Sfoglia il Catalogo feltrinelli008
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2361-2380 di 10000 Articoli:
-
Il giovane Tintoretto. Catalogo della mostra (7 settembre-2018-6 gennaio 2019). Ediz. a colori
A cinquecento anni dalla nascita, la figura di Tintoretto assume i contorni del mito, incarnandosi nei panni di un dotato figlio di tintore che, da autodidatta, avrebbe scelto come guida il disegno di Michelangelo e il colorito di Tiziano. Gli studi novecenteschi - da von Hadeln a Pallucchini - si sono impegnati a delineare un'immagine storicamente più credibile del pittore, mettendo in luce l'importanza che ebbe per lui, agli inizi, assistere al confronto fra la tradizione pittorica lagunare e la cultura figurativa dell'Italia centrale, promossa a Venezia dal doge Andrea Gritti e da un gruppo influente di patrizi legati alla curia romana. La questione è resa difficile dalla scarsità della documentazione nota prima dell'apparizione del ""Miracolo dello schiavo"""", dipinto entro l'aprile del 1548, un'opera di forte originalità che destò reazioni anche nei cenacoli letterari legati allo stampatore Francesco Marcolini e a Pietro Aretino e nell'ambiente dell'attore e commediografo Andrea Calmo. L'itinerario della mostra si apre sulla Venezia degli anni trenta mettendo in scena le opere degli artisti più rilevanti per la formazione di Tintoretto, da Tiziano a Bonifacio Veronese, a Pordenone. Attraverso un gruppo di opere scelte ricostruisce l'arrivo dei toscani Giorgio Vasari e Francesco Salviati, attivi nei cantieri di Palazzo Cornaro e di Palazzo Grimani, e illustra le risposte che la generazione di Tintoretto diede a quelle presenze tramite le opere dell'olandese Lambert Sustris, di Andrea Schiavone, di Giuseppe Porta, il toscano che decise di restare a Venezia, e di Jacopo Bassano. Attraverso una sequenza di venti dipinti concessi da importanti istituzioni italiane e straniere e da collezioni private, la mostra affronta il complesso mondo figurativo del Tintoretto esordiente e ne indaga l'atteggiamento di rottura rispetto alla tradizione, pur nei termini di un confronto condotto nel segno di una grande originalità e di una frenetica sperimentazione che sfugge a facili codificazioni. Spiccano fra questi il soffitto con """"La contesa tra Apollo e Marsia"""" di Hartford dipinto per Aretino, che introduce il tema della «prestezza» pittorica, e la """"Disputa di Gesù nel tempio"""", che viene presentata dopo una delicata operazione di restauro. Nell'ultima sezione di grande interesse è la messa in scena dell'""""Ultima Cena di San Marcuola"""" del 1547 accanto alle tele di identico tema di Jacopo Bassano e di Giuseppe Porta Salviati. Viene per la prima volta offerto alla possibilità di una verifica diretta lo snodo culturale segnato da queste tre opere pressoché contemporanee, così da mettere in luce l'incrocio di esperienze tra gli artisti e il gioco dei rimandi tra i rispettivi linguaggi, evidenziandone al tempo stesso i caratteri individuali. A solenne conclusione, il """"Miracolo dello schiavo"""", con cui Tintoretto si accredita definitivamente nel contesto lagunare, apre sulla maturità del pittore e sul personalissimo confronto con la cultura michelangiolesca e con il mondo degli scultori."" -
Tintoretto e l'architettura. Ediz. a colori
L'interesse di Jacopo Tintoretto (1519-1594) per l'architettura affonda le sue radici negli anni della formazione, in quel vitalissimo periodo nel quale la scena pittorica veneziana si rinnova sotto l'urgenza di stimoli manieristici dovuti al soggiorno in laguna di artisti e letterati centroitaliani. Lo scopo del volume, edito in occasione del Cinquecentenario Tintorettiano del 2018-2019 e promosso dalla Scuola Grande di San Rocco, è quello di delineare alcuni dei filoni storiografici più promettenti: il rapporto tra lo spazio dipinto nei quadri di Tintoretto e lo spazio fisico reale; il ruolo dell'architettura come elemento disciplinante della composizione e in riferimento alla dimensione narrativa della storia; l'originario rapporto tra il dipinto e lo spettatore nei diversi contesti in cui esso era collocato (spazi ecclesiastici, confraternali, pubblici). La pluralità di voci e il dialogo tra le diverse discipline sono stati condizione necessaria per una indagine sistematica su un tema che è costituzionalmente interdisciplinare e sul quale, infatti, si sono confrontati storici dell'architettura, storici dell'arte ed esperti di storia della rappresentazione. -
Tintoretto secondo John Ruskin. Un'antologia veneziana
Nella biografia di Ruskin alcune date divengono dei punti di svolta nella sua storia personale e, data la portata della sua presenza nell'Europa di medio Ottocento, segnano la storia della fortuna internazionale di Tintoretto. Il 23 settembre 1845 è un giorno memorabile, che Ruskin incide a fuoco in alcune lettere dove si dice «annientato» dalla potenza del pittore veneziano e chiamato alla responsabilità della salvaguardia delle sue opere assieme a quella di Venezia. L'incontro con Tintoretto costituisce un passaggio centrale nell'estetica di Ruskin a cui dedica pagine bellissime delle sue opere maggiori, dei Pittori moderni e delle Pietre di Venezia. Questi testi si pubblicano ora per la prima volta in un'edizione che li raccoglie in una forma facilmente consultabile che Ruskin stesso aveva ideato per il viaggiatore inglese dell'Ottocento in visita a Venezia, stilando l'indice veneziano delle Pietre di Venezia. Elencando in ordine alfabetico gli edifici e le opere «da non perdere assolutamente nella città lagunare», Ruskin conduce il lettore principalmente al cospetto di dipinti di Tintoretto: nelle chiese e nelle istituzioni veneziane tra le quali s'impongono la chiesa e la Scuola Grande di San Rocco. Un metodo coerente è sotteso a questo Indice, che si proponeva di censire e verificare lo stato di conservazione e di degrado delle tele, esaminando l'opera di Tintoretto nel suo complesso attraverso i singoli dipinti, fornendo un'ampia mappatura della presenza del pittore in Venezia. I testi portano il segno di Ruskin, della sua ricerca nel linguaggio dell'iconografia sacra, delle origini della pittura di paesaggio e del suo interesse per Joseph Mallord William Turner. Muovendo da particolari interessi formali e iconografici la sua ricerca nella pittura di Tintoretto lo porta a osservare e a fare risaltare alcuni tratti, dando avvio a letture che potranno stimolare dibattiti in seno alla critica tintorettiana e insieme interessare chiunque desideri conoscere il pittore veneziano attraverso la sensibilità del critico che lo scoprì agli inglesi. -
Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto. Catalogo della mostra (Venezia, 6 settembre 2018-6 gennaio 2019). Ediz. a colori
A cinquecento anni dalla sua nascita, Venezia celebra la vita e l'opera di Jacopo Tintoretto. Il successo di Jacopo e del figlio Domenico è legato indissolubilmente alla Scuola Grande di San Marco. Fu infatti grazie ai dipinti per la Sala Capitolare se Jacopo potè creare alcuni dei più celebri dipinti del Cinquecento veneziano. Fu inoltre merito di Domenico se l'opera iniziata dal padre passò alla storia come il più grandioso ciclo pittorico mai dedicato a san Marco dai tempi della decorazione della basilica marciana. La Scuola, fondata nel 1260-1261 come confraternita di battuti, si trasformò nel tempo in un ente caritatevole votato, tra l'altro, alla cura dei confratelli malati. Dopo la sua soppressione (1806), le sale della Scuola ospitarono l'Ospedale Civile di Venezia fino alla metà del Novecento, lasciando poi il posto ai 18.000 volumi medico-scientifici della sua biblioteca. Questo volume offre al lettore uno spaccato inedito e inusuale della città in cui visse e operò Tintoretto. Diviso in sezioni che approfondiscono le tematiche della mostra, il catalogo illustra le relazioni tra attività devozionali, pratiche mediche, studi anatomici e rappresentazioni del corpo umano, soffermandosi su una varietà irripetibile di opere d'arte, tra cui dipinti, disegni e bozzetti, pergamene e codici miniati, spartiti musicali, libri illustrati, incisioni, matrici da stampa e strumenti chirurgici. -
Gauguin e gli impressionisti. Capolavori dalla Collezione Ordrupgaard. Catalogo della mostra (Padova, 29 settembre 2018-27 gennaio 2019). Ediz. a colori
Cézanne, Degas, Gauguin, Manet, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Matisse: una strepitosa selezione di opere, conservate all'Ordrupgaard Museum a nord di Copenaghen, costituisce il fior fiore della collezione creata ai primi del Novecento dal banchiere, assicuratore, Consigliere di stato e filantropo Wilhelm Hansen e da sua moglie Henny, collezione che è considerata oggi una delle più belle raccolte europee di arte impressionista, e che, all'indomani del primo conflitto mondiale veniva valutata come «senza rivali nel nord Europa». In soli due anni, dal 1916 al 1918, Hansen riuscì a creare, grazie anche agli avveduti consigli di uno dei più importanti critici d'arte del momento, Théodore Duret, una collezione che il suo collega collezionista svedese Klas Fahraeus avrebbe descritto come la «migliore collezione impressionista al mondo». Il catalogo della mostra di questa collazione, nei suoi testi accurati, e gli apparati che accompagnano il percorso espositivo rappresenta uno strumento di approfondimento delle opere e della loro storia collezionistica che, in alcuni casi, si rivela complessa e singolare. Racconta l'affascinante vicenda che diede origine a questa incredibile raccolta ed è arricchito oltre che dalle schedatura di tutte le opere, dai saggi di Anne-Birgitte Fonsmark e Fernando Mazzocca, dalle introduzioni alle sezioni e cenni biografici di Elena Lissoni e dalle schede di Birgitte Anderberg, Thomas Lederballe, Anne Cathrine Wolsgaard Iversen e Anne-Birgitte Fonsmark. -
I fiori del male. Testo francese a fronte
Questa edizione presenta i ""Fiori del male"""" e le poesie condannate nell'inedita traduzione di Giorgio Caproni, alla quale egli attese fino ai suoi ultimi giorni. Una traduzione esemplare che costituisce il commosso omaggio di una delle grandi voci della lirica italiana al capolavoro di Baudelaire, sottesa dall'intento di prestare al lavoro di traduzione il senso più alto di ricreazione poetica. Il volume è accompagnato da un'ampia introduzione di Luca Pietromarchi e da un commento che riserva a ogni poesia un'interpretazione tematica e stilistica precisa quanto elegante, destinata a fornire un indispensabile strumento critico per l'intelligenza del più tragico e commovente canzoniere moderno. Introduzione di Luca Pietromarchi."" -
1913. L'anno prima della tempesta
Il 1913 è l'anno chiave del Novecento, l'anno che avrebbe plasmato tutto un secolo. A dispetto dell'incombente tragedia - lo scoppio della prima guerra mondiale -, cento anni fa si manifestarono un fermento e una fecondità di opere e di talenti senza pari. Mentre Franz Kafka arriva quasi a impazzire d'amore, Ernst Ludwig Kirchner disegna le cocotte di Potsdamer Platz; Virginia Woolf ha pronto il suo primo libro mentre Robert Musil consulta un neurologo; Igor Stravinskij festeggia la prima assoluta di Le sacre du printemps e incontra la sua futura amante, Coco Chanel; Picasso e Matisse vanno a cavallo insieme; Freud e Jung incrociano le spade; Louis Armstrong si esibisce per la prima volta in pubblico e Charlie Chaplin firma il suo primo contratto con una casa cinematografica; Prada inaugura a Milano la sua prima boutique; montando la ruota anteriore di una bicicletta su un comune sgabello da cucina Marcel Duchamp compie la grande rivoluzione concettuale del Novecento. A Monaco, un uomo venuto dall'Austria dipinge acquerelli con le vedute della città e cerca di venderli. Si chiama Adolf Hitler. -
I Romanov. Storia di una dinastia tra luci e ombre
Il testo ripercorre i trecento anni della leggendaria dinastia dei Romanov in un racconto con al centro grandi figure, zar e zarine che hanno portato l'impero a brillare nello scenario europeo e occupare dimensioni mai viste. Pietro il Grande, con la passione dell'Occidente, Elisabetta, la Semiramide del Nord, Caterina II, la zarina attratta dagli ideali dell'Illuminismo: le vicende dei protagonisti sono dominate da sete di potere, debolezze, intrighi di ogni sorta e fatti inaspettati, che rendono la loro storia irresistibile e il fascino senza tempo. Tuttavia questo mondo dorato arriverà all'epilogo più atroce, perché l'intera famiglia reale verrà trucidata a Ekaterinburg, in una notte di luglio di cento anni fa, e per molti anni il segreto di quei corpi sarà accuratamente nascosto. -
Luogo e segni. Ediz. italiana, inglese e francese
"Luogo e Segni"""", concepita come un paesaggio interiore, trae ispirazione dalla poesia, più precisamente dai versi di Etel Adnan. Gli artisti sono stati invitati a mettere in dialogo le proprie opere con uno o più testi poetici a scelta, pubblicati in lingua originale. Questa raccolta di immagini e di parole, preceduta da uno scritto inedito di Etel Adnan, costituisce la memoria dell'esposizione." -
Osvaldo Licini 1894-1958. Catalogo della mostra (Venezia, 22 settembre 2018-14 gennaio 2019). Ediz. inglese
Il catalogo celebra i sessant'anni dalla scomparsa di Osvaldo Licini (1894-1958): proprio nel 1958, anno della sua morte, l'artista vinse il gran premio internazionale per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia dove aveva presentato 53 opere - eseguite tra il 1925 ed il 1958 - in una sala personale allestita da Carlo Scarpa. Un riconoscimento, sia pur tardivo, che lo restituisce alla storia dell'arte del nostro Novecento nella sua pienezza e oggi, tramite l'esposizione veneziana, al grande pubblico. Con oltre 80 opere, il catalogo della mostra alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia porta in scena quella pittura che per Licini era l'arte dei colori e dei segni, dove questi ultimi esprimevano la forza, la volontà, l'idea e la magia. Tra i protagonisti dell'avanguardia milanese legata alla galleria Il Milione, dopo un breve avvicinamento alla poetica futurista, dal 1940 passò gradualmente a una visione surreale popolata da insolite figure solitarie. Sue opere si trovano nelle gallerie d'arte moderna di Roma, Milano, Torino, Parigi, Mosca e in collezioni private italiane e straniere. -
Tintoretto and architecture. Ediz. illustrata
L'interesse di Jacopo Tintoretto (1519-1594) per l'architettura affonda le sue radici negli anni della formazione, in quel vitalissimo periodo nel quale la scena pittorica veneziana si rinnova sotto l'urgenza di stimoli manieristici dovuti al soggiorno in laguna di artisti e letterati centroitaliani. Lo scopo del volume, edito in occasione del Cinquecentenario Tintorettiano del 2018-2019 e promosso dalla Scuola Grande di San Rocco, è quello di delineare alcuni dei filoni storiografici più promettenti: il rapporto tra lo spazio dipinto nei quadri di Tintoretto e lo spazio fisico reale; il ruolo dell'architettura come elemento disciplinante della composizione e in riferimento alla dimensione narrativa della storia; l'originario rapporto tra il dipinto e lo spettatore nei diversi contesti in cui esso era collocato (spazi ecclesiastici, confraternali, pubblici). La pluralità di voci e il dialogo tra le diverse discipline sono stati condizione necessaria per una indagine sistematica su un tema che è costituzionalmente interdisciplinare e sul quale, infatti, si sono confrontati storici dell'architettura, storici dell'arte ed esperti di storia della rappresentazione. Prefazioni di Howard Burns e Vittoria Romani. -
Pietro Consagra. Frontal sculpture. Ediz. italiana e inglese
La ""scultura frontale"""" di Pietro Consagra lo colloca tra i pionieri del rinnovamento della scultura moderna internazionale, nel secondo dopoguerra e oltre. Magistralmente codificata nei suoi inconfondibili """"Colloqui"""" degli anni cinquanta, gli valse numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio per la scultura alla Biennale di Venezia del 1960. Consagra realizza opere sottili, quasi bidimensionali, che nella loro ubicazione appunto frontale, presentandosi con un punto di vista unico invece che a tutto tondo, rifiutano le convenzioni della scultura tridimensionale e monumentale, per creare una relazione più diretta e libera tra oggetto, osservatore e spazio. Ha lavorato con una grande varietà di materiali diversi, tra cui bronzo, ferro e ferro colorato, legno bruciato, acciaio, marmo. Per Consagra, la scultura frontale è l'antidoto moderno alla retorica e all'autoritarismo della scultura classica, la quale concepisce invece l'oggetto plastico come centro di attenzione autosufficiente. Gli permette di spostare la scultura da questo ipotetico centro ideale, emblema di potere e gerarchia di relazioni, a una dimensione di rapporto orizzontale immediato e autentico con l'osservatore, che corrisponde alla sua aspirazione per una società più democratica, giusta, egualitaria. Pubblicata in occasione della mostra a Robilant + Voena di Londra e realizzata in collaborazione con l'Archivio Pietro Consagra, questa monografia di Francesca Pola si concentra sull'opera di Consagra dai suoi primi lavori astratti del 1947 alla sua """"musica frontale"""" del 1982, e include anche un saggio di Luca Massimo Barbero dedicato alla mostra internazionale Sculture nella città a Spoleto (1962)."" -
Paolo Baruffaldi. Il colore inciso. Ediz. a colori
Il libro racconta quarant'anni di ricerca e pratica incisoria nel laboratorio-galleria Bac Art Studio di Venezia, iniziate nel 1977 e non ancora concluse. Il corpus completo comprende più di tremila matrici incise. Le tecniche utilizzate vanno dalla più semplice e diretta, la punta secca, all'acquaforte e all'acquatinta, le più utilizzate, spaziando anche tra vernice molle, maniera a zucchero e sale, maniera nera, litografia, per arrivare alle tecniche sperimentali, che utilizzano come matrice il plexiglass con applicazioni di carborundum, interventi al pirografo e tutte le varianti introdotte da Henri Goetz nella grafica contemporanea. Il libro intende coniugare i due aspetti fondamentali del fare artistico del pittore-incisore di Chioggia Paolo Baruffaldi (1948): da un lato continuare l'arte incisoria classica; dall'altro utilizzare le novità che la tecnologia ha via via messo a disposizione. -
Il tempo di un respiro. Il miracolo del ritorno alla vita in terra vicentina
La credenza nel miracolo della temporanea resurrezione dei bambini morti senza battesimo, che attraversò i secoli dal tardo Medioevo fino alle soglie dell’età contemporanea, era molto diffusa in alcuni paesi d’Europa. I fedeli intraprendevano un viaggio, spesso lungo e difficoltoso, verso i santuari del ritorno alla vita; poi l’esposizione, le preghiere e l’attesa fiduciosa di un “segno di vita”, quindi il battesimo e la salvezza eterna, la morte definitiva e la sepoltura in terra consacrata. In Italia, a quanto si sapeva, questa manifestazione di religiosità e di pietà popolare interessò solamente alcuni tratti della regione alpina. Di conseguenza è poco nota per quanto concerne i domini della Repubblica veneta e non erano finora emerse tracce della sua presenza nelle città di pianura e nella fascia prealpina. La scoperta di una serie di eventi ha indotto l’autore a intraprendere una ricerca sulla diffusione di questo miracolo nella diocesi di Vicenza, una presenza mai finora indagata, assente nella storiografia locale. Per questa particolarissima grazia in terra vicentina si portavano i neonati morti senza battesimo nei santuari del Trentino e con questa prerogativa funzionò per alcuni decenni del Settecento un piccolo santuario del ritorno alla vita ad Arzignano. -
Storie del Grattacielo. I 60 anni del Pirellone tra cultura industriale e attività istituzionali di Regione Lombardia. Ediz. italiana
In occasione dei sessant'anni del Grattacielo Pirelli, il volume celebra la storia del Pirellone, nato come headquarters dell'azienda e diventato poi sede e simbolo di Regione Lombardia. Il 4 aprile del 1960 si inaugurava a Milano il Grattacielo Pirelli, sede dell'omonima azienda che in quel momento scriveva, così, una delle pagine più alte della rinascita che portò il Paese a superare le distruzioni della Seconda guerra mondiale e ad arrivare da protagonista alla ribalta della scena internazionale. La storia del Grattacielo, voluto da Alberto e Piero Pirelli, concepito dalla forza creativa e innovativa di Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Pier Luigi Nervi, Arturo Danusso, Giuseppe Valtolina, Egidio Dell'Orto, rivive nel volume edito da Marsilio attraverso la voce delle persone che lo hanno pensato, progettato, realizzato, abitato e vissuto come cittadini della Milano degli ultimi sessant'anni, celebrando la modernità della tecnologia e dell'industria lombarda, dell'istituzione della Regione, che qui ha la sua sede dal 1978, e dell'avanguardia urbanistica del capoluogo. Alle prefazioni istituzionali di Attilio Fontana, Alessandro Fermi e Marco Tronchetti Provera seguono saggi di approfondimento sulla storia economica e sociale e sull'architettura, a firma di Antonio Calabrò, Alessandro Colombo e Laura Riboldi, e un'intervista a Piero Bassetti, primo presidente della Regione Lombardia. Una linea del tempo ripercorre oltre sessant'anni di storia della città, della sua cultura, delle sue imprese e delle sue istituzioni, nel contesto della grande storia nazionale e internazionale, con uno sguardo al futuro della metropoli. Il cuore del libro è costituito da un ricco corpus di immagini: fotografie, illustrazioni e altri documenti originali provenienti dall'Archivio Storico della Fondazione Pirelli e dalla Regione Lombardia; scatti e reportage di maestri come il fotografo Arno Hammacher, Aldo Ballo, Giorgio Calcagni, De Paoli, Paolo Monti, Dino Sala, e di storiche agenzie come Publifoto; campagne pubblicitarie firmate da designer di fama internazionale come Lora Lamm, Riccardo Manzi, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Bob Noorda, Pino Tovaglia, Massimo Vignelli, protagonisti del fermento culturale e artistico nella Milano degli anni sessanta. Oggi, il Grattacielo resta tra i landmark di una condizione metropolitana che si impegna a fare i conti con le ipotesi di sviluppo sostenibile, ambientale e sociale. Nel ricostruirne la storia sono state ascoltate dieci voci, quelle di Piero Bassetti, Eva Cantarella, Alessandro Fermi, Attilio Fontana, Giuseppe Guzzetti, Uliano Lucas, Carlo Ratti, Gianfelice Rocca, Andrée Ruth Shammah e Marco Tronchetti Provera, donne e uomini della politica, della cultura e dell'economia. Tra ricordi e previsioni, dalle loro parole emerge la prospettiva di un territorio che ha attraversato momenti intensi di difficoltà e, nonostante tutto, ha sempre saputo fare leva sulle proprie capacità di sognare, sperare, progettare, costruire. Lavorare. Vengono così documentate la prima industrializzazione, l'impresa e la modernità, la costruzione e l'architettura dell'edificio, fino a far rivivere gli interni, il design e il lavoro nel Grattacielo. E ancora: la Milano in movimento, la cultura e la moda negli anni sessanta e settanta, la nascita delle regioni, l'insediamento della Regione Lombardia e del Consiglio Regionale e l'attività dell'istituzione, fino ad arrivare a una prospettiva sul... -
Skyscraper Stories. The Pirellone and a Sixty-year Celebration of Corporate and the Regional Government of Lombardy. Ediz. Inglese
In occasione dei sessant'anni del Grattacielo Pirelli, il volume celebra la storia del Pirellone, nato come headquarters dell'azienda e diventato poi sede e simbolo di Regione Lombardia. Il 4 aprile del 1960 si inaugurava a Milano il Grattacielo Pirelli, sede dell'omonima azienda che in quel momento scriveva, così, una delle pagine più alte della rinascita che portò il Paese a superare le distruzioni della Seconda guerra mondiale e ad arrivare da protagonista alla ribalta della scena internazionale. La storia del Grattacielo, voluto da Alberto e Piero Pirelli, concepito dalla forza creativa e innovativa di Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Pier Luigi Nervi, Arturo Danusso, Giuseppe Valtolina, Egidio Dell'Orto, rivive nel volume edito da Marsilio attraverso la voce delle persone che lo hanno pensato, progettato, realizzato, abitato e vissuto come cittadini della Milano degli ultimi sessant'anni, celebrando la modernità della tecnologia e dell'industria lombarda, dell'istituzione della Regione, che qui ha la sua sede dal 1978, e dell'avanguardia urbanistica del capoluogo. Alle prefazioni istituzionali di Attilio Fontana, Alessandro Fermi e Marco Tronchetti Provera seguono saggi di approfondimento sulla storia economica e sociale e sull'architettura, a firma di Antonio Calabrò, Alessandro Colombo e Laura Riboldi, e un'intervista a Piero Bassetti, primo presidente della Regione Lombardia. Una linea del tempo ripercorre oltre sessant'anni di storia della città, della sua cultura, delle sue imprese e delle sue istituzioni, nel contesto della grande storia nazionale e internazionale, con uno sguardo al futuro della metropoli. Il cuore del libro è costituito da un ricco corpus di immagini: fotografie, illustrazioni e altri documenti originali provenienti dall'Archivio Storico della Fondazione Pirelli e dalla Regione Lombardia; scatti e reportage di maestri come il fotografo Arno Hammacher, Aldo Ballo, Giorgio Calcagni, De Paoli, Paolo Monti, Dino Sala, e di storiche agenzie come Publifoto; campagne pubblicitarie firmate da designer di fama internazionale come Lora Lamm, Riccardo Manzi, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Bob Noorda, Pino Tovaglia, Massimo Vignelli, protagonisti del fermento culturale e artistico nella Milano degli anni sessanta. Oggi, il Grattacielo resta tra i landmark di una condizione metropolitana che si impegna a fare i conti con le ipotesi di sviluppo sostenibile, ambientale e sociale. Nel ricostruirne la storia sono state ascoltate dieci voci, quelle di Piero Bassetti, Eva Cantarella, Alessandro Fermi, Attilio Fontana, Giuseppe Guzzetti, Uliano Lucas, Carlo Ratti, Gianfelice Rocca, Andrée Ruth Shammah e Marco Tronchetti Provera, donne e uomini della politica, della cultura e dell'economia. Tra ricordi e previsioni, dalle loro parole emerge la prospettiva di un territorio che ha attraversato momenti intensi di difficoltà e, nonostante tutto, ha sempre saputo fare leva sulle proprie capacità di sognare, sperare, progettare, costruire. Lavorare. Vengono così documentate la prima industrializzazione, l'impresa e la modernità, la costruzione e l'architettura dell'edificio, fino a far rivivere gli interni, il design e il lavoro nel Grattacielo. E ancora: la Milano in movimento, la cultura e la moda negli anni sessanta e settanta, la nascita delle regioni, l'insediamento della Regione Lombardia e del Consiglio Regionale e l'attività dell'istituzione, fino ad arrivare a una prospettiva sul... -
Revixit. Un capolavoro intagliato di Giuseppe Torretti restaurato da Venetian Heritage. Ediz. illustrata
Il 12 novembre 2019 Venezia fu inondata da un'eccezionale marea che sfortunatamente compromise gravemente la maggior parte del patrimonio artistico cittadino. Venetian Heritage all'indomani dell'acqua granda lanciò la campagna #supportvenice con l'intento di raccogliere fondi per finanziare urgenti interventi di restauro conservativo di alcune opere d'arte danneggiate dall'inondazione, tra cui il restauro del Crocifisso ligneo impreziosito da lamine di tartaruga e madreperla, opera di Giuseppe Torretti datato al 1711 circa, conservato nella chiesa di San Moisé. Il capolavoro intagliato di Giuseppe Torretti restaurato, a distanza di un anno dall'acqua granda, rappresenta una Venezia che non si arrende, bensì rinasce. -
La peste e la stampa. Venezia nel XVI e XVII secolo
Quest'anno è quasi inevitabile riflettere sulle passate pandemie e sulle reazioni istituzionali e individuali di fronte a un nemico invisibile che nel corso della storia ha condizionato pesantemente le vite di ciascuno. Il volume propone un racconto costruito su una scelta di testi a stampa un tempo molto diffusi, ma oggi rarissimi, apparsi sul territorio italiano, per lo più veneto, sotto l'incalzare delle ondate epidemiche del Cinque e Seicento. Si tratta di esemplari unici come il foglio con le ricette per automedicazione insegnate da una «medichessa» al servizio della Repubblica, o un altro che raccoglie i motti (anche di spirito) che comparvero sui cartelli affissi alle botteghe serrate della città, o l'altrettanto unico campionario di versi di consumo su foglietti volanti, un po' mordaci, un po' moraleggianti o semplicemente desolati. Fanno da contrappunto e contesto i tanti provvedimenti ufficiali di confinamento e disinfezione stampati su fogli volanti, insieme a un toccante resoconto protogiornalistico dei giorni più cupi della Venezia appestata e reietta dagli altri stati. Pur senza scomparire, nei decenni le ricorrenti pandemie divennero più controllabili localmente anche grazie alla duttilità della stampa effimera, impiegata per scopi pratici oltre che ricreativi. -
Notte magica a Morcote. Fra Cina millenaria e Italia patriottica
Un antico palazzo signorile sulle rive del lago Ceresio, nel villaggio di Morcote, alla vigilia di Natale del 1857, è il fulcro della storia intrecciata di due grandi personaggi: Antonio Caccia, medico e patriota italiano, e Matheus Li, ingegnere mandarino cinese, incontratisi per la prima volta in un caffè di New York al termine di uno dei loro numerosi viaggi. Oltre a loro, al centro di questo racconto c'è padre Gonzalo Freira, un gesuita portoghese. Attraverso le lettere scritte da Matheus Li, tradotte in italiano dal colto gesuita, il lettore si immerge nella vita e nella cultura del Celeste impero: dai costumi alla legislazione, dall'apparato statale a quello militare, dalla medicina alla religione, l'autore presenta fatti e personaggi storici non solo della Cina e dell'Italia, ma del mondo intero di quell'epoca. -
Quaderni della procuratoria. Arte, storia, restauri della basilica di San Marco a Venezia (2020). Vol. 14: colonne in marmo d'Aquitania del portale di San Pietro, Le.
La Procuratoria di San Marco dedica il quattordicesimo numero dei suoi Quaderni alle quattro colonne in marmo d'Aquitania del portale di San Pietro. In un anno particolarmente gravoso per la basilica, dopo l'acqua alta straordinaria del novembre 2019 che ne ha sommerso la pavimentazione, oggetto di analisi sono gli interventi realizzati per salvare, salvaguardare e recuperare le coppie di colonne libere del portale di San Pietro nel nartece della basilica marciana. I saggi raccolti nel volume analizzano il restauro dal punto di vista storico, artistico e scientifico: Mario Piana racconta il consolidamento delle coppie di colonne, Simonetta Minguzzi si sofferma invece sulla descrizione delle decorazioni dei capitelli. L'intervento di Lorenzo Lazzarini tratta il marmo d'Aquitania, mentre Fabrizio Antonelli ed Elena Tesser si focalizzano sulle indagini archeometriche che è stato possibile svolgere sui capitelli. Infine, Antonella Fumo narra il restauro delle colonne di Salomone in un saggio riccamente illustrato da preziose immagini del fondo lastre dell'Archivio.