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Occhi sul confine della memoria
Felice Giovannetti svolge la professione di insegnante. Alterna alla lettura di thriller e romanzi storici lo studio delle recenti teorie di filosofia della mente e del linguaggio, che risultano appassionanti per chiunque abbia il desiderio di conoscere meglio i meccanismi impervi che originano il pensiero e quindi anche il componimento poetico. Nelle sue poesie è infatti a volte presente l'eco di questi ricorrenti approfondimenti dell'animo umano, soprattutto quando si intravede il fantasma, bonariamente trasfigurato, di un dualismo mente-corpo che rappresenta pur sempre il dilemma su cui discutono, senza fine, le diverse scuole filosofiche originatesi nell'ultimo scorcio del XX secolo. Alcuni fili conduttori di questo libro: La memoria, che rappresenta ragionevolmente un fardello di vita non sempre facilmente recuperabile. Il confine, cioè l'estremo limite mentale che l'essere umano raggiunge con fatica e senza mai sapere se si possa considerare falso o vero, apparente o reale. -
Nel deserto
La condizione poetica implica un allontanamento dalla logica ed un avvicinamento al confine con l'incomprensibile. In questo punto si può entrare in contatto con se stessi in maniera profonda e creare un linguaggio che possa esprimere qualcosa dell'esperienza umana. Qui ha origine ogni tipo di gioco e creatività, in cui germoglia l'essenza ed il fascino delle cose. Ciò, probabilmente, per un essere umano significa essere vivo. -
Anime di diamante
Fratelli nati da relazioni diverse, le stesse paure, gli stessi sogni, lo stesso padre. Vivono in città diverse e lontane, piangono, crescono e diventano adulti. Ognuno, più o meno casualmente, in seguito a percorsi di cresciuta (terapie di gruppo, corsi sul respiro, eccetera) scopre di essere alla ricerca degli stessi abbracci perduti. Si ritroveranno, con le loro famiglie, alla tavolata di Natale. -
Tra tenebre e bagliori
"... Partendo da un pessimismo individuale, il poeta si inoltra in una visione più universale in cui l'uomo e la natura ne sono ugualmente coinvolti: """"Oggi non direi la Natura benigna, (...) ma gelida matrona maligna..."""" (La paura del cane). Una continuità della vita, scandita dal vivere alla giornata, """"Non si vive che nel """"qui e ora"""""""" (Ucronia), in un tempo senza passato e senza futuro, ma dove vi sono elementi che la rendono accettabile, in primis l'arte, e in particolare la musica, recepita dal poeta come consolatrice del corpo e dello spirito. [...] Stefano Tonelli diventa specchio del nostro tempo e portatore di una particolare bandiera della comunicazione. La sua poesia gioca un ruolo molto importante: è una continua confessione-analisi con il suo sicuro potere salvifico, sia psichico sia fisico. E nel contesto di una società umana dedita più alle cose materiali che a quelle dello spirito, il suo itinerario esistenziale e poetico può a ragione divenire un buon suggerimento per il recupero degli effettivi valori della vita"""" (Dalla Prefazione di Benedetto Di Pietro)." -
Osare naufragi
Nella silloge di poesie ""Osare naufragi"""", Flora Lalli alimenta di continuo, e miscela con mano sapiente, le suggestioni della vita ritrovate nelle immagini reali, negli stati d'animo, nel flusso incessante dell'esistenza. La poesia di Flora Lalli, intensa ed incisiva, si dispiega fino a raggiungere """"sentieri inconsueti"""", conferendo alle sue parole l'energia d'un impulso vitale che vuole rendere pienamente tutto ciò che viene vissuto: emozioni e incantamenti, inquietudini e sogni, come a cogliere i segnali indecifrabili fino a quel momento, le """"impronte disseminate"""", la sommessa armonia, gli enigmi che sempre si presentano davanti ai nostri occhi."" -
Punto a punto
La luce e il buio, il bianco e il nero, il silenzio e il rumore, l'amore e l'odio, l'innocenza e la malizia, la verità e la menzogna, la salvezza e la dannazione, l'acqua e il fuoco, la femmina e il maschio... I protagonisti prendono vita proprio nel luogo in cui vedono la loro fine tutti gli oggetti usurati, rotti o semplicemente inutili scartati dalla società: un bidone della spazzatura... -
Il suono della prima neve
In un lontano futuro, esattamente nell'anno 2087, siamo nell'epoca dei cyborg che dominano il pianeta. La situazione è terribile. Il protagonista, un tingan che viene dal pianeta Fyn, si trova prigioniero, insieme ad altri esseri umani, in una fossa fangosa e fetida. Gli esseri umani sono letteralmente schiavi dei cyborg e devono sopportare torture indicibili, il dolore regna sovrano e le urla di disperazione riecheggiano ovunque. -
Il magico giardino
Il romanzo è avvolto da un'atmosfera quasi surreale, come a ricercare un incanto dietro l'altro, in un susseguirsi di suggestioni, di profonde riflessioni sul significato della vita, sull'inevitabile ricerca del proprio essere, dell'autentica essenza che ogni essere umano ha dentro di sé. -
...E dal silenzio
Sono passati 27 anni da quel 2 agosto quando una valigia di esplosivo collocata da terroristi fascisti causò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200. Da quel momento è iniziata una costante attività di ricerca della verità e della completa giustizia. Tutti gli interpreti di questa ricerca hanno cercato di dare il loro meglio per mantenere la memoria sempre viva in una prospettiva di continuità nel tempo. La memoria si compone di fatti personali a volte inseriti in un grande contesto, essa è determinante per continuare a volere verità e giustizia. Un commovente momento di ricordo mentre passano le canzoni preferite dal marito, i ricordi, gli anni passati con lui. Tutto in un dialogo con una persona ""presente"""". Il ricordo e l'attualità."" -
Cinque come le strade della mia vita
"Giunto ad una età tale da poter tirare le somme, ho tentato di rispondere alla domanda più difficile nella vita di ogni essere umano: quella sul significato della propria esistenza. Un percorso fatto di gioie ma anche di sofferenze che io qui ho direzionato in cinque strade, e che ho cercato di raccontare nella maniera più dettagliata possibile... Avendo avuto modo di visitare l'ospedale Meyer di Firenze, mi sono reso conto di quante difficoltà abbia il personale, sia medico, che infermieristico, nell'esercitare il proprio lavoro. Ho deciso, quindi, che tutto il ricavato derivante dalle vendite di questo libro lo devolverò a questo ospedale. Una goccia, che insieme a tante altre potrà formare un mare"""" (l'autore)." -
Cuori di rondine
"Ritrovo, così, in Roberta Iacobucci, nelle metafore da lei usate, nell'importanza assegnata alle relazioni personali, alla cura dell'altro, al bisogno di fermarsi e mettersi in discussione (anche se vuol dire soffrire), quel senso profondo alla base del vivere ecologico, che un padre dell'ambientalismo, Alex Langer, riassumeva in tre parole: """"lentius, profundius, suavius"""", (più lento, più profondo, più dolce). E io aggiungo più piccolo. Ecco perché, come Viola, """"ancor di più di un cuor di leone, vorrei avere un cuore di rondine"""" (Dalla prefazione di Grazia Francescano)." -
Le pure scorie
"... Tante cose mi vengono in mente rileggendo queste poesie, cose sempre diverse. Ed è proprio questa la forza, la potenza letteraria, la componente onirica e simbolica che permette al lettore di renderle proprie e di interpretarle come crede, dandogli un significato personale, adattandole alla propria esistenza, gioia, sofferenza. Leggendo, rileggendo, possiamo trovarci con le lacrime agli occhi o sorridere di gioia ma, in ogni caso, la sensazione che proviamo è lo stupore, quello di un bambino che scopre il mondo per la prima volta, ogni volta sempre la prima, ogni volta sempre diversa...""""." -
Bagliori notturni
"La scrittura di Antonia Casagrande riesce a rendere pulsante la storia e i personaggi inseriti nelle vicende del giovane protagonista, ne esalta la dimensione interiore, la genuinità, l'autenticità nel comportamento e nei sentimenti. La narrazione si alimenta delle esperienze esistenziali sempre raccontate con mano decisa e costantemente attenta a coglierne le sfumature, le sfaccettature, le contraddizioni mai indugiando più del dovuto su determinate situazioni. Ne emerge l'estrema attenzione nel riportare le emozioni, l'evoluzione della sfera affettiva e sentimentale, le fragilità e le speranze, ampliando ancor più la visione e la capacità di """"guardarsi dentro""""..."""" (dalla prefazione di Massimo Barile)." -
Un domani di vento
Silvana, la protagonista de ""Un domani di vento"""", è un'emigrata sui generis, senza troppe difficoltà d'integrazione. Il suo viaggio dall'Isola al sonnolento Nordest di un'Italia che sta ormai vivendo i fuochi della ricostruzione postbellica, non riveste in effetti un ruolo preponderante nel romanzo. Il disagio, dapprima sottile, poi più invasivo intrecciandosi con le vicende personali della protagonista si definisce invece come la fatica di un'intera generazione alle prese con il mutare di una società percorsa da profondi e rapidi sconvolgimenti (compresa la """"rivoluzione"""" culturale del Sessantotto). Quello di Silvana è un percorso di contraddizioni laceranti, in un Bel Paese ancora intriso di pregiudizi, dove i mutamenti repentini che sconvolgono l'assetto sociale vengono a cozzare con la permanenza di una scala di valori ancora presente. Tutto avviene troppo in fretta per poter capire, assimilare e cambiare nell'oggi."" -
Le salsicce erano pessime ovvero tre matti in libera uscita
Firenze, primavera del 1995. Un gruppo di amici, più immaturi che malvagi, appena possono si ritrovano alla panchina di un giardinetto per scherzare e prendere in giro i matti del vicino Manicomio quando questi vengono lasciati uscire. Lo Zecca, irriverente e maligno; Duccio, bambinone sempre allegro, sopra la faccia di fidanzato dolce e comprensivo indossa con sorprendente disinvoltura la maschera di mascalzone quando si tratta di burlarsi dei tre matti; Donatello, pettegolo e impiccione; Pennello sempre pronto ad assecondare le idee dei compagni, poi ancora l'avido ortolano con la moglie, bravo nelle rime ma confusionario nei proverbi. Ed infine Chiara, delusa dal rapporto con la madre, di gran lunga la più riflessiva e matura di tutta la compagnia cerca invano di portare i ragazzi ad una riflessione che ponga i matti sotto una luce umana e non come fonte di divertimento. La commedia è scanzonata e irrispettosa nell'osservare gli scherzi di cui sono vittime i tre pover'uomini, ognuno con caratteristiche diverse, ma alla fine i quattro amici capiranno che dentro tutte le persone pulsa un cuore che genera emozioni. Ma non sarà la saggia ragazza a farglielo capire. -
Gloria infinita
L'autore disquisisce in una sorta di soliloquio, nelle quasi totalità delle liriche, sulla famiglia. È la famiglia dei suoi ricordi, della sua infanzia e della sua adolescenza, di tipo patriarcale, che gli fornisce lo spunto per rivivere, nelle sue poesie, quei magici momenti, mai dimenticati, solo sopiti e relegati in qualche angolo della memoria in attesa di essere ripresi, rielaborati e innestati nella nuova ""famiglia""""."" -
Nati per caso o per amore
"Nati per caso o per amore"""" siamo tutti figli del nostro passato. La poesia nasce sempre sull'onda di una forte emozione, sia essa positiva o negativa. È una ricerca costante per una più consapevole percezione della nostra realtà, un punto di partenza per proiettarci nel futuro. È sogno, desiderio. È amicizia, è amore nelle sue più svariate forme. Ma è anche ribellione, rabbia, rimpianto. È l'analisi attenta delle passioni umane. Ogni sentimento si concretizza in parole che, al pari dei colori impressi su una tela dal pittore, sicuramente hanno un senso per l'autore, ma in cui anche il lettore riesce spesso a identificarsi, """"adattandole"""" alle proprie esperienze." -
Una settimana qualunque di una nonna qualunque
Giovanna Gatti Colangelo racconta una ""settimana qualunque"""" vissuta da Marcella, una """"nonna qualunque"""", entrando nel suo mondo, offrendo l'immagine di una nonna, ex-professoressa universitaria in pensione, che si disimpegna nei meandri e nel caos della città di Roma, che cerca di mantenersi continuamente informata leggendo i giornali, utilizzando internet, visitando mostre d'arte o partecipando ad incontri culturali e letterari, e poi, cercando di districarsi dalle piccole difficoltà quotidiane come dalla routine delle cose da fare, facendo fronte agli impegni che si susseguono per accontentare il marito, il figlio e la nipote Ginevra, senza dimenticare però di ritagliarsi uno spazio per sé che le permetta di alimentare la sua passione per la scrittura..."" -
Alto quanto un vulcano. Cinque giovani geologi all'avventura in Messico
È il racconto di un viaggio di studio nel remoto Messico ai piedi del vulcano Nevado de Toluca (4680 m). Un gruppo di giovani amici geologi vivono un'avventura indimenticabile durante il duro lavoro dei rilevamenti tra paesaggi di rara bellezza, escursioni sulle pendici prative, punteggiate di fiori e piante grasse d'alta quota. È la storia di una nostalgia, la stessa che prende quando un viaggio è finito e si è combattuti tra il desiderio di tornare alla vita di sempre, agli affetti e la voglia di rimandare la partenza, di non staccarsi dall'alveo di un'esperienza che ha regalato tante emozioni. I legami d'amicizia si rinsaldano, a costo di liti e musi lunghi, la condivisione di un'esperienza fortemente voluta, rende possibile la convivenza e crea vincoli inossidabili alla prova del tempo e dell'ordinaria quotidianità. -
Gioco di potere
Nella silloge di poesie ""Gioco di potere"""", Sabrina Antonuccio, scandaglia le zone nascoste delle conflittualità del mondo interiore e il suo sguardo è sempre attento a fermare le più labili emozioni così come le ferite 'visibili"""" e quelle più laceranti che sono sovente 'invisibili"""": in un lento percorso che 'incontra l'anima"""", tra dolore e piacere, come in un 'gioco di potere"""" che non distingue vittima e carnefice. La poesia di Sabrina Antonuccio fluisce con naturalità espressiva ed amplifica l'orizzonte d'una indagine che scava nel profondo dei sentimenti...""