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Mostrati 1941-1960 di 10000 Articoli:
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Pietre per le mie tasche. Testo inglese a fronte
Frammenti del passatomi finiscono nelle tasche luminosi come gli occhi dei cani randagi,imploranti e feroci. Per simpatia il presente si spacca in mille pezzie ci s’infila dentro. -
La sabbia e il marmo. La Toscana di Mario Tobino
Mario Tobino è l'interprete di un microcosmo ricco di fermenti, vivacità culturale, inclinazioni letterarie e calore appartenenti a quel lembo nord-occidentale della Toscana, proteso sul Mar Ligure, tra la Versilia (con l'amata Viareggio) e la Lunigiana, protetto dalle Alpi Apuane e adagiato tra la città di Lucca e i monti della Garfagnana. Una geografia territoriale che diventa anche culturale e umana, dunque, e che si anima grazie alle passioni collettive, agli impulsi creativi e alle tante esperienze comunitarie che la resero feconda. Di essa Tobino ci dà testimonianza, come un attento cronista o un alacre esploratore, in ""Sulla spiaggia e di là dal molo"""" del 1966, libro intenso in cui i ricordi personali, i racconti, le cronache e le riflessioni si fondono per raccontare quel mondo. Il suo mondo. La ricorrenza del centenario della nascita dello scrittore, attraverso il convegno che lo ha ricordato e celebrato, ha fatto nascere questo volume in cui diversi sono gli interventi di autori che illustrano come vari personaggi abbiano intrecciato la loro vita naturale e artistica con quest'area geografica, riconoscendola parte del proprio universo poetico e ritrovandovi le proprie radici. Un viaggio unico e viscerale alla riscoperta delle marine sabbiose della Versilia, dei marmi apuani e dei boschi della Garfagnana che un denso patrimonio culturale hanno nutrito e fatto crescere."" -
L' arte di ascoltare. Parole e scrittura in Grace Paley
Femminista, ebrea, pacifista, ecologista, storyteller, cantastorie, narratrice, poeta, Grace Paley pone al centro della sua vita e della sua poetica l’arte dell’ascolto, irrinunciabile punto di partenza per ogni sua creazione artistica. Chiunque voglia scrivere si deve disporre con orecchi affinati, allenati per ascoltare il linguaggio della casa, della strada, della famiglia, degli amici, della storia, della letteratura, fino a trovare la propria voce. Ascoltare storie e raccontarle, «nel modo più semplice possibile, allo scopo di salvare qualche vita» è stato il suo costante impegno, il suo metodo e il suo obiettivo, radicati nella convinzione che scrivere sia un atto politico e che la politica sia letteratura. Racconti, poesie e saggi nascono dall’urgenza di scrivere del crescere i figli, dei rapporti donna-uomo, di ambivalenze, speranze, fallimenti, tragedie, dei «piccoli contrattempi del vivere», sullo sfondo della Storia, che si snoda «mentre si lavano i piatti», in una New York popolata di donne, amiche e madri, che si sobbarcano il peso del quotidiano. La cifra della sua scrittura è una leggerezza dissacrante; niente è tanto sacro da dover essere sottratto ad uno sguardo ironico. Ironizzare diventa così uno strumento per interporre una distanza che permetta di non rimanere sopraffatti dall’angoscia della memoria dell’orrore subito, come nel caso dell’olocausto, ma che aiuti a tentare comunque di affrontarlo. Insieme alle protagoniste dei suoi libri,Grace Paley dunque non si sottrae al riconoscimento delle atrocità della storia, ma rifiuta di rassegnarsi: la sua fiducia nella possibilità di «riparare il mondo», e la sua determinazione a provare a farlo, è una precisa scelta culturale, sociale e politica ed è una responsabilità che lei e le sue protagoniste si riconoscono in quanto donne, madri e scrittrici. Si tratta di una delle grandi figure della letteratura del Novecento: ha scritto relativamente poco,ma ogni sua sillaba distilla un mondo. -
Bice speciale. In viaggio col vento
Bice Speciale ha trovato il suo posto nel mondo. Quando però il vento le racconta storie su mari e paesi lontani, si sveglia in lei la voglia di avventura. E allora Bice e il suo amico gabbiano partono per un viaggio meraviglioso tutto intorno alla terra. Il loro più fedele compagno è il vento, che alla fine li riporta nel posto più bello: a casa! Età di lettura: da 3 anni. -
In cerca del vento
Che fine ha fatto il vento? È quello che si chiede un bel giorno Blue Bird al risveglio, quando facendo capolino dal nido, si accorge che il suo migliore amico non c'è più. E come farò a volare, senza di lui? Si chiede l'uccello blu, che mai prima di allora aveva spiegato le ali senza il suo compagno di giochi. Mi tocca andare a cercarlo, pensa, e così comincia a volare per la città. Sarà per caso nella piazza? Sbircia tra le sciarpe di una bancarella, ma quelle non si muovono neanche un po', non un soffio di vento che le agiti. E se fosse al parco? Basta guardare le vele delle barche nel lago, ma niente, immobili, il vento non c'è. Meglio fare un salto alla finestra di Nonna Brook - lei lascia sempre aperto uno spiraglio per dare aria al nipotino. Niente brezza, niente amico! Povero Blue Bird, sempre più triste finisce per posarsi sul palazzo più alto della città, ancora convinto di non saper volare senza il suo amico, ma ecco che si alza una brezzolina e il vento è lì, pronto ad accoglierlo e a fargli le feste per essere riuscito a...volare! Età di lettura: da 5 anni. -
24 ore nella vita di una donna
Siamo in pieni anni venti, nello scenario esclusivo della Costa Azzurra, dove il ritmo placido degli ospiti internazionali di un rispettabile albergo viene di punto in bianco sconvolto da un evento drammatico non meno che scandaloso. Madame Henriette, moglie e madre irreprensibile, fugge nottetempo con un giovane francese appena approdato nell'hotel. Quanto basta a portare scompiglio tra l'affiatata compagine dei villeggianti, con tanto di accalorate dispute e fazioni pro o contro la fuggiasca; eppure non è quest'ultima la protagonista del racconto di Zweig. E le ventiquattro ore preannunciate dal titolo non appartengono alla vita di Madame Henriette, bensì a quella di un'appartata gentildonna inglese, che solo in seguito allo scandalo cederà alla voglia e al bisogno di uscire dalla propria discrezione per raccontare al narratore, a sua volta ospite dell'albergo, l'accadimento ben più imprevedibile e sconcertante che circa trent'anni prima ha sconvolto la sua vita. Poche ore trascorse a Montecarlo in un casinò, un giorno e una notte destinati a sovvertire un'intera esistenza, l'incontro con un giovane devastato dalla febbre del gioco, la riscoperta della vita e il desiderio della morte, e in mezzo il rimescolarsi di tutta la gamma possibile di sentimenti e sensazioni: stupore, gioia, vitalità, vergogna, sdegno, rancore, angoscia. Il volume è illustrato con le tavole di Federico Maggioni. -
La storia dei miei fumetti. L'immaginario visivo italiano fra Tarzan, Pecos Bill e Valentina
Antonio Faeti, che quarant'anni fa regalò al lettore, con il suo ""Guardare le figure"""", una ricostruzione a tutto tondo dell'immaginario visivo italiano attraverso le illustrazioni dei libri per l'infanzia, duplica oggi il suo dono con questa esplorazione dell'altra faccia di quello stesso immaginario. La storia dei suoi fumetti (vale a dire di tutti i fumetti da lui divorati, collezionati, posseduti, catalogati, coltivati con la passione maniacale che ben conoscono i cultori del genere) diventa qui la storia di ciascuno di noi. Proprio come accade al protagonista dell'""""Educazione sentimentale"""" di Flaubert, anche l'autore di questo libro ripensa alle sue prime fantasie e ritrova le piccole tracce, i brandelli della sua educazione sentimentale. E visto che, come scrive Faeti, """"in una educazione sentimentale si è scelti, non si sceglie"""", in questo percorso della memoria ci sono presenze sorprendenti e assenze illustri. La Vipera Bionda, il Brontolosauro, Manuela la matadora accompagnano la crescita di questo immaginario tra gli anni quaranta e cinquanta. Da Nadir Quinto a Raffaele Paparella, da Jacovitti a Guido Crepax, dal """"Corriere dei Piccoli"""" a """"Lanciostory"""", è la memoria del sogno - dei nostri sogni - che rivive in queste pagine."" -
L' enigma del quaderno. La caccia ai manoscritti dopo la morte di Gramsci
Morto Gramsci (27 aprile 1937), la cognata Tania Schucht ha il controllo esclusivo dei Quaderni. Nessuno sa che cosa effettivamente contengano. Sono gli anni drammatici dei processi facili, con relative fucilazioni, ai comunisti che dissentono da Stalin. Palmiro Togliatti (il capo dei comunisti italiani in esilio) e Piero Sraffa (comunista coperto, stimato professore di economia a Cambridge, agente del Comintern) hanno buoni motivi per temere che i manoscritti contengano riflessioni politicamente pericolose. Bisogna metterli al riparo da occhi indiscreti. Bisogna leggerli prima degli altri, per decidere cosa farne. Dopo ""I due carceri di Gramsci"""", che ha riaperto i termini della discussione attorno alla vicenda carceraria di Gramsci, il nuovo libro di Franco Lo Piparo pone al centro interrogativi cruciali: a chi Tania consegnò i quaderni? Come e quando andarono dall'Italia in Urss e, poi, dall'Urss in Italia? Perché le testimonianze sul loro numero non concordano mai? I protagonisti lasciarono tracce di un Quaderno occultato?"" -
Il discorso di Giorgio. Le parole e i pensieri del presidente Napolitano
Ricostruire il percorso umano e politico a partire solo dai testi scritti? Per Giorgio Napolitano, si può. Il presidente della Repubblica, perno della vita politica italiana, riesce a distillare spunti e impulsi personali nella prosa controllata dei suoi discorsi pubblici. Con una sintassi d'altri tempi e un lessico decisamente classico, Napolitano ha trovato una chiave per rivolgersi agli italiani, anche ai più giovani. Basandosi sul corpus presente nel portale del Quirinale, Tobia Zevi - giovane studioso della lingua italiana - seleziona sette argomenti nel messaggio presidenziale, evidenziandone gli elementi più controversi: l'importanza della patria e dell'impegno per definire una memoria condivisa da tutti gli italiani; l'Europa, gigante economico ma troppo debole sul piano politico; la Costituzione, casa degli italiani che va riformata senza furbizie e strumentalizzazioni; la figura del presidente della Repubblica, fondamentale nell'architettura istituzionale, che potrà avere in futuro poteri diversi purché si plasmino adeguati pesi e contrappesi; il ruolo dei partiti politici, che vanno rinnovati senza indulgere in facili populismi; un sistema della giustizia che merita più efficienza e più rispetto da parte della politica ma anche da parte dei suoi operatori; il futuro, infine, apparentemente oscuro, che può invece regalare all'Italia un nuovo sviluppo, se gli italiani metteranno in campo impegno e senso di responsabilità. -
Capitale senza capitale. Roma e il declino d'Italia
È possibile rilevare lo ""stato di salute"""" di un territorio, di un'economia, di una società? Esiste la possibilità di capire i problemi dell'Italia attraverso l'analisi di una città esemplare? Utilizzando i parametri messi a punto dall'Unione europea, gli autori guardano in queste pagine alla Capitale, città che è diventata emblematica dei difetti strutturali dell'Italia. Roma in questi anni ha sviluppato un'economia della rendita piuttosto che di mercato; si è adagiata sullo sfruttamento del territorio, senza creare nuove opportunità. Ha puntato sulla quantità ignorando spesso la qualità. Le dinamiche e le scelte delle imprese che operano nei servizi, nel commercio, nell'artigianato e nel turismo si sono appiattite sul presente e su una logica dell'usa e getta di ambiente, storia e territorio. È urgente un intervento strategico e condiviso, che cambi il modo di fare e gli interessi prevalenti in una città in chiaro declino. Gli autori dimostrano come quanto accade a Roma sia del tutto simile a ciò che sta avvenendo in Italia: la crisi economica si accompagna alla diffusa perdita di capitale culturale e sociale. Diminuisce la capacità d'agire e di autonomia delle persone e si indebolisce la creazione di benessere. Il rischio del declino si affronta nel rispetto e nel recupero della nostra identità storica, nel tornare a creare sviluppo, a saper produrre beni e servizi di valore, nel resistere alla logica della rendita e ricominciando a fare qualità."" -
La sinistra e la città. Dalle lotte contro il sacco urbanistico ai patti col partito del cemento
La città e la possibilità di governarne lo sviluppo per il bene comune sono temi fondativi della sinistra. Basta riandare alla Manchester descritta da Engels o alle lotte di inizio Novecento per i diritti elementari e i bisogni primari del proletariato urbano, da cui presero l'avvio partiti e sindacati di sinistra e la stessa urbanistica moderna. Da qui, la riflessione dei due autori arriva a esplorare un paradosso italiano. Vi è stato un tempo, nel dopoguerra, in cui la sinistra - non solo quella comunista - rifiutava l'etichetta di riformista, ma nei fatti metteva in campo, sulla città, visioni e azioni squisitamente riformiste. Erano gli anni delle lotte contro il sacco urbanistico di Roma, Napoli, Palermo e contro i comitati d'affari incistati nella politica; e gli anni di alleanze per l'epoca decisamente inedite. Ed ecco il paradosso. Mentre oggi la sinistra rivendica con orgoglio la propria natura riformista, ha quasi smarrito la tensione di allora: distante com'è dalla riflessione attualissima sull'urgenza di un freno al consumo di suolo; troppo legata, in alcuni, a pregiudizi ideologici - la mitizzazione dell'esproprio, la demonizzazione dei pri-vati - e troppo vicina, in tanti altri, a quel ""partito del cemento"""" trasversale che spesso detta legge sul futuro delle città ed è fonte di inquinamento affaristico della politica. Ma la sinistra può permettersi di tradire la città? O non rischia così di condannare se stessa?"" -
Competenza e rappresentanza
Non è semplice trattare del ruolo delle competenze tecniche in rapporto alle trasformazioni urbane. Tanto meno oggi, nel nostro paese. La competenza ha implicazioni non solo conoscitive, ma etiche e politiche. È parte del sistema delle regole dello Stato di diritto e della politica democratica. E per quel che ci riguarda più da vicino, è intimamente legata a ogni forma di governo della città che voglia ancora dirsi razionale, avere cura del bene comune, e porsi come azione a lungo termine. Tornare a occuparsi di competenza tecnica è importante. Discuterne e osservarne i mutamenti aiuta a comprendere la natura sociale del lavoro degli architetti e degli urbanisti e il loro posizionarsi entro gerarchie sociali, non solo professionali. Gli scritti contenuti in questo libro affrontano il modo in cui le competenze entrano nella trasformazione della politica e della città. In maniera selettiva, seguendo diversi registri tematici. Si è assunto dapprima un punto di osservazione costruito sulla crisi della rappresentanza che lo scritto di Alessandro Pizzorno, nella prima parte del volume, mette al centro. Le questioni sollevate da Pizzorno ruotano attorno a un interrogativo circa il modo in cui sia oggi possibile introdurre il principio di competenza in istituzioni che in altri tempi si pensava potessero reggersi sul principio di maggioranza. Alle questioni poste rispondono Bernardo Secchi e Pier Luigi Crosta, cogliendo le implicazioni che il tema ha in rapporto alla progettazione e alla politica. -
Approssimazioni alla città
Da più di vent’anni il progetto della città contemporanea sta mettendo a fuoco uno spazio, il periurbano, che si colloca tra la città e ciò che la circonda. Una geografia che negli stessi luoghi si confronta con ordini di problemi a differenti livelli di complessità – l’approvvigionamento di cibo, il decentramento di funzioni urbane, le reti infrastrutturali, i cambiamenti climatici, i grandi rischi ambientali – e, insieme, questioni più vicine e ordinarie – la riqualificazione delle aree periferiche e dei loro margini, la sostenibilità dei tessuti a bassa densità e la loro maggiore qualità e abitabilità.Perché parliamo di periurbanità? Perché crediamo che lo spazio intorno alle città, invaso dalle urbanizzazioni ma costruito ancora dall’agricoltura, sia investito da un processo di grande rinnovamento, mentre le categorie dell’urbanità e della ruralità hanno perso il loro potenziale euristico per descriverlo. Una cospicua parte di umanità abita e lavora nel periurbano, lo attraversa e lo modifica incessantemente. Ma il periurbano rimane ancora uno spazio senza autore. Il periurbano si fa leggere criticamente come spazio multispaziale. Non uno spazio topografico o metaforico ma uno spazio progettuale che nasce dal bisogno di ricostruire nuove condizioni di comfort e di benessere, che riesce a veicolare simboli, valori e desideri collettivi.Dentro un’angolazione paesaggista, il periurbano può diventare un laboratorio formidabile di idee e progetti. In esso spazi e valori possono essere messi a fuoco rendendoli più riconoscibili; in esso trova espressione quel «besoin de campagne» – inteso come desiderio di una natura fuori porta, più vera di quella che ha potuto offrire fino ad ora il parco urbano – che la società sempre più manifesta. -
Le province d'Italia. Storie, spazi, economie
Contiene i seguenti volumi: ""Le province dall'Unità alla Repubblica delle autonomie"""" a cura di Ida Nicotra; """"La finanza provinciale nei centocinquanta anni dell'Italia unita"""" a cura di Giuseppe Franco Ferrari; """"Province e funzioni di area vasta"""" a cura di Stelio Mangiameli."" -
Zucchero italiano
Nel 1806 Napoleone decise di imporre il blocco continentale alle navi inglesi nei territori di dominio francese, dando così avvio alla produzione dello zucchero di barbabietola in Europa, che divenne antagonista a quello di canna. Anche l’Italia fu coinvolta e, sul finire del XIX secolo, nacque e si sviluppò un fiorente settore industriale che, incentivato poi dalla politica autarchica del regime fascista, giunse a contare nel 1957 ben ottantadue zuccherifici in attività.Cosa ne è oggi di questo importante settore? Qual è il futuro produttivo di quel bene prezioso che Alessandro Magno definiva «un miele che non ha bisogno di api»? L’Unione europea si colloca senz’altro tra i principali protagonisti del mercato, nonostante si sia assistito, con la riforma del 2006, a un ridimensionamento della capacità produttiva dagli oltre ventidue milioni di tonnellate del 2001 a poco meno di quindici milioni nel 2009-2010. Di conseguenza, dopo varie vicende spesso complesse della storia imprenditoriale e politica del nostro paese, come quella di Raul Gardini e della Montedison, le industrie zuccheriere si sono ridotte a poche unità, anche a causa del cambiamento d’indirizzo della politica economica europea. Esse si trovano dunque di fronte a una sfida importante, che poggia sui successi del passato e si proietta in un futuro in gran parte da inventare, ma a partire da solide basi. Nel libro si ricostruisce l’affascinante storia economica e sociale dello zucchero, e si svelano le strategie attraverso le quali il maggior gruppo saccarifero italiano, di matrice cooperativa, l’emiliana Coprob, intende agire nel nuovo scenario internazionale. -
Reti a delinquere
Gli interventi svolti a un convegno promosso dalla Fondazione Imes di Catanzaro nel 2009 su 'ndrangheta e altre mafie costituiscono la trama di questo volume. Sono trascorsi quattro anni e il panorama della questione criminale è in parte mutato. Le mafie hanno accentuato il proprio profilo nazionale, rafforzando e ramificando la loro presenza nel Nord dell'Italia. L'azione di contrasto dello Stato è divenuta al contempo più incisiva: apparati dello Stato e magistratura hanno dato un forte sviluppo alle indagini e decapitato, per esempio in Calabria, temibili e potenti cosche. Ma le mafie tendono a riprodursi in forme tumorali lanciando nuove sfide. I saggi raccolti in questo volume, che mantengono spesso l'agilità del discorso parlato, non pretendono di dare risposte ai problemi dell'oggi, ma conservano freschezza e valore. Il lettore vi troverà l'analisi del fenomeno criminale con le ragioni della sua espansione, l'indagine relativa ai molteplici campi d'intervento delle mafie, la ricognizione delle forme di contrasto dello Stato. Si vorrebbe affidare questo strumento di lavoro alle scuole, del Mezzogiorno e della Calabria in primo luogo, poiché i nostri ragazzi debbono certamente sapere indignarsi e affrontare nelle piazze la mala pianta delle organizzazioni mafiose, ma debbono armarsi anche di conoscenze e pensieri lunghi per dare forza più incisiva a una battaglia che, anche con il loro contributo, si potrà vincere. -
Antipartiti
L'Italia sta vivendo una fase politica di grande incertezza ed è attraversata da una crisi di difficile ricomposizione. Molti prevedono o auspicano l'avvento di una terza Repubblica. Il libro trae gli elementi di riflessione sul che fare, se si volessero riparare i danni e i difetti da cui veniamo. Spiega come e quanto la prima Repubblica abbia saputo rappresentare la società civile; analizza le profonde incongruenze della seconda; insiste sull'importanza, nella svolta del 1993, della polemica contro gli abusi perpetrati dai vecchi partiti; legge la discesa in campo di Berlusconi come esito di un processo di svuotamento della stessa forma partito. E rileva una contraddizione. I neo-partiti che furono allora banditori del cambiamento sono stati poi preda di analoghi difetti, e lo sono tuttora. L'autore avanza a questo punto una domanda cruciale: e se la retorica antipartitica fosse non la soluzione, ma il problema della vita politica italiana dell'ultimo ventennio? -
Il meglio deve ancora venire. I discorsi del presidente dal primo al secondo mandato (2009-2013)
Sono passati cinque anni da quando Barack Obama cominciò la sua battaglia per la conquista della Casa Bianca. La sua sfida di un rilancio del primato americano si presentava come una svolta radicale rispetto all'eredità della precedente amministrazione Bush. La battaglia elettorale si era conclusa con un trionfo che aveva sancito anche un cambio di stile, un'innovazione radicale nella comunicazione politica, la nascita di grandi aspettative di cambiamento. Il passaggio dalle promesse alla realtà in questi quattro anni di primo mandato ha rappresentato di certo una vicenda più difficile e controversa, segnata dai venti di una profonda crisi economica globale, dalle difficoltà del cambiamento interno, e dai ripiegamenti che ne sono seguiti. Questo libro raccoglie i discorsi più significativi del primo mandato, per arrivare al discorso di insediamento del secondo mandato nel gennaio 2013. Vi si troveranno l'annuncio della morte di Osama bin Laden, la difesa di una riforma sanitaria solo parzialmente riuscita, la rivendicazione del salvataggio della Chrysler grazie a un forte finanziamento pubblico, la lettura del fenomeno della ""primavera araba"""" e le difficili scelte sullo scacchiere medio-orientale, fino al raggiungimento dell'accordo fiscale. La figura di Obama presidente si presenta con una sua peculiarità forte, con uno spessore che ne rende il ritratto forse meno oleografico, ma di certo sempre più centrale nello scenario della politica mondiale."" -
Dossetti e l'indicibile. Il quaderno scomparso di «Cronache sociali»: i cattolici per un nuovo partito a sinistra della DC (1948)
A tre mesi dalle elezioni del 18 aprile 1948, ""Cronache sociali"""", la rivista di Giuseppe Dossetti, annuncia l'imminente pubblicazione di un volumetto su """"Chiesa e politica, gerarchia e partito"""": quel quaderno speciale non uscirà mai. Oggi sappiamo il perché. Il libro di Alberto Melloni, nel centenario della nascita di Dossetti (13 febbraio 1913), permette di rileggere quello che è insieme un giallo politico e uno spaccato dei problemi che agitano i rapporti fra Chiesa e politica. Gli articoli del quaderno """"scomparso"""", finalmente recuperati grazie al lavoro di riordino del fondo della rivista salvato da Giuseppe Alberigo, si rivelano scritti dirompenti, che affrontano con forza e passione questioni centrali per la vita democratica e per la presenza cattolica nella storia italiana, come il nodo dell'autonomia dei cattolici nella vita pubblica e il fondamento dell'esigenza di militare in un solo partito. Gli autori di questa impresa mancata, molti nemmeno quarantenni, sono convinti che spetti proprio a loro prendersi la responsabilità di dotare l'Italia degli strumenti adeguati per impedire la replica di quel fragile moderatismo, di quel conservatorismo che non era stato capace di impedire il fascismo. A spingerli in questa direzione agisce un solido ragionamento dottrinale e filosofico, in virtù del quale emerge con estrema chiarezza l'urgenza di un partito capace di raccogliere le esigenze cattoliche di rinnovamento."" -
Avevamo la luna. L'Italia del miracolo sfiorato, vista cinquant'anni dopo
Il vero '68 italiano? Un'anticipazione del 2013? Sono le ipotesi che avanza il libro di Michele Mezza a proposito degli anni tra il 1962 e il 1964. Un triennio in cui le prospettive di un cambiamento di ruolo e di status del paese potevano realmente mutare. L'autore si chiede se non fu proprio nelle more di quella occasione mancata che si consumò l'ambizione della sinistra italiana di poter governare questo paese. In quel fatidico triennio si alternarono molte lune. Dalla stagione di Kennedy al Concilio di papa Giovanni XXIII, dai Beatles e i Rolling Stones alle prime forme di sapere produttivo dell'Olivetti, all'annuncio della rivoluzione giovanile. Mezza descrive quegli anni in Italia come una straordinaria opportunità che ci fu strappata di mano. Un buco nero che ancora abbiamo dinanzi in questi mesi. Ogni capitolo è sorretto dalla testimonianza di un opinion leader che riflette sulle occasioni di ieri e i problemi di oggi: Giuseppe De Rita e Franco Ferrarotti, Alfredo Reichlin e monsignor Luigi Bettazzi, Claudio Martelli e Elserino Piol. Un libro corale e multimediale. Nelle sue pagine troverete infatti anche filmati e link digitali. Grazie ai codici a barre di seconda generazione, i QR code, con uno smartphone potrete arricchire la lettura con film, fotografie o controllare testi e citazioni direttamente dai siti che li ospitano. Il libro diventa così una vera piattaforma crossmediale.