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Diete e bugie. A caccia di truffe e illusioni tra i regimi alimentari più famosi
Si può vivere oltre cent’anni in buona salute eliminando dalla dieta carboidrati e latticini? Davvero l’insulina che viene somministrata ai diabetici è un vezzo di cui si può fare a meno? E ancora, si possono sconfiggere i tumori smettendo di farsi abbindolare dalle lobby farmaceutiche? Oppure, davvero l’impero romano è caduto a causa dell’avvento dei cereali? Armandosi di faccia tosta e gastroprotettore, Massimiliano Andreetta cerca di rispondere a queste e a molte altre domande, compiendo un viaggio nei gangli più profondi, allucinanti e distopici delle teorie più stravaganti in fatto di alimentazione, e lo fa scendendo in prima linea. Ecco allora che lo accompagneremo mentre si farà infilare un sondino dal naso fino allo stomaco per perdere 10 chili in 10 giorni; lo vedremo assumere gocce miracolose (certificate dall’inesistente Ministero della Salute) che hanno il potere di far evaporare i soldi ma non i grassi in eccesso; lo seguiremo nella sua caccia ai guru del vivere sano, spesso in bilico tra santità e truffa, lecito e illecito, sogno e lucida follia. Diete e Bugie è un vademecum irriverente, assurdo, quanto mai necessario per districarsi nel mondo delle diete e del mangiar bene; una guida a difesa della vostra salute e del vostro portafoglio, per imparare a conoscere un mondo – quello dell’alimentazione – diventato ormai preda di un business spietato e ingannevole. Prefazione di Corrado Formigli. -
Le banane della Repubblica. La Repubblica delle banane raccontata in quarantanove ritratti più uno
Bisogna prenderli su serio, senza mai prenderli troppo sul serio. Stanno in cima al palcoscenico politico e a quello dello spettacolo che da gran tempo coincidono. Sono i padroni della scena pubblica, e sono fatti apposta per interferire in quella nostra privata. Da Berlusconi a Grillo. Da Mario Draghi a Celentano. Da Chiara Ferragni a John Elkann. Passando per Gianni Letta, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Luigi Di Maio, Virginia Raggi. Fino a Emma Bonino, Clemente Mastella, Vittorio Sgarbi e Flavio Briatore. Quarantanove ritratti. Quarantanove istantanee sull'Italia di oggi. E un Giulio Andreotti in forma di post scriptum che li precede tutti. -
7 cose di cui vergognarsi. Ora e allora
L'Italia è una Repubblica fondata sullo stato di crisi. Dall'attentato a Palmiro Togliatti, passando per il terrorismo, il piduismo, la corruzione endemica, lo stragismo mafioso, fino alla devastante pandemia da Coronavirus, il corpo del Paese viene segnato da ferite profonde, spesso non rimarginabili. Questo libro è uno straordinario ripasso dell'Italia peggiore compiuto attraverso la narrazione di un testimone diretto, Antonio Padellaro. Che da una cronaca della realtà nella quale si alternano orrore e ridicolo, in un flusso ininterrotto di memoria e di coscienza, ricava le sette cose di cui vergognarsi. Dall'adulazione dei potenti, all'invocazione dell'uomo forte, alla ricerca di protezione presso le massonerie, all'egoismo collettivo, fino alla noia di un'informazione sempre più ininfluente mentre la pubblica opinione è in balia delle Bestie social e della follia No Vax. Dedicato a chi è troppo giovane per sapere e a chi è troppo vecchio per ricordare, è un diario arrabbiato sugli errori da non ripetere. -
Il caso Khashoggi. Tutto quello che Matteo Renzi dovrebbe leggere prima di parlare di «rinascimento saudita»
La scena ha fatto il giro del mondo: Matteo Renzi sul palco del Future Investment Initiative a Riad con Mohammad bin Salman. Il leader di Italia Viva in quell'occasione ha definito il Paese arabo ""la possibile culla del nuovo Rinascimento"""" chiamando il padrone di casa """"my friend"""". Ma prima di stringere amicizie bisogna conoscere i propri interlocutori. Se si parla del principe saudita, infatti, non si può ignorare la vicenda di Jamal Khashoggi, giornalista e firma del Washington Post, ucciso nel consolato di Riad a Istanbul il 2 ottobre del 2018. Dietro quell'operazione si allunga proprio l'ombra di bin Salman. In questo libro vengono rese note le carte inedite che svelano il retroscena dell'omicidio. Tra cui il rapporto integrale di Agnès Callamard - la relatrice dell'HRC delle Nazioni Unite che ha indagato sul caso - e l'intervista alla stessa Callamard poi nominata segretario generale di Amnesty International. Viene poi pubblicato integralmente anche il report dell'Ufficio del Direttore dell'Intelligence Usa. Non mancano infine i colloqui esclusivi con la fidanzata della vittima, Hatice Cengiz, e Bryan Fogel, regista del docu-film """"The Dissident""""."" -
Sfascistoni. Manuale di resistenza a tutte le destre
Viviamo tempi sbandati, faticosi, pericolosi. E occorre resistere, magari partendo proprio da questo libro accorato e arrabbiato.È evidente che in Italia sia mancata una Norimberga. Il nostro Paese, infatti, non ha mai fatto i conti col fascismo e con la sua memoria storica. Proprio per questo già Beppe Fenoglio temeva che certi squadristi si sarebbero prima o poi riciclati, e dunque reinseriti, nelle istituzioni. E così è stato. Sfascistoni è al tempo stesso un catalogo e un manuale. Catalogo di soggetti politicamente e moralmente irricevibili, che proliferano nella destra italiana oggi baciata dai consensi. E manuale di resistenza, perché a questa politica degenere e vomitevole occorre resistere. In questo libro, scritto con arguzia e tagliente ironia, Andrea Scanzi mette in fila una lunga serie di fascisti dichiarati e mascherati, macchiette e pesci piccoli, camerati e criminali. Qualcuno vi farà persino sorridere, molti altri vi faranno rabbia e basta. Talvolta sullo sfondo c'è la presenza di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che, seppure dichiaratamente non fascisti, quel mondo lo cercano, lo titillano, lo corteggiano. Per poi far finta di nulla e cadere dal pero quando qualcuno – la solita ""sinistra comunista e moralista"""" – glielo fa notare. Viviamo tempi sbandati, faticosi, pericolosi. E occorre resistere, magari partendo proprio da questo libro accorato e arrabbiato."" -
Libere. Il nostro NO ai matrimoni forzati
Fatima, Yasmine, Zoya, Khadija e X sono cinque ragazze che hanno deciso di ribellarsi alle nozze forzate. Per essere libere hanno rinunciato a tutto: sono fuggite lontano da casa, hanno rotto ogni rapporto con la famiglia, sono state costrette a cambiare identità. Qui si raccontano in esclusiva, nonostante i rischi: il rifiuto non è mai stato accettato e sono ancora oggi in pericolo. Se hanno deciso di esporsi è «per tutte le altre», obbligate a subire violenze. Un libro corale e un'inchiesta su un fenomeno che riguarda centinaia di invisibili. In Italia, di matrimoni forzati si parla se una ragazza viene uccisa: Saman Abbas è solo l'ultimo caso strumentalizzato da politica e talk show. Questo racconto dà voce a chi si batte per cambiare le cose: il regista Wajahat Abbas Kazmi, la consigliera comunale Marwa Mahmoud, l'insegnante di italiano Tashina Us Jahan; Tiziana Dal Pra, fondatrice della onlus Trama di Terre e la prima a rompere il silenzio; Alessandra Davide, educatrice e operatrice antiviolenza. Della forza dei No - da Franca Viola in poi - parla Angela Maria Bottari, che da deputata si batté contro il matrimonio riparatore. La postfazione di Cinzia Monteverdi ricorda l'impegno della Fondazione il Fatto Quotidiano per le donne sopravvissute alle violenze. I proventi derivati dai diritti d'autore saranno donati a Trama di Terre. -
Democrazia tradita. Dal G8 di Genova al governo Meloni: la pandemia antidemocratica che ha travolto l'Italia
Genova, luglio 2001. Dal giorno in cui Carlo Giuliani è stato ucciso in piazza Alimonda è cambiato tutto. Sono cambiati i movimenti, rinati solo di recente grazie alla passione ambientalista delle nuove generazioni. È cambiata la sinistra, che di fatto è quasi evaporata. È cambiata, assai in peggio, l'informazione: una conseguenza inevitabile dell'editto bulgaro e di tutto ciò che ha comportato nei giornali e, soprattutto, in televisione. Ed è cambiata, infine, la nostra democrazia: più fragile, con istituzioni sempre meno credibili e una classe dirigente sempre più screditata. Se vogliamo comprendere il melonismo di oggi, dunque, dobbiamo riandare a quei giorni dell'estate del 2001, uno spartiacque epocale per il nostro Paese e per il mondo. Viviamo, infatti, in mezzo a un popolo che - per dirla con Piero Gobetti - ""non è ancora una nazione"""", in una democrazia sul piano formale che talvolta non riesce a esserlo sul piano sostanziale. La nostra, insomma, è una democrazia tradita, e gli artefici di questo disastro sono senz'altro le classi dirigenti ma siamo, soprattutto, noi che glielo abbiamo consentito."" -
Satira madre
Una rivisitazione del lavoro satirico svolto per il Fatto Quotidiano negli ultimi anni con molti inediti e qualche contaminazione pittorica. Quella di Riccardo Mannelli è un'opera unica nel suo genere. Il disegno infatti permette di ritrarre il mondo contemporaneo così come si presenta alla nostra pancia, prima che ai nostri occhi. Il suo tratto ci ricorda anche che la satira è una forma d'arte: c'entrano pochissimo il giornalismo o la comicità televisiva e per nulla la militanza o appartenenza politica. È soprattutto quest'ultima, con la complicità di buona parte dell'informazione, che cerca di sminuire l'arte satirica attribuendole un ruolo di parte, di schierarla a favore o contro questo o quello con argomentazioni strumentali. Prefazione di Marco Travaglio, postfazione di Tomaso Montanari. -
Sono nel vento. Il racconto della Shoah tra pietre d'inciampo e civici giusti a Roma
Ma chi è Maria Piazza? Per rispondere a questo quesito, due studenti del Liceo Visconti di Roma si lasciano coinvolgere in una sorprendente avventura nella Roma ebraica, guidati dal professor Ricci, generoso insegnante di Latino. Partendo dall'ex ghetto, l'insolito trio s'immerge nella storia del complesso rapporto fra la città eterna e la sua antica comunità ebraica. L'imprevista camminata in un pomeriggio autunnale – fra la sinagoga, Largo 16 ottobre 1943, le Pietre d'inciampo e i Civici Giusti, il Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina e il portone del Collegio militare – svelerà loro che la storia, soprattutto quella con la S maiuscola, altro non è che la somma di tante storie individuali, capaci di fare la differenza. Nel racconto itinerante, Mattia, Francesco e il professore ricompongono gli eventi attraverso le tracce lasciate in quei luoghi da papi, condottieri e nazisti, ma anche da uomini e donne comuni, come Maria Piazza, che, scegliendo da che parte stare, vinsero la battaglia della loro coscienza e cambiarono il corso delle vicende umane. -
Sono nel vento. Il racconto della Shoah tra pietre d'inciampo e giusti a Milano
Ma chi è Piero Martinetti? Per rispondere a questo quesito, due studenti del Liceo Beccaria di Milano si lasciano coinvolgere in una sorprendente avventura nella Milano ebraica, guidati dal professor Brambilla, generoso insegnante di Latino. Partendo dalla Biblioteca Sormani, l’insolito trio s’immerge nella storia del complesso rapporto fra la capitale lombarda e la sua comunità ebraica. L’imprevista camminata in un pomeriggio autunnale – fra Torah, l’ex Hotel Regina, le Pietre d’inciampo e i Giusti tra le nazioni, il Binario 21 e Liliana Segre – svelerà loro che la storia, soprattutto quella con la S maiuscola, altro non è che la somma di tante storie individuali, capaci di fare la differenza. Nel racconto itinerante, Mattia, Francesco e il professore ricompongono gli eventi attraverso le tracce lasciate in quei luoghi da papi, condottieri e nazisti, ma anche da uomini e donne comuni, come Piero Martinetti, che, scegliendo da che parte stare, vinsero la battaglia della loro coscienza e cambiarono il corso delle vicende umane. -
Sono nel vento. Il racconto della Shoah tra pietre d'inciampo e i giusti a Bologna
Ma chi è Ferruccio Pardo? Per rispondere a questo quesito, due studenti del Liceo Minghetti di Bologna si lasciano coinvolgere in una sorprendente avventura nella Bologna ebraica, guidati dal professor Ferrari, generoso insegnante di Latino. Partendo dalle due Torri, l'insolito trio si immerge nella storia del complesso rapporto fra la città felsinea e la sua antica comunità ebraica. L'imprevista camminata in un pomeriggio autunnale – fra la Torah più antica del mondo, via dell'Inferno, le Pietre d'inciampo e i Giusti tra le nazioni, il Monumento della Shoah – svelerà loro che la storia, soprattutto quella con la S maiuscola, altro non è che la somma di tante storie individuali, capaci di fare la differenza. Nel racconto itinerante, Mattia, Francesco e il professore ricompongono gli eventi attraverso le tracce lasciate in quei luoghi da papi, condottieri e nazisti, ma anche da uomini e donne comuni, come Ferruccio Pardo, che, scegliendo da che parte stare, vinsero la battaglia della loro coscienza e cambiarono il corso delle vicende umane. -
Visti da vicino. Falcone e Borsellino come nessuno li ha mai raccontati
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino raccontati dai loro amici più intimi e dai più stretti colleghi e conoscenti. Una lunga serie di aneddoti che risalgono a prima che diventassero famosi. Momenti indimenticabili, istanti divertenti che ci restituiscono il volto inedito dei due magistrati antimafia. Ed ecco, dunque, Giovanni Falcone che colleziona papere e penne stilografiche, con le sue battute di ironia demenziale, con la guerra delle molliche a tavola, ma anche con i suoi amori tormentati e le sue lacrime davanti ai drammi di alcuni dei collaboratori di giustizia che avevano deciso di parlare con lui. Ed ecco Paolo Borsellino, uomo all'antica, dall'umanità travolgente, rilassarsi con la sua piccola barca di vetroresina o a cavallo di una bicicletta, a pesca grossa durante il soggiorno da ""recluso"""" all'Asinara o """"in fuga"""" dalla scorta per una passeggiata notturna a Mondello con un suo """"fratello"""". È la narrazione del volto ancora poco conosciuto di due uomini che, sotto l'immenso peso dell'ansia e delle responsabilità della missione che li ha portati insieme fino alla morte, sapevano anche sorridere e divertirsi. Ed è anche la storia di una grande amicizia fra due uomini diversi eppure uguali: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino."" -
E ti vengo a cercare. Voli imprevedibili ed ascese velocissime di Franco Battiato
Francesco Battiato, in arte Franco su suggerimento di Giorgio Gaber, è stato un vero e proprio rivoluzionario in servizio permanente. Ha attraversato periodi molto diversi, cercando sempre nuove strade per comunicare con la sua musica: di protesta, pop, krautrock, sperimentale, rock, d'autore, classica, sinfonica. È impossibile rinchiuderlo in una sola etichetta, così come è impossibile non farsi ammaliare da un'arte multiforme che questo libro ci fa rivivere appieno: dalla complessità di L'Egitto prima delle sabbie alla solennità di Come un cammello in una grondaia, dall'avanguardia di Pollution fino alla straordinaria fase di spiritualità che va da Fisiognomica a Caffè de la Paix, senza dimenticare le canzoni di enorme successo come Centro di gravità permanente e Bandiera bianca, la dolente Povera patria, la struggente La cura, la prodigiosa Prospettiva Nevski o la stessa E ti vengo a cercare. Andrea Scanzi, con accuratezza e passione, ripercorre la carriera di Battiato seguendo ogni snodo, picco e azzardo di uno dei più grandi maestri della musica italiana, facendo incursioni anche nei suoi studi da linguista e nell'ambito dell'opera, del cinema, della pittura, della religione e della meditazione. Un genio ironico e poliedrico, inquieto e sfaccettato, capace come pochi altri di unire l'alto e il basso. Franco Battiato è un mondo meraviglioso. E questo libro lo dimostra. -
Ucraina. La guerra e la storia
Perché è iniziata la guerra in Ucraina? Quanto durerà e come potrebbe finire? Uno storico che conosce la Russia e un generale di corpo d'armata che conosce la Nato spiegano con un linguaggio schietto i temi strategici e le radici storiche del conflitto. In un momento in cui il dibattito è ingessato e la descrizione della realtà è piegata alle idee ""giuste a prescindere"""", gli autori escono dallo steccato del politically correct per tornare ai fatti, anche quelli più lontani, elencati in una minuziosa cronologia. Il generale Mini esamina la situazione sul campo alla luce delle dottrine militari moderne mentre il professor Cardini parte dall'invasione russa per risalire alle cause profonde del conflitto. La dissoluzione dell'Urss, la storia del nazionalismo di Kiev, l'allargamento a est della Nato e l'interferenza di Washington sulla politica ucraina sono i punti di partenza per dare risposte originali alle domande che tutti si fanno. Prefazione di Marco Travaglio."" -
Senza giri di boa. Venti giornaliste raccontano con testimonianze di donne «senza voce» l'ordinaria resistenza sul lavoro e come si può cambiare tutto
«Le donne le prendo dopo i quattro giri di boa. Sono tranquille e lavorano h24». Questa è la frase pronunciata con disinvoltura dalla stilista Elisabetta Franchi. E che, dopo un primo momento di indignazione, ha spinto un gruppo di donne a una riflessione più amara: l'imprenditrice in fondo ha solo espresso ciò che molti pensano ma non hanno il coraggio di dire. È così che nasce #senzagiridiboa, un gruppo di scrittrici e giornaliste che vogliono dare voce a chi non ne ha, o a chi ne ha troppo poca, mantenendo vivo il dibattito sulla situazione lavorativa femminile nel nostro Paese, dove la maternità è una sfida complicata. Nonostante le leggi che proteggono le lavoratrici madri, infatti, in Italia una donna che desidera un figlio deve pensare non solo se sia il momento giusto per la propria vita, ma anche se la sua azienda lo gradirà, o se riuscirà a conservare quel lavoro ""non standard"""", precario, da freelance o a tempo determinato, che non prevede un allontanamento dall'attività. Inoltre, culturalmente, l'onere della cura dei figli è ancora caricato tutto sulle spalle delle madri: il problema allora è sociale, e deve trovare una soluzione sociale. Ecco il messaggio contenuto nelle storie raccolte in questo libro, solo alcune delle centinaia di testimonianze di lavoratrici, precarie, affermate o sfruttate, che hanno una cosa in comune: la voglia di alzare la testa, denunciare e contrapporre al """"modello Franchi"""" un modello alternativo possibile. Introduzione di Chiara Saraceno."" -
Ostinati e contrari. Voci contro il sistema
In direzione ostinata e contraria. E non per modo di dire. È questo l'unico modo di mantenere la propria indipendenza in un momento storico in cui la posizione dominante imporrebbe un'omologazione di toni e del sentire comune. In direzione ostinata e contraria per affermare la propria autonomia in contrapposizione al ""pensiero unico"""". In direzione ostinata e contraria per riscoprire il piacere del dissenso, per mettersi in discussione, per comprendere - magari - che si è nel torto. Alessandro Di Battista prende in prestito le parole di Fabrizio De André e cerca di trovarne il senso più profondo intervistando sei persone che - a vario titolo - hanno remato contro corrente: Alessandro Barbero, Toni Capuozzo, Ilaria Cucchi, Moni Ovadia, Barbara Spinelli, Marina Conti Vannini. Una panoramica che spazia tra attualità, ricordi intimi e personali, gioie e dolori. Storie diverse, ma accomunate da un sentire comune, dalla volontà di non omologarsi alla massa, di distinguersi, di volersi bene nonostante tutto e tutti. Perché è solo così, andando in direzione ostinata e contraria, che ci si può guardare allo specchio e dirsi che sì, è stato fatto il possibile."" -
L'Europa in guerra
La guerra in Ucraina è il risultato della difesa di un Paese membro delle Nazioni Unite dall’attacco della Russia. Poteva essere evitata, ma non l’ha voluto nessuno. Anzi, la patente di giustizia e legittimità è servita a inasprire il conflitto e ad allargarlo. Proprio la legittimità è un dogma dell’Occidente, che rappresenta un quarto delle terre emerse e un settimo della popolazione mondiale. Che produce il 50% del Pil globale e consuma parte di quello del resto del mondo. Gli Usa cercano di limitare lo sviluppo economico dell’Occidente europeo, negando qualsiasi strumento militare indipendente. E, fortunatamente per gli States, l’Europa è gestita da organi burocratici che ne riconoscono l’egemonia. Gli Stati Uniti esercitano quindi la supremazia globale e si oppongono alla Cina e alla Russia. E il vero ostacolo è rappresentato dalla potenza nucleare di Mosca, e non da quella commerciale della Cina. L’Ucraina è quindi uno dei passi statunitensi verso la sistemazione definitiva di una vecchia faccenda: il depotenziamento militare della Russia e quello economico dell’Europa. Ed è l’anticipazione del contrasto politico, economico e militare nei confronti della Cina. Tutto questo può giustificare un conflitto? Il pacifismo risponderebbe di no. La prassi politica risponderebbero di sì. Anzi, sono bastati eventi meno gravi per indurre l’Occidente a scendere in guerra: nei Balcani, in Iraq, in Siria, in Afghanistan, in Libia. È questa costante geopolitica e mentale a rivelare l’ennesimo e ipocrita segreto di Pulcinella: siamo in guerra. -
A sinistra da capo
Goffredo Bettini, uno dei principali ideatori e costruttori del Pd, analizza le ragioni storiche della sconfitta della sinistra e si interroga sul suo futuro; non mancano autocritica, opinioni scomode, retroscena e proposte concrete. Nella prima parte, l'autore si concentra sulla cornice storica, ideale e culturale, da cui scaturisce la sinistra. Il rovesciamento dell'ordine sociale tra chi ha e chi non ha, tra chi sta sopra e chi sta sotto, tra chi sa e chi non sa. Una contesa incessante tra la forza e la debolezza, tra la dannazione e il privilegio. Si ripercorre il Novecento, il secolo della grande storia, con i suoi picchi e le sue drammatiche sconfitte. La progressiva scomparsa dei partiti di massa. Anzi, di ogni ""forma"""" (la famiglia, il quartiere, la Chiesa). Fino alla scomparsa degli """"appigli"""" fondamentali per l'ascesa degli ultimi, che impone la ricerca di nuove vie per il riscatto. Nella seconda parte del libro, le pagine si trasformano in un diario politico sugli ultimi anni; dalla nascita del governo giallorosso (Conte II) al risultato delle ultime elezioni nazionali. Tanti retroscena inediti e sguardi privilegiati di uno dei maggiori protagonisti di questa (oppure quella) fase. La terza parte è dedicata alla guerra in Ucraina: Bettini ne analizza le cause in modo originale. Condannando l'assenza di un ruolo dell'Europa. L'epilogo, asciutto e diretto, è un richiamo al legame intimo tra il socialismo e il cristianesimo: entrambi attenti alle persone, al loro dolore e alla loro speranza."" -
Lettera da Kupjansk
"Lettera da Kupjansk"""" è un romanzo dove accanto allo svolgersi degli eventi che sono lontani nel tempo (la guerra di Russia), l'autore interviene raccontando di sé stesso. Mentre sta parlando della famosa ritirata dal Don, non può fare a meno di confrontare tutto quel freddo, quella tragedia con il fatto che lui sta scrivendo questa storia al caldo con il gatto vicino in una bella casa e lo scrive proprio per far vedere due piani diversi dell'essere, del soggetto dell'esperienza. Piani che si mescolano continuamente, che non si possono separare. Come a dire che la vita non si ferma ed è questo il senso del gioco continuo tra passato e presente. Un movimento tra salvezza e morte, tra esistenza e dolore, tra il bene e il male che insieme costituiscono il nodo indissolubile dentro il quale l'autore e i lettori vivono e che l'arte del romanzo tende a non sciogliere definitivamente, immergendoci in mondi paralleli." -
Il sonno della ragione. Viaggio ai confini della pseudoscienza e della credulità popolare
La pseudoscienza fa male perché asseconda la pigrizia cognitiva di chi vuole a tutti i costi confermare i propri preconcetti. Nell'età dello smarrimento e della caduta delle grandi narrazioni salvifiche, terrene o ultraterrene, sentiamo un gran bisogno di rivolgerci al mercato del senso, o meglio, del senso a buon mercato. Se poi questo miscuglio attrattivo viene fatto macerare, fermentare e proliferare dentro una nicchia ecologica ideale - l'anarchica Rete - l'effetto si moltiplica, deformando la realtà che ci circonda.