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Un' eterna giovinezza. Vita e mito di Carlo Michelstaedter
Gorizia, 1910. Un ragazzo ventitreenne si uccide con un colpo di rivoltella alla tempia nella casa paterna. È Carlo Michelstaedter che, a cento anni di distanza, verrà riconosciuto come un genio e salutato come precursore di Heidegger in filosofia, di Wittgenstein nella critica del linguaggio, di Derrida nell'ermeneutica. All'epoca del tragico gesto studente all'Università di Firenze, ne seguiamo le vicende scoprendo gradualmente le verità che hanno modellato la sua personalità controversa: dal rapporto conflittuale con il padre alla ricerca disperata del successo, dall'entusiasmo dell'adolescenza ai continui riferimenti al suicidio che ricorrono nella sua corrispondenza. Si delinea così la figura di un giovane intellettuale appassionato di Carducci, D'Annunzio, Ibsen, Beethoven, immerso nel clima culturale della Firenze del primo Novecento, che prova a farsi strada attraverso gli scritti, le caricature dissacranti, la conoscenza del greco e del tedesco. «Una festa dell'intelligenza» che Sergio Campailla, biografo e curatore delle opere, celebra in queste pagine rese vive dalle testimonianze di un'epoca e di una generazione. Elementi inediti emergono dall'esplorazione delle radici ebraiche di Michelstaedter, gettando nuova luce su un autore che vive profondamente i contrasti dei suoi anni e sviluppa uno sguardo critico sulle dinamiche che la storia, personale e politica, è capace di innescare. -
Chi (non) l'ha detto. Dizionario delle citazioni sbagliate
Convinto che il ""citazionismo"""" sia la deriva che più ha tolto credibilità alla casta degli scribi cui egli stesso appartiene, Stefano Lorenzetto ha sottoposto a radiografia detti, non detti e contraddetti, cercando di scoprire, per i più celebri, come e perché si siano diffusi in modo errato. rnrnGesù Cristo non disse mai «Lazzaro, alzati e cammina!» .Galileo Galilei non esclamò «Eppur si muove!». L'adagio «A pensar male si fa peccato, ma spesso s'indovina» non è di Giulio Andreotti. Sarà vero l'aforisma di Winston Churchill secondo cui a Londra «un taxi vuoto si è fermato davanti al numero 10 di Downing Street, e ne è sceso Attlee»? No, falso: infatti si trattava di una carrozza e ne discese, a Parigi, Sarah Bernhardt. «Vivi come se tu dovessi morire subito, pensa come se tu non dovessi morire mai» sarà del filosofo Julius Evola o della pornostar Moana Pozzi? Sono passati più di vent'anni da quando Paolo Mieli, per due volte direttore del «Corriere della Sera», minacciò: «Una citazione latina sbagliata in un discorso o riportata erroneamente in un articolo dovrà diventare un'onta perenne, un guaio peggiore di un avviso di garanzia». Purtroppo, da allora, poco è cambiato, se non in peggio. Giornalisti e politici continuano ad attribuire pensieri in libertà a personaggi che non si sono mai sognati di esprimerli. Convinto che il """"citazionismo"""" sia la deriva che più ha tolto credibilità alla casta degli scribi cui egli stesso appartiene, Stefano Lorenzetto ha sottoposto a radiografia detti, non detti e contraddetti, cercando di scoprire, per i più celebri, come e perché si siano diffusi in modo errato. I risultati dell'indagine risultano sconcertanti e al tempo stesso divertenti. L'esclamazione «Elementare, Watson!» non è mai uscita dalla bocca di Sherlock Holmes né tantomeno dalla penna di Arthur Conan Doyle. E, a dispetto dell'aneddotica circolante su Mike Bongiorno, la signora Longari ha spiegato all'autore di questo libro che non è mai caduta sull'uccello. Materia sterminata, infingarda, magmatica, cangiante. Forse perché «la vita stessa è una citazione», diceva Jorge Luis Borges (ma l'avrà detto davvero?)."" -
Non è un mestiere per uomini. I primi tre casi di Violet Strange. Testo inglese a fronte
Anna Katharine Green, nell’acume della prima verarndetective moderna e nei profili di molte altre donne,rnvittime e colpevoli, rivela le prospettive di un mondornal femminile. Il sovvertimento delle convenzionirndi quello che non era “un mestiere per donne”rnporta con sé la fotografia delle dinamiche di genererne di classe dell’America di inizio secolo.rnrn“Ma lei continuava a guardarsirnle mani – due manine biancherne vivaci, così apparentementernvulnerabili sotto il peso di tuttirnquegli anelli, eppure tanto abilirne astute”rnrnI racconti qui presentati sono i primi tre della raccolta ""The Golden Slipper"""" (1915). La protagonista è una giovane dell'alta società che per ragioni personali presta la sua collaborazione (in gran segreto) a un'agenzia investigativa della New York di inizio Novecento. È una ragazza vivace, intraprendente, spiritosa, capace di vedere i dettagli che sfuggono agli investigatori di professione. Non solo: si reca di persona sulla scena del crimine, e le basta uno sguardo per cogliere la dinamica fisica e psicologica di un delitto. Questi racconti, oltre a segnare le origini del poliziesco americano al femminile, propongono un percorso importante nell'acquisizione della consapevolezza di genere e sono al contempo un documento straordinario per quanto riguarda la pratica delle scienze forensi e la loro anticipazione nella letteratura """"gialla""""."" -
Orazione sul comando di Pompeo-De imperio Cn. Pompei. Testo latino a fronte. Ediz. bilingue
Nel celebrare Pompeo,rnCicerone ritrae l’uomo “divino”, il comandante idealernpiù volte artefice della salvezza di Roma, la figurarnnella quale l’indiscusso primato militare si sposarncon le più alte doti di humanitas.rnrn“Mi si chiede di parlarerndel valore unico ed eccelsorndi Gneo Pompeo: per un similerndiscorso la cosa più difficilernè trovare la fine, non l’inizio”rnrnNel 66 a.C. Cicerone pronuncia il primo discorso pubblico della sua carriera. L'occasione è offerta dalla proposta di legge di attribuire a Pompeo un comando straordinario nella guerra contro Mitridate, l'inafferrabile re del Ponto che da più di vent'anni tiene in scacco Roma minacciando i suoi domini in Oriente. Cicerone prende la parola a sostegno della legge, inserendosi in un acceso dibattito politico tra i difensori delle prerogative del senato e quei gruppi sociali - popolo e ceto equestre - che reclamavano un uomo solo al comando per porre fine alla grave crisi economica. Nel celebrare Pompeo, Cicerone ritrae l'uomo ""divino"""", in cui l'indiscusso primato militare si sposa con le più alte doti di humanitas. Un discorso dalla prosa fluida e brillante, in cui lo scorrere dell'argomentazione lascia ampio spazio alla riflessione teorica sull'economia e sul buon governo dell'impero."" -
I libri sono come le ciliegie. Cesare De Michelis in parole sue
Studioso, uomo politico, imprenditore,rneditore rabdomante e scopritore di talenti:rnsessant’anni di storia attraverso l’avventurarnumana e professionale di un grandernprotagonista della cultura italiana.rnrn«Cesare poteva sopportare tutto fuorchérnil luogo comune, la banalità, il cattivo sensorncomune; poteva amare invece il paradosso,rnla contraddizione, il conflitto, perché in quellornvedeva, come tutte le persone che indagano,rnche interrogano, la molla per ogni avanzamento» - Massimo CacciarirnrnHa letto, scritto, prodotto e stampato. Ha «indossato» i libri come lenti attraverso cui interpretare il mondo e ha fatto della sua casa editrice una voce controcorrente fin dalla scelta del nome, quello di un ghibellino, in Veneto, regione guelfa. Giovane assistente alla regia cinematografica, allievo di Vittore Branca, appassionato dell'idea socialista, docente al primo incarico all'Università di Messina e professore emerito di Letteratura italiana all'ateneo di Padova, assessore alla pubblica istruzione nella «sua» Venezia, Cavaliere del Lavoro. Sulle mille strade percorse alla ricerca di nuovi stimoli, di energie umane e intellettuali sempre diverse di cui circondarsi, Cesare De Michelis ha incontrato e riconosciuto prima di altri talenti come Nico Orengo, Antonio Debenedetti, Gaetano Cappelli, Susanna Tamaro, Margaret Mazzantini. Attento interprete della modernità, capace di dichiararne l'ambivalenza nell'anti-modernità, si è raccontato negli anni, tra pubblico e privato, svelando paradossi, snodi e scenari dell'industria culturale del nostro paese. -
Mio signore da La madre santa di Leopold von Sacher-Masoch
Barbara Alberti, partendo da La Madre Santa di Leopold von Sacher-Masoch scrive un romanzo vorticoso che racconta le bassezze da cui nessuno è immune e la libertà che scaturisce dal dare e ricevere amore, e scrive un romanzo commovente e intimo, religioso e politico, in una lingua che canta e grida come tutti i dialetti italiani.rnrn«Un libro davvero bello di una collana deliziosa, che si chiama Passaparola e che raccoglie scrittori italiani che decidono di parlare di sé a partire da un classico, una lettura che ha costituito un fondamento della propria vita» - GraziernMaria e Andrea sono due poveri cristi che vivono in un paesino del centro Italia. Lei lavora come cameriera nel bar della piazza, e Lui è un tuttofare nel negozio del cugino. Maria non è bella e Andrea non è aitante. Non che gli altri – perdigiorno, casalinghe, giovanotti e beghine – lo siano, ma di certo non appaiono così disgraziati come i due protagonisti. Tuttavia, improvvisamente, Maria si accorge che Andrea è il contrario di ciò che sembra. Andrea è Dio. Anzi è un dio di cui per ora lei è l’unica seguace, ma sa che prima o poi se ne renderà conto il mondo intero. Nel paesino, intanto, il legame tra i due desta dapprima sfottò, e poi invidia, perché sia Maria che Andrea sono più sicuri e più belli. Barbara Alberti, partendo da La Madre Santa di Leopold von Sacher-Masoch – scrittore conosciuto soprattutto per aver dato il nome a una perversione sessuale – scrive un romanzo vorticoso che racconta le bassezze da cui nessuno è immune e la libertà che scaturisce dal dare e ricevere amore, e scrive un romanzo commovente e intimo, religioso e politico, in una lingua che canta e grida come tutti i dialetti italiani. -
L' ultima estate
La natura selvaggiarndel Québec, due ragazzernscomparse, una comunitàrndi confine costretta a farerni conti con i propri segreti.rnrn«Non bisogna farsi beffe dei morti.rnSoprattutto, non bisogna provocarerni fantasmi»rnrn«Una straordinaria galleria di personaggirnfemminili, un’ode all’innocenza perduta,rnun romanzo magnifico, al tempo stessorncrepuscolare e pieno di luce e sensualità» - Le Mondernrn«Le brume del lago, la calura estiva,rnl’angoscia negli occhi delle due ragazze,rne poi la psicologia dei personaggi,rncomplessa e interessante, e i dialoghi,rnche suonano incredibilmente bene:rnimpossibile non farsi catturarerndall’atmosfera e dalla suspenserndi questo romanzo» - rnEllernrn1967. A Bondrée, affascinante località di villeggiatura sul confine tra Stati Uniti e Québec, la Summer of Love sembra un'estate come un'altra. Il campeggio sul lago è stracolmo di turisti americani, i cottage sul limitare del bosco ospitano famiglie festanti e allegri barbecue, i residenti canadesi si mescolano senza tensioni ai vacanzieri. L'idillio si rompe dopo che Zaza Mulligan, diciassettenne americana dai capelli rossi, le lunghe gambe abbronzate e il sorriso facile, viene ritrovata senza vita tra gli alberi. Sembra che a ucciderla sia stata una trappola per orsi. Ma quando anche la sua amica Sissy Morgan, bionda lolita che insieme a Zaza attirava gli sguardi di tutti gli uomini di Bondrée, muore in circostanze misteriose, la paura, il sospetto e il senso di colpa si diffondono nella piccola comunità. Le indagini vengono affidate all'ispettore capo Stan Michaud e al suo vice Jim Cusack, accompagnati dall'interprete Brian Larue: all'inedito terzetto spetterà il compito di decifrare i minacciosi silenzi degli abitanti francofoni e di provare ad allentare le tensioni tra americani e canadesi che la morte delle due adolescenti porta alla luce. Tensioni che affondano le proprie radici nella storia del luogo e nell'amore disperato tra un cacciatore solitario e una donna sfortunata. Ma sarà lo sguardo di una bambina ad aiutare davvero gli inquirenti a osservare la realtà da una prospettiva diversa, diradando le nebbie che avvolgono segreti e bugie di una comunità che non ha ancora fatto i conti con il proprio passato. -
Sull'acqua
Ad Amsterdam, nella calda estate del 1939, due ragazzi di diciassette anni vogano sull'Amstel. Il fiume scorre lento, Anton e David formano un'unità armoniosa con la barca, le acque cristalline e il cielo. La loro felicità è fatta di «carne, muscoli, sole e legno, acqua e pietra». È concreta, palpabile. Mentre l'Europa trattiene il respiro davanti allo spettro della guerra, la vita di Anton e David è lì, è l'intenso allenamento con il riflesso del sole sullo scalmo di rame, due corpi che eseguono gli stessi movimenti, perfettamente sincronizzati, uniti dalla fatica e dall'esaltazione, dal miracolo del lavoro di squadra. Il richiamo costante e irresistibile dell'acqua, la relazione quasi mistica con il fiume, cancellano tutte le paure. Sono due ragazzi profondamente uniti dalla stessa passione, la più forte che mai conosceranno. Cinque anni dopo, Anton è davanti al club di canottaggio abbandonato. La guerra è sullo sfondo, la casa di David è vuota. Rimane viva, nel corpo e nella mente, la memoria di un'amicizia preziosa e irripetibile, di un tempo dove tutto era ancora possibile, e di quella gioia pura che solo il risultato di uno sforzo fisico può dare. -
Daldossi ovvero la vita dell'istante
«Non aveva fatto che qualche fotografia,rnnient’altro. Non aveva impedito niente.rnAveva sempre e solo aspettatornche qualcosa accadesse»rnrn«Daldossi è una figura di straordinariarnmodernità: un uomo smarrito, spezzato,rnsensibile» - Die ZeitrnrnrnBruno Daldossi ha dimenticato da un pezzo che cosa sia la normalità. Stimato fotografo di guerra, dopo molti anni passati a ritrarre la devastazione delle terre lacerate dai peggiori conflitti, sente che è arrivato il momento di rimettere un po' d'ordine nella sua vita. Tornato a Vienna con il desiderio di fermarsi, si trova però impreparato davanti alla scelta di Marlis, la sua amata compagna, che ha deciso di lasciarlo per un altro uomo. La solitudine improvvisa e l'amarezza che nascono dall'abbandono lo portano a riflettere su se stesso e a guardare la sofferenza, che così spesso si è limitato a immortalare, con occhi diversi, chiedendosi come sia possibile conviverci. La macchina fotografica non è un filtro: dentro di sé, impresso a fuoco, Daldossi custodisce tutto quello che ha visto e documentato, e ora, incapace di riprendersi quella ""vita superflua"""" che si è sempre negato, sente che il suo tentativo di riprodurre la realtà nelle fotografie è naufragato. Chi può dire quando è doveroso intervenire sul campo e quando invece è giusto scattare? Una fotografia può comunicare davvero il dolore? Può essere uno strumento per recuperare ciò che si è perduto? Quelle immagini con cui Daldossi credeva di fermare il tempo, indelebili nella sua mente, gli altri si limitano a scorrerle sulle pagine delle riviste a colori, senza comprendere. Nella sua inquieta ricerca di un posto nel mondo, per scendere finalmente a patti col suo mestiere, il fotografo dovrà arrivare fino a Lampedusa: solo lì, nell'estremo Sud dell'Europa, al seguito di una vecchia amica giornalista, sarà pronto ad affrontare la realtà con una consapevolezza del tutto nuova."" -
Paolo Bini. Spazi immensi. Ediz. a colori
A soli trentaquattro anni, Paolo Bini si sta rivelando come uno dei pittori italiani più interessanti e originali dell nuova generazione, già maturo per un confronto internazionale. Artista istintivo e ricercatore, colorista e stratificatore, ammalia lo sguardo e aggredisce lo spazio dell pittura nel quadro in un continuo movimento tra dentro e fuori. Pittura di spazi dunque, spazi che diventano immensi perché la pittura li buca, li attraversa, li sovverte, mettendo in crisi la consueta percezione frontale. Ogni sua mostra, ogni suo intervento include dettagli minimi invece fondamentali: la posizione delle opere nello spazio, i rapporti dimensionali, l'equilibrio formale tra campi di colore e illusorie monocromie. L'analisi critica dell'opera di Bini è affidata in questo volume ai testi di Luca Beatrice e di Alessandra Troncone. -
Antonello da Messina. Ritratto d'uomo. Ediz. italiana e inglese
Il ""Ritratto d'uomo"""" di Antonello da Messina, proveniente dalle collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Palazzo Madama a Torino, è una delle opere più celebri della pittura italiana ed è stata realizzata da una delle grandi menti innovatrici del Rinascimento. Il soggetto è un uomo di cui non conosciamo l'identità, che indossa una veste rossa e un cappuccio la cui estremità ricade sulla spalla destra. Il busto, posto in diagonale, suggerisce la linea di profondità del campo visivo; la testa è lievemente ruotata e lo sguardo punta verso l'osservatore, al quale lo sconosciuto rivolge anche un sorriso enigmatico, velato di ironia e, forse, di una lieve punta di disprezzo. Il fascino di questo piccolo dipinto, la sua provenienza e le vicende biografico-artistiche del suo autore sono indagate nei saggi di Enrica Pagella, Anna La Ferla e Simone Baiocco, che compongono questo prezioso volume di piccolo formato. In un'edizione ampliata e bilingue (italiano e inglese) e con la veste grafica della collana, il libro ripropone i contenuti pubblicati in occasione del primo appuntamento della serie dell'Ospite illustre alle Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli nel 2015."" -
Freddo sud. Le inchieste di Annika Bengtzon. Vol. 8
A Marbella, l'intera famiglia di Sebastian Söderström, idolo svedese di hockey sul ghiaccio, viene sterminata da un attacco con il gas a opera di una banda di rapinatori. Una tragedia che sconvolge la comunità straniera di ricconi e celebrità, che si godono le meraviglie della Costa del Sol protetti da alte mura e sofisticati sistemi d'allarme. Annika Bengtzon raggiunge la Spagna come inviata della Stampa della sera, lasciandosi per qualche giorno alle spalle a Stoccolma la sua faticosa routine di casa-lavoro-bambini, complicata dall'imminente divorzio da Thomas e da un nuovo superiore che la perseguita in redazione. Mentre la polizia spagnola è pronta ad archiviare il caso, lei si convince che i Söderström non siano morti per l'errore di qualche ladro anonimo: qualcuno ha progettato di ucciderli. Vulnerabile e testarda, Annika cerca la verità in un ambiente dove i segreti vengono custoditi per generazioni: al di là delle sontuose facciate, trova un mondo parallelo di corruzione e droga, che un filo di sangue lega a uno sperduto podere della Svezia. Liza Marklund costruisce la nuova inchiesta della sua reporter Annika Bengtzon basandosi su fatti reali, e dà vita a un thriller che fa emergere gli abissi della cosiddetta società bene. -
La mano sinistra del diavolo. La serie di Radeschi. Vol. 3
A Capo di Ponte Emilia non accade mai nulla. Fino al giorno in cui il piccolo paese della Bassa Padana viene sconvolto dal ritrovamento di una mano mozzata nella cassetta delle lettere di un anziano pensionato. A Milano accadono molte cose, ma né la scomparsa del proprietario di un ristorante giapponese né il ritrovamento in un parco del cadavere di una ragazza riescono a sconvolgere il ritmo della città. Morti e misteri che piombano nella vita di Enrico Radeschi, intraprendente cronista di nera, che si trova, un po’ per caso e un po’ per mestiere, a condurre una doppia indagine tra le notti della metropoli lombarda e le sonnolente giornate della provincia. Cammina Radeschi, inseguendo storie che nascondono segreti del passato e violenze di oggi. Cammina Radeschi, perché dietro a ogni notizia ci sono un mistero che chiede di essere svelato e una mano che tira le fila di tutto. -
Ombre sul lago. I delitti del lago di Como. Vol. 1
Sulle montagne sopra il lago di Como, durante i lavori di costruzione di una nuova strada verso il confine svizzero, vengono alla luce dei resti umani. A chi appartengono? Chi si nasconde dietro la misteriosa sigla K.D. ritrovata su un portasigarette d'argento? E come è coinvolta in tutto questo la potente famiglia Cappelletti, trincerata nella sua villa e nel suo immenso giardino? L'indagine è affidata al commissario Stefania Valenti, quarantacinquenne, separata, con una figlia di undici anni, ostacolata perché donna, ma molto più determinata e in gamba di tanti suoi colleghi maschi. Sempre accompagnate dal vento leggero di Breva, le ricerche affondano a poco a poco nel passato, quando sulle rive del lago transitavano clandestinamente persone e cose: contrabbandieri, disertori, partigiani, agenti segreti, membri della Gestapo, ebrei in fuga, e poi quadri, oggetti preziosi, denaro. Perché è lì, ben nascosta, che si annida la soluzione del caso. -
Effetto domino
Ci sono uomini abituati a esprimersi solo attraverso il denaro. Uomini che non vanno liquidati con facili parole: lo sa bene Romolo Bugaro, avvocato e scrittore, che conosce da vicino - grazie al suo lavoro - le traiettorie di ascese e fallimenti. Ritrarli con verità, nel bene e nel male di cui sono capaci, è la scommessa di questo suo romanzo. Perché la verità non indebolisce il giudizio etico, anzi lo rafforza proprio nella misura in cui lo complica. Quando uomini come questi si mettono in testa di concludere un grande affare - ad esempio di costruire una città di lusso nella provincia veneta, facendola spuntare come un fungo dall'oggi al domani - niente può fermarli. O forse sì. Forse può accadere che il semplice «no» di una banca produca un effetto domino senza fine, travolgendo le vite di tutti: grandi costruttori, piccoli imprenditori, camionisti, casalinghe, bambini ignari. Perché quando la valanga comincia a muovere verso valle, non c'è salvezza per nessuno. In una storia di uomini ossessionati dal lavoro, dal denaro e dal potere, però, non tutto è come sembra, e forse l'espressione tecnica «segnalazione a sofferenza» può rivelarsi per molti di loro una metafora perfetta. -
Cronaca della fine
«Nella primavera del 1970, quando la rivolta giovanile ormai si era irradiata dal cuore dell'Europa dando vita al decennio della politica e della creatività, del pacifismo e della lotta armata, dell'amore estatico e dell'odio ideologico, la Arnoldo Mondadori editore pubblicò un romanzo in lode di Hitler, ma non se ne accorse nessuno». Il romanzo si chiamava ""La distruzione"""", l'autore Dante Virgili. Franchini comincia ripercorrendo il tormentato iter che portò i funzionari di allora alla decisione di pubblicare l'unica opera apertamente e dichiaratamente nazista della letteratura italiana. Poi ricostruisce, attraverso testimonianze di chi lo conobbe e ricordi personali, la figura di Dante Virgili che fu, senz'altro e per molti aspetti, un piccolo mostro, ma anche uno scrittore potente e visionario, un uomo ferito la cui follia poteva essere così contagiosa che quei funzionari, i quali naturalmente non condividevano nessuna delle sue idee, lo aiutarono in tutti i modi, per anni, dentro e fuori dalle cliniche. Tutto perché quel demone potesse scrivere il libro terribile e assoluto che molti si aspettavano da lui. Quel libro arrivò, nel 1991. Si intitolava """"Metodo della sopravvivenza"""". Solo che la decisione adesso spettava ad Antonio Franchini, l'autore di questa storia, e lui scelse di non pubblicarlo. """"Cronaca della fine"""" non è solo un'inchiesta su un caso editoriale: è un'opera sul giudizio, sui giudici e le loro debolezze, sui sommersi e i salvati della letteratura, sulle frustrazioni della vita che cercano riscatto nella scrittura o in un gesto estremo, nel fioco lume di misere perversioni o nella luce abbagliante del male assoluto."" -
Quando vi ucciderete, maestro?
In questo libro Antonio Franchini intreccia le sue due grandi passioni, il combattimento e la letteratura, e si scopre, tra l'altro, che il combattimento non è solo «corpo» e la letteratura non è solo «spirito»: entrambi sono in continuo, appassionato scontro con il proprio limite. Perché sia le discipline che insegnano a incrementare la forza fisica sia quelle volte ad allargare il patrimonio culturale non nascondono un analogo destino di sopraffazione, due volontà di potenza tra cui è difficile istituire una gerarchia. Alternando a brevi riflessioni i ricordi e le esperienze, mescolando le tracce lasciate da una gioventù trascorsa in scantinati e palestre a un'assidua frequentazione della pagina scritta, l'autore ci racconta storie di giovani uomini e di grandi maestri, di orgoglio e di frustrazione, di eroismo e di umiltà, eventi piccoli e grandi accomunati da una tensione a scoprirsi e a capire, oltre la patina che spesso ricopre il senso profondo delle cose, oltre le zone di dubbio, di convenzione, di vera e propria falsità. Gli incontri che facciamo seguendo il doppio tracciato delle arti marziali e della letteratura sono singolari e tutti ugualmente importanti, da Simone, «ragazzo dall'aria distratta, con una sua evasiva bellezza» a cui bisogna dire solo «vai e fai vedere a questa gente cos'è la savate», a Claudio, grande filologo classico e sollevatore di pesi, al grande maestro di spada Minamoto Musashi, vissuto nel periodo Edo, a Hemingway, a Mishima, fino all'omonimo parente diventato eroe. -
Scusate le ceneri. Biografia romanzata di Dorothy Parker
"Scusate le ceneri"""" è la storia di Dorothy Parker (1893-1967) che, nel linguaggio preciso e partecipe di Gaia de Beaumont, diventa un'opera di narrativa, un """"romanzo di vita"""". Come è una vita da romanzo quella di Dorothy, ironica, amara e disincantata scrittrice, poetessa e giornalista. Bambina schiacciata dalla tragedia della morte della madre - «come ha potuto morire senza avvertirmi!» -; giovane donna splendente di successo, fascino e mondanità; acclamata firma dei principali giornali e intellettuale «impegnata contro tutti», adorata dai mariti e dagli amanti; amica di Hemingway, Fitzgerald, Dos Passos. Eppure un continuo senso di angoscia - due aborti, alcol, due tentativi di suicidio - attanaglia la sua vita fino alla fine, nel vecchio albergo per signore rispettabili, dove trascorre i suoi giorni in povertà perché vuole conservare i soldi per lasciarli in eredità a Martin Luther King. Una piccola donna di settant'anni sopravvissuta al suo tempo. «Sono una scrittrice a breve distanza» aveva detto una volta, allontanando da sé l'idea di scrivere un romanzo, «inutile che provi a fare le mille miglia.» Ci ha allora provato Gaia de Beaumont, con sensibile intelligenza, riflettendo e illuminando - come fa uno specchio quando se ne guarda tanto intensamente il riflesso da provarne una sensazione più originale, viva e immediata della realtà - la straordinaria donna che Dorothy Parker è stata." -
Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta
Chi è stato davvero Catilina? Quali gli scopi della sua famosa congiura? In questo volume Massimo Fini ci offre una delle sue originali biografie, autentiche rivisitazioni critiche di personaggi troppo facilmente liquidati dalla storiografia tradizionale. La figura che qui viene tratteggiata è ben lontana dal personaggio tramandatoci da Cicerone e Sallustio. Patrizio di nobilissima origine, bello e inquieto, Catilina si oppose alle corrotte oligarchie dominanti e abbracciò la causa della plebe. Guardava alla Roma delle origini, dove i valori erano l’onore, la dignità, il coraggio fisico e morale, la protezione dei deboli, un tempo in cui la classe dirigente non mascherava ancora dietro nobili parole la difesa dei propri privilegi. Più volte Catilina tentò la via legale del consolato: ne fu sempre respinto con brogli. Allora decise che ne aveva abbastanza e prese le armi. Impavido, affrontò lo scontro con forze enormemente superiori. E morì, pagando con la vita la fedeltà a se stesso. -
Quello che non uccide. Millennium. Vol. 4
Da qualche tempo Millennium non naviga in buone acque e Mikael Blomkvist, il giornalista duro e puro a capo della celebre rivista d’inchiesta, non sembra più godere della popolarità di una volta. Sono in molti a spingere per un cambio di gestione e lo stesso Mikael comincia a chiedersi se la sua visione del giornalismo, per quanto bella e giusta, possa ancora funzionare. Mai come ora avrebbe bisogno di uno scoop capace di risollevare le sorti del giornale insieme all’immagine – e al morale – del suo direttore responsabile. In una notte di bufera autunnale, una telefonata inattesa sembra finalmente promettere qualche rivelazione succosa. Frans Balder, un’autorità mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale, chiede di vederlo subito. Un invito che Mikael Blomkvist non può ignorare, tanto più che Balder è in contatto con una super hacker che gli sta molto a cuore. Lisbeth Salander, la ragazza col tatuaggio della quale da troppo tempo non ha più notizie, torna così a incrociare la sua strada, guidandolo in una nuova caccia ai cattivi che punta al cuore stesso della Nsa, il servizio segreto americano che si occupa della sicurezza nazionale. Ma è un bambino incredibilmente dotato per i numeri e il disegno a custodire dentro di sé l’elemento decisivo per mettere insieme tutti i pezzi di quella storia esplosiva che Millennium sta aspettando.