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Principessa Pel di Topo
Età di lettura: da 10 anni. -
Il flauto magico a colori
«Vogliamo la felicità dipinta con colori chiari, libera dai tumulti della terra. Così questa forma d’arte potrà entrare in paradiso, come ci è entrato Il flauto magico di Mozart». In occasione dell’apertura della sua nuova sede al Lincoln Center, il Metropolitan di New York propose a Marc Chagall – divenuto ormai newyorkese d’adozione, da quando negli anni della guerra si era trasferito nella Grande Mela – di consacrare il suo rapporto con la città e con la musica, dipingendo due grandi murales per la Hall del teatro, e disegnando le scene e i costumi per l’opera che ne avrebbe suggellato l’inaugurazione: Il flauto magico di Mozart. Chagall si mise febbrilmente a lavorare a quella che sarebbe rimasta una delle sue realizzazioni più importanti. I due dipinti di grandi dimensioni, Le fonti della musica e Il trionfo della musica, inaugurati nel 1966, campeggiano ancora nella sede del grande tempio della lirica newyorkese. I disegni e le scene per i costumi del Flauto magico riempirono dei loro incontenibili colori la produzione dell’opera, che debuttò con un memorabile successo il 19 febbraio 1967. I bozzetti originali di Chagall sono ora conservati al Centre Pompidou di Parigi. Si tratta di 47 schizzi, realizzati con tecnica mista, spesso incollando piccoli campioni del tessuto prescelto, e riportando ai margini, a matita, appunti, notazioni, misure. Sono materiali che rappresentano una testimonianza veramente unica di sensibilità e fantasia creativa, come potrà constatare il lettore di questo volume, che per la prima volta al mondo li riporta tutti insieme alla luce. L’incontro del genio della pittura con il genio della musica non potrebbe essere più felice. «Tutto sulla scena sembra sospeso – ebbe a scrivere un estasiato critico musicale, il giorno dopo la prima –, nulla poggia per terra. Tutto galleggia in un tripudio di colorata leggerezza». Ma le magiche sorprese di questo Flauto non si fermano qui: pochi, anche tra i melomani più accaniti, ricordano che il libretto dell’opera mozartiana si ispirò alla fiaba Lulu o il flauto magico, pubblicata nel 1789 da un grande favolista tedesco, August Jakob Liebeskind: un classico racconto di fate e di maghi, considerato «pericoloso» dal potere imperiale asburgico e perciò censurato. Il libretto scritto da Schikaneder nel 1791 riprende coraggiosamente quella fiaba troppo «popolare» e, con una geniale trasposizione, nel passaggio dal primo al secondo atto, ne trasforma il significato, facendola divenire la grande parabola dell’iniziazione massonica che introduce i protagonisti Pamino e Tamina allo splendore della conoscenza, mentre i loro omologhi popolari, Papageno e Papagena, rimarranno beati nella propria ingenua piccola felicità. Il lettore potrà qui trovare la traduzione italiana integrale della fiaba, e del libretto dell’opera, di cui è riprodotto anche l’originale tedesco. -
Il padre della sposa
Povero Mr. Banks! Non ha ancora fatto in tempo a capire che la sua amata Kay è in età da marito, che si ritrova per casa il promesso sposo. Ma che tipo sarà mai? Da dove viene? E soprattutto, sarà all’altezza della sua Kay? Una temperie di sentimenti sconquassa il suo animo – orgoglio, gelosie, timori, nostalgie – quand’ecco che l’inesorabile turbine dei preparativi della cerimonia si abbatte impietoso sulla sua tranquilla routine. A tappe forzate, Mr. Banks si vedrà trascinato dall’entusiastica moglie nella trafila del tipico matrimonio medio-borghese – la conoscenza dei consuoceri, le liste d’invitati da sforbiciare, le partecipazioni da mandare, i conti da saldare, il diluvio dei regaliper casa, e poi l’abito della sposa, le prove in chiesa…Un vero incubo, a cui Mr. Banks proverà fino all’ultimo a sottrarsi ricorrendo a un disperato sotterfugio: alla vigilia delle nozze, offre di nascosto ai promessi sposi 1500 dollari purché scappino e vadano a sposarsi da soli e lontano da casa. Niente da fare, neppure così riuscirà a sfuggire alle peripezie che lo attendono in quanto padre della sposa. Un romanzo esilarante che dosa sapientemente ironia e tenerezza, e mette argutamente a nudo i tic e le manie della tipica famiglia media americana (e non solo) alle prese con un rito senza tempo né confini. Ecco perché, tra il 1949 e il 1950, Il padre della sposa divenne per ben due volte un caso: dapprima letterario, scalando in poche settimane la classifica dei best seller, e subito dopo ai botteghini del cinema, grazie a Vincente Minnelli che ne fece una delle sue più brillanti commedie, affidandosi all’interpretazione di uno Spencer Tracy da Oscar e di una giovanissima Liz Taylor. Come se non bastasse, il celebre papà continuò a flirtare col grande schermo, prendendo i panni di Steve Martin nel popolarissimo remake del 1991. Motivo in più per riscoprirlo oggi, intatto nel suo smalto e nella sua verve e arricchito da un imperdibile contrappunto: le illustrazioni di Gluyas Williams, uno dei maggiori talenti del «New Yorker», chefirmò la prima edizione del romanzo di Streeter contribuendo al suo clamoroso successo. -
King Kong
La versione illustrata di un classico del grande cinema che affonda le radici in una fiaba tra le più antiche al mondo. La storia avvincente di King Kong e di Ann, la bella americana dai capelli d'oro della quale il gigantesco gorilla s'innamora perdutamente. Una trama ricca di suspense, tenera e delicata, con un finale mozzafiato. Anthony Browne, artista e narratore tra i più apprezzati al mondo, ci regala un'originalissima interpretazione di una storia senza età, affidandola alla forza delle sue immagini, che fanno a gara con quelle del grande schermo, e a una serie di colpi di scena che neppure il cinema è riuscito a regalarci - a cominciare dal volto della bella Ann... Età di lettura: da 10 anni. -
Clara Button a Londra. Una giornata magica
C'è un posto magico a Londra, pieno di splendidi segreti. Vuoi scoprirli anche tu insieme a Clara? Età di lettura: da 6 anni. -
Spending review. È possibile tagliare la spesa pubblica senza farsi male?
Il buon funzionamento della Pubblica amministrazione è una condizione irrinunciabile e urgente per superare la crisi che stiamo attraversando e per ridare prospettiva al futuro del paese. Con i suoi tre milioni e mezzo di dipendenti, la Pubblica amministrazione è la più grande azienda del paese, ed e, dunque, il luogo dove si concentra ogni possibile ""risparmio"""": il luogo dove si deve """"gestire"""" e al tempo stesso """"subire"""" la spending review. Parola magica ormai nel vocabolario di tutti, ma di cui pochi conoscono l'effettiva portata. Una revisione efficace delle spese, nei singoli settori, comporta grandissima attenzione nell'analisi e una perfetta consapevolezza dell'efficacia operativa delle proposte che si avanzano. Obiettivo di questo piccolo, """"aureo"""", instant book - destinato non solo agli addetti ai lavori, ma al pubblico dei lettori civilmente avvertiti - è fare il punto sullo stato dell'arte, partendo dalle esperienze fin qui realizzate, per scendere sul terreno delle proposte realizzabili. Il libro si apre con i contributi di due autorevoli esponenti del governo Monti, impegnati in prima persona sul fronte della revisione della spesa: Dino Piero Giarda (ministro per i Rapporti con il Parlamento) e Filippo Patroni Griffi (ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione)."" -
Josephine. Una ballerina a Parigi
Certo, sembra una fiaba. Invece è la storia vera di una bambina assai speciale che balla e canta al ritmo del jazz... e che un giorno il mondo intero chiamerà Josephine Baker! Età di lettura: da 9 anni. -
Dentro Roma. Storia del trasporto pubblico nella capitale (1900-1945)
L'inadeguatezza del trasporto pubblico di Roma è oggi un'evidenza, come è altrettanto evidente che ciò finisce per segnare negativamente l'immagine e l'identità della città. Ma come si è arrivati a questa emergenza? L'attuale fisionomia del trasporto romano ha preso a configurarsi sin dagli anni dieci del Novecento. All'inizio del secolo, benché fosse una capitale a scala ridotta, Roma viveva una fase di progettazione; le scelte sul trasporto, tuttavia, furono poco lungimiranti: non fu considerata, per esempio, la costruzione di una rete metropolitana. In seguito, durante gli anni del fascismo, si approntò la riforma del trasporto pubblico cittadino del 1930, che escluse il tram dalla viabilità del centro storico, ma anche in questo caso la scelta del cambiamento mancò dell'elemento metropolitana, rivelandosi dunque subito fallimentare; e non fece altro che segnare l'affermazione dell'autobus come mezzo di trasporto privilegiato, con conseguenze nefaste sulla qualità dell'aria in città e sulle condizioni del traffico. A un secolo dalla nascita dell'Atac, l'azienda creata nel 1911 dopo un lungo dibattito sull'opportunità di municipalizzare i servizi nella capitale, il volume restituisce la trama delle vicende del trasporto cittadino nella prima metà del Novecento, ricostruendo la storia dell'azienda e dei suoi rapporti con l'amministrazione capitolina, delle sue capacità organizzative e delle sue efficienze/inefficienze nelle scelte tecnologiche... -
Il Cairo. La mia città, la nostra rivoluzione
Il 25 gennaio 2011, quando scoppia la rivoluzione in Egitto, Ahdaf Soueif, giornalista e scrittrice di fama internazionale, è colta da un unico, irrefrenabile istinto: scendere in strada per mescolarsi ai milioni di giovani che sciamano verso piazza Tahrir. Nessuno sa ancora, neppure lei, che la folla deciderà di fermarsi in quella piazza per diciotto interminabili giorni. Poco più di due settimane: il tempo di una rivoluzione tanto fulminea quanto covata per decenni. Diciotto giorni che hanno segnato la storia presente di un popolo tuttora in pieno fermento, raccontati da chi li ha vissuti in quel luogo simbolo della ""primavera araba"""". Ahdaf Soueif ci conduce per mano tra i vicoli affollati del Cairo in rivolta; ci fa respirare quella straordinaria atmosfera, quella spinta collettiva che porta il singolo a sentirsi finalmente parte attiva di una comunità. Giorno dopo giorno, notte dopo notte, l'autrice segue il succedersi dei drammatici sconvolgimenti che hanno determinato la caduta del regime di Hosni Mubarak il racconto, tuttavia, non si traduce mai in semplice cronaca: """"la storia che ho scritto non riguarda solo gli eventi oggettivi ma anche il modo in cui io, noi, li abbiamo vissuti, sentiti, interpretati"""". La rivoluzione, comunque, è un processo, ha una vita propria, che si dipana indipendentemente dal modo in cui i suoi stessi artefici l'avevano immaginata. E Ahdaf Soueif non può fermarsi a quei decisivi diciotto giorni: deve andare avanti, perché la rivoluzione stessa va avanti."" -
L' opossum che invece no
C'era una volta, un opossum che viveva nel bosco felice e contento e se ne stava tutto il giorno penzoloni su un bell'albero. La foresta gli piaceva e pure il sole, la luna e tutte le stagioni, per questo era sempre bello sorridente, mentre guardava il mondo a testa in giù. E invece no - così almeno la pensava la gente di città che un bel giorno arrivò nel bosco per fare un picnic e, guardandolo da sotto in su, si convinse che l'opossum aveva proprio un'aria triste. Tutta una questione di punti di vista, che solo un maestro dei cartoon e della commedia come Frank Tashlin poteva concepire e mettere nero su bianco. Smaschera le ottusità e l'ostinazione di noi esseri umani, di fronte a certe semplici verità della natura. Nel suo primo libro, era un malcapitato orso a doversela vedere con la boriosa pretesa degli uomini di ingabbiare la realtà a loro piacimento, inseguendo finte certezze e sciocche abitudini; qui invece tocca a un minuscolo opossum che, messo a dura prova da tanta cocciutaggine, quasi quasi perde davvero il sorriso. Chi la spunterà? Età di lettura: da 6 anni. -
Filosofia dei beni comuni. Crisi e primato della sfera pubblica
La questione dei beni comuni sta assumendo un ruolo centrale nel dibattito pubblico e nella mobilitazione politica. In Italia, di recente - per fare un solo esempio - essa ha rappresentato un elemento dirompente di manifestazione della volontà popolare, in sede referendaria. I beni comuni sono quei beni che non sono proprietà di nessuno. Essi non riguardano solo le componenti naturali quali gli ecosistemi e le risorse non riproducibili, ma anche le forme della conoscenza, il capitale sociale, le regole, le norme, le istituzioni. In quanto tali, dunque, i beni comuni si ritrovano per definizione al centro di alcune tra le problematiche cruciali del nostro tempo. Dall'irrompere del dramma ambientale e del riscaldamento climatico al manifestarsi delle conseguenze della globalizzazione: tutto impatta sui beni comuni. In senso critico, generando minacce di nuove dissipazioni, che vanno dal degrado allo spreco, dall'abuso alla mancanza di cura. Ma anche in senso positivo, di nuove opportunità che si presentano. In questo libro, attraverso un'argomentazione rigorosa che tocca i campi della filosofia, dell'economia e della politica, Laura Pennacchi offre una sintesi essenziale sul tema, proponendo anche la sua originale impostazione: i beni comuni non si identificano né col ""privato"""" né col """"pubblico""""; sono piuttosto un terzo elemento chiamato a triangolare con gli altri due."" -
A vita. Come e perché nel Partito Democratico i figli non riescono a uccidere i padri
Si può essere, in un regime democratico, leader a vita? Nell'Italia contemporanea, specie a sinistra, sembrerebbe di sì. Non c'è difatti democrazia occidentale che conosca una classe politica più duratura di quella che, da vent'anni, guida il più importante partito italiano del centrosinistra. Un partito che è stato continuamente ribattezzato, pur di non cambiare mai i nomi dei suoi leader, mentre i laburisti inglesi, i socialdemocratici tedeschi, i socialisti francesi hanno oggi dirigenti diversi da quelli che avevano alla fine del secolo scorso. La crisi di rappresentanza dei partiti italiani coincide con la crisi di credibilità delle loro leadership. Un problema evidente a tutti, ma che all'interno del Partito democratico è diversamente valutato: i più, semplicemente, non lo considerano un problema; altri lo cavalcano coi modi dell'antipolitica; altri ancora riconoscono la fondatezza della questione, ma la reputano secondaria rispetto ad altre. E chi la tiene nel giusto conto non è ancora riuscito a porla davvero al centro della propria iniziativa politica. Le primarie previste per l'autunno invertiranno questa tendenza? E i ""figli""""? Perché non riescono a uccidere i """"padri""""? Cosa li blocca? La penna caustica di un giovane quadro del partito prende l'iniziativa e apre dall'interno una discussione senza veli e senza sotterfugi."" -
Sbatti Bellocchio in sesta pagina. Il cinema nei giornali della sinistra extraparlamentare 1968-76
Per la generazione del '68 il cinema è stato uno straordinario strumento di socializzazione. Ecco perché è molto presente sui giornali che la sinistra extraparlamentare ha prodotto fino al 1976, anno in cui la spinta del '68 finisce, la partecipazione di massa scompare e tutto cambia. Sono i giornali (da ""Lotta continua"""" a """"Vedo rosso"""", da """"Servire il popolo"""" alla """"Vecchia talpa"""", dal """"Quotidiano dei lavoratori"""" al """"manifesto"""") che hanno formato una nuova generazione di giornalisti e un modo nuovo di intendere il giornalismo. In quelle testate il cinema fa spesso capolino, con stroncature spettacolari oppure con titoli a effetto. Gli articoli non sono mai firmati, ma la memoria orale indica nomi di un certo peso: Umberto Eco, Adriano Sofri, Pio Baldelli, Peppino Ortoleva, Vincenzo Vita, Valentino Parlato; Taviani, Bellocchio, Petri, Montaldo, Kubrick, gli autori più recensiti. Si tratta di articoli taglienti, vigorosi, a volte paradossali, forse incomprensibili se non collocati nella durezza del dibattito di quegli anni. Sono segnali di una passione, quella per il cinema, che non ha mai più avuto la stessa importanza nel dibattito culturale. Un gioco della memoria, sospeso tra autoironia e nostalgia. Un libro che racconta un pezzo di storia del nostro paese, uno straordinario """"come eravamo"""", che con un tono semiserio scopre contraddizioni e verità di un mondo che non c'è più, ma che per molti versi è lo specchio del nostro presente."" -
I sindaci e la sicurezza urbana. Le ordinanze sindacali e i loro effetti
Il volume mostra i risultati di un'indagine pilota, condotta congiuntamente dall'Anci e dalla Fondazione Cittalia, in cui si distoglie per la prima volta l'attenzione del ricercatore dal mero dato quantitativo sul numero delle ordinanze emesse dai sindaci italiani a partire dall'agosto 2008, per concentrarla su quanto avvenuto in seguito alla loro adozione e nei giorni e mesi che l'hanno preceduta. Attraverso un approccio multidisciplinare è stato dunque possibile sondare non solo la fase ex post ma anche la fase ex ante, ossia le motivazioni e le attività preparatorie che hanno portato un sindaco ad adottare l'ordinanza. In quest'analisi sono stati individuati alcuni territori regionali particolarmente significativi per il numero di comuni che hanno emesso ordinanze sulla sicurezza urbana (Veneto, Lombardia, Toscana, Puglia e Calabria) e cinque province ritenute più rappresentative in virtù della maggiore o minore quantità di provvedimenti in questione rispetto alla media nazionale (Padova, Milano, Firenze, Bari, Reggio Calabria). La ricerca si è poi orientata verso la raccolta dei punti di vista dei principali attori istituzionali coinvolti e quelli di alcuni soggetti della società civile associazioni, comitati di quartiere, rappresentanti di categoria - che, in base ai diversi ambiti tematici, sono stati identificati quali stakeholders utili a fornire la percezione degli effetti dei provvedimenti sindacali sul tessuto urbano. -
La camorra e altre storie di briganti
Nel 1860, dopo aver raggiunto l'amico Giuseppe Garibaldi a Palermo, e aver seguito e accompagnato l'impresa dei Mille fino a Napoli, Dumas si ferma per ben tre anni nella città partenopea. Da lì, nella sua infaticabile attività di cronista e narratore, scriverà migliaia di pagine, da destinare sotto forma di corrispondenze alle riviste parigine, o di racconti agli editori di mezza Europa. In esse, la passione per la narrazione si sposa con il sostegno militante a favore delle forze che, finalmente, stanno sconfiggendo i Borboni nel Sud. E sono i Borboni, in prima persona, attraverso le loro decennali pratiche di malgoverno, i principali sostenitori, quasi si potrebbe dire i capi occulti, dei grandi fenomeni criminali che attraversano la capitale del vecchio regno meridionale e tante parti delle sue campagne. Ma anche la Chiesa ha un ruolo non marginale nel diffondersi e radicarsi del brigantaggio, favorito e incoraggiato dal livello di corruzione toccato da alcuni esponenti del clero. In questo volume sono raccolti gli scritti che Dumas dedicò alla camorra napoletana e al brigantaggio meridionale: sono pagine in cui l'abile penna dello scrittore francese si esercita su una materia che ha tutte le caratteristiche per esaltare il suo estro narrativo. I ritratti dei più celebri e temuti briganti sono all'altezza dei più noti personaggi dei suoi romanzi; al tempo stesso, un robusto spessore di ""verità"""", sorretto da un solido utilizzo di fonti di prima mano..."" -
Desiderio di altri mondi. Memoria in forma di articoli
Questo libro è un'autobiografia culturale e politica di un intellettuale, di un militante, di un testimone della memoria: di una delle più radicali e limpide coscienze critiche del nostro tempo. Un percorso pubblico e privato attraverso quattro decenni di interventi, polemiche, reportage, commenti, fra le distopie della fantascienza e le utopie della politica, della letteratura e della musica. Uno sguardo all'indietro, che dà la misura di ciò che è stato, prima di riprendere il viaggio. Così, l'orizzonte che si apre dinnanzi al lettore è un mosaico dei luoghi e dei temi della contemporaneità: il Cile, l'Ucraina, l'India, gli Stati Uniti; gli intrecci fra culture alte, culture di massa e culture popolari; i libri, gli operai, gli scioperi, le canzoni, le voci, i migranti; Roma, l'antifascismo, le guerre e la pace; l'Afghanistan, l'Iraq e il Kosovo; i razzismi contemporanei... Interventi in presa diretta su un presente in movimento, sostenuti dallo spessore della memoria e della storia, tenuti insieme dall'ironia, dalla passione e dalla speranza. La speranza o meglio il desiderio di un mondo nuovo, diverso, migliore, perché forse - un altro mondo è possibile, e magari più di uno. Ma solo se cominciamo a desiderarlo. -
Emma. Diario d'amore di un comunista al confino. Ponza, 1939
Dopo dieci anni di carcere fascista, nel 1937 Giulio Turchi, ""comunista sovversivo"""", ha scontato la pena per cospirazione politica inflittagli dal Tribunale speciale e crede di essere in procinto di tornare a casa... Ad attenderlo fuori ci sarà la sua Emma, la giovane compagna che ha sposato undici mesi prima di essere incarcerato e che per dieci anni lo ha seguito di prigione in prigione per poterlo incontrare anche solo pochi minuti durante i """"colloqui"""". E invece no, il regime non si fida; dalla galera Giulio passerà direttamente al confino, in una peregrinazione che durerà altri sei anni. A Emma non sarà nemmeno concesso di condividere con lui questa nuova segregazione. Grazie alla sua caparbietà, dopo soltanto un mese dall'arrivo di Giulio sull'isola, lei otterrà il permesso di visitare il marito alle Tremiti. Scritto nel 1939 dal confino di Ponza, """"Emma"""" è il diario inedito nel quale Giulio racconta la sua attesa, le aspettative, i timori, le tenerezze, il loro ritrovarsi e infine la felicità insperata di quei giorni insieme. Neanche quel diario gli viene però concesso di tenere con sé. Sequestrato dalla polizia, resterà sepolto a lungo negli archivi del ministero. Solo molti anni dopo la morte di Giulio, una mano amica lo farà riemergere dagli incartamenti dove era finito, per consegnarlo a Emma. E lei lo custodirà gelosamente per tutto il resto della sua vita, come fosse la voce stessa di Giulio. Postfazione di Gioia Turchi."" -
Tracce di futuro. Un'indagine esplorativa sui giovani Coldiretti
Un racconto a più voci dalla campagna italiana d'oggi. I protagonisti sono giovani agricoltori, del Nord, del Centro e del Sud, che non hanno superato i quarant'anni. L'ambizione è di racchiudere in una narrazione unitaria la pluralità dei loro percorsi individuali e familiari, dei loro orientamenti e delle loro scelte operative, alla ricerca delle tracce che consentano di intercettare il loro - e il nostro - futuro agricolo. Si tratta di soggetti difficili da scorgere, nell'Italia di oggi. Pure, se esaminati da vicino, questi giovani agricoltori restituiscono di sé immagini incoraggianti. Nonostante i vincoli, è lampante la loro capacità di trasformare e innovare l'impresa. La famiglia rimane il cardine decisionale e la forma regolativa esclusiva di produzioni e pratiche lavorative. Il padre è quasi sempre una figura cruciale, un insostituibile ""avversario di sostegno"""" per la crescita imprenditoriale del figlio. Il lavoro, in particolare il suo uso estensivo, è considerato la fonte chiave della produttività e della prosperità aziendale. Terra, famiglia e lavoro rappresentano i capisaldi entro cui si sviluppa l'azione imprenditoriale dei giovani. Come per i loro nonni e i loro genitori, anche se con combinazioni e risultati differenti. Entro quel triangolo di fattori dominanti, i giovani inducono però quasi sempre un salto organizzativo che sposta il baricentro aziendale dalla monocoltura alle attività plurime, agricole e non, e al mercato finale."" -
Piccolo manuale di etica contemporanea
Etica inquieta, etica problematica: nell'epoca della crisi delle ideologie anche l'universo dei valori è in profonda trasformazione, in cerca di nuove fondazioni o di fondamenti ""altri"""". La condizione di """"guado"""", caratteristica della fine del secolo e degli inizi del terzo millennio, non rende tuttavia meno urgente la ricerca di risposte. Sempre di più nei nostri tempi turbati si avverte un vero e proprio bisogno di etica. L'obiettivo di questa agile introduzione, limpida ma al tempo stesso critica, è tracciare una mappa della riflessione contemporanea: dalla crisi dell'etica alle risposte del pensiero nomade di Lévinas e Ricoeur, dall'indagine sulla giustizia alla filosofia politica come fattore di intercultura, dall'etica femminista alle sfide della globalizzazione. Le pagine del libro rappresentano dunque una bussola per chi intenda sviluppare la capacità di cogliere e analizzare criticamente i principali temi e problemi etici in vista della riflessione sui possibili principi e codici di comportamento più validi. """"Identità"""" è forse la parola chiave di questo viaggio, declinata attraverso i due grandi cantieri dell'etica contemporanea: il pensiero della differenza, da un lato, che reagisce al vuoto di memoria per far emergere un continente da troppo tempo sommerso; la riflessione sul tema della cittadinanza, dall'altro, in vista di """"un'appartenenza non-indifferente"""", il vero nodo del destino geopolitico dell'Europa, e più in generale del pianeta."" -
Lo specchio turco. Immagini dell'altro e riflessi del sé nella cultura italiana d'età moderna
Avversario ammirevole, anche se temibile; abietto infedele; violento e crudele; rozzo, ignorante, barbaro; nemico dei propri nemici e perciò utile alleato; sodale inaffidabile e scaltro; modello di suddito devoto e obbediente. Viste allo specchio, le immagini del Turco in età moderna, lungi dall'essere univoche o statiche, riflettono i timori e le aspirazioni dell'Occidente, le sue preoccupazioni e i suoi conflitti. In un'Europa disorientata dagli imprevedibili orizzonti delle nuove scoperte geografiche e dilaniata da innumerevoli lacerazioni interne, l'esigenza di difendere un'identità vacillante si pone all'origine di una rappresentazione dell'alterità giocata sul contrasto e sull'opposizione. E così che il Turco diventa l'Altro, per antonomasia, anche se né gli scontri né le rivalità con la Mezzaluna riusciranno a bloccare, di fatto, le persistenti trame dei rapporti commerciali e diplomatici tra gruppi di differente fisionomia etnica e religiosa. Nel lungo arco di tempo che va dalla fine del Quattrocento sino agli anni della Rivoluzione francese, la letteratura turchesca conosce in Europa le forme più diverse, dalla trattatistica politico-militare ai filoni profetici, dalle cronache ai racconti di viaggio, dai fogli volanti ai giornali. In Italia, in particolare, i discorsi sull'Altro assumono un ruolo centrale nella formazione della nostra cultura politica e nell'elaborazione della nostra appartenenza identitaria.