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Sole nero. Depressione e melanconia
Due tesi ardite sostengono questo libro di Julia Kristeva - semiologa, scrittrice, grande intellettuale e interprete del disagio dei nostri tempi: la prima è che la ""melanconia"""" degli antichi, la """"atra bilis"""" studiata da Aristotele, da Ippocrate e da Galeno, indagata nel Rinascimento da Marsilio Ficino e immortalata da Dürer, pur restando sostanzialmente la stessa, abbia assunto ai giorni nostri il volto di una malattia riconoscibile: la depressione. La seconda è che quest'ultima, proprio perché sperimenta l'inconsistenza del senso delle cose, sia capace di una trasformazione rivoluzionaria: di cambiare il pensiero e le forme artistiche. Un viaggio affascinante, quello di Julia Kristeva, attraverso la psicoanalisi, la filosofia, l'estetica letteraria, la storia, l'arte. Dopo avere affrontato tre figure della depressione femminile - casi clinici narrati come tre cronache Kristeva si confronta con le storie di quattro grandi artisti, nei quali la malinconia ha prodotto opere di alto valore simbolico, in epoche e contesti differenti: Hans Holbein, Gérard de Nerval, Fédor Dostoevskij e Marguerite Duras. Spaziando dall'idea del sublime a quella di morte, dalla nostalgia al dolore della mente, """"Sole nero"""" costituisce un'indagine sulla sofferenza contemporanea e sui suoi effetti sulla società."" -
Regioni a geometria variabile. Quando, dove e perché il regionalismo funziona
Come rendere efficienti le regioni italiane? La saldatura tra l'attuale delegittimazione della sfera politico-istituzionale e la crisi fiscale dello Stato sta mettendo in discussione l'architettura della nostra amministrazione locale. La risposta prevalente, dettata dall'emergenza e dalla volontà collettiva di semplificazione, è stata finora quella di riportare poteri e responsabilità al centro del sistema, senza valutare a fondo quanto ciò risulti incoerente con la storia e con l'attualità del paese. Eppure non si può negare che l'Italia abbia costruito sul protagonismo territoriale la pista del suo sviluppo. Per questo oggi uno sguardo attento alla sfera delle autonomie e in particolare alla dimensione delle regioni è una scelta obbligata. Questo agile volume rivela come siamo in effetti davanti a una situazione estremamente differenziata: ci sono realtà amministrative efficienti e altre che ne sono la negazione. C'è una politica del governo centrale che però tratta tutti allo stesso modo, nonostante le evidenti differenze interne. Come si può uscire da un tale labirinto in cui ad essere premiati sembrano sempre i peggiori? Il saggio, oltre a un'analisi di dettaglio sui conti territoriali condotta insieme al Censis, mostra l'obiettivo di tracciare una possibile via d'uscita: è il governo a geometria variabile, che si fonda sullo scambio tra autonomia e responsabilità. Prefazione di Giuseppe De Rita. -
Storia dell'acqua. Mondi materiali e universi simbolici
Una storia dell'acqua, nei suoi aspetti biologici, materiali, sociali, religiosi e simbolici, è destinata a percorrere le più svariate culture e discipline: l'acqua è essa stessa elemento trasversale, fluido, mutevole, multiforme, che si riversa diversamente sulla terra, nella natura e nella storia. I diversi ""mondi"""" che il nostro mondo terracqueo contiene, altro non sono che differenti mondi d'acqua. Il volume raccoglie i contributi di alcuni importanti studiosi a livello mondiale, i quali, pur indagando realtà geografiche e culturali tra loro lontane, mostrano come l'acqua abbia sempre rappresentato un problema e come tutte le culture abbiano elaborato tecniche, saperi, pratiche per massimizzare i vantaggi di un bene che può mancare o eccedere, che può salvare o distruggere. Nella prima parte, il libro indaga un """"esempio"""" storico-territoriale relativamente ristretto, quello del Mezzogiorno d'Italia: luogo quanto mai emblematico, nel corso della sua lunga storia, dell'affascinante e controverso rapporto con le acque. Descritto talora come una sorta di paradiso in terra, per l'incuria e la devastazione delle acque è stato altre volte considerato luogo deputato di sfasciume, degrado e rovina. L'attenzione viene poi spostata, nella seconda parte, su un'area più vasta, procedendo a indagare un secondo cerchio concentrico, il Mediterraneo, che sull'intenso rapporto con le acque ha declinato e definito le culture e le civiltà dei popoli che lo hanno abitato... Introduzione di Vito Teti."" -
La Sicilia e gli alleati. Tra occupazione e Liberazione (1943-1945)
Il 10 luglio 1943 le armate americane e britanniche sbarcarono in Sicilia. ""Chi vide approdare la grande armata - osserva Salvatore Lupo - ebbe l'impressione visiva, spaventosa e affascinante, di una forza irresistibile. Lo sbarco segnò la svolta nella guerra e quindi nella storia mondiale. Da qui le infinite rievocazioni dell'evento nei media, e le annesse mitologie: la Sicilia del '43 rappresenta tutt'oggi un luogo di straordinaria portata simbolica"""". Ed è proprio in virtù di questo mito che la memoria è intervenuta semplificando, appiattendo, cancellando le contraddizioni insite nello straordinario evento. I primi a essere cancellati sono i britannici: la memoria colloca quasi soli al centro della scena gli americani, sapendoli destinati a governare il mondo nuovo, nel bene e nel male. Le contraddizioni sono molteplici, ed è su di esse che il lavoro di Manoela Patti, sulla base di una ricca e dettagliata documentazione, intende far luce. La Sicilia fu il primo lembo d'Europa occupato dagli alleati, e come tale rappresentò un """"laboratorio"""" in cui sperimentare un modello amministrativo da utilizzare poi su tutto il territorio italiano, ma condizionato ab origine da una sottile ambiguità: i soldati che sbarcavano in Italia erano nemici o liberatori? Prefazione di Salvatore Lupo."" -
Campagne urbane. Una nuova proposta di paesaggio della città
L'umanità tende a diventare sempre più urbana, la città cresce allontanando la campagna che si trasforma in nuove periferie e spazi incolti. Il mondo agricolo, è in forte declino, incerto sulle immagini che il futuro gli riserva, essendo i suoi spazi sempre più luoghi in cui si espande la città e dove si diffondono forme e pratiche generiche, indistinte, se non residuali. Un simile processo è destinato a continuare e ad accrescere le contraddizioni tra una città sempre più periferia e una ruralità divenuta urbanizzata. Sembra così delinearsi una società in cui i valori di urbano e rurale finiranno per essere confusi e gli spazi arbitrariamente mescolati, dando vita a un luogo dominato dall'incertezza, abitato da una società periurbana, indifferente tanto alla città quanto alla campagna. Pierre Donadieu pone in queste pagine la necessità di ribaltare la tradizionale idea di una contrapposizione tra la città e la campagna che ci impedisce di cogliere il ruolo che può invece assumere la campagna urbana. Quello che un tempo pareva solo un ossimoro costituito da due termini tradizionalmente antitetici, diventa invece un paesaggio in cui emergono indizi di nuove ecologie tra territorio e società, in parte dipendenti dalla cultura urbana e da quella rurale, ma per molti aspetti portatrici di una proposta inedita di sostenibilità e di nuove forme di spazialità urbana su cui è giunta l'ora di interrogarsi. -
Quota zero. Messina dopo il terremoto: la ricostruzione infinita
"Quota zero"""" è uno studio sulla lunga durata di un disastro e sull'ordine sociale derivato da un evento apocalittico come il terremoto di Messina del 1908. La città dello Stretto viene qui vista come uno dei primi spazi di applicazione di quella shock economy che, secondo orientamenti prevalenti, sarebbe tipica della contemporaneità e del neoliberismo. Secondo l'autore, però, molte delle forze attive nel contemporaneo capitalismo dei disastri sarebbero state all'opera nella città siciliana già all'inizio del secolo scorso. Al punto che Messina ha finito con l'anticipare di decenni tutte le contraddizioni del capitalismo contemporaneo. Pietro Saitta ripercorre la storia di Messina, dei suoi abitanti marginali e del Mezzogiorno, alla luce di categorie analitiche mutuate dagli studi postcoloniali e subalterni, oltre che dalle teorie sul sistema-mondo. Testimoni privilegiati e diretti sono differenti generazioni di reietti dei cantieri edili, di abitanti delle baracche e simili figure ugualmente impegnate a sopravvivere e """"resistere"""", sfruttando gli interstizi lasciati liberi da un sistema pervasivo e spietato che si rinnova da decenni. Quel che discende da questo sforzo è una visione intorno a un evento centrale della storia nazionale, delle utili osservazioni comparative sulla gestione dei disastri nel nostro paese e l'avanzamento di una proposta metodologica nei termini di un approccio alla ricerca sociale teso a coniugare storiografia, sociologia... Prefazione di Biagio Oriti." -
Di qualità. Per un nuovo indirizzo europeo delle politiche agroalimentari
Nell'attuale dibattito sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) si fa grande uso della parola qualità, considerata come fattore cruciale per la competitività del settore agricolo e alimentare europeo rispetto alla forte concorrenza dei paesi sviluppati ed emergenti come Usa, Brasile e Cina. Se sulla carta tale posizione è condivisa dalla maggior parte degli addetti ai lavori europei, occorre allora un riscontro concreto in termini di sostegno alla qualità, allo scopo anche di aiutare il consumatore a riconoscere i prodotti locali, quelli elaborati con metodi tradizionali e quelli biologici, sfuggendo a trappole, inganni e contraffazioni. Questo agile volume offre un'introduzione aggiornata sugli strumenti giuridici a disposizione del settore agricolo e alimentare di qualità in Europa, per contribuire alla diffusione di una cultura della materia che aiuti il pubblico (e non solo gli addetti ai lavori) a rendersi conto di quanto sia indispensabile la protezione dei prodotti agroalimentari di qualità (Dop/Igp/Stg) per la crescita economica e sociale delle aree rurali. Per meglio comprendere l'importanza dell'Indicazione geografica del prodotto e il peso che essa assume per l'economia europea, è fondamentale lo studio sul valore del sistema di tutela delle denominazioni di prodotti agricoli e alimentari (""Indicazioni geografiche"""" o Ig) pubblicato dalla Commissione europea il 4 marzo 2013. Prefazione di Antonio Sciaudone. Introduzione di Paolo De Castro."" -
Ecocritica. La letteratura e la crisi del pianeta
La letteratura non è immune dall'emergenza ecologica: il pericolo crescente cui il pianeta è esposto ha spinto negli ultimi anni anche la critica letteraria a percorrere nuove strade, riportando in primo piano la stessa relazione tra uomo e natura. È forse per questo che l'ecocriticism si sta diffondendo rapidamente del globo. Il volume raccoglie gli scritti dei principali studiosi del tema a livello mondiale e rappresenta uno strumento utile per introdurre i lettori italiani in un territorio di riflessione capace di porsi al crocevia di tanti settori. Lavorando al confine tra ecologia e critica letteraria, l'ecocritica rappresenta infatti l'applicazione del paradigma scientifico dell'ecosistema all'immaginazione letteraria e agli studi a essa correlati. Al centro è la nozione sistemica di luogo materiale, già fulcro del pensiero ecologico, che indirizza la ricerca critico-letteraria verso un ripensamento dell'umanesimo tradizionale in una nuova chiave, capace di tener conto dell'interdipendenza tra la vita umana e la totalità dell'universo vivente. Lo studio letterario si arricchisce di uno sguardo contemporaneo sul nostro ruolo nel mondo. -
Clara Button. Un matrimonio a sorpresa
Chi l'avrebbe mai detto che andare a un matrimonio poteva diventare un'occasione così divertente? La piccola Clara non perde occasione per farci scoprire quante cose si possono fare con un po' di fantasia e una gran voglia di sperimentare. Dare un tocco speciale a un vecchio vestito e un po' di colore ai capelli diventa un gioco da ragazzi, se la mamma ti accompagna in merceria e poi riesci a sgraffignare in cucina il colorante per le torte. Ma Clara non è la sola creativa in famiglia - guardate cosa si è inventato suo fratello per festeggiare gli sposi. Non c'è che dire, quel matrimonio sarà davvero speciale. Età di lettura: da 6 anni. -
Io e la mia vita
Graffiante come Mafalda, filosofico come i Peanuts, scanzonato come il Piccolo Nicolas: ecco a voi Pico, uno scapigliato sotto il metro di altezza alle prese con le domande chiave della vita. Checché ne dicano Mamma, Papà, la minuscola sorella AnaAna, e la sua banda di amici, l'ultima parola dev'essere sempre la sua. Impossibile resistere alla spiritosa non chalance con cui si aggira tra casa e scuola, compiti e vacanze, skateboard e bici, mare e città... le sue piccole certezze e le sue grandi domande si lasciano sempre dietro bocche spalancate e occhi pensosi, che un attimo dopo si sciolgono in un sorriso o una sonora risata. -
Quanti guai, piccolo Nicolas!
"Buongiorno. Mi chiamo Nicolas. Vivo in una piccola città della Francia con la mia mamma e il mio papà, e ho una banda di amici terribili. A scuola impariamo un sacco di cose: la matematica, i fiumi, le capitali, i tempi antichi, quando la Francia era piena di Galli. Noi vogliamo bene alla nostra maestra; è sempre così carina, quando non si arrabbia. Dopo la scuola, giochiamo ai cowboy e a pallone su un prato pieno di buche, vicino a casa mia. E magnifico! C'è l'erba, ci sono i sassi, c'è una rete, e c'è anche una macchina che non cammina ma che è pazzesca. Con queste parole si apre l'home page del sito che l'editore Phaidon ha dedicato al piccolo Nicolas, dopo aver tradotto i volumi che ora Donzelli presenta in edizione italiana, e che hanno dato vita, anche in America e in Inghilterra, a un vero e proprio fenomeno di culto. Nate nel 1959 dall'incontro fortunato di due mostri sacri dell'umorismo, le storie di questo ragazzino terribile e dei suoi amici, che riescono sempre a mandare in tilt i genitori e la maestra, sono diventate un classico, non solo per i lettori più piccoli. Questo volume raccoglie in versione integrale i cinque libri del """"Petit Nicolas"""" pubblicati in Francia tra il 1960 e il 1964. Età di lettura: da 10 anni." -
I canti di Natale. Da «Jingle Bells» a Lady Gaga
Il canto è da sempre per gli italiani uno degli appuntamenti irrinunciabili di ogni buon Natale che si rispetti: in chiesa per la novena, ovviamente, ma soprattutto in casa, davanti all'albero o al presepe, dove la famiglia rinnova un rituale antico che risale alla notte dei tempi. All'epoca di san Francesco, cioè, e dei misteri medievali che già allora traducevano nel linguaggio più popolare - le canzoni - le vicende della Natività. Sono canti di gioia, raccoglimento, devozione e nostalgia che nei secoli si sono arricchiti di nuovi temi in sintonia con il proprio tempo, fino a celebrare un'idea laica del Natale corrispondente al suo inesorabile trasformarsi in business planetario. Quello dei canti natalizi è un corpus consolidato e radicato a livello internazionale, che ogni anno viene rispolverato con regolarità e arricchito di nuove interpretazioni. Si tratta di un repertorio immenso che abbraccia secoli di storia passando per tutti i generi musicali: dal folklore alla musica classica, dallo swing alla canzone d'autore, dal rock al pop contemporaneo. Paolo Prato attraversa questo universo con un'ampiezza di sguardo che sino a oggi mai nessuno aveva tentato, costruendo un libro ricco di racconti, curiosità, immagini, note musicali, pensato per tutta la famiglia e per tutti coloro che amano la musica e sono stregati ogni anno dalla magia dello spirito natalizio. Il prodotto contiene un QR code che consente di ascoltare con lo smartphone il brano. -
Ma cos'è questa crisi. L'Italia, l'Europa e la seconda globalizzazione (2007-2013)
La diagnosi è ben chiara. Il principio che continua a ispirare le ricette dominanti per uscire dalla crisi è: ""prima l'austerità e poi la crescita"""".Ora, osserva De Cecco, """"la prima l'abbiamo da tempo, ma la seconda non si vede, e se la ricetta non ci ha ancora soffocato lo dobbiamo a Obama, che questa ricetta non la applica"""".Ma quando è nata l'idea che per investire bisogna aver prima risparmiato? """"Essa è presente già in Adam Smith, e percorre per più di un secolo l'intera storia della teoria economica. Fino a quando arriva Keynes che, con la forza della disperazione dovuta alla crisi post-bellica, afferma che, al contrario, sono gli investimenti a determinare i risparmi"""". Il cuore della crisi europea sta nel continuare a rimanere abbarbicati all'idea dell'austerità a tutti i costi. La battaglia che si conduce in Europa attorno a questi temi è una battaglia aperta, che coinvolge le autorità monetarie, i gruppi politici, le lobby, gli interessi della speculazione e della rendita. Tutti soggetti che si muovono in uno scenario storico complesso, difficile da penetrare."" -
Di chi è la colpa. Sette possibili cause del dissesto italiano
Che l'Italia sia uno dei paesi più in difficoltà è ormai un luogo comune,ma l'analisi delle cause di questa situazione appare difettosa o incompleta. In queste pagine si indagano i decenni della prima Repubblica, dalla ricostruzione postbellica alla fine degli anni settanta, e si pongono al centro gli assetti istituzionali e normativi, poiché è pur sempre il diritto a (dover) governare l'economia e non viceversa. Tuttavia, così come avvenne all'indomani del secondo conflitto mondiale, il paese può ancora farcela. Il miracolo economico si deve principalmente a una generazione straordinaria di italiani che ci ha regalato il benessere di cui abbiamo fin qui goduto. Lo spirito di sacrificio e l'intraprendenza di quegli uomini e quelle donne hanno annullato per oltre un ventennio le contraddizioni già esistenti del nostro sistema istituzionale,ma esse sono puntualmente riemerse non appena quella generazione ha cominciato, per ragioni anagrafiche, a passare la mano nel corso degli anni settanta, quando i segnali dell'inefficienza iniziarono a manifestarsi. Una pubblicistica di cui si è persa quasi memoria, ma che oggi è necessario ripercorrere per capire che le cause del dissesto non sono poi così recenti, e che la ripresa economica e una stretta aderenza ai principi della Costituzione del 1948 non bastano per uscirne senza prima porsi una domanda essenziale: la legalità e l'etica oggi vigenti possono consentire il retto funzionamento delle istituzioni repubblicane? -
Mario Martone. La scena e lo schermo
Pochi autori hanno saputo come Mario Martone raccontare la storia del nostro paese riflettendo in modo così profondo sull'identità italiana. In questo volume uno dei più grandi registi del nostro tempo, che da anni lavora al confine tra più arti - il teatro, la lirica, il cinema -, ha scelto di raccontarsi, disegnando un personalissimo ""autoritratto"""". Martone ripercorre le tappe centrali di un percorso artistico e personale fuori dall'ordinario: dal teatro sperimentale dei primi anni alla passione per la tragedia greca, dall'impegno civile al confronto con Mozart, Verdi e Rossini, e al decisivo incontro con il cinema. Da quest'ultima esperienza sono nati alcuni suoi film entrati ormai nella memoria collettiva di tutti noi, come """"Morte di un matematico napoletano"""", sua folgorante pellicola d'esordio, """"Noi credevamo"""", il recente monumentale e accorato racconto delle vicende che hanno portato all'Unità d'Italia, fino al nuovo atteso """"Il giovane favoloso"""", su Giacomo Leopardi. Nel volume inoltre studiosi e critici di diverse generazioni leggono l'opera di Martone non solo all'interno del percorso artistico dell'autore, ma misurandola anche con la grande tradizione estetica e culturale (cinematografica, teatrale e operistica) italiana. Il complesso dei testi ci riconsegna una figura contemporanea straordinariamente eclettica, la cui opera diventa importante per una lettura critica del nostro presente."" -
Nuove strategie delle imprese italiane
Molti osservatori sostengono che l'industria italiana è insufficientemente aperta all'innovazione e poco orientata ai mercati internazionali, oltre che ripiegata su dimensioni di impresa medio-piccole a bassa intensità tecnologica. Il confronto con la realtà sembra restituire un quadro ben diverso. Una vasta indagine sul campo condotta dal Centro Studi Confindustria fornisce molti elementi di riflessione che vanno in tutt'altra direzione. Gli esiti di tale indagine ci dicono che per interpretare la logica del cambiamento in atto nel sistema industriale italiano occorre abbandonare l'idea che esso costituisca un'entità omogenea, e che, piuttosto, si debba inquadrarne le tendenze alla luce di una emergente forma di dualismo che scaturisce dall'affermarsi di un doppio percorso evolutivo: quello intrapreso da un gruppo molto dinamico di imprese che hanno adottato strategie di marcata differenziazione rispetto al passato, da un lato; e, dall'altro, quello dentro cui sembrano tuttora prigioniere le imprese che faticano a tenere il passo. L'analisi svolta in queste pagine si occupa delle prime, e ne ricava che esse non rappresentano casi straordinari di eccellenza, ma un segmento significativo di imprese che hanno evitato soluzioni competitive incentrate su fattori di costo e sulle economie di scala, e hanno attribuito al controllo della tecnologia e alla qualità del capitale umano il ruolo di cardini su cui fondare le loro decisioni strategiche. -
Se potessi scriverti ogni giorno. Lettere 1927-1943
Giulio ed Emma Turchi, i protagonisti di questo inedito e singolarissimo carteggio d'amore, non appartengono solamente alla storia politica dell'antifascismo. La loro è la storia di un amore coniugale a cui si sono frapposti, come una barriera implacabile, diciassette anni di carcere e di confino. Una storia di dedizione e di tenerezza, percorsa da una fortissima intensità affettiva. Nel corso dei diciassette anni Emma seguirà Giulio come un'ombra, da un luogo di pena all'altro, abitando e lavorando nella stessa città del carcere quando possibile, per poterlo incontrare a colloquio ogni volta che le sarà permesso. Anni lunghi e inesorabili in cui i due si scrivono ogni volta che viene loro consentito, ora una, ora due volte la settimana, ora più raramente, con un'ostinazione che non conosce cedimenti. Le lettere acquistano così via via spessore. Diventano veementi documenti di resistenza e di denuncia dello stato di prepotenza e di grigia mancanza di libertà in cui si trovava il paese. Dopo la guerra e la Liberazione, Giulio prenderà il suo posto di dirigente nelle file del Partito comunista. Sarà eletto nel 1948 deputato al Parlamento, e nella successiva legislatura, sempre alla Camera, avrà l'incarico di questore. Emma continuerà a stargli vicino fino alla morte di lui, nel 1974. Soltanto a distanza di più di sessant'anni quelle lettere, riordinate dalla figlia Gioia, vengono oggi alla luce: documento potente di un dimensione intima che ha saputo resistere all'asprezza dei tempi. -
L' arte del bugiardo
Pompeo Stillo ha passato la vita a scrivere poesie e canzoni per far conoscere la lingua italiana in terra statunitense, vivendo anni difficili e contrastati, costellati da un arduo lavoro che doveva difendere da attacchi che provenivano da tutte la parti. -
Verso la libertà
L'autrice compie un'azione di recupero della sua infanzia negata, in una veste psicoanalitica analizzando i disagi psichici derivati, e nello stesso tempo esegue un esame dettagliato del comportamento di chi ha scelto di dedicare la propria vita agli altri e si è trovato ad affrontare, senza averne la necessaria preparazione e competenza, problematiche pesanti e impreviste quali sono quelle derivanti dal disagio infantile. -
Cosmos. Aforismi, apoftegmi e considerazioni
Gianfranco Caputo Bisanzio riunisce in questa raccolta un vasto numero di aforismi e cerca continuamente di rendere palesi alcune delle contraddizioni del giorno d'oggi nonché tende a scavare nel mare magnum dei luoghi comuni, delle false apparenze, dell'ipocrisia imperante.