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La Mostra d’Oltremare nella Napoli occidentale. Ricerche storiche e restauro del moderno
Il volume intende approfondire la storia della nascita e dell’evoluzione della Mostra d’Oltremare di Napoli, dalla fine degli anni Trenta del secolo scorso ‒ ovvero il periodo della sua concezione e fondazione ‒ fino ai giorni nostri, letta anche in relazione all’area occidentale di Napoli che proprio in quegli anni andava sviluppandosi e per la quale la Mostra costituì un importante volano. Lo studio della Mostra è condotto attraverso l’analisi delle architetture che conformano il complesso, del suo impianto urbano, dei protagonisti di quelle vicende e di tutti quei fattori eteronomi che concorsero alla sua realizzazione e che ne hanno determinato, in una diversa misura, lo sviluppo. L’indagine degli eventi che caratterizzano tale excursus temporale, inclusa la fase di ricostruzione e ristrutturazione della Mostra in vista della sua riapertura dopo i danneggiamenti prodotti dalla Seconda guerra mondiale, si completa attraverso alcuni saggi che affrontano l’analisi degli aspetti che costituiscono i precedenti di tale storia. -
Piero Gazzola: scritti inediti di un manuale per il restauro dei monumenti
Nel presente volume, Claudia Aveta propone una riflessione critica su di una serie di scritti inediti, da Gazzola intitolati Manuale del restauro architettonico, ritrovati e catalogati nell'Archivio a lui dedicato, in S. Ciriaco di Negrar. -
L'uomo dalle cervella fresche
"L'uomo delle cervella fresche"""" è un caso clinico celebre su cui Jacques Lacan è ritornato più volte nel corso degli anni. Il paziente fu analizzato a due riprese negli anni trenta da due eminenti psicoanalisti, che ne lasciarono entrambi un resoconto scritto. Il soggetto svolse una prima tranche di analisi con Melitta Schmideberg e una seconda con Ernst Kris. Il tutto diede spunto a una discussione sulla tecnica dell’interpretazione in psicoanalisi. Per la prima volta i due testi sono riuniti in un unico volume e accompagnati da una dettagliata introduzione." -
L'uomo dalle parole imposte. Il caso clinico attraverso Lacan
Con questo caso sinora inedito, e qui contenuto in versione integrale e in traduzione italiana, Lacan dà un esempio magistrale degli effetti di discorso che sono generati dall’implicazione di un analista nell’ambito della pratica istituzionale della presentazione clinica. -
Raffaello a Capodimonte. L'officina dell'artista. Catalogo della mostra (Napoli, 10 giugno-13 settembre 2021). Ediz. illustrata
La mostra (Museo di Capodimonte, Napoli, giugno settembre 2021) si propone di valorizzare il patrimonio raffaellesco del Museo, più ricco e variato di quanto si sia soliti pensare, e di offrire al pubblico le novità emerse dalla campagna di indagini diagnostiche condotte dal Dipartimento di Lettere dell'Università della Campania, dal CNR e dal Lams, permettendo un approccio originale sia alle opere d'arte, viste nel loro farsi, sia alla bottega dell'artista, di cui si mette in luce il complesso lavoro che sta dietro la creazione di originali, multipli, copie, derivazioni. Il Museo e Real Bosco di Capodimonte conserva alcune opere autografe di grande rilevanza, che permettono di esemplificare i momenti principali della carriera dell'artista (Frammenti della Pala di San Nicola da Tolentino, 1501; Ritratto di Alessandro Farnese, 1511 circa; Mosé e il roveto ardente, 1514; Madonna del Divino Amore, 1516-18) e del suo più immediato seguito (Madonna della Gatta, 1518-1520 circa?). Lo stesso museo conserva però anche una serie di copie, derivazioni, multipli, alcune delle quali forse elaborate nella bottega stessa dell'artista (Madonna del Passeggio), altre per mano di artisti di prima grandezza per committenti importanti (Andrea del Sarto), o forse per esercitazione (Daniele da Volterra), altre invece da più meccanici copisti (Madonna Bridgwater), che permettono di esplorare ad ampio raggio questo tipo di produzione, che costituiva larga parte dell'opera delle botteghe del Cinque e del Seicento e che oggi forma una parte enorme, anche se spesso trascurata, del nostro patrimonio artistico. -
Studi di scultura. Età moderna e contemporanea (2020). Vol. 2
Il secondo numero della rivista ""Studi di Scultura, Età moderna e contemporanea"""", diretta da Isabella Valente. In questo numero: Profitti e perdite di Battista Lorenzi e Cristofano Stati di Claudio Pizzorusso; Comment le jeune Jean-Baptiste Colbert, marquis de Seignelay, decouvrit en 1671 la sculpture italienne di Françoise de La Moureyre; La scultura negli apparati effimeri a Napoli fra Sette e Ottocento di Valeria Caruso e Maria Rosaria Nappi; Himeneo de Jerónimo Suñol. Conservación y restauración de una escultura original de yeso di Sonia Tortajada; El talento escultórico: una mirada a la formación romana de Agustín Querol (1860-1909) di Leticia Azcue Brea; Ettore Ferrari, Felice Cavallotti, Giovanni Bovio e le testimonianze in Puglia dell'artista romano di Lucia Rosa Pastore; Un'ideale città, abitata unicamente da sculture: il Parco Vigeland di Oslo di Adriana De Angelis; Un monumento e un tempio dedicati all'Eterno Padre: un irrealizzato «pensiero artistico» di Pasquale Ricca di Renato Ruotolo; Intorno alla Fulvia di Lio Gangeri di Gioacchino Barbera ed altri."" -
Il tempo del silenzio. La figura femminile in Piero della Francesca, Johannes Vermeer, Edward Hooper
In questo libro Enzo Scotto Lavina è come un medico che con lo stetoscopio ausculta il cuore del paziente. Solo che Scotto Lavina non è un medico ma uno scrutatore dell’animo e dell’anima femminile in particolare per come è stata avvertita da tre grandi pittori maschi. Tre giganti della storia delle arti figurative quali Piero della Francesca, Johannes Vermeer e Edward Hopper. Tre artisti-filosofi che rappresentano, in tempi diversi e in modi diversi, la stessa idea della quieta contemplazione, lo stesso raccoglimento, la stessa solitudine, la stessa introspezione assoluta. Premessa di Claudio Strinati. -
Jean Ducamps alias Giovanni del Campo
Jean Ducamps, fiammingo di Cambrai, è sicuramente uno degli artisti più misteriosi fra coloro che furono i protagonisti, in ambito naturalistico, della grande stagione romana negli anni del terzo e del quarto decennio del XVII secolo. Sappiamo di lui molte notizie dai biografi e dai documenti d'archivio, ma ostinatamente da quasi un secolo, negli studi che lo hanno riguardato, restano indecifrabili il suo profilo di pittore, nonché i dipinti che può aver eseguito in quegli anni. Diversi, e senza successo, sono stati i tentativi di assegnargli un corpus di opere, fino all'ultimo, recente, quando si è per vent'anni pensato che la sua attività pittorica potesse corrispondere al gruppo del cosiddetto Maestro dell'Incredulità di san Tommaso, poi rivelatosi appartenere a Bartolomeo Mendozzi (o Bartolomeo della Leonessa). Gianni Papi in questo volume arriva a una soluzione soddisfacente e recupera una personalità di grande livello qualitativo, il cui linguaggio, pur molto personale, mostra una evidente vicinanza con Simon Vouet, ma risente anche delle esperienze di Cecco del Caravaggio, Spadarino e Bartolomeo Cavarozzi. Completa il volume un'Appendice scritta da Tommaso Borgogelli, dedicata a Giusto Fiammingo, pittore per molti versi altrettanto misterioso e vicino a Ducamps, che trova un'identificazione anagrafica pressoché definitiva. -
MaDonne. Madre è vita in Terra di Lavoro
Il libro presenta per la prima volta una raccolta completa, illustrata dalle fotografie di Bruno Cristillo, degli affreschi e dei dipinti relativi ad un'iconografia bella e interessante, molto diffusa in Terra di Lavoro fra tardo Medioevo e Rinascimento, quello delle Madonne del Latte. Questa documentazione, finora sparsa e quasi tutta poco nota, ora puntualmente catalogata e illustrata, costituisce un punto fermo per la conoscenza dell'arte di un'area che fu cerniera tra Roma, l'Italia centrale (dove essa anche è particolarmente diffusa), il Meridione, la Sicilia, il Mediterraneo e Bisanzio, e una mirabile testimonianza di fede e di storia. Un contributo importante, quindi, degli Uffici Diocesani dell'area Casertana per la tutela e la valorizzazione dell'Arte sacra. -
Dante a Palazzo Reale
Nel 1865, primo centenario della nascita di Dante dell'Italia unita, il pittore napoletano Tommaso De Vivo portava a termine tre dipinti ispirati alla Divina Commedia, da lui concepiti per il re d'Italia Vittorio Emanuele II. Subito collocato nel Palazzo Reale di Napoli, il ciclo fu successivamente diviso con la dismissione della residenza da parte della Casa Reale. Riportate nella loro sede originaria con questa mostra, le tele di De Vivo attestano l'evoluzione dell'iconografia dantesca dai codici miniati fino alla pittura dell'Ottocento, con particolare riferimento al contesto napoletano negli anni successivi all'annessione al Regno d'Italia. -
Inverno
Se la poesia è davvero ciò che resta della lingua dopo che ne sono state disattivate una auna le normali funzioni comunicative e informative, se essa è quella parte del nostro codice espressivo e della nostra vita che si riesce a salvare dalla rovina, allora è da lì che dobbiamo ripartire per ritrovare il filo in una contemporaneità che rischia di essere ammutolita da un’incontrollabile ipertrofia verbale. Foglie figli fogli gira intorno alle parole poetiche, e ad esse si abbondona con fiducia, per ridare forza e memoria a una lingua che sembra non avere più nulla da dire e che, tuttavia, ostinatamente resta e resiste. Un atto di resistenza, dunque, che si vuole ripetere e rinnovare per ogni stagione dell’anno, con l’intento di iniziare una narrazione che possa essere insieme origine, sedimentazione, fonte di senso, cornice di valori e traccia da proseguire. Orso di Sannicandro vive e lavora a Napoli. -
Studi di scultura. Età moderna e contemporanea (2021). Vol. 3
È in uscita il terzo numero della rivista ""Studi di Scultura, Età moderna e contemporanea"""", diretta da Isabella Valente."" -
Confronto. Studi e ricerche di storia dell'arte europea. Nuova serie. Ediz. italiana e inglese (2021). Vol. 4
Editori Paparo ha ripreso le pubblicazioni della rivista fondata nel 2002 da Ferdinando Bologna, che ha animato il dibattito e l'approfondimento sui temi della storia dell'arte per circa 10 anni. La nuova edizione è diretta da Pierluigi Leone de Castris. Questo in uscita è il 4° numero. -
Caravaggio allo specchio tra salvezza e dannazione. Ediz. illustrata
Su Michelangelo Merisi da Caravaggio, uno degli artisti più amati e insieme controversi dell'arte occidentale, è stato scritto tutto e il contrario di tutto ed egli è stato presentato di volta come un disadattato, un violento, un assassino, cose in parte vere anche se vanno contestualizzate all'interno dell'epoca in cui egli visse, ma anche come un ateo miscredente o un filo luterano, cosa assolutamente falsa, perché egli era, al di là di ogni ragionevole dubbio, un cattolico e un peccatore alla continua ricerca della Grazia e della redenzione, come questo libro di Sergio Rossi, che si legge tutto d'un fiato come un romanzo ma è al contempo il frutto di trentennali e rigorose ricerche scientifiche, dimostra in modo ineccepibile. E viene smentita anche l'altra ""favola"""" del pittore semianalfabeta che sa dipingere solo se ha il modello davanti agli occhi, perché Caravaggio era al contrario un artista dotato di straordinaria cultura e memoria visiva, """"nato sotto Saturno"""", come recita uno dei capitoli del libro ed in grado di conciliare come pochi religiosità ed esoterismo."" -
Don Chisciotte. Tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi. Ediz. illustrata
La consolatoria profezia di Sancio Panza a proposito della futura celebrazione nelle arti figurative delle gesta di Don Chisciotte della Mancia, annunciata nell'ultima tappa del ritorno a casa del protagonista del romanzo di Miguel de Cervantes (pubblicato a Madrid tra il 1605 e il 1615), si sarebbe compiuta già nella seconda metà del Seicento e sarebbe stata confermata con creazioni di straordinario valore lungo il Settecento. Proprio in quel secolo Napoli seppe inserirsi con originalità nell'elaborazione del mito dell'""ingenioso hidalgo"""", grazie alla serie di arazzi commissionata dal re Carlo di Borbone alla manifattura napoletana per arredare la Reggia di Caserta. Tessuti tra il 1758 e il 1779 seguendo i modelli dei trentotto cartoni preparatori, gli arazzi furono trasferiti dopo il 1870 nel Palazzo del Quirinale, residenza dei Savoia nella nuova capitale del Regno d'Italia, mentre i cartoni restarono a Napoli e sono oggi conservati nel Palazzo Reale."" -
Cerimoniale alla corte di Napoli 1801-1825
Alla vigilia del XIX secolo, il lunghissimo regno di Ferdinando di Borbone (1767-1825) registra un momento traumatico, rappresentato dall'esperienza repubblicana di Napoli, che obbliga il re a un semestre di esilio in Sicilia. Nel 1806, una seconda irruzione delle armate francesi costringe Ferdinando IV a un altro esilio a Palermo per un lungo decennio, protetto dagli inglesi. Al suo ritorno nel 1815, Napoli non sarà più la stessa perché neppure l'Europa è più la stessa dopo la tempesta napoleonica. Il sovrano regnerà ancora per un decennio (1816-1825) come Ferdinando I delle Due Sicilie. Questo volume svela in dettaglio il cerimoniale e la vita della corte dei Borbone a Napoli nel primo quarto dell'Ottocento, prima e dopo il Decennio Francese, grazie a un manoscritto dell'Archivio di Stato di Napoli, qui interamente trascritto, commentato, splendidamente illustrato con immagini a colori e arricchito di inediti saggi. Per un illuminante confronto tra le corti, è pubblicato anche il testo integrale della francese Etichetta della Real Corte delle Due Sicilie, di stampo napoleonico, che dal 1808 al 1815 guiderà il cerimoniale della corte napoletana. -
Giovan Battista Manso imprenditore e le sete del Real Monte Manso di Scala
L’accurata ricerca compiuta da Bianca Stranieri intorno a Giovan Battista Manso marchese di Villa (1567-1645), noto letterato, filantropo e mecenate, ne accresce l’indubbia importanza rivelandone l’aspetto di imprenditore-mercante e, nel contempo, la grande capacità d’iniziativa, diversificazione d’interessi, intraprendenza innovativa e attitudine ad attraversare ambienti molteplici sempre da protagonista. La storia si svolge tra la fine del XVI e la prima metà del XVII, in una Napoli ancora nel pieno della costruzione della propria architettura politica, offrendo uno spaccato della realtà economica fortemente incentrata sul commercio e sulla manifattura della seta, all’interno di un quadro sociale e istituzionale di particolare vividezza. L’autrice lumeggia la fervente creatività di questo importante rappresentante dell’élite napoletana, sempre ben avvertito delle responsabilità solidaristiche che un distinto status imponeva, con non comune analiticità e sul corredo d’una messe documentaria fitta, molto integrata e tratta soprattutto, ma non solo, dall’archivio della Fondazione Real Monte Manso di Scala e da quello della Fondazione Banco di Napoli. Se ne ricava un godibilissimo affresco storico, suscettibile d’essere interrogato in varie prospettive, che attrae non solo specialisti, ma quanti possano rimanere incuriositi dalle dinamiche di una società fattiva ed impegnata a creare quotidianamente le proprie forme organizzative, prive in quell’epoca di stabili assetti. Ne vengono fuori concreti squarci sull’effettivo funzionamento delle rendite pubbliche, sul sistema degli arrendamenti, sulla rete dell’istruzione privata e sui relativi, diversificati impegni, sull’attività filantropica, sulla vita e sulle relazioni dell’aristocrazia e sui percorsi d’ascesa sociale, sui modi di formazione delle ricchezze e correlati mezzi di conservazione e investimento, sui complessi intrecci di relazioni intercorrenti tra il potere pubblico e l’iniziativa privata. -
Battistello Caracciolo 1578-1635. Il patriarca bronzeo dei caravaggeschi. Ediz. illustrata
Oltre ottanta opere provenienti da collezioni italiane ed estere. Alcune notissime, altre inedite o meritevoli di una riscoperta. Dipinti e disegni di colui che, documenti alla mano, fu quanto di più vicino a un allievo in senso stretto il Caravaggio ebbe mai. Stiamo parlando di Battistello Caracciolo nato a Napoli nel 1578 e che si educa, come pittore ad affresco, in quell’articolato e ricchissimo momento di passaggio al ‘600 che le chiese napoletane e le sale del secondo piano di capodimonte documentano al più alto livello desiderabile. Tra gli artisti della scena locale Battistello è uno dei primi in assoluto a orientare il proprio lavoro sulle opere del Caravaggio; già conosciuto a Roma (nel 1600) e riguadagnato finalmente a Napoli nei due soggiorni alla fine del 1606 e nel 1609. Si riapre così il libro dei conti con il caravaggismo meridionale: capitolo cruciale del realismo moderno, che dura fino almeno a Vincenzo Gemito e ad Antonio Mancini, e che non ha smesso, da oltre un secolo, di solleticare l’interesse di studiosi e pubblico. -
Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere
«Questo volume non è un catalogo come gli altri, contiene anche gli atti del convegno di chiusura e si apre alla digitalizzazione, avviata proprio con la mostra. Depositi, storie ancora da scrivere è stato un vero e proprio viaggio nella storia, caratterizzato dall’originalità, dall’emozione delle scoperte e delle sorprese che caratterizzano ogni viaggio. Alcuni visitatori si sono divertiti a riconoscere, nelle opere esposte e poco conosciute, la storia che queste potevano raccontare, traendo delle conclusioni, più di qual volta insolite, dai confronti proposti dai curatori. Altri hanno ipotizzato nuove attribuzioni; altri ancora, scoraggiati, hanno preferito non tentare di ricostruire alcuna ipotesi, accettando una storia incerta, disordinata e senza trama. Probabilmente la storia non esiste se non viene scritta, analizzata e riorganizzata da storici, filosofi, insegnanti e musei. Come possiamo allora credere nella storia, nel suo corso o nel suo significato? Credendo nella linearità della storia, la quale tende verso un fine ultimo, siamo tutti hegeliani senza saperlo. Questo fine ultimo potrebbe essere la manifestazione del Divino? Ma Dio non è la fine della storia, ironizza Stephan nell’Ulisse di Joyce, è solo un grido in una strada. La storia, ci insegna Shakespeare nel lamento di Macbeth, è il racconto di un pazzo, narrata con gran rumore e furore e non significa nulla. L’eco delle sue parole, mentre scrivo questa breve prefazione, assume una forma terribile quando, nello stesso continente europeo, si rinnova, come se la storia non potesse insegnare nulla, non conservasse nulla, il dramma che ha ucciso tante persone e distrutto considerevolmente uno dei patrimoni artistici più belli e antichi dell’umanità. Uscire dal disordine è tuttavia l’unica scelta possibile, la nostra condanna e la nostra libertà: il sogno di un grande museo che racconti tutta la nostra storia, con la sua poesia, le sue incertezze, ma senza la severità di un linguaggio altisonante che si è rivelato estremamente dannoso». (Sylvain Bellenger) -
Rifar Ferrara in Roma. Arte e diplomazia alla corte di Alessandro d'Este
Il volume ricostruisce, attraverso l’analisi degli eventi storico-culturali che coinvolsero Ferrara e la corte Estense alla fine del XVI secolo, il tessuto formativo del cardinale Alessandro d’Este per evidenziare il suo ruolo fondamentale nella realizzazione della sua collezione romana e nella diffusione della pittura ferrarese nelle raccolte d’arte della capitale pontificia di inizio Seicento, che poi diverranno tra i principali nuclei delle più importanti istituzioni museali europee.