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Animal Factory
Ron Becker era solo un piccolo spacciatore quando è stato incarcerato. Ma nell'inferno di San Quintino una pena di due anni senza sconti basta a segnarlo per tutta la vita. In galera Ron conosce la violenza razziale, i soprusi dei secondini, il nonnismo dei detenuti ""anziani"""". E, soprattutto, conosce Earl Copen, il Satana di quell'inferno, la bestia che gli insegnerà a essere peggiore di tutti quanti."" -
Guantanamo. Usa, viaggio nella prigione del terrore
Si tratta del primo reportage sul campo di prigionia di Guantanamo dove sono reclusi oltre seicento uomini di quarantadue paesi, ritenuti affiliati di Al Qaeda catturati nella guerra al Terrore. Bonini, giornalista di ""Repubblica"""", ha qui ripreso i reportages pubblicati sul quotidiano integrandoli con un'ampia narrazione inedita. Ne risulta un quadro contraddittorio e vivissimo, dove nulla appare scontato e tutto è da scoprire, dal dettaglio sulla confezione del cibo alle confessioni dei carcerieri. Ogni capitolo contiene un'appendice documentale spesso inedita. """"Guantanamo è il non-luogo dove l'America ha imprigionato l'incubo di un nemico inafferrabile, dandogli un volto. Non è terra di redenzione, ma laboratorio di punizione senza speranza."""""" -
Senza polvere senza peso
Questo nuovo libro nasce lontano dalla scena: è infatti meno declamato, più calmo, interiore. Sono confermate le qualità del suo canto, che attraverso una scrittura di viva tensione, come pronunciata in trance e che sembra affiorare da livelli preconsci, compone versi di suggestione lirico-visionaria, in cui le inquietudini dolenti della prima raccolta aspirano a distendersi in immagini di gioia. -
L' utopia spodestata. Le trasformazioni culturali della Russia dopo il crollo dell'URSS
Docente di Lingua e letteratura russa presso l'Università di Trento, autore e curatore di testi per diversi editori, Mauro Martini offre con questo libro una panoramica completa della cultura russa contemporanea, una scena intellettuale e culturale che dopo anni di ""stagnazione"""" e periodi di transizioni è tornata a essere estremamente interessante e vivace. Il volume non analizza solo la letteratura, ma anche il cinema, il teatro e la musica della nuova Russia."" -
Prima che il gallo canti: Il carcere-La casa in collina
Mai come in queste pagine la tormentata riflessione intellettuale di Pavese si unisce a una lucida analisi dei personaggi e dei luoghi, in un confronto serrato tra la solitudine, il ripiegamento interiore e l'urgenza del mondo: il tentativo, tutto pavesiano, di una conciliazione profonda e sofferta tra il mito e la storia.«C'è l'ipotesi che questo libro sia il piú rivelatore sulla diversità di Pavese rispetto a tutti gli altri scrittori del suo tempo» – Francesco PiccoloScritti a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, Il carcere e La casa in collina sono i due romanzi brevi che sancirono la maturità artistica di Cesare Pavese. Diversi per intensità della narrazione, ma analoghi per comunanza d'esperienza umana, ne Il carcere Pavese segue la vita di un confinato politico, Stefano, in un paesino del Sud. Ne La casa in collina le vicende personali di Corrado si intrecciano inesorabilmente ai drammatici eventi storici di Torino bombardata, la resistenza operaia, i partigiani, i fascisti. Mai come in queste pagine la tormentata riflessione intellettuale di Pavese si unisce a una lucida analisi dei personaggi e dei luoghi, in un confronto serrato tra la solitudine, il ripiegamento interiore e l'urgenza del mondo: il tentativo, tutto pavesiano, di una conciliazione profonda e sofferta tra il mito e la storia. Con uno scritto di Italo Calvino; una nota di Laura Nay e Giuseppe Zaccaria; la cronologia della vita e delle opere; l'antologia della critica. -
Il sapere mitico. Un'antropologia del mondo antico
L'universo narrativo degli antichi non costituiva soltanto un serbatoio di storie appassionanti, ma anche uno strumento per costruire, trasmettere e comunicare modelli di pensiero e forme di comportamento sociale propri della cultura che lo aveva generato.Al centro dell'interesse di questo volume troviamo i temi di maggior rilevanza – l'essere umano, il divino, il genere, lo spazio e il tempo... – che emergono dai miti e dai racconti dei Greci e dei Romani. Tutti questi temi sono analizzati secondo una prospettiva antropologica e organizzati in modo da consentire una visione sinottica delle corrispondenze – e delle non meno significative differenze – tra le «mappe concettuali» delle due civiltà. Troppo spesso, infatti, le due culture sono ancora trattate come un unicum indistinto e confuso, nel quale la civiltà romana viene sistematicamente descritta come una copia sbiadita del supposto originale greco. Negli innumerevoli racconti di cui questo libro si compone, narrazione e conoscenza si intrecciano, per spalancare altrettante finestre sul mondo affascinante della cultura antica. -
Annalena
«Lei è stata la dismisura in tutto, ma la vita è anche mancare qualcosa, non riuscire in qualcosa, non colmare la misura fino all'orlo».Annalena Tonelli, capelli al vento, sfreccia in bicicletta all'alba per le strade di Forlí: corre dai bisognosi, dagli ultimi. Lo farà per tutta la vita. Fino a fondare una missione in Africa, a rinunciare a tutto, fino a venire uccisa perché donna, bianca, senza un uomo a fianco, e senza paura. Annalena Benini la conosce da sempre questa storia, fa parte della sua famiglia. Ma adesso qualcosa è successo e quel nome identico al suo la insegue come una domanda, come un pungolo: può arrivare a capire tutto di quella donna cosí estrema, libera, coraggiosa? C'è un mistero che resta.rnUn viaggio personalissimo e profondo dentro il cuore della forza femminile, tra dedizione e potere, grandezza e senso del limite, talento e vocazione.rnDue donne con lo stesso nome, due vite lontanissime. Annalena Tonelli aspira all’assoluto, Annalena Benini davanti all’assoluto vacilla. Come tutti noi. Ma con sguardo disincantato, estremamente contemporaneo, si confronta con quella figura magnetica e schiva che incarna la fragilità e la potenza di tutte le donne, e che di continuo le dice: e tu? Da una polmonite anche un po’ comica fino alla scelta piú estrema: in entrambi i casi si tratta di scosse. Annalena Tonelli è una ragazza degli anni Sessanta col futuro in mano: bella, il pensiero affilato e veloce, la prima fra gli amici a ballare il twist, borse di studio a Boston e New York, poi la laurea in Giurisprudenza. Ma a diciannove anni ha già incontrato la sua vocazione, «perché non è possibile amare i poveri, senza desiderare di essere come loro». Cosí allena il suo corpo a dormire quattro ore per notte, a vivere di pochissimo, elimina per sempre la vanità dalla sua vita. Non vuole che nessuno si innamori di lei, perché lei arde già di amore per gli ultimi della Terra. E questo sentimento bruciante la spinge lontano da Forlí, a coltivare il fiore dell’umanità nei deserti piú aridi. Illuminata dall’amore per Dio e dall’umanesimo di Simone Weil, Etty Hillesum, Virginia Woolf: esprime il massimo della libertà nel massimo dell’umiltà. Annalena Tonelli ha esercitato, con la vita e con gli scritti, un pensiero altissimo e dirompente, con il quale Annalena Benini si confronta e si scontra. Questo libro è un viaggio moderno e accidentato, ricco di domande e confessioni, nel tentativo di guardare, dal basso, con piena coscienza dei propri limiti, e non senza autoironia, la scala che sale fino all’assoluto. Arrivando alla scoperta entusiasmante e complessa che il pensiero piú libero e coraggioso del Novecento è un pensiero femminile. -
La felicità del lupo
Fausto si è rifugiato in montagna perché voleva scomparire, Silvia sta cercando qualcosa di sé per poi ripartire verso chissà dove. Lui ha quarant'anni, lei ventisette: provano a toccarsi, una notte, mentre Fontana Fredda si prepara per l'inverno. Intorno a loro ci sono Babette e il suo ristorante, e poi un rifugio a piú di tremila metri, Santorso che sa tutto della valle, distese di nevi e d'erba che allargano il respiro. Persino il lupo, che mancava da un secolo, sembra aver fatto ritorno. Anche lui in cerca della sua felicità.«Un libro che sta racchiuso nei silenzi. Negli spartiti dei fiati, per esempio, è la virgola a dare il respiro, in poesia invece è l'andare a capo, mentre nei passi di montagna il respiro è una regola non scritta. Fiato, poesia, montagna, silenzi: è in questi elementi che si può riassumere l'ultimo libro di Paolo Cognetti.» – Eugenio Giannetta, Avvenire«Non è un romanzo sulla solitudine e non è un romanzo sulla montagna. La solitudine e la montagna sono parti fondamentali e vive di un racconto terso sugli incontri fra esseri umani.» – Annalena Benini, Il Foglio«Silvia rise. E di cosa sa gennaio? Di cosa sapeva gennaio? Fumo di stufa. Prati secchi e gelati in attesa della neve. Il corpo nudo di una ragazza dopo una lunga solitudine. Sapeva di miracolo.»rnArrivato alla fine di una lunga relazione, Fausto cerca rifugio tra i sentieri dove camminava da bambino. A Fontana Fredda incontra Babette, anche lei fuggita da Milano molto tempo prima, che gli propone di fare il cuoco nel suo ristorante, tra gli sciatori della piccola pista e gli operai della seggiovia. Silvia è lí che serve ai tavoli, e non sa ancora se la montagna è il nascondiglio di un inverno o un desiderio duraturo, se prima o poi riuscirà a trovare il suo passo e se è pronta ad accordarlo a quello di Fausto. E poi c'è Santorso, che vede lungo e beve troppo, e scopre di essersi affezionato a quel forestiero dai modi spicci, capace di camminare in silenzio come un montanaro. Mentre cucina per i gattisti che d'inverno battono la pista e per i boscaioli che d'estate profumano il bosco impilando cataste di tronchi, Fausto ritrova il gusto per le cose e per la cura degli altri, assapora il desiderio del corpo e l'abbandono. Che esista o no, il luogo della felicità, lui sente di essere esattamente dove deve stare. Di Paolo Cognetti conosciamo lo sguardo luminoso e la voce limpida, il dono di osservare le relazioni umane nel loro dialogo ininterrotto con la natura, che siano i boschi di larici dei duemila metri o il paesaggio di roccia e ghiaccio dei tremila. Con le loro ferite e irrequietezze, quando scappano e quando poi fanno ritorno, i suoi personaggi ci sembrano amici che conosciamo da sempre, di quelli rari. È per questo, forse, che tra le pagine vive di questo libro purificatore abbiamo l'impressione di attraversare non le stagioni di un anno, ma di una vita intera. -
Farfalle e falene. Il libro dei disegni di William Jones. Ediz. illustrata
L'edizione completa in facsimile del prezioso manoscritto conservato nel Museo di storia naturale dell'Università di Oxford, che illustra oltre 760 specie di lepidoptera (farfalle e falene) di tutto il mondo, alcune ormai estinte, commentato da un rinomato entomologo. Con 1500 illustrazioni a colori nel testo.«Un incredibile manoscritto conservato nel museo di Storia naturale dell'Università di Oxford, e mai stampato. Fino a oggi.» – Luigi Mascheroni, il GiornaleGli iconotipi del grande naturalista William Jones di Chelsea sono una delle opere più importanti sulle farfalle e le falene dal punto di vista scientifico mai prodotte, e visivamente sono davvero splendidi. Il volume contiene 1.500 disegni acquerellati, finemente dipinti, di oltre 850 specie di lepidotteri, molti dei quali mai descritti prima di allora; un'opera dunque di grandissima importanza per lo studio della storia naturale e di sbalorditiva bellezza. Questo lavoro fondamentale viene pubblicato per la prima volta, accompagnato da commenti di un esperto entomologo e da nuove mappe annotate che indicano dove si trovava ciascuna specie nel momento in cui venne scoperta. -
Le api non vedono il rosso
Una bambina viene travolta da un'auto che nessuno stava guidando. All'apparenza non c'è un mistero, non c'è una colpa: la macchina era a guida autonoma, la bimba è scattata avanti all'improvviso... Eppure le domande sono tante, troppe. Giulio, l'ingegnere che ha progettato l'automobile, da un giorno all'altro viene accusato di omicidio. Tra avvocati, giudici, lo sguardo dei figli adolescenti e i molti interrogativi per cui non esiste risposta, non può evitare di chiedersi cosa significhi essere responsabili dei propri gesti. Giorgio Scianna sa raccontare quello che succede quando la vita ci costringe a cambiare, e quando una famiglia precipita nel mezzo della tempesta.rn«Il gioco del caso qui sovverte la quotidianità di persone qualunque, protette dalle abitudini e dagli agi conquistati col lavoro di tutti i giorni» - Raffaella De Santis, Robinson«Era successo una domenica mattina. Giulio era sereno, lontano da quello che stava capitando a mille chilometri da lí. Mentre versava le crocchette al gatto, in quel viale di Lecce era già arrivata la macchina della polizia e, inutilmente, l'ambulanza.»Una sera come tante Giulio torna dall'ufficio, e davanti al cancello della sua casa di Pavia trova ad aspettarlo una frotta di giornalisti. Dall'altra parte dell'Italia un'auto ha travolto e ucciso una bambina, sebbene nessuno la stesse conducendo. Era una macchina a guida autonoma, e l'ingegnere che si è occupato del progetto è proprio lui. Fino a un istante prima Giulio era un marito e un padre qualunque, con un lavoro sicuro, una famiglia che gli voleva bene e lo aspettava a casa per cena: adesso è al centro di un assedio. I litigi con la moglie, le discussioni con i ragazzi che nel frattempo diventano sempre piú adulti, la cronaca cittadina che mormora e soprattutto la strategia difensiva da preparare con l'avvocato. E cosí, mentre Tania cerca di salvare il loro matrimonio, mentre Chiara si chiude in se stessa e Ale si prende cura di uno dei bambini in difficoltà a cui fa da allenatore di calcio, Giulio si ritrova all'improvviso nell'occhio del ciclone. Chi è il responsabile di quella morte: il conducente o il progettista? Quando inizia il processo, i suoi colloqui con il giudice sono un duello psicologico, un botta e risposta e insieme una strettissima danza a due. Tra ritmi serrati da romanzo processuale e il racconto intimo di una famiglia di fronte alla prova piú difficile, Scianna affronta argomenti inesplorati, che hanno a che fare con l'etica del futuro, l'intelligenza artificiale e le zone d'ombra delle nostre responsabilità individuali. Le api non vedono il rosso è un romanzo che ci chiama in causa, ci interroga, ponendoci le domande giuste per capire che cos'abbiamo intorno. E insieme apre le porte a un dibattito che nei prossimi anni occuperà di peso il discorso pubblico e, forse, riconfigurerà la nostra morale. Nessuno scrittore italiano parla ai ragazzi e ai loro genitori come sa fare Giorgio Scianna. -
Racconti del pianeta Terra
Oggi piú che mai ci serve un alfabeto nuovo con cui ripensare il mondo, e il modo scriteriato che abbiamo di abitarlo. Benvenuti nell'Antropocene: l'era geologica – la nostra – in cui l'uomo è diventato l'agente di trasformazione decisivo del pianeta. L'uomo al centro di tutto, che sta distruggendo tutto. Siamo già in ritardo: dobbiamo intervenire e dobbiamo farlo subito, lo sappiamo, ma per cambiare abbiamo bisogno di comprendere; e per comprendere, fin da bambini, ci servono le parole. Al centro dei venti racconti scelti da Niccolò Scaffai, il futuro che si apre e il passato profondo della Terra si intrecciano e si specchiano. Scrittrici e scrittori prodigiosi illuminano il nostro sguardo una volta per tutte, aiutandoci a ragionare sul rapporto che intratteniamo con le altre specie, sul nostro impatto ambientale, sul fantasma dell'emergenza in arrivo. Se Leopardi nelle Operette morali aveva anticipato il tema dell'estinzione, qui si arriva ai territori della distopia esplorati da Amis, Ballard e Le Guin, attraversando il tempo e lo spazio del pianeta Terra. E poi Jack London rovescia nell'allegoria le scoperte scientifiche della sua epoca, Rigoni Stern sussurra con saggezza dei ghiri e degli abeti, Ortese e Safran Foer denunciano la relazione dispari tra animali e uomini, mentre Volodine li colloca finalmente sullo stesso piano, ma spingendosi a un passo dal buio. E ancora, Sebald passeggia per la costa inglese e ci rapisce con la sua curiosità, Coetzee ci trascina in un mercato africano dove vengono macellate le capre, Sjöberg dalla sua isola al largo di Stoccolma ci parla di ecosistemi fragili, mosche e piante carnivore. Con le riflessioni ecologiste di Ghosh, Zadie Smith, Franzen, e con uno scritto di Margaret Atwood tradotto per la prima volta in italiano, ci ritroviamo infine a guardare il problema dritto negli occhi, attrezzati dell'unica arma che ci rimane per affrontarlo: la consapevolezza. -
Con molta cura. La vita, l'amore e la chemioterapia a km zero. Un diario 2015-2017
Il commiato di un uomo che ha dedicato tutto sé stesso alla letteratura. E che ha saputo cercare la grazia nel mondo dal primo all'ultimo giorno della sua vita.«C'è un unico punto e un unico momento in cui la luna piena entra nella mia stanza, un unico momento in cui può accadere questo, tutto diventa luce, e in quattro anni finora non mi ero accorto mai, pensavo, non avevo mai visto. Adesso lo vedo. Fui travolto da una gioia che non provavo piú da bambino, quando rimanevo per lungo tempo con gli occhi nel bianco, nella camera buia. Quando correvo nei campi sulle stoppie a piedi nudi, le notti di luna. Gioia, e gratitudine». «Qualcuno interpreterà Con molta cura come una preghiera laica, e non a torto. Io penso che sia un libro ""aperto"""", quanto di piú lontano da una visione estetizzante del mondo. È costanza, calma, lavoro interiore, alchemico. È sofferenza e gioia, disperazione e speranza. È meditazione sul qui e ora. Non è fuga dal reale. Si avvicina all'illuminazione del mistico che sa vedere nelle cose, anche le piú minute e insignificanti, il mistero dell'universo. Che è sempre, prima di tutto, il mistero di un'anima.» (dalla postfazione di Paolo Repetti)"" -
Cronache dal selvaggio West. Hap e Leonard, le origini
Risse da bar, scazzottate sul ring, barbecue in famiglia e l'incessante lotta contro i torti sui piú deboli: cinque avventure inedite che riportano Hap e Leonard alla loro giovinezza e fanno luce sulle origini della loro leggendaria amicizia.«Spero che vi piacerà leggere questi racconti tanto quanto a me è piaciuto scriverli. E questo è quanto. Dalle terre selvagge del Texas orientale, vi mando un saluto.»Con l'umorismo nero che lo contraddistingue, e la malinconia di chi ha passato una vita con i propri personaggi, in Cronache dal selvaggio West Joe R. Lansdale approfondisce e arricchisce il mito di Hap e Leonard: a volte drammatici, a volte esilaranti, e sempre sopra le righe, in questi racconti estremamente autentici si ha la sensazione di tornare a casa dopo tanto tempo. Perché, come dice Hap: «Ci sono persone con cui non parli per un paio d'anni, forse di piú, ma appena le vedi ti sembra che abbiano lasciato la stanza solo un momento fa, e cosí fu per me e Leonard». -
Tutta colpa di Freud
Uno psicanalista specializzato in terapia di coppia e tre donne affette dalla malattia piú diffusa al mondo: l'amore. Una storia che è già diventata un film e una serie tv.– Per completare il quadro, – fece Francesco, prendendo una lavagnetta, – memorizza queste frasi tipicamente maschili alle quali non devi mai, mai e poi mai credere per nessun motivo. Scrisse col gesso: NON VOGLIO FERIRTI. RESTIAMO AMICI. LO FACCIO PER TE. IO NON TI MERITO. – L’ultima esiste anche nella variante: «Tu meriti di piú», – concluse. – Io aggiungerei: «Ho perso il tuo numero» e «Ho bisogno di tempo», – si inserí Marta. – E non dimentichiamo: «Lei è solo un’amica» e «Sono un po’ confuso», – disse Emma ridendo. – Be’, tranne quella del numero, me le hanno già dette tutte. Quindi tranquilli, – commentò Sara divertita.Dopo un anno passato a New York, Sara sembra avere trovato la compagna ideale: è pronta a sposarla, ma la loro storia finisce e si ritrova sola. Decide cosí di tornare in Italia e, a trentun anni, di vivere da eterosessuale. Marta, invece, è una sognatrice sempre attratta da uomini irraggiungibili; quando dalla sua libreria nel centro di Roma spariscono alcuni volumi si mette sulle tracce del probabile ladro, un ragazzo sordomuto e schivo che si rivela molto affascinante. Quanto a Emma, diciottenne prossima alla maturità, ha una storia con Alessandro, premuroso, sensibile, quasi perfetto, se non fosse che ha cinquant'anni ed è sposato da cinque. Situazioni non semplici, ma il vero caso disperato è quello di Francesco Taramelli, lo psicanalista che deve occuparsene. Sí, perché Sara, Marta ed Emma sono le sue figlie, le ha cresciute da solo dopo essere stato abbandonato dalla moglie, e anche se non è deontologicamente corretto, le aiuta a risolvere i problemi di cuore dalla poltrona del proprio studio.– Per completare il quadro, – fece Francesco, prendendo una lavagnetta, – memorizza queste frasi tipicamente maschili alle quali non devi mai, mai e poi mai credere per nessun motivo.Scrisse col gesso: NON VOGLIO FERIRTI. RESTIAMO AMICI. LO FACCIO PER TE. IO NON TI MERITO.– L'ultima esiste anche nella variante: «Tu meriti di piú», – concluse.– Io aggiungerei: «Ho perso il tuo numero» e «Ho bisogno di tempo», – si inserí Marta.– E non dimentichiamo: «Lei è solo un'amica» e «Sono un po' confuso», – disse Emma ridendo.– Be', tranne quella del numero, me le hanno già dette tutte. Quindi tranquilli, – commentò Sara divertita. -
I dubbi del giardiniere. Storie di slow gardening
Di fronte al riscaldamento globale il giardiniere procede con poche certezze e molti dubbi: poco lavoro, poca acqua e molta lentezza. Lo slow gardening non è un fatto di quantità ma di qualità.Questo libro è un «concentrato» di dubbi, un generatore di interrogativi. Non risolutivo ma, forse, utile. Accorgersi di ciò che accade nei nostri giardini è il primo passo per cambiarlo. È un viaggio che testimonia le tante conseguenze del famigerato surriscaldamento globale in giardino, evitando giudizi assoluti e formule stereotipate. Il giardino di domani, forse, sarà in grado di lavorare sul superfluo e sul pretestuoso, concentrandosi sull'espressione sincera dei luoghi. Il che già vale come una promessa di sostenibilità. Occorrerà rinunciare a qualcosa, riabituarci a ritmi meno nevrotici, fare i conti con poca acqua, pochissima manutenzione e tanta lentezza. Vuol dire rispettare i tempi e le condizioni che la natura impone. Lo slow gardening non è un fatto di quantità, ma di qualità. Piantare per contrastare il cambiamento climatico significa innanzitutto piantare assecondando il cambiamento climatico: trovare specie e tecniche che garantiscano la sopravvivenza pur in un contesto alterato e artificioso. -
Metamorfosi. Siamo un'unica, sola vita
Tutto è metamorfosi e di questo facciamo esperienza fin dalla nascita, perché nascere significa ereditare una vita che ha già vissuto – il suo Dna, il suo respiro, la sua carne, i suoi atomi – e sforzarsi di darle un altro volto. È ciò che accade a tutte le specie attraverso l'evoluzione: ciascuna è la metamorfosi di una forma che ha già vissuto e che si prolunga nella diversità dell'altra. Questa continuità lega tutti i viventi tra di loro e con la Terra, l'immenso bruco da cui si liberano, a ogni istante, le farfalle delle specie. Filosofo italiano tra i piú noti e stimati a livello internazionale, Emanuele Coccia ha fatto di questo libro brillante e originale, tradotto già in diverse lingue, la metamorfosi dei saperi piú diversi: dalla zoologia alla filosofia, dalla biologia alla linguistica, dalla botanica alla letteratura. Ne risulta una visione in cui l'essere umano stesso è uno zoo ambulante, frutto ed espressione di una forma di vita piú vasta e interconnessa. -
Africani europei. Una storia mai raccontata
La straordinaria storia degli africani europei che rivela antichi e svariati legami tra due continenti.Nel III secolo d.C. san Maurizio, un egiziano, divenne capo di una leggendaria legione romana. Fin da allora ci sono stati innumerevoli incontri tra quelli che sono definiti «africani» con coloro che vengono definiti «europei». Eppure ancora oggi si ritiene perlopiú che gli africani e gli africani europei siano in Europa una presenza recente. Olivette Otele ricostruisce un ampio retaggio afroeuropeo attraverso le vite di individui comuni e straordinari. Svela cosí un passato dimenticato, da quello dell'imperatore Settimio Severo a quello di africani ridotti in schiavitú che vivevano in Europa durante il Rinascimento; fino a giungere ai migranti dei nostri giorni che si dirigono verso le città europee. Nell'esplorare una storia che è stata ampiamente trascurata, Otele getta luce su questioni di grande attualità: il razzismo, l'identità, il potere e la resilienza.Sono stati scritti molti libri preziosi sulle vite dei neri nei contesti geografici piú disparati. Ma solo un numero ridotto di essi si occupa nello specifico dell'esperienza delle persone di origine africana in Europa prima dei due conflitti mondiali. Africani europei va a fondo nelle pieghe della storia europea in Africa e, viceversa, della storia africana in Europa, per capire come questi due continenti si siano contaminati a vicenda fin dall'antichità. Un esempio di questo scambio mai proficuo per la parte africana: san Maurizio veniva dall'Egitto e divenne capo di una legione romana nel III secolo d.C. ed è infatti spesso raffigurato come un santo dalla pelle nera. Proprio questo è il punto: la storia degli africani in Europa è sempre stata raccontata per eccezionalismi, ovvero singole figure che arrivavano da un altro continente e diventavano protagonisti di storie d'amore, spiritualità e violenza. Olivette Otele invece, per la prima volta, tenta di raccontarne la storia completa, eccezionale perché di tutti. Il suo obiettivo è offrire una molteplicità di storie che siano un punto di partenza per studiare il passato e smantellare l'oppressione razziale nel presente, decifrare connessioni temporali e spaziali, sfatare miti persistenti e riportare alla luce le vite degli afroeuropei. Africani europei è un omaggio a storie – africane, europee e mondiali – di collaborazione, migrazione, resilienza e creatività che aspettavano da secoli di essere raccontate. -
Puliti. La nuova scienza della pelle e la bellezza del lavarsi di meno
La nostra società è ossessionata dall'igiene. Ma pulizia non è sempre sinonimo di purezza; a volte è solo ossessione di controllo, spesso dannosa per il nostro corpo. Questo libro ci mostra come uscirne.La nostra società è ossessionata dall'igiene. Ogni superficie che tocchiamo è sottoposta ad attenta detersione, come la nostra pelle, soprattutto la nostra pelle. E se tutto ciò fosse sbagliato? James Hamblin, medico e giornalista, ci conduce in un viaggio – scientifico e culturale – parlando con dermatologi, allergologi, immunologi, estetisti e molti altri. Egli indaga il modo in cui la salute della nostra pelle è influenzata dal mondo che ci circonda, in forme sorprendenti. Manca un fattore essenziale per comprenderla: un ecosistema sconosciuto ai piú noto come microbioma della pelle; mille miliardi di microbi che vivono sulla nostra pelle. Non sono pericolosi, rappresentano uno strato superficiale della pelle che nessuno sapeva di avere, e influenzano molti fenomeni, dall'acne all'eczema, dalla pelle secca al nostro odore. Hamblin ha scoperto che molti dei nostri criteri di pulizia sono meno connessi alla salute di quanto non si pensi. Abbracciare una nuova definizione di «pulito» può significare fare molto di meno e nel contempo risparmiare tempo, denaro, acqua e bottiglie di plastica. -
Le Rime
«La piú superba collezione di ""estravaganti""""» – Gianfranco ContiniQuesto commento alle Rime dantesche, pubblicato nel 1939 da Contini ventiseienne a inaugurazione della «Nuova raccolta di classici italiani annotati», conserva intatta la propria carica innovatrice, come dimostra il fatto che continua egregiamente a funzionare da modello per tutti i commenti, anche quelli piú recenti. Di gran parte, se non di tutte le acquisizioni successive (in ambito cronologico, attributivo, e in genere critico-letterario), il lettore attento troverà puntualmente il nucleo originario in un accenno, un inciso, una precisazione, secondo quella che è da sempre la cifra stilistica piú autentica della filologia continiana."" -
La dottrina pura del diritto
Il libro che ha influenzato tutto il mondo giuridico a partire dal 1934, l'opera di teoria giuridica più rilevante del XX secolo e, ancora oggi, uno dei punti di riferimento imprescindibili per la riflessione filosofico-giuridica.«Che cosa c'è di classico in Kelsen? Il marchio di fabbrica della sua teoria: le norme sono valide perché organizzate in un ordinamento piramidale. È la struttura che consente di unificare il diritto vigente. In che cosa è attuale? E il teorico della democrazia parlamentare, da cui nasce la piramide giuridica» – Mario G. Losano, la RepubblicaLa «dottrina pura del diritto» è una teoria generale del diritto positivo, cioè del diritto così come è statuito dal legislatore, e non come dovrebbe essere secondo concezioni sociologiche, etiche o politiche: è cioè una teoria del diritto depurata da elementi esterni e applicabile a qualunque singolo diritto positivo. La sua prima e sintetica formulazione risale agli anni Trenta, allorché le dittature europee obbligarono Hans Kelsen all’esilio. Nel corso dei decenni Kelsen andò arricchendo il suo disegno teorico-giuridico, che avrebbe trovato compimento nel 1960 con la pubblicazione di questo volume, con ogni probabilità l’opera di filosofia del diritto più influente del Novecento. Dopo avere tracciato i confini del diritto rispetto alla natura e alla morale, il testo di Kelsen indica le linee direttrici della scienza del diritto, distinguendo il principio di causalità (proprio della natura) da quello di imputazione (proprio del diritto). Nella ‘statica del diritto’ il giurista austriaco analizza la struttura della norma giuridica, mentre nella ‘dinamica del diritto’ spiega in che modo le singole norme siano valide in quanto conformi alle norme del livello gerarchicamente superiore: esse sono così organizzate in un ‘ordinamento piramidale’ (Stufenbau), per così dire il marchio di fabbrica della teoria kelseniana. Infine Kelsen dedica due capitoli al legame tra il diritto e lo Stato e conclude la sua teoria generale del diritto positivo analizzando il problema dell’interpretazione delle norme giuridiche.