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Michelangelo. Ipotesi per una nuova lettura del Cristo Giudice nella Cappella Sistina
Michelangelo scrive in calce ad una poesia, su di un foglio celestino, parole misteriose: Delle cose divine se ne parla in campo azzurro. E sulla parete immensa del Giudizio Universale, splendente del lapislazzuli azzurro, appare ""al centro, tremendo e splendido, il Cristo Giudice. Così nuovo, anzi antichissimo, da rendere impossibile concepire un altro Giudice, definitivo. La sua nudità è più regale di qualunque abito, il suo gesto significante più di ogni parola, il suo volto non somiglia a quello di nessun altro Gesù mai dipinto prima. E il suo sguardo, invece di incenerirci, è rivolto in basso, sospeso nell'infinito attimo che precede il Giudizio, e in quell'attimo incontra gli occhi di San Bartolomeo, o forse invece va oltre e si posa sulla pelle svuotata nella mano del santo"""". Nella Sacra Rappresentazione della Sistina, i personaggi titanici si muovono come attori sulla scena teatrale, dal potente Giudice Divino all'altro Giudice infernale, Minosse. Insieme a loro la Vergine ed i santi Lorenzo, Bartolomeo, Sebastiano celebrano un rituale, svelano un disegno: la formula della salvezza. Inizia da qui un viaggio attraverso la grande visione del Giudizio, un labirinto magico nel quale perdersi per ritrovarsi. """"[...] una ricerca appassionata e appassionante che fornirà agli studiosi di Michelangelo elementi nuovi di riflessione e riscontro visivo, facendo di questo studio un sicuro punto di riferimento nell'ambito della storia dell'indagine su questo supremo capolavoro, autentico pozzo senza fondo per la coscienza occidentale. [...]"""". (Dalla prefazione di Claudio Strinati)"" -
Roma il coraggio di cambiare. Cosa fare per rendere la città moderna, sostenibile, europea
Un saggio che affronta la crisi che attanaglia la città eterna con metodologie innovative per la politica romana in grado di svegliare il gigante che dorme da oltre un decennio. rnrn«Cipollini individua sette priorità sulle quali intervenire con urgenza: un progetto generale a medio-lungo termine; la vitalizzazione delle periferie che va sollecitata dotandole di servizi, di poli culturali e di un’identità; un’accessibilità basata su una rete su ferro e su parcheggi idonei; la pulizia come presupposto per il ben vivere; la promozione di una cultura viva atta a generare innovazione; la valorizzazione dei beni culturali e del turismo con approcci e progetti innovativi e attraenti» - Alberto Fraja, il TempornrnrnrnrnScrive Innocenzo Cipolletta nella prefazione: ""Cipollini avanza diverse critiche a quello che oggi è Roma, ma sa che questa città non ha solo una grande storia ma anche un grande futuro che aspetta solo di essere avviato. Come? Cipollini risponde con un approccio che coniughi la politica con il management. Lascio volentieri al lettore di scoprire cosa si intende per un mix tra politica e management, ricordando che Cipollini è un esperto di management e, con generosità, ha riversato questa esperienza nelle problematiche di gestione di una città"""". L'autore nel libro esplora e approfondisce la conoscenza della situazione attuale, propone tecniche per affrontare la complessità della città e individua le priorità da cui ripartire per fare di Roma una capitale moderna. Un nuovo sistema di governo per superare i vecchi approcci che non sono piu` in grado di cambiare il volto della città e le sue varie realtà sociali ed economiche. Con il coraggio e la responsabilità del cambiamento e l'obiettivo del bene comune."" -
L' immagine di Roma. Le carte dell'Ufficio del cerimoniale e dei servizi della propaganda e dell'Ufficio studi del Governatorato di Roma
L'Ufficio del cerimoniale e dei servizi della propaganda e l'Ufficio studi furono organi interni al vertice del Governatorato di Roma. Nella capitale plasmata dal fascismo, l'amministrazione comunale perse gran parte delle proprie prerogative, cedute di fatto al governo centrale. L'attività dell'Ufficio cerimoniale e propaganda assunse cosí un ruolo notevole nel residuale spazio di intervento riservato ai governatori, in una reciproca convenienza in cui il regime e il vertice cittadino consolidavano il proprio prestigio, l'uno quale elemento rinnovatore, l'altro come garanzia di conservazione per gli interessi economici della dirigenza locale. L'Ufficio studi si prodigò in indagini e ricerche strumentali alla riorganizzazione degli uffici capitolini e al miglioramento della gestione municipale, partecipando a numerose commissioni fra cui quella dedicata alle problematiche dei quartieri periferici, nel tentativo di dare un ordinamento corporativo alla struttura amministrativa romana. -
Appunti di basic design. La storia. I presupposti
Questa breve guida di riferimento è stata pensata come supporto didattico per coloro che vogliono comprendere le basi della disciplina del Basic Design. Nato al Bauhaus come Grundkurs, corso di base concepito per uniformare la formazione degli studenti provenienti da scuole diverse e con competenze disomogenee, il Basic Design si è via via sviluppato all'interno di varie scuole, dal Bauhaus ad ULM, sino ad oggi. Basic Design è la disciplina che elabora i saperi rivolti al processo di configurazione degli oggetti, problema centrale della formazione nelle scuole di design e nell'attività di progettazione in generale. -
Ginosa sacra
Sono passati quarant'anni dall'epoca della teorizzazione della microstoria, ma la lettura di ""Ginosa sacra"""", monumentale opera di Domenico Giacovelli, fa rinvenire il valore della lettura dei fatti storici all'interno di indagini articolate e complesse, grazie a fonti e documenti spesso elusi dalla storiografia tradizionale (esemplari, nel nostro caso, le relazioni delle Visite pastorali) specialmente quando non concorrono a fare luce su singoli monografie di personaggi o periodi, ma hanno l'ambizione - giustificata in questo caso - di recuperare un decorso complessivo che è durato secoli, dai primitivi insediamenti cristiani all'istituzione della """"chiesa ricettizia"""", baluardo di governi locali non solo di anime ma anche di beni, che ebbe roccaforte in Basilicata; e non a caso Ginosa è lì, al confine. Domenico L. Giacovelli (Milano 1974), sacerdote del clero secolare, baccelliere in S. Teologia e dottore in Utroque jure, diplomato in Archivistica, Paleografia e Diplomatica. Unisce al suo impegno istituzionale presso la Curia Diocesana ed il Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese quello della ricerca scientifica come cultore delle materie di Istituzioni ecclesiastiche e di Architettura ecclesiastica presso l'Università degli Studi di Basilicata e come autore di diversi studi incentrati sulla storia delle istituzioni ecclesiastiche del meridione italiano e dei loro protagonisti."" -
Interesse Capitale. Il giro di Roma in 80 giorni
«""Quando sono nato, sono nato a Roma. A via Giulia, vicino piazza Campo de' Fiori, piazza Farnese, via di Monserrato una delle strade secondo me più eleganti della città. Auguro a Roma tutto il bene possibile. Che sia più amata dagli italiani e da noi romani. Spesso non l'amiamo a sufficienza"""". Ecco, Gigi Proietti quel giorno sembrava prendere commiato dalla sua città nella quale ha sempre vissuto e lavorato per ricordarci che la parola Roma può essere letta """"a rovescio"""", avrebbe detto lui, per dire amore. Io vorrei lanciare una proposta: intitoliamo una strada, anzi un vicolo, perché a Gigi piacevano le cose umili ed umane, della sua Roma, in Via Giulia.»"" -
Disegnare. Idee, immagini. Ediz. italiana e inglese (2020). Vol. 61
Con Saggi di: Mario Botta, Víctor A. Lafuente Sánchez, Daniel López Bragado, Paolo Belardi, Valeria Menchetelli, Carlos L. Marcos, Roberta Spallone, Eduardo Carazo, Gabriella Liva, Paolo Clini, Ramona Quattrini, Renato Angeloni, Mirco D'Alessio, Rosalba Cappucci, Carlo Bianchini, Mario Docci, Alfonso Giancotti, Andrea Grimaldi, Adil Mansure, Skender Luarasi. -
Bollettino dei Musei comunali di Roma. Nuova serie. Vol. 34
Contributi di: Luisa Laureati Briganti, Stefano Susinno, Liliana Barroero, Sylvain Laveissière, Grazietta Butazzi, Annibale Mottana, Massimo Appolloni, Carla Marangoni, Alberto Zilli, Maria Grazia Picozzi, Angela Cipriani, Isabella Colucci, Maria Elisa Tittoni, Lucia Pirzio Biroli Stefanelli, Diana Scarisbrick, Maria Grazia Branchetti. -
Il 36esimo confinato. Un prete rivoluzionario nei luoghi di Carlo Levi
"Il 36esimo confinato"""" è don Pierino Dilenge, prete rivoluzionario, mandato negli anni Settanta ad Aliano, in Basilicata, paese che ha ospitato numerosi esiliati politici - non meno di 35, tra gli anni Trenta e Quaranta - tra cui Carlo Levi. Era il luogo più adatto ad annichilire un uomo punito per essere fuori dagli schemi della Chiesa. Lo strano sacerdote, però, assume il ruolo di Masaniello del sovvertimento sociale ed economico. Lotta contro la gerarchia ecclesiastica e i partiti politici, tiene in vita il ricordo di Levi. Occupa le terre abbandonate, insieme ai suoi giovani, e diventa un riferimento del cooperativismo italiano. Viene nominato presidente di una banca e dà vita ad una piccola guerra con la sindaca comunista. Un'attività frenetica che, spesso, lo ha portato nei tribunali per storie giudiziarie che hanno fatto parlare la stampa nazionale. La storia di don Pierino è simile a quella di Carlo Levi: confinati perché non in sintonia con il """"sistema"""", ma entrambi capaci di ribaltare una condanna in occasione di denuncia e protagonismo. L'esperienza visionaria del prete-imprenditore ha consentito di trasformare una terra del dolore in un luogo che oggi è meta turistica." -
Vincenzo della Greca e la didattica dell'architettura nel primo Seicento a Roma
Il paradigma storiografico di una educazione esclusivamente pratica per gli architetti responsabili dell'exploit edilizio di metà Seicento ha prevalso sull'idea che questo potesse trarre vitalità e nutrimento anche dall'esercizio accademico. Il volume intende correggere, almeno in parte, tale impostazione interpretativa, fornendo elementi sull'impegno didattico di quegli architetti che, soprattutto durante il pontificato barberiniano, furono membri dell'Accademia di San Luca. Architetto camerale relegato al ruolo di comprimario sulla scena del Barocco romano, Vincenzo della Greca fu chiamato nel 1636 dall'Accademia ""per istruire i giovani nella architettura civile e militare"""". Ricercate anche da allievi stranieri, le sue lezioni, qui analizzate e trascritte, ebbero una diffusione internazionale. Della Greca fu anche ingegnere idraulico aggiornato sulle scoperte scientifiche dei galileiani, autore di un trattato Delli effetti delle acque (1642), che verrà sorprendentemente riutilizzato da Carlo Fontana nel suo Utilissimo trattato delle acque correnti (1696), già considerato summa disciplinare del secolo e oggi da ridimensionare a opera in larga parte apografa."" -
Gerace, paradiso d'Europa. Guida per un approccio storico artistico ambientale
Un invito alla conoscenza, non solo turistica, per chi vuole scoprire senza fretta la magia di uno dei borghi più belli d'Italia, crocevia di culture, punto d'incontro tra oriente e occidente, incastonato tra le montagne, lo splendore delle spiagge e il silenzio delle selve. Inventario di meraviglie e testimonianze del genio umano, in una Calabria schiva, sensuale, autentica, ancora conosciuta poco e male, Gerace scruta il Mar Jonio, appollaiata sulla sua rupe. Ammalia il visitatore piano piano, con stilettate di eleganza e sussulti di stupore. Con dettagli nascosti, mille storie di pietra, luce e vento che emergono come tessere di un mosaico tra le vie del borgo medievale, in un susseguirsi di conventi, monasteri, edifici sacri e palazzi. Questo libro nasce nel 1983 come atto d'amore del noto medico e scrittore Salvatore Gemelli e torna oggi riedito in libreria per volontà del figlio Paolo e, fedele al suo impianto originario, si ripropone con una nuova veste a condurre il visitatore alla riscoperta dell'arte e della storia di Gerace, che nel Medioevo fu importante centro strategico, militare e religioso. Il possente Castello normanno e la grandiosa Cattedrale consacrata nel 1045, ma anche le numerose chiese ancora oggi riverberano l'intensità delle culture greche e latine. Le grotte, scavate nella roccia del Borgo Maggiore, dove un tempo risiedevano gli artigiani dell'argilla e oggi dimorano i nuovi artisti, e i dintorni ricchi di aree archeologiche. Paradiso d'Europa: il titolo prende spunto dalla definizione di Francesco Malarbí, sacerdote e latinista geracese del Settecento, ""europeista ante litteram"""" come lo definisce Francesco Maria Spanò nella postfazione, dove ripercorre le orme dei molti viaggiatori illustri ammaliati da Gerace conducendo il lettore in un viaggio appassionato tra storia, letteratura, sociologia e arte, fino a svelare la scoperta di un importante dipinto. (Marina Conti)"" -
Ledger e Brokeback Mountain, Gyllenhaal e Demolition, Leto e The Outsider. Dal libro alla pellicola: Call me by your name e Alexander. Due saggi sul cinema. Ediz. italiana e inglese
Il libro propone una ricognizione su alcuni episodi della filmografia americana di oggi, legata a famosi attori divenuti icone del nostro tempo. Il primo saggio paragona le prove di Ledger, Gyllenhaal e Leto a quelle del passato di Brando, Bridges e Delon. Il secondo analizza i rapporti tra film e fonte letteraria nei casi di ""Call me by your name"""" ed """"Alexander"""". Completano il testo gli abstract in inglese e gli apparati curati dagli studenti del Cine-tv """"Rossellini""""."" -
Roma non ti dimentico mai. Poesie romanesche e...
Gli amichi me stanno sempe a chiede, dicono che sei napoletano, pecche' scrivi in romano? io je risponno, forse me diverto, so' vissuto quasi sempe a Roma, sta' citta' bella, m'ha preso er core e l'amo tanto, è'na citta' d'incanto, la vojo rispetta', la poesia è un modo de parla' de farsi capi' e io vojo di', che Roma pe' me è tutto, quanno er sole scenne e se va' a riposa', Roma te scava dentro, nun te fa' parla', te sa' incanta', è come'na stella, ner ¬ firmamento der monno. Napoli ce l'ho ner core, è bella assai, è come er primo amore, che nun se scorda mai, ce vado ogni tanto, me ricordo le su' strade, i su' vicoli, la su' gente, quanti ricordi, quanti amori passati, la mi' gioventu', ma, mo' so' vecchio, e nun me pozzo sposta', pero', te vojo di', ho un core grosso accussi', le amo tutte e due queste citta', me fanno diverti', questo lo vojo di'. -
Ingegneri-architetti della scuola romana di architettura. Ediz. italiana e inglese
Il presente libro, redatto a 150 anni dalla proclamazione di Roma capitale, mira a far emergere la storia per molti versi enigmatica degli ingegneri-architetti che hanno operato in una città divenuta dal 1871 un territorio nel quale consumare rapide e imponenti trasformazioni urbane. Non senza profonde ferite inferte a quelle magnifiche ville - alcune delle quali perdute per sempre - l'esperienza prodotta nel lungo percorso da tali trasformazioni ha reso riconoscibile una sensibilità operativa che, sia pur con errori ed eccessi, viene definita come appartenente alla Scuola Romana di Architettura. Operando uno scavo nella sua storia emerge che molti protagonisti di tali trasformazioni urbane sono stati degli ingegneri integrali che hanno amato l'architettura non meno degli architetti e che con essa si sono misurati ottenendo, gli uni e gli altri, i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: edifici spesso di grande qualità, quartieri e anche palazzine che sono divenuti per i romani delle presenze amichevoli, costituenti, insieme ai pregiatissimi monumenti dell'antichità, il Vultus Urbis della città. Alle schiere di chiese e altri edifici anziani - magnifici e preziosi scrigni di inestimabile valore e grande commozione spaziale che lo Stato della Chiesa ha costruito e custodito nel tempo - si sommano le realizzazioni romane più giovanili di questo secolo e mezzo: da un lato speculazioni edilizie, dall'altro piani urbanistici e opere di grande pregio. Tutto ciò è avvenuto su un substrato di straordinari reperti archeologici imperiali e ancora più antichi che affiorano a Roma in ogni dove, guarniti dalla cura del verde che li incastona in passeggiate senza eguali. Ciò ha fatto sviluppare ai protagonisti della Scuola romana di architettura una sensibilità particolare che ha dato luogo alla tradizione del lavorare con preesistenze architettoniche di vario tipo, stabilendo con esse un rapporto di continuità paesaggistica, urbana, strutturale, narrativa, fotografica, e poi anche filmica di grande bellezza. Chiunque oggi voglia ricostruire le articolazioni di questa Scuola, delle sue tradizioni e declinazioni - sia esso architetto, ingegnere o altro ancora - non può esimersi dal ripercorrere le trasformazioni urbane di Roma capitale. Prefazione di Franco Purini. Introduzione di Alessandra Muntoni. -
3ª Biennale nazionale dei licei artistici. Sulle orme di Leonardo: l'arte come ricerca. Ediz. illustrata
Dopo la Prima Biennale dei Licei Artistici sul tema del Gioco e la seconda sul Viaggio, la manifestazione affronta la sua terza edizione avendo come tematica quella risalente a Leonardo da Vinci, alla sua arte, al suo genio. Si trattava di una sfida non facile che infatti ha impegnato grandemente gli studenti ed i docenti e per la quale l'imperativo della qualità era assoluto. La commissione esaminatrice è stata ancora più selettiva del solito, andando pervicacemente alla ricerca dell'elaborazione, della ricerca, del risultato inedito e coinvolgente. L'immensa figura di Leonardo può essere celebrata solo cosí, non con una serie di pedissequi omaggi, ripetitivi e scontati, oltre che artisticamente discutibili, bensí con ricerche, azzardi, sperimentazioni, dubbi, ipotesi, tensioni. Per il catalogo di un'edizione di questo tipo abbiamo creduto giusto interpellare studiosi che hanno saputo legare Leonardo alla contemporaneità, come Simone Ferrari che è uno dei più illustri studiosi della figura del genio vinciano; Paola Redemagni, attiva all'interno del Museo della Scienza e della Tecnica ""Leonardo da Vinci"""" di Milano; Valerio Palmieri, architetto e docente presso l'Università Roma 3; Emanuele Carlenzi, critico d'arte; Daniela De Angelis, storica dell'arte contemporanea e Roberto Renna, esperto di teatro e televisione. Con i loro contributi il catalogo risulta essere un utile strumento di ricerca e non una raccolta di scritti d'occasione, stancamente volti alla celebrazione dell'ovvio. Leonardo stupisce ancora oggi per la sua modernità, il suo sperimentalismo, la sua visionarietà; il messaggio che, dalla lontananza dei secoli, sembra mandare ai giovani artisti, è quello di abbandonare paure, timori, stanchezze stilistiche per puntare in alto, al futuro, al non ancora conosciuto, al coraggio della inesausta ricerca. Lungi allora dall'essere unicamente il Genio universalmente celebrato e ormai lontano nei secoli, Egli svela la sua immagine più vera: eternamente giovanile, perennemente inquieta, per sempre amica dell'uomo e della natura."" -
Onda 2030. I 17 punti della sostenibilità. Ediz. illustrata
Il progetto ""Onda 2030"""" nasce da una collaborazione tra il Rettore dell'Università di Tor Vergata, Prof. Giuseppe Novelli e Sabina Alessi, docente del corso di Decorazione dell'A.B.A di Roma. 2030, termine ultimo entro il quale i 193 governi membri dell'Onu hanno stabilito nel loro programma di azione la risoluzione dei problemi riguardanti il pianeta, le persone e la prosperità. L'opera, di circa 9 x 3 m, realizzata in acciaio Cor-ten, ospita 17 sculture ceramicate, alle quali per la realizzazione hanno partecipato giovani artisti allievi dell'Accademia. Esse sono state inserite in 17 fori realizzati armonicamente nell'intera scultura di Acciaio Cor-ten. La sinuosità di quest'ultima, sottolineata dalla forza del colore arancio-rosso, frutto dell'ossidazione del metallo, acquista una visibilità segnaletica, potenziata dalle aperture nelle quali s'inseriscono le ceramiche dagli intensi colori smaglianti. L'Onda 2030 è stata collocata all'ingresso principale del Rettorato dell'Università di Tor Vergata, posta perpendicolarmente alla piazza, svolgendo la funzione di entrata e uscita. Infatti, essa è percepibile da tutti gli edifici che compongono l'intero complesso architettonico, diventando punto d'orientamento e di riferimento per le persone, e quindi luogo di ritrovo. """"La scultura a mo' di onda, pur avendo una composizione articolata e un colore fortemente connotativo, s'inserisce perfettamente nel contesto ambientale. La sua leggera sospensione dal piano d'appoggio, al pari degli edifici che si affacciano sulla piazza, creano un effetto percettivo di scollamento rispetto al pavimento, quasi volessero magicamente decollare nello spazio""""."" -
Clivo. Lettura morfologica del paesaggio della Divina Commedia con le cantiche figurate da Giulio Repulino
«È singolare come i vocaboli acquistino nel tempo sapori diversi dall'etimo che li origina e come lo stesso suono delle parole introduca variazioni alle immagini che vi si associano... Clivio è oggi un vocabolo colto e ricercato e tuttavia nell'immaginario contemporaneo diventa il dolce pendio della nostalgia fra il grigio argenteo dei salici e il suono delle arpe di verdiana memoria... Al contrario, in Dante, il clivo evoca un'immagine di positiva appagante serenità che sottende la presenza e la compenetrazione fra Dio e il Creato... Ce lo ricorda in questo saggio, Giulio Gino Rizzo, che ci guida nel riannodare le fila del percorso del sapere e ci invita a ripercorrere il senso e la via della bellezza di un'immagine quasi perduta che si condensa, quasi nascondendosi, in una parola: una parola, usata una sola volta da Dante nella Commedia, perché rivolta e riferita al Creatore... L'autore - artista che si cela sotto lo pseudonimo di Giulio Repulino - ci regala, infatti, tre sue opere inedite riferite alle tre cantiche divine che ripropongono, nella gradazione delle densità cromatiche e nella ricerca della fluida mobilità dell'immagine, il tema dell'ascesa, della liberazione dalla materia e della conquista dell'immensità celeste in cui tutto è lieve, soave, acquietante e appagante. Un dono colto e raffinato che introduce al grande campo dell'illustrazione della Divina Commedia, cui ogni epoca ha dato un suo specifico contributo, e che Rizzo, in questa sua lettura morfologica, non solo non ha ignorato, ma ha affrontato con una straordinaria capacità di sintesi in cui emergono la sensibilità dell'artista e il rigore appassionato dello studioso."" (dall'introduzione di Mariella Zoppi)"" -
Napoleone e il mito di Roma. Ediz. illustrata
Ideata in occasione del bicentenario dalla sua morte, la mostra ""Napoleone e il mito di Roma"""" (Roma, Mercati di Traiano-Museo dei Fori Imperiali, 4 febbraio - 7 novembre 2021) ripercorre il rapporto che Bonaparte ebbe sin dalla gioventù con Roma intesa sia come Archetipo che come Urbs. Formatosi sugli autori classici e profondo ammiratore dei grandi del passato - da Alessandro Magno ad Annibale, dai Bruti a Cesare, da Augusto a Traiano fino a Diocleziano e Costantino - Napoleone seppe presentarsi e autorappresentarsi come loro erede attraverso il sapiente uso di un linguaggio di propaganda ispirato all'Antico. Egualmente profondo il legame che egli ebbe con la Roma reale e contemporanea. Culla del Neoclassicismo e fonte inesauribile di modelli per l'arte, anche pubblica e di corte, la città fu annessa all'Impero dal 1809 al 1814. Napoleone non vi venne mai ma le riservò cure e imprese urbanistiche importanti per renderla una capitale moderna, seconda solo a Parigi. Tra queste, i lavori a sud della Colonna Traiana: intrapresi per la creazione di una piazza essi portarono alla scoperta dei resti della Basilica Ulpia e alla definizione del primo settore visitabile della futura area archeologica dei Fori Imperiali."" -
Giancarlo De Carlo. L'albero e l'occhio
La corrispondenza fra pensiero e azione nell'opera di Giancarlo De Carlo diviene emblematica in relazione al tema della necessità di mettere radici e - contemporaneamente - di intraprendere una visione cosmogonica del territorio. Il libro apre un ragionamento sullo spazio fisico, con riferimento a due opere dell'autore: la torre per Siena e il progetto per Mazzorbo. Entrambi sono manifestazione di un continuo equilibrio tra organismo urbano e sociale, nel quale l'architettura diviene un'articolazione della realtà antropica. -
Albania nel terzo millennio. Architettura, città, territorio-Albania in the third millennium. Architecture, city, territory
Il libro esplora una serie di temi rilevanti per l'Albania, dalla valorizzazione e tutela del patrimonio storico, culturale e paesaggistico ai recenti sviluppi architettonici e urbanistici nel paese. Da analisi e studi condotti con il prezioso contributo di esperti della cultura albanese emergono riflessioni critiche sulle prospettive future del territorio nel terzo millennio. A tal fine, la pubblicazione è stata suddivisa in tre temi principali: architettura, città e territori, che corrispondono alle tre scale rappresentative delle trasformazioni contemporanee in Albania.