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Corpi fuori controllo. Violenza omofoba ed eteronormatività a Malindi
Il libro ricostruisce la specifica genealogia della violenza omofoba all'interno della comunità swahili di Malindi (Kenya), tenendo alta l'attenzione sulle intersezioni tra le linee di oppressione che attraversano i corpi. Particolare rilevanza è data ai processi di razzializzazione che hanno segnato la storia locale, dalla Colonia fino al contemporaneo turismo di massa. Inoltre, viene analizzato criticamente un certo tipo di attivismo LGBTIQ universalista, con base in Occidente. Il libro mette in evidenza le dinamiche mediante cui tale attivismo tende di fatto a invisibilizzare la diversità di genere e sessuale e a isolare e piegare modalità di lotta non aderenti ai modelli egemonici euro-statunitensi. La ricerca si è intrecciata con la pratica politica che ne è stata parte fondamentale in merito sia alla metodologia sia alla scrittura e alla riflessione. -
Dietro l'autonarrazione. Benedetto Croce fra Stato liberale e Stato democratico
Questo libro ricostruisce l'evoluzione del pensiero politico di Croce su alcune questioni (egemonia, classe dirigente, brigantaggio, liberismo-liberalismo) e personalità europee (Schiller, Mazzini, Garibaldi, Tocqueville) e il suo rapporto con le fasi più drammatiche del '900 (primo e secondo dopoguerra, fascismo). I vari capitoli, integrati da alcuni studi in appendice, sono accomunati metodologicamente dall'esigenza di storicizzare l'autore, cogliendone gli slittamenti, da rintracciare a prescindere dalla sua autonarrazione, a cui talvolta la crociologia ha prestato troppo ascolto. In tal modo è possibile comprendere meglio la sua fase ""conservatrice"""" ed enucleare il senso del suo appoggio alle coalizioni capeggiate da Mussolini dopo la marcia su Roma: non un mero """"dirizzone"""" ma il riflesso di un modello liberale che, pur nella lucida cognizione delle derive atomistiche e """"spettacolari"""" della modernità, non accettava tutte le conseguenze del processo di democratizzazione, come anche Antonio Gramsci aveva rilevato."" -
Blocksophia. La filosofia della blockchain
Blocksophia è un neologismo. Indica un fatto e un augurio. Del primo, questo agile libro dà ampia dimostrazione in pagine brillanti, chiare, esaustive: la blockchain, la frontiera più innovativa della tecnica informatica, ha un cuore antico. Essa richiama infatti i più classici concetti e valori elaborati dalla filosofia morale occidentale, e ne richiede una rivisitazione e una riabilitazione in chiave pratica: dalla fiducia alla responsabilità, dalla trasparenza alla democrazia. L'auspicio è invece per l'autrice - che ha una doppia formazione filosofica e manageriale - quasi una certezza: tocca a noi rendere il futuro affascinante e non inquietante, facilitando la ricomposizione graduale, che già si intuisce, della frattura realizzatasi in età moderna fra cultura tecnico-scientifica e cultura umanistica. La blockchain potrà aiutarci nella risoluzione di questioni etiche sempre più complesse, ma toccherà sempre a noi, nella nostra libertà e responsabilità, prendere le decisioni finali. -
Dentro il confine. Metamorfosi di concetti nella pratica interculturale
In queste pagine si intrecciano diverse tematiche che spaziano dall'ambito politico e interculturale a quello psicoanalitico ed estetico. Adone Brandalise è stato tra i primi in Italia a portare a contatto lo stile interculturale con il proprio personale campo di esperienze intellettuali in ambito sociologico, politico ed estetico. È tentata qui una ricognizione degli esiti recenti di un confronto tra pensiero, poesia e psicoanalisi, nel dialogo serrato con autori come Nietzsche, Celan, Eckhart, Rosenzweig, Heidegger, Kafka, Lacan: nomi che da sempre scintillano in maniera vivacissima nella costellazione di riferimenti che Brandalise evoca nei suoi interventi scritti, e ancor più in quelli numerosissimi destinati all'oralità. Le due sezioni del libro esplicitano la struttura autoriflessiva dell'insieme del ragionamento di Brandalise: ogni nodo della rete è infatti inestricabilmente connesso a tutti gli altri, e anche gli interventi che riguardano temi di scottante attualità rimandano all'esercizio teoretico relativo a tematiche che solo a uno sguardo superficiale possono apparire più astratte. -
Traversie e opportunità. Studi su Giambattista Vico nel 350° anniversario della nascita
Il volume raccoglie una serie di scritti per miscellanee e riviste, interventi in seminari o convegni nazionali e internazionali in occasione dell'anniversario del 2018. Essi danno conto del rinnovato impegno critico-filologico sulla filosofia di Vico con un'idea di fondo, quella di riflettere sull'intreccio di diritto, etica e storia in relazione alle diverse fasi di un pensiero in continua e finanche spasmodica sistemazione: dalla ""politicità"""" delle Orationes alla discoverta del """"vero Omero"""" e del suo """"scudo di Achille"""" nel linguaggio iconico delle Scienze nuove. Il tutto segnalando traversie e opportunità, nate da esperienze assai originali di Vico nelle relazioni con la cultura barocca e quella del suo tempo, a partire dalla frequentazione del cenacolo di Valletta, della cui Biblioteca curò l'inventario nel 1726 per la vendita ai padri Filippini della Congregazione dell'Oratorio di Napoli."" -
Discorsi letterari e filosofici e altri scritti
Al centro dell'interesse teorico che ha ispirato questa ristampa è il Lomonaco philosophe negli anni dell'esilio pavese (1805-1810), la sua riflessione sui programmi dell'illuminismo meridionale ed europeo, sui rapporti tra natura e scienze dell'uomo, sapere storico e ragione, ""perfettibilità"""" e civiltà; nuovi scenari, quest'ultimi, utili a leggere le complicate trame della """"ragione"""" dell'istoria, le stesse su cui si erano misurati Filangieri e Pagano, Cuoco e Salfi. In questa prospettiva la cultura italiana di primo Ottocento, testimoniando le adesioni e le distanze da Vico, ha guardato al sensismo e all'idéologie per costruire una moderna science de l'homme in una dimensione antropologica positiva, capace di sostituire alle questioni della metafisica classica le indagini sulle azioni e il destino degli uomini."" -
Il coraggio di immaginare. Ritratti e percorsi di storie terapeutiche con il fotolinguaggio
Come recita il sottotitolo - ""Ritratti e percorsi di storie terapeutiche con il fotolinguaggio"""" - e come bene illustra lo psicoanalista Giuseppe Pellizzari nella prefazione al testo, si tratta qui di un viaggio in un mondo fatto di immagini e parole. Le immagini scelte (spesso casualmente o istintivamente) dai pazienti, sotto la guida della psicopedagogista, arteterapeuta e artista Mariapia Borgnini e di altri psicologi e psicoterapeuti, sono immagini che emozionano, liberano, producono spontaneamente il """"conversare"""" psicoanalitico. Sono immagini di grandi fotografi o immagini qualunque, fotocopiate e assemblate, e hanno la potenza di smuovere i ricordi, evocare e rappresentare paesaggi interiori. Come fossero piazze di una città sconosciuta, da cui si dipartono strade da percorrere insieme, producono percorsi terapeutici imprevedibili e sorprendenti."" -
Dalla formazione esperienziale al mondo del lavoro
Un'azione formativa basata sull'esperienza investe ogni aspetto del mondo del lavoro e potrebbe prevenire, in alcuni casi addirittura risolvere, non pochi problemi. La realtà lavorativa è un sistema complesso, determinato da un'acquisizione di esperienze riconducibili a diversi aspetti strettamente interrelati tra di loro e verso l'esterno. Nonostante le più sofisticate forme di pianificazioni messe a punto nell'epoca dei big data, i tratti costitutivi delle organizzazioni sono l'imprevedibilità e l'incertezza. L'organizzazione ""orologio"""", una macchina dagli elevati livelli di prevedibilità degli eventi, alla luce delle analisi portate avanti in questo lavoro, resta un obiettivo non realizzabile. L'organizzazione del lavoro non è soltanto un sistema di elementi interdipendenti, ma uno stato di flusso permanente. Gli stessi confini strutturali delle imprese sono difficilmente tracciabili, venendo a mancare la distinzione tra ciò che è interno ed esterno alla realtà produttiva. In questo registro di realtà, i processi formativi basati sull'esperienza possono dare risposte efficaci al nuovo sistema produttivo, sempre più sottoposto ai rapidi e imprevedibili cambiamenti, proponendo lo sviluppo di competenze polivalenti, dinamiche e funzionali, in grado di sapersi adeguare alle esigenze innovative dei vari settori del mondo del lavoro. Al di fuori di un'analisi strettamente strutturale-informale, il testo presenta al suo interno tre piani dialetticamente intrecciati: l'esecuzione del compito, l'insieme delle persone reciprocamente impegnate e coordinate tra loro e, non per ultimo, se stessi, cioè i protagonisti che nel e dal lavoro vengono coinvolti nella loro dimensione personale. Apprendere, comprendere, lavorare, cambiare sono aspetti simultanei dello stesso processo e appartengono alla persona."" -
Case study houses. La percezione dello spazio vissuto tra tecnica e narrazione
Il Case Study Houses Program, promosso a Los Angeles dalla rivista ""Arts & Architecture"""" tra il 1945 e il 1966, rappresenta il più importante esperimento architettonico sul tema della residenza unifamiliare. Questa definizione è sufficiente? Il Case Study Houses costituisce il più grande esperimento di architettura fotografata per scopi pubblicitari. I reportage eseguiti da Julius Shulman non si limitano a fornire una documentazione """"meccanica"""" dei trentasei progetti. Essi sono espressione diretta dell'epoca a cui si riferiscono, in termini di cultura dello spazio e di stile di vita. Muovendo da queste considerazioni, il volume analizza una selezione di fotografi e di J. S. indagando gli aspetti percettivi ed emotivi generati sugli osservatori. L'inserimento di personaggi in movimento, il controllo della luce e della prospettiva, sono gli strumenti tecnici adottati da Shulman per narrare lo spazio ammaliando il pubblico. Il funzionamento delle immagini è spiegato applicando le teorie della psicologia dell'arte, dell'estetica e della neuroestetica."" -
Giovani politica società
La scelta di concentrare l'attenzione sugli studenti universitari è dettata dal ruolo che questa categoria sociale ha svolto nel passato rispetto alla partecipazione e alla contestazione politica. L'obiettivo è quello di porre attenzione sui cambiamenti nell'interesse e nel coinvolgimento giovanile rispetto alla sfera politica e sociale. Alla luce peraltro delle tesi della centralità sociale, secondo cui si tratterebbe del segmento giovanile maggiormente orientato verso la cosa pubblica per via del bagaglio di risorse economiche, sociali e culturali di cui dispone. Un dato questo che al presente si interseca, tuttavia, con dinamiche che segnano e complicano, in Italia come nel più ampio contesto europeo e internazionale, le traiettorie dei giovani verso la partecipazione politica. In un quadro, segnato dall'affermarsi del populismo, in cui l'età, dopo decenni di ""invisibilità"""", torna a giocare un ruolo cruciale nella spiegazione delle dinamiche politiche e delle scelte di voto. Presentazione di Luigi Alfieri."" -
Nello specchio delle meraviglie. Il teatro di figura di Richard Teschner
Il teatro di figura di Richard Teschner, artista boemo che ha operato nella prima metà del Novecento tra Praga e Vienna, è una forma espressiva molto diversa da ogni altro esempio di teatro di figura del tempo. Grazie a una commistione di tecniche e tematiche, che traggono linfa da Oriente e Occidente, e a una compresenza di tradizione e innovazione, Teschner riesce a creare un Gesamtkunstwerk altamente colto e raffinato. In un milieu, quello della Vienna di fine secolo capitale dell'Austria felix, che vive una radicale innovazione dei paradigmi conoscitivi e una fioritura del dialogo tra arte e scienza, Teschner realizza i suoi teatri e le sue figure ottenendo un duplice risultato: da un lato contribuisce alla elevazione del teatro di figura che diviene una forma d'arte colta; dall'altro risponde alla crisi del soggetto, disorientato dalla deflagrazione della modernità, costruendo una nuova utopica totalità mediante la confluenza dei linguaggi artistici e della tecnologia. -
Campo lungo. Memoria visuale dall'archivio della lega di cultura di Piadena
Figlio di braccianti della Bassa padana, Giuseppe Morandi documenta, insieme a Gianfranco Azzali e agli altri membri della Lega di Cultura di Piadena, la cosmologia contadina di cui facevano parte, ormai sul punto di scomparire travolta da quel massiccio processo di urbanizzazione innescato negli anni del boom economico. Una testimonianza interna a quella classe non egemone, come l'ha definita Gianni Bosio, di salariati, braccianti agricoli e bergamini che qui trova visibilità, volto e una propria immagine. -
Modernità antiliberale. Reazioni romantiche e pensiero politico antisistema nell'Europa di Otto e Novecento
Perché l'Europa occidentale continentale rispose alle idee e alle sfide dell'Illuminismo con un contropensiero? Perché questo non accadde nei Paesi anglosassoni? Per comprendere queste differenze, la storia del pensiero politico dell'epoca va filtrata attraverso la distinzione tra Paesi ""first comers"""" e Paesi """"second comers"""", cioè tra quelli in cui il passaggio alla modernità fu un processo spontaneo e quei Paesi continentali in cui esso fu introdotto tramite """"rivoluzioni dall'alto"""", promosse da regimi monarchici autoritari al fine di ottenere quella """"potenza"""" che solo la modernità poteva dare, ma senza le connesse libertà. Il Romanticismo fu infatti una """"reazione"""" prima all'Illuminismo, poi alla modernizzazione che veniva dall'Inghilterra e dalla rivoluzione francese. Da qui scaturirono due movimenti politici antisistema, il comunismo e il fascismo. Ambedue promettevano una società alternativa a quella liberal-democratica, riprendendo in chiave di filosofia della storia tematiche millenaristiche del monoteismo cristiano (l'hegelismo, di sinistra e di destra)."" -
Spazi del femminile. Nelle letterature e culture di lingua inglese fra Settecento e Ottocento
Cosa si intende per ""femminilità""""? Quali spazi e quali luoghi vi sono associati? Per quale ragione avvengono queste connessioni? Ma, soprattutto, spazi e luoghi possono contribuire a delimitare, restringere o allargare i confini dei concetti di genere/gender dei corpi? Passando in rassegna alcuni tra gli spazi e i luoghi più ricorrenti nella letteratura inglese tra Settecento e Ottocento - nei testi (canonici e non) scritti da uomini e soprattutto da donne, più o meno famose - possiamo forse seguire le tracce di questi mutamenti. Case, boudoir, salotti, focolari, postriboli, prigioni, tribunali, scuole, librerie, manicomi e soffitte, ma anche luoghi all'aperto, en plein air, fino a raggiungere le nuvole, possono diventare """"maniglie teoriche"""" o puntelli ideologici cui afferrarsi per delineare questo percorso letterario e culturale nella costruzione del concetto di """"femminile"""": un costrutto culturale mutevole, complesso, fluido, determinante dal punto di vista sociale ed economico, che va a interagire con le categorie - altrettanto significative - di classe, ruolo sociale e sessuale, istruzione/educazione e potere."" -
Le pieghe del corpo
Domandarsi ""cosa può un corpo?"""" ci pone di fronte a una doppia sfida: da una parte ci costringe a riconoscere i limiti di quelle risposte che catturano ogni riflessione in definizioni astratte, dall'altra invita ad aprirci verso l'incertezza, la possibilità di interpellare ciò che del corpo è soggettivo e oggettivo, ciò che è politico, ma anche etico ed estetico. Con l'intento di intrecciare saperi e pratiche, questo libro mette a confronto alcuni regimi moderni di pensiero con i sensi e i significati associati alla corporeità, sviscerandone le interpretazioni sul piano sociale e politico. L'universalizzazione dei significati attribuiti al corpo viene messa in discussione tramite l'esplorazione degli spazi e dei luoghi della corporeità, con le loro peculiarità e prassi, indagando il sociale nel corpo e il corpo nel sociale. Guardare alle contingenze del corpo, alle pieghe, attraverso i processi che lo plasmano, ci mostra la possibilità di un nuovo potere istituente, emancipatore e resistente."" -
Interscambi. Filosofia, letteratura, pittura
Il libro si occupa dei margini della filosofia, cioè dei punti in cui talvolta essa sconfina dal proprio territorio, o all'opposto subisce invasioni da parte di ""non addetti ai lavori"""". A essere chiamati in causa sono, più specificamente, i rapporti che la filosofia instaura con letteratura e pittura. Si tratta di mostrare, attraverso esempi significativi, come i pensatori dell'ultimo secolo si siano relazionati alle opere di letterati e artisti visivi, o come questi abbiano manifestato interesse per filosofi antichi e recenti. Così, nella prima parte del volume, viene preso in esame il modo in cui Bataille ha reinterpretato Descartes, Char è divenuto amico di Heidegger, Deleuze e Derrida hanno scritto rispettivamente su Beckett e Celan, mentre Lacoue-Labarthe e Nancy hanno riletto i romantici tedeschi. Nella seconda parte, la trattazione verte su Lyotard alle prese con Duchamp, Deleuze commentatore di Cézanne e Bacon, Foucault interprete di Magritte, Derrida di Van Gogh e Nancy di Hantaï. Una fitta serie di interscambi, dunque, che hanno contribuito non poco ad approfondire e rinnovare il nostro modo di intendere sia la filosofia che le arti."" -
Musica a pelle. Immaginario tattile e globalità dei linguaggi
Ascoltare una musica come qualcosa che tocca e si lascia toccare, che suscita in noi la memoria di gesti ed evoca vissuti intersensoriali è il frutto dell'incontro fra strategie compositive e reazioni immaginative degli ascoltatori. In ""Musica a pelle"""" si esplora l'immaginario musicale attraverso pagine della storia della musica che sembrano evocare in modo privilegiato metafore di esperienze corporee: i miti di Ermes e Medusa, la poetica acquatica di Debussy, la leggerezza dei Miroirs di Ravel, la voce graffiante di Janis Joplin, l'immaginario gestuale dei Pink Floyd... Oltre alla psicologia della musica, alla semiotica musicale e alla filosofia del linguaggio, questo libro fa ampi riferimenti alla globalità dei linguaggi, disciplina fondata su un'estetica semio-psico-fisiologica, intenta a scoprire il senso profondo dei comportamenti umani."" -
Arte sovietica alla Biennale di Venezia (1924-1962)
Fin dalla sua prima apparizione all'Esposizione internazionale di Venezia, il padiglione sovietico ha costituito una delle mostre più attese e dibattute da critica e pubblico della Biennale. Il presente studio ne prende in esame la travagliata storia nel periodo compreso tra il brillante debutto nel 1924, a ridosso della morte di Lenin, e il 1962, anno terminale di una pioneristica stagione espositiva, avviata negli anni del disgelo promosso da Chrusc?ëv. Tra queste due date, una serie di animate partecipazioni e pianificate assenze, dettate dall'imperscrutabile politica sovietica, sullo sfondo del fascismo prima, e dell'emergere della Guerra fredda dopo. Il saggio ripercorre le alterne vicende e la ricezione critica della partecipazione dell'URSS all'Esposizione d'arte della Biennale, nel contesto delle relazioni culturali con l'Italia da una parte, e delle politiche espositive promosse da Mosca dall'altra, mettendone in luce il ruolo di strumento di diplomazia internazionale, di persuasione ideologica e di testimonianza artistica. -
Esistenze rammendate. Strategie di sopravvienza, strategie di vita
Il libro cerca di dimostrare due tesi in particolare. La prima consiste nell'attualizzazione di due concetti apparentati, il ""rammendo"""" freudiano e il """"sinthomo"""" lacaniano, con cui i due psicoanalisti hanno identificato una possibilità di salvezza per le persone che hanno """"perso il filo"""" della propria esistenza. Una vita, per restare tale, deve mantenere annodati i tre fili dell'immaginario, del simbolico e del reale. Quando uno di essi si spezza, si scivola nella psicosi a meno che non si riesca a effettuare un """"rammendo"""" che preservi dalla patologia, dal farnetico, dalla fuoruscita dall'ordine del linguaggio. Rammendi del genere sono stati operati da tre grandi scrittori i quali, privati di un intercessore paterno che li immettesse nel circuito della Legge, hanno compensato tale mancanza con le loro creazioni letterarie: James Joyce, a cui Lacan ha dedicato il Seminario XXIII del 1975/76; Gustave Flaubert, su cui Jean-Paul Sartre ha incentrato le milleduecento pagine della sua opera pressoché testamentaria """"L'idiota della famiglia""""; Marcel Proust, che condivise un destino analogo. La seconda prende le mosse dai quattro discorsi di Lacan (del padrone, dell'isterica, dell'università e dell'analista) che costituiscono la trama e l'ordito di ogni vita e che oggi sono stati scalzati dal """"quinto discorso"""" che è stato qui chiamato """"del vampiro e delle vittime volontarie""""."" -
Galileo invita. Contributi alla fortuna di Galileo Galilei nel primo Novecento europeo
Questo libro è invito alla ricognizione teoricamente motivata e storicamente documentata del significato dell'opera di Galileo Galilei e del suo essere stato in vita nella cultura scientifica e politica del primo Novecento europeo. Sono selezionate le notevoli esperienze di studio di Cassirer e Banfi, di Koyré e Geymonat non senza l'intuizione di dedicare un capitolo alla drammaturgia di Brecht, che chiude idealmente questa ricerca propostasi come un cantiere di lavoro in progress.