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Uguaglianza di opportunità. Si, ma quale?
Cosa vuol dire uguaglianza di opportunità? Quando ne parliamo pensiamo di riferirci tutti alla stessa cosa, ma non è così. Questo libro cerca di chiarirne il significato, esaminando tre interpretazioni e mostrandoci implicazioni e conseguenze sulle persone: l'uguaglianza di opportunità di partecipazione al mercato, che vede nell'istruzione il mezzo principale per assicurarla; l'uguaglianza di opportunità come compensazione delle disuguaglianze dovute alle circostanze; l'uguaglianza di opportunità come uguaglianza di capacità. Elena Granaglia illustra le differenze tra queste concezioni, che hanno ricadute significativamente diverse sulle politiche sociali ed economiche da adottare, ed esprime la sua preferenza per la terza, quella elaborata da Amartya Sen e Martha Nussbaum. -
Arte sacra e letteratura dal Rinascimento al Barocco. Brunelleschi, Lorenzo il Magnifico, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio
Questo volume offre un esame di dati tecnico-formali e storico-culturali e una valutazione dell'incidenza di emblemi teologici fondamentali nell'arte cristiana dell'età d'oro italiana nella sua massima espressione creativa. Il discorso critico si svolge a partire da un'analisi delle geometrie simboliche del Brunelleschi. Si affrontano in seguito le concezioni letterarie e architettoniche di Lorenzo il Magnifico e del suo architetto Sangallo, per poi passare a un esame dei collegamenti tra Dante e Leonardo, con particolari riferimenti al simbolismo materno e alla ""Vergine delle rocce"""". Attraverso una serie di riflessioni sul contrasto neoplatonico tra carne e spirito nell'universo artistico e poetico di Michelangelo, questo percorso ermeneutico si conclude con osservazioni sul significato iconologico della 'voluta geometrica', un segno tipico brunelleschiano, all'interno dell'opera di Caravaggio e nel Barocco in generale."" -
Caporali tanti, uomini pochissimi. La storia secondo Totò
Il principe Antonio De Curtis non era solito leggere i racconti degli storici. Lo appassionava solo la storia della sua famiglia, che risaliva all'imperatore Costantino. Non lo divertiva la Storia, cioè l'esistenza umana nel fluire del tempo, perché aveva una visione tragica della vita. Ma permetteva a Totò di spernacchiare tutte le persone che nella Storia, e quindi nella vita, si comportano da «caporali»: i prepotenti che tormentano gli «uomini» qualunque, costretti a vivere un'esistenza grama. Nei suoi novantasette film, ambientati nelle più varie epoche storiche, dall'Egitto dei faraoni all'Italia del 'miracolo economico' e all'Europa del Muro di Berlino, Antonio incarna nei personaggi di Totò sia i 'caporali' sia gli 'uomini', ma sempre con lo stesso proposito: «spernacchiare» i caporali, spiegando che la pernacchia «ha tanti scopi: deride, protesta, esplode con un grido di dolore». E difende così la dignità dell'uomo libero. -
La voce delle sirene. I Greci e l'arte della persuasione
Per gli antichi le Sirene erano mostri orripilanti, per metà uccelli e per metà donne. Eppure, esse avevano qualcosa che le rendeva irresistibili: la voce, suadente e ammaliatrice. Insieme ad altre figure mitologiche a loro affini come Circe, Calipso ed Elena, le Sirene sono in questo libro le protagoniste della prima tappa di un cammino che, partendo da Omero e a Omero ritornando, si concentra sull'Atene del V secolo, la città della democrazia e della parola. Ripercorrendo storie poco note e celebri passi di prosa e di poesia, Laura Pepe indaga le incredibili potenzialità di peithó, persuasione, la parola che insieme seduce e convince. Sovrano potentissimo, la parola è capace di compiere le imprese più divine: sa convincere del vero e del giusto, ma può anche illudere e ingannare. Scopriremo la sua forza in queste pagine, guardando ai protagonisti della politica che arringano il popolo riunito in assemblea, agli accusatori e agli accusati che si industriano a convincere i giudici del tribunale e, infine, a quei maestri di persuasione che furono i sofisti. E ancora una volta saremo grati alla Grecia antica, che - tra storia, mito, poemi e filosofia - ha dato forma al nostro modo di pensare e di confrontarci con il mondo.Per gli antichi le Sirene erano mostri orripilanti, per metà uccelli e per metà donne. Eppure, esse avevano qualcosa che le rendeva irresistibili: la voce, suadente e ammaliatrice. Insieme ad altre figure mitologiche a loro affini come Circe, Calipso ed Elena, le Sirene sono in questo libro le protagoniste della prima tappa di un cammino che, partendo da Omero e a Omero ritornando, si concentra sull'Atene del V secolo, la città della democrazia e della parola. Ripercorrendo storie poco note e celebri passi di prosa e di poesia, Laura Pepe indaga le incredibili potenzialità di peithó, persuasione, la parola che insieme seduce e convince. Sovrano potentissimo, la parola è capace di compiere le imprese più divine: sa convincere del vero e del giusto, ma può anche illudere e ingannare. Scopriremo la sua forza in queste pagine, guardando ai protagonisti della politica che arringano il popolo riunito in assemblea, agli accusatori e agli accusati che si industriano a convincere i giudici del tribunale e, infine, a quei maestri di persuasione che furono i sofisti. E ancora una volta saremo grati alla Grecia antica, che - tra storia, mito, poemi e filosofia - ha dato forma al nostro modo di pensare e di confrontarci con il mondo. -
Raccontare. Strategie e tecniche di storytelling
La parola 'storytelling' è ormai diventata di moda e rischia di perdere i contorni del suo significato. Eppure, lo storytelling e la narrazione in generale si stanno rivelando, al di là delle mode, strumenti comunicativi di eccezionale potenza, tanto da far temere che il loro utilizzo possa trasformarsi in una sorta di manipolazione di massa. Spaziando dall'antropologia alla semiotica, dalla sociologia alle neuroscienze, questo libro mostra come l'attività narrativa sia connaturata all'essere umano e come la nostra organizzazione sociale si fondi anche sul racconto. Partendo da questo presupposto, Raccontare propone una panoramica sulle tecniche di narrazione della realtà e sui loro ambiti di applicazione: dalle organizzazioni ai media, dal teatro al racconto dei territori. Non possiamo vivere senza racconti. Ma, in un mondo in cui le narrazioni sono diventate sempre più pervasive e sofisticate, è necessario imparare a orientarsi. Questo libro è una mappa preziosa per muoverci tra i tanti campi di impiego dello storytelling. -
Niccolò Machiavelli. Ragione e pazzia
Niccolò Machiavelli è considerato uno dei più grandi teorici della ragione politica. In effetti è straordinaria la capacità con cui analizza le situazioni, i rapporti di forza, le alternative. Ma non è solo questo. È anche un visionario capace di sporgersi oltre le barriere dei canoni consueti, di vedere al di là delle situazioni di fatto, di proporre soluzioni ""eccessive"""", straordinarie: appunto, «pazze». Non per nulla gli amici gli attribuiscono capacità profetiche, cioè di prevedere cosa sarebbe, infine, accaduto. Machiavelli condivide naturalmente il giudizio sulla pazzia come mancanza di senso della realtà, stravaganza, addirittura idiozia: fare le cose «alla pazzeresca», come dice nella Mandragola, gli è completamente estraneo. La """"pazzia"""", però, può essere anche un'altra cosa: capacità di contrapporsi alle opinioni correnti, di rischiare il tutto per tutto inerpicandosi sul crinale che divide la vita dalla morte, di combattere affinché le ragioni della vita – cioè della politica, dello Stato – possano prevalere sulle forze della crisi, della degenerazione, pur sapendo che sarà infine la morte a prevalere sulla vita, perché questo è il destino di ogni cosa. Realismo e """"pazzia"""": è in questa tensione mai risolta che sta il carattere non comune, anzi eccezionale, dell'esperienza di Machiavelli rispetto ai suoi contemporanei. Una pazzia totalmente laica e mondana, senza alcun contatto con la follia cristiana di Erasmo."" -
Storia della Repubblica Sociale Italiana 1943-1945
Tra il 1943 e il 1945 l'Italia conosce la sua ora più buia: il Paese diviso in due; la guerra tra le truppe alleate e gli occupanti nazisti; lo scontro tra la Resistenza e i tedeschi supportati dai fascisti. È l'estrema stagione politica di Benito Mussolini, la pagina più sanguinosa e dolorosa del Novecento italiano. La Repubblica Sociale Italiana ha avuto una storia breve: venti mesi convulsi che vanno dal settembre del 1943 all'aprile del 1945. Un periodo che rappresenta la pagina più buia del nostro Paese, in cui gli italiani sperimentarono la fine dello Stato, la fine della monarchia sabauda, la fine del fascismo e la sua rinascita, l'occupazione tedesca e la guerra civile al Nord. Un dramma di grande complessità, destinato a lasciare un segno duraturo nelle esperienze individuali e in quelle collettive. Questo libro, avvalendosi delle più recenti ricerche e di fonti poco conosciute, restituisce al lettore l'immagine complessiva delle sue varie (e contraddittorie) componenti: l'azione di governo, il dispiegamento repressivo, il collaborazionismo, lo scarto tra i progetti e le concrete realizzazioni. Un'attenzione particolare viene rivolta al ritorno di Mussolini, all'apporto fornito allo sforzo bellico germanico, alle formazioni armate (Brigate nere, X Mas, SS italiane, ""ausiliarie"""", polizie semiautonome), alla """"guerra sporca"""" ai partigiani e ai civili, alla caccia agli ebrei, fino alla transizione al dopoguerra tra giustizia sommaria e amnistie. Il risultato è un lavoro che ancora mancava nella pur vasta storiografia sull'argomento, capace di catturare il lettore raccontando un'epoca di eroismi e viltà, opportunismi e solidarietà."" -
La lezione di Enea
Vi siete mai chiesti perché, pur avendo dovuto tutti leggere l'Eneide a scuola, fatichiamo a ricordare qualcosa che non sia la fuga da Troia o la grande storia d'amore tragico con Didone? Perché abbiamo così facilmente dimenticato gli epici racconti sulle mitiche origini di Roma e del suo impero? Forse perché i versi del poema di Virgilio non sono adatti ai momenti in cui le cose filano lisce e allora si va in cerca di avventura nella letteratura. Il canto di Enea è destinato al momento in cui si sperimenta l'urgenza di raccapezzarsi in un dopo che stordisce per quanto è diverso dal prima in cui si è sempre vissuto. Enea è l'eroe che vaga nel mondo portandosi sulle spalle anziani e bambini. È colui che viaggia su una nave senza nocchiero alla ricerca di un nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare. È l'uomo sconfitto, colui che non ha più niente tranne la capacità di resistere e di sperare. Un personaggio quanto mai attuale. -
Il seme dell'intolleranza. Ebrei, eretici, selvaggi: Granada 1492
L'anno 1492 segna tradizionalmente una cesura epocale importante: con la scoperta dell'America e l'avvio dell'unificazione del mondo per opera degli europei si considera concluso il Medioevo e iniziata l'età moderna. In quello stesso anno accadono cose che fissano alcuni meccanismi di identità e di esclusione tipicamente moderni. In Spagna, la conquista dell'ultimo regno musulmano e l'espulsione della minoranza ebraica avviano la formazione di uno stato fortemente caratterizzato dall'unità religiosa. Non solo, alle altre figure già codificate dell'alterità umana, l'eretico, il giudeo, l'espansione extra-europea aggiunge la figura del selvaggio. È su di loro che si esercitarono i dispositivi di potere creati nella penisola iberica, in modo particolare quello dell'Inquisizione. In una realtà sociale come quella spagnola, divisa per lingue, culture, tradizioni e religioni, lo Stato moderno nasce issando le barriere dell'intolleranza e creando categorie di ""diversi"""" su cui si esercitano i meccanismi dell'esclusione o dello sfruttamento: si va dall'assoggettamento dei popoli extraeuropei (i """"selvaggi"""") all'eliminazione dell'eretico e dell'ebreo. In tutti questi casi la religione offre la legittimazione all'esercizio del potere. Sugli ebrei in particolare si registra un passaggio carico di un pesante futuro: quello dalla tradizione dell'antigiudaismo cristiano del Medioevo a base religiosa alle nuove forme di antisemitismo a base """"naturale"""", fondato sulla presunta differenza di sangue."" -
La forza del destino. Storia d'Italia dal 1796 a oggi
Da quando è nata tra alti clamori – mandando all'aria l'equilibrio geopolitico europeo – la più giovane delle grandi nazioni occidentali è una fucina di ambizioni e frustrazioni, slanci e sconfitte, un amalgama esplosivo che la rende, ancora oggi, un autentico vaso di Pandora. Christopher Duggan segue la lunga scia tracciata dall'idea di ""nazione"""" dall'Unità di Mazzini, Garibaldi e Cavour fino al principio del nuovo millennio e rintraccia quel filo rosso del destino italico che ha spinto verso l'unificazione un paese segnato da contraddizioni apparentemente insormontabili."" -
Romanzo popolare. Come i «Promessi sposi» hanno fatto l'Italia
Forse perché lo leggiamo troppo presto o forse perché siamo costretti a farlo a scuola, sta di fatto che, in generale, abbiamo una opinione abbastanza grigia e sfocata dei Promessi sposi. Spesso ci rimanda un’immagine di compunzione religiosa e di moderatismo accomodante simile a certe vecchie fotografie che troviamo nelle case dei nostri nonni e che faticano a parlarci ancora.rnEcco, vi invitiamo a (ri)leggere i Promessi sposi in modo un po’ diverso dal solito, cioè in compagnia non di un letterato, ma di uno studioso di storia d’Italia. Scopriremo così che i Promessi sposi hanno un carattere fortemente politico e ci dicono moltissimo sulla nostra storia, non solo quella del Seicento, sul nostro carattere nazionale, sull’impronta che il cattolicesimo ha lasciato, nel bene e nel male, nella nostra coscienza morale.rnTorneranno alla luce l’importanza e il valore del messaggio ideologico al cuore di questo romanzo: una morale privata basata su libertà di scelta e responsabilità individuale, per uomini e donne; un illuminato senso della misura nella valutazione delle cose del mondo, ma con una consapevolezza acuta della giustizia e dell’ingiustizia dei contesti sociali e delle azioni dei singoli. -
Storia mondiale del lockdown
La pandemia ha segnato un prima e un dopo nella vita di tutti noi. Ha costretto a ripensare il ruolo dello Stato, a reinventare il modo di lavorare, ci ha interrogato sull’importanza dei legami affettivi e della vicinanza fisica. Al centro di tutti questi cambiamenti c’è l’esperienza del lockdown, di cui questo libro restituisce una cronaca puntuale, mese per mese, paese per paese.rnAttraverso una ricostruzione cronologica divisa per aree geografiche, dalla Corea all’Australia, dall’Italia alla Danimarca, dagli Stati Uniti a Israele, Gabriele Crescente ripercorre gli eventi legati all’introduzione e alla gestione dei lockdown. Ne emerge un quadro globale sui modi in cui i governi di tutto il mondo si sono trovati a dover decidere sull’opportunità di limitare le libertà fondamentali per far fronte a una minaccia dai contorni ancora indefiniti e sui tanti fattori che hanno determinato le radicali differenze nelle strategie adottate, nella loro efficacia e nel modo in cui sono state accolte. Non sappiamo ancora se questa è una storia davvero finita, ma di certo sappiamo che resterà uno dei passaggi cruciali della storia di questo secolo. -
Gli ebrei in Italia. I primi 2000 anni
La storia degli ebrei in Italia è antichissima: nessuna comunità in Occidente ha una presenza così costante, dalla Roma antica fino a oggi. Soprattutto, la storia degli ebrei in Italia è una storia fortemente specifica e in parte diversa rispetto a quella dei centri della diaspora europea. Distinta da una netta continuità attraverso oltre venti secoli; prima culla, all’inizio dell’era volgare, dell’ebraismo diasporico. Caratterizzata da una forte integrazione nella società cristiana, sia nel Medioevo che nei secoli successivi, nonostante le mura dei ghetti; poco toccata, nei secoli, dai fenomeni più estremi di antisemitismo; segnata da una forte partecipazione degli ebrei, nel XIX secolo, alla costruzione risorgimentale; e infine colpita durante l’occupazione nazista da arresti e deportazioni a cui partecipano attivamente i fascisti della Repubblica di Salò. E ancora, almeno fino al secondo dopoguerra, poco impegnata nel progetto sionista e anche successivamente poco coinvolta in una concreta emigrazione in Israele, anche se molto condizionata e segnata dalla presenza dello Stato ebraico. Una storia che, a essere compendiata in una sola frase, potrebbe esser definita come ‘una storia italiana’. -
1492. Diario del primo viaggio
Cominciamo col dire che non erano tre. Le caravelle, ovviamente. Si tratta di un mito durevole, entrato prepotentemente nell'immaginario. Tre come i Magi, come i Moschettieri, per non citare altri e più sublimi paragoni. Volendo essere precisi, due caravelle e una nao: una grossa nave commerciale. Ma poco importa: il mito si costruisce a suon di semplificazioni. L'invito è a salire a bordo e a ripercorrere, passo dopo passo, le tappe del primo viaggio di Cristoforo Colombo, proprio quello che il 12 ottobre del 1492 porterà l'Ammiraglio ad avvistare la terra (le Indie o una sconosciuta?). Come per ogni navigazione, dovremo prepararci imparando a conoscere i tipi nautici, il regime dei venti, strumenti come la bussola, le carte, le tavole di martelogio per il calcolo del punto nave. Ma soprattutto saremo introdotti alla vita di bordo e incontreremo gli uomini che stanno per compiere la traversata. A guidarci sarà il Giornale di bordo, il diario su cui Colombo annotava tutto ciò che viveva in quelle settimane. -
Storie meravigliose di giovani greci
La Grecia che abbiamo imparato a conoscere e ad amare dall’epica, dalla tragedia, dalla storia è ricchissima di straordinarie figure di giovani uomini e giovani donne.rnAchille è l’eroe che a una vita lunga e incolore preferì la brevità di un’esistenza spezzata ma piena di gloria. Gli fa da contraltare il mite Telemaco: il figlio obbediente che vive nell’ombra di un padre mai conosciuto. E c’è Antigone, la vergine che, in un fragoroso assolo, osa levare la sua voce di dissenso. E Oreste, il figlio che uccide la madre per dare giustizia al padre. Fin qui il mito. Poi c’è la storia, che ci ha lasciato memoria dell’ambizioso Alcibiade, interprete perfetto di un tempo di cambiamenti nella cornice della guerra più atroce di Grecia. E come non ricordare Alessandro? Colui che osò sognare l’impossibile e che l’impossibile riuscì a realizzarlo, riunendo il mondo sotto di sé. Ma ci sono anche le figure femminili tratteggiate dai versi di Saffo, che ancora ci emozionano per la potenza dei sentimenti che esprimono. -
Mondo digitale
Siamo sempre più immersi nel mondo digitale. Le aziende del Web ci promettono una futura esistenza online dove il nostro avatar interagirà costantemente con tanti altri sé virtuali. La nostra esistenza si sta inevitabilmente trasformando in una vera e propria ‘vita digitale’. Ma quali sono le conseguenze sociali dei social media, delle piattaforme, del software informatico e degli algoritmi? Ovvero, questa ‘rivoluzione digitale’ sta profondamente modificando la struttura e l’identità della nostra società? -
Sondaggi. Le tecniche, i rischi, il futuro
Senza sondaggi non sapremmo più chi siamo, quali siano le opinioni prevalenti nel nostro e negli altri paesi, quali i gusti degli utenti televisivi, la fiducia nelle istituzioni, nella politica e nei partiti, il giudizio sui più importanti leader politici e sul governo. E molto, molto altro ancora. A firma di uno dei maggiori esperti del campo, uno strumento prezioso che non solo gli addetti ai lavori - giornalisti, politici, comunicatori - ma tutti i cittadini dovrebbero tenere a portata di mano, per capire che cosa c'è dietro la domanda: che cosa ne pensano gli italiani? -
Il grande libro del ghiaccio
Il Grande Libro del Ghiaccio si dipana tra la lotta millenaria dell’uomo con il gelo e il radicale rovesciamento dei valori tra Settecento e Novecento, con la scoperta romantica dei ghiacciai, la neve degli sciatori e l’invenzione del ghiaccio artificiale, cioè la sua produzione a scopo alimentare, industriale e medico. Fino alla crisi attuale, in cui l’uomo prende coscienza della propria responsabilità di fronte alla fusione dei ghiacciai. -
Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno
Guardano il cielo stellato ma non si meravigliano, sono angosciati dall'esistenza ma non sono tragici, elaborano ricette ma non redigono nuove tavole della legge, parlano di tutto ma non di noi. I contemporanei non ci sono attuali. Sono i classici i competenti in umanità e i maestri di saggezza: con i loro precetti - obbedire al tempo, seguire il demone, conoscere se stessi, non eccedere, conoscere la natura - ci soccorrono nel rispondere alla domanda di Agostino: «Tu chi sei?». Sono i classici che, liberandoci dalla saturazione e dalle spire del presente, ci ricollegano alla memoria dei trapassati e ci interpellano sulla responsabilità verso i nascituri, rendendoci partecipi di quella grande comunità - res publica maior la chiamava Seneca - che ci precede e ci eccede. Il libro spinge questa riflessione fino ai nostri giorni. Intercetta le domande dei giovani, abitati da una divorante ansia di verità e chiamati a una missione supplementare e difficile: arrivati in un mondo fatto su misura per i loro padri, devono costruirne uno per loro stessi e per i loro figli. Torna così attuale l'invito che Max Weber, echeggiando la saggezza classica, rivolse ai giovani nei giorni segnati dalle macerie della prima guerra mondiale. Alla loro domanda: «Professore, cosa dobbiamo fare?», rispose semplicemente: «Ognuno segua il demone che tiene i fili della sua vita». -
Il valore di tutto. Chi lo produce e chi lo sottrae nell'economia globale
Al cuore della crisi economica e finanziaria degli ultimi anni c'è un problema evidente: nel moderno capitalismo l'estrazione del valore, ovvero la raccolta dei profitti - dai dividendi degli azionisti ai bonus dei banchieri - è ricompensata assai meglio della creazione effettiva di valore. Oggi scambiamo chi raccoglie i profitti con chi effettivamente crea valore, chi guadagna con chi produce. Quel concetto di valore così centrale nella storia del pensiero economico - basti pensare alle riflessioni di Ricardo, Marx, Schumpeter e Keynes - oggi è misconosciuto o distorto tanto nella teoria quanto nella prassi. Se vogliamo riformare il capitalismo dobbiamo porci una serie di domande radicali: da dove viene la ricchezza? Chi crea il valore? Chi lo estrae? Chi lo sottrae? Solo rispondendo a queste domande possiamo sostituire l'attuale sistema capitalistico di tipo parassitario con un capitalismo più sostenibile, più interdipendente: un sistema che funzioni per tutti.