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Isole Vergini americane e britanniche
"Clima sempre mite, spiagge di sabbia bianca, beach bar che diffondono ritmi calypso: queste isole hanno tutte le qualità dei paradisi tropicali"""". 31 isole da esplorare, 92 spiagge di sabbia bianca, 104 avventure in barca." -
Milly, Molly e Bella Bum
Bella Bum è una peste, un disastro, ma è anche la bambina più divertente del mondo. Le storie di Milly e Molly raccontano in modo vivace e accattivante i grandi temi che aiutano a crescere in modo responsabile e nel rispetto degli altri. Età di lettura: da 3 anni. -
Milly, Molly e i topolini
Topolini a pois? Com'è possibile? Milly e Molly ve lo spiegano con un sorriso e tanto amore per gli animali. Le storie di Milly e Molly raccontano in modo vivace e accattivante i grandi temi che aiutano a crescere in modo responsabile e nel rispetto degli altri. Età di lettura: da 3 anni. -
Candido o del porcile dell'università italiana. Storia vera di un cervello senza padrino
C'è un luogo, in Italia, nel quale il valore e il merito professionale contano meno di nulla: questo luogo è l'Università, specialmente le facoltà umanistiche. In Italia ""è più facile che un asino passi per la cruna di un ago, che un nuovo Kant possa diventare, senza un padrino, dottore di ricerca in filosofia"""": un paradosso che è tutto il senso di questo racconto. Benché scritto sotto la forma leggiadra di una favola volterriana, """"Candido"""" è infatti tratto da una vicenda reale e denuncia con spietata lucidità la corruzione che regna sovrana nel reclutamento di ricercatori e docenti dell'Università italiana."" -
Cara Juventus...
Questo libro è un album illustrato (le foto d'epoca sono tutte rigorosamente in bianco e nero) dove a ricevere le confessioni di Sivori, con la verve che gli era propria, c'è un giornalista ancora giovane con uno stile ironico e anticonformista, Gian Paolo Ormezzano, da decenni editorialista del quotidiano ""La Stampa"""" e firmatario di pubblicazioni sportive."" -
Lo schiocco. Storia della strage di Brescia
Il 28 maggio del '74 a Brescia è una giornata inaspettatamente plumbea e piovosa. Sono trascorsi esattamente sedici giorni dalla vittoria del ""no"""" al referendum sul divorzio. L'Italia è quella dell'austerity e delle domeniche a piedi. Alle 10.12 sette etti di polvere da mina infilati in un cestino portarifiuti esplodono durante una manifestazione antifascista uccidendo otto persone. Cinque di loro non hanno neppure quarant'anni, sono tutti insegnanti, ma soprattutto amici, che hanno condiviso cene, lavoro e vacanze: cinque persone che hanno lavorato insieme nella scuola, costruito il sindacato e vissuto la politica con la passione e il sorriso. Il libro racconta la storia di questa strage."" -
Azzurro. Il colore della vittoria
Il libro racconta le vicende che hanno fatto diventare grande l'Italia nel mondo del calcio, puntando sui capitoli fondamentali (la vittoria di tre Mondiali e di un Europeo, oltre qualche fallimento) e sui grandi personaggi che hanno fatto la storia del calcio italiano, esportandone fama e leggenda in tutto il mondo. Le informazioni storiche, i retroscena, gli avvenimenti sono integrati dalle schede biografiche dei protagonisti. Tali schede spaziano dalla personalità dei campioni alle caratteristiche tecniche fino ai numeri e alla cronaca delle rispettive imprese e record. -
Rocco Chinnici. L'inventore del «pool» antimafia
Il Consigliere istruttore del Tribunale di Palermo fu ucciso la mattina del 29 luglio 1983 in via Pipitone Federico a Palermo. Una Fiat 126 saltò in aria mentre il magistrato si accingeva a salire sulla sua auto blindata. Assieme a Chinnici morirono i carabinieri di scorta e il portiere dello stabile in cui abitava il magistrato. I figli raccontano la figura del padre sia da un punto di vista privato che professionale. Si parla di mafia, di speranza ma anche di omertà. Il volume contiene discorsi tenuti da Chinnici, documenti autografi, stralci delle motivazioni delle sentenze processuali e l'omelia pronunciata a Palermo dal cardinale Pappalardo il giorno dei suoi funerali. -
Una meta dopo l'altra. Della vita e del rugby
"Vissi al cinque per cento, non aumentate la dose"""". Lo scrisse Eugenio Montale, che in comune con Marco Bollesan ha soltanto la genovesità. Perché Bollesan non è stato un poeta, o forse lo è stato a modo suo, ma è stato, ed è, un guerriero, in campo e fuori dal campo, e ha iniziato a combattere dal primo battito della sua vita, e non ha voglia di smettere neanche adesso. Marco Bollesan ha vissuto al cento per cento, in ogni istante, dagli inizi nel Cus Genova ai tanti anni in Nazionale. Dall'esordio nella Malapasqua di Grenoble, con la benedizione di Le Mongol, agli scudetti con Partenope e Brescia. Dal Mondiale come allenatore al Sei Nazioni come team manager. Ha vissuto così perché non aveva scelta, perché nel mondo che conosceva lui si imparava a essere feroci oppure non si viveva. E per questo può dire che il rugby era relax, le battaglie erano quelle di tutti i giorni. E le racconta tutte, quelle battaglie, in campo e fuori, senza pudori e senza invenzioni, perché quello con la palla ovale è uno sport che obbliga alla verità: non puoi fingere di essere quello che non sei. Giocare a rugby, dice la leggenda del rugby italiano, è come farsi una radiografia: si capisce subito che tipo sei. E che tipo fosse Marco Bollesan lo sanno i suoi compagni, che per lui e insieme a lui avrebbero fatto qualunque cosa. Lo sanno i suoi avversari, che hanno ingaggiato battaglie senza esclusione di colpi, ma hanno sempre riconosciuto la sua grandezza..." -
Il cuore in pugno
Tra i primissimi romanzi italiani sul pugilato, consente di scorgere, dietro le spoglie di Fernando De Franzi, il protagonista della narrazione, la figura del grande Primo Carnera. Un ""De Franzi-Carnera"""" che, anticipando d'un triennio gli eventi che avrebbero condotto il friulano alla conquista del titolo mondiale, De Martino farà, con notevole preveggenza, combattere (e vincere) contro l'americano Jack Sharkei."" -
Lo sberleffo di Godot. Il ritorno di Alessandro Del Piero
Nel 1993, dopo due stagioni al Padova, il grande balzo verso Torino. Lo vuole Giampiero Boniperti che lo vede giocare e non ha dubbi: quel ragazzo diventerà un fenomeno. Una scommessa vinta che si rinnova anno dopo anno, in un crescendo di scudetti e Coppe dei Campioni, ma anche di infortuni gravi, come quello del 1999 a Udine che lo blocca per nove mesi. Quell'incidente è una specie di spartiacque, un nuovo inizio, faticoso, carico di incertezze, poi sempre più facile verso la vetta di miglior cannoniere nella storia della Juventus. -
Il campione che sorride. Ronaldinho, l'ultimo dei romantici
Da Madrid a Porto Alegre per raccontare che il pallone (""a bola"""", femminile in portoghese) è la fidanzata, l'amica, la compagna di """"Dinho"""". L'autore ripercorre un amore cominciato 22 anni fa dribblando le sedie di casa. Racconta del padre, morto quando aveva otto anni, maestro ed esempio di vita; del fratello, idolo del numero 10 del Barça; del Gremio dove, dai 7 ai 21 anni, diventa il """"brutto con carisma"""". Poi, la Nazionale Carioca: Zico, Rivaldo e Ronaldo i modelli da seguire; Parigi e un chilo di caviale per ogni gol, regalo del presidente del Paris Saint Germain; Giappone e Corea 2002, l'incredibile gol all'Inghilterra. Il Mondiale in tasca. Fra Manchester e Real Madrid vince il Barça. Ronaldinho approda in Catalogna."" -
Stella della Germania. Storia e gloria del Bayern Monaco
Monaco di Baviera, la capitale segreta della Germania, da tutti conosciuta come città d'arte, di musei e di innovazione, è anche universalmente identificata come il luogo dove la tradizione e le feste - il famoso Oktoberfest - fanno parte dell'immaginario collettivo. Questa città ha anche una squadra di calcio, il Bayern Monaco, con oltre cento anni di storia e 49 titoli vinti tra trofei nazionali e internazionali. Il Bayern è una delle squadre più titolate al mondo e una delle meglio gestite e organizzate, entrata di diritto nella storia del calcio europeo. Poche società di calcio esemplificano in modo così chiaro lo sviluppo che il pallone, e quanto ruota intorno a esso, ha avuto negli ultimi cento anni e poche rappresentano in modo così simbolico la bandiera stessa del movimento calcistico di un intero Paese. -
Biciclette di carta. Un'antologia poetica del ciclismo
Il ""Centenario del Giro d'Italia"""" rappresenta una tappa importante per la storia del ciclismo, ma non solo. Un secolo di storia e di costume visto e raccontato da una bicicletta, ferreo destrier prima per suoi) e aristocratici, poi umile compagno della classe operaia, comune mezzo di locomozione e divertimento. Ma anche agonismo, sfida. Al centro il cavallo d'acciaio e soprattutto loro, i campioni della fatica, in lotta con i propri limiti. Per questo il ciclismo è stato e continua ad essere un enorme forziere da cui poeti e scrittori attingono a piene mani, come ben dimostra questa antologia poetica (che si apre con Pascoli e Gozzano per arrivare alle esperienze più recenti). Un ideale viaggio guidato da una brillante e documentatissima nota introduttiva di Sergio Giuntini che ci accompagna sulle strade di un'Italia certamente diversa da quella attuale, in compagnia di piccoli e grandi eroi. Infine un'appendice di Alberto Brambilla che consente ai lettori di avviare nuovi e più intriganti percorsi narrativi, sempre a cavallo della bicicletta e dei sogni che ingenuamente continua a inseguire."" -
Volevo solo fare il giornalista
Il sogno nel cassetto di Cristiano è sempre stato quello di «fare il giornalista»: sfondare a livello nazionale, girare il mondo con la macchina da scrivere e con il microfono in mano, partecipare a Mondiali di Calcio, Olimpiadi e G8, scrivere articoli bellissimi e realizzare interviste a personaggi importanti, magari vincere il Premio Pulitzer, lasciare una traccia nel mondo dell'informazione. E invece..., fin dai suoi esordi, comincia una lunga, estenuante, interminabile via crucis, fatta di precariato, di cococo, di contratti a tempo determinato, di colleghi serpenti, di direttori incapaci e di editori improvvisati. Dagli inizi in una tv sgangherata fino all'approdo nella grande città, Torino, passando per le esperienze più disparate e più disperate, per i luoghi più improbabili d'Italia, per mille promesse non mantenute e per mille speranze andate deluse, tra occasioni perse e grotteschi colloqui di lavoro, sempre all'inseguimento del grande sogno: sfondare, diventare un giornalista vero. In un intreccio di nomi noti della tv e anonimi personaggi del «sottobosco», nel libro vengono fuori più di 20 anni di storia italiana, televisiva, e non solo. Feroce grido d'accusa contro il mondo dell'informazione «ufficiale» in Italia asservito al potere politico e popolato di personaggi sempre al confine tra bene e male: splendide persone ed emerite canaglie (molte di più le canaglie...), la storia di Cristiano è anche la storia di migliaia di altri giovani. -
Quel Roma-Liverpool di un mercoledì da cani
"Incassato il ko ce ne tornammo a casa. L'uscita dallo stadio era una processione mesta. Si sentiva solo la risacca di caffè Borghetti che scorreva sotto i piedi della gente che sciamava. Il tintinnio dei cilindretti di plastica che rimbalzavano sull'asfalto, passando dì piede in piede, in una continuazione subliminale di partita. Attraversammo tutta la città a piedi. Tiravamo come i protagonisti di 'The Day After', sopravvissuti a un disastro emotivo. Ci muovevamo in una metropoli cristallizzata nel momento del rigore decisivo, li tiro finale di Kennedy era straripato dallo stadio con lo stesso effetto dell'eruzione su Pompei. lungotevere, Circo Massimo, Terme di Caracolla e poi tutta la via Cristoforo Colombo fino alla Piera dì Roma. Arrivammo a casa che era quasi mattina. Al Circo Massimo, davanti al megaschermo dal quale avevano seguito la partita in centomila, c'era Antonello Venditti che avrebbe dovuto celebrare il trionfo. Suonava e cantava lo stesso, malgrado la tristezza, ma noi decidemmo di non fermarci. Tornammo a casa, io e mio fratello, senza dire una parola. Camminavamo sulla Cristoforo Colombo deserta, e tenevamo ancora strette fra le dita le bandierine gialle e rosse distribuite in curva prima della partita perla coreografia. Una per mano, come due segnalatori pronti a indicare la posizione di una improvvisata pista di atterraggio. Eravamo ancora con la testa sul prato dell'Olimpico prima del tiro di Kennedy"""". Prefazione di Bruno Pizzul." -
Da Kinshasa a Las Vegas via Wimbledon. Forse ho visto troppo sport
Si può a ragione sostenere, infatti, che Rino Tommasi rappresenti uno di quei felici e sempre più rari casi in cui lavoro, divertimento, competenze e esperienze di vita perdono i loro tradizionali confini di separazione. Innamorato dello sport in quanto tale lo ha praticato, lo ha promosso, lo ha raccontato, lo ha commentato, dedicandogli tempo, intelligenza, energie, studio, talento. Nato a Verona nel 1934 e laureato in Scienze Politiche con una tesi sull'organizzazione internazionale dello sport, è stato negli anni Sessanta il più giovane organizzatore pugilistico nel mondo, il primo in Italia. Discreto tennista, è stato per quattro volte campione italiano universitario, partecipando a tre Universiadi e conquistando due medaglie di bronzo, una in singolare a San Sebastian nel 1955 e una nel doppio misto nel 1957 a Parigi. Ha iniziato la carriera giornalistica a ""Tuttosport"""", quindi è stato inviato della """"Gazzetta dello Sport"""", per la quale scrive ancora, oltre che per il """"Gazzettino"""" di Venezia e il """"Tempo"""" di Roma. Nel 1981 è stato il primo direttore dei servizi sportivi dell'appena nato Canale 5 e nel 1991 il primo direttore dei servizi giornalistici di Telepiù. Da giornalista ha seguito 12 edizioni dei Giochi Olimpici, per la televisione ha commentato più di 400 incontri valevoli per un titolo mondiale di pugilato, 7 edizioni di Super Bowl e 135 tornei del Grande Slam. Attualmente commenta il pugilato per il canale digitale Dahlia TV."" -
L' Atalanta nei giorni
Ciò che nessuno potrebbe mai immaginare, invece, è che un latinista così competente e un italianista di tale puntiglio sia anche un grande appassionato di calcio. Lui, ovviamente, non ne parla mai, e tanto meno in classe. Ma il professor Caudano è calciofilo di vaglia, ha una memoria di ferro e ricorda giocatori, campionati e statistiche non meno delle date di nascita e morte di scrittori e poeti, o di pubblicazione di incunaboli e prime edizioni. Specie se c'è di mezzo la squadra per cui batte il suo cuore: l'Atalanta. -
Quel che resta di Coppi
"Poi un fremito da lontano. Tuo nonno tese l'orecchio, come un indiano sulle rotaie di un treno nel vecchio West. """"Qualcuno è scattato"""", disse, mascherando l'emozione. Poi lo vidi illuminarsi tutto, e anche a me giunse nitido il tam-tam crescente dei tifosi: 'E lui, è lui, solo!'. Avevamo gli occhi puntati verso il basso, sulla curva da dove lui sarebbe sbucato. Le due ali di folla si strinsero fin quasi a toccarsi. La sirena di una motocicletta. Eccolo. Il campionissimo si alzò sui pedali, leggero leggero, inarcato su un lungo rapporto. Mi passò a un palmo dal naso, senza che io sentissi il sibilo delle ruote, né l'ansimo dello sforzo. Non Coppi si stava allontanando lungo il rettilineo. Si allontanava una stagione della vita, della mia vita, figlio.""""" -
Il falco di Utrecht. Wesley Sneijder
Un giro nel mondo di Wesley Benjamin Sneijder, giovane fuoriclasse olandese che, nemmeno venticinquenne, ha già indossato tre delle maglie più gloriose del mondo del calcio. Il biancorosso dei lancieri dell'Ajax, la camiseta blanca del glorioso Real Madrid, e l'aristocratico nerazzurro dell'Internazionale di Milano. I suoi primi passi ad Utrecht, nel campetto vicino casa nell'operoso quartiere di Ondiep, da dove era partito, oltre vent'anni prima, un certo Marco Van Basten. Tutta la trafila a ""De Toekmost"""", il centro sportivo in cui l'Ajax cresce i propri talenti, e dove Wesley ha spiccato il volo per la prima squadra. L'esordio giovanissimo nella Nazionale oranje e il trasferimento alla casa blanca di Madrid per la modica cifra di 27 milioni di euro. Le luci della ribalta nella capitale spagnola al fianco del suo idolo Raul, in uno spogliatoio affollato di galacticos. Fino all'arrivo a Milano, sponda Inter, dove, già dall'esordio, si è rilevato il perno fondamentale del gioco di Josè Mourinho, entrando subito nel cuore dei tifosi della Beneamata.""