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Restituire la possibilità. Educare alla resilienza con Bernard Lonergan
Nel caso di persone in situazione di disagio o con storie traumatiche alle spalle ci si deve rassegnare a un'azione formativa volta solo al recupero o, al massimo, al contenimento del danno? Perché impegnarsi nell'attività educativa se il futuro di questi soggetti è invincibilmente determinato dal loro passato? Il fenomeno della resilienza umana invita a cambiare i paradigmi che guidano l'azione formativa, focalizzando l'attenzione più sulle risorse residue delle persone che sui danni da loro subiti, o sui rischi sociali ed educativi ai quali sono esposte. L'antropologia filosofica di Bernard Lonergan (1904-1984), che nel concetto di sviluppo trova il proprio punto d'incontro con quello di possibilità metafisica, è esplorata dall'autore in quanto quadro logico e metodologico per la programmazione di attività formative ed educative adatte a sostenere percorsi volti a «restituire la possibilità». -
Un' utopia «intelligente»: l'economia di Bernard Lonergan S. J.
Bernard J.F. Lonergan S.J. (1904-1984) fu un grande teologo che si occupò anche di economia allo scopo di ricavare principi morali dalle sue meccaniche, ossia indicazioni scientificamente fondate non solo su «come l'uomo vive ma su come dovrebbe vivere». Il suo contributo in questo campo resta tuttavia oscuro nonostante molte presentazioni, rimaste su un terreno prevalentemente apologetico. In questo lavoro si presenta una lettura delle opere economiche di Lonergan che ne sottolinea l'affinità con moderne analisi di impostazione neokeynesiana, e anche un'applicazione che le chiarisce ulteriormente e ne mette in evidenza il messaggio centrale con riguardo al nesso tra distribuzione del reddito e sviluppo economico. Un'ordinata dinamica economica, per Lonergan non garantita, richiede comportamenti «intelligenti» che in generale tengano insieme creatività e inclusione e, in particolare, profitti e tempestivo aumento dei salari, considerando il potere dei lavoratori un presidio a questo scopo e non una prevaricazione. Il pensiero economico del teologo, elaborato negli anni Quaranta e poi ripreso nei Settanta del secolo scorso, è in tal modo particolarmente utile in epoca di globalizzazione. Esso si colloca tra le voci che oggi per i paesi avanzati prospettano una ""via alta"""" allo sviluppo nonostante la concorrenza dei paesi emergenti, mentre deleteri modi di vedere dominanti continuano a ritenere ineluttabile la riduzione dei salari e dunque una via """"bassa"""", la quale per questo non ottiene la crescita che promette."" -
Autopsia di un diritto politico. Il voto degli italiani all'estero nelle elezioni del 2018
Con l'avanzata di forze antisistema e populiste, le elezioni per il Parlamento del 2018 hanno completamente ridisegnato la geografia elettorale italiana. Nella circoscrizione estero è, in realtà, il transnazionalismo politico a esser stato messo alla prova, ovvero la capacità dei cittadini italiani residenti oltre confine di partecipare attivamente alle dinamiche elettorali sia nel Paese d'adozione sia in quello d'origine. L'alto tasso di astensionismo e il primeggiare di formazioni politiche pro-sistema ed europeiste non devono però trarre in inganno. Segnali di cambiamento, dalla composizione del corpo elettorale alle liste dei candidati, si sono registrati anche all'estero. In questa collettanea, otto casi di studio, a loro modo rappresentativi della poliedrica realtà della presenza italiana nel mondo, approfondiscono il comportamento di voto, la partecipazione, l'attivismo politico, le tendenze e le controtendenze in altrettanti paesi (Francia, Germania, Regno Unito, Argentina, Brasile, Repubblica Dominicana, Stati Uniti e Australia), offrendo all'analisi delle elezioni del 2018 un'indispensabile prospettiva interpretativa europea e globale. -
Cercatori di felicità. Luci, ombre e voci dello schermo yiddish
Quali possibilità di “riconoscersi” ha un popolo che ha perduto la propria patria, che è sul punto di perdere la propria lingua e che ovunque si stabilisca, in Europa, è considerato straniero, vessato e trattato in modo ostile, oppure, in America, costretto a un traumatico processo di omologazione? La letteratura, certo, la narrativa, i romanzi, i racconti: ma questo varrà solo per pochi acculturati. Bisognerà, quanto meno, che tale messe di ricordi, memorie, documenti e affabulazioni, trovi il modo di farsi spettacolo, di rappresentarsi sui palcoscenici, offrendosi prima di tutto nella vivezza concreta dell’invenzione teatrale; poi, successivamente, nel cinema, nei film. Questo volume a più voci racconta per la prima volta con cura l’avventuroso rapporto tra il teatro yiddish e il cinema, intendendo con ciò il dialogo tra le due arti e le rispettive prospettive critiche. Il tutto con riferimento ad alcune decine di film che oggi si possono vedere in edizione restaurata. -
Il trauma di Caporetto. Storia, letteratura e arti
La battaglia di Caporetto (24 ottobre - 9 novembre 1917) ha rappresentato un trauma nella storia italiana del Novecento. Ancor oggi, nel linguaggio comune, la parola Caporetto è sinonimo di disastro. In quella battaglia i soldati della 2a Armata vengono respinti dagli austriaci e dai tedeschi al di qua dell'Isonzo e del Tagliamento fino al Piave, mentre i Comandi militari li accusano di diserzione e tradimento. Cento anni dopo, questo volume affronta, in un'ottica pluridisciplinare e interdisciplinare, e alla luce della nozione di ""trauma"""", gli aspetti storici, politici e militari della disfatta. Esso fa largo spazio anche alle testimonianze dei soldati-scrittori la cui esperienza di quei giorni acquista senso se inserita in una dimensione collettiva e storica. Le stratificazioni temporali - relative tanto alla lettura storiografica, militare e politica quanto agli scritti memoriali e letterari - costituiscono un fattore importante per la riappropriazione di un evento che tocca la storia e l'identità italiane."" -
L' Ottobre delle arti
Uno degli eventi più importanti e decisivi della storia del Novecento, la Rivoluzione d'Ottobre, ha avuto, come è noto, ripercussioni cruciali anche nel mondo delle arti. Anzi, si potrebbe forse affermare che proprio l'Ottobre sia stato uno di quei momenti della storia della modernità in cui diversi ambiti della vita si sono in effetti mescolati, modificandosi e influenzandosi a vicenda: la politica, la cultura, l'arte, la morale, persino gli affetti. Il Convegno di cui qui pubblichiamo gli Atti - organizzato dalla Sezione Media Musica e Spettacolo del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino - ha inteso discutere tanto del ruolo delle arti durante gli anni della Rivoluzione (in particolar modo del cinema, della musica e del teatro) quanto delle eredità che quelle opere e quei maestri hanno consegnato al Novecento maturo, attraverso la discussione di casi specifici ma anche grazie ad alcuni interventi di artisti, preziosissimi come sempre. -
Alle origini del «logos». Studi su «La nascita della filosofia» di Giorgio Colli
«Le origini della filosofia greca, e quindi dell'intero pensiero occidentale, sono misteriose». Così si apre l'importante libro di Giorgio Colli (Adelphi, Milano 1975), al cui studio integrale il gruppo di ricerca Simposio ha dedicato un seminario all'Università di Torino (23-25 ottobre 2017), nell'ambito delle attività del Centro Studi Giorgio Colli. I nove capitoli del breve ma denso testo colliano forniscono un'interpretazione non convenzionale e stimolante della genesi e della genealogia di quella pratica che, almeno a partire da Platone, porta il nome di ""filosofia"""". Questo primo volume dei Quaderni Colliani, attraverso un'analisi critica che si estende anche alle altre opere del filosofo torinese, si propone d'indagare le origini del logos occidentale che, come insegna Colli, si perdono nei labirinti del mito, albergano nelle parole dell'oracolo e si annidano tra le reti dialettiche della retorica. I contributi qui presentati, seguendo lo sviluppo argomentativo e tematico de La nascita della filosofia, spaziano dagli albori della civiltà greca (Apollo e Dioniso, il mito cretese, la divinazione), al pensiero più maturo dei cosiddetti sapienti e dei sofisti, per giungere infine a Platone, l'inventore della """"letteratura"""" filosofica."" -
Identità e strategie politiche del Pci e del Pcf: una comparazione tra il triangolo industriale e la regione del Rhône-Alpes
Georges Lavau definì la comparazione tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Comunista Francese «un esercizio classico». Le analogie tra i due maggiori partiti comunisti di Occidente sono infatti tante e tali da far nascere quasi in maniera spontanea la tentazione di ripercorrerne la parabola storica in parallelo. Soprattutto alla ricerca di differenze, come hanno fatto molti studiosi nel passato, ma anche con approcci più complessi capaci di considerare le due vicende come parte di un tutto, il sistema comunista internazionale. La presente ricerca, attraverso un'attenta analisi comparativa, ricostruisce il profilo identitario delle federazioni comuniste del triangolo industriale in Italia e della regione del Rhône-Alpes in Francia, dalla Liberazione fino alla seconda metà degli anni Settanta. L'indagine ha messo in luce identità multiformi e dinamiche, oltre che strategie politiche estremamente diversificate, in ciascuno dei centri oggetto di studio: Milano e l'industria diffusa, Torino e il sistema Fiat, Genova e l'industria di stato, Lione e la meccanica, Grenoble e l'industria tecnologica, Saint Étienne e i suoi bacini carboniferi. La frammentazione, tuttavia, non è affatto sinonimo di disgregazione. Ad unire storie così diverse sono gli individui, quegli uomini e quelle donne che, riuniti sotto la stessa bandiera, hanno cercato di offrire risposte concrete ai problemi della gente, che hanno immaginato, sognato e lottato per costruire una società diversa e migliore, guidati da un'unica ispirazione di fondo: il diffuso ideale di giustizia e uguaglianza sociale. -
Tradizione e talento femminile. I Sonnets from the Portuguese di Elizabeth Barrett Browning
Il volume fornisce un quadro complessivo dei ""Sonnets from the Portuguese"""" di Elizabeth Barrett Browning, canzoniere che raccoglie quarantaquattro sonetti composti tra il 1845 e il 1846 e pubblicati per la prima volta nel 1850. Lo studio presenta un'estesa analisi testuale dell'opera, che ne esamina la ripresa da un lato del canzoniere petrarchesco, dall'altro dei principali modelli inglesi della sonnet sequence Sidney, Spenser e Shakespeare mettendo in luce gli elementi di adesione a tale tradizione e quelli di originalità, identificati in particolare nella dialettica tra soggetto e oggetto poetico, nella ricerca di modelli espressivi femminili, nelle contaminazioni offerte dal linguaggio del teatro e negli schemi narrativi adottati. Grazie a questi ultimi affiorano altresì elementi di parallelismo tra i Sonnets e la fitta corrispondenza epistolare che Elizabeth Barrett e Robert Browning intrattengono negli anni 1845-46 fino al matrimonio e alla fuga in Italia. Da tali epistole, che rappresentano il retroterra del canzoniere, emerge un complesso quadro intertestuale, in cui il dialogo con gli autori del passato e del presente si costruisce sulle citazioni poetiche antiche e moderne e si rispecchia nell'intensa trama dei Sonnets. Attraverso l'analisi condotta in questa sede, tuttavia, le epistole si affermano altresì come opera di assoluta dignità letteraria, espressione di una prosa vibrante in cui Elizabeth Barrett eccelle quanto nella produzione poetica."" -
Intagli rococò. Professionalità ed elaborazione del gusto negli interni del Palazzo Reale di Torino
Torino, 1720-1760 circa. Sotto la guida degli architetti Filippo Juvarra prima, e Benedetto Alfieri poi, il Palazzo Reale dei Savoia è al centro di un impegnativo programma di rinnovamento decorativo. La monumentale magnificenza seicentesca cede il passo a una progettazione attenta alla funzione degli ambienti e alla seduzione dell'ornato. I cantieri di allestimento, inaugurati da Vittorio Amedeo II per il matrimonio del figlio, sono poi ampiamente promossi dallo stesso Carlo Emanuele III, cui si deve la programmatica volontà di rimodellare quasi interamente gli interni del palazzo.È questo il contesto all'interno del quale si muove la straordinaria, quanto poco nota, attività degli intagliatori in legno nel Palazzo Reale di Torino. Sessanta artisti della decorazione - di cui emergono ora i nomi e le competenze professionali - risposero a quella richiesta di rinnovamento, attribuendo una precisa riconoscibilità alla fortunata stagione del rococò a Torino. L'incontro tra la fortunata conservazione delle decorazioni e la ricchezza dei documenti d'archivio ha indirizzato questa ricerca, consentendo di rilevare il ruolo di alcuni brillanti intagliatori nella definizione della cornice ambientale in cui si svolgeva la vita di corte. Lo spoglio delle fonti ha così sollecitato e guidato l'indagine su alcune questioni che risultano centrali per lo studio del design d'epoca moderna: attraverso quali processi si progetta e realizza un ornamento? Chi si assume la responsabilità della sua elaborazione? Che cosa significa, nel Piemonte della prima metà del Settecento, ricercare un preciso «effetto dell'intaglio ed il vero gusto» di una decorazione? -
I viaggi di Veniamin. Vita, arte e destino di un attore ebreo
"Il libro di Ala Zuskin Perelman sul padre è particolarmente importante perché sfida i miti che per lungo tempo hanno costituito la comprensione occidentale della cultura sovietica. Con il proprio tributo al padre, l'autrice ha creato una forma letteraria del tutto nuova; il protagonista, Veniamin Zuskin - semplice attore e uomo modesto e affascinante - incarna i tratti salienti della sua epoca, della sua arte e della sua gente."""" (Joshua Rubinstein, Harvard University). """"L'autrice è riuscita a trovare l'equilibrio ideale tra l'attenzione meticolosa ai dettagli tipica dello studioso e la sensibilità commovente di una figlia. Il tema del teatro yiddish è noto tra gli studi accademici e da oggi nessuno studio sull'argomento potrà fare a meno di questo testo."""" (Gennady Estraikh, New York University). """"Una efficace e commovente biografia del padre, l'attore Veniamin Zuskin, basata sui ricordi, la storia famigliare e un'ammirevole ricerca documentaria."""" (Jeffrey Veidlinger, University of Michigan)" -
La rifondazione degli studi teatrali in Italia dagli anni Sessanta al 1985
La storia dello spettacolo in Italia è una materia piuttosto nuova, che si forma accademicamente nella temperie politica, culturale e artistica che si snoda fra gli anni Sessanta e gli Ottanta. Ma la sua vicenda è molto più lunga e complessa. Anzitutto, perché poggia su di una tensione storiografica preesistente: per questo, più che di ""nascita"""", nel nostro Paese si parla di rifondazione degli studi di teatro. E poi in quanto alcune delle domande alla base del nuovo paradigma scientifico - a partire dalla definizione stessa dell'oggetto d'indagine - continuano a riverberare anche in seguito.Incastonato com'è fra passato e futuro, il processo di istituzione della disciplina non rappresenta esclusivamente uno snodo-chiave nella nostra cultura teatrale novecentesca. È anche una tappa, certo dirompente, di una storia di più lunga durata, da un lato in larga misura già in atto rispetto al momento che si è soliti considerare il suo innesco e dall'altro lato per certi versi tuttora ben viva e attiva. Questo libro ha il proposito di ricostruire i primi passi di tale progetto, alla ricerca tanto delle ragioni che a un certo punto, intorno alla metà del XX secolo, hanno spinto una serie di giovani ricercatori a perimetrare il nuovo campo di studio; quanto degli esiti di quei percorsi, che hanno portato a immaginare - e poi a concretizzare - un altro, nuovo modo di pensare e studiare il teatro all'interno dell'università, che a tutt'oggi pone questioni ancora estremamente attuali."" -
«Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale
Da sempre gli storici si sono interrogati sugli svariati valori della parola scritta, evidenziando le funzioni sacrali, economico-contabili, giuridiche, politiche, che questa forma di comunicazione ha assunto nel corso delle diverse epoche.Il convegno «Sicut scriptum est» si è proposto di indagare alcune di queste piste di ricerca, limitando il ""campo da gioco"""" al millennio medievale: un tempo di decisive (e spesso sottovalutate) trasformazioni nella fruizione e nella ricezione dei testi scritti. L'attenzione si è rivolta in particolare a tre filoni di indagine: parola scritta e realtà; parola scritta e oralità; la riflessione sulla parola. Gli interventi dei nove autori (tutti giovani ricercatori provenienti dalle varie Università italiane) declinano queste tematiche su un ampio ventaglio cronologico, territoriale e documentario. Si spazia dalle epigrafi (Nastasi) alle fonti epistolari (Cò, Camesasca), dai diplomi e dai registri (Manarini, Paganelli, Serci) alle fonti narrative (Tasca, Pacia); dalla penisola italiana alle aree francese e iberica; al VI secolo agli albori del Rinascimento.Ne scaturisce un mosaico vivace e composito, rappresentativo di alcune delle principali piste di ricerca su cui i giovani medievisti italiani si stanno avviando rispetto al tema della «parola scritta»."" -
La prosa omiletica insulare. Fonti e stilemi: il caso dei sermoni escatologici del Vercelli Book
Prendendo spunto dal commento e dall'analisi di alcuni dei sermoni contenuti nel Vercelli Book (Vercelli, Biblioteca Capitolare, ms. CXVII; seconda metà del secolo x), il volume è una introduzione ad alcuni aspetti stilistici e contenutistici dell'omiletica anonima in lingua inglese antica. Prodotto di uno scriptorium insulare non di facile individuazione, il Vercelli Book costituisce un interessante esempio di miscellanea di testi in prosa e in versi di carattere religioso; all'interno di tale raccolta, un peso primario assume un nucleo di sermoni dal forte impianto escatologico, frutto del riutilizzo e della rilettura di materiali parimenti tratti dalla tradizione latina cristiana, da quella iberno-insulare così come da quella pre-cristiana. Testi che per strutture compositive appaiono in continui rispetto alla tradizione latina dell'ami letica composita, i sermoni escatologici vercellesi risentono in maniera chiara dell'influsso latino e irlandese, così come della forte componente ritmica tanto pregnante in ambito iberno-insulare. Proprio tale propensione verso un incedere ritmato, presente in buona parte della letteratura religiosa anonima inglese antica, appare prodromo di quella prosa allitterante che costituisce elemento portante dell'omiletica dei due grandi predicatori del tardo periodo Anglosassone: }Elfric e Wulf-stan. I sermoni vercellesi risultano in questo senso utile elemento di analisi dell'evoluzione del genere omiletico in ambito insulare nei secoli x e xi, così come importante strumento di lettura della funzione pratica del codice che li contiene. E, insieme a esso, dell'ambito culturale che li ha prodotti. -
Le porte dell'anno: cerimonie stagionali e mascherate animali
Cinquecento anni fa le persone vivevano in un mondo popolato di spiriti, sia buoni che malvagi: demoni e spiriti della foresta e del deserto, ma anche entità che minacciavano la vita quotidiana. Numerose erano anche le entità presenti sul fronte opposto, dominato da Dio, ma popolato da un'infinità di santi, spiriti benevoli, esseri protettori, e così via, che mescolavano disinvoltamente, soprattutto nel mondo popolare delle campagne, temi della religione cristiana dominante con elementi che traevano la loro origine dalle forme religiose pre-cristiane. I carnevali nascono in questo mondo e ne costituiscono parte integrante. Essi rivelano una concezione secondo la quale l'ordine sociale tiene a bada un caos primordiale, che costituisce sia il suo avversario sia la fonte di ogni energia. Lo sforzo necessario per tenere a bada il disordine e mantenere l'ordine della società umana era destinato ad estenuarsi, qualora tale ordine non venisse periodicamente immerso nuovamente nelle energie primordiali del caos per riemergere con forza rinnovata. I carnevali esprimevano tale concezione di un equilibrio precario che doveva essere periodicamente sconvolto e al tempo stesso ritemprato dall'irrompere delle forze del disordine.Nasce così il progetto che sta alla base di questo lavoro: il tentativo di costruire un percorso a ritroso, che porta ad attraversare tempi e civiltà del passato, alla ricerca di una genealogia dei motivi mitici e simbolici che sono identificabili nel sistema delle feste carnevalesche, ma che rivelano una serie di connessioni con molteplici aspetti del passato. Un esercizio di regressione attraverso il tempo, osservando come quei motivi si sono trasformati nel corso delle epoche e delle civiltà, che rivela trasformazioni e continuità, un intreccio complesso di somiglianze e di differenze. -
Forme e metamorfosi della rappresentanza politica 1848 1948 1968
Nei percorsi del mondo moderno e contemporaneo le discussioni sulla rappresentanza, sui suoi vantaggi e sui suoi limiti, sono divenuti punti focali nello sviluppo dei sistemi democratici. In questo volume si ricostruiscono i contesti sociali, politici e culturali di tre fasi storiche particolarmente emblematiche in tale itinerario: il 1848, epoca di discussioni sulla rappresentanza, che modellano ipotesi di nuove statualità; il 1948, quando nei paesi europei e in Italia si ricercano nuove soluzioni istituzionali che fanno balzare in primo piano le differenze tra le culture politiche; il 1968, nel momento in cui contestazione e controcultura mettono radicalmente in discussione rappresentanza, democrazia e la politica stessa. -
La figura di Gaudenzio Ferrari nella storiografia artistica ottocentesca: le ricerche di Gaudenzio Bordiga e le stampe di traduzione di Silvestro Pianazzi
Nel 1821 il valsesiano Gaudenzio Bordiga pubblica la prima monografia moderna su Gaudenzio Ferrari dal titolo Notizie intorno alle opere di Gaudenzio Ferrari pittore e plasticatore. Nel 1835 lo stesso Bordiga e il conterraneo Silvestro Pianazzi danno alle stampe il primo fascicolo de Le opere del pittore e plasticatore Gaudenzio Ferrari, lavoro rimasto incompiuto nel 1846 che può essere inteso come l'edizione illustrata della monografia del 1821. Attraverso l'analisi di questi due testi, il volume mira a ricostruire il contesto culturale che a inizio Ottocento riporta all'attenzione del dibattito critico le scuole piemontesi e lombarde del Rinascimento, trovando in Gaudenzio Ferrari uno dei maestri di riferimento, degno di entrare nel canone della storia dell'arte italiana del suo tempo. Si tratta di uno snodo fondamentale negli studi gaudenziani: tutti gli autori che successivamente si sono occupati del Ferrari, tra XIX e XX secolo, hanno infatti dovuto fare i conti con i testi di Bordiga e le incisioni di Pianazzi. -
Cervantes e Pirandello: un dialogo metanarrativo
«In un'oscura e rovinosa carcere della Mancha, nasce il Don Quijote. Ma era già nato prima il vero Don Quijote: era nato in Alcalá de Henares nel 1547. Non s'era ancora riconosciuto, non s'era veduto ancor bene: aveva creduto di combattere contro i giganti e di avere in capo l'elmo di Mambrino. Lì, nell'oscura carcere della Mancha, egli si riconosce, egli si vede finalmente; si accorge che i giganti eran molini a vento e l'elmo di Mambrino un vil piatto da barbiere. Si vede, e ride di sé stesso». Così Luigi Pirandello ricostruisce ne L'umorismo la genesi del Don Quijote di Miguel de Cervantes, il quale assurge a modello fondante della poetica dello scrittore siciliano, meritevole di aver portato, per la prima volta nella letteratura, il «sentimento del contrario», l'umorismo. La lettura pirandelliana risente della ricezione romantica e idealista del capolavoro cervantino, tuttavia le meravigliose parole con le quali Pirandello mette sotto la sua lente d'ingrandimento Cervantes producono due effetti distinti ma complementari. Da un lato ci autorizzano a leggere l'intera produzione dell'autore siciliano sotto la luce di quella di Cervantes e, dall'altro lato e con le dovute cautele, ci permettono di rileggere Cervantes attraverso nuove prospettive, secondo la massima di Jorge Luis Borges per cui ogni autore crea i propri precursori. Il denominatore comune risiede nel fenomeno della metanarratività, che caratterizza e rende peculiari le strutture narrative e il sistema dei personaggi dei due autori. C'è tanto donchisciottismo nei personaggi pirandelliani quanto pirandellismo nelle costruzioni narrative cervantine. -
Scritti in onore di Mario G. Losano. Dalla filosofia del diritto alla comparazione giuridica
Mario Losano è uno studioso eccellente, la cui produzione scientifica sconfina nei più disparati campi del sapere giuridico e oltre: ha arricchito le nostre conoscenze nella filosofia del diritto, nella teoria generale del diritto, nella storia del diritto, nell'informatica giuridica, nel diritto comparato, nella filosofia politica, solo per citare i settori nei quali è una riconosciuta autorità scientifica. È poi un intellettuale mosso da un'autentica passione civile e politica, e anzi un raro esempio di intellettuale: i suoi lavori spiccano per la tensione interdisciplinare, oltre che per caratteristiche decisamente poco diffuse in un mondo sempre più animato da tecnocrati dediti all'iperspecializzazione. Gli autori e le autrici di questi Scritti sono studiosi attivi nel diritto comparato, nella filosofia e nella teoria generale del diritto che hanno inteso celebrare, tra le tante, una particolare virtù dell'Onorato: aver gettato un ponte tra queste discipline, segnandone in modo indelebile l'agenda e lo statuto epistemologico -
Mimesis journal. Vol. 82
Scritture della performance. Rivista semestrale di studi sulla vita e le forme del teatro.