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Il corpo nell'anima. Henri Bergson e la filosofia della mente
Esiste un ""luogo"""" della coscienza? Se non possiamo dubitare della correlazione tra la nostra esperienza del mondo in prima persona e una certa porzione di realtà fisica, sorge però il problema di stabilire la natura di tale relazione e l'estensione della realtà fisica cui la coscienza può essere associata: questa sta """"dentro la testa"""", coincidendo col cervello, oppure supera i confini del nostro corpo materiale? Si tratta del problema classico del rapporto tra anima e corpo, rilanciato oggi, in chiave diversa, dalla filosofia della mente e dalle neuroscienze contemporanee, nel dibattito tra """"internalisti"""" ed """"esternalisti"""". Questo saggio cerca di affrontare tale decisiva questione - in cui ne va del posto dell'uomo nella natura - incrociando le tendenze della ricerca più aggiornata con la riflessione del filosofo francese Henri Bergson (1859-1941), il quale ha anticipato molti punti essenziali della discussione odierna, offrendo una chiave di lettura feconda e attualissima, non ancora pienamente valorizzata. Prefazione di Marco Ivaldo. Postfazione di Riccardo Manzotti."" -
Il ritmo dell'immanenza
Rimasto ai margini del dibattito filosofico novecentesco, Louis Weber appare oggi come un pensatore di inusitata radicalità. La sua prospettiva, divisa significativamente tra un versante metafisico - il positivismo assoluto del suo libro del 1903 - e uno tecnico-antropologico, indagato alla luce di un'ipotesi schiettamente antipositivista, offre una serie di strumenti utili a comprendere anche il nostro tempo e la sua tendenza a trasferire parte delle prerogative cognitive umane ai dispositivi digitali. La sua filosofia della riflessione, dell'idea e del giudizio da un lato e la sua indagine sul ritmo del progresso dall'altro rappresentano un brillante tentativo di ricucire la scissione tra teoria e prassi che da sempre costituisce uno dei principali problemi affrontati dalla filosofia occidentale, se non il principale. Attraverso una selezione dei suoi saggi migliori, il lettore potrà così riscoprire un pensiero che all'idealismo logico associa il pragmatismo radicale e all'attenzione per il divenire incessante delle idee scientifiche fa corrispondere una concezione della filosofia come impresa dialettica transgenerazionale, progressiva e sostanzialmente infinita. La presente antologia rappresenta un'anteprima assoluta in Italia. -
Dall'agente al vedente
In questo volume, che sancì incontrovertibilmente agli occhi dei suoi contemporanei l’imporsi di qualcosa di così radicalmente originale da doverlo da allora in avanti definire “filosofia nishidiana”, Kitaro- Nishida introduce per la prima volta alla radice del suo pensiero il concetto di luogo di assoluto nulla. Si realizza così rispetto alle opere precedenti una netta svolta concettuale che per il pensatore giapponese costituisce il tentativo di dare fondamento filosofico a ciò che si cela da sempre alla radice della cultura orientale: “vedere la forma di ciò che non ha forma, sentire la voce di ciò che non ha voce”. -
Il tuo profilo e te. L'identità dopo l'autenticità
Sempre più spesso, ci presentiamo e incontriamo gli altri attraverso i profili. Un profilo ci mostra non come siamo visti direttamente, ma come siamo percepiti da un pubblico più ampio. L'identità basata sul profilo è ormai palese ovunque, dalla cultura pop alla politica, dal marketing alla moralità. Ma troppo spesso i critici si limitano a denunciare questa presunta superficialità in difesa di un supposto ideale di espressione autentica o sincera. Questo libro sostiene che il profilo segna un cambiamento epocale nel nostro concetto di identità e dimostra perché questo è importante. Invece di polemizzare contro il profilo, gli autori delineano come funziona, come lo applichiamo senza difficoltà nella nostra vita quotidiana e come plasma i nostri valori: a livello personale, economico ed etico. Proponendo un punto di osservazione profondo e innovativo sull'impatto che i nuovi social media hanno sulla presentazione del sé, questo libro introduce anche una riflessione su come salvaguardare la propria identità in un'epoca di profilazione proliferante. -
Musica rock. Suono, ritmo, affetto e l'invenzione della chitarra elettrica
Yvetta Kajanová, in questo volume, propone per la prima volta una teorizzazione della musica rock esaminando l'apporto di tre dei suoi veicoli espressivi fondamentali, la voce, la chitarra e la batteria. La musica rock, inoltre, vi è analizzata sotto l'aspetto estetico ed etico, e identificata attraverso l'analisi di alcune delle sue caratteristiche più tipiche, tra cui pattern ritmici, riff, power chords, schemi armonici particolari e impiego di tecniche chitarristiche come picking, tapping, hammering, e ancora booster, overdrive ed effetti di distorsione. Parametri fondamentali del rock come la sonorità e l'improvvisazione sono quindi presi in esame esaminandone diversi stili, dal rock and roll all'hard rock, fino a varianti del metal come l'hardcore, il black metal, il death metal, il grindcore, il gothic rock, il progressive metal, il metalcore, lo shoegaze e il cosiddetto post-rock. L'Autrice, nel libro, si occupa infine anche di alcune tecniche vocali, come lo screaming e il growling. -
Auto da fé. Rileggere Giorgio Manganelli
Come rileggere Giorgio Manganelli, uno degli autori più studiati e meno letti degli ultimi trent'anni? E come evitare l'aneddotica che è fiorita attorno alla sua figura? Questo libro individua tre possibili strade. La prima parte dagli scritti giovanili, e dai diari ancora inediti, per capire come Manganelli sia arrivato alla sua concezione della letteratura come menzogna. La seconda indaga il suo rapporto con la letteratura inglese e con gli scrittori del cuore che ha letto e tradotto per decenni. La terza, invece, segue il Manganelli corsivista, autore di scritti sull'Italia e sul mondo contemporaneo. Alessandro Gazzoli mette così in dialogo Giorgio Manganelli con i diari di Leopardi e Pavese, con i suoi «compagni segreti» Yeats, Johnson, De Quincey, Poe e con un altro grande autore di «retroguardia» del Novecento italiano, Ennio Flaiano. -
Errante erratica. Pensare il limite tra letteratura, arte e politica
La raccolta di saggi qui riuniti presenta la vibrante riflessione sulla contemporaneità di Diamela Eltit, riconosciuta come una delle più importanti intellettuali del panorama culturale latinoamericano. Strutturato in quattro sezioni che si articolano sullo sfondo della storia cilena dilaniata dal neoliberalismo, il testo illumina il mondo globalizzato con le sue contraddizioni e i suoi paradossi. Grazie alla rappresentazione di una serie di figure minori, in transito verso il nuovo millennio, l'autrice ci accompagna tra gli spettri della dittatura, nel suo rapporto con il mondo-mercato, ci introduce all'arte e alla scrittura come spazio di testimonianza e resistenza, disegna un ritratto del corpo nei suoi vincoli con la politica. Una visione acuta e penetrante, capace di scardinare le rappresentazioni del potere, forzando il limite del conformismo e obbligandoci a pensare. -
Metafore di luce
La visione suggestiva di un raggio di luce si inscrive, a volte, tra le righe di alcuni testi mistici e poetici. Non sempre e non a caso. Solo in alcuni piuttosto che in altri. Irrompe sulla scena di stati di coscienza del limite, per descrivere un'esperienza di cui, in realtà, non si potrebbe dire e scrivere nulla. Nel nostro presente inquieto compare in uno degli ultimi romanzi di Marguerite Duras e ritraduce una delle più belle e misteriose poesie di Emily Dickinson. Ma questa visione ha una sua storia che ricongiunge, almeno per ora, altre tre donne: una è quasi contemporanea di Duras ed è una filosofa, Edith Stein, l'altra è una mistica della controriforma ed è Teresa d'Avila, la terza è una mistica e una filosofa, una poetessa e un'eretica, e si chiama Marguerite Porete. Forse, tutte e tre queste donne hanno adottato una stessa metafora per raccontare il vissuto di una identica esperienza. E, forse, il ricorrere di una metafora poetica non è solo una questione di estetica letteraria. Stimola a porsi alcune domande. Si può scrutare nelle esperienze individuando i correlati linguistici e semiotici che le raccontano? Quanto potrebbe essere utile, nella ricerca di correlati neurali degli stati contemplativi, considerare anche approcci di analisi narrativa e semiotica? -
Tenetevi il matrimonio e dateci la dote. Il lavoro riproduttivo nelle relazioni di intimità, solidarietà e cura oltre la coppia nell'Italia urbana contemporanea
Avere una storia seria e un lavoro stabile, nell'immaginario etero e omosessuale, sono i due ingredienti di un'esistenza riuscita, ciò a cui tutti dovremmo tendere. Eppure un gran numero di persone non mette più la coppia in cima alle sue priorità e vive all'interno di reti multiformi di amic*, compagn*, coinquilin*, amanti. A partire dal 2009 i movimenti queer e transfemministi italiani hanno indagato, attraverso l'autoinchiesta, i legami d'affetto, solidarietà e cura oltre la ""coppia obbligatoria"""". Memori della lezione delle femministe dei Comitati per il salario al lavoro domestico degli anni Settanta, le attiviste che hanno dato vita a questa ricerca sanno bene che anche in queste relazioni si riproduce la forza lavoro di cui il capitale ha bisogno, ma non si perdono d'animo. Nella capillare indagine dei propri legami d'affetto, delle pratiche di cura e della propria esperienza del lavoro, mappano i meccanismi minuti e diversificati dello sfruttamento, i punti in cui fa presa sulle nostre soggettività, ed è proprio lì che trovano micropratiche di resistenza e potenzialità di sovversione."" -
Come sopravvivere da psicoterapeuta
Questo classico della pratica psicoanalitica è una riserva sempre attuale di consigli sia per gli aspiranti psicoterapeuti sia per quelli già affermati. Con saggezza, ironia e partecipazione, Nina Coltart racconta i diversi passaggi della vita di una psicoterapeuta: dal concetto di vocazione al training analitico, fino all'avvio del proprio studio. Diversi aspetti della ""sopravvivenza"""" del terapeuta sono analizzati in dettaglio, come le prime sedute di consultazione o il trattamento di pazienti con ideazione suicidaria. Non si tratta di un semplice manuale, ma di una raccolta di riflessioni ed esperienze sul piacere e le difficoltà della psicoterapia. Pagine indimenticabili sulla tecnica analitica, storie cliniche, considerazioni sul buddhismo e rivelazioni autobiografiche sul delicato equilibrio tra la vita e il lavoro."" -
Il mondo naturale e il movimento dell'esistenza umana
Tra il 1950 e il 1976, malgrado le prove e i contrattempi, Patocka ha ripreso spesso la sua meditazione sul mondo nel quale viviamo e dal quale la scienza ci allontana nel momento stesso in cui ne scopre l'oggettività. I dieci saggi qui raccolti permettono di seguire l'itinerario di pensiero che ha portato il filosofo ceco a porre la questione di una fenomenologia trans-soggettiva. Nello specifico, una fenomenologia che permetta di reperire le giustificazioni di un quotidiano in cui mito, lavoro e scienza trovano senso nelle grandi manifestazioni della libertà con l'altro, ovvero il sacrificio e la cosiddetta vita normale. -
Il dovere alla salute. Sul rischio di sottoutilizzo dell'intelligenza artificiale in ambito sanitario
Il volume esamina un tema ancor poco esplorato come il problema del sottoutilizzo dell'intelligenza artificiale in ambito sanitario. L'analisi esplora le ragioni del sottoutilizzo che rinviano a dilemmi etici e interessi economici, istanze sociali e standard tecnici, valutando altresì le iniziative dei legislatori e delle autorità pubbliche che hanno inteso fronteggiare il fenomeno. La stima è che i costi opportunità legati al sottoutilizzo tecnologico in ambito sanitario possano incidere in paesi come l'Italia fino al 2% del prodotto interno lordo. Visti i limiti fin qui incontrati da legislatori e autorità, l'intento è di mettere a frutto anni di ricerca e collaborazione scientifica con alcune organizzazioni internazionali, formulando un piano d'azione e un metodo con cui sfruttare tutte le potenzialità della tecnologia, a beneficio dell'umanità. -
Sistema dell'intera filosofia e della filosofia della natura in particolare
Il Sistema dell’intera filosofia e della filosofia della natura in particolare, noto anche come Sistema di Würzburg, è un ampio manoscritto, variamente stratificato, composto da Schelling nel 1804, in occasione delle lezioni tenute all’Università di Würzburg. Si tratta della più coerente esposizione del sistema dell’identità. Apparso postumo nel sesto volume dei Sämmtliche Werke (1860), il manoscritto di fatto costituisce l’unico tentativo, nell’ambito dell’intera produzione schellinghiana, di presentare in organica connessione le due parti, reale e ideale, naturale e trascendentale, del sistema. L’equilibrio concettuale che ne discende, la minuziosa attenzione ai momenti di transizione, il rilievo dei luoghi di convergenza, ontologicamente apicali, tra reale e ideale consentono di seguire, pur nelle interne tensioni, l’efficace delineazione di una potente e unitaria visione teoretica, etica, estetica, infine politica, la cui peculiare tessitura ontologica, segnata da un originale sviluppo della cosiddetta “dottrina delle potenze”, ne definisce probabilmente l’aspetto più incisivo e fecondo. -
Cosmopolis. La nascita, la crisi e il futuro della modernità
In questo mirabile testo, Stephen Toulmin rilegge la storia delle idee degli ultimi quattro secoli, nell'intento di capire perché i progetti della Modernità ottennero tanto credito. Non ultima tra le ragioni di questo successo fu una ipersemplificazione che, in retrospettiva, appare irrealistica. La seduzione dell'Alta Modernità stava nella sua chiarezza astratta e nella semplicità teorica: entrambe queste caratteristiche resero i successori di Cartesio ciechi rispetto alle inevitabili complessità dell'esperienza umana. -
Concerti e sconcerti. Cronache musicali (1915-1919)
Questa raccolta curata da Fabio Francione e Maria Luisa Righi si presenta come la prima pubblicazione organica di tutti gli scritti musicali di Gramsci finora individuati sull'""Avanti!"""". Leggendo le sue cronache si vedrà come il piacere dello spettatore e l'anima pugnace del critico non si sovrappongono, ma si integrano in una miscela intellettuale unica nel panorama della critica musicale del Novecento."" -
Strehler. Il gigante del Piccolo
Questo libro nasce da una serie di interviste uscite sulle pagine milanesi de ""la Repubblica"""" in occasione del centenario della nascita di Giorgio Strehler (Trieste, 14 agosto 1921 - Lugano, 25 dicembre 1997). Un mosaico di voci, sguardi, ricordi, passioni e pensieri che meritava una vita più lunga di quella garantita dallo spazio e dai tempi di un quotidiano. Hanno parlato gli attori (Ferruccio Soleri, Giulia Lazzarini, Ottavia Piccolo, Gabriele Lavia, Giancarlo Dettori, Monica Guerritore, Laura Marinoni), i cantanti (Juan Pons) e i registi (Filippo Crivelli, Lluís Pasqual). Chi l'ha molto amato (Ornella Vanoni e Andrea Jonasson), chi ha lavorato con lui dietro le quinte (Ezio Frigerio, Carlo Fontana, Giovanni Soresi, Sergio Escobar), chi è stato suo allievo (Massimo de Vita), chi ha incrociato la sua strada a vario titolo (Andrée Ruth Shammah, Renato Sarti, Paolo Rossi), chi lo scortava ovunque (l'autista Vincenzo Franceschinis), chi si è permesso affettuosi sberleffi (Maurizio Micheli). Messe in fila, una dopo l'altra, in una sorta di ordine di apparizione sulla scena della vita e del teatro di Strehler, queste interviste compongono un ritratto di sorprendente freschezza e vitalità. Gli splendori e i furori, le battaglie e le cadute, l'impegno politico, il sodalizio con Paolo Grassi, il Piccolo Teatro, la Scala e l'Europa, la solitudine e i tradimenti, la generosità e il genio tempestoso. Con il teatro, sempre e solo il teatro, magnifica ossessione, a muovere e spiegare tutto il resto."" -
Come cambiare stato di coscienza. Fenomenologia e meditazione
Questo libro intende comparare fenomenologia e meditazione. Si potrebbe dire che propone un approccio fenomenologico alla meditazione, ma questo non farebbe giustizia a ciò che è la fenomenologia. La fenomenologia non è un mezzo per accedere a qualche cosa, e ancor meno un punto di vista su qualche cosa (neanche un punto di vista sull'interiorità), perché tende ad abolire ogni distanza tra il ricercatore e il suo dominio di ricerca. In questo, la fenomenologia assomiglia alla meditazione, che si mette in ricerca di uno stato non-duale nel quale l'opposizione tradizionale tra conoscente e conosciuto è sospesa. Per la fenomenologia, la meditazione è dunque ben più che un oggetto di studio interiore o esteriore: la meditazione rappresenta una variante del proprio metodo; è, forse, la sua disciplina sorella. Per valutare il grado di questa somiglianza, occorre installarsi nel cuore delle pratiche del fenomenologo e del meditante. In che cosa l'épochè (sospensione) si avvicina alla nirodha (cessazione) del meditante? Quale rapporto esiste tra riduzione fenomenologica, questo sguardo riflessivo portato sulla via della conoscenza pura, e la meditazione Vipassana, che proietta la sua luce analitica su ogni avvenimento mentale? Come la meditazione e la fenomenologia ci conducono in definitiva a vedere le cose come esse sono, cioè in modo nudo, innocente, ininterpretato? -
Rosa Luxemburg
Nata in una famiglia di socialisti ed ebrei assimilati, Hannah Arendt crebbe nel culto di Rosa Luxemburg. La stesura del suo capolavoro, Le origini del totalitarismo (1951), e del saggio Sulla rivoluzione (1963) fu l'occasione per avviare un confronto inedito con l'opera di Rosa Luxemburg, che le rivelò tasselli sconosciuti della sua poliedrica personalità. Lo scritto arendtiano, qui riproposto in una nuova traduzione, evidenzia la relazione tra le idee di queste due ""donne in tempi bui"""": la diffidenza nei confronti dei movimenti di emancipazione femminile, i limiti dell'internazionalismo di fronte all'emergere della questione nazionale, il maniacale bisogno di protezione della sfera intima, l'esigenza di stabilire metri di equità nel mondo, la necessità di confrontarsi con Marx, l'ansia di preservare l'autentico spirito rivoluzionario insieme al dovere storico e politico di indicare limiti e criticità della prassi rivoluzionaria del XX secolo."" -
In segreto. Crimini sessuali e clero tra età moderna e contemporanea
Quali sono i fattori che nel corso dei secoli hanno favorito la diffusione della pedofilia nel clero? Perché la Chiesa non ha voluto o potuto fronteggiare lo scandalo degli abusi sessuali? Come sono cambiati il giudizio e la percezione di questi reati? Domande complesse a cui si dà risposta con una storia della violenza subita o commessa, talvolta in forma esplicita, più spesso in modo insidioso, attraverso rapporti di intimità fatti di confidenze, prossimità, condivisioni. Le strategie messe in atto per tenere in segreto i crimini o per punire i criminali, per tutelare la Chiesa o le vittime degli abusi, per denunciare i fatti anche a costo di ingigantirli, o minimizzarli anche a costo di insabbiarli, sono indagate tenendo insieme norma e prassi, enunciati e pratiche, precetti e comportamenti, reati e peccati. Episodi e casi concreti del passato e del presente, ricostruiti con rigore interpretativo e con un'attenta analisi dei documenti, aiutano così a far luce sull'evoluzione storica dei crimini sessuali del clero. -
Destini tecnologici dell'immaginazione
In questo libro si sostiene che l'immaginazione umana sia indissociabile dal fare tecnico con cui è intrecciata fin dalle più remote origini. Sono in tal modo comparse, nel corso del tempo, tecnologie provviste di potenzialità trasformative di tale portata da riorientare in modo radicale il profilo essenziale delle forme di vita dell'essere umano e da ridisegnarne i destini. È il caso del riassestamento complessivo del rapporto tra sensibilità, prestazioni immaginative e protocolli cognitivi, imputabile all'invenzione del linguaggio articolato: un'autentica svolta nel modo di costituirsi delle culture umane, le quali da allora hanno conferito di norma un'importanza centrale alla relazione tra l'immagine e la parola. La rivoluzione digitale ci mette oggi nella condizione di fare esperienza diretta di questa svolta cruciale e di rileggere in modo nuovo la storia e le potenzialità dell'audio-visivo, a cominciare dal cinema.