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Napoli magica
Un viaggio vertiginoso nella Napoli del mito e della leggenda.rn«A Napoli, rebus di luce e tenebre, ogni pietra è uno scrigno di antiche memorie. E ogni vicolo, ogni statua, ogni palazzo raccontano, a chi voglia ascoltarle, storie da brivido: storie d'amore e di morte, storie di incantesimi e maledizioni: storie napoletane.» - Il Mattino«Un viaggio dentro luci e ombre di un luogo unico che non trascura nessuna delle sue vicende più arcane da quella classica al mito di Virgilio mago» - Ruggero Cartak, RobinsonrnAttraversare una città significa muoversi nello spazio ma anche camminare a ritroso nel tempo. «Napoli magica» è un viaggio nel cuore esoterico e misterioso di una delle città più antiche e affascinanti del mondo. Un viaggio nel mito, nella leggenda, nei labirinti della città e nelle infinite storie che vi sono annidate. Da Virgilio Mago al fiume «fantasma», dalla leggenda nera di Raimondo di Sangro alla maledizione della Gaiola, dalla Sirena Partenope ai misteri della città sotterranea, dal mito di Iside all'enigmatica Y di Forcella, dai filosofi-maghi al diavolo della Pietrasanta, dalle Compagnie della Morte ai cori perduti delle fate, dai misteri archeologici ancora da svelare alle incredibili storie ambientate nei Castelli della città. Storie di sangue, di delitti e morte, di sesso e amanti insaziabili. Storie romantiche, cupe, feroci. Storie napoletane. -
La città d'oro
Un magnifico romanzo d'avventura che restituisce il mondo esotico delle grandirnesplorazioni.rn«Una storia potente e ricca di suspense.» - Der Spiegelrn«La cittadella sacra di Machu Picchu, uno dei tesori Inca… scoperta da un avventuriero tedesco nel 1867, 44 anni prima che l’esploratore americano Hiram Bingham la rivelasse al mondo occidentale, ottenendone fama e fortuna.» - la repubblicarnrnQuesto romanzo è l'avventurosa storia cli Rudolph August Berns, I'uomo che per primo. scoprìrnMaihu Picchu, I'antica città perduta degli Inca,rnquarantaquattro anni prima che l'esploratorernamericano Hiram Bingham ottenesse fama e fortunarnrivendicando a sé la sensazionale scoperta.rnCome hanno fatto numerose ricerche storichernrecenti, questo libro ripara perciò un torto dellarnstoria, narrando della vita e della fìgura di unrnaffascinante avventuriero che, nel 1887, fu celebratorndalle gazzette di Lima come colui che avevarnrestituito al mondo la misteriosa El Dorado.rnTutto ha inizio in Germania, nella prima metàrndell'Ottocento, quando il piccolo RudolphrnAugust Berns, primogenito del commercianternJohann Berns e della moglie Caroline, passarnil suo tempo nella bottiglieria del padre a fantasticarernsu miti e le leggende delle epochernpassate. I suoi sogni a occhi aperti riguardanornsoprattutto le cronache del viaggio in Perù dirnJohann Jakob von Tschudi, dove si narra dellernmeraviglie di quel Paese, di giacimenti d'oro erngioielli preziosi, di vestiti, strumenti e stradernd’oro, e dove si afferma che, all'arrivo deglirnSpagnoli, gli inca furono costretti a rivelare irnpropri segreti. Tutti, tranne uno: El Dorado, larncittà sacra, interamente fatta di oro purissimo: irnponti, Ie case, le strade, le terme… una meravigliarndell'architettura, che avrebbe lasciato a boccarnaperta, entusiasmato e contemporaneamente arricchito chiunque l'avesse ritrovata.rnNel corso degli anni in molti si erano cimentatirnnel suo ritrovamento: Gonzalo Pizarro I'avevarncercata inutilmente, arrivando a scoprire soltantornil Rio delle Amazzoni. Alexander VonrnHumboldt, I'avventuriero venerato da Rudolph,rnsi era recato in Perù e aveva soggiornato a lungornsulle Ande, senza venire a capo di nulla.rnDeterminato a trovare la città d'oro, Bernsrnintraprende così un pericoloso viaggio in Perù, sulle tracce della città abbandonata nel fitto dellarngiungla o da qualche parte tra le montagne.rnMagnifico romanzo d'avventura, La città d'orornè stato salutato al suo apparire in Germaniarncome «uno dei più travolgenti romanzirndell'ultima stagione letteraria, un'opera chernci restituisce il mondo esotico delle grandirnesplorazioni. -
L' alba dell'era solare. La fine del riscaldamento globale e della paura
Il libro analizza gli effetti del cambiamento climatico e l'approccio al tema da parte della comunità internazionale di scienziati, economisti e politici a partire dagli anni Settanta con una documentazione approfondita.rn«Prem Shankar Jha è certo che possiamo liberarci dalla schiavitù dei combustibili fossili. E lancia la sua strategia, l'ostacolo? ""Il mercato""""» - La letturarn«Prem Shankar Jha offre una chiara via da seguire. Il libro è un'esplorazione delle opinioni per evitare pericolosi cambiamenti climatici, partendo da una domanda essenziale: dal momento che sappiamo come effettuare una transazione verso un'economia a bassa emissione di carbonio e dato il rischio rappresentato dal cambiamento climatico, perché non stiamo attuando ciò che andrebbe fatto?» - The Guardianrn Si sofferma sulle principali energie alternative utilizzabili in contrapposizione alla dipendenza dal petrolio che è attualmente ancora la principale fonte di energia. Si punta l'attenzione anche sulle conseguenze del cambiamento climatico in termini di guerre, migrazioni di massa, conflitti per il possesso delle risorse, carestie, epidemie ecc. La soluzione migliore per l'autore sembra essere il solare di cui descrive il funzionamento, i più importanti impianti nel mondo e lo sfruttamento delle biomasse. L'autore affronta il tema senza la reticenza che generalmente caratterizza le pubblicazioni sull'argomento. L'intenzione è quella di mettere in guardia l'opinione pubblica dai possibili effetti catastrofici degli stili di vita attuali sostenuti dall'economia di mercato, basata sul profitto a prescindere e sullo sfruttamento estremo delle risorse naturali. La minaccia di una catastrofe ambientale tuttavia non sembra essere recepita e manca ancora la volontà per attuare un reale cambiamento, almeno fino a oggi. Il libro illustra le soluzioni tecnologiche studiate a partire dalla metà del secolo scorso, sia quelle efficaci sia quelle «improponibili» e il ruolo decisivo delle scelte dei Governi troppo spesso dettate dall'economia di mercato e da visioni a breve termine. L'autore individua le responsabilità di alcuni scienziati e divulgatori che negano, spesso per interessi personali, la gravità dei fatti e il collegamento fra cambiamenti climatici e attività umane. Tutte le argomentazioni sono documentate con scrupolosa attenzione e possono essere approfondite utilizzando la bibliografia."" -
Easy life
Tom Sanders è uno scrittore di libri di auto-aiuto. Il suo più grande best seller, Easy life, ha venduto oltre quaranta milioni di copie nel mondo, mostrando una verità nota a criminali, artisti e a tutti quelli che decidono in qualche modo della propria vita: che ogni minuto può essere decisivo, che un secondo può valere un annornrnSi può vivere sempre e dappertutto. E se si è oltre i cinquanta e si è costretti a considerare gli anni passati come tempo sprecato, peccato. Ma quel senso irrimediabile di rimpianto non durerà a lungo. Da ora in poi ogni minuto conterà come un anno, e il tempo perso si recupererà più in fretta di quanto si pensirnrnrnLo strepitoso successo del libro si è tradotto per Sanders in una maestosa Range Rover Sport nera, milioni sul conto in banca, una casetta sulla diga nelle Fiandre zelandesi, un appartamento a Barcellona, un matrimonio felice con Julia, due figli, il più giovane dei quali, Stefan, è la pupilla dei suoi occhi.rnUn giorno, però, durante la festa per il cinquantanovesimo compleanno di Julia accade l’irreparabile. Hanna, la moglie di Stefan – a cui Tom e Julia non sono particolarmente affezionati – si presenta alla porta. Singhiozzando, si butta tra le braccia di Tom, rivelandogli che Stefan l’ha picchiata e che non è la prima volta. All’improvviso, e in modo del tutto inaspettato, Tom si trova davanti a un bivio. Deve affrontare il suo figlio preferito e metterlo dinnanzi alle proprie responsabilità? O sarebbe forse meglio attenersi alla massima più gettonata di Easy life, quella che suona «Cerca di non risolvere sempre i problemi pensandoci; spesso non pensandoci si risolvono prima»? -
Dove soffiano i venti selvaggi. Un viaggio all'inseguimento di Helm, Bora, Föhn e Mistral
Un diario di viaggio anticonvenzionale che rende visibile l’invisibile, che fonde con abilità cronaca, riferimenti letterari e nozioni di carattere storico e scientifico.rn«Il vento, le leggende, la bellezza dei paesaggi... Un resoconto irresistibile e divertente. Un contributo originale alla narrativa di viaggio.» - Jan Morrisrnrn«Hunt mescola elegantemente la narrativa con il reportage.» - New Statesmanrnrn«Illuminante.» - Wall Street Journalrn«Viaggiatore che ""ha studiato"""", che cioè alle impressioni che raccoglie intreccia anche un riassunto storico delle regioni toccate, Hunt è abile nel destreggiarsi nel non facile territorio spazzato dalla Bora, dove si va dalle foibe alle guerre balcaniche.» -rn Paolo Marcolin, Il PiccolornIl viaggio sulle tracce del vento di Nick Hunt parte dai Pennines, la colonna vertebrale dell'Inghilterra, mentre insegue l'Helm, un vento negativo che geme e ulula e che nasce in Cumbria dal Cross Fell, il monte più alto della catena. Nell'Europa meridionale segue la Bora, un amaro vento del nord che soffia da Trieste attraverso la Slovenia e lungo la costa croata. La sua caccia al Föhn che «mangia la neve» diventa un viaggio serpeggiante di euforia e disperazione attraverso le valli alpine della Svizzera, mentre il suo ultimo itinerario traccia un antico cammino di pellegrini nel sud della Francia sulle tracce del Mistral - il vento di follia che ha animato e tormentato Vincent Van Gogh. Questi sono viaggi nel vento selvaggio, ma anche nei paesaggi selvaggi e tra le persone che li abitano - un vasto gruppo di meteorologi, cacciatori di tempeste, uomini di montagna, eccentrici appassionati di vento, marinai e pastori. Presto, Nick si ritrova portato avanti dalle stesse forze che sta inseguendo, attraverso la pioggia, le bufere di neve e le tempeste ululanti. Perché, dove sono i venti selvaggi, ci sono anche miti e leggende, storia e folklore, scienza e superstizione - e occasionalmente cabine di montagna remote piene di sottaceti, salumi e alcolici fatti in casa."" -
Ellie all'improvviso
Un thriller mozzafiato che inchioda il lettore alla pagina.rn«Assolutamente avvincente, straordinariamente originale. Preparatevi a restarne preda» - Sunrn«Vi sfido a mettere giù questo libro» - Daily ExpressrnrnrnLaurel Mack ricorda bene com'era la sua vita dieci anni prima, quando aveva tre figli anziché due: un accumulo di faccende da sbrigare, crucci e bollette scadute. Una vita che, con il senno di poi, le appare assolutamente perfetta. Perché una mattina, sua figlia Ellie, la figlia prediletta, quella con cui andava maggiormente d'accordo e di cui era più orgogliosa, era uscita di casa e non era più tornata. Da quel giorno di maggio del 2005 in cui Ellie è svanita nel nulla, non ci sono stati sostanziali sviluppi nelle indagini sulla sua scomparsa. Felpa nera con il cappuccio, jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica bianche, Ellie era una qualsiasi adolescente con uno zainetto in spalla quando è stata avvistata l'ultima volta in Stroud Green Road, alle dieci e quarantatré del mattino: da quel momento le sue tracce si sono perse nel nulla, al punto che persino la polizia si è rassegnata e ha liquidato il caso come la fuga da casa di una ragazzina ribelle. Dieci anni dopo, Laurel sta provando a fare i conti con questa incomprensibile verità. Paul, il suo ex marito, ha una nuova compagna e i suoi due figli, Hanna e Jake, sono andati a vivere altrove. Tutti sembrano andare avanti, tutti sembrano essersi fatti una ragione della scomparsa di Ellie, tranne lei. Finché un giorno, in un bar, la sua attenzione viene catturata da un affascinante sconosciuto. Occhi grigi, capelli brizzolati e scarpe eleganti, l'uomo ordina una fetta di torta, prende posto nel tavolo accanto al suo e le rivolge un ammaliante sorriso. Inaspettatamente, Laurel sente qualcosa che si scioglie dentro di lei, un barlume di speranza. Che questo incontro rappresenti una seconda occasione di felicità? Floyd, questo il nome dello sconosciuto, non esita a invitarla a cena e, poco dopo, a presentare a Laurel le sue due figlie, avute da due diverse relazioni. Ma dinnanzi alla più piccola, Poppy, di nove anni, Laurel resta senza fiato: la bambina è infatti il ritratto di Ellie. La stessa fronte spaziosa, le palpebre pesanti, la fossetta sulla guancia sinistra quando sorride. All'improvviso, tutte le domande rimaste senza risposta che hanno tormentato Laurel per anni tornano a galla. Perché guardare quella strana bambina è come guardare sua figlia? Cosa è successo veramente a Ellie? È davvero scappata di casa, oppure c'è una ragione più sinistra per la sua scomparsa? Ma soprattutto, chi è Floyd davvero? Una storia dove niente è quello che sembra e tutte le certezze della vita possono infrangersi come uno specchio troppo fragile. -
Perché i poeti. La parola necessaria
Mazzarella mostra in queste pagine la parola necessaria della poesia e la sua insostituibilità come fenomeno peculiare dell’esistenza umana.Nel 1946 Martin Heidegger tenne una conferenza, Perché i poeti?, pubblicata poi nei saggi di Holzwege. Negli scritti di Heidegger, è tra quelli che segnano il grande confronto del pensiero heideggeriano con il dire dei poeti, e la cosiddetta svolta nel pensiero del filosofo tedesco dall'analitica esistenziale di Essere e tempo alla riflessione sul senso dell'essere come evento del linguaggio custodito nella poesia. Passaggio che avviene soprattutto attraverso un'interrogazione sull'essenza della poesia in Hölderlin. In questa piccola opera, Eugenio Mazzarella ritorna sui temi propri del confronto di Heidegger con la poesia, e la domanda sulla sua essenza, in una prospettiva, però, in cui l'analitica esistenziale non è affatto abbandonata. Il senso dell'essere, la verità dell'essere, schiusa dalla poesia, appare come un ""fatto di parola"""", come l'evento stesso del linguaggio, ma è, ad un tempo, anche un'esperienza esistenziale. Lo """"strano fatto"""" della poesia è """"l'istituzione linguistica del mondo"""" prima che ci siano le singole cose, è l'apertura stessa del mondo. Ma questa """"istituzione linguistica"""" è imprescindibile dall'Esserci, dall'Io che nomina il mondo e, nominandolo, ritrova sé stesso. Di qui il ruolo, centrale e fondativo, come insegnerà Leopardi, dell'Io lirico. In un attraversamento, dell'esperienza della grande lirica moderna, del """"nichilismo"""" poetico di Leopardi, del suo presupposto spirituale nell'Ecclesiaste, e in un confronto con la stessa lettura di Heidegger di Hölderlin, Mazzarella mostra in queste pagine la parola necessaria della poesia e la sua insostituibilità come fenomeno peculiare dell'esistenza umana."" -
Lux
Nella dozzina del Premio Strega 2019 proposto da Sandra Petrignani- Romanzo vincitore della III edizione del PREMIO NERI POZZA e della Sezione giovani Fondazione Pini Circolo dei Lettori. Ci sono molti modi di trasformare qualcuno in un fantasma, e Thomas Edwards si è scelto il suo.rn«Bellissimo romanzo, originale e capace di arrivare dritto al lettore attraverso una trama sapientamente costruita sui canoni classici giocati fra leggerezza e ironia» - Sandra Petrignanirn«Eleonora Marangoni sa come calibrare le parole e mantenere l'architettura della trama e l'attenzione del lettore sempre vive» - Stefano MalatestarnrnLa sua vita non ha proprio niente che non va: Tom è un giovane italoinglese di buona famiglia, che abita a Londra e viaggia spesso per lavoro. Architetto, gestisce con successo uno studio di light design, e da quasi un anno fa coppia fissa con Ottie Davis, una chef in carriera con un figlio di sette anni, Martin. Ma Thomas abita il mondo solo in superficie: schivo e in parte irrisolto, lascia che la vita scorra senza pensarci troppo; il suo ricordo di un amore finito, quello per Sophie Selwood, è una presenza costante e tangibile, che illumina gli eventi e le cose che lo circondano, e ci racconta di come l'amore, o il ricordo dell'amore, possano trasformarsi in una composta e implacabile ossessione. Una strana eredità da parte di un eccentrico zio costringe Thomas a uscire dalla quotidianità. Un viaggio verso un'isola del sud Italia, un albergo affascinante e malandato e un fine settimana imprevisto – in compagnia della gente del posto e degli altri forestieri giunti a loro volta sull'isola – saranno l'occasione perfetta per sparigliare le carte, guardare le cose da un altro punto di vista e fare finalmente i conti con il passato, questo animale saggio e al contempo grottesco che sembra sempre volerci indicare la strada. -
La follia di Dunbar
Magistrale reinterpretazione del Re Lear, La follia di Dunbar è una splendida conferma del talento dell'autore dei Melrose nel descrivere con ironia e grazia i nuovi demoni della nostra epoca.rnrn«L'accostamento di St Aubyn con Lear sembra predestinato – chi, meglio dell'autore dei romanzi su Patrick Melrose, può fare i conti con un'opera teatrale intrisa di una indicibile crudeltà dell'uomo verso i propri simili? Non c'è un altro romanziere capace di combinare come lui il dono dell'ironia con una profonda comprensione della desolazione dell'esistenza» – The Atlanticrnrn«St Aubyn non esita a infilzare con la propria penna i ricchi e i dissoluti» – The Los Angeles Timesrnrn«Un brillante riadattamento del ""Re Lear"""" di William Shakespeare» – Kirkusrnrn«Mi hanno rubato il mio impero». Henry Dunbar, magnate canadese dei media, ha commesso un errore imperdonabile per un uomo ricco e potente come lui: voler conservare i privilegi del potere senza avere il potere. Destinando il Trust alle sue due figlie legittime, Megan e Abigail, pensava semplicemente di privarsi del fardello di gestirlo quotidianamente e di fare, perciò, del mondo il suo parco giochi ideale, il suo hospice privato, mantenendo l'aereo, l'entourage, le proprietà e le sue ricchezze.rnSi ritrova invece, ora, tra le mura di un ospizio vero, una di quelle case di cura per ricchi dal mortuario conforto, imbottito di farmaci che dovrebbero lenirne il «crollo psicotico» diagnosticato dal suo medico personale, corrotto a tal punto dalle sue malefiche figlie da essere divenuto «il loro ginecologo fin troppo personale, il loro pappone». In compagnia di Peter Walker, un celebre e bizzarro comico alcolizzato che, a suo dire, soffre di depressione, la malattia dei comici o «la finzione della tragica malattia dei comici», Dunbar maledice quotidianamente le sue figlie legittime, «avvoltoi» che gli fanno a brandelli il cuore e le viscere, «cagne viscide e traditrici », e non fa altro che pensare a quella che Peter chiama la Grande Evasione. Una fuga per riavere tutto, riacquistare il potere, punire le figlie cattive a lasciare tutto il suo impero a Florence, la figlia illegittima, che ha ereditato il fascino e la bellezza della madre, oltre alla sua disarmante simpatia. Magistrale reinterpretazione del Re Lear, la tragedia piú nera di Shakespeare, La follia di Dunbar è un'avvincente versione contemporanea dell'«apologo della negligenza paterna e della crudeltà filiale» (Financial Times) oltre a costituire una splendida conferma del talento dell'autore dei Melrose nel descrivere con ironia e grazia i nuovi demoni della nostra epoca."" -
La memoria del cuore
A Kalaw, una cittadina sperduta sulle montagne del Myanmar, in Birmania, vivono Bo Bo e suo zio, U Ba. Bo Bo è un bambino con un dono insolito: può leggere i sentimenti delle persone nei loro occhi. Un dono a volte scomodo, poiché spesso gli occhi della gente raccontano più di quel che lui vorrebbe sapere. Il padre di Bo Bo si reca a fargli visita una volta all'anno. Di sua madre, Julia, il ragazzino conserva pochi stentati ricordi. Che viva a Yangon e non se la passi molto bene è tutto ciò che Bo Bo sa di lei. Ma non sa spiegarsi per quale motivo lui viva a Kalaw con lo zio, e non con i suoi genitori. Se è vero che tutte le storie parlano d'amore, come U Ba ama sostenere, perché in quegli anni lo zio, consumato cantastorie, non gli ha mai raccontato l'unica storia che a Bo Bo interessa davvero ascoltare, ovvero la sua storia? Una sera, Bo Bo trova un plico di fogli accanto alla vecchia macchina da scrivere di U Ba. In quelle pagine si parla della storia d'amore dei suoi genitori e, davanti alla determinazione del ragazzino, U Ba comprende che non può più rimandare il momento della verità. È così che, dalla voce di U Ba, Bo Bo apprende della newyorkese Julia, scesa da un aereo già pronto a decollare per stare con un uomo che conosce appena, Thar Thar. Del loro travolgente amore e della misteriosa malattia che la ha costretta a rinunciare al loro bambino. Sarà per dare una risposta alle domande che U Ba non è riuscito a soddisfare che Bo Bo si metterà in viaggio, sulle tracce dei suoi genitori. Le atmosfere incantate della Birmania fanno da sfondo a una storia intima, delicata, poetica, degna conclusione della trilogia iniziata con ""L'arte di ascoltare i battiti del cuore"""" e proseguita con """"Gli accordi del cuore""""."" -
Il lettore
Uno dei romanzi fondamentali della narrativa tedesca contemporanea, apparso per la prima volta in Germania del 1995.rnrn«Filosofico, elegante, moralmente complesso. Bernhard Schlink racconta la sua storia con meravigliosa immediatezza e semplicità» – The New York Timesrnrn«Un romanzo stilisticamente perfetto, inquietante e moralmente devastante» – Los Angeles Timesrnrn«Commovente, allusivo e alla fine speranzoso, ""Il lettore"""" elude qualunque confine e parla direttamente al cuore» – The New York Times Book Reviewrn«In principio era Hannah, la protagonista della storia che ha dato fama a BernhardrnSchlink e del film «The Reader» che ne è stato tratto (dove aveva volto e corpo di KaternWinslet). Ora c’è Olga, che brilla per forza di carattere, attende il ritorno del suo diletto, vivernda madre single, trovando ombre e dubbi solo nel finale del libro intitolato con il suo nome.» – La LetturarnrnrnrnGermania, fine anni Cinquanta. Mentre il paese cerca di archiviare definitivamente gli orrori della guerra, il quindicenne Michael Berg cerca di lasciarsi alle spalle i giorni maledetti della sua adolescenza. Svanita l'itterizia che lo ha costretto a letto per un intero inverno, ora può avventurarsi di nuovo per le strade della sua città, e raggiungere la casa di Hanna Schmitz, la sconosciuta trentenne che lo ha soccorso un giorno d'ottobre in cui, di ritorno dalla scuola, la malattia si era fatta sentire con violenza. Occhi azzurri, capelli biondo cenere, il volto spigoloso ma femminile, Hanna Schmitz esercita un'attrazione fatale sul ragazzo. Nella sua casa, un modesto appartamento in cui la stanza più grande è la cucina, Michael riceve la sua iniziazione alla vita sentimentale. Un'iniziazione fatta di travolgente passione e pudori, interrotti di tanto in tanto da uno strano rituale imposto dalla donna: la lettura ad alta voce da parte del ragazzo dei classici della letteratura tedesca. Un giorno, però, Hanna svanisce nel nulla senza lasciare traccia, gettando Michael nella più cupa disperazione. Alcuni anni dopo, il ragazzo, divenuto studente di legge, la rivede in un'aula di tribunale in cui si celebrano i cosiddetti """"Auschwitzprozesse""""... in veste di imputata. Apparso per la prima volta in Germania nel 1995, """"Il lettore"""" è uno dei romanzi fondamentali della narrativa tedesca contemporanea. Tradotto in più di cinquanta lingue, vincitore di numerosi premi letterari – tra gli altri, il Premio Grinzane-Cavour in Italia, dove fu pubblicato nel 1996 con il titolo """"A voce alta"""" –, trasposto con successo sullo schermo da Stephen Daldry (""""The Reader"""", con Kate Winslet e Ralph Fiennes), il libro viene riproposto oggi in una nuova traduzione che ne conferma il carattere di vero e proprio «evento letterario» (""""Der Spiegel""""), capace di segnare un passaggio importante nella trattazione della Shoah."" -
Terra crudele
Unendo le vivide descrizioni dell’aspro paesaggio della valle dei canyon alla vicenda dei primi insediamenti mormoni, Ann Weisgarber dà vita a «una storia avvincente, in perfetto equilibrio tra religione ed etica, crimine e peccato, compassione e paura» (Mary Doria Russell).rn«Ann Weisgarber ha creato un’eroina di grazia e coraggio straordinari in un paesaggio aspro, violento e, per questo, sublime» - Kathleen KentrnUtah, 1888. Sul fondo di un canyon, circondata da rocce scoscese, sorge la città di Junction, un luogo impervio dove da qualche anno si sono insediate alcune famiglie mormone spinte dal desiderio di allontanarsi dalle rigide regole imposte dalla loro chiesa. Laggiù, nella gola che ha un solo punto di entrata e uno di uscita, la prima casa che si incontra è quella dei Taylor. Da quattordici giorni Deborah Taylor aspetta con impazienza il ritorno di suo marito Samuel, che fabbrica e ripara carri nel vasto territorio dello Utah, e tarda a rientrare a causa delle nevicate sempre più fitte e di una frana che sbarra il sentiero che conduce alla gola. Deborah trascorre le giornate nell’attesa, finché, in un gelido pomeriggio di gennaio, qualcuno bussa con insistenza alla sua porta. L’uomo che compare oltre l’uscio dice di essere un fratello, un mormone in fuga dalla legge e bisognoso di riparo. Per quasi quattro anni, Deborah e Samuel hanno accolto i fuggiaschi che si presentavano alla loro porta con il loro fardello di guai: poligami, li chiamavano i giornali. Criminali, li etichettava il governo federale, per cui il matrimonio plurimo praticato dai mormoni era considerato un abominio, una pratica turpe. Nei ricordi di Deborah gli sconosciuti erano tutti uguali. Memorizzavano la strada, i nomi di città e gli avamposti dove potevano contare su un pasto per loro e foraggio per i cavalli, prima di proseguire verso sud e addentrarsi nei canyon profondi dello Utah. Ma quell’uomo ha qualcosa di diverso: è nervoso, sussulta ogni volta che il fuoco della stufa scoppietta, continua a guardarsi alle spalle. Deborah sa che gli uomini del governo non danno mai la caccia ai delinquenti durante l’inverno: le taglie che pendono sulla loro testa non sono abbastanza alte per giustificare un difficoltoso viaggio tra il ghiaccio e la neve in quelle zone selvagge. Chi è dunque quel fuggiasco? Che cosa può aver commesso di così grave per essere inseguito, in quella terra crudele e insidiosa, dal maresciallo federale Thomas S. Fletcher in persona, e non da un semplice vice? E, soprattutto, che cosa può fare Deborah per salvare sé stessa e l’intera Junction dall’accusa di complicità? -
Il coraggio di Rachel DuPree
Manca l'acqua, nella terra che Isaac e Rachel DuPree hanno scelto per la loro famiglia, e un vento violento soffia sulla prateria sollevando sabbia ed erbacce. Siamo nelle Badlands, South Dakota, e l'anno è il 1917. Non piove da mesi e ogni cosa è secca, come le labbra screpolate di Rachel o gli occhi opachi dei suoi figli. Nonostante le asperità di quella vita, Isaac e Rachel non possono abbandonare la casa di legno e i duemilacinquecento acri che affacciano sulle colline, il loro avamposto sulla frontiera dove è così raro vedere, fra i coloni, un uomo che non sia bianco. Dopo anni vissuti in uno spazio scavato nel fianco di una collina, hanno finalmente una casa, e una casa è segno di rispetto, così come la terra, soprattutto se sei nero. La sete, tuttavia, continua a farsi sentire. Un giorno Isaac chiede alla piccola Liz di calarsi dentro il pozzo. La bambina potrebbe cadere e rimanere uccisa o essere morsa dal serpente con gli occhi rossi che tanto la terrorizza. Qualcosa allora si rompe dentro Rachel. La ribellione comincia a farsi strada nella sua testa. Nella sua città d'origine, Chicago, basterebbe aprire un rubinetto per avere dell'acqua. Perchè, dunque, vivere di stenti al solo scopo di permettere a Isaac di coltivare il suo sogno di proprietario terriero? L'amore e il sacrificio sono davvero tali quando ne va della vita dei figli e della propria esistenza? E che cosa sono sottomissione e rassegnazione se non una forma di tradimento verso i suoi figli e verso se stessa? Aprendo uno squarcio sulla vita dei coloni neri nella prateria, Ann Weisgarber dà voce a un'eroina indimenticabile che, in una terra desolata, scopre la vacuità del sogno americano e dei suoi valori, illusori come una manciata di polvere. -
Averroè o il segretario del diavolo
Il romanzo della vita di Averroè, l'ultimo grande pensatore dell'Islam dei Lumi.rn«Il racconto su Averroè è basato sulle opere che di lui ci sono rimaste, sulle poche notizie storiche accertate, e su una immaginifica, plausibile ricostruzione della vita quotidiana di un uomo di scienza nella Spagna islamica del XII secolo» - Lara Crinò, Il Venerdìrn«Con Sinoué si impara senza mai annoiarsi. La sua trasposizione di fatti storici entro la vita quotidiana avviene con lo stile poetico di un cantastorie egiziano. E, grazie al suo talento, ciò che appariva complicato diventa subito chiaro» – LirernrnMarrakesh, dicembre 1198. La Città rossa dorme ammantata dall'oscurità della notte mentre un uomo, chino su un manoscritto, affida alla pagina il racconto della propria vita, consapevole della deriva che sta trascinando il mondo verso l'intolleranza, deriva che rende le sue parole ancora più urgenti. Nato a Cordova nel 1126, tra i contrafforti della Sierra Morena e le ricche pianure di Campiña, l'uomo ha avuto molti nomi: i latini lo chiamano Averroè. Gli ebrei, Ben Roshd. Per gli arabi è Abu al-Walid Mohammad Ibn Ahmad Ibn Roshd. Figlio di Abu al-Qasim Ahmad, cadì di Cordova, Averroè cresce in un'epoca di grande scienza, ma anche di grandi tumulti. Un'epoca in cui ebrei e cristiani sono autorizzati a praticare liberamente il proprio culto, a commerciare e a esercitare il mestiere che preferiscono, con l'unica condizione di versare un'imposta alle autorità musulmane. Deciso a seguire le orme di Avicenna, Galeno e Ippocrate, a ventitré anni Averroè sceglie di affiancare agli studi di giurisprudenza, intrapresi per volontà del padre, quelli di medicina. Il suo apprendistato si compie a Granada, presso la dimora di Abubacer, medico, filosofo e sapiente astronomo. Grazie ad Abubacer, Averroè ha la possibilità non solo di arricchire il proprio sapere, ma anche di imbattersi nella donna che muterà il suo destino. Affascinante proprietaria di una delle più belle biblioteche di Cordova, quarantenne di grande erudizione e seducenti occhi da gazzella, Lobna accoglierà Averroè, gli aprirà le porte della propria casa e del proprio sapere e lo aiuterà a diventare uno dei più illustri e controversi filosofi del pensiero islamico, i cui scritti, spesso considerati blasfemi, gli varranno la nomea di «segretario del diavolo». Attraverso i grandi personaggi che, nel corso dei secoli, hanno guardato al lavoro di Averroè per nutrirsene o condannarlo, tra cui Tommaso d'Aquino, Federico II, Etienne Tempier, Dante e Petrarca, Gilbert Sinoué ci offre il ritratto di un filosofo che incarna indiscutibilmente un Islam illuminato, segnato dalla volontà di conciliare fede e ragione, filosofia e rivelazione, Aristotele e Maometto. Calunniato da alcuni, esaltato da altri, ma in verità raramente compreso, Averroè figura, in queste pagine, come l'ultimo grande pensatore dell'Islam dei Lumi. -
Morte di un ragazzo italiano. In memoria di Giovanni Lo Porto
Cala il silenzio totale, del governo, dei partiti, dell’opinione pubblica sulla morte di un ragazzo italiano.rn«Non ci sarà mai una piazza, una strada, una biblioteca intitolata a Giovanni Lo Porto. Non può esserci. Perché questo ragazzo è colpevole. Colpevole di aver resistito, restando vivo, alla violenza dei suoi sequestratori, i cattivi del copione, di non essersi sacrificato educatamente a recitare la parte della vittima del Male assoluto del nostro tempo. E quindi confermando le parti che spettano a ognuno. È colpevole di esser rimasto a metà, vivo fino a quando la bomba del terrorismo dei ricchi non lo ha eliminato. Giovanni è colpevole di non esser morto prima. Perché comunque doveva morire»rnIl 23 aprile 2015 Barack Obama, in qualità di presidente e Commander in Chief degli Stati Uniti d’America, annuncia al mondo intero l’uccisione di Giovanni Lo Porto, il giovane cooperante italiano, per opera di un drone statunitense sul confine tra Afghanistan e Pakistan. Il giorno dopo il ministro degli esteri italiano illustra le presunte circostanze di quell’assassinio a un’aula del Parlamento completamente vuota. Qualche anno dopo la magistratura italiana dispone l’archiviazione delle indagini sulle reali cause del decesso di Lo Porto per assenza di collaborazione da parte delle autorità americane. Perché scrivere un libro su un delitto in cui si sa il nome dell’assassino? si chiede Domenico Quirico in apertura di queste pagine. A quale scopo, visto che il reo confesso è il primo presidente nero degli Stati Uniti, il paese che ha proclamato il diritto alla felicità? Un uomo così abile a sciorinare le sue virtù teologali e democratiche da ricevere il premio Nobel per la Pace? Domenico Quirico non ha mai incontrato di persona Giovanni Lo Porto. Ma lo unisce a lui qualcosa che è più di una stretta di mano o un sorriso di reciproca stima. Lo unisce il tempo, incomunicabile, del prigioniero, il fatto di sapere che oltre una certa soglia non c’è più niente da dire, che occorre soltanto stringere i denti con violenza. Lo unisce, insomma, il dolore che gli consente davvero, in queste struggenti pagine, di alzare la voce contro l’ingiustizia della sua morte e chiedere la punizione del Colpevole. -
La claque del libro
Il primo libro che affronta la vasta galassia della pubblicità editoriale. La storia della promozione del libro nei secoli e l'infinita lotta per la sua affermazione.rnrnAbbandonato l'utero dello stampatore il libro si trova di fronte la spaventosa giungla del mercato. Editori rivali, eserciti di concorrenti, scrittori invidiosi, cecchini della critica, influencer malevoli. E su tutti domina il nemico mortale: l'indifferenza del mondo. Contro questi pericoli l'editore provvede a sostenere alcuni dei nuovi nati con squadre di promotori, uffici stampa, agenti pubblicitari. La claque del libro ricostruisce la storia delle promozioni editoriali nei secoli. A cominciare da Peter Shöffer, collaboratore di Gutenberg che nel 1469 per primo ebbe l'idea di stampare un foglio con diciannove titoli e di affiggerlo ai muri. Il libro di Ambrogio Borsani ripercorre le tappe fondamentali delle operazioni di sostegno al libro intrecciandole con la storia della pubblicità. Da Shöffer a Renaudot, primo teorico dello scambio. Da Parmentier a Diderot, infaticabile promotore dell'Encyclopédie. La grande stagione dei manifesti, da Chéret a Depero. Si ricostruiscono le case-histories di lanci clamorosi come quello di Fantomas, l'esempio più sorprendente di marketing tra i libri seriali del primo Novecento, e altri eventi straordinari come Via col vento e Il Piccolo Principe. Storie di grandi scrittori come Mark Twain, Hemingway e Steinbeck che si prestavano volentieri alla pubblicità. Un viaggio tra grandi successi e tonfi paurosi, fino a osservare il libro al tempo dei social. Follower, influencer, like, stroncature, cuoricini, emoticon ammiccanti o dispettosi, incensi e veleni della rete. Dai metodi inflazionati di promozione che promettono a tutti un grande successo al singolare caso di Rupi Kaur, astuta regina della poesia social. La storia del libro come racconto appassionante di splendori e miserie del mondo editoriale. -
Storie di animali e altre persone di famiglia
«Queste storie sono vere, o, per essere rigorosamente esatti, alcune sono vere, mentre altre hanno un nocciolo di verità e un contorno di fantasia»: così Durrell in apertura a questo libro che, caratterizzato dall'inconfondibile e frequente ricorso all'ironia che pervade tutta la sua opera, narra delle sue bizzarre avventure.rn«Unendo mirabilmente letteratura di viaggio e divagazione scientifica, Storie di animali e altre persone di famiglia è un'ulteriore, imperdibile capitolo della straordinaria capacità di Gerald Durrell di ""scovare le eccentricità di uomini e animali""""» - Sunday Telegraphrn«Delizioso, affascinante, divertente» - The Timesrn«Nessuno riesce ad essere più divertente di Durrell nel raccontare le proprie avventure e le scene più buffe in balia di artigli e zampe» - The Christian Science MonitorrnIl libro narra le avventure di Gerald come quando, vagabondando nei boschi della regione francese del Périgord, si imbatte in Esmeralda, una singolare scrofa «pura come una vergine» che non emana, come si potrebbe supporre, l'odore caratteristico dei maiali, ma un profumo delicato e fragrante capace di evocare campi primaverili fiammeggianti di fiori. O quando, costretto dalla vanesia fidanzata Ursula, si ritrova a dover dividere una camera nel lussuoso albergo Claridge con l'insopportabile pappagallo Mosè, un pennuto che parla perfettamente, anche se è più sboccato di un marinaio.rnBizzarre avventure, che non riguardano soltanto gli animali prediletti. Ecco, infatti, una giovane suora, al centro di una cause célèbre, che «per grazia divina» sparge il terrore tra i croupier del Casinò di Montecarlo, vincendo una mano dietro l'altra grazie alla fortuna prodigiosa; ecco un ex boia che, dopo aver trovato rifugio in Paraguay, ogni sera intrattiene conversazioni immaginarie con le sue vittime, riunite attorno a un tavolo per farsi beffe di lui; e, ancora, un capitano di nave scandinavo che, con impeccabile garbo, conduce undici anziane signore australiane nel loro primissimo viaggio verso l'Europa, salvo poi lasciarci le penne."" -
Cospiratori e poeti. Dalla comune di Parigi al maggio 68'
Da Blanqui a Debord, cospirazioni, scandali e sogni delle avanguardie artistiche che vollero cambiare il mondo.rnrn«Era la poesia moderna, da cent'anni, che ci aveva condotti lì. Eravamo alcuni a pensare che bisognava attuarne il programma nella realtà; e in ogni caso non fare nient'altro» – Guy DebordrnrnStoria delle avanguardie e dell'idea di rivoluzione, e dell'alleanza che le lega fin dall'origine, queste pagine mostrano come, prima che «artistiche», le «avanguardie» siano state esistenziali e politiche, nel senso di Rimbaud, che aveva della poesia un'idea eminentemente pratica: «cambiare il mondo e cambiare la vita». Di questo vasto programma, che ha caricato di compiti spropositati la bohème artistica e politica dalla Comune di Parigi al Maggio 68, si faranno infatti carico tutte le avanguardie del XX secolo, cultrici dello scandalo e dell'iperbole, fino all'autoscioglimento dell'Internazionale situazionista nel 1972. Da Blanqui al socialismo fiabesco di Fourier, da Breton a Isidore Isou, scrittore e cineasta, fondatore dell'Internazionale lettrista, da Aragon a Guy Debord, scrittore e cineasta anche lui, fondatore dell'Internazionale situazionista, fino alla gioventù metropolitana ribelle della fine degli anni Sessanta, Gabutti narra di cospirazioni reali e illusioni rivoluzionarie, di storie personali e ardite teorie dell'arte e della società, e della loro tendenza a confondersi fino all'indistinguibilità dell'una e dell'altra. Un racconto avvincente che illumina il conflitto tra arte e potere che da più di tre secoli caratterizza le società occidentali. -
Guantanamo
Narrando di un giovane arabo rinchiuso senza colpa nel campo di prigionia di Guantanamo, negli anni immediatamente successivi agli attentati dell'11 settembre, Youssef Ziedan affronta uno dei temi fondamentali del nostro tempo, in cui la lotta al terrore con il terrore finisce inevitabilmente col minare i fondamenti stessi della democrazia e della dignità dell'uomo.rnQuando viene bendato, incatenato e trasportato a Guantanamo, il campo di prigionia più famoso al mondo, il protagonista senza nome di questo romanzo sa già cosa lo aspetta. Sa che lo picchieranno e lo tortureranno. Anche se è innocente. La sua unica sfortuna è stata quella di trovarsi al confine fra Pakistan e Afghanistan a ultimare delle riprese per alJazeera e di esser stato «venduto» da alcuni ufficiali corrotti alle forze americane. A Guantanamo, però, lui è considerato un jihadista come tanti altri. I suoi aguzzini lo battezzano «Press», per la sua ostinazione a dirsi innocente. I detenuti, invece, «Abu Bilal», dal nome del primo muezzin del Profeta. Nonostante l'isolamento e i morsi della fame, l'uomo si affida alla preghiera ed è proprio con la preghiera che riesce a non cedere alla tristezza e alla malinconia, quando pensa alla moglie Muhaira rimasta sola a Doha; alla madre e ai fratelli che vivono in Sudan ignari della sua condizione di prigioniero; o a Nora, una ragazza di Alessandria che è stato il suo primo amore. Quando, dopo anni di privazione, gli viene paventata l'ipotesi di un rilascio, la libertà rimane comunque un miraggio: prima di andarsene dovrà affrontare una faticosa «rieducazione» con Sara, una psicologa militare. La realtà che lo aspetta, infatti, è dura da affrontare: suo padre è morto e sua moglie ora vive con un altro uomo. Se seguirà le istruzioni dei vari agenti segreti che lo controllano, un giorno Abu Bidal potrà raggiungere la sua famiglia che si è trasferita in Egitto. E, chissà, magari riallacciare anche i rapporti con quel primo amore mai dimenticato. -
Amore e rovina
Amore e rovina restituisce magnificamente l'avventurosa vita di Martha Gellhorn, una delle più grandi corrispondenti di guerra del XX secolornrn«Paula McLain trasforma con successo Martha Gellhorn in un'indimenticabile eroina.» – The Washington Postrnrn«Se l'amore e la guerra sono due dei più grandi temi della letteratura, qui ci sono entrambi. I dialoghi di Paula McLain sono, come Hemingway avrebbe apprezzato, autentici e sinceri. Un romanzo che cattura la passione reciproca tra Gellhorn e Hemingway e la lenta erosione della fiducia da entrambe le parti.» – USA TodayrnrnrnNel 1937, la ventottenne Martha Gellhorn si trova a Madrid per documentare le atrocità della Guerra civile spagnola. È l'avventura che da sempre stava aspettando e, al contempo, l'occasione per dimostrare di essere una brava giornalista in un campo dominato dagli uomini. Ma, inaspettatamente, l'incontro con lo scrittore Ernest Hemingway cambierà le carte in tavola, portandola a innamorarsi perdutamente di lui. All'ombra dell'imminente Seconda guerra mondiale la relazione tra Martha e Ernest si intreccia alle loro carriere professionali. Ma quando Ernest pubblica il più grande successo letterario della sua carriera, «Per chi suona la campana», Martha deve fare una scelta: arrendersi ad essere la moglie di un uomo famoso o rischiare di perdere Ernest per seguire le sue ambizioni.