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Matilde. Signora di Canossa
Matilde, Signora di Canossa, è uno dei grandi personaggi del medioevo. Una figura in cui convivono storia, mito e tante contraddizioni che fanno di lei una donna per molti aspetti moderna. Potentissima e irrimediabilmente sola, dotata di grande intelligenza politica, votata alla pace ma costretta alla guerra, protagonista del dialogo tra il Papa e l'Imperatore in costante conflitto. In questo libro la voce di un menestrello racconta ai più giovani, con precisione e leggerezza, la fragilità e la forza di una regina e l'unicità di una donna. Età di lettura: da 8 anni. -
Lambrusco & champagne
«Or di grazia, Signori, compiacetevi d'osservar meco come sia grande dalle falde de' monti al Po, dalle rive dell'Enza a quelle della Secchia la quantità del vino prodotto dalle nostre vendemmie: empion esse dell'amabile liquore le più capaci cantine, e le mille bettole delle quali sono gremite le campagne: le osterie, le bottiglierie sono stivate nelle città e nelle castella». A metà dell'Ottocento, in una terra d'Emilia che anche i quadri dei pittori coevi ci mostrano caratterizzata da paesaggi in cui le zone selvose si intrecciano a quelli delle estese e antiche piantate dei vigneti, Antonio Galloni, l'illuminato direttore dell'Istituto San Lazzaro, uno dei maggiori manicomi italiani dell'epoca, avanza alla Società agraria reggiana la suggestiva proposta. di fare del lambrusco il vino della regione, con lo scopo di ottenere un prodotto adatto all'esportazione. Nella sua idea visionaria, oltre ad arginare il crescente numero di persone affette da pazzia a causa di un eccessivo consumo di vini di diverse varietà, questa operazione dovrebbe creare una bevanda alcolica in grado di competere con i pregiati vini d'Oltralpe. -
La leggerezza di una pietra. Da e per Bismantova. Ediz. a colori
"All'inizio 'L'uomo che cammina' era soltanto un libro. Esile, sottile, di piccolo formato. Scritto dallo scrittore (o meglio poeta) francese Christian Bobin raccontava la vita terrena di Gesù. E terminava con una frase così: """"Forse non abbiamo mai avuto altra scelta che tra una parola folle e una parola vana"""". Di questo libro e di altre cose parlavamo una sera a cena con don Giordano Goccini e con il flautista Giovanni Mareggini. Da queste parole insieme, forse un po' folli (e certamente anche un po' vane) è nata l'idea di creare un Non Festival, che per noi era una rassegna di cose che non avessero un immediato riferimento al concetto e alla pratica di uno spettacolo, ma che fossero un ritmo e una festa di cammini silenziosi: tra parole, musica, paesaggio e immaginazioni, attorno a un luogo che si chiama Pietra di Bismantova e che consideriamo una sorta di sentinella dell'Appennino reggiano, dove Storia del tempo e Tempo della storia, nel dialogo di Sacro e Natura, riescono ancora a definire e raccontare insieme l'Uomo nel tempo e il Tempo dell'Uomo."""" (Emanuele Ferrari, Assessore alla Cultura del comune di Castelvuovo de' Monti)" -
In ordine di sparizione. Più di duecento film che forse non avete mai visto o che avete dimenticato
Tra tutte e sette le arti, il cinema è probabilmente quella più multiforme, sfaccettata, dispersiva e pertanto ricca, complessa, versatile e completa. S'inerpica e si contorce, si srotola e si disperde piacevolmente nei meandri dei propri schemi, dei propri archetipi e delle proprie apparentemente inafferrabili varianti. Questo meraviglioso complesso, che rappresenta una vera e propria evoluzione, è stato oggetto di interminabili studi. Ma voi non siete qui per sapere il perché e il percome della nascita del cinema e non è intenzione di questo libro spiegarvelo. Quello che vi propongo invece è un percorso, un excursus all'interno di una particolare categoria di pellicole che, tirando goliardicamente in ballo l'omonimo cult norvegese (e se non l'avete visto recuperatelo) di Hans Petter Moland, ho chiamato ""In ordine di sparizione"""". Titoli per l'appunto """"spariti"""", dimenticati, ai margini di un universo produttivo nel quale il successo in termini di botteghino non è sempre sinonimo di qualità."" -
Quadreria Maldotti. Ediz. a colori
"La conoscenza di ciò che è culturalmente insito nella nostra realtà, ci consente di conservare non solo la memoria, ma anche di promuovere quel senso di appartenenza che fa di una comunità, una casa comune dove valori condivisi favoriscono la creazione di una società più coesa e più consapevole. La Biblioteca Maldotti con il suo straordinario patrimonio è un luogo simbolo dove si incontrano più sapevi e dove le raccolte documentali, archivistiche ed iconografiche, sedimentate nei secoli sono una proficua eredità per il presente. Lo stretto coniugarsi fra il nostro Ente e codesta Istituzione ha prodotto e produce frutti copiosi, che rivelano la ricchezza di quel patrimonio da cui attingere con continuità e mostrare, non solo a noi ma ad un pubblico più vasto, le raccolte preziose che hanno arricchito nel tempo l'iniziale fondo dell'Abate Maldotti. Le raccolte iconografiche che sono state donate nel tempo da uomini di cultura, hanno ulteriormente valorizzato il patrimonio della Biblioteca che, accanto ai volumi e a preziose pubblicazioni: quadri e disegni, hanno ampliato un'offerta culturale rilevante; opere che appartengono ad artisti affermati nel campo della storia dell'arte. Aver esposto parte di queste raccolte all'interno del Palazzo Ducale, edificio storico di grande pregio, è per noi motivo di vanto ed orgoglio in quanto oltre che impreziosire gli spazi espositivi, mostra pubblicamente quanto di valore esista all'interno della Biblioteca Maldotti e confermi lo stretto rapporto fra Istituzioni con una collaborazione virtuosa e produttiva.""""" -
Il suonatore matto
Toscana, primi di marzo 1945. Lo scozzese David Kirkpatrick, piper del 2° High Light Infantry, si annoia a pelar patate dietro le linee. Carattere bizzarro e burrascoso, non si contano le volte in cui è stato punito per insulti ai superiori, insubordinazione e sbornie. Da oltre la Linea Gotica le truppe scelte di Sua Maestà chiedono l'invio di un suonatore di cornamusa per una missione segreta contro un importantissimo obiettivo nemico. Kirkpatrick si offre volontario e si paracaduta sull'Appennino reggiano indossando il suo kilt. Da allora, per tutti, sarà “the mad piper”, il suonatore matto. Come per magia, la musica della sua cornamusa contribuisce a evitare la terribile rappresaglia nazista contro i civili di Albinea, un paese alle porte di Reggio Emilia. Ma per sessantacinque lunghi anni, lui non saprà di essere diventato un eroe e soffrirà tremendamente per gli incubi provocati da quella notte. Fino a che, in un giorno d'estate del 2010, una lettera dall'Italia trasforma gli ultimi anni della sua vita in una bellissima favola. Una favola di pace, musica e amicizia nata nel buio della guerra. Questa è la sua storia. -
Il bracciale di sterline
La vera storia di cento uomini e donne provenienti da tutta Europa, che scesero dal cielo e dai sentieri dell'Appennino reggiano, guidati dalle magiche note di una cornamusa scozzese, per attaccare il quartier generale della Linea Gotica. Il loro coraggio contribuì ad accelerare l'avanzata degli alleati e la fine della guerra e della dittatura. In quell'inferno due bambine ricevettero in dono due bracciali di sterline. Da Operazione Tombola nacquero cinque amori per la vita. Sessantasei anni dopo, grazie a internet, il filo d'Arianna della storia riunisce dieci protagonisti di allora: si intrecciano così amori, ideali, sogni, e come in una favola quei bracciali rivelano alle due bambine di un tempo, diventate nonne, la storia di due coraggiosi soldati. -
Si accende il buio
Una breve lettera, poco più che un biglietto, scritta il 5 agosto 1944 da un ufficiale medico della Luftwaffe di stanza sull’Appennino Emiliano. Parla di un bimbo fatto nascere dal soldato: questi chiede siano risparmiati da un rastrellamento il piccolo e la sua famiglia. Sessantasette anni dopo, quel bimbo diventato nonno si mette sulle tracce dell’uomo a cui deve la vita. Scopre così l’incredibile epopea di un’intera famiglia tedesca e di un gruppo di soldati del Terzo Reich che, nell’inferno della seconda guerra mondiale, si riscattarono dal nazismo attraverso l’umanità, la fede e il coraggio. Una vicenda reale, un’avventura incredibile dal 1940 ai giorni nostri, attraverso l’Italia, la Germania, la Grecia, la Polonia e la Russia. Nuova edizione ampliata. -
I pellerossa che liberarono l'Italia
La vera storia di cinquanta volontari dalle tribù native del Canada e la loro battaglia per libertà, diritti e ambiente. Discriminati nelle riserve, tremila nativi delle tribù Irochesi, Oijbwa, Cree, Secpwepemc, Metis, si arruolarono da volontari nell'esercito canadese per combattere in Europa. Chi per denaro, chi per un sogno di giustizia e libertà che sognavano per i loro popoli. Il 10 luglio del 1943 a decine sbarcarono in Sicilia nelle file degli Alleati. Eroi dimenticati da tutti, caddero sui campi di battaglia d'Italia. Dalla Sicilia a Ortona, passando per Cassino e lo sfondamento della Linea Gotica orientale nelle Marche e in Romagna. Sconfitto il nazifascismo, al ritorno dal fronte per i sopravvissuti iniziò una nuova lotta condotta fino ai giorni nostri per conquistare diritti negati, difendere le loro terre dalla devastazione ambientale e tramandare ai posteri una millenaria cultura di pace. Questa è la vera storia di cinquanta uomini che si batterono per la liberazione d'Italia. -
Separazioni
La contraddizione tra il rinnovamento della primavera e la sospensione del tempo imposta dalla quarantena; il dialogo costante fra interni e natura, nella cornice di una finestra; il confronto tra i molti silenzi e le parole nuove della poesia, ma anche e soprattutto quelle della vita quotidiana; la pesantezza dell'ansia sempre attenuata dalla leggerezza di un senso profondo, ampio e istintivo della vita; ecco gli ingredienti con cui Ildo Cigarini ha composto, con semplice immediatezza, questo diario in versi, scritto a caldo, in pieno Covid 19. -
Le foglie dell'albero. Itinerari tra religioni e spiritualità a Reggio Emilia
Un viaggio attraverso le religioni a Reggio Emilia in bilico tra giornalismo e antropologia culturale, sospinto dalla curiosità verso il genere umano, per coglierne gli aspetti più spirituali e raccontarli. -
Livio Ceschin. L'abbandono del respiro. Catalogo della mostra (Castelnovo, 7 dicembre 2019-26 gennaio 2020). Ediz. a colori
Esposizione personale di Livio Ceschin, artista trevigiano noto a livello internazionale. -
Ricerche storiche (2019). Vol. 128: Novembre.
Rivista semestrale dell'Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. -
Zavattini oltre i confini. Un protagonista della cultura internazionale (Reggio Emilia, 14 dicembre 2019-1 marzo 2020)
«'Già da allora parlavamo quasi tanto come adesso del cinema che bisognava fare in Sudamerica e di come bisognava farlo, e i nostri pensieri erano ispirati al Neorealismo italiano, che è - come dovrebbe essere il nostro - il cinema con meno risorse e il più umano che sia mai stato fatto'. Queste parole del celebre scrittore colombiano Gabriel Garcìa Màrquez, pronunciate all'Avana il 4 dicembre 1986, durante l'inaugurazione della scuola di cinema intitolata a Cesare Zavattini, offrono una delle numerose testimonianze del grande ruolo che Za, come lo chiamavano gli amici, ha assunto nella promozione, a livello internazionale, di produzioni artistiche sviluppatesi in Italia nel secondo dopoguerra, legate in particolare alla poetica neorealista. A trent'anni dalla scomparsa dello scrittore e intellettuale originario di Luzzara, paese della Bassa reggiana, la Biblioteca Panizzi e la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia hanno voluto approfondire e valorizzare gli aspetti d'una tale visione cosmopolita, di grande interesse sotto il profilo storico e culturale. L'iniziativa, dal titolo Zavattini oltre i confini, si propone di ampliare le conoscenze sull'attività svolta da Za, sia nei vari ambiti artistici (da cinema e letteratura alla pittura) sia in quelli geografici (dall'Europa al Nuovo Continente), affrontando inoltre argomenti particolari come i temi della pace, del viaggio (seguendo ad esempio le tracce di Van Gogh), i rapporti con Marquez e con gli ambienti cosmopoliti ebraici. Zavattini oltre i confini è dunque il titolo non solo d'un calendario di appuntamenti, ma anche di un originale e nuovo progetto d'indagine che propone, nella nostra città, una mostra allestita nella suggestiva cornice architettonica quattrocentesca di Palazzo da Mosto, recentemente restaurato, e un convegno di studi nel luogo più rappresentativo nel campo della formazione e della ricerca, l'Aula Magna dell'Università di Modena e Reggio. Attingendo a importanti fondi dove sono conservate documentazioni e opere, in primo luogo al ricco patrimonio dell'Archivio Cesare Zavattini donato alla Biblioteca Panizzi da Arturo e Marco, figli dell'autore, e alle raccolte di dipinti dei Musei Civici reggiani e della Pinacoteca di Brera, il risultato dell'intenso lavoro di ricerca svolto dal gruppo di studiosi che hanno partecipato al progetto Zavattini oltre i confini è ora contenuto in questo volume.» (Luca Vecchi, Annalisa Rabitti, Davide Zanichelli) -
Zavattini beyond borders. A leader in international culture (Reggio Emilia, 14 dicembre 2019-1 marzo 2020). Ediz. illustrata
«'Già da allora parlavamo quasi tanto come adesso del cinema che bisognava fare in Sudamerica e di come bisognava farlo, e i nostri pensieri erano ispirati al Neorealismo italiano, che è - come dovrebbe essere il nostro - il cinema con meno risorse e il più umano che sia mai stato fatto'. Queste parole del celebre scrittore colombiano Gabriel Garcìa Màrquez, pronunciate all'Avana il 4 dicembre 1986, durante l'inaugurazione della scuola di cinema intitolata a Cesare Zavattini, offrono una delle numerose testimonianze del grande ruolo che Za, come lo chiamavano gli amici, ha assunto nella promozione, a livello internazionale, di produzioni artistiche sviluppatesi in Italia nel secondo dopoguerra, legate in particolare alla poetica neorealista. A trent'anni dalla scomparsa dello scrittore e intellettuale originario di Luzzara, paese della Bassa reggiana, la Biblioteca Panizzi e la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia hanno voluto approfondire e valorizzare gli aspetti d'una tale visione cosmopolita, di grande interesse sotto il profilo storico e culturale. L'iniziativa, dal titolo Zavattini oltre i confini, si propone di ampliare le conoscenze sull'attività svolta da Za, sia nei vari ambiti artistici (da cinema e letteratura alla pittura) sia in quelli geografici (dall'Europa al Nuovo Continente), affrontando inoltre argomenti particolari come i temi della pace, del viaggio (seguendo ad esempio le tracce di Van Gogh), i rapporti con Marquez e con gli ambienti cosmopoliti ebraici. Zavattini oltre i confini è dunque il titolo non solo d'un calendario di appuntamenti, ma anche di un originale e nuovo progetto d'indagine che propone, nella nostra città, una mostra allestita nella suggestiva cornice architettonica quattrocentesca di Palazzo da Mosto, recentemente restaurato, e un convegno di studi nel luogo più rappresentativo nel campo della formazione e della ricerca, l'Aula Magna dell'Università di Modena e Reggio. Attingendo a importanti fondi dove sono conservate documentazioni e opere, in primo luogo al ricco patrimonio dell'Archivio Cesare Zavattini donato alla Biblioteca Panizzi da Arturo e Marco, figli dell'autore, e alle raccolte di dipinti dei Musei Civici reggiani e della Pinacoteca di Brera, il risultato dell'intenso lavoro di ricerca svolto dal gruppo di studiosi che hanno partecipato al progetto Zavattini oltre i confini è ora contenuto in questo volume.» (Luca Vecchi, Annalisa Rabitti, Davide Zanichelli) -
Ricerche storiche (2020). Vol. 129
Rivista semestrale dell'Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia. -
All'insegna del «buon corsiero»
Pubblicato all'inizio del 1943 e presto uscito di scena, questo romanzo ripescato da Adelphi negli anni Novanta, è ormai da molti anni fuori commercio. Nel centenario della nascita dello scrittore reggiano, abbiamo scelto di riproporlo, convinti che resti un romanzo di grande stile, il prodotto di un altro «lettore di provincia» con un'atmosfera trasognata e lunare, tra Stevenson e Goldoni, tra la Ferrara metafisica dei dipinti di De Chirico, De Pisis e Carrà e quella delle pagine di Savinio e di Govoni, sotto l'incanto e la suggestione dello stile barocco di Tommaso Landolfi. Ne risulta un libro tutto teatrale, fatto di quinte in cartapesta, fondali lirici e sognanti, maschere e personaggi stilizzati, pagine musicali e levigate tutte artificio e leziosità: All'insegna del Buon Corsiero resta come un'aria d'opera malinconica eppure lieve e suadente con cui uno scrittore appena ventenne provò a cantare l'angoscia della propria tormentata adolescenza, fatta di pudore e di senso di colpa, ma anche di fiducia e di speranza nella letteratura; il tutto, nel bel mezzo della dittatura fascista e della seconda guerra mondiale. -
Irlandesi
«L'anima dell'Irlanda salta fuori con orgoglio da questa lettura che Bertoni ha saputo condurre modulando la voce su accenti di rabbia, solitudine, malinconia, baldoria, amore, felicità, disperazione e ironia. Perché l'Irlanda è un po' tutto questo messo insieme, e la sua poesia, che è conosciuta in più parti del mondo al pari della sua musica e del suo whiskey, fa l'effetto di una lunga cantata in cui le voci del passato continuano a vivere in quelle del presente e in cui anche il peso della storia, che aveva così ossessionato l'artista joyciano, non è più un incubo da cui fuggire ma il presupposto stesso della coscienza collettiva. Nell'ascoltare tutte queste voci che si susseguono, tutti questi toni che si alternano mescolandosi alla musica, tutte queste parole che stanno bene in bocca perché è lì che devono stare, si ha la sensazione che in esse non vi sia niente di artificioso, di fasullo o di pretenzioso, ma che tutto esca come un prodotto naturale della terra. Quella stessa terra che, per parafrasare Heaney, una volta veniva scavata con la vanga, e che ora viene scavata con la penna...» (Dall'Introduzione di Daniele Benati) -
Nilde. Una donna della Repubblica. Monologo teatrale. In scena
La vita di una donna che ha segnato la storia italiana, madre della Costituzione a soli ventisei anni, prima donna Presidente della Camera. Un lavoro teatrale in forma di recital spettacolo che segue l'intera vita di Nilde Iotti che, formatasi all'interno dell'antifascismo italiano, incontra la politica, amore di cui non saprà mai fare a meno. Deputato del Partito Comunista, fu la portavoce di una revisione della legge sulla famiglia e sul matrimonio ed ebbe modo di esporre e di imporre i suoi punti di vista concorrendo grazie a cinquant'anni di battaglie in Parlamento a una delle legislazioni a tutela dei diritti della donna tra le più avanzate in Europa. Prima donna ai vertici dello Stato, fu Presidente della Camera dei deputati per tredici anni dal 1979 al 1992. Fedele a una concezione alta della politica e delle istituzioni, ferma, tenace, intelligente, anticipatrice del valore di autonomia della questione femminile e dei diritti delle donne, nella sua biografia si intrecciano i drammi e le contraddizioni di trent'anni di storia italiana. Introduzione di Livia Turco. Note di Bernardino Bonzani. -
Il talento delle artiste reggiane dal Rinascimento al Duemila. Ediz. illustrata
«Al di là delle numerose notizie sulle artiste del passato e delle suggestioni sulle artiste del presente, questo libro ci parla anche del futuro, della strada ancora lunga che resta da percorrere, affinché il cammino delle donne che s'inoltrano nel sentiero, spesso solitario, dell'arte sia pienamente fruttuoso e soddisfacente» (Introduzione di Sandro Parmiggiani). Oltre 250 artiste reggiane, dal Rinascimento alla contemporaneità, in un volume riccamente illustrato da 360 immagini a colori.