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Atlante geopolitico del Mediterraneo 2020
Il Mediterraneo è ormai da anni una delle aree più instabili del pianeta dal punto di vista sociale e geopolitico. Libia e Siria continuano a essere i paesi che destano maggiore preoccupazione e, a breve termine, è difficile immaginare una soluzione che possa riportare pace e stabilità al loro interno. La politica di disimpegno dalla regione da parte degli Stati Uniti è andata di pari passo con il maggiore coinvolgimento e la maggiore presenza russa: Mosca è oggi un attore importante all'interno del teatro siriano, e al contempo cerca di ritagliarsi un ruolo centrale nella crisi libica. Mentre emergono parallelamente potenze regionali come Turchia, Iran e paesi del Golfo, l'Europa sembra essere sempre più divisa e incapace di immaginare politiche a lungo termine in grado di fornire risposte a fenomeni, come quello migratorio, che la riguardano assai da vicino. Quali saranno gli scenari futuri della regione, quali le potenze emergenti e quali le risposte ai fenomeni epocali che stanno sconvolgendo la regione? A queste e a molte altre domande tenta di rispondere l'Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2020, giunto alla settima edizione. Uno strumento ormai imprescindibile per addetti ai lavori e non solo. -
Più vicina. La Cina del XXI secolo
Che cos'è oggi la Cina, e come influisce sullo sviluppo degli altri Paesi del mondo? Senza la conoscenza di questa grande realtà e della sua crescente influenza sul resto del pianeta – non è un caso che la recentissima emergenza sanitaria del Covid-19 abbia avuto origine proprio nel gigante asiatico – ben poco si comprende della fase storica in cui viviamo. Con questo obiettivo studiosi e docenti di diverse discipline hanno messo a disposizione i risultati dei loro studi, dall'incerto rapporto tra stato e mercato alla nuova ""via della seta"""" , dal delicato equilibrio con gli Stati Uniti alle politiche adottate dal nostro paese davanti all'avanzata cinese. A settant'anni dalla rivoluzione maoista occorre dotarsi di nuovi strumenti per comprendere e interagire al meglio con il protagonista globale indiscusso del XXI secolo."" -
Identità inquieta. La questione nazionale nei Balcani occidentali
La ""costruzione della nazione"""" è il risultato di un processo storico e sociale che affonda le radici agli albori dell'industrializzazione e della modernizzazione: con la scusa di difendere la tradizione (spesso declinata nei più generici """"usi e costumi"""") gli Stati moderni hanno omogenizzato lo spazio pubblico annullando le realtà locali e strumentalizzando il tempo a favore dell'oblio sociale. In tal senso la Jugoslavia rappresenta un esempio eclatante. I Paesi nati all'indomani del collasso jugoslavo, infatti, pur essendo figli del socialismo reale, hanno presto subìto distorsioni culturali così forti da accrescere le differenze economiche e rendere fertile il terreno per nazionalismi e separatismi. Il principio di nazionalità ha così svolto, nel passaggio dal sistema socialista a quello capitalista, la medesima funzione avuta nel passaggio dal regime feudale a quello borghese: essere da una parte base sociale per la conservazione della proprietà privata già esistente e dall'altra strumento e metro di misura nella ridistribuzione delle risorse. Un saggio che affronta la """"balcanizzazione"""" da un punto di vista nuovo e originale."" -
Uguali vs diversi. Universalismo e relativismo in antropologia
I saggi di questo volume ruotano tutti intorno alla questione (la potremmo definire una “damnata quaestio”) con la quale ciascun antropologo è chiamato a confrontarsi: quello della diversità delle culture umane. Non si tratta solo di sottolineare la molteplicità delle risposte degli uomini alle sollecitazioni del mondo, ma anche chiedersi fino a che punto tali risposte divengano esse stesse “mondo” e se, e come, tali mondi (all’interno dei quali nasciamo, cresciamo e moriamo) sono in grado di comunicare tra loro. Sono le culture esperibili da colui che ne è plasmato, che tipo di conoscenza è consentita a colui che ne è estraneo? Occorre, affinché la reciproca comprensione sia possibile, un substrato comune; o l’alterità è, in fondo, sempre un prodotto della nostra immaginazione? -
Mork chiama Ork. Microetnografia della pandemia
Durante il lockdown Giorgio de Finis ha tenuto un diario antropologico, un suo personale compendio delle paure vive e delle speranze tradite, dei dubbi dissolti e delle certezze ritrovate, delle variazioni pressoché inedite al nostro vissuto quotidiano che la pandemia ha messo a nudo: uno sguardo “minimo” ma diverso su dove siamo stati e dove siamo diretti. «Nelle pagine che seguono proveremo ad immaginare e praticare un'antropologia domestica, costretti dal lockdown planetario all'unico viaggio consentito, quello del proprio isolato! Raccontando, come passatempo edificante, i giorni sospesi della prima quarantena globale dell'umanità. Esercizi di microetnografia, per tentare di capire (facendone tesoro) quello che, ahnoi, ci tocca subire. Dal divano di casa, guardando la tv, sbirciando dalla finestra o portando a spasso il cane. Un po' come Mork, l'esploratore alieno venuto da Ork.» (Giorgio de Finis) -
Letteratura e altre rivoluzioni. Scritti per Raul Mordenti
Raul Mordenti ha attraversato, in coscienza e azione, tre crisi, a cavallo fra XX e XXI secolo: quella politica, quella dell'università e della ricerca letteraria e quella che per brevità possiamo definire digitale. Il tempo che stiamo vivendo conferma e rilancia l'attualità e la vitalità della sua riflessione intellettuale e della sua ""fantasia scientifica"""", il cui cuore è la teoria e la pratica della rivoluzione. Introduzione di Alberto Asor Rosa."" -
Il violino e la sua nobile famiglia
«Qualche tempo fa, rimettendo a posto vecchie cartelle di mio padre nascoste in fondo ad un armadio, ho ritrovato un suo testo ""Il violino e la sua nobile famiglia"""", scritto con l'Olivetti Lettera 22 del tempo. Ho poi capito anche da altre fonti che stava per essere pubblicato, se la sua prematura scomparsa non avesse interrotto il progetto. Ho iniziato a leggerlo con gli occhi affettuosi di figlio, ma anche con quelli """"appassionati"""" di chi ama la musica, nonché forse inconsciamente con quelli più attenti di editor, e mi sono reso conto che, nonostante fosse stato pensato e scritto diversi anni prima, quel testo conserva ancora gran parte della sua freschezza e originalità: un atto d'amore verso uno strumento, il violino, in cui mio padre era diplomato, permeato inoltre anche di quel carattere didattico che fu, tra le tante, una delle linee guida della sua attività di musicologo. Così ho deciso di rivederlo, aggiustare qualcosa che a tanti anni di distanza mi sembrava dovesse essere aggiornata, e fare qualche aggiunta.» Postfazione di Moni Ovadia."" -
L'isola nuda
Il lager croato di Goli Otok (l'Isola nuda, per via della sua vegetazione estremamente rada) è stato il campo di prigionia più vicino all'Europa occidentale: una vera e propria Kolyma del Mediterraneo. È lì che trovavano posto i criminali comuni dell'ex Jugoslavia assieme ai nemici politici di Tito; è lì che il padre di Dunja Badnjevic, Esref, ha passato anni di confino a causa del suo fervente internazionalismo in opposizione allo strappo del Maresciallo nei confronti dell'Urss; ed è da lì che la stessa Dunja è partita per un lungo viaggio letterario nella storia della sua famiglia (serbo-croata-bosniaca, quanto di più simbolico poteva esistere in terra jugoslava) e del suo paese, utilizzando i registri narrativi del romanzo e quelli documentaristici del diario, regalandoci un libro di rara intensità e spessore storico. -
Il Pci a Roma. Tracce di una storia che parla ancora
Questo libro è la raccolta di testimonianze di ex segretari di Federazione e di autorevoli dirigenti del Pci romano, una serie di riflessioni sul ""grande miracolo"""" compiuto da quel partito che ha saputo coniugare la rappresentanza delle classi sociali più sofferenti alle grandi passioni determinate dalla voglia generale di cambiamento. Si raccontano gli anni più bui e quelli delle grandi vittorie, che hanno significato grandi speranze, ma anche la sofferenza di gruppi dirigenti obbligati a duri confronti sia con la base che con il gruppo nazionale. Una storia politico-umana, che ripercorre i decenni del secolo scorso, e innerva la storia del Pci a Roma con le vicende nazionali, com'è ovvio, e che estrae dai racconti dei protagonisti l'evoluzione, le trasformazioni della città a cui la politica dei comunisti romani ha contribuito, ma racconta anche quando quelle trasformazioni sono state affannosamente rincorse. Si intravvede la voglia di passare dalla """"traccia"""" alla storia vera e propria di un partito. Solo le testimonianze dirette, oggi, possono fare testo, e questa è la strada da seguire. Contributi di: Giulio Bencini; Goffredo Bettini; Paolo Bufalini; Antonio Castronovi; Paolo Ciofi; Armando Cipriani; Lionello Cosentino; Patrizia Gabrielli; Umberto Gentiloni; Sandro Morelli; Pasqualina Napoletano; Edoardo Perna; Luigi Petroselli; Enzo Proietti; Vittoria Tola; Renzo Trivelli; Antonello Trombadori."" -
Anni di grazia 1867-1880. Diario di un papalino
A centocinquant'anni esatti dalla Presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, il diario inedito di un protagonista di quei giorni. Raffaele Mogliazzi, orfano di Filippo (impiegato pontificio) e Adelaide Simonetti (famiglia romana di antica data), convinto e fervente ""papalino"""", si iscrive con il grado di sergente a un corpo di volontari pontifici costituito dal principe Lancellotti (i cosiddetti """"caccialepre""""), che raccoglieva diversi nomi di giovani della classe professionale e impiegatizia romana. La sua testimonianza, tornata alla luce dopo un secolo e mezzo, dalla quale traspare una convinta adesione alla causa pontificia, alterna la descrizione delle giornate di vita vissuta con quella degli eventi storici di cui fu testimone. Si inizia nel 1867 con gli avvenimenti che culminarono nella battaglia di Mentana, per passare poi alla Presa di Roma («Era segnato nei decreti di Dio che anche Roma venisse punita nel modo più terribile: i nostri peccati ci hanno attirato l'ira divina») fino al Plebiscito del 2 ottobre che sanciva definitivamente l'annessione al Regno d'Italia del territorio di Roma e del Lazio. Mogliazzi non manca di descrivere il fallito attentato a Umberto I da parte di Giovanni Passannante, facendoci sentire un brivido lungo la schiena nel momento in cui predice l'attentato di cui il re sarà vittima dodici anni dopo per mano di Gaetano Bresci: «Uomo avvisato è mezzo salvato». Un documento unico e inedito per respirare l'atmosfera sociale e politica della Roma e della giovanissima Italia di quell'epoca. Prefazione di Lelio La Porta"" -
Potere blu. Geopolitica dell'acqua nel Mediterraneo
L’aumento demografico e la crescente industrializzazione di alcune aree del mondo, fino a poco tempo fa avulse dal contesto capitalistico occidentale, hanno trasformato l’accesso all’acqua in una delle questioni internazionali più calde. Gestire bacini idrici in un mondo in cui i cambiamenti climatici riducono sempre più la disponibilità globale di “oro blu” significa – e lo sarà sempre in futuro – amministrare non solo risorse reali e quantificabili ma detenere un grande potere politico e sociale. Questo testo analizza tre casi di studio relativi all’area del Mediterraneo allargato (Israele, Egitto e i paesi del Golfo Persico), storicamente interessata da importanti fenomeni di stress idrico, fornendo uno sguardo d’insieme sulle relative dinamiche nazionali e internazionali e sul modo in cui i tre paesi utilizzano, gestiscono e valorizzano le risorse idriche per fini che vanno oltre il mero sostentamento delle popolazioni. Prefazione di Paolo Sellari. -
Decifrare Gramsci. Una lettura filologica
Nell'elenco dei duecentocinquanta autori della letteratura di tutti i tempi più citati nel mondo figurano solo cinque italiani, uno dei quali è Antonio Gramsci. Su di lui si è accumulata una letteratura critica sterminata, che conta oggi più di ventimila titoli in quasi tutte le lingue contemporanee, mentre il suo pensiero sta assumendo una sempre più forte diffusione e un sempre più cosciente approfondimento anche al di fuori dei nostri confini: in Europa, in America Latina, negli Stati Uniti, in Asia, in particolare in India e ora anche in Cina. Antonio Di Meo colloca alcune delle questioni dei ""Quaderni"""" o delle """"Lettere dal carcere"""" all'interno della cultura del proprio tempo, mostrandoci come e perché sia stata talvolta messa in dubbio la reale appartenenza del pensiero gramsciano all'ambito del marxismo, soprattutto di quello più rigoroso e """"ortodosso""""."" -
Sylvie e Bruno
Dopo venticinque anni torna finalmente in libreria nella traduzione di Franco Cordelli un classico della letteratura: l’ultimo romanzo di Lewis Carroll, l’autore di Alice nel Paese delle meraviglie. Sylvie e Bruno è una straordinaria macchina narrativa costituita da due storie (pianificate da Carroll come un unico corpo romanzesco). La prima è ambientata nel mondo fantastico di Fairyland, l’altra nel mondo puritano e moralista dell’epoca vittoriana. La loro giustapposizione richiama un’infinita serie di dualismi – natura vs cultura, serietà vs leggerezza, significante vs significato – che permettono ai personaggi di queste pagine di infrangere moralisimi e tabù con la potenza di fuoco dell’ironia e del non-sense, restituendo al lettore lo specchio attraverso il quale potrà – solo se vorrà – riconoscere la sua insolubile doppiezza. Usciti in due volumi nel 1889 e nel 1893, i due libri vengono qui riuniti e accompagnati dalle illustrazioni originali di Harry Furniss. -
Il Partito comunista italiano. Storia di rivoluzionari. Vol. 1: PCI e la rivoluzione socialista, Il.
Il 21 gennaio del 1921 veniva fondato, con l'obiettivo di fare delle forze del lavoro e di quelle popolari le nuove classi dirigenti, il Partito comunista italiano (Pci). Comincia l'inizio di una battaglia per costruire, in Italia e nel mondo, società fondate sui valori socialisti dell'uguaglianza, della pace, della democrazia e della libertà delle persone dallo sfruttamento di pochi e potentissimi gruppi economico-finanziari. Il saggio racconta i settant'anni di vita del Pci ripercorrendo i mutamenti della sua visione strategica di avanzata verso il socialismo, mutamenti culturali e politici avvenuti all'interno delle grandi vicende storiche internazionali che hanno segnato il ""Secolo breve"""". Le lotte per il socialismo, la democrazia e la pace hanno formato e conquistato all'impegno politico, sindacale e sociale, milioni di lavoratori, di donne e di giovani, unendo e rendendo protagoniste intere generazioni. L'opera si compone di due agili volumi: il primo, qui proposto, analizza le vicende politiche del Pci dalla sua fondazione alla Liberazione d'Italia (1921- 1945); il secondo uscirà nel 2021 e affronterà il periodo che va dalla Costituente allo scioglimento del Pci (1946-1991)."" -
Intimità delle lontananze. Meditazioni al tempo dell'epidemia
In Via del Corso deserta. Nel tempo dell'epidemia è una raccolta di dieci commenti filosofici ad altrettante opere di pittura, poesia, narrativa che trattano in forma esemplare l'antico e ricorrente tema del contagio epidemico. Una meditazione che si interroga sulla peculiare dimensione spirituale indotta dall'improvvisa sospensione delle consuete relazioni e attività quotidiane in presenza della malattia mortale. -
Abitare le periferie
Le periferie erano tradizionalmente considerate un luogo geograficamente lontano dal centro e quindi di minore valore. Anzi, venivano generalmente considerate luoghi di degrado. Questa interpretazione era agganciata a un'organizzazione urbana oggi ormai superata: il centro non è più uno, ma sono tanti, e al loro interno ci sono molte situazioni di degrado. Le periferie si moltiplicano e hanno caratteri molto differenti, diventando il modo con cui si organizzano spazialmente le città. Questo permette di riconoscere come alle periferie vada riconosciuta una specifica complessità, nella quale dinamismo e socialità convivono con contraddizioni e difficoltà. Questo obbliga a mutare l'approccio allo studio delle periferie utilizzando metodologie incentrate sul lavoro interdisciplinare e sul campo, spesso con un coinvolgimento nei processi in corso, in termini di ricerca-azione. -
Decentramenti
Da molti anni si parla di perdita del centro, dal punto di vista narrativo e filosofico, ma questa tendenza, partendo dagli studi iconografici di Arnheim e Seldmayr, affonda le sue radici in qualcosa di molto più antico e diversamente declinabile. È possibile, quindi, definire un'estetica del decentramento e, al contempo, affidare un'importanza sempre maggiore a tutto ciò che è periferico, marginale, asimmetrico nell'arte così come nella società? -
Il glocalismo di Tor Bella Monaca
Abitato oggi da italiani e stranieri, da romani ""di sette generazioni"""" e da arrivi dell'ultima ora, il quartiere è caratterizzato da un paradossale senso di identità che è insieme locale e transnazionale."" -
Senza Metropoliz non è la mia città
Un libro a più voci che è anche un appello corale a salvare Metropoliz, l'occupazione abitativa nata in un ex salumificio abbandonato e che ha dato vita a un esperimento di convivenza studiato in tutto il mondo, e il suo museo, il MAAM il primo museo abitato del pianeta Terra, anzi della Luna! Una barricata dell'arte a difesa delle duecento persone senza diritti che hanno fatto di un relitto urbano la loro dimora, ma anche un cortocircuito che unisce il punto più alto delle città globali in competizione e il punto più basso, la polvere sotto il tappeto che nessuno vuole vedere. Oltre cinquanta interventi autorevoli che, da diversi punti di vista, ci spiegano perché senza Metropoliz Roma non è la mia città!, come recita la petizione indirizzata al Ministro Franceschini, al sindaco e al vice-sindaco di Roma. La copertina è un omaggio militante di Zerocalcare. -
La lepre contro il gambero. Il sindacato confederale nel pubblico impiego
Cos'è il Pubblico Impiego: realtà monolitica e rigida, oppure variegata e ricca di aspetti che ai più è tutt'ora sconosciuta? Le interviste che compongono questo volume intendono, esattamente, rispondere a tale domanda. Dai tempi dell'Unità Nazionale, passando per lo Stato fascista e arrivando ai giorni nostri, la Pubblica Amministrazione ed i suoi dipendenti hanno rappresentato non solo un problema politico e di gestione delle risorse umane, in termini di efficienza e garanzia alla comunità dei diritti previsti dalla Carta Costituzionale; ma anche una delicata questione storica i cui nodi da sciogliere sono tanti e non sempre di facile lettura. Questo volume intende tracciare – per somme linee – il racconto di come si è formato l'apparato tecnico-amministrativo che oggi conosciamo: attraverso i suoi cambiamenti e le sue evoluzioni. Nel racconto dei protagonisti (sindacalisti e non solo) che si sono trovati a vivere periodi di intenso e radicale mutamento, la storia del Pubblico Impiego della seconda metà del XX secolo assume tinte vive e a tratti picaresche che, diversamente, in canonici volumi di storia sarebbe difficile trovare. Libro testimonianza, ma anche racconto collettivo di esperienze condivise e di cui saper fare tesoro in modo opportuno, La lepre contro il gambero a suo modo indica una via di ricerca storico-critica finora mai percorsa, e che potrebbe dar luogo a futuri studi, non solo in vista d'una crescita culturale individuale, ma anche di consapevole miglioramento della macchina amministrativa statale di un paese non fortunato da svariati decenni: l'Italia.