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Tutti contro tutti
Tre generazioni di una famiglia, otto esseri ingabbiati dentro una discendenza in cui il male si trasmette manifestandosi nell’ossessione e nella fragilità. La disperazione della solitudine che avvelena la loro esistenza è scossa dall’irrompere della purezza del bene che spezza la catena di follia, malignità e perversione. Ogni ramo della genealogia, ogni personaggio, è costretto dagli eventi a confessare la propria natura nobile o ignobile affinché nell’epilogo ogni cosa si ricomponga. E tutto, nella più assoluta sincerità. -
Il mondo in poesia
"Il lettore, che avverta il desiderio di inoltrarsi nelle pagine di questa raccolta poetica, si troverà ad attraversare un mondo per lui del tutto nuovo e, al tempo stesso, già conosciuto. Conosciuto, perché nelle cinque sezioni e nelle sessanta poesie di cui si compone l’opera “Il mondo in poesia”, Concetta Chiariello rappresenta una realtà che ciascuno di noi ha sotto gli occhi quotidianamente, mediante parole ed espressioni che appartengono al nostro comune sentire quotidiano. Nuovo, perché quello che l’autrice riesce a trasfondere in ogni pagina e in ogni verso è illuminato dalla sua visione del mondo e della realtà, quella visione che vuole condividere con chi sta leggendo. Le parole che ho utilizzato per il titolo della prefazione sono quelle del verso di una poesia inserita nella raccolta, un verso che mi ha particolarmente colpito per la sua semplicità e per la sua immediatezza, che sa riassumere e rappresentare un intero universo in cinque parole. Semplicità e immediatezza sono le note distintive dell’autrice, che riesce al tempo stesso a creare accostamenti che danno origine alla bellissima ed elegante sinestesia del verso citato."""" (dalla prefazione di Sergio Tardetti)" -
Me e altri racconti
Tredici racconti molto diversi tra loro in quanto a struttura e argomento, ma unificati da uno stile di scrittura che, seppur complesso sintatticamente e portatore di una articolata “cultura” letteraria, mai cerca di mettere il lettore in difficoltà, visto che il fine ultimo dell’autrice è quello di condividere con gli altri ciò che scrive per se stessa. Protagonista del primo racconto il padre Vittorio, così come appariva alle figlie quando narrava proprie esperienze relative alla guerra e a come quel conflitto lo avesse cambiato. I racconti sulla scuola ci pongono di fronte alle difficoltà, alle vittorie e alle sconfitte che gli insegnanti, l’autrice in primis, devono affrontare quotidianamente, come pure ci fanno intendere quanto studio e quanta dedizione stiano alla base di una qualsiasi attività scolastica. L’ambiente ha un ruolo significativo in queste narrazioni che rivelano quanto della disponibilità e pazienza dell’autrice nell’ascoltare e nell’aiutare gli altri derivi dal suo rapporto con la natura non solo osservata, ma anche, si potrebbe dire amichevolmente, protetta. Non manca uno sguardo all’antichità del mondo egizio rivisitato in chiave personale... -
La signora della casa rossa. Epopea in 122 stanze
“Il libro che vi apprestate a leggere è la terza parte di un ideale polittico che l’autrice sta completando, l’esito forse non finale di un lungo racconto in cui elementi autobiografici si fondono con spunti romanzeschi e riflessioni profonde sulla condizione e l’animo umano. Con la leggerezza che le è propria, infatti, Bosisio raggiunge il cuore dell’esistenza, con l’acutezza e l’istinto di una mente lucida e rigorosa, senza abdicare a quella piacevolezza narratologica che ben conosce chi la segue fin dai suoi esordi letterari” (Dalla prefazione di Fabio Melelli). -
Di mare e di memoria. Poesie in versi liberi, 1976-2022
Furio Durando, nomen omen: furore fervente e impeto poetante. Da Io-narrante del paradosso della vita ci presenta il suo esordio poetico con “Di mare e di memoria”, una silloge di stile confidenziale, ma prezioso e a tratti ricercato, pur sempre essenziale, in cui la struttura diaristica si snoda in un andamento lirico interlocutorio. Diversi colori ridipingono scenari immaginifici, che inducono il lettore a seguire l’autore sulle tracce della vita che c’è stata, che potrebbe esserci stata ma che, soprattutto, ci sarà. -
Legami al buio
"Legami al buio"""" indaga le cose della vita attraverso lo sguardo intelligente di Tancredi, dodicenne complessato e spesso bullizzato dai compagni, alle prese con una famiglia difficile, nella quale si intrecciano segreti e narrazioni distorte. È solo grazie all’arrivo di una nonna sconosciuta e stravagante con al seguito Hagrid, il suo anziano gatto sornione, che passato e presente iniziano, finalmente, a svelare i loro nessi. È l’inizio di un dialogo familiare, di un racconto che si dipana lungo decenni, a partire dalla generazione nata nel primo dopoguerra e che ripercorre gli anni della contestazione giovanile, del terrorismo e della rivoluzione sessuale. I veri protagonisti della storia, che di giorno in giorno prende forma attraverso i racconti e la testimonianza di vecchie lettere ritrovate, sono i Lobello. Personaggi che hanno fondato le loro certezze su legami che si rivelano fragili, e che vengono spazzati via e stravolti dall’irrompere della verità." -
Tra cielo e mare
L’intensa sensibilità che Silvia Frangipane profonde in questa particolare raccolta di poesie emozionali ha tracce che si riscontrano già nelle sue consolidate attività artistiche e successi discografici oltre che spettacoli teatrali. Artista poliedrica affronta con questa raccolta, dal titolo ""Tra cielo e mare"""", anche l’intramontabile mondo della poesia e lo fa con un elegante stile retrò da Rive Gauche parigina, resa famosa dal fertile movimento di intellettuali del ‘900. La sua rima baciata ti coinvolge e ti trasporta in una visione della vita che sa di quel classicismo poetico che il grande Eugenio Montale ha immortalato nel suo famoso Ossi di seppia. (dalla prefazione di Marcello Soro)"" -
Un'onda
Da alcuni mesi Francesco è a casa da solo, dovrebbe partire, ma non riesce a farlo. Laura è lontana per lavoro e lui, dopo un primo breve viaggio, tarda a ritornare da lei. Anche il suo lavoro di scrittore non va avanti. Qualcosa lo blocca. Finalmente i consigli di vecchie e nuove amicizie riescono a smuoverlo e così si avvia, in moto, in quel viaggio che da tempo pensava di intraprendere per raggiungere la sua compagna. Sarà una lenta presa di coscienza che, attraversando l’Italia, lo porterà tortuosamente verso la meta. Senza fretta, assecondando gli incontri e le casuali deviazioni. Scoprirà così l’origine delle sue angosce e cosa del suo mondo è cambiato. Riuscirà anche a concludere il suo libro. -
La cartiera del principe
Dietro le tende rognose del Tropical, a Val d’Ippari, accade qualcosa di grandioso: la razza umana, o meglio la razza siciliana, per graziosa concessione dei suoi massimi Fattori, o sedicenti Fattori, sta per essere giudicata! Le anime in pena, o meglio in suppillo, raccontano le loro storie saccheggiando a piene mani letteratura, arte, musica, cinema, teatro, storia, storie, nel tentativo di farla franca e di guadagnarsi la beatitudine eterna, giacché i Fattori, nel loro verdetto, terranno conto della loro versione dei fatti, infischiandosene dei criteri di giudizio del tribunale umano. Incombe su tutti, severa e inquietante, l’onnipresente Morte che scucchiaia una granita ai gelsi neri all’ombra del Mastio. Ma non sarà facile incastrare e condannare la Laparduna, il Soso, Turi Mangiarotti, il Pio, il signorino Pelligra, Tanu Menzampurra e i cento e più personaggi di questo libro irriverente, complesso, dal ritmo strepitoso eppure così vero, umano… anzi, sicano. -
I silenzi
La vita di un poeta non è molto differente da quella di tutti, e nel contempo lo è radicalmente. I fatti, le relazioni di ogni giorno, seguono un canovaccio che ci accomuna tutti: la chiave di lettura, l'interpretazione degli stessi, come s'imprimono nella singola percezione, è poi tutt'altra questione. Ciò, non per rivendicare una nobiltà o superiorità del poeta. Anzi. E' solo che il punto di osservazione può rivelarsi favorito, nitido o distorto che sia. In fondo, cos'è mai la realtà? Così, in questa nuova raccolta, com'è d'altronde sua cifra abituale Fabrizio Cavallaro punta lo sguardo sulla vita personale, sulle passioni, sulle lacerazioni d'amore, come filtri di interpretazione del vissuto comune – se è vero, come l'autore sembra voler farci intendere, che nella nostra unicità, e nella apparente banalità della matassa dei rapporti esistenziali, la vita (o solo la contemplazione di essa) per il poeta assume un'originalità di visione e di azione difficilmente riscontrabili nelle esperienze dei suoi simili. E, nel caso di Cavallaro, nel ""chiasso"""" dell'esistenza, nel gorgo delle passioni, o presunte tali, il silenzio del poeta è la cifra essenziale di decrittazione del reale..."" -
Le città degli altri
Una donna non più giovane riflette sulla sua vita e sugli episodi che l’hanno caratterizzata, e lo fa indagando a fondo, quasi ossessivamente, su alcune città-teatro della propria storia: Milano, Roma, Napoli, Bologna, Messina, Catania. Un inventario privato, un romanzo che procede per frammenti e quadri concatenati da una stringente necessità di ricerca. In queste città sono nati e ancora sopravvivono i ricordi e gli snodi della vita dell’io narrante, e si nasconde il mistero indefessamente sondabile e al tempo stesso insondabile dell’esistenza. Scritto con una prosa di altissimo valore letterari, suadente e poetica, in grado di restituire il cuore inedito di alcune delle maggiori città italiane, Le città degli altri è la storia di un’educazione sentimentale, irrequieta, apolide e lunga tutta una vita. -
Io, Franca Florio
Ritrovata fra le sue carte autografe, si offre ai lettori la stampa della sceneggiatura inedita di Gesualdo Bufalino ""Io, Franca Florio"""". Il testo fu commissionato all’autore nel 1993 da Edward R. Pressman, produttore cinematografico americano (Wall Street di Oliver Stone, con Michael Douglas premio Oscar come miglior attore protagonista, è stata una delle sue produzioni più acclamate). Interlocutore del grande scrittore fu Alessandro Camon, sceneggiatore, che si era trasferito a Hollywood come produttore esecutivo. Soggetto del copione è il racconto della straordinaria vita di Franca Florio, donna bellissima, simbolo di un mondo fatto di eleganza e opulenza. Sposata con Ignazio Florio, Franca fu vittima di un destino senza pietà, prima per la morte precoce dei figli, poi per il tracollo economico della famiglia e infine per il suo lungo sopravvivere, postuma di se stessa, in un tempo che ne aveva quasi dimenticato il nome."" -
Fra i miei occhiali e tuoi occhi. Carteggio 1979-1996
Il carteggio si compone di un ricco corpus di lettere inedite scoperte solo di recente da Giulia Cacciatore durante alcune ricerche presso l’archivio della Fondazione Gesualdo Bufalino di Comiso e alla Fondazione Primo Conti di Fiesole, e copre un arco cronologico di circa vent’anni, dal 1979 al 1996, anno della morte di Bufalino. Nel suo complesso, lo scambio epistolare – nato, quasi casualmente, dalla richiesta di Bufalino al critico d’arte Venturoli di un suo parere di lettura sul materiale fotografico pubblicato con Sellerio nel 1978, (Comiso ieri) – costituisce uno strumento per ricostruire sia l’attività letteraria “sommersa” di Bufalino, praticata cioè prima dell’esordio del 1981 con ""Diceria dell’untore"""", sia quella da scrittore pubblico. Le lettere consentono di colmare la quasi totale mancanza di informazioni sul periodo che precede l’esordio di Bufalino, se si eccettua il Carteggio di gioventù (Il girasole, 1994) intrattenuto con Angelo Romanò e relativo al periodo di guerra e dell’immediato dopoguerra (dal 1943 con punte sporadiche del 1950 e del 1976): se quest’ultimo permetteva di ricostruire le tappe della formazione intellettuale del giovane Bufalino, il carteggio con Venturoli testimonia, invece, la conclusione dell’apprendistato scrittorio avviato un quarantennio prima e il definitivo ingresso nella società letteraria. Nato da una profonda stima intellettuale e umana, il loro sodalizio si concretizzò in un vicendevole e costante scambio critico: l’uno era il primo “consulente” ed esegeta dell’altro. Venturoli diventò per Bufalino il primo e unico lettore delle «sue cose»: a lui spedisce il dattiloscritto di Diceria dell’untore e dell’inedito Il guazzabuglio, entrambi accompagnati da due «Note di lavoro», vere e proprie quarte di copertina o dettagliati paratesti, seguiti dal Dizionario dei personaggi di romanzo, e a lui affidò idee e progetti letterari poi realizzati nelle opere pubblicate dopo il 1981. Marcello Venturoli, come si legge nelle missive, fu una presenza determinante nel percorso di maturazione dello scrittore comisano, poiché egli lo esortò a “debuttare”, a vincere le sue remore nei confronti della scrittura e, soprattutto, della pubblicazione. Bufalino, da par suo, diventò non soltanto il lettore, privilegiato delle opere di Venturoli, ma fu anche il suo editor e, in qualche caso, consulente editoriale e ghost (re)writer. Un aspetto di Bufalino del tutto sconosciuto e inusuale, quest’ultimo, ma che si rivela essenziale per ricostruire le strategia attraverso le quali lo scrittore congegnava l’opera in tutte le sue fasi dalla scrittura al lancio editoriale. Agli aspetti letterari si legano indissolubilmente quelli personali, confessati lungo tutto l’arco cronologico di questa amicizia, intrattenuta quasi esclusivamente per via epistolare, come la sofferenza patita da Bufalino per la morte del padre e per la malattia della moglie, cui fa eco quella di Venturoli per la perdita della madre e per l’esclusione dagli ambienti letterari e, di conseguenza, editoriali. E non mancano piccoli diverbi o scontentezze, talora solo “sussurrate”, talora espresse con fraterna fermezza."" -
Libero di vivere
"Da agonista rendevo conto al cronometro; adesso rispondo alla mia fantasia"""". Con questo sentimento Christian Roccati descrive l'entusiasmo che caratterizza ogni sua avventura, dapprima in ogni angolo d'Italia tra canyon, grotte e pareti e in un secondo tempo in terre remote intorno al mondo tra Groenlandia, Marocco, Islanda, Egitto, Turchia e in gran parte d'Europa. Un battito di cuore alla volta, nuotando negli abissi con i delfini sulla barrire corallina o correndo con le volpi artiche oltre il 66° parallelo. Questo libro parla di un susseguirsi di emozioni uniche." -
Solo la montagna è il mio boss. La vita estrema di Christoph Hainz
Christoph Hainz, alto atesino, è uno degli alpinisti più stabili da circa tre decenni. È noto soprattutto per la prima salita di numerose vie di roccia di difficoltà estrema in Dolomiti, nonché per le sue ascensioni ardite su ghiaccio e misto in giro per le Alpi. In questo libro racconta della sua infanzia in una fattoria di montagna nelle Alpi Aurine - una vita umile, ma libera e in mezzo alla natura. Con storie accattivanti e divertenti, descrive i momenti salienti della sua carriera alpinistica: dalle sue “montagne” - le Tre Cime di Lavaredo e la parete nord dell’Eiger - alle pietre miliari come la prima salita del pilastro nord sullo Shivling in Himalaya insieme a Hans Kammerlander e la salita in solitaria del Fitz Roy in Patagonia. Per Christoph Hainz, l’alpinismo è qualcosa che abbraccia e pervade tutti gli aspetti della sua vita. Segue intuitivamente la sua “bussola interiore”, libero da pressioni esterne da parte degli sponsor e dei media. Christoph Hainz mostra anche che l’alpinismo estremo non è “elitario”: tutt’ora Hainz vive grandi avventure a portata di mano, nelle montagne delle Dolomiti, senza la necessità di viaggiare in terre lontane o spedizioni himalayane. -
Eiger la direttissima. L’epica battaglia per la parete Nord
La parete nord dell’Eiger per decenni fu nota come la scalata più pericolosa delle Alpi, quella che aveva provocato la morte di numerosi alpinisti. Nel febbraio del 1966, due cordate - una tedesca e l'altra anglo/americana - miravano a scalarla per una nuova via, una direttissima. Sorprendentemente, le due squadre non sapevano quasi nulla del tentativo reciproco finché entrambe non arrivarono ai piedi della parete. La gara era iniziata. John Harlin guidò il team anglo/americano, composto da quattro persone, e intendeva fare un’ascensione in stile alpino non appena le condizioni meteorologiche lo avrebbero consentito. I tedeschi, con una cordata di otto uomini, pianificarono un’implacabile salita in stile himalayano, qualunque fossero le condizioni meteo. -
Sulle vette più alte. Cesare Maestri. Il ragno delle Dolomiti
Cesare Maestri è stato uno dei più straordinari arrampicatori del mondo. Il suo soprannome di ""Ragno delle Dolomiti"""" già anticipa quella che è la sua folgorante carriera di rocciatore. Precursore nell'apertura di vie ardite con l'utilizzo di mezzi artificiali ai tempi delle Direttissime, è però anche noto come il più prolifico arrampicatore solitario della storia dell'alpinismo internazionale. Sono centinaia le sue ascensioni solitarie nelle Dolomiti, come sono parecchie decine le vie nuove aperte sulle pareti verticali dei Monti Pallidi. Tutti i libri di Alpinismo che parlano di Cesare Maestri si soffermano principalmente sulla vicenda del Cerro Torre, il quale è solo la cruna dell'ago di una vita vissuta tra le grandi pareti. Questo libro racconta in una biografia autorizzata dalla famiglia e da Maestri stesso, tutto quello che sta dietro al nome """"Ragno delle Dolomiti"""", e cioè una serie infinita di arrampicate solitarie e vie nuove compiute nelle Alpi."" -
Sul filo delle creste. Da un capo all'altro della Corsica
Nell'estate 2018 Cristina Noacco si prepara ad attraversare per la seconda volta la Corsica da nord-ovest a sud-est, lungo il sentiero più impegnativo e più bello d'Europa, il GR20. Questa avventura, che la conduce lungo le cime vertiginose di cui la Corsica è ricca, le permette di evocare la storia e i cambiamenti del cammino, l'incanto dei sensi a contatto con la natura e l'incontro con un popolo dalla personalità forte e genuina. Ne emerge una storia di amicizia e di solidarietà fra amanti della montagna e del cammino, che preferiscono la condivisione alla ricerca del piacere personale. Sul filo delle creste si arricchisce via via dei ricordi di altri cammini sotto lo stesso cielo. Il racconto diventa un inno all'""Isola della Bellezza"""", agli insegnamenti del cammino e ai doni di queste montagne così particolari che conducono a una trasformazione interiore."" -
Due bambine in Karakorum. Crescere viaggiando
Marta e Elena hanno rispettivamente cinque e sette anni quando, sul retro di una jeep, in cammino o a cavallo, trascorrono due mesi tra le montagne del Pakistan. I genitori, sempre presenti, le lasciano fare: le osservano mentre si approcciano a queste terre incontaminate, mentre inventano giochi sulle strade polverose o cercano un contatto con i locali, di cui ne conquistano facilmente la simpatia. La mamma, Renata, è colei che racconta, che prende appunti sulle loro avventura di famiglia, mentre Luca, il papà, immortala con la fotografia i momenti più belli di questa esperienza. Per due anni consecutivi hanno viaggiano per mesi tra le montagne del Karakorum, tra ambienti severi e spazi essenziali. Hanno sperimentato la condivisione del pane appena cotto, decine di incontri nei paesi attraversati, ma anche tanto silenzio, come la volta in mezzo ai ghiacciai. Renata e Luca vogliono che le loro figlie crescano viaggiando, e infatti quello in Karakorum non è né il primo né l’ultimo viaggio lungo che faranno. Le fanno vivere il più possibile in natura affinché sentano i cambiamenti del clima e il passare delle stagioni direttamente sulla pelle. Le educano alla bellezza e alla diversità, sicuri del fatto che questi insegnamenti le lasceranno libere di apprezzare, valutare e scegliere negli anni a venire. E così è stato: oggi Marta ed Elena sono due ragazze adulte e hanno voluto contribuire attivamente, con ricordi e riflessioni, a questo libro che non è solo l’accumularsi degli appunti intimi della madre, ma è uno scorcio della loro infanzia, libera e felice, che le ha rese le donne forti e capaci di oggi. -
L'ignoto e oltre
Tony Howard è una leggenda dell'alpinismo inglese. Nel 1965 ha fatto parte della cordata che ha effettuato la prima ascensione britannica del Troll Wall, in Norvegia. Successivamente fondò una delle prime aziende di materiale d'alpinismo, dalla quale è nato il primo prototipo della moderna imbracatura grazie al supporto tecnico di Don Whillans. Lo stesso prototipo viene poi utilizzato nella spedizione Annapurna del 1972. Una successiva rettifica di desi- gn ha poi lanciato l'imbracatura come si usa oggigiorno, nel mondo moderno. Da allora Tony ha passato la vita a viaggiare per il mondo alla ricerca di avventure e pareti verticali, e non mostra segni di rallentamento. In questo libro l'autore racconta le sue esplorazioni dopo il 1983, cioè la parte di vita in cui Howard ha iniziato a esplorare le pareti più ""strane"""" e inospitali del mondo, dal Wadi Rum in Giordania alle grandi big wall dell'Oman, dalle montagne desertiche dell'Egitto e dell'Etiopia alle grandi pareti del Madagascar e del Mali, per poi esplorare le lande desolate dell'Himalaya indiano, le isole tailandesi, gli altopiani del Ladakh e le gole della Palestina. Una vita passata a """"snidare"""" pareti rocciose nei luoghi più inattesi del mondo, oggi divenuti meta del cosiddetto Nuovo Alpinismo che idolatra Howard come precursore indiscusso.""