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Dialogoi. Rivista di studi comparatistici (2020). Vol. 7: Grazie e disgrazie dei corpi.
La rivista «Dialogoi. Studi comparatistici» nasce dalla collaborazione di un comitato scientifico internazionale e intende collocarsi nel panorama delle pubblicazioni che hanno un alto profilo di specializzazione. Si è pensato di operare una scelta disciplinare che non fosse tuttavia esclusiva o escludente: ogni numero prevede infatti una sezione monografica, estesa e ben individuabile, che consente una definizione di volta in volta più specifica, mantenendo una prospettiva comparatistica; segue una sezione che consente la varietas, denominata appunto varia comparata; la dimensione pluralistica della rivista prevede inoltre una sezione dedicata alle recensioni. La presenza di un testo letterario o saggistico, poco noto, se non proprio ""raro"""", in traduzione italiana, esprime la passione per i testi. Da ultimo, il tratto più originale della rivista: non nasce per iniziativa di pochi, né come una diretta emanazione di una struttura universitaria o di un ente di ricerca. Essa infatti esce """"in collaborazione"""" con il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere dell'Università degli Studi Roma Tre, per cui i membri della Giunta costituiscono il Comitato Editoriale."" -
Mappe. Architetture, cinema, cartografie, immagini del presente
Il progetto di questa raccolta di saggi data la fine del 2019. L'idea di mappare un Italia minore, in parte desueta, di interrogarla con strumenti diversi, di pensarla attraverso l'architettura, il cinema, la fotografia, gli strumenti e le traiettorie della cartografia e della rappresentazione ha incontrato il tempo del Covid. Del resto, pensare il presente, pensare il contemporaneo, significa tracciare il campo del reale così come si manifesta, riconoscere il terreno degli eventi, accostandoli e interrogandoli. Questo evento, nella sua drammaticità, nella sua effettualità, segna, inevitabilmente e consapevolmente alcuni interventi, produce delle istantanee dettate dall'emergenza dei fatti, dall'emergenza di domande nuove, nuove avvertenze, avvisi. All'incrocio di discipline diverse, di pratiche di ricerca diverse, hanno preso forma i testi qui presentati. L'Italia reale, esito di fatti e di immaginari, di dati e ideologie, si articola qui attraverso film, etnografie, foto di paesaggio e di infrastrutture, progetti e politiche editoriali e poetiche filmiche, pratiche politiche di rigenerazione e pratiche diversamente politiche di produzione di località, come la fiction televisiva o i festival della cultura. Pratiche e forme di rappresentazione che nella mappa, nella visualizzazione, radicano nuove domande e nuove risoluzioni del progetto e del territorio. Il terreno della mappa, l'azione del mappare, non può, del resto, che interrogarsi poi sulle strategie stesse di rappresentazione, sulle mutazioni delle forme e degli strumenti - il digitale, gli algoritmi, lo spazio del virtuale. La mappa si produce per scarti, scelte, paradigmi, tracciamenti. Oggetto di questo libro è un lavoro di restituzione di alcune forme di narrazione, di alcuni oggetti narrativi, di pratiche spaziali e del visibile la cui teoria si forma nel reale, la cui contingenza è un'interrogazione formale e politica al tempo ed ai luoghi in cui viviamo. -
Remanufacturing Italy. L'Italia nell'epoca della postproduzione
Nel linguaggio tecnologico il termine 'remanufacturing' indica la rigenerazione di un prodotto ottenuta sostituendo le parti usurate con elementi nuovi o recuperati da oggetti preesistenti. Nell'epoca della postproduzione, tale termine offre la possibilità di analizzare e provare a indirizzare le tensioni fra i caratteri che il Made in Italy ha ereditato dal passato e le qualità che ne stanno guidando la trasformazione. Riguardo al passato, caratterizzano la produzione Made in Italy la nostalgia per un modello di sviluppo basato sulla piccola e media impresa, la tendenza alla mitizzazione di una stagione di successi e consumi crescenti, il conforto della nicchia dei beni di lusso e la valorizzazione dell'heritage. A guidare la trasformazione sono, invece, la rete di connessioni globali, i modi di produzione e consumo senza limiti guidati dalla rivoluzione digitale e post-digitale, l'acquisizione di aziende da parte dei grandi gruppi che operano su scala planetaria, le imprese indipendenti spinte dall'innovazione, le nuove forme di artigianato e di microimprenditorialità su base locale legate alle tecnologie emergenti. Ne deriva una riconfigurazione geografica, creativa ed economica della produzione, che il volume esplora con una prospettiva interdisciplinare articolandosi in due sezioni, dedicate l'una ai modelli di rigenerazione del Made in Italy e della sua filiera produttiva, l'altra alla trasformazione dei discorsi e delle narrative che circolano intorno ad esso e contribuiscono a rinnovarne la definizione. -
Fratture nell'Unione. L'Europa dentro le crisi del XXI secolo
Vecchie e nuove fratture attraversano l'Europa, accelerandone processi di disgregazione e possibili ricomposizioni. Sono fratture di ordine politico, economico e sociale, che mettono in discussione l'identità dell'Unione Europea, la legittimità delle sue scelte politiche e l'adeguatezza delle sue classi dirigenti. Lacerata dalle crisi del XXI secolo, l'esistenza stessa dell'Unione appare oggi sempre più fragile e in discussione. Attraverso l'incontro tra prospettive disciplinari differenti, il volume ambisce a fornire un quadro articolato e complesso della fase politica attuale dell'Unione Europea. I saggi spaziano dalla teoria critica dell'integrazione europea all'analisi delle contraddizioni dell'ordine politico sovranazionale; dalla crisi del modello sociale europeo all'austerità e al suo impatto di genere; dalla politicizzazione dell'Europa al crescente euroscetticismo. Assumendo come chiave di lettura il tema delle ""fratture"""", questo libro offre al lettore e alla lettrice una bussola per orientarsi nelle dinamiche politiche e sociali del presente."" -
Per una filosofia del suono. Monade sonora e spazio fantico
Ripensare la fruizione musicale nel contesto più ampio dell'esperienza estetica attraverso le nozioni di monade sonora e spazio fantico. Mettendo a fuoco la relazione tra i due concetti, quest'opera mira a sviluppare una filosofia del suono nella sua autonomia e, su questa base, a rinnovare il senso stesso dell'ascolto. -
Oikos. Poeti per il futuro. Editio maior
L'idea è proprio questa, antichissima. Almeno dai tempi di Omero. Da sempre la voce della poesia è parola civile, parola condivisa, parola che rimane attraverso il tempo. Attorno alle parole ci incontriamo, con le parole pensiamo, le parole danno senso alla nostra vita. Ma la parola poetica è nella sua essenza parola controcorrente, perché ci mette in dubbio, perché diventa nuovo appiglio per guardare il mondo in modo diverso, per infrangere i nostri errori, per aprire altre prospettive. Se oggi parliamo di natura e di ambiente, di quello che è l'oikos in cui abitiamo, la poesia ci può aiutare. Da ogni parte di una terra violata i poeti hanno inviato le loro parole in difesa della natura. Ma nell'idea c'è un pensiero forse ancor più grande, perché sono i nostri giovani, tra le scuole e le università, che hanno lo sguardo aperto sul futuro e che sono i protagonisti della protesta contro l'arroganza evidente e mostruosa dell'antropocene, i portavoce della poesia e della natura. Le foglie sono il simbolo di questa azione, stanno sulla copertina, sono sparse tra le pagine del libro. Sono le stesse foglie di Omero, che ricordano agli uomini la loro fragilità: ci dicono che siamo parte della natura e che in questo sta il nostro significato, ci mettono davanti agli occhi la nostra hybris, la cecità e l'avidità che uccidono l'oikos in cui viviamo e noi stessi. Premessa di Filippomaria Pontani e Alberto Camerotto. -
Tra il dire e il fare (2020). Vol. 30: Enunciazione: l'immagine e altre forme semiotiche.
«Per una disciplina come la semiotica che rivendica per sé il carattere di vocazione scientifica non è certo inusuale tornare a ragionare sui concetti della sua teoria, anche quelli fondanti e che sembrerebbero i più consolidati. Invece, l'incessante interesse per le ricerche storiche sull'origine dei concetti semiotici da una parte2, e dall'altra il moltiplicarsi dei manuali, anche dedicati a specifici ambiti di applicazione, sono piuttosto il sintomo di una genuina instabilità che può essere serenamente affrontata solo unendo la riflessione teorica alla pratica analitica, con il classico reciproco ritorno dell'una sull'altra. Come per ogni ""scienza della cultura"""" in cui la sperimentazione precede sia l'osservazione che l'ipotesi (Lévi-Strauss 1960, pp. 22) e il dialogo precede il linguaggio e lo fonda (Lotman 1992), i problemi non si affrontano con l'ardire di risolverli, ma utilizzandoli come strumenti intelligenti per capire un po' di più degli oggetti di indagine che stimolano a rilevarli, e della teoria che li ha costruiti come tali. Investendo tanto la grammatica della lingua quanto le funzioni della significazione, l'enunciazione è uno dei fondamenti teorici su cui si è sviluppata la semiotica moderna. Tuttavia, se la sua applicazione in ambito linguistico appariva generalmente chiara, una volta messa alla prova dei sistemi di segni caratterizzati da altre sostanze espressive, la teoria dell'enunciazione mostrava fin da subito pieghe e orizzonti di riflessione che richiedevano una ulteriore elaborazione. In qualche modo, gli stessi scritti costituenti di Émile Benveniste hanno aperto un bivio davanti a cui si poteva o decidere di contenere l'indagine sulle relazioni fra enunciato e soggetto nell'ambito grammaticale della lingua, oppure continuare a mettere il modello teorico dell'enunciazione """"a contatto"""" con altri principi dell'epistemologia semiotica come la costruzione del valore (Saussure 2009) e la correlazione fra piani di articolazione delle forme (Hjelmslev 1943), per proseguire il percorso di ricerca sulla significanza in quei sistemi definiti come unicamente """"semiotici"""" o """"semantici """" , laddove """"il semiotico (il segno) deve essere riconosciuto; il semantico (il discorso) deve essere compreso"""" (Benveniste 1969, p. 20). Così, in relazione al modello dell'enunciazione, nel campo della ricerca semiotica si apriva una divaricazione fra ciò che pertiene al verbale - il dire - e le altre produzioni semiotiche - il fare...» Dall'Introduzione)"" -
Studi di estetica (2020). Vol. 3: Estetica, arte e vita
"Studi di estetica"""" è stata fondata nel 1973 da Luciano Anceschi. La sua caratterizzazione accademica e scientifica è stata tale da favorire negli anni l'attivo confronto con diverse scuole di pensiero. Alla rivista hanno infatti collaborato studiosi italiani e stranieri, critici, letterati, e uomini di cultura di varie tendenze. Fino al 2013 sono usciti 66 numeri a stampa suddivisi in tre serie. Dal 2014 ha assunto la sua veste attuale di rivista anche online, e in questa nuova serie viene edita da Mimesis. """"Studi di estetica"""" vuole essere una sede di discussione e di aperto confronto sui temi tradizionali e sulle prospettive più recenti dell'estetica. È una rivista internazionale peer review, impegnata a promuovere il dibattito teoretico e storiografico fra le diverse tendenze critiche che animano l'indagine contemporanea; a favorire gli scambi interdisciplinari e sviluppare relazioni anche coi campi più prossimi e affini all'estetica filosofica; a mantenere alta la qualità delle pubblicazioni nel rispetto del più rigoroso metodo scientifico." -
La sovranità del limite. Giustizia, lavoro e ambiente nell'orizzonte della mondializzazione
Mai come durante la pandemia globale di Covid-19 abbiamo sperimentato il potere originario e ineliminabile del limite. Per evitare che le società umane si scontrino con la catastrofe, tracciata dagli studi sui cambiamenti climatici e sulla perdita della biodiversità, ma anche dalle disuguaglianze sociali che non cessano di aumentare, il limite deve tornare a essere ""sovrano"""": è infatti solo a tale condizione che sarà possibile garantire società ancora umane e un mondo ancora vivibile. Ma dinanzi a un Mercato ormai totale, il diritto può ancora esercitare queste sue funzioni? E a quali condizioni esso può correggere l'ideologia no limits della globalizzazione? E riaffermare le esigenze di giustizia sociale e ambientale che quest'ultima ha messo ai margini del proprio progetto? Il presente volume vuole fornire, con Alain Supiot, qualche elemento per rispondere a questi interrogativi. Postfazione di Ota De Leonardis."" -
Renato Galbusera. Memoria del tempo presente
Questo libro, scritto a più mani da storici dell'arte e amici, vuole tracciare un primo bilancio del lungo viaggio di Renato Galbusera dentro la pittura e nell'impegno culturale e sociale, nella speranza di mettere a fuoco una delle figure più interessanti di operatore visivo attiva a Milano a partire dalla fine degli anni Sessanta. Galbusera, infatti, non è stato solo pittore ed erede di una importante tradizione di figurazione che percorre il dopoguerra, ma ha speso molte delle sue energie nella didattica delle arti e nell'azione culturale di base. Non è dunque possibile disgiungere queste due anime, perché in lui la pittura assume un tono e una funzione collettiva, nasce dall'esperienza dei collettivi studenteschi e nell'alveo delle iniziative accademiche e ambisce, per missione e vocazione, allo spazio pubblico. Viceversa, l'insegnamento di Galbusera docente ha sempre avuto come obiettivo quello di trasmettere il valore del lavoro di gruppo volto a un risultato condiviso e a uno spazio comunitario. -
Quaderni materialisti (2019). Vol. 18: Temporalità plurale e anacronismi: la tradizione marxista «contropelo».
La rivista ""Quaderni materialisti"""" nasce per iniziativa di Mario Cingoli, ordinario di Storia della Filosofia all'Università degli studi di Milano-Bicocca, e dei suoi collaboratori. Il gruppo di studiosi diretti dal Professor Cingoli si dedica da anni allo studio della tradizione materialista, dal pensiero antico al materialismo moderno, con particolare attenzione al pensiero di Marx ed Engels."" -
Tipi umani e figure della esistenza. Goethe, Nietzsche e Simmel. Per una filosofia delle forme di vita
Attraverso la morfologia di Goethe, la riflessione estetica di Nietzsche e la Lebensphilosophie di Simmel si è inteso sviluppare una filosofia delle ""forme di vita"""" nei termini di un'articolazione di tipi umani, modelli esistenziali, personificazioni esemplari e concrezioni simboliche in cui si concentra, come in una monade, un intero universo storico di pratiche, comportamenti, opzioni morali, attitudini culturali e disposizioni artistiche. Il genio, il poeta, l'eroe, il filisteo, il dotto, il giornalista, lo spirito libero, il buon europeo, lo scienziato, il prete, l'asceta, il criminale, il saggio o ancora l'operaio, l'uomo della folla, il bohémien, il flâneur, il dandy e il blasé diventano l'incarnazione plastica di forme di pensiero e di visioni del mondo di grande (in)attualità. Mentre il goethiano """"fenomeno originario"""", nella sua relazione con l'archetipo, rivela la presenza di una legge stabile - ancorché fluida e anti-essenzialistica - a fondamento del processo vitale di formazione, la casistica tipologica e psicologica di Nietzsche trova espressione nella stilizzazione provvisoria e nella condensazione dinamica della volontà di potenza in figure euristiche, che donano un volto - o meglio una maschera - all'intreccio prospettico dei nostri impulsi. Il carattere metamorfico e irriducibile del Leben, che si svincola completamente dalla rigidità del paradigma e dalla staticità dello stereotipo, ricorre nell'indagine estetico-sociologica di Simmel, la quale rivela, attraverso una sensibilissima analisi della metropoli moderna e dell'arte del ritratto, la contesa perenne tra la vita e le forme storico-culturali da essa prodotte."" -
Guardare chi guarda. Teoria estetica e soggetto-spettatore
"Guardare chi guarda"""" nasce dalla scoperta di un'assenza. Contrariamente all'attenzione teorica insistente che gli artisti e le opere d'arte hanno ricevuto a partire dal XVIII secolo, è sorprendente notare la limitata attenzione che, da parte della storia dell'arte e della teoria estetica, è stata data all'analisi della fruizione e degli spettatori, quasi invisibili e sconosciuti nella nostra contemporaneità. Quali sono i fattori sociali, culturali e filosofici che hanno dato allo spettatore - agli spettatori - la loro unicità e complessità e anche la loro irriducibilità alla semplice concettualizzazione più o meno schematica? Lo spettatore viene analizzato in queste pagine cercando l'equilibrio tra la genesi delle sue variazioni costitutive e l'identificazione delle sue caratteristiche persistenti." -
La filosofia futura (2020). Vol. 15: sentiero del giorno II, Il.
Contributi di: Paolo Barbieri, Giorgio Brianese, Piero Coda, Fabio Minazzi, Angelo Scola, Davide Spanio, Francesco Totaro. -
Immagine e memoria nell'era digitale
La comparsa e la diffusione del digitale segnano una nuova fase nella storia dell'essere umano? Siamo coinvolti in una rivoluzione epocale a cui non possiamo sottrarci? E ancora, la digitalizzazione struttura una nuova logica di gestione del mondo oppure porta a cristallizzazione quella precedente, rendendola pienamente egemone? I saggi raccolti nel presente volume cercano di rispondere a queste e altre domande muovendo dall'analisi dell'immagine e della memoria, due ambiti fondamentali di produzione simbolica presi d'assalto dalle nuove tecnologie. Attraversando numerosi campi di ricerca, gli autori si propongono di indagare le trasformazioni che riguardano l'uso e la socializzazione dell'immagine e della memoria nell'era digitale, sia sul piano puramente fenomenico che su quello più profondo delle loro implicazioni per la vita umana. -
Parol. Quaderni d'arte e di epistemologia (2020). Vol. 32-33
Un numero doppio articolato e denso di interventi originali. L'Apertura è affidata a Luca Cesari che si occupa di Gillo Dorfles, sotto il profilo del rapporto tra pittura e filosofia. Il Focus, coordinato da Lorenzo Hendel, raccoglie gli incontri con cinque autori importantissimi della scena mondiale del cinema documentario: Avi Mograbi, Il diario infinito; Kim Longinotto, Osservazione ed empatia; Mirco Mencacci, Il racconto del suono Frederick Wiseman, La drammaturgia della realtà; Erik Gandini, Il cineasta ribelle; Hanna Polak, Il cinema dentro la vita. La sezione Antropologie consta di due interventi molto interessanti. Il primo, di Gerardo Fernández Juárez, descrive il concetto di ""salamanca"""" e la sua rilevanza culturale, storica ed etnografica in America Latina, in special modo all'interno dell'area culturale del nord-est argentino. Il secondo, di Maria Alessia Glielmi, presenta la figura di una interessante giovane protagonista dell'arte wixarika/huichol contemporanea: Kena Bautista. Conclude il numero la sezione Margini, con Calvino, le Lezioni Americane e il cinema di Massimo Angelucci Cominazzini; Le Corbusier et l'Italie di Ettore Janulardo e Mitologie della rappresentazione di Stefano Scagliola."" -
Aspettando i barbari. Democrazia e crisi della società nella Francia dell'Ottocento
Reinhart Koselleck ha sostenuto che di fronte al tempo storico il linguaggio consente solo metafore. In questo libro la categoria del mutamento, a cui appartiene in modo eminente la rivoluzione, viene indagata attraverso la metafora che meglio spiega il rapporto conflittuale tra l'ordine e il disordine: la barbarie. La Rivoluzione francese, nel momento in cui inaugura un modo diverso di concepire il tempo storico, inaugura anche un modo diverso di analizzare le crisi sociali. La società democratica, con la sua promessa illimitata di eguaglianza, tenta di integrare le masse escluse dalle rappresentazioni sociali dell'antico regime. Questo processo però produce nuove scissioni. Il modo in cui autori liberali come Mallet Du Pan, Madame de Staël, Tocqueville e Taine, affrontano l'affermazione della società di massa evidenzia il passaggio da un'analisi critica basata su presupposti illuministici a una critica radicale della ragione. Ogni forma di risoluzione dei conflitti determina a sua volta nuovi conflitti, senza che il processo di emancipazione riesca mai a concludersi e la felicità promessa a realizzarsi. -
Conoscere, educare, comunicare. Forme del sapere nella learning society
Lo sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione ha portato profondi cambiamenti nei processi di produzione e comunicazione della conoscenza, che influenzano inevitabilmente anche il sistema educativo mettendolo di fronte a nuove sfide. Si tratta di accettare questa sfida valutando i fatti e ipotizzando nuove pratiche di pensiero. Il volume offre un agile compendio del dibattito sul rapporto tra knowledge e learning society, sull'impatto di internet e dei nuovi media, focalizzando l'attenzione su modalità e riconfigurazione del lavoro divulgativo, dunque sulla nuova figura del knowledge worker quale indispensabile anello di congiunzione tra sapere specializzato e agenzie di diffusione pluralistica del sapere. Attraverso dati puntuali e originali spunti di riflessione, ci si interroga su come si stia trasformando la trasmissione della conoscenza nella società ad alta tecnologia ma anche ad alta differenziazione sociale. -
Scenari. Rivista semestrale di filosofia contemporanea & nuovi media (2020). Vol. 13
Attraverso il commento dei fatti più significativi nell'ambito della politica, della cultura, dell'arte e dell'economia, la rivista Scenari, semestrale di approfondimento culturale di Mimesis Edizioni, vuole costituirsi come un potente laboratorio di idee e dibattito, fornendo ai lettori la possibilità di commentare gli articoli attraverso blog appositamente dedicati. -
Le forme del personaggio. Figure dell'immaginario nella serialità televisiva americana contemporanea
"Le forme del personaggio"""" offre una ricognizione sulle figure che abitano l'immaginario della serialità televisiva statunitense degli ultimi anni. Il libro si pone come obiettivo quello di indagare sia le forme che compongono gli esseri finzionali seriali, sia quelle tramite cui essi si manifestano nelle serie televisive. Dopo una disamina del concetto di personaggio in generale, il discorso procede concentrandosi sui personaggi specificatamente seriali e televisivi. Una simile prospettiva fenomenologica consente di analizzare quelle forme che, da un punto di vista estetico-narrativo quanto storico-culturale, conformano l'identità di queste figure. Si vedrà poi come, proprio a partire da quelle forme, sia possibile tratteggiare una tipologia dei personaggi seriali televisivi sulla base delle loro diverse caratteristiche, differenziandoli tra personaggi stereotipati, individualizzati, popolari e replicanti."