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I regni del Mediterraneo occidentale dal 1200 al 1500. La lotta per il dominio
Dalla conquista dell'Italia meridionale e della Sicilia da parte dei Normanni nell'XI secolo alla creazione del Regno di Sicilia nel secolo successivo, la ricostruzione storica di David Abulafia si allarga fino alle due sponde del Mediterraneo, dalla Spagna ai Balcani, teatro vastissimo delle battaglie con le quali Angioini e Aragonesi si contesero il dominio sul Regno delle Due Sicilie. Ne viene fuori un'inedita storia dell'Italia del basso Medioevo e un quadro completo di un fondamentale periodo storico che illustra le principali realtà politiche del Mediterraneo occidentale in quei secoli: Catalogna-Aragona in Spagna, la casa d'Angiò in Francia e, sull'altra sponda, Sicilia, Sardegna e Italia meridionale dominate alternativamente ora dall'una ora dall'altra casata. -
Città in guerra. Sicilia 1820-1821
Duecento anni fa, nel pieno della Restaurazione, l'Europa e l'America Latina vennero scosse simultaneamente da una serie di eventi rivoluzionari. Esperienze liberali e costituzionali attraversarono i 'mezzogiorni d'Europa', da Cadice a Lisbona, da Napoli e Torino alla Grecia, seguendo un percorso di uomini e di idee lungo il Mediterraneo. In Italia il maggiore impatto fu in Sicilia, con conseguenze drammatiche sotto il profilo politico-sociale e delle relazioni internazionali. Qui le rivolte esplose a macchia d'olio assunsero i caratteri di una vera e propria 'guerra civile'. Borghesie cittadine, notabili di paese e 'popolo' si schierarono pro o contro l'opzione indipendentista. Insurrezioni e scontri armati si propagarono in base alla decisione dei gruppi dirigenti di consolidare o ribaltare la leadership politica. Anticipando per molti aspetti la 'grande rivoluzione' del 1848, la Giunta di Palermo organizza un esercito sul modello spagnolo delle 'guerriglie', mentre in molti luoghi si reclutano 'guardie civiche' per difendere la proprietà e l'ordine sociale. Una conferma di come il biennio 1820-1821 rappresenti uno snodo periodizzante della storia dell'Italia contemporanea. -
La democrazia dei signori
Come è potuto accadere che il potere legislativo passasse di fatto nelle mani dell'esecutivo riducendo le funzioni delle assemblee elettive a meri compiti di ratifica? E soprattutto: un assetto politico resta ""democratico"""" anche quando il """"demo"""" se n'è andato? O si trasforma in una democrazia dei signori?«Al di là del trovarsi o no d'accordo con le sue tesi, non c'è dubbio che Canfora svolga fino in fondo quel ruolo di intellettuale politico oggi piuttosto raro.» – Robinson, la Repubblica«Voglio sottolineare il fatto che solo i ceti medio-alti continuano in qualche misura a riconoscersi nell'attuale sistema politico. A sentirsene rappresentati. Lo dico con una battuta: si vota di più nel quartiere borghese romano dei Parioli che in quello popolare della Garbatella. Votano `i signori'.» – Luciano Canfora, intervista a La StampaDa oltre trent'anni l'Italia vede attuarsi periodicamente soluzioni """"irregolari"""" delle crisi politiche. Ciampi, Monti, Draghi. Da tempo i presidenti della Repubblica si regolano come se fosse in vigore da noi la Costituzione della Quinta Repubblica francese, o forse pensano che sia ritornato lo Statuto Albertino: convocano """"qualcuno"""" che metta le cose a posto. Non possiamo non chiederci se, tra le cause immediate di questa deriva, non ci sia il disinvolto e reiterato ricorso alla cosiddetta """"unità nazionale"""" e al conseguente assembramento di formazioni politiche ritenute antitetiche ma destinate a perdere, nel corso di tali esperienze, larga parte dei loro connotati. È probabile che tutto questo si sia verificato sotto la pressione incalzante di costringenti strutture extranazionali in grado di imprimere una accelerazione. Ma il problema ineludibile che abbiamo di fronte è: a quale prezzo e con quale riassetto del nostro ruolo internazionale si sia prodotta una tale mutazione, e se essa sia irreversibile."" -
La città dell'Ottocento. Nuova ediz.
Le stazioni ferroviarie, le gallerie commerciali, le esposizioni universali, i quartieri industriali sono alcuni dei luoghi che caratterizzano la città dell'Ottocento e che hanno segnato la nascita della metropoli contemporanea. Insieme con i lungomare, gli anelli di circonvallazione, i sobborghi-giardino, i quartieri degli affari hanno dato origine allo scenario urbano in cui oggi viviamo. Arricchita da una nuova introduzione, questa edizione si avvale anche di una bibliografia aggiornata. -
Sono razzista, ma sto cercando di smettere. Nuova ediz.
Niente razze, ma molto razzismo. Niente razze, ma molte differenze, scritte un po' nel nostro DNA. E moltissimo nella nostra cultura, nei tanti luoghi comuni dove andiamo a inciampare ogni giorno, nei pregiudizi che ci guidano attraverso le piccole e grandi vicende della vita e che ci portano a subire, dire, fare o semplicemente pensare cose razziste. -
Manifesto anarca-femminista
Un femminismo al passo con i tempi deve essere capace di comprendere e accogliere le lotte e le rivendicazioni del femminismo tradizionale che esige l'uguaglianza per le donne, così come la critica queer, la nozione di genere come dispositivo biopolitico, le battaglie trans che mettono in discussione il dominio cisgender, i sospetti del femminismo nero e decoloniale che vede il femminismo bianco come un femminismo d'élite vinto a spese di corpi razzializzati e infine l'eco-femminismo che capisce che lo sfruttamento della natura va di pari passo con lo sfruttamento delle donne. Il manifesto anarca-femminista riesce in un intento apparentemente impossibile: unire in un unico punto di vista posizioni così poliedriche. Questo è possibile perché anarca-femminismo significa assenza di arché - assenza di un principio unico che spieghi l'oppressione - ed è valido per chiunque appartiene al 'secondo sesso' e subisce allo stesso tempo lo sfruttamento del capitale e il dispositivo biopolitico degli Stati, determinati a classificare i nostri corpi per renderli più redditizi: donne trans, donne cis, coloro che hanno generi molteplici, LGBTQI+ e altri. -
Il governo dei giudici
La situazione della giustizia in Italia è peculiare. Da un lato si assiste a una dilatazione del ruolo dei giudici, dall'altro a una crescente inefficacia del sistema giudiziario. Molti osservatori concordano sul fatto che la magistratura sia diventata parte della governance nazionale; che vi sia una indebita invasione della magistratura nel campo della politica e dell'economia; che in qualche caso la magistratura cerchi persino di prendere il posto della politica, controllando anche i costumi, oltre ai reati, proponendosi finalità palingenetiche delle strutture sociali, stabilendo rapporti diretti con l'opinione pubblica e con i mezzi di comunicazione. In questo contesto, le procure hanno acquisito un posto particolare, tanto che molti esperti parlano di una 'Repubblica dei PM', divenuti un potere a parte, con mezzi propri, che si indirizzano direttamente all'opinione pubblica, avvalendosi della 'favola' dell'obbligatorietà dell'azione penale, utilizzando la cronaca giudiziaria come mezzo di lotta politica e trasformando l'Italia in una 'Repubblica giudiziaria'. -
Non si parla mai dei crimini del comunismo
«Nessuno parla mai dei crimini del comunismo!»: sul serio? Dagli eccidi perpetrati dai bolscevichi al massacro di Piazza Tienanmen a Pechino, i crimini dei regimi comunisti o sedicenti tali non sono mai stati sconosciuti, anche quando si è provato a tacerli o negarli; hanno accompagnato la storia del secolo scorso come un'ombra cupa e assillante, condizionandone il corso. Oggi, oltre 5000 monumenti, musei e memoriali sparsi per il mondo, istituti di ricerca, fondazioni, associazioni di ex prigionieri politici e una letteratura vastissima testimoniano che non esiste alcuna congiura del silenzio a oscurare le violenze commesse in nome della società senza classi. Il problema, in verità, è più serio. Se è vero che in tutti gli Stati comunisti, dall'Urss alla Cina, dall'Angola al Vietnam, dall'Albania a Cuba, si sono riprodotti i caratteri di una violenza che ha la sua matrice nella qualità totalitaria del progetto leninista, dobbiamo capirne le specificità al di là di semplificazioni faziose e di sciocche equiparazioni. Questo libro smentisce immaginari e luoghi comuni di quello che, nel bene e nel male, è stato il più vasto movimento politico del mondo contemporaneo. -
I fratelli Graviano. Stragi di mafia, segreti, complicità
Intorno alle stragi Falcone e Borsellino, nonostante i trent'anni trascorsi e le molte sentenze giunte all'ultimo grado di giudizio, ci sono ancora molti misteri e opacità. Questo libro li affronta seguendo il filo rosso delle vite di Giuseppe e Filippo Graviano, capimafia del clan palermitano di Brancaccio. Pupilli di Salvatore Riina, Filippo è stato il regista di complesse operazioni finanziarie, Giuseppe uno spietato killer che ha vissuto la stagione delle bombe assieme a Matteo Messina Denaro. Ne viene fuori un racconto incalzante che ci porta nella Sicilia più sconosciuta, quella delle complicità con pezzi delle istituzioni e della politica. Attraverso testimonianze e documenti inediti entriamo nei segreti che legano il passato e il presente di Cosa nostra e ripercorriamo le tappe della carriera criminale della famiglia, dagli anni Settanta agli anni Novanta, mostrando come Giuseppe e Filippo hanno esercitato un forte potere anche dopo il loro arresto, nel 1994. Salvo Palazzolo ci restituisce in un vivido affresco una lunga storia criminale, ci ricorda quanto ancora non sappiamo su Cosa nostra, ma ci regala anche il racconto delle vicende dei tanti uomini coraggiosi che hanno provato a fermarli. -
Il brigante e il generale. La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola
Sulle rive dell’Ofanto, nel Mezzogiorno italiano, un secolo e mezzo fa si svolse una grande sfida.rnDa una parte c’era il brigante, Carmine Crocco. Pastore, militare, bandito di professione, divenne il capobanda più famoso nelle campagne meridionali dopo il 1860. Alla guida del brigantaggio filoborbonico, sperimentò forme di guerriglia che avranno fortuna nel XX secolo, anticipandone gli aspetti politici e una organizzazione criminale su larga scala.rnDall’altra parte, il generale, Emilio Pallavicini di Priola, aristocratico sabaudo, militare esperto in operazioni speciali e al comando di reparti schierati nella campagna contro il brigantaggio. L’ufficiale era parte dell’antica aristocrazia di spada e interpretò la conclusione di un processo secolare, in cui i ruoli militari passavano definitivamente ai professionisti della guerra.rnNel primo decennio dell’Italia unita furono questi due uomini, lontanissimi per origine e formazione, i protagonisti più conosciuti della guerra per il Mezzogiorno. Carmine Pinto racconta le loro ‘vite parallele’ e, attraverso queste, gli episodi, i luoghi, le battaglie e le leggende, la guerra tra il primo esercito nazionale e l’ultimo dell’antico regime, fino allo scontro finale e al sorprendente epilogo delle loro esistenze. -
Libri pericolosi. Censura e cultura italiana in età moderna
Nei secoli racchiusi tra l'invenzione della stampa e la nascita del diritto d'autore anche gli uomini e le donne più illuminati credevano nella necessità di sorvegliare la circolazione libraria e reprimere le idee considerate dannose per la società. Cosa distinse il sistema di censura romano dai meccanismi di controllo vigenti in altre parti d'Europa? E, soprattutto, in che modo la censura ecclesiastica influì sugli sviluppi della cultura italiana nel corso dell'età moderna? Tenendo insieme in un unico grande affresco dotti e 'senza lettere', letteratura e arte, scienza e filosofia, politica e teologia, questo libro restituisce la voce ai tanti attori che animarono la scena culturale della penisola italiana. Ricostruisce gli strumenti con cui Roma cercò di impedire la diffusione dei libri ritenuti pericolosi e allo stesso tempo gli stratagemmi con cui autori, stampatori e lettori cercarono di aggirare tali controlli. La censura fu eliminazione, soppressione, cancellazione, ma anche sostituzione, restituzione, riscrittura. Il successo della politica religiosa e culturale della Controriforma passò anche per la capacità di restituire ai fedeli una serie di testi atti a sostituire i libri non più disponibili. Il libro scomparve e poi ricomparve sotto forme diverse, lontane ma non del tutto nuove rispetto al loro aspetto originario. -
Il «Beneficio di Cristo» e l'eresia italiana del '500
Questo libro affronta per la prima volta la storia complessiva del ""Beneficio di Cristo"""", unanimemente considerato il testo capitale della Riforma italiana, menzionato in moltissimi processi per eresia dal Veneto alla Sicilia e oggetto di una caccia spietata da parte del Sant'Ufficio romano, al punto che solo a metà Ottocento si scoprì l'unica copia superstite della prima edizione. Oltre a coglierne le molteplici assonanze con numerosi filoni eterodossi della cultura europea del primo Cinquecento, la ricerca contestualizza la redazione e ricezione del testo in un ampio quadro politico europeo, tra speranze di riforma della Chiesa, illusioni di pacificazione religiosa e di accordo con i protestanti, continui conflitti tra papa Paolo III Farnese e l'imperatore Carlo V. Lo studio di Firpo e Alonge affronta, sulla base di una documentazione nuova, il controverso problema di chi fu l'autore di quelle pagine e ne colloca la redazione sul crinale di eventi decisivi della storia religiosa e politica degli anni che fecero da sfondo alle prime convocazioni del concilio di Trento. Ne emergono i caratteri peculiari dell'eresia italiana, la sua originalità e le sue contraddizioni, nonché gli aspri conflitti che divisero i vertici della Chiesa su come affrontare la drammatica crisi scaturita dalla protesta di Lutero e sulle sue diramazioni anche al di qua delle Alpi."" -
La Sibilla. Vita di Joyce Lussu
Lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. Viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell’Europa occupata dai nazifascismi: Parigi, Lisbona, Londra, Marsiglia, Roma, il Sud dell’Italia dove sono arrivati gli Alleati. Documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. Joyce, insieme al marito Emilio Lussu e ai compagni di Giustizia e Libertà, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, è in prima linea nella Resistenza. Poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. Azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell’Africa e del Curdistan. Nazim Hikmet, Agostinho Neto, i guerriglieri di Amílcar Cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che Joyce ‘scopre’ e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie.Proposto da Giuseppe Antonelli al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:rn«A un certo punto della storia, si capisce che la libertà è un bene che può valere la vita. Così è stato durante gli anni del regime fascista e della guerra voluta dal dittatore Mussolini. Quel punto può ripresentarsi in qualunque momento. L’unico modo per capirlo è averlo vissuto o poterlo rivivere attraverso un racconto. Grazie a Silvia Ballestra, la straordinaria vita di Joyce Lussu rivive nelle pagine di un libro affascinante e imprevedibile com’era lei. Una sorta di valigia a doppio fondo, come quelle con cui superava i posti di blocco nazifascisti. C’è il romanzo di una vita e dentro una vita romanzesca; c’è la grande storia e dentro una grande storia d’amore: quella tra la sibilla Joyce ed Emilio Lussu; c’è la lingua agile del racconto e dentro le tante lingue parlate da una cittadina del mondo. Romanzo «di fame e di vita» e di fame di vita, vicenda di viaggi e di fughe (in questo senso, romanzo d’evasione), emozionante inno alla resistenza, all’indipendenza, alla libertà. Tutto questo è La Sibilla di Silvia Ballestra. E per questo, come amico della domenica, ho deciso di candidare il libro al Premio Strega 2023.» -
La grammatica presa sul serio. Come è nata, come funziona e come cambia
Questo libro si propone di chiarire che cosa è la grammatica quando la si 'prende sul serio', facendo piazza pulita delle tante idee sbagliate al proposito. In particolare, mostra che non è una massa di minute prescrizioni, ma il punto d'arrivo di Homo sapiens che cerca come esprimere quel che ha in mente. Stazione provvisoria di questa lunga marcia, la grammatica è il motore che fa silenziosamente funzionare le lingue. Intesa così, è anche il terreno su cui la linguistica si incontra con le scienze cognitive, l'informatica e perfino la teoria dell'evoluzione. ""La grammatica presa sul serio"""" la raffigura come un arcipelago di componenti interdipendenti, parzialmente universali e sempre esposti ai rischi del mutamento. Presenta questioni aperte che gettano luce sulla natura delle lingue e anche dell'umano: perché Homo sapiens ha inventato una grammatica? Che nesso c'è tra la grammatica e la mente? Esistono lingue che ne sono prive? Come è fatta la grammatica delle 'protolingue'? La grammatica è uguale per tutte le lingue? Gli errori la fanno progredire? Quali sono i suoi meccanismi principali? Questi temi sono illustrati con un linguaggio rigoroso ma amichevole, un minimo ricorso a tecnicismi e un ricco corredo di esempi dall'italiano e da lingue europee ed extraeuropee."" -
Il silenzio. Italia 1992-2022
Le stragi del 1992 hanno lasciato un segno indelebile nella memoria di tutti gli italiani. Trent'anni fa Giovanni Tizian era un ragazzo di dieci anni, già orfano del padre ucciso dalla ?ndrangheta. In questo memoir appassionato ripercorre il ricordo drammatico della scia di sangue che ha unito in un filo comune la sua famiglia a quelle delle tante altre vittime e traccia un amaro bilancio: sono trascorsi trent'anni ma quel 1992 che doveva trasformare l'Italia ha lasciato ogni cosa immutata. Quel dolore collettivo non ci ha cambiati, ha solo prodotto una breve indignazione. Per il resto tutto è rimasto come prima: la cultura mafiosa, la prepotenza, l'umiliazione degli ultimi, dei più deboli, di chi è sotto ricatto. I tratti tipici della mafiosità li ritroviamo purtroppo ancora in ampi strati della società. In queste pagine, trent'anni della nostra storia letti prima con gli occhi di un bambino già ferito nel suo diritto all'ingenuità per la violenza che gli si dispiega intorno; poi con gli occhi del ragazzo che cerca con la sua famiglia un nuovo inizio nella 'normale' Emilia; infine con gli occhi del giornalista che da anni si occupa delle trame torbide del potere. Perché anche quando sembra impossibile ottenere giustizia e verità, può e deve rimanere il desiderio di lottare. -
Indagine sul futuro
Prevedere il futuro è impossibile. Chi poteva lontanamente prefigurare centocinquant'anni fa la diffusione delle automobili? Cent'anni fa l'avvento del personal computer? Cinquant'anni fa la capillare dominazione di internet? Il lungo termine, come amano dire gli economisti, è sempre capricciosamente diverso da come ogni generazione se lo immagina. Ma è proprio un economista a tentare con questo libro l'impresa, non quella di fare esercizi di futurologia, ma quella di cercare di articolare il futuro in alcuni campi del sapere interrogandone i più autorevoli esperti: dalla scienza all'istruzione, ai computer sempre più intelligenti, all'economia, ai media, all'urbanistica, al clima. -
Femminismo per il 99%. Un manifesto
Davvero la massima realizzazione per le donne è quella di arrivare a occupare posti di potere nelle gerarchie delle grandi aziende capitaliste? È quel che ci dice il femminismo liberale, che aspira a rompere il soffitto di cristallo, mentre non si preoccupa affatto delle esigenze della stragrande maggioranza delle donne. Esigenze come la lotta contro lo sfruttamento sul lavoro e i diritti sindacali; il riconoscimento della loro fondamentale funzione di cura dei figli, caricata sulle donne in favore della massimizzazione dei profitti; il diritto alla salute e a un ambiente non inquinato; la lotta contro ogni forma di razzismo e guerra. Oggi che il sistema di valori liberisti è in crisi e stiamo vivendo una nuova ondata femminista internazionale, abbiamo lo spazio per creare un altro femminismo: anticapitalista, antirazzista ed ecosocialista. Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya e Nancy Fraser sono state tra le principali organizzatrici dello sciopero internazionale delle donne negli Stati Uniti. -
Il cristianesimo al tempo di papa Francesco
Interrogarsi oggi sul presente e sul futuro del cattolicesimo vuol dire ampliare lo sguardo oltre il Vaticano, oltre l'Italia, oltre l'Europa, in una prospettiva geopolitica globale. D'altra parte, la caratteristica più evidente del pontificato di papa Bergoglio è che esso segna - dopo un millennio - proprio la fine del papato europeo. In questo libro curato da Andrea Riccardi, uno dei più autorevoli storici del cristianesimo, si riflette su che cosa è oggi la Chiesa in Cina, in Africa, nelle Americhe e non solo nel Vecchio Continente. Ci si interroga sulle sfide poste dal confronto tra religioni e sulle prospettive dei laici e dei credenti; sul delicato rapporto tra Vaticano e politica; sulla grande questione dei poveri nel contesto della nuova 'teologia delle città'. -
La vittoria senza pace. Le occupazioni militari italiane alla fine della Grande Guerra
Il primo conflitto mondiale ridisegnò complessivamente l'intera carta geografica europea, con la nascita di nuove entità statuali, il tracciato di nuovi confini e lo spostamento dei vecchi. In molti casi gli Stati vincitori acquisirono territori abitati da popolazioni di altra lingua. È il caso dell'Italia. Si intrecciarono così, in un nodo arduo da gestire per i contemporanei, politica interna e politica estera, compimento dell'unità nazionale e sogni imperiali. Questo libro rappresenta la prima trattazione organica, in un'ottica comparata, delle occupazioni italiane nel primo dopoguerra. -
L' Europa nel vortice. Dal 1950 a oggi
Dopo gli orrori della prima metà del XX secolo, gli anni compresi tra il 1950 e il 2017 sono stati un periodo di pace e di relativa prosperità per gran parte dell'Europa. Una seconda rivoluzione industriale ha trasformato il continente. La catastrofica era della 'guerra civile europea' e dei due conflitti mondiali è sembrata svanire in un passato lontano. Come ha fatto l'Europa a lasciarsi alle spalle le macerie di due guerre e a costruire la più duratura pace della sua storia?