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Autobiografia felina
La gatta Luna - protagonista e narratrice - racconta dal proprio punto di vista i fatti, gli incontri, i cambiamenti, le emozioni che hanno scandito la sua lunga vita. Lo speciale rapporto che si crea con la donna che l'ha trovata tremante nel cortile rappresenta una costante imprescindibile, ma altri personaggi - umani e animali - si affacciano via via nel dipanarsi della storia, con ruoli di comprimari o di semplici comparse, tutti però significativi per le esperienze della protagonista. Il libro sfata il mito secondo cui i gatti si affezionano non alle persone ma alla casa: Luna dimostra, con il suo racconto, che i felini sanno diversificare il modo di relazionarsi a seconda delle persone, sono capaci di grande affetto ma anche di gesti vendicativi, e ugualmente amano o detestano i contesti abitativi secondo i propri criteri individuali. -
Compagni. Racconti di vita in fabbrica
Anni di lavoro insieme, alla Morando e al Comau, poi il distacco sindacale richiesto dalla CGIL si è intromesso come un disegno del destino, per mettere alla prova quelle motivazioni maturate nel corso del tempo, piegando tubi e installando attrezzature sofisticate. Ci si era persi di vista, ma un giorno di molti anni dopo, in Camera del Lavoro, ritrovo Fausto. Un incontro fortuito, di quelli che ti lasciano il cuore gonfio di emozioni. Un tempo troppo breve, però, per restituirci ciò che gli impegni ci avevano tolto. Così, per la sera stessa, un invito a cena, a casa mia. È la storia del mondo: complici la gioia di essersi ritrovati e il buon cibo, si passa dai «...ti ricordi?» all'enfasi dei giorni trascorsi in fabbrica, al lavoro, di come le cose siano cambiate travolgendo tutti. Poi, a notte fonda, la promessa che avrei scritto di quella esperienza, un po' anche per raccontare il sogno di una vita. -
Mai visto il mare
Tra gli anni '50 e '60, l'Alta Langa era un luogo fuori del tempo: piccole frazioni, nascoste tra roveri e castagni, dove si viveva come all'inizio del secolo, seguendo ritmi antichi e riscaldando una sola stanza. Vinx, figlio di contadini, e Mara, trovatella presa in affido per il sussidio - come ancora accadeva, tra quelle colline - sono uniti e complici, più che fratelli, in un ambiente che ignora talenti e aspirazioni. Giovanissimi, dopo un fatto che li coglie di sorpresa e li sconvolge, prendono strade diverse. Lui viaggia, diventa un artista. Lei, a Torino, cresce un figlio con un difetto fisico, vive le lotte in fabbrica e un faticoso riscatto, attraverso il femminismo. Vite che si perdono e si rincorrono in una grande storia d'amore. -
Giovanni Tibaldi. Vita di un medico condotto
La vita del Dottor Giovanni Tibaldi, ricostruita in un romanzo liberamente ispirato dai ricordi della vedova Rosa Gastaldo Tibaldi. Non un racconto ordinato ma un insieme di ricordi legati insieme dal fil rouge della memoria di Rosina. L'infanzia a Serravalle Langhe, poi gli studi e il raggiungimento dell'agognata laurea in Medicina e Chirurgia. Le chiamate improvvise, a qualsiasi ora, che lo portavano nelle più sperdute cascine a risolvere situazioni insolite che lui stesso avrebbe faticato a credere se raccontate da altri. Giovanni Tibaldi ha svolto la professione di medico condotto, a Cavallermaggiore, dal 1923 al 1965 in un periodo di profondi cambiamenti nel campo della medicina. Sempre umano e professionale nei confronti dei pazienti, ha lasciato un segno indelebile nel cuore della sua Città. -
Torino dimenticata. Ricognizioni tra memorie e luoghi di un tempo
Di una via spesso conosciamo l'ubicazione e non sempre il nome. In altri casi sappiamo che in quello specifico quartiere della nostra città le vie si raggruppano per categorie: i navigatori, i musicisti, i militari... Le percorriamo distrattamente, per necessità o per piacere, ma raramente conosciamo il titolare indicato dalla targa viaria. Non di rado si vive o si lavora una vita intera in una certa via, corso o piazza ignorando, o sapendo a malapena, chi ci sia dietro quel nome che contraddistingue luoghi significativi della nostra quotidianità. Questo libro si propone di tirar fuori dal dimenticatoio, se non dall'assenza di memoria, una serie di personaggi che hanno dato il loro nome, e in alcuni casi la vita, alla nostra Torino. Ad altri non si è dedicata una via ma l'avrebbero meritata e per questo son qui ricordati per ciò che hanno donato alla città attraverso il proprio operato. Garibaldini, pittori, santi sociali, medici, scienziati, sindaci, architetti, il ""Re Galantuomo"""" coi suoi fedelissimi, letterati e molti altri ancora......Torino prende vita, si popola non di fantasmi bensì di anime viventi rese tali dalla rievocazione del loro passato."" -
I soli stanno soli e fanno luce
Una polifonia di voci, diventata una testimonianza scritta e fotografica che ha coinvolto gli ospiti di una residenza per anziani, in questo particolare anno 2020 del nostro Paese. Ne è nato un dialogo tra interno ed esterno, con il coinvolgimento di scrittori, medici, insegnanti, filosofi, architetti, poeti, farmacisti, ecc., ricco di significati profondi: una conversazione che non verte sulla virulenza del virus ma sulle risonanze emozionali di persone differenti per esperienze e per età, in questo difficile momento storico. Una raccolta di scritti e fotografie non separati dalla vita, dal tempo che passa: raccolta semplice, cordiale, spontanea tra amici, a volte con un pizzico di velata malinconia ma piena di speranza e che ci ricorda le nostre vere identità. Una lucerna, per rischiarare il buio del presente. -
La luna e i falò
Iniziato nel settembre 1949 e finito in soli due mesi, «La luna e i falò» - ultimo romanzo dell'autore - è una ricapitolazione finale di tutti i temi pavesiani, scritto in una sorta di esaltazione creativa. Dai racconti orali del Nuto (al secolo Pinolo Scaglione), l'amico e mediatore che lo riconcilia con la realtà contadina, Pavese attinge a piene mani, reinventa e trasfigura. Così le Langhe della storia, della guerra civile, della miseria e della fatica dei contadini, diventano le Langhe senza storia e senza tempo del mito. Anche le credenze sulla luna possono apparire superstizioni a chi ha girato il mondo. Ma prima di giudicare, bisogna ridiventare contadino come Nuto raccomanda ad Anguilla perché «un vecchio come il Valino non saprà nient'altro ma la terra la conosceva». -
Voci dalle Langhe. Interviste inedite a Lidia Beccaria, Placido Canonica, Ugo Cerrato, Margherita Faccenda, Davide Lajolo, Augusto Manzo, Franco Piccinelli, Nuto Revelli, Mario Rigoni Stern, Pino...
Dieci interviste, dieci racconti di vita di grandi personaggi che con il territorio di Langa hanno avuto uno stretto rapporto, o per via di nascita o per amicizia. In queste pagine la narrazione fluisce fresca, limpida. Emergono aspetti sconosciuti sulle vite di Beppe Fenoglio (grazie ai ricordi di Placido Canonica, Ugo Cerrato e Margherita Faccenda, quest'ultima mamma di Beppe) e di altri grandi scrittori come Nuto Revelli, Davide Lajolo, Franco Piccinelli e Lidia Beccaria. Pinolo Scaglione - il Nuto de «La luna e i falò» - si sofferma sulla sua amicizia con Cesare Pavese. Augusto Manzo racconta le sue partite di pallapugno, di cui è stato grandissimo campione, e di quel che ci girava attorno. Mario Rigoni Stern, che di Revelli è stato amico, rivela alcuni spunti della vita di famiglia sull'altopiano. Tra le pagine trovano spazio bellissime fotografie di Bruno Murialdo - la cui famiglia è originaria di queste colline - scattate tra gli Settanta e Ottanta del secolo scorso: volti e situazioni in grado di farci percepire le atmosfere di quegli anni. -
Gatti in città. L'amica ritrovata
In un piccolo paese di montagna vive una bella colonia di gatti. All'improvviso Anteria, la loro giovane amica-madre umana si allontana inspiegabilmente. In seguito a sofisticate osservazioni e deduzioni, sei gatti più un cane partono alla sua ricerca. Singolarmente o a piccolo gruppi, dopo viaggi avventurosi, si ritrovano a Torino nei giardini di un grande ospedale. E in questi luoghi ora notturni, ora solari, magici ai loro occhi, accoglienti e insieme paurosi, tra il giardino degli alberi di Natale in pensione, la magnolia dalle grandi foglie che piangono pioggia, il ponticello di legno che scavalca grosse tubature argentate e lo stabulario inquietante, i gatti montanari incontrano la nutrita colonia del posto: il temibile Charlie che ne è l'incontrastato sovrano, i due spiriti gai Pavel ed Eros, il piccolo e intrepido Puck, sua sorella Ariel e tanti altri, ciascuno con un proprio carattere. Gatti che vivono ancora o sono realmente vissuti. Riusciranno i nostri amici gatti, con l'inseparabile Ringhio, a ritrovare Anteria? E quale segreto nasconde la sua improvvisa partenza? -
Una veggente per il re. L'imbarazzante affaire di Carlotta Cerino (1831-1837)
A Torino, nei primi tormentati anni del regno di Carlo Alberto, esplode il caso della veggente Carlotta Cerino, umile popolana accolta a Corte dove trova benevola udienza dal Sovrano, facendosi interprete della persona ormai defunta di Maria Clotilde di Savoia, la Venerabile... Inconsapevole strumento di esponenti conservatori? Intraprendente truffatrice? Comunque sia, conquista il suo quarto d'ora di fama. Condannata per sacrilegio, è spazzata via dalla vita come dalla Storia ufficiale del Regno. Un personaggio intenzionalmente occultato riportato alla luce. In appendice, altre due vicende di mistici: un monaco, asceta o impostore, e una suora visionaria, additata quale causa dell'infelice condotta bellica di Carlo Alberto nella Prima Guerra di Indipendenza. Tre storie che gettano luce sul rapporto dei potenti con l'occulto. -
Il Tricolore sulla pelle. Diario di vita partigiana
Il suo nome di battaglia è Giorgio Moreno, poi Piede. Ci parla degli eroi ignoti, i figli migliori di una grande madre: la patria, l'Italia. Non eroismi, ma la quotidianità e l'obbedienza portano ad ottenere risultati al semplice soldato. Un diario originale, inedito, rivisitato con calma nel tempo, dove emerge il profondo amore verso la patria, appreso sui banchi di quella scuola che ai piccoli balilla inculcava il senso del dovere fino al sacrificio di sé, ma per un fine che il giovane Giovanni in seguito comprende essere sbagliato. Giovanni riconosce, nella sua cristallina onestà, la lealtà del nemico, quando in gruppo su tre camion i partigiani ottengono il via libera verso Torino liberata e non subiscono alcuna ritorsione, qualcuno direbbe che questi non erano SS, ma soldati regolari della Wehrmacht stanchi anche loro di combattere. Nel racconto non c'è enfasi, non ci sono sdolcinature, ma un profondo e crudo realismo che segna le tappe della lotta di questo ragazzo diciannovenne disposto a tutto per un'Italia libera e democratica. -
Il fonditore di spade. Una vicenda di 3000 anni fa tra Canavese e Lago di Viverone
Lo spunto per questa storia è il ritrovamento, a Piverone, all'inizio degli anni Trenta, di due stampi di spade, risalenti a tremila anni fa. Abbiamo immaginato che dall'incontro di Mael, il palafitticolo fonditore di spade, con Kila, la ragazza del popolo dei coltivatori di semi che viveva sulle colline attorno al lago, sia stato fondato un regno di pace e di comunione con la natura. Questo regno di pace i nostri eroi hanno dovuto però conquistarselo, con una disperata lotta contro le forze del male, incarnate dallo stregone Padraick. Questa storia può essere considerata una anticipazione visionaria di quello che accadrà, proprio in Canavese, tremila anni dopo: la commistione dell'operosità industriale con la saggezza contadina. È in Canavese, infatti, che gli Olivetti hanno tentato di realizzare il sogno della fabbrica ideale: rispettosa dell'uomo e della grande madre Terra. Età di lettura: da 7 anni. -
Soldati di Napoleone! Piemontesi e valdostani dei Dipartimenti della Dora e della Sesia decorati con la Legione d'Onore
Duecento anni fa moriva in esilio, prigioniero degli Inglesi a Sant'Elena, Napoleone Bonaparte. Le storie di questo libro parlano di quei volontari o coscritti di leva che erano partiti per la Grande Armée mentre l'astro napoleonico divampava in tutta Europa. Pochi ex nobili locali e tanti figli del popolo appresero che con il merito, e non solo sui campi di battaglia, si entrava in quell'ascensore sociale che avrebbe fatto la differenza. Erano partiti in migliaia dalla Valle d'Aosta, dal Canavese, dal Biellese e dal Vercellese perché erano diventati cittadini della Repubblica francese, dei dipartimenti della Dora e della Sesia. Una piccola parte di loro, con le loro azioni di coraggio e valore, entrò a pieno titolo nell'élite creata da Napoleone, l'ordine cavalleresco istituito il 19 maggio 1802: la Legione d'Onore. Veniva concessa, esclusivamente sulla base di merito e valore personale, a chiunque: fu la prima volta per la gente comune, le donne, gli stranieri e gli appartenenti di qualsiasi religione. -
Cercando Gino. In ricordo di Gennarino Brunero. Una storia partigiana tra Corio e Ciriè
La Resistenza non è stata fatta da eroi ma da gente comune che si è trovata a fare delle scelte: aspettare l'intervento degli alleati e salire sul carro del vincitore oppure impegnarsi in prima persona, rischiando sovente la propria vita, riscattando, almeno in parte, la guerra e le nefandezze del regime dittatoriale fascista. È grazie a queste persone se viviamo, oggi, liberi. Quando si intraprende una ricerca storica non si sa dove si andrà a finire e cosa si scoprirà e soprattutto non può mai dirsi conclusa. Partiti con l'intenzione di raccontare la vicenda di Gennarino Brunero ci si è trovati davanti alle storie di molte altre persone, coinvolte a vario titolo nei fatti narrati. La narrazione si dipana attraverso le testimonianze dei protagonisti e dei testimoni di allora. Il filo conduttore è il ricordo di Marco, la sua riconoscenza nei confronti del suo Comandante e infine la restituzione a chi legge dell'importanza dell'amicizia e della condivisione che, in momenti così duri come furono quegli anni, salvò e formò delle vite. Attraverso questa ricerca si sono dischiuse molte finestre che chiedono solo di essere spalancate per vedere cosa c'è oltre. -
Miracolo alle Casermette. Anni '70: i bambini del Treno del Sole nelle periferie di Torino
Il grande miracolo economico che coinvolse Torino dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Settanta, fu una rivoluzione senza precedenti, un moto disordinato di uomini e di donne attratti da un'offerta lavorativa che appariva infinita. Agricoltori e pastori si ritrovavano a maneggiare attrezzi meccanici ignoti e a respirare, tra lo smog, il profumo inconfondibile dei soldi in tasca. La popolazione della città, per effetto dell'emigrazione dal Sud, quasi raddoppiò nel decennio 1953-1963. La profonda diversità culturale e identitaria che sfociava nella derisione e nel discredito dei terroni, dei mau mau e dei napuli, veniva tristemente supportata da certa stampa, che fungeva da freno a mano tirato ad un'integrazione invece possibile. I bambini del Treno del Sole, che collegava il Sud agricolo al Nord sempre più industrializzato, sono i protagonisti di questo Viaggio. Dalle Casermette alla Passerella Mazzini, dalla Reggia, allora rudere, alle parrocchie, con lo scrosciare delle acque dolci del Ceronda e della Stura come colonna sonora, attraversando vite e destini di un popolo che tra profonde crisi identitarie ed eroismi non premiati, tentava di essere Comunità. -
Le fiabe di Guido Gozzano
Il poeta Guido Gozzano fu anche un perfetto e delicato narratore e in questa raccolta di fiabe si inserisce egregiamente nella tradizione fiabistica europea, che ha nei fratelli Grimm e in Andersen i maggiori rappresentanti. La leggerezza e l'incanto caratterizzano la sua scrittura. Ci fa passare da uno stupore all'altro con il garbo di un raccontatore quasi fanciullo, che si rallegra di ciò che la sua immaginazione crea. Nello svolgersi di queste fiabe ritroviamo situazioni e scene che abbiamo noi stessi sognato qualche volta. Non è azzardato suggerire che lo stile di Gozzano, oltre che al mondo della fantasia, appartiene anche al mondo dei sogni, ossia a quel luogo intimo e segreto che sta dentro di noi, che si muove autonomamente lungo l'arco della nostra esistenza e ci segna ogni volta per sempre. Età di lettura: da 10 anni. -
Tornare a vivere. Le vicende di un sopravvissuto a Cefalonia, dalla chiamata alle armi alla Liberazione
In una Chivasso ancora lontana dalla brutalità della guerra scorre pacifica la vita di un ragazzo di periferia, fra amici, lavoro e fidanzata, sino al giorno in cui giunge la fatidica chiamata alle armi. Arruolato nella Divisione di Artiglieria ""Aqui"""", arriva come un fulmine a ciel sereno il comando di partire per Cefalonia. All'inizio la vita scorre tranquilla, c'è tempo anche per qualche svago con le ragazze del posto, ma le cose cambiano dall'8 settembre del 1943 con l'Armistizio di Cassibile. I tedeschi allora presenti sull'isola chiedono agli italiani di cedere le armi ma, con una consultazione informale indetta dal generale Gandin, gli italiani non accettano la resa ed inizia la battaglia di Cefalonia. Una battaglia finita con la resa degli italiani, alla quale seguono i rastrellamenti e le atroci esecuzioni da parte delle truppe tedesche. I pochi sopravvissuti, fra i quali il protagonista ormai prigioniero, vengono deportati in un campo di concentramento della Germania. Qui, giorni infiniti di prigionia sino alla Liberazione degli Americani e il ritorno a casa. La storia prende spunto dai ricordi di Domenico Pavetto, un ex soldato tuttora vivente."" -
La coscienza infelice. Percezione e immagini della malattia mentale dal mito alle neuroscienze
«La follia è una condizione umana»: così affermò Franco Basaglia in una delle sue Conferenze brasiliane, nel 1979. Pertanto possiamo trovare nell'esistenza umana una condizione cosiddetta normale e una, in qualche modo opposta, considerata folle, cioè dominata dalla malattia mentale, dalla sofferenza e quindi dalla infelicità, articolata nelle varie forme della psicosi e del male di vivere patologico, la cui percezione è stata molto differente nei secoli e nelle diverse società che si sono succedute dall'antichità ad oggi. In questa ricerca si è voluto mostrare come lungo i secoli è stata vista la malattia mentale - non solo dalla medicina e dalla sua branca più giovane, la psichiatria - ma utilizzando soprattutto la rappresentazione letteraria, attraverso qualche passo significativo delle opere di autori italiani e non, intendendo quindi la letteratura come uno dei più efficaci strumenti per la formazione e il consolidamento dell'opinione collettiva su un fatto sociale di tale rilevanza quale la malattia mentale. -
Il mio giardino lo sa
Una raccolta di 25 novelle molto diverse tra loro per contenuto, legate saldamente da un file rouge che si chiama Ginevra, cioè la donna alla finestra. Rimasta sola, la donna è solita sedersi mattina e sera ad una finestra che guarda una parte del giardino e un piccolo rettangolo di cielo che si presenta al suo sguardo sempre diverso nelle varie ore e stagioni. Così Ginevra osserva, ascolta, medita, ricorda, immagina, sogna. Il finale a sorpresa dona ancora maggiore significato al pensiero espresso in ogni novella che parte sempre da una realtà oggettiva per condurre il lettore nel passato, nel futuro, nell'irreale, nell'onirico, in luoghi impensati della mente. -
Darvo. L'avventura di un'intrepida marmotta
Alla fine del disgelo di primavera, una vivace colonia di marmotte grigie si appresta a vivere sui pascoli del Rosset, proprio nel cuore del Parco del Gran Paradiso, una delle più belle stagioni di sempre. L'erba è abbondante, il sole inonda con la sua luce dorata l'intero altopiano, l'acqua proveniente dai ghiacciai vicini scorre limpida e fredda riempiendo la valle con il suo fragore. Le marmotte si sono svegliate da poche settimane dal loro lungo letargo invernale e corrono felici sui prati fioriti, sazie d'erba, ebbre di gioia di vivere. Una grave minaccia però si profila da oriente. Un'orda sterminata di lepri fischianti, guidata da un esemplare gigantesco, dallo sguardo gelido, sta risalendo i pendii con l'intento preciso d'impadronirsi del territorio su cui vivono e prosperano le marmotte da tempo immemorabile. Impossibile opporsi alla loro furia. Quando tutto sembra perduto, dal fondovalle giungono Darvo e i suoi amici. L'inaspettato e provvidenziale soccorso riuscirà a sventare la minaccia? Età di lettura: da 8 anni.