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La piramide degli spiriti
Un romanzo che è una satira dell'Albania degli anni Novanta, la parabola di un paese che dopo l'uscita dal comunismo cerca disperatamente di arricchirsi e di far parte dell'Occidente. Sorta di ""antipoema"""" dove non ci sono eroi, tutt'al più antieroi, """"La piramide degli spiriti"""" racconta la storia del manager americano-albanese Mark Mara, che dopo esser finito in carcere a causa di operazioni finanziarie poco pulite arriva in Albania, la terra dei suoi antenati. Quello di Mara è un viaggio dal significato anche spirituale, l'approdo in un paese che lui immagina povero e ancora immune dai vizi del consumismo. La realtà, però, è ben diversa dalla sua immagine idealizzata: in Albania brulicano le piramidi finanziarie e anche Mara decide di creare la propria, salvo poi finire travolto dal caos in cui precipita il paese quando quelle piramidi crolleranno una dopo l'altra. Per il protagonista questo sarà l'infrangersi di un sogno o l'occasione di partire per un'altra avventura non prevista?"" -
Vladia
Vladia è un'immaginaria città della Romania socialista alla fine degli anni Settanta. Una distesa di colline la taglia fuori da tutto, dal mondo e dalla Storia con la ""s"""" maiuscola. Questa città vive in un tempo sospeso, tutto suo, in cui presente e futuro sembrano forme di passato. Sulle colline di Vladia abita il ricordo di una storia d'amore, quella di un principe-aviatore che fece costruire nel punto più alto della città una maestosa villa per la sua amante, K.F. Ogni primavera, il principe veniva a trovare la donna, sorvolando le case col suo biplano, finché un anno non è più tornato. K.F., però, non ha mai smesso di aspettarlo, o almeno così credono gli abitanti di quelle parti. Dall'alto della villa, la donna, sempre più anziana, assiste con indifferenza al declino di Vladia, assediata da una vegetazione che sembra avere strani poteri. Ma un giorno anche K.F., come il suo principe, scompare, e la sua scomparsa è l'inizio e la fine di altre storie. Dietro la parvenza di un racconto fantastico e pieno di misteri, Uricaru scrive un romanzo iperrealista, che si nutre di metafore per denunciare il totalitarismo del regime di Ceauescu e, in generale, di qualsiasi modello di società che renda la libertà inutile e la pace terrificante."" -
Fuori dall'abisso
Anila ha diciannove anni, è una ragazza determinata e piena di sogni, desiderosa di studiare e realizzarsi. L'incontro con Klodian, un uomo più grande di lei, cambierà drasticamente i suoi piani, portandola a sposarsi e a trasferirsi in Italia con il marito. Ben presto, però, Klodian si rivelerà molto diverso da come si era mostrato e costringerà la ragazza a entrare in un giro di prostituzione gestito da criminali senza scrupoli. Rinchiusa in una cascina isolata e vittima di violenza, in Italia Anila vivrà una serie di terribili esperienze, prima di tornare in patria e cercare di ritrovare la parvenza di una vita normale, nonostante le ferite mai cucite. Un giorno, però, l'Italia e il passato torneranno a bussare alla sua porta. -
Dissertazione sopra i vampiri
Vampiri assetati di sangue che aggrediscono nella notte. Uomini e donne posseduti dal demonio e costretti, per sopravvivere, a un'esistenza di lutti, magie, terrore. Nell'Italia e nell'Europa del Settecento — prima ancora che si affermino l'Illuminismo e la ragione — un alto prelato combatte contro queste superstizioni. È Giuseppe Davanzati, arcivescovo di Trani, intellettuale e studioso colto e lucidissimo. La sua ""Dissertazione"""" è una traccia del nascente pensiero tradizionalista italiano, ma è anche una testimonianza dell'immaginario (le ansie, gli incubi, la speranza di rinascita) delle popolazioni europee alle soglie dell'età moderna."" -
La donna che mangiava
Con ""La donna che mangiava poesie"""" Zdravka Evtimova dimostra di sapersi muovere agilmente tra la lingua bulgara e quella inglese, evocando altri grandi scrittori dell'Est Europa quali Milan Kundera e Vladimir Nabokov, e regalando al pubblico una raccolta di racconti che ruota attorno alla magica e violenta città di Pernik. L'autrice dipinge una terra rurale e periferica, dove impera il giallo feroce dei campi, le nuvole sono isteriche e incostanti, soffocando sogni e speranze. La Bulgaria della Evtimova è una dimensione fatata e miserabile, dove le donne girano con i coltelli sotto le gonne per proteggersi dagli uomini rozzi e voraci e dai malefici delle passioni; i crepuscoli sono sanguinari, le notti scandite dall'acquavite scadente e dai versi di gufi e lupi. Tutto è vero, descritto nelle sfumature esistenziali più disgraziate, eppure il regno del fantastico sussurra a ogni pagina. In questi racconti brilla il realismo magico di Salman Rushdie e di Gabriel Garda Marquez, ma in chiave bulgara, con quel pizzico di ironia e sfrenatezza che contraddistingue le culture dell'Est Europa. La scrittura è potente, a volte scarna e ruvida, altre languida e sensuale, lirica. Alla fine di ogni racconto, è come se tra le mani restasse un po' di polvere e di poesia, una magia che corrode il corpo e il cuore."" -
In altre parole, altri mondi
"In altre parole, altri mondi"""" è la prima opera di Javed Akhtar, autore di culto del subcontinente indiano, pubblicata in traduzione italiana. In queste poesie, partendo da interrogativi all'apparenza quotidiani, persino semplici, Akhtar accompagna il lettore sulla """"scacchiera della vita"""", dove siamo tutti vincitori e perdenti, divisi dal dilemma dell'appartenenza e della contestazione, che sia a una comunità, una religione, una città, un ideale a un sentimento. L'amore che inganna e confonde, consola e salva; le piaghe della nostra società, con la sua povertà non solo materiale; i conflitti su grande e piccola scala: sono queste le """"caselle"""" che compongono la scacchiera poetica di Akhtar, dove si rincorrono memorie dell'infanzia e ci si ritrova a essere grandi e fuori posto, a viceversa giganti in un mondo troppo piccolo. La raccolta è composta da 45 poesie, tradotte dall'urdu e dall'inglese da Clara Nubile, che firma anche l'introduzione al volume." -
Virna Lisi. Un'attrice per bene
Quello che più sorprende in Virna Lisi è la duttilità — davvero non comune nel cinema italiano — di un'attrice capace di affrontare con identica immedesimazione commedie e melodrammi, passando dal confronto con Jack Lemmon in ""Come uccidere vostra moglie"""", dove Richard Quine la sceglie come """"nuova Marilyn Monroe"""" per una parte da """"svampita"""" tra il comico e il brillante; al tenero ritratto di Milena, la giovane cassiera innamorata che Pietro Germi le disegna addosso in Signore e signori; alla Wilma Malinverni della Cicala di Alberto Lattuada, che va apparentemente contro la sua bellezza, invecchiandola, per farle meglio esprimere una disperata vitalità. Dopo mezzo secolo di indiscusso """"predominio del regista"""", oggi si torna a interrogarsi su chi sia l'autore di un film, sottolineandone gli aspetti di opera collettiva, cui molti talenti e molte professionalità devono contribuire per garantirne il successo. In questa prospettiva, ripercorrere la straordinaria carriera di un'attrice come Virna Lisi può suggerire una delle possibili risposte."" -
Scritto a matita
Il 13 luglio 1636 Fulvio, Principe di Colle Anchise e Preside della città di Lecce, uccise nella sua casa la moglie Beatrice colta nell'atto di scrivere un biglietto amoroso. L'evento realmente accaduto dà il via al racconto di una storia tristemente attuale per le modalità con le quali si ripete. Una storia d'amore e di introspezione alla ricerca delle sfaccettature della libertà: quella del sapere, quella del vivere e in ultimo quella della verità. Nelle pagine di questo romanzo si intrecciano la parte peggiore e quella migliore della natura umana per dare forza o scardinare il senso della vita. I personaggi agiscono in un incrocio di destini che si realizzano come un disegno già stabilito e scritto a matita. -
L' Ariston. Storia del teatro che cambiò Lecce
La storia di un teatro può fare la storia di una città. Così è stato con l'Ariston a Lecce. Inaugurato nel 1949, in una via Trinchese ancora circondata dalla campagna, l'Ariston portò nella cittadina del Salento notevoli ventate di innovazione tecnologica e architettonica. Ma fu soprattutto il rinnovo dei costumi e una prorompente offerta culturale a fare della nascita dell'Ariston un punto di svolta nella storia di Lecce. Dopo pochissimo tempo, infatti, in città iniziarono ad arrivare i grandi nomi del cinema e del teatro, artisti di fama nazionale e internazionale, si tennero i primi veglioni e si moltiplicarono le occasioni di incontro e di festa che finalmente varcavano la soglia delle abitazioni private. Alla storia del teatro si intreccia quella del suo fondatore, José Bruno Acquaviva. Sognatore e lottatore, sfidava il provincialismo a colpi di spettacoli di rivista e la simbiosi tra lui e l'Ariston divenne totale. Stefano Martella, che ha avuto nel figlio di Bruno Acquaviva, Massimo, il primo e più convinto sostenitore nel ripercorrere 52 anni di cambiamenti dei costumi cittadini, attraverso ricostruzioni, interviste, schede e fotografie ci svela la storia del teatro che, per la prima volta, ha portato Lecce al centro del mondo. Il volume è arricchito inoltre da una scheda sulla storia dei cinema a Lecce, a cura di Andrea Mantovano. -
I diari del giovane Casavola 1914-1916
Un autoritratto impietoso emerge dalle pagine dei Diari di Frano Casavola. L'audacia, la fragilità, le difficoltà economiche, i vizi, i capricci, le donne, l'ansia di amare di un giovane uomo che muove i primi passi nella carriera musicale e nella vita adulta. Sullo sfondo, l'Italia dei caffè e dei grandi teatri, delle innovazioni musicali e delle sperimentazioni letterarie. E l'ombra della guerra, l'esperienza al fronte, inizialmente agognata e infine analizzata con un'ironia pungente che mette a nudo l'inettitudine dei generali e l'insensatezza della vita militare. Infine, la ricerca di una risposta che non si trova se non nel caldo abbraccio di una donna, nelle vere amicizie o tra le righe di un pentagramma. Perché forse soltanto la musica ha il potere di offrire una tregua, di ricomporre le ferite e restituire un volto alle macerie della Storia. Prefazione al volume di Raffaele Nigro. -
L'ultima generazione
Alla fine dell'Ottocento, la Tunisia diventa protettorato francese e la Francia avvia lo sfruttamento minerario del paese, costruendo grandi opere pubbliche e infrastrutture. L'ingente richiesta di manodopera richiama in Tunisia decine di migliaia di emigrati provenienti dal Sud Italia, in particolare da Sicilia, Calabria e Sardegna. È un esercito di agricoltori, braccianti, operai e povera gente che sale su un barcone sperando in una vita migliore. Comincia così l'avventura di quella che diventerà la comunità italiana in Tunisia. Un'avventura che termina nei primi anni Sessanta, con la fine del protettorato francese e l'indipendenza del paese, costringendo quella generazione di emigranti a tornare nella terra da cui cento anni prima padri e nonni erano fuggiti in cerca di fortuna. È la storia dell'ultima generazione, quella costretta a tornare da emigrante nella sua stessa patria, in una diaspora che lacera identità, legami e famiglie. Una storia che Marcello Bivona conosce bene perché è la storia della sua stessa famiglia, qui raccontata per testimoniare la fine di un mondo in cui la convivenza fra i popoli era ancora considerata una grande ricchezza. -
Gli imperfetti
Una raccolta di poesie in versi liberi scritta fra l'Appennino romagnolo d'autunno, l'India e la Thailandia, con il viaggio che diventa pretesto per intrecciare culture, suggestioni e versi, in una foresta abitata da animali e creature ""diverse"""", dove gli imperfetti sono gli esseri umani. La realtà viene qui proposta in una prospettiva sfalsata: ci si ritrova privi di corpo o capaci di percorrere distanze minime con le zampette di un animale per ritrovare noi stessi, capovolti ma più veri, spinti a riscoprire sensi nascosti e memorie ancestrali. Nella foresta poetica di questa raccolta, tutti gli esseri viventi, reali o immaginari, trovano una lingua feroce e comune: quella del cuore, dell'infinito e della poesia stessa, delle ombre che siamo stati e saremo."" -
L' arrivo
In una piccola città sulla costa adriatica, un detective locale sacrifica la verità allo scopo di raccontare ai suoi clienti le storie che vogliono ascoltare. All'inizio, ""L'arrivo"""" si legge come un romanzo poliziesco tradizionale, ma improvvisamente cambia forma con l'avvento della neve in piena estate. Quando la biblioteca cittadina brucia in circostanze misteriose, il figlio del detective, perduto da tempo e improvvisamente riapparso, inizia a farsi coinvolgere nelle indagini da lontano. Accompagnando il lettore in escursioni storiche, racconta di fra Dolcino, un eretico medievale che annunciava il ritorno del Messia, e illumina la vita e l'opera di Sabbatai Zevi, un cabalista del Rinascimento che sosteneva di essere lui stesso il Messia e che, morto a Dulcigno, ha lasciato nascosto un manoscritto, """"Il libro del ritorno"""". I misteri irrisolti del passato e del presente, così come le anomalie ambientali, creano il senso di un'apocalisse imminente, lasciando spazio nel capitolo finale a una realtà post-apocalittica."" -
Favole e racconti popolari ungheresi
Grande narratore del folclore popolare e di racconti tramandati di generazione in generazione, con questo volume Giacomo Scotti porta il lettore in Ungheria. Lo fa a modo suo, lasciando scoprire un paese magico, popolato da creature fantastiche e teste coronate. Sì, perché re e regine, principi e principesse, e in generale personaggi di sangue blu, sono fra i principali protagonisti della favolistica ungherese. Molti di questi racconti cominciano con la formula ""Al di là di sette montagne e di sette mari..."""", e non è un caso: gli ungheresi, infatti, sono uno dei pochissimi popoli europei il cui paese è privo di montagne, adagiato nell'immensa pianura pannonica, e non confina con alcun mare, così che il mare può solo essere sognato. Qui come altrove il folclore popolare è elemento distintivo e universale allo stesso tempo, ed ecco allora che questi racconti affascinano per il loro essere """"stranieri"""" e per il raccontare un mondo lontano, ma al contempo assorbono e reinterpretano echi della favolistica di altri paesi. L'Ungheria, così, è un po' più vicina e ancora più magica."" -
I fiumi del Sahara
"I fiumi del Sahara"""" è la storia di un ritorno a casa, in una piccola cittadina senza nome sulle rive di un lago. Il passato, sotto forma di luoghi e affetti, conoscenze e abitudini, si riaffaccia nella vita di un giovane studente e lo catapulta in uno spazio indefinibile, tra realtà e allucinazione, veglia e sonno. Le giornate trascorrono indolenti, tra appagamento sensuale e fisico e improvvise mancanze, vuoti spaventosi che sconvolgono poco a poco il distaccato approccio esistenziale del protagonista. In un limbo sospeso e lattiginoso in cui la neve, dominatrice indiscussa, tesse le sue candide trame e modifica silenziosamente i piani, l'unica via di fuga è negata: i binari sono interrotti e non c'è modo di sottrarsi al vortice di ossessioni e fantasmi che si fanno largo tra le righe e nei pensieri." -
Da Roma a Santa Maria di Leuca. Lungo la via Francigena. Un mondo pellegrino
Roma non è il termine della Via Francigena. Oltre la capitale dell'Impero c'è la voce del Sud, il richiamo delle coste da cui i viandanti medievali si imbarcavano per raggiungere la Terra Santa. Roberto Montella ci conduce all'estremità della penisola italiana, al mare, nei territori che furono teatro di battaglie e commerci, colonizzati dai Messapi, assediati dagli Ottomani e amati dal leggendario re Federico. Nell'ultimo mese di un cammino iniziato a Canterbury, veniamo trasportati in una nuova impresa, nella parte meno conosciuta e più sorprendente del pellegrinaggio. Procedendo a piedi per più di 800 chilometri, l'autore esplora i Colli Albani e il parco dei Monti Aurunci, discende nelle valli della Campania felix e risale verso Benevento, dove inizia la Via Traiana. Da qui, oltre l'Appennino giunge in Puglia, la regione più lunga, distesa nel Mediterraneo, e segue il litorale adriatico, le sue fortificazioni difensive, le antiche masserie e le abbazie dimenticate, fino a giungere alle spiagge del Salento. È questo il capitolo conclusivo di una storia che è cominciata con un semplice passo e si è estesa per tremila chilometri, dall'Inghilterra alla basilica di Santa Maria di Leuca, dallo stretto di Calais al Mar Ionio, dalle Alpi al Tavoliere, un racconto di formazione che cambia chi lo legge così come chi lo ha scritto, e che mostra il volto decisivo della conoscenza e dell'accoglienza. Non ci sono tappe più importanti di altre in cammino. In ogni luogo si trova una ragione per il viaggio compiuto, un tesoro nascosto e grandi insegnamenti. -
L'odore del vuoto
Una famiglia come tante, ma quel fremito sotterraneo e lievissimo che l'imprevisto dona è dietro l'angolo. Mamma Rosa e le figlie Ada, Federica e Guglielmina vivono una vita fatta di piccole certezze, di piccoli riti quotidiani. Dopo la prematura scomparsa del marito, morto ormai da trent'anni, Rosa si è vista costretta ad assumere suo malgrado il doppio ruolo di madre/padre e ha pian piano ricostruito con le figlie l'equilibrio di un'esistenza in cui tutto scorre con una regolarità disarmante. Dopo la grande perdita, questa famiglia al femminile cerca nella rassicurante routine un riparo dalla vertigine del vuoto, ma la vita ha le sue strade, spesso magiche, scombina i piani, apre squarci e illumina nuove direzioni. Così la partenza improvvisa di Ada, in apparenza la più prevedibile, vulnerabile e tranquilla delle figlie, stravolgerà le vite di tutte, aprendo a un viaggio fatto di vuoti e addii, di intrecci amorosi, di sogni, incontri casuali e discese negli abissi del proprio essere, fino ad avere la sensazione di tenere in mano il cuore dei personaggi e sentirne i palpiti. -
Certamen 1246
Como, A.D. 1268. Il notaio Aielli fa visita all'abate Ariberto, portando con sé un plico misterioso e uno studente di legge, Zirìolo, protetto del patriarca di Aquileia. Il giovane, su ordine di questi, sarà ospite del monastero e potrà conoscere i fatti avvenuti lì molti anni prima, durante l'aspra contesa tra il soglio pontificio romano e Federico II di Svevia e sui quali era stato imposto il vincolo del silenzio. La sparizione di due giovani monaci prima, e di Zirìolo poi, aprirà le ricerche del notaio Aielli: grazie al ritrovamento dei diari di viaggio del giovane studente, il notaio scoprirà nell'abate un personaggio complesso e fuori dal comune, costretto presto a fare i conti con un passato insospettabile e tormentato. -
La morte dell'usuraia. Le indagini del commissario Santoro
Caterina Carmini, anziana ed elegante impiegata di banca, ha fama di avida usuraia pur apparendo ai più generosa e caritatevole. Viene trovata morta dal figlio Piero, pescatore che abitualmente la riforniva di pesce azzurro. Il medico diagnostica morte per ""arresto circolatorio"""", quindi morte naturale. Il commissario Santoro, informato dell'accaduto dall'ispettore Lo Palco, decide di approfondire le cause di quell'evento richiedendo il riscontro autoptico poiché """"quando un personaggio losco muore di subito, si è autorizzati a pensar male"""". Il medico legale rileva alcuni segni che confermano il sospetto del commissario. Inizia un complicato iter investigativo che porterà tra mille difficoltà alla soluzione del caso."" -
Piccole storie finite male
Piccole storie finite male chiude la quadrilogia dedicata ai piccoli omicidi ""del cazzo"""", agli omicidi commessi con la penna per """"futili"""" motivi. Infatti, nel discorso finale l'autore promette che cambierà, che non ammazzerà più nessuno. Giura che metterà a posto la pistola, che la riporrà per sempre in un cassetto. Ma la penna no! Continuerà a usarla. È una promessa? No, è un avvertimento! Questo è un libro molto particolare perché l'autore lo ha concepito pensando a un vinile o a una vecchia musicassetta L'autore immagina i suoi racconti come se fossero delle """"tracce"""" musicali, per questo motivo le dispone sui due lati del libro. Per cui, una volta terminata la lettura dei racconti presenti nel lato A è sufficiente girare il libro, capovolgerlo e proseguire la lettura delle """"piccole storie"""" raccolte nel lato B.""