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La maledizione del cibo. Le ragazze anoressiche e la coesistenza impossibile col corpo
L'esperienza anoressica è accompagnata nel suo pieno costituirsi da una devastante trasformazione psicopatologica. L'atto di mangiare o di non mangiare ed il cibo stesso non diventano solo strumenti di arbitrio sulla vita vegetativa, di ipercontrollo dell'incontrollabile, di attacco alla relazione, ma altresì luogo di cruciale cambiamento di statuto dell'identità. Interdire l'arrivo del cibo o promuoverne la fuoriuscita dal corpo, può aprire la via ad una identità nuova, abnorme per gli altri, ma più forte per la persona coinvolta. Tuttavia un guadagno adattivo realizzato col totale sacrificio del corpo, ha in sé la propria fine, o una 'morte parziale', accelerata da ogni nuova crisi. L'aspetto 'maledetto' si ricollega ai poteri distruttivi della parola, del vedere ed essere visti, dell'impurità, che conducono a perdersi in una sofferenza senza fine, accompagnata da una identità disincarnata ed infine incorporea. Oggi nell'approccio multidisciplinare integrato, i saperi psichiatrico e psicopatologico recano un deciso contributo di comprensione e sostegno alle ragazze coinvolte, che si percepiscono in un contesto non più reversibile, oppure ritirate nella loro 'no-entry syndrome'. L'elemento psicoterapico potrà condurre poi a riconoscere la propria 'lack of identity', a ripristinare la capacità di pensare, a riconciliarsi col corpo come tappa di un cammino interiore. Prefazione di Bruno Callieri. -
Per la storia del concetto di probabilità. Saggi
A Maurizio FerrianiPrefazioneAvvertenza1. Storia e «preistoria» del concetto di probabilità nell’età moderna (1978)2. Leibniz, Bernoulli, il possibile e il probabile (1982)3. Dopo Laplace: determinismo, probabilità, induzione (1979)4. C.S. Pierce on Probability (1982)5. Da Cambridge a Cambridge: Pierce e i «logici britannici» (1987)6. L’erosione del determinismo (1992)7. «L’alchimia della logica»: Keynes versus Jevons (1999)Appendice1. Un congresso lungo un decennio: Pierce logico, epistemologo, metafisico (1999)2. Pierce e i diagrammi di Eulero-Venn3. Peirce on Abduction (2006) -
Insegnare la storia dell'arte
Il libro raccoglie i contributi di gran parte dei docenti e di un gruppo di diplomati dell’indirizzo Storia dell’arte, già Arte e disegno, della SSIS (Scuola di specializzazione per l’Insegnamento Secondario) di Bologna. Inteso a rivolgersi agli insegnanti delle superiori, il libro esplora vari aspetti della didattica disciplinare. Si parte dalla riflessione sul cammino, quasi decennale, della SSIS e si mettono a fuoco sei paradigmi didattici utili a rafforzare e rinnovare l’insegnamento della storia dell’arte. Si approfondiscono dei percorsi sul manuale, l’antico, le potenzialità di Internet, l’uso didattico della fotografia, le dinamiche della “rete delle forme”, la prospettiva di genere. Si valorizzano alcune testimonianze di insegnamento di ex sissini, diventati docenti precari.La memoria della scuola è affidata anche alle tante tesi di tirocinio, discusse dal 2000 ad oggi, elencate nella sezione “Archivio”, che possono prestarsi a suggerire piste di lavoro e spunti per esercitazioni in aula. La vocazione avvertita è quella di aprire un dialogo con il lettore, di raggiungere un pubblico largo, non solo gli insegnanti, che pure sono gli interlocutori privilegiati di queste pagine, ma anche, si spera, gli studenti della materia, gli operatori culturali, i conservatori dei musei e tutti quanti hanno a cuore il destino dell’arte, incalzata dall’urgenza della globalizzazione e delle trasformazioni sociali. -
Il club '87. Vent'anni di vita cooperativa
Il Club ’87 è stato punto d’incontro e fucina di iniziative per tutti coloro che hanno creduto e credono negli ideali di solidarietà, partecipazione e mutualità a cui si ispira la cooperazione. Qui si narra la storia del Club ’87, ed è una storia che parla di uomini, ma soprattutto di cooperatori, di ideali e della capacità di condivisione che essi hanno espresso attraverso il dialogo e la partecipazione. Quegli uomini che hanno avviato il lungo e laborioso percorso del superamento dei residui pregiudizi ideologici e delle divisioni tra le centrali cooperative. Questa ricchezza, di valori, esperienze e ideali è il patrimonio trasmesso alle generazioni future. Un patrimonio da non disperdere perché il cammino non è giunto al termine. -
Vendere vendere vendere. Riproduzione anastatica del volume originale del 1928 con un commento di Francesco Casadei
"La pubblicità dunque, intesa come """"réclame"""" e propaganda, può dirsi che sia nata spontaneamente col sorgere dei bisogni umani. Man mano però che tali bisogni si sono moltiplicati, la pubblicità ha acquistato nuove forme e si è imposta nuove direttive, sfruttando con metodi più razionali tutti gl'infiniti mezzi di propaganda suggeriti dal crescente sviluppo delle civiltà moderne. Potrebbe anzi affermarsi che la pubblicità ha oggi il merito di prevenire lo stesso bisogno, in quanto questo, pure esistendo allo stato latente nel nostro istinto, non ha avuto ancora possibilità di manifestarsi.""""" -
Vecchie e nuove dipendenze. Manuale multidisciplinare
Il volume intende accompagnare il lettore all’interno del mondo delle droghe, e delle dipendenze in genere, partendo da come funziona “fisiologicamente” e “patologicamente” il cervello, per approdare, nello specifico, all’analisi delle droghe (quali sono, come agiscono, i loro effetti, la terapia) e delle dipendenze (in particolar modo le nuove dipendenze), senza tralasciare l’importanza del contesto sociale che queste dipendenze produce ed induce. L’originale prospettiva da cui partono gli autori consente di affrontare il problema non come una minaccia che colpisce indiscriminatamente, come fosse un virus o un batterio, ma studiando l’Uomo in sé, i meccanismi di funzionamento del cervello, le parti costitutive dell’essere umano, quell’Uomo, cioè, che “sceglie”, più o meno consapevolmente, di assumere droghe o di divenirne dipendente.È necessario infatti considerare il problema della droga, del gioco d’azzardo, di internet come riflessi del fenomeno Uomo, con le sue debolezze, le sue fragilità, le sue paure, ma anche le sue patologie, le sue scelte, la sua cultura, i suoi bisogni di sicurezza o di dipendenza.Gli autori, inoltre, sottolineano come l’attenzione venga sempre rivolta all’“oggetto” della dipendenza, qualunque esso sia, droghe, gioco, internet, TV, sesso, etc, arrivando erroneamente a demonizzare l’oggetto stesso della dipendenza e riducendo l’Uomo o a semplice vittima o, al contrario, connotando la dipendenza come “vizio”. -
La possessione di Loudun
Nel 1632, la possessione diabolica fa di Loudun il teatro di una messa in scena sociale. Il diavolo, la posseduta (la priora Jeanne des Anges), lo stregone (il curato Urbain Grandier), l'esorcista e il medico sono gli artefici e le vittime di uno spettacolo diabolico, intorno al quale tutta una società malata si riunisce per guarire se stessa. -
La politica, la scienza, le armi. Luigi Ferdinando Marsili e la costruzione della frontiera dell'impero e dell'Europa
Il regno di Leopoldo I segna l’ascesa della Monarchia austriaca a grande potenza; dopo aver affrontato con successo una difficile guerra su due fronti contro la Francia di Luigi XIV e contro i turchi, nella pace di Carlowitz (1699) l’Imperatore consolida il dominio asburgico particolarmente sui territori danubiano-balcanici, vero e proprio “antemurale” della “cristiana Europa” contro l’Impero ottomano. Tale funzione viene ampiamente sottolineata dagli alti gradi militari che della riconquista dei territori della Corona ungherese, precedentemente in mano ai turchi, furono diretti protagonisti: fra questi una figura come quella del generale e scienziato bolognese Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) assume particolare importanza. Plenipotenziario di parte imperiale per la definizione dei confini stabiliti nella pace suddetta, egli è artefice di un importante progetto di nuova regolamentazione della frontiera sud-orientale in cui la politica, la scienza, le armi risultano alleate di necessità. Anche nella sua veste di scienziato, membro delle più importanti Accademie scientifiche europee e fondatore a Bologna dell’Istituto delle Scienze, Marsili amerà spesso sottolineare lo statuto di scientificità del mestiere delle armi, punto di incontro privilegiato fra analisi teorica e prassi concreta. -
Matthia de' Rossi e l'architettura di casa Muti Papazzurri. Echi del barocco berniniano tra Filacciano e Roma
Il saggio prende in esame il rapporto professionale che intercorse tra l'architetto Matthia de' Rossi (1637-1695), allievo prediletto del Bernini, e l'antica famiglia romana dei Muti Papazzurri, marchesi di Filacciano. Sulla base dei riscontri documentari, per la maggior parte inediti, e dell'analisi stilistica, l'indagine pone in luce gli aspetti storici ed artistici salienti che caratterizzano le due principali commissioni affidate dai marchesi all'architetto: l'intervento urbanistico nel feudo familiare di Filacciano, che gli si attribuisce per la prima volta, e la nota costruzione del palazzo romano in piazza della Pilotta. -
La giustizia criminale a Bologna nel XVIII secolo e le riforme di Benedetto XIV
Dagli anni Venti del Settecento è avvertibile una svolta abbastanza netta sia nella società bolognese – dove la distribuzione della ricchezza tende a farsi sempre più sbilanciata – sia nei rapporti politici fra pontefice e Senato, non più condizionati, come nei due secoli precedenti, dalla tenace difesa delle autonomie cittadine. Parte di questo mutamento fu l’abbandono di un atteggiamento sistematicamente conflittuale in materia di giustizia da parte del Senato, determinato dalla tendenza alla “burocratizzazione” dei rapporti fra Bologna e Roma, già evidente durante i pontificati di Innocenzo XI e Innocenzo XII, che si consolidò definitivamente durante quello di Clemente XI. Anche la nobiltà di Bologna modificò i propri comportamenti e alla metà del ‘700 era ormai un gruppo sociale contraddistinto da quei tratti di bonomia e cordialità che ancora fanno parte dello stereotipo del bolognese, abbandonando la violenza e la vendicatività sanguinaria che l’avevano invece caratterizzata fino ai primi anni del secolo.Fu questo solo un aspetto di una complessiva trasformazione culturale, nel senso più ampio del termine, che è ancora in parte da indagare. L’allarme destato nella minoranza dei benestanti da una microcriminalità sempre più diffusa ed aggressiva, legata alla piaga del pauperismo conseguente alla crisi economica ed occupazionale (già evidente negli ultimi anni del XVII secolo e aggravata dagli eventi bellici dei primi anni del XVIII) rese cruciale la revisione delle tipologie dei reati più diffusi e della loro sanzione da parte del tribunale criminale del Torrone. Nel corso del Settecento, la sua attività fu regolata dalle Constituzioni di Benedetto XIX, che riformarono le procedure, mirando ad eliminare gli abusi nell’amministrazione della giustizia e a garantire la difesa dei rei. Altrettanto importante fu il Bando generale del legato Fabrizio Serbelloni, che adeguò le pene ai reati, seguendo in parte le suggestioni della cultura contemporanea. Furono così sempre più limitate, rispetto al secolo precedente, la tortura e l’esecuzione delle pene capitali. Ad allontanare la tentazione di interpretare questi orientamenti solo come espressione di una giustizia meno feroce stanno però centinaia di storie di ladruncoli recidivi, condannati alla galera per lunghi anni o anche a vita. -
I musei civici del Veneto dalla tradizione verso una nuova identità
I musei civici italiani rappresentano una realtà culturalmente rilevante nel ricco tessuto che si è sviluppato storicamente nelle nostre variegate comunità urbane, con una vicenda e una diffusione territoriale tali che nel tempo hanno determinato una grande tradizione. Per valorizzare la rete dei musei locali, l’ANMLI ha promosso questa collana dedicata al progetto “Museo civico. Tradizione e innovazione” in cui si raccolgono gli Atti del ciclo di convegni regionali, organizzati per svilupparne criticamente un’analisi comparata.Il primo volume è dedicato ai musei civici del Veneto, con una riflessione sulla storia, sull’importanza delle radici e sulle ragioni del proprio ruolo nella crescita culturale della società. Le testimonianze dei direttori di questi istituti mettono in luce i problemi posti dalla contemporaneità, da una diversa interpretazione della funzione del museo alla scarsità delle risorse disponibili, e gli obiettivi che si possono individuare all’orizzonte. A partire da considerazioni sulle origini, e ripercorrendo le vicende che hanno portato alla formazione delle collezioni, alle scelte allestitive e ai mutamenti degli strumenti gestionali, viene offerta al lettore la prima porzione di un vero e proprio affresco del sistema museale italiano. -
Blues for America. Una critica, un lamento e tante memorie
Il volume intende essere ""un lamento nella notte"""" rivolto agli americani onesti e rispettabili. Partendo dagli anni Trenta fino ad arrivare agli anni Novanta, l'autore ripercorre la propria storia personale e familiare e quella della sua nazione. Cruciali gli anni Cinquanta e Sessanta delle lotte per i diritti civili, ai quali Dowd ha partecipato sin dai tempi dei campus universitari. Altrettanto ricchi e difficili gli anni Settanta, con la fine della guerra in Vietnam, per la quale l'autore si impegnò in prima persona, e gli Ottanta, allorché gli americani accettarono un profondo cambiamento nelle politiche economiche. Vengono ripercorse alcune importanti campagne presidenziali: quella per l'elezione di Bill Clinton, ad esempio, grazie al quale sembrava che la politica stesse cambiando rotta, speranza poi infranta. Convinto che il """"sogno americano"""" sia stato tradito, due sono gli errori fondamentali che Dowd imputa alla nazione: aver incoraggiato l'innato egoismo della natura umana; e aver permesso che il razzismo continuasse a radicarsi nella società. L'analisi di questi due aspetti, e le conseguenze che ne sono derivate, costituiscono il cuore del libro."" -
Fino alla fine del cinema
Le opere di webcinema costituiscono la frontiera dove gli artisti utilizzano le tecnologie digitali per creare storie non-lineari e/o interattive. Da un punto di vista evolutivo, molti dei casi presentati in questo volume rappresentano mutazioni non adattive, che non supereranno la prova della mediasfera. Col tempo spariranno, proprio come è successo alle popolazioni poco “fit” con l’ambiente contemporaneo. Altri sopravviveranno, muteranno, dando vita a tecniche, linguaggi, metodologie nuove per raccontare le storie.Questa molteplicità di forme è direttamente collegata alle diverse tecnologie utilizzate, e ogni tecnologia include spazi, momenti e pratiche differenti: la moltiplicazione degli spazi dove fruire di storie va di pari passo con la non-linearità della drammaturgia.Come dice Manuel De Landa, la realtà non è che “un’unica materiaenergia soggetta a transizioni di fase di vario tipo, dove ogni strato di ‘materia’ accumulato non fa che arricchire il serbatoio di dinamica e di combinatoria non lineari a disposizione per generare nuove strutture e processi”, così l’isomorfismo digitale facilita la ricombinazione dei linguaggi, mentre la miniaturizzazione delle tecnologie e la pervasività di Internet facilitano l’integrazione di realtà e narrazione.Gli artisti selezionati costituiscono un percorso che, dalla linearità e da un singolo medium, arriva fino all’interattività e alla crossmedialità su un territorio inesplorato, dove le storie vengono raccontate e fruite utilizzando Flash e social network. -
Città e campagne nella Sicilia medievale
IndicePrefazione – 1. Per una storia delle campagne siciliane nell’alto medioevo – 2. Vite e vino nella Sicilia medievale – 3. Il ruolo economico e sociale della Chiesa – 4. Immigrazione e società urbana (secoli XII-XVI) – 5. Nobiltà e aristocrazie urbane nel tardo medioevo – 6. Società urbane e cultura della città. Palermo fra Duecento e Quattrocento – 7. Fra città e campagne in Sicilia nel medioevo – Indice dei nomi -
Studi di estetica. Vol. 39
Scritti di: Luigi Gozzi, Renato Barilli, Alberto Gozzi, Andrea Calzolari, Marinella Manicardi, Gerardo Guccini, Maria Dolores Pesce, Massimo Marino, Marina Mizzau, Caterina Gozzi, Nicola Bonazzi -
La strage dei trent'anni. Un racconto per immagini di Andrea Paolella
IndiceIdentificare i responsabili, Paolo Bolognesi;Sala d’aspetto, Carlo Lucarelli;Fermati, ragazzo, e ascolta…, Roberto Roversi;La bomba di Pasolini, Gianni D’Elia;Gente che c’è stata, Andrea Paolella. -
Debate. El espanol de la politica
Debate. El español de la política es un curso para el autoaprendizaje del español de la política de nivel A2-B1. Desde el punto de vista formal se estructura con una serie de lecturas y de ejercicios y con tres anexos que completan la información ofrecida (un glosario, un listado de siglas utilizadas y la clave de los ejercicios). Sus contenidos – que ofrecen una panorámica de hechos políticos, socioeconómicos y culturales de España y de Hispanoamérica y que toman como límite temporal las elecciones generales españolas de marzo de 2008 – se organizan, en cambio, en cuatro módulos dedicados respectivamente a la transición española (módulo A), al período democrático español (módulo B), a aspectos socioeconómicos de España (módulo C) y a la sociedad, la economía y la historia de Hispanoamérica (módulo D). Cada módulo, a su vez, està formado por varias unidades (veintitrés en total) cuyas lecturas siempre incluyen sugestivas referencias hispanoamericanas (en las unidades asignadas a España) o peninsulares (en las adscriptas a América). Completan cada unidad los ejercicios (más de doscientos) consagrados a la comprensión de los textos, al léxico sociopolítico y a la gramática de nivel A2-B1. Por su parte, el glosario contiene doscientas veintidós fichas relacionadas con la política, la historia, la sociedad y la cultura de España y de Hispanoamérica. Se prevé que para completar el curso propuesto en este volumen serán necesarias entre ochenta y cien horas de estudio. -
L' arte del judo
Il Judo è un'arte che può essere spesa nell'ambito pedagogico, e precisamente perché aiuta ad avere fiducia nelle proprie potenzialità e a gestirle al meglio, indirizzandole verso un preciso scopo di auto-miglioramento... Lo scopo del Judo non è distruggere l'avversario, ma ""appropriarsi dell'energia dell'avversario"""", per """"migliorarsi e contribuire alla prosperità del mondo intero"""". Vengono in mente, allora, le parole del grande Maestro Bunji (G.) Koizumi sulla vera natura """"liquida"""" del Judo: """"... ha la natura dell'acqua: l'acqua scorre per raggiungere un livello equilibrato. Non ha forma propria ma quella del recipiente che la contiene. È indomabile e penetra ovunque. È permanente ed eterna come lo spazio e il tempo. Invisibile allo stato di vapore, solidificata in ghiacciaio ha la durezza della roccia""""."" -
La pulcella d'Orléans
È possibile leggere finalmente La Pulcella d'Orléans di Voltaire tradotta da Vincenzo Monti nella forma più prossima all'originale, grazie alla scoperta di una sezione consistente dell'autografo vaticano (canti XII-XXI). la Pucelle, confinata nell''inferno' dei libri proibiti fin dall'esordio (1775), ha attraversato una vicenda romanzesca, deprecata dallo stesso autore che ne rivendicava la moralità anche quando correvano per Parigi seimila manoscritti clandestini, avidamente ricercati da lettori impenitenti. Non diversa sorte la stampa francese ha avuto in Italia, dove perfino scrittori timorati, da Beccaria a Manzoni, ricorrevano al vient-de-paraître per una incontenibile pulsione voyeuristica. lo scandalo si è perpetrato fino alla seconda metà dell'ottocento con la versione di Monti per via di sottrazioni mirate del manoscritto, confezionato da Andrea Maffei, dai palchetti della Biblioteca ""Angelo Mai"""" di Bergamo. Il che comportò l'accusa, perfino di tribunale, con un processo a carico dell'editore livornese Francesco Vigo che aveva osato pubblicare l'inedito (1878, 1880), avvalendosi di una copia prezzolata."" -
Ezio Antonioni. Un partigiano in consiglio comunale. Bologna 1965-1980
Ezio Antonioni è consigliere comunale del Partito comunista italiano a Bologna dal 1965 al 1980, una lunga permanenza con il partito di maggioranza di governo della città che attraversa tre mandati amministrativi e segue l'opera di tre sindaci, Giuseppe Dozza, Guido Fanti e Renato Zangheri. Nei quindici anni di attività consiliare partecipa a oltre settecento sedute intervenendo quasi duecento volte, sempre fedele alla sua formazione partigiana, dalla parte del mondo del lavoro, con un'attenzione speciale per le aziende municipalizzate e i servizi pubblici. Attraverso i suoi discorsi si può ripercorrere la storia politica della stagione in cui si è formato il mito amministrativo di Bologna. Lo sguardo privilegiato di Antonioni dalla sala del Consiglio comunale ci accompagna alla riscoperta di vicende e personaggi che hanno caratterizzato questi decenni.