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Il pensiero e l'orizzonte. Studi in onore di Pio Colonnello
Il lavoro compiuto da Pio Colonello si rifrange, più o meno esplicitamente, nei contributi di questa raccolta di studi in suo onore, che riprendono questioni o aprono nuovi sentieri del dibattito filosofico il quale, anche o forse soprattutto per questo motivo, risuona con campi del sapere che la contemporaneità fa sempre più dialogare senza erigere artificiali barriere disciplinari. Le questioni filosofiche riverberano la realtà che, a sua volta, duplica e, anzi, sollecita il precipitare delle domande, quasi a sottolineare la strutturalità del nesso tra il pensiero e la sua storicità che è forse l'unico presupposto della filosofia. Da questo punto di vista, i contributi rappresentano quella reale voce dialogica in cui lo scambio sopravanza l'orizzontalità ""economica"""" della reciprocità e si apre alla verticalità di quell'ulteriorità che del dialogo è, ad un tempo, movente e terminus ad quem: apertura incondizionata verso la possibilità che nuove voci arrivino imprimendo alla ricerca direzioni magari problematiche ma, in ogni caso, inedite. Da qui l'idea di """"orizzonte"""", vale a dire dell'inesauribile intersecarsi di piani e prospettive che il pensiero filosofico è vocato ad accogliere e indagare e verso il quale, irresistibilmente, si muove."" -
Libertà e salute. Pillole di bioetica
Un certo tipo di riflessione bioetica mette spesso sotto accusa la tecnologia come segno di arroganza e insofferenza nei confronti dei limiti insiti nella condizione umana. In altri termini, si tratta dello schema interpretativo per cui, morto Dio, si affaccia sulla scena il Superuomo con il relativo affermarsi di una volontà di potenza inarrestabile. Il fantasma di Nietzsche, con quanto di morboso e terribile è associato al suo pensiero, va a braccetto col mito di Prometeo, ed entrambi sono evocati per far risaltare, per contrasto, un mondo fatto di certezze metafisiche e di ordine naturale in cui ogni cosa trova una sua collocazione e al quale, dimenticando quanto le metafisiche cadano spesso in contraddizioni insanabili tra loro, l'etica chiede solo di adeguarsi fiduciosamente. Da qualche tempo la cronaca, anche prima dell'evento pandemico, propone notizie spesso drammatiche di problemi correlati allo sviluppo della biomedicina. La cosa di per sé può essere un bene perché così si esalta il significato della bioetica come movimento di opinione e di emancipazione individuale. Un male perché spesso la rappresentazione giornalistica tende a semplificare e, a volte, anche a banalizzare questioni e controversie serie. Negli articoli qui raccolti, Prodomo naviga cercando di evitare sia la Scilla della pedanteria che la Cariddi della sciatteria. Ai lettori il giudizio circa la riuscita di questo intento. -
Scritti di informatica e diritto. Per una storia dell'informatica giuridica. Vol. 2
I due volumi constano di dodici capitoli ciascuno e tracciano una storia del cinquantennio fondativo dell'informatica giuridica attraverso i principali scritti sulla storia del calcolo anche meccanico e sull'informatica giuridica pubblicati da Mario G. Losano dal 1966 al 2014. La prefazione di Paolo Garbarino (che come rettore istituì in Italia il primo corso triennale di informatica giuridica presso l'Università del Piemonte Orientale) segue la storia accademica e personale di Losano, mentre la prefazione di Massimo Cavino sintetizza l'arco storico lungo cui si collocano i suoi scritti. Il primo volume traccia una storia del calcolo automatico e della ""giuscibernetica"""" anche attraverso i progetti e le prime realizzazioni in Europa (compresa quella allora di là dalla Cortina di Ferro). Le bibliografie documentano il progressivo affermarsi dell'informatica nel mondo giuridico e nella pubblica amministrazione. Il secondo volume approfondisce (anche per il Giappone) l'innovazione introdotta dall'informatica nelle tecniche legislative, nonchè la trasformazione socio-giuridica connessa con le leggi sulla privacy. È concluso dalla bibliografia degli oltre 300 scritti pubblicati da Losano sull'informatica giuridica."" -
Scritti di informatica e diritto. Per una storia dell'informatica giuridica. Vol. 1
I due volumi constano di dodici capitoli ciascuno e tracciano una storia del cinquantennio fondativo dell'informatica giuridica attraverso i principali scritti sulla storia del calcolo anche meccanico e sull'informatica giuridica pubblicati da Mario G. Losano dal 1966 al 2014. La prefazione di Paolo Garbarino (che come rettore istituì in Italia il primo corso triennale di informatica giuridica presso l'Università del Piemonte Orientale) segue la storia accademica e personale di Losano, mentre la prefazione di Massimo Cavino sintetizza l'arco storico lungo cui si collocano i suoi scritti. Il primo volume traccia una storia del calcolo automatico e della ""giuscibernetica"""" anche attraverso i progetti e le prime realizzazioni in Europa (compresa quella allora di là dalla Cortina di Ferro). Le bibliografie documentano il progressivo affermarsi dell'informatica nel mondo giuridico e nella pubblica amministrazione. Il secondo volume approfondisce (anche per il Giappone) l'innovazione introdotta dall'informatica nelle tecniche legislative, nonchè la trasformazione socio-giuridica connessa con le leggi sulla privacy. È concluso dalla bibliografia degli oltre 300 scritti pubblicati da Losano sull'informatica giuridica."" -
La creatività. Prospettive e orizzonti di ricerca nelle scienze umane e sociali
La creatività è l'arte, la capacità e la facoltà cognitiva della mente di creare e inventare: rappresenta una forma mentis che assume una funzione particolarmente significativa in rapporto ai nostri processi cognitivi, come l'intuizione, la percezione, il pensiero analogico, la simulazione, l'associazione di idee, la ricerca nel contesto di un problema strutturato, la riflessione, l'immaginazione, la rielaborazione personale, il pensiero critico. La creatività coinvolge non solo il profilo cognitivo e metacognitivo, ma anche l'orizzonte affettivo-motivazionale della nostra soggettività, costituito da sentimenti, emozioni, bisogni, pulsioni, interessi, passioni, desideri. Per dare un senso alla nostra vita è fondamentale riuscire ad esprimere le potenzialità creative connaturate nella nostra interiorità: esteriorizzare le motivazioni più profonde che segnano e scandiscono i ""colori"""" della nostra anima. Il volume raccoglie gli atti del Convegno: """"La Creatività"""", promosso dal Dipartimento di Scienze Umane dell'Università degli Studi """"Guglielmo Marconi"""", che si è tenuto a Roma il 29 e il 30 maggio 2019. Il Convegno, al quale hanno partecipato 30 relatori, è stato strutturato in un orizzonte interdisciplinare ed è stato articolato in sei sezioni: 1. La creatività: storia, arte, poesia e letteratura (Humanities); 2. La creatività linguistica (Linguistic Sciences); 3. La creatività nelle scienze sociali (Social Sciences); 4. Il lato oscuro della creatività. L'io, l'ombra e le neuroscienze (Psychological Sciences); 5. L'intuizione creativa e la libertà creativa (Philosophical Sciences); 6. Educare alla creatività (Education Sciences)."" -
Legge e libertà. Primato del parlamento e sindacato delle leggi nella costituzione austriaca del 1920
Il saggio analizza le origini, il senso e il significato politico-culturale della costituzione austriaca del 1920, con particolare riferimento al sindacato delle leggi. L'Autore dimostra che l'""invenzione"""" in Europa della Corte costituzionale, in verità già prefigurata dall'austromarxista Karl Renner e la cui introduzione nel testo normativo austriaco si dovrà poi ad Hans Kelsen, stretto collaboratore proprio del Cancelliere federale, era funzionale a """"custodire"""" la legge e il primato del parlamento, regolando così una garanzia più coerente con il fondamento politico dell'ordinamento giuridico. Viene in tal modo messa in rilievo la trasformazione della giustizia costituzionale in Occidente, a partire dal secondo dopoguerra sempre più orientata ad attribuire al giudice un autonomo ruolo di interprete di ultima istanza, con il rischio, da un lato, di indebolire la legittimazione democratica del diritto positivo e, dall'altro, di favorire - in forza del ruolo delle corti di tutela dei """"princìpi"""" e dei diritti anche quali risultato di interpretazioni evolutive - lo scivolamento dello Stato di diritto verso il cosiddetto Stato dei giudici."" -
Figlie d'Italia in cerca dell'anima
Le donne italiane hanno perso l'anima? È possibile che nel trentennio berlusconiano esse siano regredite rispetto alla generazione delle loro madri e financo delle loro nonne, se non dal punto di vista delle conquiste socio-economiche, dal punto di vista dello sviluppo psicologico? Marzia Santori cerca una risposta a queste domande, affiorate nel suo studio di psicoanalista junghiana in innumerevoli dialoghi con molte millennials d'Italia. Le loro storie sembrano puntare a qualcosa che in Italia è andato perduto o, se non proprio perduto, sbiadito nei decenni successivi alle conquiste sociali femminili. Utilizzando gli strumenti classici dell'approccio psicoanalitico junghiano, l'autrice si immerge nella storia recente d'Italia, contestualizzata nella realtà culturale e linguistica del paese, per capire se e come ciò sia potuto accadere e se sarà possibile per le figlie d'Italia ritrovare la propria Anima nella rielaborazione del proprio mito personale. -
La guardia della libertà. Conquista, repubblica, popolo tra Italia e America Latina
Il volume nasce dal lavoro di ricercatori argentini e italiani nell'ambito di un progetto di interscambio culturale promosso dal Cuia e dal Conicet, coordinato da Cecilia Abdo Ferez e Domenico Scalzo. Si tratta di una raccolta di saggi discussi in due convegni svoltisi a Buenos Aires, intorno ad alcuni momenti del pensiero politico italiano, europeo e argentino. L'idea che lo guida concerne il tentativo di una comprensione filosofica, che vuole essere allo stesso tempo una traduzione in altro da sé, della modernità europea. Al centro del libro è la logica delle grandi parole della politica occidentale, la sua idea di origine, di Stato, di repubblica e di popolo, ovvero le modalità della loro imposizione al di là dell'Atlantico; ma anche una riflessione circa i suoi immancabili contraccolpi storici, ossia sugli esiti diversi e inattesi che l'elaborazione dei suoi concetti in America Latina restituisce nel dibattito attuale. Potenza del pensiero dove un'esigenza di giustizia va cercando nel presente la liberazione del passato oppresso come la sola chance che può dare nerbo e futuro a un'urgente politica dei governati. L'ora della leggibilità dell'opera che si ha in mano deve considerarsi il concetto di populismo, così come esso è declinato nella storia argentina (si pensi alla tradizione peronista e a un filosofo come Laclau) e nella recente esperienza italiana ed europea. Tra le sue pagine pensatori come Machiavelli, soprattutto, e poi Guicciardini o Alberti dialogano con Las Casas, oppure con testimoni della conquista come Guamán Poma, anche attraverso le voci della filosofia novecentesca o contemporanea europea e argentina più in armonia con la trama di rovesciamenti e di conflitti che il popolo istituisce quando esso è a guardia della libertà. -
La responsabilità dello spettatore. Un itinerario raccontato attraverso l'arte di Mario Fallini
L'arrivo del nuovo millennio ha determinato una trasformazione nell'arte contemporanea che investe soprattutto la sua funzione sociale ed instaura un nuovo rapporto con lo spettatore. Con l'irrompere prepotente sulla scena di nuovi strumenti di comunicazione, l'avvento dei social e di forme d'arte che ne sfruttano le nuove potenzialità, occorre sorvegliare con attenzione ciò che si acquista e ciò che si perde con queste attuali forme di intermediazione. Attraverso l'esperienza artistica di Mario Fallini, che lavora soprattutto sulla relazione tra parola e immagine, e l'analisi delle sue opere, questa proposta intende individuare e misurare il nuovo rapporto che si instaura nei meccanismi di produzione tra artista e spettatore, alla luce di un processo di democratizzazione del fare intellettuale cui si è assistito negli ultimi trent'anni e, contestualmente, rilevare criticamente gli aspetti più inquietanti che ne derivano. Da qui un nuovo assetto del lettore-spettatore e delle sue nuove sfide nella gestione della libertà e della responsabilità. -
Sconfinate frontiere. Riace: l'eccezione che ha rifiutato la regola
La peculiare esperienza di autogoverno democratico delle migrazioni sviluppata a Riace, in Calabria, rappresenta un interessante caso di studio sulla possibile evoluzione del fenomeno migratorio in relazione a tre particolari aspetti delle politiche degli ultimi Governi che si sono succeduti in Italia, tutti di rilievo europeo e internazionale: la mancata firma dell'accordo Global Compact for Safe, Orderly, and Regular Migration; la gestione securitaria della crisi migratoria; la narrazione mediatica falsata della migrazione. Dall'incontro tra giovani studiosi di scienze sociali nei campi della politica, del diritto, della geografia economica e dell'analisi dei media, che hanno avuto e ancora intrattengono esperienze come operatori nel settore, nasce questo libro, in cui il focus sulle politiche ad alto impatto locale attuate nel piccolo borgo calabrese emerge come uno dei migliori punti di visuale sul più globale dei fenomeni: la migrazione umana. Un libro che ha l'obiettivo di parlare alla testa di molti per ribaltare il senso comune su di un tema, quello migratorio, che non può essere lasciato in balìa di facili narrazioni. Prefazione di Sandro Mezzadra. -
La felicità in differita. Generazioni e tempo nelle narrazioni di famiglia (2001-2021)
Esistono molte possibili soluzioni per narrare la famiglia. Fra realismo e mitopoiesi, il romanzo di famiglia raccoglie aneddoti e lessico, come i riti che legano i membri di una costellazione familiare. La de familiarizzazione, fra straniamento e naturalizzazione delle relazioni, sfocia nell'invenzione di personaggi a volte surreali, creati per bilanciare il ricordo traumatico di rapporti interpersonali e quello angoscioso della propria infanzia. Mentre Natalia Ginzburg presagiva la rovina della famiglia, intesa nel suo senso più convenzionale, con ""Caro Michele"""", dopo il racconto sereno di """"Lessico famigliare"""", le varie generazioni narrate nel primo ventennio del Duemila in """"Prima di noi"""" di Giorgio Fontana e """"Sangue giusto"""" di Francesca Melandri rivelano come la storia, la politica, la società intervengano e decretino """"l'a-linearità"""" e la necessaria relativizzazione del tempo vissuto da una famiglia. Oscillanti fra la finzione che maschera la realtà angosciosa del proprio vissuto – il caso di """"Menzogna e sortilegio"""" – e la realtà che si vuole letta come un romanzo, i romanzi familiari contemporanei parlano di noi."" -
Essere contemporanei della fine del mondo. Saggi su Manlio Sgalambro
«Contemporanei della fine del mondo» è espressione che Sgalambro utilizza in più luoghi per definire la condizione degli esseri umani. Il fatto che il genere umano, nell'attimo, remoto eppure già da sempre attuale, della ""morte del sole"""", scomparirà nel suo insieme costituisce l'orizzonte costante del suo pensiero. A partire da questa incontrovertibile certezza, occorre avere il coraggio di una verità intollerabile: tutto è già da sempre destinato alla distruzione. Questa verità, che il filosofo Sgalambro assume con i toni sprezzanti dell'indignazione e della rabbia, ma anche con quelli più pacati, ma non meno aspri, del cinico disincanto, costringe a un radicale mutamento di prospettiva. Il pensiero, ultima roccaforte in cui trincerarsi, in tutte le sue declinazioni - la teologia, l'etica, la politica, l'estetica - deve trarne le dovute conseguenze. Confrontarsi con questa «filosofia del terrore», radicale fino all'estremismo, esacerbata fino al livore, comunque urtante, è quanto provano a fare i saggi raccolti in questo volume, tentando di mostrarne anche un ulteriore risvolto, quello di un disperato e inappagabile desiderio di assoluto."" -
Figure dell'automatismo. Apprendimento, tecnica, corpo
Questo libro esplora la questione degli automatismi a cui a vario titolo - sia individualmente che socialmente - siamo assoggettati: le tendenze irriflesse naturali; le abitudini apprese e, dunque, la ""seconda natura""""; i dispositivi stereotipici di impronta sociale o politica. L'idea di fondo, che il libro percorre lungo direzioni anche molto diverse tra loro (dalla sociologia del digitale all'uomo artigiano, dall'ecologia all'antropologia della tecnica, dal teatro sperimentale alla scrittura automatica) è che tali automatismi vadano pensati congiuntamente, affinché un'eventuale strategia di disautomatizzazione possa """"prendere corpo"""" sul piano storico-materiale. Il nucleo di tale strategia consiste in una rivalutazione del corpo e delle sue capacità di deviazione (clinamen) internamente alla tendenza (conatus) alla ripetizione automatica in cui si trova immerso. La questione di quali modalità di apprendimento dei nostri automatismi siano oggi spendibili sul piano critico va quindi di pari passo con l'indagine su una forma di apprendimento che lasci spazio alle resistenze del corpo: al suo essere mediazione vivente tra differenti livelli di automatismo ma anche al suo essere apertura di spazi espressivi."" -
Unde malum? L'enigma della distruttività umana
Dove si origina il Male? Perché noi umani siamo così spietati, crudeli, violenti? La tesi sostenuta in queste pagine è che la distruttività umana sia reattiva e non innata. La carenza di cure adeguate produce nel cucciolo d'uomo l'insorgere di meccanismi difensivi e reattivi (il sospetto paranoico, i meccanismi della pseudospeciazione e del capro espiatorio, la vulnerabilità al contagio psichico e alla regressione alla follia del branco) che sono la causa dei comportamenti aggressivi e distruttivi. Ma se aggressività e distruttività sono reattive è necessaria una vera e propria rivoluzione se vogliamo sopravvivere come specie e convivere in pace in una comunità planetaria capace di empatia, solidarietà e cooperazione, nel rispetto dei diritti di tutti i viventi. Una rivoluzione che parta dal riconoscimento dei diritti dell'infanzia. Dietro ogni crimine si cela una tragedia personale: riuscire a evitarla imparando a prenderci cura dei nostri cuccioli è il compito che ci attende. -
Ingratitudini
La morte, improvvisa e tragica del nipotino di dieci anni, induce la protagonista a riflettere sul proprio ruolo all'interno della sua famiglia d'origine, di cui con lucidità analizza le dinamiche e i sottili giochi al massacro. Scopre così con amarezza di non essere mai stata amata dalle sue due sorelle, le quali, accampando motivi ideali che di fatto nascondono invidia e ragioni economiche, chiudono ogni rapporto con lei e con la loro madre. Attonita e impotente, la donna assiste così allo sfascio di una famiglia tradizionale, alla quale rimpiange di aver dedicato molte ore della propria vita. -
Coscienza e realtà nella storia del cinema
In questa ricerca l'autore mette in gioco una variazione dell'orizzonte fenomenologico articolato nei precedenti volumi, prendendo in esame una vasta porzione della storia del cinema, assunta in base alla rilevanza delle opere considerate e a una serie di contingenze personali della fruizione. A partire da un interesse crescente che verte sul nesso tra cinema e filosofia, il saggio prende in esame i luoghi tematici del materialismo e dello spiritualismo, dell'astrazione, della metafisica e del surrealismo, dell'epos e dei caratteri della fabula, dell'immissione delle altre arti nel cinema e della relazione tra parola e immagine. Nell'intreccio di questi temi la problematica gnoseologica ed estetica del rapporto tra la coscienza e le condizioni reali, assume un senso peculiare legato in modo stringente alle indagini che l'autore ha dedicato alla dimensione dell'arte. -
Modi di deindividuazione. Il soggetto nella lirica italiana di fine Novecento
La riflessione sulle forme dell’io nella lirica di fine Novecento rappresenta uno dei nodi critici della poesia italiana contemporanea. Attraverso il confronto fra cinque autori significativi (De Angelis, Magrelli, Fiori, Anedda e Benedetti), il libro offre un’interpretazione generale della prima persona nella lirica alla luce del concetto di deindividuazione. A questa categoria appartengono fenomeni che riguardano sia la logica che sorregge il discorso poetico e i suoi temi, sia aspetti testuali specifici. L’analisi del soggetto dell’enunciazione consente dunque di ridefinire lo statuto di genere della lirica italiana contemporanea, per la quale l’io, da nucleo fondante del discorso, diventa un elemento da ricostruire e riconquistare. -
Insolita storia di Prospero Ferretti pittore
Prospero Ferretti (1836-1893), pittore di Reggio Emilia, fu volontario garibaldino nella Terza guerra d'indipendenza (1866) e poi prigioniero in Croazia. Nel 1872 partì per Calcutta dove soggiornò quattro anni come ritrattista di notabili inglesi e indiani. Frequentò la corte del viceré e alcuni rajah della famiglia Tagore. L'astronomo italiano Pietro Tacchini, in India per osservare il transito di Venere sul Sole (avvenuto nel 1874), fece stretta amicizia con lui. Nel 1878, il pittore Antonio Fontanesi lo chiamò in Giappone per essere sostituito nella Scuola di Belle Arti di Tokyo: Prospero vi insegnò due anni la pittura a olio, ancora sconosciuta nel paese. Tornato in Italia, conobbe Angelica Chierichini, una ragazza umbra, domestica a Roma presso la famiglia di Silvio d'Amico: si innamorò di lei, lui 50 anni, lei 20. Dopo aver insegnato disegno in diverse città d'Italia, approdò a Brescia trovando incarico stabile. Prospero e Angelica si sposarono ed ebbero tre figli. Nel 1893, recandosi a scuola, Prospero improvvisamente muorì per la strada, terminando la sua avventurosa vita. Angelica e Prospero furono bisnonni dell'autore. -
Scienza e fede a confronto. Ripensare il paradigma partendo dall'uomo
Il rapporto tra scienza, filosofia e teologia si è ormai solidificato nel confronto tra discipline diverse, che si possono incontrare o ignorare, o farsi anche la guerra. È giunto il momento di dire che questo paradigma non porta da nessuna parte, ma alimenta solo singole posizioni o fenomeni massmediatici. Cosa succederebbe se, ripercorrendo la nascita della scienza moderna e il contributo che ha dato al cambiamento dell'immagine dell'uomo, del mondo e di Dio, scoprissimo che le tre branche del sapere prima citate non fossero altro che modalità tramite cui l'uomo può conoscere, dare significato e forma alla sua stessa vita? L'uomo, con la pratica della sua esistenza, torna al centro del discorso aprendo nuove possibilità. Evitando di assumere per ovvie certe posizioni metodologiche, chiudere in anticipo i contorni di cos'è reale, restituire un'idea di umanità che mal sopporta frettolose riduzioni, compresa la legittimità di porre la domanda su Dio. -
L' umanità a un bivio. Il dilemma della sostenibilità a trent'anni da Rio de Janeiro
Un saggio di storia, teoria e critica dello sviluppo sostenibile che esamina successi e fallimenti a trent'anni dal primo summit di Rio de Janeiro sulle condizioni della Terra. Per la prima volta un libro sulla sostenibilità e sulla crisi ambientale prodotta dall'umanità ripercorre il pensiero ecologico formatosi dagli anni '50 del XX secolo, con approfondimenti multidisciplinari che si muovono fra storia, filosofia, geopolitica, studi culturali, scienze, economia, città insieme a cinema, letteratura e arti, per capire come fronteggiare la crisi climatica e le sue sfide - tra cui il Covid-19! - e come modificare radicalmente i nostri concetti di sviluppo, crescita, benessere e prosperità. Aspetti tecnici complessi come l'impronta ecologica, i Planetary boundaries e i servizi ecosistemici insieme a metodi analitici come l'intersezionalità, l'ecocritica e l'economia circolare sono trattati in modo semplificato ed accessibile ai non esperti.