Sfoglia il Catalogo feltrinelli015
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2481-2500 di 10000 Articoli:
-
Riscoprire la bioetica. Capire, formarsi, insegnare
C'è chi la delimita alla ""clinica"""", chi la reputa """"troppo accademica"""", chi la immagina """"globale"""". Negli ultimi anni, la Bioetica sembra aver smarrito la sua identità e la sua missione. Eppure, se per alcuni questa disciplina sembra caduta in disuso, a non perdere vigore e attualità sono gli attentati alla vita umana, quella nascente come quella morente, così come gli attacchi alla procreazione e alla famiglia, fino a sfide sempre nuove e già controverse. L'idea di questo libro nasce dal desiderio di recuperare una delle più importanti caratteristiche della Bioetica: un sapere di tipo pratico che educa alla realtà e, dunque, alla verità dell'essere umano. È necessario oggi non solo dire no, ma capire perché una certa scelta rispetta o meno il bene della persona umana e la legge morale impressa nella sua natura. La sfida è riscoprire la Bioetica e la sua importanza per la """"buona battaglia"""" in difesa della vita umana, che oggi come non mai ci obbliga a formarci. Per questo, il libro si rivolge soprattutto a chi è in prima linea nell'ambito educativo o nel mondo pro-life; ma anche a chi semplicemente vuole capire più a fondo cosa si cela dietro ai fatti di attualità che toccano la vita umana e si susseguono attorno a lui. L'invito a una vera e propria """"caccia al tesoro""""; perché riscoprire la Bioetica significa riscoprire l'inalienabile valore della persona umana, creata a immagine di Dio, l'inviolabilità della sua vita e l'intangibilità del suo corpo, a scanso del riduzionismo relativista e del nichilismo di cui è permeato il razionalismo moderno."" -
Rapporti di forza. Le questioni aperte del sistema internazionale
Per valutare lo scenario che stiamo vivendo, occorre partire da una serie di premesse: il vecchio modello geoeconomico della globalizzazione post-guerra fredda ha chiuso il suo ciclo; l'emersione di nuovi attori globali ha un fortissimo e imprevisto rilievo strategico e militare, e quindi non solo economico; la lunga fase della globalizzazione ha prodotto non meno, ma più conflitti regionali, oltre a non risolvere le vecchie fratture mediorientali e asiatiche. Inoltre appare ormai chiaro che non si fa politica estera trasformando in slogan bonnes à tout faire quelle frasi che Benedetto Croce chiamava ""alcinesche seduzioni"""": Libertà, Democrazia, Diritti Umani, si declinano tutte in modo diversissimo a seconda del meridiano o del parallelo in cui appaiono. Ci vuole un grande ridisegno mondiale delle zone di influenza, che oggi sono quelle, ormai insignificanti, della guerra fredda. Questo volume getta luce sui nuovi scenari mondiali e mostra i nascenti rapporti di forza che saranno alla base della geopolitica dei prossimi anni."" -
Filologia antica e moderna (2019). Vol. 47
Con questo numero si apre una nuova serie di «Filologia Antica e Moderna», il periodico nato nel 1991 per iniziativa del Dipartimento di Filologia dell'Università della Calabria, che si è caratterizzato fin dalle origini per la scelta di occuparsi di lingue e letterature antiche e moderne, senza parcellizzazioni che escludano il classicista dalla doverosa attenzione a ciò che è più vicino al presente o lo studioso della modernità e del mondo contemporaneo da un sano interesse per il passato. Con questo indirizzo, la rivista vuole proseguire anche in questa seconda serie, nel segno di una continuità che nasce dalla comune esperienza ad Arcavacata e dalla sincera amicizia fra-chi l'ha fatta nascere più di venticinque anni fa e chi si incarica ora di proseguire il suo lavoro. In particolare, ci preme sottolineare il lungo impegno negli anni di Franco Iusi nella cura di ogni numero uscito e nell'attenzione dedicata all' editing. -
Dall'accoglienza all'integrazione. L'esperienza del Cara Casa del Regional Hub Sant'Anna in Calabria
Parlare oggi di accoglienza e integrazione non è cosa semplice. I fomentatori di odio identificano lo straniero come il problema e non l'opportunità; e così i più alti principi dell'essere umano rischiano di lasciare posto a sentimenti di preclusione per l'altro. Questo libro è, invece, la testimonianza di come si possa operare in tale delicato settore ottenendo ottimi risultati; è l'esposizione di un modello virtuoso che è stato già applicato e ha prodotto risultati lusinghieri sia nella società civile, che ha sempre dimostrato rispetto e comprensione per lo straniero, sia nei rapporti con quei meravigliosi fratelli, non per nascita, ma per scelta, che hanno costantemente restituito l'amore ricevuto. Questo libro dimostra che lavorando con amore si può creare un habitat ideale dove esseri umani provenienti da ogni parte del mondo possano vivere liberi, sentirsi uguali, condividere la quotidianità in modo fraterno utilizzando una grande dote: la tolleranza. -
Le nuove frontiere del welfare
Di fronte ai nuovi bisogni di protezione sociale e alla crisi del welfare pubblico, come stanno reagendo le imprese italiane? Ci sono nuove forme di tutela sociale in grado di integrare la decrescente copertura del welfare pubblico? Qual è l'impatto degli incentivi fiscali per il welfare aziendale? Quali sono le nuove frontiere del welfare? Il libro di Paola e Lorenzo Nicoletti si apre approfondendolo scenario del welfare, a partire da una completa ricostruzione della questione terminologico-concettuale e dall'analisi dei diversi protagonisti in campo, e si sofferma sul valore e il peso economico dell'industria del welfare nel nostro paese. Gli autori dedicano una particolare attenzione agli incentivi normativi e alla fiscalità di vantaggio sul welfare aziendale per fornire poi un quadro sia di quanto le parti sociali stanno tentando di offrire a livello strategico tramite il welfare contrattuale, sia del loro impegno diretto nella contrattazione nazionale e decentrata, esplorando le esperienze bilaterali realizzate sui territori. Il volume offre spunti di riflessione e interessanti proposte di intervento legate al welfare del futuro e al ruolo della bilateralità in quest'ambito. Prefazione di Vincenzo Boccia. -
Futuro. Politiche per un diverso presente
Il futuro deve tornare nel nostro lessico quotidiano, nel dibattito pubblico e nella nostra strumentazione di progettisti, non come parola vuota o mantra, ma nel senso etimologico del termine di coloro che ""gettano in avanti"""". Dobbiamo reimpadronirci della capacità di progettare futuro a partire dall'attivazione di un diverso presente dei luoghi che abitiamo. La costruzione del futuro come esito consapevole delle nostre azioni collettive capaci di modificare il presente che non ci piace poiché produrrebbe il futuro che non vogliamo. Questo è un libro dedicato a chi non si accontenta di essere postumo e vuole costruire un futuro come genesi creativa e responsabile del presente possibile. Un futuro più consapevole e lungimirante, più sensibile alla bellezza e ai diritti, più equo e sicuro, ma soprattutto più irresistibilmente seducente e attraente. In """"Futuro"""" viene raccontata l'Italia mediana che non si arrende, un Sud che resiste e innova, città siciliane pregne di comunità resilienti, università aperte che tornano a formare persone libere e arcipelaghi creativi che non accettano un presente in declino ma agiscono per aprire le porte all'adiacente possibile, una sorta di futuro ombra, più interessante, più felice, che aleggia ai margini o negli interstizi dello stato attuale delle cose."" -
Sull'inutilità della storia
La storia si limita a rappresentare ciò che hanno fatto gli uomini in un grande palcoscenico sul quale compaiono ombre e fantasmi che non hanno alcun rapporto con la vita reale. Insegna che i popoli non furono né felici e né liberi e che, quindi, felicità e libertà non sono proprie della specie umana. I saggi storici non sono una spiegazione razionale del passato, ma componimenti letterari, riflessioni filosofiche e politiche di eventi oscuri sostenute da esempi. Gli uomini non hanno appreso niente dalla storia e il loro ostinarsi a rifare gli stessi errori è la vera lezione che essa insegna. La storia è, dunque, maestra di se stessa: con la storia s'impara la storia. In qualunque modo la si consideri, non ha alcuna utilità se non quella di soddisfare gli interessi dello storico e la curiosità di pochi lettori. -
Aldo Moro e l'educazione civica. L'attualità di un'intuizione
Avere reso obbligatoria a scuola l'Educazione civica può riportare in Italia l'attenzione sulla pedagogia, che rappresenta una chiave decisiva per comprendere la società contemporanea. Pochi sanno però che a istituire questa materia nel 1958 fu il Ministro della Pubblica istruzione Aldo Moro. In un testo rigoroso, che spazia dal contesto politico a quello educativo, si approfondisce il clima della ricostruzione morale ed economica del Paese. Circostanza quanto mai attuale, poiché la speranza di allora è stata sostituita dalla paura di adesso. Questo libro invita a chiarire gli scopi politici dell'istruzione, precisando che l'autentica scuola democratica è quella che premia il merito, riducendo le distanze sociali. Esattamente l'opposto di quanto è accaduto dal Sessantotto in poi, dando vita a una società dettata dall'analfabetismo di massa che popola una democrazia dove tutto sembra possibile. -
Il romanzo del casale
Un secolo circa di storia, dall'avvento del fascismo ai giorni nostri, rivive nelle vicende e nei volti di una borgata rurale della Calabria, formatasi nel tempo intorno a un antico palazzotto nobiliare. La pena del vivere quotidiano, il trapasso dalla civiltà contadina a nuove forme di vita e di cultura, il travaglio della nobiltà terriera, l'emergere di nuove forze sociali e di nuovi soggetti della ricchezza e del potere ne sono l'ordito, che regge il tessuto di problemi vecchi e nuovi, guardati di volta in volta con un velo di amarezza, di malinconia, di indignazione, ma con un sentimento continuato della pietas, che governa allo stesso modo la lacrima e il sorriso. Quello che colpisce è soprattutto il fatto che lo sguardo del narratore non cala dall'alto ma è, come poche altre volte, assolutamente interno al mondo rappresentato. Un filo unitario percorre, pur nella loro singolarità, questi venti racconti, che possono essere considerati capitoli di un romanzo che eleva il casale a personaggio collettivo e corale. Prefazione di Marco Beck. -
I limiti del popolo. Democrazia e autorità politica nel pensiero di Luigi Sturzo
Il libro analizza il significato delle nozioni di popolo, autorità e democrazia nella tradizione del popolarismo, in un fecondo incontro con la tradizione liberale. Il punto fermo del popolarismo sturziano è un'idea di ""popolo"""" del tutto differente da quella fornita dai populismi di ogni tipo. In particolare, il problema di fronte al quale Sturzo pone i cattolici riguarda la domanda se essi dovrebbero accettare un regime politico che nega le libertà, in cambio dell'ottenimento di privilegi. L'assenso verso tali regimi è impraticabile per un cattolico, a pena di sacrificare la propria coscienza sull'altare dell'idolo della Politica. Il popolarismo sturziano mette in discussione la nozione di popolo declinata al singolare, per declinarla al plurale. Tale pluralismo salvaguarda e presuppone il valore della coscienza individuale e non si lascia assorbire in un indistinto misticismo politico di impronta tanto giacobina quanto organicistica: il brodo di coltura di ogni populismo."" -
Quando eravamo liberali e socialisti. Cronache familiari di una bella politica
È la cronaca, anche familiare, di una grande passione, quella per la politica. Comincia quando l'autore, allora bambino, si vede passare davanti per la prima volta volantini, schede fac-simile, autoadesivi, manifesti, annunci di comizi. L'occasione sono le campagne elettorali (1952 e 1953) del padre candidato e dirigente del Partito liberale, peraltro alla viglia di una scissione. Insomma gli ingredienti della lotta politica ci sono e dal principio. E si svilupperanno poi, nel corso della narrazione, con la partecipazione di personaggi noti e meno noti e le descrizioni di eventi anche drammatici (i giorni del rapimento di Moro e non solo) che hanno fatto la Storia della nostra Repubblica. Il tentativo di spiegare, in tempi di antipolitica, i pregi e la grandezza della bella politica, che l'autore ha avuto la fortuna di poter frequentare in punti di osservazione privilegiati: la scuola, la sezione, il giornale di partito e, soprattutto la famiglia. Una famiglia nella quale i punti di convergenza superavano quelli di divergenza. Questi ultimi però erano oggetto anche di dolorosi contrasti a conferma dell'asprezza di tutto ciò che è politica. Prefazione di Stefano Folli. -
Il genio americano. Sconfiggere Trump e la pandemia globale
Con l'irruzione del Covid-19, le presidenziali USA 2020 sono divenute ancora più rilevanti non solo per l'America ma per tutto l'Occidente. La più ricca nazione del mondo rivela il suo lato debole: né la forza delle armi né la potenza del dollaro sono in grado di affrontare la sfida del momento. La democrazia americana ha saputo resistere a guerre, crisi sociali e tentativi autocratici: saprà ora battere Trump e risollevarsi dalla pandemia? La sua forza è il Genio americano che poggia sul Rule of Law e sul Bill of Rights. Dal 1790 il cuore della nazione batte al ritmo del voto presidenziale che anche quest'anno sceglie il suo leader. America First ha generato molti abusi di potere. In passato altri movimenti (nativismo, maccartismo, militarismo) hanno convertito il patriottismo in nazionalismo e l'amore per la propria comunità in razzismo, senza tuttavia rendere l'America illiberale se non per limitati periodi. Finora la nazione ha trovato gli antidoti per resistere alle involuzioni e difendere il suo regime di libertà. Cosa accadrà alle presidenziali di novembre di fronte all'irruenza di Trump e alla prova del Covid-19? Massimo Teodori con l'esperienza dello storico individua i dilemmi del momento: egemonia finanziaria o rispetto dei diritti umani? Populismo o democrazia? Se sarà confermato, l'attuale Presidente potrebbe trasformare in senso illiberale le istituzioni con un danno per l'Occidente democratico. Se Joe Biden andrà alla Casa bianca, gli Stati Uniti potrebbero riprendere la strada maestra, interna ed estera, tracciata dal Genio americano. -
Abbondanza e inutilità dei programmi economici in Italia
In questo nuovo lavoro l'Autore ripercorre parte della storia dei programmi economici che si sono susseguiti in Italia dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nati sulla scia dell'inversione di impostazione politica impressa all'intervento dello Stato nell'economia sia nel blocco occidentale, nelle forme liberiste e decentralizzate, sia in quello sovietico, nelle forme totalitarie e centralizzate. Egli ripercorre la storia dello scivolamento nell'inutilità dell'abbondanza di questi programmi, soffermandosi sulle personali esperienze. L'Italia aveva ereditato dal ventennio fascista un grosso nucleo di grandi imprese pubbliche e, nonostante avesse fatto la scelta di campo occidentale, non riuscì mai a conciliare l'intervento pubblico con le regole del mercato aperto. La nostra cultura sociale non ha mai gradito la libera competizione e ha coltivato invece l'assistenza pubblica; di conseguenza il settore esposto alla concorrenza è sempre rimasto di dimensione inferiore al settore non esposto, creando una condizione che si è riflessa in una produttività media più bassa del resto del mondo più avanzato. Il vincolo esterno è stato il correttivo scelto dai gruppi dirigenti del Paese per calmierarne gli effetti, senza però risolvere le cause. Il 1992, anno di firma del Trattato di Maastricht e dell'avvio dell'inchiesta della Magistratura nota come «Mani pulite», marca il punto di svolta del regime economico e politico del Paese che, incontrandosi con diversi shock geopolitici (globalizzazione, cessione della sovranità monetaria all'eurosistema e crisi finanziaria internazionale), ha invertito crescita reale e benessere sociale. Conclude definendo gli strumenti per raggiungere gli obiettivi che il Paese intende perseguire, chiedendo all'Unione Europea di collaborare per riacquisire il consenso perduto e proponendo di avviare una riforma del bilancio pubblico che stabilisca i limiti delle garanzie sociali offerte e liberi risorse per creare opportunità di reddito e di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Avverte però che, senza la creazione di una Scuola europea di ogni ordine e grado non si riavvierà l'indispensabile processo di unificazione politica per riportare l'Europa al rango geopolitico che a essa spetta. -
Controvento. La vera storia di Bettino Craxi
Dopo decenni di letture contrapposte, Controvento vuole raccontare il ""vero"""" Craxi, l'ultimo leader della Prima Repubblica. Una figura che """"parla"""" alla politica dei nostri giorni con la sua lunga gavetta, diversa dalle fulminee ascese di tempi più recenti: Craxi impiegò 24 anni prima di diventare segretario del Psi, un apprendistato che lo aiuterà a guidare uno dei governi più longevi dell'Italia repubblicana. Volle la migliore élite del Paese e prese decisioni impopolari, contribuendo all'ultima stagione di crescita dell'Italia. Leader accentratore e controverso, non fu mai populista. Fabio Martini getta nuova luce su molte pagine oscurate o inedite della vicenda politica e umana di Craxi..."" -
Dalle coop alle co-app. Per una condivisione etica dei big data
In un mondo fatto di dati, che ognuno di noi cede inconsapevolmente, occorre costruire un nuovo rapporto tra gli utenti e le piattaforme digitali, aiutando gli individui a contrastare i giganti del web che le utilizzano nei campi più disparati solo per massimizzare i loro profitti. Per riuscire in questa sfida da cui dipende una parte significativa del nostro futuro dobbiamo prima di tutto riprenderci i nostri dati digitali e poi condividerli con quelli degli altri, in maniera trasparente, democratica e mutualistica. Chi può aiutarci meglio della cooperazione, con i suoi principi etici e la sua storia secolare di unione e organizzazione dei deboli per uscire dallo sfruttamento? Nel mondo stanno nascendo esempi di questa nuova cooperazione digitale. Ma è in Europa che si può avviare un progetto dove la tutela attiva e auto-organizzata dei dati digitali di 500 milioni di cittadini-consumatori, consenta di dare vita ad uno spazio economico e sociale digitale basato su libertà, pluralismo, democrazia e responsabilità piuttosto che sull'egoismo. -
Patria o paese
I fini sono aggirati dalla presunta razionalità dell'economico, divenuto il dogma incontrovertibile, tanto da tecnicizzare la stessa politica ossia da spoliticizzare la democrazia. Va da sé che l'aut aut evocato dal titolo è un pretesto per stanare la nostra incuria e superficialità quando parliamo dell'interesse esistenziale, che non può mai prescindere dal luogo in cui viviamo. -
Liberalismo e idea di nazione in Pasquale Stanislao Mancini
Negli ultimi anni il pensiero di Pasquale Stanislao Mancini (1817-1888) è stato oggetto di numerosi e approfonditi studi che riguardano principalmente alcuni aspetti della sua riflessione giuridica. In questo volume Daniele Stasi ne esamina soprattutto il pensiero politico, a partire dalla celebre prolusione sul principio di nazionalità che Mancini tenne nel 1851 presso l'Università di Torino. L'analisi si sofferma dunque sugli intrecci, dal punto di vista programmatico, delle idee di Mancini con il ""liberalismo nazionale"""" il cui obiettivo era superare gli ostacoli che storicamente impedivano all'Italia di diventare uno Stato moderno, ostacoli da individuare soprattutto nel frazionamento politico della Penisola e nel ruolo preponderante della Chiesa nella vita della Nazione. Altro tema cardine di questo studio è l'evoluzione del liberalismo manciniano che si traduce nella difesa dell'ordine costituzionale dello Stato unitario e nella tutela dell'interesse della Nazione alla luce di una concezione della politica coloniale in contraddizione con il principio di nazionalità."" -
Il potere che sta conquistando il mondo. Le multinazionali dei Paesi senza democrazia
Il vecchio ordine mondiale si sta rapidamente trasformando. Facendo seguito al fortunato volume Come si comanda il mondo in cui si dimostra la prevalenza dei leader della finanza su quelli della politica, gli autori analizzano il ruolo delle multinazionali cinesi, russe, brasiliane, indiane e islamiche. Vengono quindi approfonditi i rapporti con i fondi sovrani e la criminalità, i paradisi fiscali e la politica energetica. E fin qui, nulla di nuovo perché si replicano i modelli della democrazia liberale. Nel frattempo, però, la Cina sta diventando un gigante dell'intelligenza artificiale, egemonizzando l'Africa, il continente del futuro. In una situazione complessa più che il mercato è di nuovo lo Stato a essere protagonista nel XXI secolo, poiché queste multinazionali sono in gran parte subordinate ai governi nazionali. Il declinante Occidente riuscirà a individuare strategie per non soccombere nell'eterna lotta per il potere? È l'interrogativo fondamentale al quale cerca di rispondere questo libro. -
Fellini, Roma
"Roma"""" non è un """"omaggio affettuoso"""" alla città, un album di ricordi o una cartolina nostalgica, ma il film di Fellini che più di altri ci trascina in una Roma apocalittica, caotica, da fine del mondo: l'ingorgo sul Grande Raccordo Anulare, le rovine negli scavi della metropolitana, il défilé di moda ecclesiastica, la scorribanda notturna dei motociclisti, sono scene che fanno ormai parte dell'immaginario della città e che all'alba degli anni Settanta intercettano, nella chiave dell'invenzione felliniana, la sua progressiva trasformazione in un magma metropolitano sempre più ingestibile. Attraverso una vasta documentazione e lo studio di materiali d'archivio, il volume analizza il film alla luce dei discorsi sul mito e il disfacimento di Roma che da sempre attraversano il carattere nazionale e l'identità italiana." -
Luce del Nord
Proposto al Premio Strega 2020 da Antonio Pascale.rn«Bruni attinge al neorealismo nella versione magica, zavattiniana, di Miracolo a Milano» - Francesco Erbani, «Internazionale» rn«Scritta con un andamento quasi cinematografico, con i capitoli divisi seguendo un andamento per scene e mantenendo un ritmo serrato che impedisce di interrompere la lettura, questa straordinaria cantica degli esclusi tiene avvinto il lettore per 280 pagine, ricordandogli - pur senza rinunciare al realismo - che anche nelle situazioni più abiette e meschine, ogni diseredato può scorgere la bellezza di un fiore» - Marilù Oliva, «Huffington Post» rn«Sarà che viene dal cinema, Gianluigi Bruni, e sa che il ritmo è importante, sarà che ha scelto tre voci di balordi con storie e pensieri strampalati, ma il suo romanzo, “Luce del nord”, funziona, portandosi dentro una atmosfera da Claudio Caligari, di estremo eppure molto credibile, e questo per un libro italiano è tanto» - Marco Ciriello «Il Mattino» rn«Una discesa nelle viscere dell’umanità schiacciata e dimenticata, irrimediabilmente ferita e piegata, ostinatamente aggrappata al bello che riesce a strappare, tra musica, scritti e la magia unica del cinema, con lo sguardo proteso alla luce del Polo Nord, sempre in lotta contro l’oscurità» - Maria Teresa D’AgostinornFrank, Cristian, Eva, tre freaks derelitti: un vecchio ex-stunt puttaniere e alcolizzato, un ragazzo frenastenico che vive di elemosina illudendosi di essere un artista di strada, una attempata badante che appassisce nel ricordo dell'unico, impossibile amore della sua vita. Ognuno di loro narra, in un racconto tra il comico e il grottesco, talvolta picaresco, la propria stramba esistenza fatta di violenze subite e commesse, solitudine e disperazione. Sono tre invisibili mal tollerati e inadeguati a tutto, che sopravvivono faticosamente ai margini della città eterna. Creature approssimative e inconcluse che, insieme, sia pure per un brevissimo istante, tentano di realizzare l'utopia di un'esistenza piena, completa, felice.rnrnProposto al Premio Strega 2020 da Antonio Pascale: «Il libro assolve una delle funzioni della narrativa: farci conoscere (con un romanzo) quello che sì, magari vediamo superficialmente ma non conosciamo in profondità. Nella fattispecie sappiamo dell'esistenza dei poveri e marginali. Le statistiche li contano, i Media li etichettano, appunto, come poveri e noi li vediamo di tanto in tanto e abbassiamo lo sguardo, o li giudichiamo bene o male, a seconda dei nostri umori. Ma uno scrittore come Bruni li osserva e racconta con misura e pathos le loro singole vite, li toglie dall'etichetta (di poveri e drop out) che li ha definiti e condannati, gli dà un nome, una storia, li fa muovere in un contesto, scandaglia emozioni, comportamenti, ambizioni, desideri, descrive le contingenze, le colpe i sogni. Libro coraggioso, ben scritto, montato ancora meglio, rischia di diventare il caso dell'anno, perché sovverte statistiche cliché, illumina le storie nascoste, e getta addosso a noi un po' ombra, necessaria quest'ultima per riflettere, pensare ai tre personaggi del libro: Frank, Cristian, Eva.»