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Luigi Mancinelli. Un musicista cosmopolita
Nel gennaio 1883, a Venezia, Richard Wagner si complimentò con Luigi Mancinelli, al termine della prova di un concerto, con l'espressione divenuta celebre «Vous êtes le Garibaldi des chefs d'orchestre!» Con tali parole voleva sottolineare da un lato la popolarità in Italia del giovane maestro orvietano, dall'altro l'autorevolezza e la competenza riconosciutegli nella concertazione e direzione delle opere liriche e dei concerti. Di fatto, tale espressione fu una felice previsione del futuro professionale di Mancinelli, che sarebbe divenuto, pochi anni dopo, «l'eroe dei due mondi» nella 'gestione della bacchetta', protagonista assoluto dei principali templi della lirica internazionale a cavallo tra il XIX e XX secolo - dal Covent Garden di Londra al Real di Madrid, dal Metropolitan Opera House di New York al Colón di Buenos Aires -, come testimoniato dal suo prestigioso curriculum artistico. -
Storia dell'Accademia Filarmonica Romana 1821-2021
Un grande affresco storico, o, più semplicemente, un insostituibile spaccato della vita - non solo musicale - di Roma e dell'Italia. Passata attraverso lunghe e complesse vicende storiche, l'Accademia Filarmonica Romana è giunta a compiere duecento anni. Sorta per iniziativa di un gruppo di nobili dilettanti, la Filarmonica si è guadagnata spazio nella città del Papa Re, grazie soprattutto all'esecuzione di opere in forma di concerto, sottratte alla caotica e censurata vita dei teatri romani: molti lavori di Rossini, Donizetti, Verdi sono approdati così a Roma. Nel corso degli anni, è divenuto centrale l'interesse verso la musica strumentale, mentre è tramontata l'epoca dei dilettanti e si è imposta la figura del musicista professionista. -
Le carte della memoria. Vita e arte di Bernardo De Muro
A suggello di una tenacia singolare, già ampiamente profusa nelle conquiste professionali che hanno reso mirabile la sua esistenza, Bernardo De Muro (Tempio Pausania, 3 novembre 1881 - Roma, 27 ottobre 1955), ex sugheraio assurto tra i protagonisti di quel teatro d'opera «immagine di violenza e d'incantesimo» ricordato con nostalgia da Gianadrea Gavazzeni, ha onorato la sua città natale non solo dell'esser patria di uno dei più importanti tenori della prima metà del Novecento, ma anche di una cospicua eredità materiale come l'insigne patrimonio di cimeli e documenti della sua carriera oggi riunito nel Museo che gli è intitolato, prova tangibile di un'esperienza artistica che ha ancora molto da raccontare, specie a quei cultori delle voci del passato costretti in genere ad accontentarsi di reliquie discografiche spesso tecnicamente limitate. -
Le fonti musicali in Piemonte. Vol. 5: Vercelli e provincia.
Lo studio e la valorizzazione dei beni musicali sono attività allo stesso tempo affascinanti e irrinunciabili, nella sostanza inesauribili. Anche per questo l'Istituto per i Beni Musicali in Piemonte vi si dedica energicamente e stabilmente fin dalla sua fondazione. Il presente volume è l'ultimo della collana «Cataloghi di Fondi Musicali Piemontesi» ed espone i risultati del censimento delle fonti musicali nella provincia di Vercelli. Sono stati contattati ed esaminati più di 700 enti del territorio. Di 69 istituzioni si offrono le analisi storico-descrittive. Figurano inoltre nell'opera: le schede di fondi specifici e delle collezioni private, alcune delle quali legate a note personalità della realtà musicale vercellese e valsesiana; sei saggi di approfondimento su temi di particolare interesse musicologico o storico-musicale; otto cataloghi e ulteriore documentazione sia all'interno del libro sia in espansione online. Il tutto è inquadrato dalle trattazioni storico-musicali dei singoli comuni, secondo un'impostazione che vuole proporre al lettore un 'atlante' musicale di Vercelli e provincia. -
«Puote Orfeo col dolce suono». Il mito di Orfeo nella cantata italiana del Seicento
Il mito di Orfeo racchiude in sé alcuni tra gli elementi e i temi più significativi che contraddistinguono la cultura occidentale di tutti i tempi: la musica e la poesia, l'amore e la sofferenza per la perdita della persona amata, l'avventura negli Inferi, la morte. Nella storia della musica del xvii e xviii secolo, esso si rivela una fonte di ispirazione costante non solo per i libretti dei melodrammi, ma anche per i testi poetici delle cantate da camera. Il presente volume vuole proporre alcune riflessioni sulla ricezione del mito di Orfeo nella cantata italiana del Seicento. Seguendo un iter concettuale di carattere deduttivo, il testo affronta prima alcune questioni più generali, relative alla tradizione e al significato allegorico del mito nella cultura seicentesca, poi si sofferma sull'uso estetico e retorico del mito di Orfeo nelle cantate di stampo pastorale, infine esamina alcune 'cantate mitologiche' (attribuite a Orazio Antonio Fagilla, Antonio Foggia, Giovanni Lorenzo Lulier, Alessandro Scarlatti e Alessandro Stradella) dedicate interamente alla storia di Orfeo ed Euridice. -
L’orchestrina continuò a suonare. Musica e musicisti a bordo del Titanic
L’ultima, eroica esibizione dell’orchestrina del Titanic è passata alla storia ed entrata nella leggenda. Poco o nulla si sa, invece, della musica che fu suonata e ascoltata a bordo del transatlantico durante la crociera inaugurale, prima della tragica collisione con l’iceberg. Eppure, con i suoi oltre 1300 passeggeri provenienti da tutte le parti del mondo, con le sue tre classi socialmente così ben differenziate, il Titanic rappresenta un formidabile campione dei gusti, degli usi e dei costumi musicali vigenti su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico all’alba del XX secolo, proprio quando stava per compiersi il passaggio di testimone dalla musica classica, colta e d’arte di matrice italo-franco-tedesca alla musica leggera, popolare e di consumo di produzione anglo-americana. Quello dell’intrattenimento musicale a bordo è forse l’unico aspetto della vicenda del Titanic che non sia mai stato ancora pienamente affrontato. Un esperto del Titanic e una storica della musica hanno unito le loro forze per esplorare insieme, da angolazioni diverse ma complementari, il microcosmo conviviale e musicale della “nave dei sogni”. -
Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII. Vol. 22: Indici e repertorio annalistico 1671-1800.
Il presente tomo completa il secondo volume degli ""Annali della stampa musicale romana (1651-1670)"""", nell'intento di rendere accessibile e facilmente consultabile dal maggior numero di punti di vista la messe di dati, spesso inediti, contenuti nella descrizione storica e critico-analitica di Saverio Franchi. Come scritto nel tomo precedente, la morte dell'autore non ha consentito di giungere fino al 1800 con lo stesso criterio dei precedenti volumi che si sono quindi fermati al 1670; per non lasciare inutilizzato materiale prezioso per gli studi e per completare il progetto di Franchi, ho deciso di aggiungere a questo volume di """"Indici un repertorio annalistico 1671-1800"""" che comprende in forma abbreviata le edizioni successive al 1670 fino alla fine del XVIII secolo. Si ripropone pure un saggio, Cartolai editori di musica nel Seicento romano, in cui già nel 2011 Franchi aveva anticipato parte dei risultati di questi Annali: ulteriore tassello, insomma, ai suoi quarantennali studi sull'editoria e sulla stampa musicale romana nel quadro di una storia materiale e sociale della musica."" -
In ascolto mappe sonore per la storia della musica
Nelle programmazioni concertistiche e teatrali, nelle discoteche pubbliche e private convivono opere di stili ed epoche diverse sotto la generica etichetta di «musica classica»; si induce così ad ascoltare ogni opera col medesimo atteggiamento. Ogni epoca aveva però la sua musica e ascoltare musica del passato ha a che fare anche con la storia, richiede comprensione dell'altro, dell'estraneo. Restituire ad ogni epoca la sua musica significa soprattutto comprendere l'idea di musica che definiva diversamente ruoli, funzioni, significati dell'arte dei suoni che, per quanto lontani nel tempo, tuttora ci appartengono. Questo libro si propone come bussola per navigare nella nostra cultura musicale tra il Cinquecento e la seconda metà del secolo scorso. Ogni capitolo presenta un brano musicale e lo utilizza come chiave d'accesso ad una parte della nostra storia musicale: lo commenta, lo descrive, ne seleziona alcuni eventi sonori e attribuisce loro un possibile significato dentro l'epoca e la cultura che li hanno prodotti. -
Memorie della canzone francese. Nascita di un genere musicale (1848-1945)
La canzone francese ha vissuto la sua età dell'oro tra gli anni '50 e gli anni '70 del secolo scorso, quando autori e interpreti straordinari hanno creato un genere che ha ottenuto fama internazionale e ha aperto la strada del rinnovamento anche in altri paesi, a cominciare dall'Italia. Poco si conosce, però, della genesi della canzone francese, nata nella Parigi ""capitale del XIX secolo"""" e che è forse il primo esempio al mondo di canzone autenticamente moderna, parte integrante della neonata sfera pubblica, dell'avvento della società di massa e dell'industria dell'intrattenimento. Questo libro indaga in profondità, servendosi di una griglia interpretativa interdisciplinare, i momenti meno noti della canzone francese: le ballate popolari anonime, i primi chansonnier come Béranger e Aristide Bruant, argomenti di solito sbrigativamente liquidati nelle prime pagine dei libri dedicati all'argomento, trovano qui lo spazio e l'attenzione che meritano, mentre Édith Piaf viene inquadrata nell'ambito della chanson réaliste, riflesso del naturalismo letterario, che include figure poco conosciute in Italia come Fréhel e Damia."" -
Rivista internazionale di musica sacra (2021). Vol. 1-2
Vito Barillari Il Culto di san Vito martire tra Oriente e Occidente. Studio preliminare sulle fonti innografiche e liturgico-musicali Riccardo Dell'Acqua Le Antifone ""O"""": una possibile genesi ambrosiana? Pietro Moroni I frammenti liturgico-musicali dell'Archivio di Stato di Perugia e delle sue Sezioni: status quæstionis Gionata Brusa Il Libro Ordinario di Santa Maria Maggiore di Vercelli: edizione del testo Denis Silano Storia, repertorio e prassi esecutiva dei pueri cantus della Cattedrale di Vercelli tra XIV e XV secolo."" -
Quaderni dell'Istituto Liszt. Vol. 21
Marco Beghelli Lettere di Jules Massenet a Madame Marchesi Dieter Nolden Liszt-Albumblätter Daniele Tonini - Emanuela Marcante Le torri mi cascano sul naso ... I giorni e i luoghi di Liszt a Bologna nel 1838 Giancosimo Russo Alfonso Rendano e il suo Concerto per pianoforte e orchestra. -
Le nuove scritture musicali per il cinema
La nuova generazione di compositori di musica per film dispone oggi di postazioni di lavoro digitali in grado di comporre una score per orchestra di notevole complessità, attraverso la creazione di cosiddetti mockup. Una diversa prassi compositiva, ben lontana da quella dei più acclamati compositori del passato che componevano le loro partiture cinematografiche con l'ausilio del pianoforte e del tradizionale foglio pentagrammato, ove è possibile ascoltare direttamente il timbro strumentale previsto dalla partitura, velocizzando così la prassi produttiva: grazie alle accurate demo digitali, il regista non deve più immaginare la colonna sonora orchestrale mentre il compositore suona i temi principali al pianoforte. Il presente volume vuole compiere un primo passo nell'indagine di questo nuovo universo creativo in seno all'ambiente accademico italiano. -
Didattica musicale e ricerca 2021
I Quaderni del Conservatorio della Svizzera italiana segnano il raggiungimento del livello di maturazione necessario per produrre, all'interno di una Scuola Universitaria di Musica, lavori caratterizzati da una profonda attenzione alle questioni della pratica musicale - proprio a partire dalle attività didattiche e dai differenti ambiti operativi della scuola stessa - e al contempo dal rigore metodologico che caratterizza una pubblicazione che abbia valore accademico. I contributi raccolti in questo primo volume riflettono le diverse anime dell'istituzione all'interno della quale sono maturati e si collocano in varia misura intorno al tema che è più centrale per una scuola: l'insegnamento. -
Il castrato Antonio Bernacchi. Virtuoso e maestro di canto bolognese
Tra i più citati miti del canto settecentesco, Antonio Bernacchi (1685 - 1756), allievo di Francesco Antonio Pistocchi, fu virtuoso capace di raccogliere consensi e successi enormi sulle scene italiane, nelle corti di ambito tedesco e in Gran Bretagna. Figura riverita e di assoluto rilievo nel panorama operistico coevo, raccolse intorno a sé un folto gruppo di allievi e fu princeps dell'Accademia Filarmonica di Bologna per ben due volte consecutive. Il presente volume offre per la prima volta un ritratto scientificamente tracciato e a tutto tondo del celebre cantante, raccogliendo i dati di lunghe indagini originali utili a ricostruire gli ambienti sociali in cui visse e operò come uomo e come artista: l'umile famiglia d'origine, i dinamicissimi teatri italiani del primo Settecento, la corte bavarese, la Londra georgiana assetata d'opera, l'Accademia Filarmonica di Bologna ed i suoi intrighi interni. -
Varianti d'autore. Percorsi compositivi organistici nel secondo Novecento italiano
Varianti d'autore - espressione che richiama il titolo di alcuni brani commentati nel volume, nonché uno degli argomenti classici della filologia - raccoglie i contributi di vari studiosi sulla musica per organo in Italia dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Si tratta di un periodo estremamente fecondo di stimoli, nel quale trovano spazio i dettami del Concilio Vaticano II, l'organo eclettico ma anche il recupero di una sensibilità per l'organo storico e un rinnovato organo italiano, senza dimenticare gli influssi provenienti dalla composizione dodecafonica e dalle avanguardie. Il repertorio, pur essendo in buona parte pubblicato, tuttavia mancava di uno sguardo d'assieme che offrisse al lettore una sintesi comprendente aspetti analitici, biografici, estetici e, non ultimo, un catalogo delle opere degli autori considerati. -
Carriera e storiografia dell'operista del secondo Settecento. Vol. 1: Piccinni, gli intermezzi e il repertorio comico romano (1758-1776)
Quest’opera è una disamina scrupolosa dei meccanismi che generano il successo di un musicista, e della susseguente resa storiografica, condotta attraverso l’esame della carriera di Niccolò Piccinni nel suo periodo romano, che - com’è noto - si espresse soprattutto nella composizione di intermezzi. I dati raccolti in merito a tutte le rappresentazioni operistiche avvenute a Napoli, Roma, Venezia (le principali piazze produttive che esportavano titoli e carriere nel resto d’Italia e in Europa), disaggregati e riaggregati nuovamente in grafici a torta, descrivono le specificità dei singoli mercati e consentono di ricavare il posto che ciascun compositore occupava nei mercati in cui esercitava. Il confronto dei risultati con la ricerca d’archivio (nel caso specifico la lettura del Chracas) e la ricerca musicologica del passato offre inoltre possibili risposte a molti interrogativi - ad esempio, il motivo per cui si sono affermati gli intermezzi “romani”. -
Bach e l'Italia. Sguardi, scambi, convergenze
Bach non visitò mai l'Italia, ma ne conosceva profondamente la musica, recente e più antica. L'Italia, dal canto suo, guardò a Bach con curiosità, ammirazione, talora diffidenza, più spesso con creatività e interesse. Da Padre Martini agli autori di musica elettronica, dal movimento ceciliano al rock progressivo, dal cinema di Pasolini ai nobili ottocenteschi, la storia della ricezione di Bach in Italia si compone di numerosi e variegati tasselli. Allo stesso modo, la storia dell'interesse di Bach per l'Italia si declina in termini di stile, forme e retorica, di influenze dirette e indirette. Questo volume rappresenta un fermo immagine dell'attuale dibattito attorno al binomio Bach-Italia, un punto di partenza imprescindibile per future ricerche, e una tappa fondamentale della storia della ricezione di Bach in Italia. -
I quaderni della Scarlatti. Nuova serie (2021). Vol. 3
Sergio Taddei Sarrazins, Rodiens et Portugaises. L'avventura oltramontana di una villanella meridionale Gianluca D'Agostino Ancora su musica ed ebraismo a Napoli, fino all'avvento del fascismo (II) Daniela Tortora «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge»: Pizzetti e la Scarlatti Francesco Canessa Caruso nella storia della vocalità Simona Frasca Enrico Caruso, un napoletano americano Stefano Valanzuolo La ""musica d'insieme"""" a Napoli: una piccola rivoluzione da camera Tommaso Rossi Musica in emergenza. Appunti sull'attività dell'Associazione Alessandro Scarlatti durante la pandemia."" -
Jeanne d'Arc au bûcher Scène dramatique
La lunga e complessa storia di Jeanne d'Arc au bûcher di Franz Liszt ha inizio nel 1845 con la stesura di un brano per voce e pianoforte su testo di Alexandre Dumas père, sottotitolato dal compositore romance dramatique e pubblicato nel 1846 contemporaneamente da Schott a Mainz e da Bernard Latte a Parigi. La romance fu eseguita in prima assoluta dal soprano Elisabeth Ugalde Beaucé il 26 aprile 1846 nella sala Henri Herz di Parigi in occasione di un «grand concert vocal et instrumental» offerto dalla rivista Le Monde musical ai suoi abbonati. Nello stesso periodo sui giornali dell'epoca fu promossa l'edizione a stampa. -
La quinta sinfonia di sibelius. Il tempo del fiore
«Il nuovo Beethoven», «Il peggior compositore del mondo»: Jean Sibelius ha suscitato le reazioni più disparate della critica musicale. Incurante delle opinioni del mondo, continuò a scrivere musica seguendo un percorso del tutto personale e indipendente, fino alla sorprendente fase di silenzio compositivo negli ultimi trent'anni della sua lunga vita. Attraverso la cultura finlandese e l'analisi (narrativa e non tecnicistica) della Quinta Sinfonia, il volume vuole contribuire a restituire la giusta attenzione a un compositore lungamente ignorato, la cui opera tuttavia è pienamente degna di essere accostata ad altri noti giganti della storia della musica.