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Come un viandante. Riflessioni sulla pedagogia di frontiera
Il volume prende in esame il concetto di confine per elaborare una ""pedagogia di frontiera"""". A partire da una riflessione antropologica e pedagogica che pone attenzione al rapporto tra finito e infinito che caratterizza la vicenda umana, i confini sembrano assumere le sembianze ora di mura invalicabili, ora di limiti da rielaborare in senso educativo. Si profila, di conseguenza, la necessità di attuare una riflessione pedagogica attorno al concetto di frontiera come luogo di """"possibilità creativa"""" e come """"terra di mezzo"""" per ridefinire la relazione con sé, con l'altro e con l'Oltre. In questa prospettiva, emerge il ruolo centrale dell'educatore come colui che invita a superare le barriere delle proprie certezze per imparare a sostare nelle """"periferie dell'umanità"""" e infondere nuova speranza nell'essere umano."" -
Vanità e socialità nel design. Icone e paradossi
Dov'è finito il good design? Cosa ne è stato del Bauhaus, degli Eames, dei Saarinen, della Scuola di Ulm, del design italiano degli anni d'oro, quello dei maestri? Nel terzo millennio, il design - molto di quello che furoreggia alle mostre o sulle pagine patinate delle riviste - non sembra dare un sostanziale contributo alla qualità della vita quotidiana, non punta sull'innovazione. Il design, oggi, ha perso vocazione sociale. Non affronta i problemi cruciali del nostro tempo, come la razionalizzazione delle risorse o lo smaltimento dei rifiuti. Non offre soluzioni né strategie. Incorpora simboli immaginari, linguaggi, che magnificano merci rendendole irresistibili. Ciò che conta, soprattutto, è far parlare di sé, nel bene o nel male, e vendere. Il prodotto è uno schermo su cui proiettare storie; è diventato design pulviscolare: gadget, gingillo, obsolescenza programmata. -
Anime altre. Psicoterapia e migrazione
Come fare psicoterapia con uomini e donne dall'identità segnata a fondo dai contesti culturali, sociali, politici dei paesi di provenienza, dalle tensioni e dalla violenza che marchiano oggi a fuoco ogni percorso migratorio? Ascoltando e curando queste anime altre, lo psicoterapeuta riflette necessariamente sulle reazioni che le nostre visioni della patologia suscitano in questi nuovi pazienti. Di riflesso, analizza le proprie reazioni inconsapevoli alle culture e al dolore dell'altro. Attraverso una raccolta di casi clinici, pratiche terapeutiche di gruppo, esperienze di supervisione con mediatori culturali e operatori dell'accoglienza, questo libro si propone come un primo orientamento per psicoterapeuti e per chiunque altro, per passione o professione, frequenti oggi la frontiera violenta e ospitale dell'incontro con chi arriva da lontano. -
La filosofia futura (2020). Vol. 14: sentiero del giorno, Il.
La filosofia futura mette in questione quella che da sempre è ritenuta una evidenza assoluta, secondo la quale ogni cosa del mondo è soggetta all'eterno flusso del divenire. La filosofia futura mostra che tale evidenza è il perimetro all'interno del quale il pensiero occidentale da sempre si stabilisce, e la civiltà dell'Occidente, ormai planetaria, va manifestandosi. L'uomo va alla ricerca del rimedio contro l'angoscia del divenire perché, innanzitutto, crede che il divenire esista. Quando si inizia a mettere in discussione questa fede, si incomincia a mettere in questione la logica stessa del rimedio. -
L' equazione dell'appagamento. Manoscritti inediti di scienze matematiche
Il presente volume, che contiene tutti gli scritti di matematica di Rosmini conservati presso l'Archivio Storico dell'Istituto della Carità di Stresa, si apre con lo scritto Sulla statistica, unica opera pubblicata dall'autore sull'argomento, per continuare poi con le trascrizioni, ampiamente commentate, di tutti i rimanenti manoscritti inediti. Questa realtà ""nascosta"""" dell'illustre filosofo e teologo, che ebbe sempre una grandissima passione per le scienze in genere, ha accompagnato la sua vita nella costruzione del suo pensiero multiforme, fi no al punto di raggiungere una conoscenza profonda della scienza matematica. Rosmini spaziò dalla matematica sublime alla nascente statistica, senza il timore di approfondire i suoi studi sulla possibile quadratura del cerchio, in cui tanti matematici si sono messi alla prova inutilmente, e sul calcolo della probabilità, per approdare infine alla scoperta di un nuovo metodo per la dimostrazione del teorema di Pitagora, tuttora sconosciuta e inedita, alla quale viene dedicato uno degli studi iniziali."" -
Dal diritto alla privacy al diritto di matrimonio. L'omosessualità nella giurisprudenza costituzionale statunitense
La via statunitense al riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali è stata particolarmente accidentata e, soprattutto, si è sviluppata grazie ad alcune importanti pronunce della Corte Suprema. Così, dal 2003 è stata depenalizzata l'attività sessuale tra persone dello stesso sesso e dal 2015 queste ultime possono accedere all'istituto matrimoniale. In questo volume, dopo una breve introduzione del diritto alla privacy, si ricostruisce, analizzandola, la principale giurisprudenza in materia di sodomia negli Stati Uniti d'America. Successivamente, si prosegue con l'approfondimento della questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, dalle prime sentenze degli anni '70 fino agli arresti giurisprudenziali più recenti. Completa il volume, infine, un'appendice che si propone di offrire una ricostruzione del modo in cui l'omosessualità era vista prima dell'avvento del concetto di sodomia e delle leggi atte a reprimerla. -
Timidi eroi. Tre racconti di un'altra era
Tre racconti che evocano le vicende di adolescenti che attraversano nel 1944-1945 il periodo più difficile della nostra storia. Inquietudini dell'età, sentimenti difficili e incerti, desideri sottintesi, timidi riserbi, apparizioni e ombre di esistenze intense e provvisorie, rischi obiettivi. Sullo sfondo di una guerra che raggiunge il quotidiano. Racconti in grado di trattenere il colore di un tempo che svanisce nel rumore che travolge la nostra vita. -
I misteri del romanzo. Da Kundera a Rabelais
Rabelais è il padre fondatore dell'arte del romanzo. Questa è l'ipotesi che Lakis Proguidis sostiene, seguendo molteplici percorsi che si incrociano lungo tutto il suo libro. L'autore passa allora con leggerezza e profondità dalla comparazione dell'opera di Rabelais con quella dei nostri grandi antenati ai propri ricordi personali, dalla farsa alla linguistica, dalla Storia alla critica della critica, dall'analisi scrupolosa del testo alla cronaca, da Omero all'attualità. In Rabelais, afferma Proguidis, come del resto in tutti i romanzieri, la forma del passato non è né un faro infallibile (classicismo) né una realizzazione passeggera (avanguardia), ma un brandello di tessuto che va continuamente rammendato e continuamente arricchito con nuovi motivi esistenziali. Sebbene il caso giochi un grande ruolo, nulla è arbitrario. Tutto ruota attorno allo stesso nocciolo estetico la cui genesi è qui presentata per la prima volta: il suo nome è riso romanzesco. -
Il campo estetico. Una fenomenologia dell'esperienza estetica
Il volume The Aesthetic Field ha segnato il debutto filosofico, nel 1970, di Arnold Berleant, una delle voci più originali della riflessione estetica statunitense contemporanea. Mettendo a fuoco il concetto di ""campo estetico"""", il volume intreccia istanze di origine fenomenologica, altre legate alla tradizione pragmatista e altre ancora connesse con i primi maturi esiti della filosofia analitica dell'arte. La teoria estetica svolge in tal modo un ruolo essenziale per un ripensamento del modello di esperienza già in sintonia con tesi che oggi dominano il dibattito culturale e filosofico. Il volume infatti delinea un orizzonte che si è rivelato cruciale con il passaggio all'epoca """"post-analitica"""" in cui oggi ci muoviamo e in cui, non a caso, Berleant occupa una posizione di spicco con le sue indagini sull'ambiente e sull'""""impegno estetico""""."" -
Al confine tra scienza e religione. Genetica e neuroscienze di fronte alle questioni ultime
La tesi dell'eterno conflitto tra scienza e religione ha contribuito a offuscare un'affinità tra questi due mondi: entrambi sono interessati alle questioni ultime riguardanti la natura umana, il problema del male, il senso della vita e altre ancora. È questo il tema del presente saggio, basato su un'analisi di testi di comunicazione pubblica della scienza scritti da eminenti genetisti e neuroscienziati. Il volume offre una panoramica delle questioni ultime più affrontate dagli scienziati, come il male associato alla malattia genetica, o l'esistenza di Dio connessa ai meccanismi neurali. I risultati dell'indagine mostrano che parte degli scienziati adotta una ""visione estesa"""" sulle questioni ultime, conciliando la prospettiva scientifica con una sensibilità spirituale o religiosa che assume spesso forme originali. Si apre così una serie di interrogativi sui rapporti tra scienza, religione e spiritualità e sul ruolo che queste sfere rivestono nella società contemporanea."" -
Il profumo del jazz. Memoria e avventura nell'improvvisazione
Qual è il ruolo dell'improvvisazione nella musica jazz? Qual è il rapporto tra scrittura e improvvisazione? Come si ascolta jazz nel modo ""giusto"""" e perché chiamiamo l'ascolto del jazz ascolto """"attivo"""", """"strutturale"""", """"globale""""? Esiste un modello specifico di didattica jazzistica, per quanto la definizione sembri apparentemente un ossimoro? Qual è il rapporto tra jazz e altri generi musicali, tra jazz e teatro, tra jazz e poesia e letteratura? Questi e altri temi, insieme ad alcuni sintetici profili di musicisti amati dall'autore, sono affrontati qui in modo concreto e avvincente da Arrigo Cappelletti, pianista, didatta e compositore che il jazz lo fa e lo vive ogni giorno. Il presente libretto sfugge al modello della classica storia del jazz, così come a quello dell'arido manuale didattico, e riesce a far """"sentire"""" il particolare """"profumo"""" di questa musica: quel carattere di esplorazione gioiosa e non pre-ordinata senza cui il jazz scadrebbe nel manieristico e nel cerebrale."" -
Carcosa svelata. Appunti per una lettura esoterica di True Detective
Cosa ha reso True Detective una serie tv così speciale e di culto? Probabilmente la sua caratteristica di basarsi più sul non detto che sul detto, di sfruttare più le atmosfere create e i simbolismi sapientemente velati, che non quello che accade effettivamente. Una peculiarità lodevole che però rende molto complicato decifrare i suoi significati più reconditi. Se sviscerare la serie nel suo complesso può sembrare un'operazione quasi impossibile, proprio per la sua caratteristica di non dire, nessuno vieta di provare a gettare luce su alcuni elementi-chiave della storia, analizzabili per esempio con gli strumenti dell'antropologia del Sacro e della storia delle religioni. -
Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale. Vol. 54: Zona rossa.
Sono passati vent'anni dal G8 di Genova. Ma cosa è rimasto delle giornate del luglio 2001? L'unica memoria condivisa sembra essere quella delle violenze. Con il numero 54, «Zapruder» e SupportoLegale si propongono di andare oltre questa narrazione, per indagare piuttosto il prima e il dopo ""Genova"""": come si è arrivati a quei giorni, costruendo terreni comuni che, per quanto miseramente franati successivamente, riuscirono a coinvolgere, in forme differenti, decine di migliaia di persone; ma anche i percorsi di sostegno alle militanti e ai militanti finiti sotto processo, i problemi relativi alla conservazione e al reperimento del materiale prodotto dai movimenti, la produzione memorialistica e documentaristica relativa a quelle giornate."" -
Come leggere Florenskij
"Pavel Aleksandrovic Florenskij è il pensatore che incarna, interpreta ed esprime come nessun altro sia la complessità e la varietà della cultura del XX secolo, sia l'anima del popolo russo nei suoi aspetti più profondi e specifici; è veramente una figura la cui esistenza può essere legittimamente considerata emblema degli splendori e delle miserie del Novecento."""" L'esegesi del pensiero di Florenskij ha rappresentato una tappa essenziale nelle riflessioni di Silvano Tagliagambe sul ruolo dell'arte e sulla relazione tra visibile e invisibile. In questo volume, il filosofo che fu allievo di Geymonat - specializzatosi in Fisica quantistica all'Università di Mosca - ci introduce all'opera di un personaggio dalla sorprendente versatilità che, prima di trovare la morte nel gulag, fu capace, per dirla con parole di Tagliagambe, di """"frantumare ogni barriera tra filosofia, teologia, matematica, fisica, biologia, storia e critica dell'arte, muovendosi con rigore e competenza all'interno di ciascuno di questi campi""""." -
Pratiche discorsive su arte e filosofia
Il libro configura, tramite effetti di memoria, forme fluide di pensiero. L'esito delinea, per frammenti, un'archeologia del sapere estetico della post-modernità. Sopra-vivendo derridianamente, perfino alla pandemia, l'arte, dei cosiddetti tempi interessanti, sarebbe in via di sparizione con Baudrillard e Virilio, di espansione con Perniola, presente Ovunque o in nessun luogo con Peter Osborne. Non è più la mimesi, né la sua duplicazione speculare o spettrale, né la pulsione di ricognizione di Marin, ma la sostituzione con un segno, un algoritmo, un doppio operazionale, come vuole Baudrillard, l'abisso in cui implode l'opera nella mappa di un processo. Il Dada e l'Oriente ""fanno suono"""" in John Cage, la Gesamtkunstwerk accomuna megaprogetti curatoriali in Szeemann e Celant, lo sguardo dei ritratti di Urs Lüthi, riguardandoci, assolve alle funzioni di sorvegliarne, custodirne, autenticarne il vuoto di presenza, nel visitato soliloquio del Portrait de l'artiste, en général di Lacoue-Labarthe. """"Corrono, senza incontrare un termine, senza mai urtare nel muro di un'assenza, di un limite, che sarebbe il marchio di una mancanza"""", le intensità pulsionali della Grande Pellicola Effimera lyotardiana. Adorno ritorna per ribadire che """"Le sole opere che oggi contano sono quelle che non sono più opere"""", ma accadimento di un'operazione che mantiene un segno e un'intenzione di coscienza espositiva, para-autoriale, inter-testuale."" -
«Il faut bien manger». O il calcolo del soggetto
Jacques Derrida, in un dialogo-intervista con Jean-Luc Nancy, tratteggia la questione del ""soggetto"""" o meglio della figura che è attribuita del nome di """"soggetto"""", dopo la critica filosofica del novecento. Derrida compie una panoramica sui vari autori nei quali tale categoria è ancora centrale o quantomeno soggiacente al proprio sistema di pensiero. L'istantanea del filosofo franco-algerino mette in rilievo il paradigma del """"soggetto"""" umano confrontato con quello del """"soggetto"""" animale/animato in generale, rilevandone vicinanze e differenze. L'analisi arriva a mettere in discussione l'unicità, la non-dividualità e il privilegio antropocentrico del soggetto-essere umano. Tutto ciò legato alla dinamica introiettiva del """"cibarsi di"""", del mangiare """"chi"""" o """"cosa""""."" -
Filosofia del lavoro
Il lavoro è davvero la fonte del valore delle cose? In realtà, il termine ""lavoro"""" designa un processo che non è tanto semplice determinare: si possono commisurare lavoro fisico e lavoro intellettuale? Forse il lavoro dell'impiegato è meno faticoso rispetto a quello del manovale, ma spesso produce più valore grazie alla complessità dell'organizzazione sociale in cui s'inserisce. Così pure il minimo movimento della mano di un pianista rispetto alle prodezze fisiche di un saltimbanco. Il tentativo di parametrizzare il valore di ogni lavoro fallisce in partenza: a seconda dell'attività e del soggetto, la capacità di concentrare quantità di lavoro nella stessa unità di tempo varia immensamente. Da ultimo, il lavoro non si misura nemmeno sulla base della sua quantità, bensì dell'utilità del suo risultato. Di fronte alla disarmonia inevitabile tra l'ideale di eguaglianza e la massimizzazione delle prestazioni lavorative, il socialismo ha solo due strade: appiattire i bisogni o innalzare la cultura."" -
La resistenza oltre le armi. Sarajevo 1992-1996
Focalizzata durante i giorni più duri dell'assedio cetnico alla capitale bosniaca, la ricerca prova a ricomporre i vari tasselli per comprendere pienamente l'impatto antropologico del conflitto. Attraverso lo sguardo non convenzionale degli stessi attori culturali attivi in quei giorni, il racconto è a metà strada tra l'inchiesta giornalistica e l'indagine archivistica. Nel dedalo di viuzze sarajevesi, dove a ogni incrocio sembra di sentire gli echi della Storia e di popoli passati, la città ha scoperto nella forza di una penna un'arma indistruttibile. Nella luce di una candela, che tiepidamente illumina il palco di qualche teatro improvvisato, l'inossidabile desiderio di sopravvivere e la spasmodica ricerca di normalità. I racconti dei protagonisti, di una durezza commovente, si scagliano contro quel monolitico silenzio internazionale che per troppo tempo li ha ignorati. Il grigiume dello scontro fratricida viene abbattuto dalla creatività. -
Oltre la crisi della memoria. Primo Levi: una storia intellettuale della testimonianza della shoah
Il Novecento è stato un secolo breve ed eccezionale per varie ragioni, in primis per aver dato luogo a quell'unicum storico, l'Olocausto, che secondo alcuni avrebbe spostato il limite della rappresentazione oltre la soglia del rappresentabile. In questo limite estetico, come è possibile testimoniare, se il ricordo è un dovere etico insito nei sopravvissuti dell'Olocausto? Come viene rappresentata la testimonianza nella scena pubblica? Rimane sempre la stessa, come in uno scatto fotografico che cattura un'eterna istantanea, o cambia, si trasforma, con il passare del tempo, dalla fine degli anni Quaranta fino all'avvicinarsi dell'inevitabile tramonto di tutti i testimoni? Primo Levi è il testimone perfetto per rispondere a queste domande, lasciando emergere le modalità con cui la testimonianza viene rappresentata nella sua vasta produzione letteraria e storica, da Se questo è un uomo a I sommersi e i salvati. Attraverso la ricostruzione del processo mnemonico e testimoniale di Primo Levi, mai pacificato, si delineerà, in forme diverse, una testimonianza sempre trasformata, pur rimanendo sempre vera e viva, a seconda del contesto in cui essa viene pronunciata, utile a preparare la nostra cassetta degli attrezzi all'era, ormai prossima, senza testimoni. -
Oltre Mauthausen. Sulle strade della giustizia. La globalizzazione dei diritti
Nel centenario dalla nascita di Gianfranco Maris, presidente di Aned e di Fondazione Memoria della Deportazione, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, Mimesis ripropone in una nuova edizione la sua testimonianza Per ogni pidocchio cinque bastonate. I miei giorni a Mauthausen e i suoi Scritti e discorsi contro l'oblio, a cura di Emanuele Edallo e con una nuova prefazione di Enzo Collotti. L'opera completa rappresenta in modo compiuto la stretta contiguità tra la memoria individuale dell'orrore dell'esperienza concentrazionaria, della necessità di resistere per se stessi e per tutti i compagni morti nel campo, e la volontà di costruire su questa immedicabile tragedia un futuro diverso, una società democratica, fondata sul rifiuto della guerra, sulla solidarietà tra i popoli e sulla condivisione globale dei diritti.