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Cosmogenesi dell'esperienza. Il campo trascendentale impersonale da Bergson a Deleuze
In Materia e memoria (1896), Henri Bergson pone all'origine della percezione umana un campo a-centrato di immagini ""in sé""""; più di cinquant'anni dopo Gilles Deleuze inizia a elaborare la nozione di piano di immanenza quale condizione virtuale di ogni stato di cose. Da Bergson a Deleuze - e attraverso una serie di illustri mediatori - emerge così un'eterogenea riflessione intorno a quel dispositivo che Sartre ha battezzato """"campo trascendentale impersonale"""". Il presente saggio si propone di ricostruire la genesi di tale istanza, mostrandone al contempo alcune decisive implicazioni: dalla riscrittura in senso immanentista del motivo trascendentale kantiano sino alla conseguente riabilitazione della speculazione metafisica e cosmologica. Dalle riflessioni di Bergson e Deleuze emerge una linea minoritaria nel panorama filosofico novecentesco, in grado di concepire un cosmo """"univoco"""" abitato da una molteplicità di relazioni non più profilate a partire da uno sguardo umano. Prefazione di Rocco Ronchi."" -
Le forme del simbolo. Discorsi e pratiche del contemporaneo
Interrogarsi - dentro una comunità di studio - intorno al significato e alla funzione di ""simbolo"""": del simbolo, cioè, come concetto teorico e insieme operativo del fare estetico contemporaneo. All'Università IULM, docenti e studenti della scuola dottorale in Visual and Media Studies per un anno hanno seguito questo percorso, sfaccettandolo in molte delle sue possibili declinazioni. Da tale lavorio è nato un convegno, Le forme del simbolo. Discorsi e pratiche del contemporaneo, che si è svolto il 20 novembre 2019 e di cui il presente volume è il punto d'arrivo. A dominare, senza alcun dubbio, è il concetto di """"forma simbolica"""" derivante dal pensiero di Ernst Cassirer e dei molti (Erwin Panofsky in testa) che ne hanno calcato le orme. E tuttavia la declinazione fortemente contemporanea di quasi tutti gli interventi sposta l'asse del discorso, valorizzando problematiche (come quella dell'identità) che permettono di implementare diversamente molte delle questioni in gioco. Alla costruzione simbolica (e semiotica), si sostituisce - se non una decostruzione - qualcosa come una defigurazione, una ridefinizione critica del simbolo intesa a metterne in crisi i tratti di totalità e autosufficienza espressiva. E in discussione non è solo l'opposto dialettico che in campo letterario è stato più volte evocato, cioè l'allegoria come critica del rapporto codificato fra significante e significato. C'è di più. Il contemporaneo (il postmoderno?) sempre meno ha fiducia nella verticalità compiuta del senso e anzi scommette sulla proliferazione """"nomadica"""" dei significanti, con una particolare evidenza quando il processo si verifica in ambienti transmediali, postcoloniali, gender oriented, che moltiplicano assiduamente i fuochi del discorso estetico."" -
Geografie dell'università. Esplorazioni teoriche e pratiche rigenerative
La dimensione spaziale rappresenta una componente essenziale dell'attività universitaria: dallo spazio fisico occupato all'interno delle città alle attività industriali e commerciali connesse a essa; dalla presenza di docenti e studenti nei contesti urbani alla partecipazione alla governance locale; dai flussi di conoscenza che circolano a livello globale a quelli che generano ricadute dirette sul territorio. Partendo dall'ampia letteratura internazionale e presentando alcuni casi di studio, il libro esplora i cambiamenti che hanno investito il mondo accademico negli ultimi anni, ponendo l'accento sia sulle criticità, sia sulle potenzialità d'impatto e di pratiche innescate. Nel percorso vengono evidenziate le molteplici geografie che caratterizzano l'agire universitario, come il ruolo di interfaccia tra scala globale e locale, il contributo alla resilienza territoriale, l'impegno sociale e l'interazione con la comunità locale, nonché l'attivazione di processi di trasformazione urbana. -
La monarchia e il libertador. Sovranità e istituzioni nel primo Impero messicano (1821-1823)
Il 24 febbraio del 1821 Agustín de Iturbide firmò il Plan de Iguala, proclamando l'indipendenza dell'Impero messicano dalla Spagna. Fondata sul principio liberale della sovranità nazionale e geneticamente costituzionale, la nuova monarchia rappresentò un unicum nel panorama indipendentista ispanoamericano di segno repubblicano. L'Impero ebbe però vita breve e turbolenta e la sua caduta, nel 1823, coincise con quella di Iturbide (in principio osannato come Libertador, poi incoronato imperatore e infine bollato come tiranno per i suoi scontri con il Congresso costituente). Col Messico subito rifondato come repubblica, l'esperimento monarchico fu etichettato come vacuo e retrogrado, strumentale alle mire dispotiche del suo fondatore, e la storiografia ha spesso alimentato la sua pessima fama. Tuttavia, un'attenta rilettura delle fonti rivela le interessanti peculiarità dell'Impero, che, sotto il profilo politico e istituzionale, può collocarsi a pieno titolo nel contesto rivoluzionario euroatlantico delle prime due decadi dell'Ottocento. -
Un eccezionale Baedeker. La rappresentazione degli spazi nell'opera di Vincenzo Consolo
A partire dalla ricchezza di riferimenti geografici presenti nell'opera di Vincenzo Consolo, il saggio pone l'attenzione sugli spazi fisici e sulla nostra relazione con essi. Un universo labirintico che ha il suo centro in Sicilia e che comprende il Mediterraneo, l'Italia, il mondo intero. Ci si sofferma sul dramma ecologico, sulla crisi dell'identità umana che ne consegue e sul Mediterraneo come spazio di molteplicità e migrazioni, tutte riflessioni di grande attualità. -
Pubblici in esilio. Il consumo delle arti al tempo della pandemia
Lo stato di emergenza che stiamo vivendo pone i luoghi della cultura tra i primi di cui siamo stati privati. Questa è l'occasione per interrogarci sulla relazione tra il pubblico e le arti. Per questo sociologi, filosofi, antropologi, storici dell'arte ed economisti insieme a direttori di musei e altre istituzioni si confrontano sulla cultura al tempo dell'emergenza e sulla complessità contemporanea dell'essere spettatori. -
Postpubblico. Lo spettatore culturale oltre la modernità
Manipolatore o manipolato? Mediale o mediato? Attivo o interattivo? Pubblico o postpubblico? Quali sono oggi i termini più appropriati per parlare di fruizione culturale e definire i caratteri dello spettatore delle arti? Carlo Bordoni, Derrick de Kerckhove, Nicola Emery, Alessandro Scarsella, Daniele Francesconi, Alessandro Bollo, Stefano Laffi, Francesca Serrazanetti, Pier Luigi Sacco e Gloria Bovio esprimono il loro personale punto di vista sui pubblici culturali contemporanei e sulla relazione con le caratteristiche del nostro tempo. -
Sacrifici e simulacri. Bataille, Klossowski
Il libro raccoglie saggi su due autori francesi, Georges Bataille e Pierre Klossowski, accomunati non soltanto da un rapporto di amicizia personale, ma anche da altre caratteristiche significative. Entrambi, infatti, hanno scritto romanzi e racconti spesso trasgressivi e nel contempo sono stati saggisti e filosofi di rilievo, le cui opere hanno suscitato interesse e ammirazione in pensatori più giovani come Deleuze e Foucault. Nei libri batailliani e klossowskiani trovano espressione, in maniera originale, riflessioni su problematiche inerenti ai campi artistico, religioso, economico, nonché a temi pungenti come erotismo, follia e morte. Rileggerli oggi ci riporta a un clima (quello del Novecento francese) di grande fermento intellettuale e politico, nel quale tutte le idee, incluse le più estreme, sembravano poter trovare espressione scritta, e persino giungere a permeare l'esistenza stessa degli autori. Essi, infatti, sono riusciti a sviluppare un pensiero fortemente individuale, ma senza sottrarsi all'esigenza del dialogo, costituendo anzi comunità elettive con persone spiritualmente affini, nell'audace ambizione di ""cambiare la vita""""."" -
Di chi è la colpa? Le ragioni psicologiche del senso di colpa e del bisogno di punizione
Il sentimento della colpa, insieme a quello della gioia e del dolore, è il sentimento più radicato nell'esperienza umana, da sempre. Grazie alla psicoanalisi siamo in grado di conoscere l'origine del senso di colpa e le ragioni del bisogno di punizione verso se stessi (espiazione) e verso gli altri (capro espiatorio). La psicoanalisi ci offre anche la possibilità di optare per un passaggio da una morale della colpa a un'etica del danno, grazie alla distinzione tra giudizio di fatto (responsabilità) e giudizio di merito (colpevolezza) e alla convenienza di sostituire all'angoscia sterile del senso di colpa il dispiacere per il danno causato dai nostri errori e la possibilità di ripararlo. Anche il concetto di perdono riceve una nuova valenza e se ne può valutare la convenienza nella risoluzione dei conflitti relazionali, specie in quelli di coppia. Sul piano sociale, è così possibile passare da una concezione retributiva a una concezione riparativa della giustizia, dove la pena non è più intesa come l'espiazione di una colpa ma come l'offerta di una possibilità di riparazione di un danno. -
Tutto imparammo dell'amore. Appunti monastici
"Tutto imparammo dell'amore"""" evoca il valore eminente della relazione amorosa nell'ambito di ogni esistenza. Come si impara l'amore? Chi sono oggi i nostri maestri? Come ci confrontiamo con la dimensione dell'intimità? A partire da una lettura critica della contemporaneità, l'Autore lascia emergere, attraverso alcuni sguardi prospettici, la ricchezza della tradizione culturale e spirituale ereditata, facendola dialogare con il tempo presente. È così che, anche dalla magmatica natura dell'amore, può affiorare la scoperta di atteggiamenti, antichi e nuovi, chiamati a servire la sfida del bene nei rapporti umani che, in ogni stagione della vita, intrecciamo." -
Oltre l'estremo
"Oltre l'estremo"""" è un passo nuovo, una nuova esperienza. Nella prima parte affronta l'orrore e la disumanizzazione di Auschwitz, su cui pare che non si possa più dire nulla e su cui, invece, è necessario continuare a sentire e parlare. Ma sentire vuol dire che """"io"""" sento, allora è l'io stesso che deve essere interrogato. Lo specchio è lo strumento contro il quale l'io si infrange. Sulle sue schegge si riflette una storia contraddittoria, difficile e quasi inafferrabile. Da qui si entra nella terza parte del libro, nella quale la scrittura è sottoposta a una torsione che l'ha spezzata. La prosa è diventata poesia, ma una poesia del dolore e ancora una volta dell'estremo. Una scrittura frammentata nella quale si riflette la sofferenza individuata sui marciapiedi delle metropoli, nei campi di morte, nella figura tragica di Narciso." -
Fogli di carta. Scritti, editi, letti: salvati
Ogni anno in Italia vanno al macero centinaia di migliaia di libri: eccellenti, mediocri, cari, economici, preziosi, dozzinali, eterni, effimeri... Ogni anno le vendite dei libri calano: disamore per questo bene o altre attenzioni da parte dell'olimpo editoriale? Dal 2007 in Umbria un gruppo di lettori, con pochissimi sostegni politici, culturali, mediatici ed economici, sta salvando più libri possibile per farli rivivere in ""biblioteche tematiche e multilingue dei libri salvati"""", create ex novo, specie nei centri abitati, là dove mancano e dove si stanno perdendo identità e valori. Questo gruppo, unico in Italia, ha salvato oltre sessantamila libri e ha creato una quarantina di queste """"biblioteche"""". Che senso ha oggi tutto ciò? L'impegno e gli sforzi di pochi potranno superare gli scogli eretti dalla logica sempre più finanziaria e manageriale dell'editoria, dalla soggezione dei critici e degli opinionisti, dalla ribellione dei lettori verso l'esiguità del nuovo, oppure la nostra """"civiltà"""" preferirà perdersi tra le espressioni delle emoticon? La lunga esperienza delle """"biblioteche tematiche"""" e la crisi attuale del libro sono l'inchiostro con il quale gli autori di """"Fogli di carta"""" hanno scritto la loro appassionata narrazione."" -
L' essere dopo la metafisica moderna
Dopo il Novecento, in particolare dopo Heidegger e Severino, porre ancora la questione dell'essere può sembrare un gesto tardivo e ingenuo. Il volume discute criticamente l'itinerario che ha condotto Vittorio Possenti a considerare questo gesto, invece, necessario e a dichiarare concluso il ciclo speculativo della modernità, avviato da Cartesio e perfezionato da Kant e Hegel. Recuperando con strumenti teorici rinnovati la tradizione realista della filosofia dell'essere, Possenti sostiene che ""l'ente è"""" e che da qui deve ripartire qualsiasi discorso che intenda riprendere alla base la questione della metafisica. L'essere dopo la metafisica moderna raccoglie i contributi di studiosi che non si allineano e non si oppongo acriticamente agli argomenti proposti da Possenti, ma dialogano con le sue posizioni in modo franco e senza compromessi, restituendo ancora una volta il suo spessore alla parola """"filosofia""""."" -
25 anni di bioetica a Napoli. I protagonisti e le idee
In occasione del 25esimo anniversario dalla costituzione dell'Istituto Italiano di Bioetica- Campania, i soci fondatori hanno deciso di celebrare la ricorrenza con un convegno e con il presente volume che è testimonianza dell'azione svolta non solo nel campo della produzione scientifica, ma anche in quello della divulgazione, della formazione professionale e del dibattito etico-politico generale. Nei saggi raccolti in volume si rilevano, nella variabilità dei punti di vista e nelle sensibilità diverse, tre elementi fondamentali di raccordo. Il primo elemento è l'amicizia che lega tra loro la maggior parte degli autori, ed è conseguenza degli anni di frequentazione e del comune sentire di base. Il secondo elemento è dato dall'accettazione di una prospettiva teorica di fondo, nel nostro caso il pensiero della complessità, soprattutto nella versione di Edgar Morin e Ilya Prigogine. Infine il terzo elemento, la comune opzione a favore del pluralismo, sul versante etico-politico. La serie di saggi che compongono il volume nella cornice epistemologica ed etico-politica appena delineata rappresentano tutti delle specificazioni e delle variazioni originate dalle diverse formazioni e sensibilità individuali degli scriventi. Tale varietà è da sempre stata una peculiarità dell'associazione che ha considerato il rispetto del pluralismo di religioni e visioni del mondo, e il ricorso alla transdisciplinarietà come una ricchezza da conservare e, se possibile, incrementare. -
Voto più voto. Ovvero l'evoluzione della scuola
La vicenda è ambientata nel mondo della scuola, ma il clima di sottofondo è inserito in un discorso più ampio, quello della difficile accettazione di sé, del rapporto insicuro, incerto e fallace che la protagonista ha con sé stessa. Si tratta di una figura di insegnante divenuta tale per puro spirito di rivalsa nei riguardi delle proprie umili origini. La meta conseguita con vari espedienti non sempre leciti, imprevisti e poco consoni al ruolo, nonché uniti alla caparbia volontà di innalzarsi, rappresenta l'unica possibilità di riscatto; ma il tentativo risulterà fallimentare. Il sospirato traguardo non produce gli esiti sperati perché sempre nuovi obiettivi irraggiungibili vengono a turbare i desideri del personaggio, in una costante ricerca di sfide impervie dalle quali le è quasi impossibile non uscire sconfitta. Il problema fondamentale è la perenne insoddisfazione, il pessimo rapporto con la propria persona e il proprio modesto ambiente. I tentativi per emergere sono svariati, ma ogni volta un ostacolo si frappone al raggiungimento di qualsiasi meta concreta che possa realizzare quelli che si rivelano, sempre e comunque, sogni utopistici o progetti troppo ambiti. La sconfitta genera frustrazione e il confronto con chi è più fortunato produce solo invidia e rancore. L'ammirazione stessa per un mondo sempre inarrivabile è la molla che provoca un continuo desiderio inappagato e l'odio per un modello che rimane lontano e fonte solo di dolore astioso e perfida ostilità. La stupefatta adorazione per una figura femminile percepita come simbolo di ogni perfezione, oggetto di estatica stima e vano, chimerico, illusorio, desiderio di emulazione, è il germe rovinoso che nasconde rabbia e malevola gelosia. Questo ritratto richiede di dare uno sguardo al concetto storico dell'insegnamento, di paideia, nel corso dei secoli e, in particolar modo, in riferimento all'epoca classica. Un breve excursus sul modo in cui il tema dell'educazione è stato affrontato nel passato può essere utile per capire il presente. -
Il maestro dell'apocalisse. Eredità e posterità di Gioacchino da Fiore (XIII-XX secolo)
I temi dei singoli interventi che compongono questo volume si concentrano sulla ricezione della tradizione gioachimita a partire dal XIII secolo fino ai nostri giorni. I contributi spaziano dalla rilettura critica di Tommaso d'Aquino fino alla penetrazione e alla riformulazione degli ideali gioachimiti presenti nel dibattito contemporaneo, in Europa e non solo, visto che la riflessione di Gioacchino non rimase confinata nelle aspre montagne della Sila, ma attraversò in lungo e in largo il continente europeo, fino a giungere nel Nuovo Mondo. Ciò che accomuna tutti gli interventi qui raccolti è l'attenzione riservata alla centralità del pensiero gioachimita e all'importanza della sua influenza nel quadro della cultura occidentale. -
I duecentocinquantamila stadi di Eratostene, al tempo del virus. Dialoghi fra un geografo e una economista ambientale, in giro per il mondo
Siamo partiti il 5 gennaio con una crociera giro del mondo, che doveva portarci ad attraversare tutti gli oceani e a fare tappe in America Latina, Polinesia, Australia ma soprattutto in Asia, dove erano previsti tutti i Paesi delle coste orientali, Giappone, Cina, Hong Kong, Corea, Taiwan, Vietnam, Malesia, Singapore. Saremmo rientrati in Europa via India, Oman e canale di Suez. Delle esperienze del nostro viaggio avevamo deciso di scrivere attraverso dei dialoghi fra il geografo (Claude) e l'economista ambientale (Mercedes). E così è stato per la prima parte delle nostre cronache. Ma avevamo fatto i conti senza un ospite inatteso: il Covid-19, che già quando ci trovavamo nell'Atlantico e in America Latina ha cominciato a rincorrerci; infatti poco dopo ci è stato comunicato che la parte asiatica del viaggio sarebbe stata annullata e che sarebbe stata sostituita da fermate nell'Oceano indiano. E le nostre cronache hanno iniziato a cambiare per raccontare di questo inseguimento. Intanto il viaggio proseguiva nel Pacifico, dove il virus ancora non c'era, verso l'Australia e Nuova Zelanda, che sono state le ultime nostre destinazioni. Giunti ad Albany infatti ci è stato annunciato che tutti i porti erano chiusi e che di fatto il nostro giro del mondo era finito. A partire da quel momento abbiamo iniziato a ""filosofare"""" sui panorami marini che ci erano offerti dalla nostra straordinaria crociera senza sbarchi e con l'incubo del virus. Altri testi commentavano invece gli avvenimenti in Europa e nei nostri due Paesi. Ripubblichiamo le nostre cronache nell'ordine in cui sono state scritte. Giudicherete voi lettori se siamo riusciti a interessarvi: per noi è stata una esperienza tanto più attraente quanto del tutto inattesa."" -
Casa desolata. Ragnatele
Casa Desolata (1852-53) occupa un posto particolare nel macrotesto dickensiano. Se si prende il 1850, anno di pubblicazione di David Copperfield, come una sorta di spartiacque nella produzione dello scrittore, questo è il primo dei cosiddetti dark novels con cui inizia la fase matura della carriera di Dickens, sia per la stagione della sua vita, sia per le innovazioni di tecnica narrativa, sia per la presenza più marcata di toni cupi e accenti polemici. Qui c'è ""tutto"""" Dickens: quello della scrittura autobiografica, con il racconto di Esther, uno dei due narratori; quello drammatico, con la vicenda di Lady Dedlock e i suoi segreti; quello comico, con alcuni personaggi minori; quello melodrammatico, con il giovane spazzino Jo che vive e muore nel degradato quartiere londinese di Tom-all-Alone's; quello del """"mystery and detection"""", con l'inchiesta dell'Ispettore Bucket; e infine quello della denuncia sociale, che si scaglia contro le diseguaglianze di classe e il sistema giuridico britannico."" -
Complessità della violenza
I rapidi mutamenti sociali e culturali, propri dell'età della globalizzazione, ci portano a riflettere su ciò che categorizziamo come violenza e sulle evoluzioni storiche e culturali a cui i fenomeni legati a essa si riferiscono. Il libro si sviluppa partendo dall'analisi e dalla reinterpretazione di diversi contributi teorici, forniti da un ampio ventaglio di discipline, nell'ambito della concettualizzazione della violenza. Vengono inoltre proposti due casi clinici analizzati attraverso l'approccio sistemico. In questo modo il lettore potrà cogliere in maniera diretta e continuativa il senso pratico di quanto elaborato nella parte teorica. Come vedremo l'analisi dei due casi clinici è resa possibile solamente attraverso l'interazione tra le differenti scienze che si sono occupate dei fenomeni legati alla violenza, secondo un approccio multidisciplinare, interdisciplinare e complesso. -
Lezioni sulla sicurezza
La sicurezza è uno dei temi più attuali nel dibattito contemporaneo delle scienze umane. Questo anche perché ha tante declinazioni diverse e si intreccia con altri temi altrettanto rilevanti, come il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, le relazioni internazionali, la gestione dei flussi migratori, la prosperità economica e così via. A partire dalle pagine dei ""Discorsi"""" di Machiavelli, il libro ripercorre gli snodi principali del dibattito teorico sulla sicurezza fino al Novecento.""