si benda da sé e torna a combattere. Che prosegue con quattro ragazzi, Omar, Ghaus, Hassan e Rabbani, che sulla piazza del loro povero villaggio, Singesar, decidono di fare qualcosa contro le prepotenze, gli abusi, le violenze, gli stupri, gli assassinii dei ""signori della guerra"""" che, impegnati in una feroce lotta per il potere, agiscono nel più pieno arbitrio. Nasce così il movimento talebano che nel giro di soli due anni (1994-96), grazie all'appoggio della popolazione, sconfiggerà i """"signori della guerra"""" riportando l'ordine e la legge, sia pur una dura legge, la sharia, nel Paese di cui Omar diventerà la guida. Ne vien fuori il ritratto di un uomo singolare, riservato, di poche parole ma attento a quelle degli altri, timido, quasi umile, e anche per questo adorato dai suoi, ma per nulla cupo, ironico e sarcastico, che arrivato al potere continuerà a condurre la vita spartana di sempre e non lo userà per arricchirsi o ritagliarsi privilegi ma per inseguire un suo sogno. Quello di un Afghanistan finalmente unificato e pacificato, lontanissimo dagli stili di vita dell'Occidente."" -
Viaggiare nel mondo in guerra (1939-1945)
Giunto al suo quarto tomo, il progetto di ricostruzione odeporica dell'età contemporanea propone un altro multiforme itinerario di conoscenza di sé e degli altri, di viaggio intorno al mondo, con le sue periferie sconvolte dall'evento, e ai meandri dell'animo umano. Il secondo conflitto mondiale costituisce una cesura profonda e irrimediabilmente lacerante nello sviluppo della civiltà. Il volume presenta una struttura di fondo assolutamente analoga a quella dei precedenti che si sostanzia di una ricostruzione plurale e interdisciplinare: ancora una volta competenze e campi differenti - la storia e la letteratura, la scienza e la storia dell'arte, il cinema e la scrittura di viaggio - vengono chiamati a incrociarsi per raccontare in maniera chiara e lineare le storie di uomini e di donne che hanno viaggiato nel mondo in guerra. Scritti di Fiorenza Taricone, Rita Forlini, Silvia Boero, Stefano Aloe, Roberto Cresti, Anton Giulio Mancino, Tatiana Petrovich Njegosh, Lidia Pupilli, Marco Severini, Michele Servadio, Elena Santilli e Goffredo Giraldi.