Sfoglia il Catalogo feltrinelli019
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2881-2900 di 10000 Articoli:
-
Dentro l'Italia dei valori. Storia e voci di un partito
Da Sansepolcro al Parlamento europeo, dai primi tonfi ai grandi numeri. In poco più di dieci anni l'Italia dei Valori e Antonio Di Pietro si sono presi un posto in prima fila nella politica italiana. Un'ascesa frenetica, disseminata di vittorie e contraddizioni, di intuizioni ed errori, di prove di coraggio e di tradimenti. La storia di un partito senza ideologie e senza passato, che ha corso senza fermarsi, cercando alleati e una direzione. La storia dell'Italia dei Valori, che è anche quella di un Paese. -
Li chiamavano ye-ye. Il secondo scudetto viola e la storia di un calcio che non c'è più
Quattro amici, ex ragazzi degli anni Sessanta, raccontano a un ragazzo dei giorni nostri l'ultima età dell'oro del calcio. Nel 1969 Firenze visse per la seconda volta nella sua storia la gioia immensa di uno scudetto. I protagonisti di quegli anni ricordano il clima di spensieratezza e di allegria in campo e nello spogliatoio, ma anche il rigore e la serietà di chi teneva in mano il timone del calcio. La freschezza e la gioventù della Fiorentina ye-ye (così venivano chiamati i giovani in quegli anni) furono la forza e il limite di un gruppo che, nella sorpresa generale, strappò applausi su tutti i campi. La forza, perché i ragazzi terribili forgiati da Beppe Chiappella e plasmati dal Petisso Pesaola giocavano un calcio veloce e moderno; il limite, perché la poca esperienza e il mal d'alta quota presentarono presto il conto. Fu l'ultimo esempio di squadra vincente costruita in casa, con un blocco di giovani talenti cresciuti nel vivaio viola ai quali venivano affiancati, di anno in anno, giocatori già affermati. Quei giovani un po' guasconi e figli del loro tempo rappresentarono la migliore miscela di genio e sregolatezza, ma anche di armonia e disciplina tattica, che ne fece una squadra perfetta, anche se solo per una stagione. Durò poco la Fiorentina ye-ye e due anni dopo lo scudetto il sogno era già finito. Ma è stata l'ultima squadra che ha cucito il tricolore sulle casacche viola. -
Il ritorno dell'Aquila. La rinascita della Lazio, un club, mille storie
Strano, pieno di colpi di scena, tormentato, il percorso che porta al salvataggio del club più antico della capitale. Il calvario che la società deve sobbarcarsi, dopo la caduta di Cragnotti per la crisi Cirio nel gennaio del 2003, è la storia di due imprese: quella di un presidente testardo e antipatico (soprattutto per la sua gente), capace di scalare una montagna di debiti alta mille miliardi delle vecchie lire con intelligenza e fantasia; e quella di un allenatore-artigiano, spigoloso e lungimirante, capace di riportare a guardare in alto una squadra che si stava ripiegando su stessa. La somma di queste storie è una Lazio di nuovo protagonista del nostro calcio, più sobria, ma non per questo meno ambiziosa. Una Lazio che ha le sembianze di tanti nuovi protagonisti, non solo Lotito e Reja. Ha, per esempio, il volto sempre sorridente e scanzonato di Hernanes, il nuovo ""Profeta"""", il fuoriclasse che dà del tu al pallone; e i volti, così diversi, eppure ugualmente determinati, di Miroslav Klose e Djibril Cisse, i due nuovi attaccanti voluti da Lotito per sostituire l'ex idolo Zarate e dare alla Lazio uno spessore internazionale. E ha, infine, un nuovo simbolo. Anzi, quello che dall'inizio di questa storia, dal 9 gennaio del 1900, è """"il"""" simbolo della Lazio: la sua aquila. Solo che adesso l'aquila esiste davvero, non è solo un'immagine. Esiste e vola all'Olimpico prima di ogni partita dei biancocelesti, e da allora anche la Lazio è tornata a volare."" -
Gino Bartali, mio papà
Abbiamo letto centinaia di pagine indimenticabili che hanno celebrato uno dei campioni più rappresentativi del Novecento. Le grandi imprese, i trionfi, Giro d'Italia o Tour, come quello del '48 che, nei giorni dell'attentato al segretario del Pci Palmiro Togliatti, ""salvò"""" l'Italia dal rischio di una guerra civile, l'amicizia/rivalità con Fausto Coppi. Ma solo attraverso gli occhi di un figlio poteva essere rivelata una biografia che va oltre l'immagine pubblica del personaggio, dando la possibilità di accostarsi e intravedere, dietro quegli eventi, le emozioni e i sentimenti che li precedevano o li accompagnavano. Lo scenario allora si allarga alla profondità dei rapporti familiari, al legame complice con la compagna di una vita, al suo modo di intendere l'amicizia, ai grandi dolori privati. E ancora, all'impegno nel sociale e nella politica, alla fede, che fu ispirazione di un sentimento intimo, di una generosità verso gli altri sempre vissuti sotto il segno del riserbo, lontano dall'applauso del mondo. E lo sguardo del figlio fissa anche istantanee gustose su rituali domestici e aneddoti inediti, abitudini bizzarre e curiosità, consegnandoci interamente la complessità di una figura con molte sfaccettature, che possedeva prima di tutto nello straordinario spessore umano le ragioni del proprio successo. Fino al ritiro e alla vita dopo il ciclismo, una ricchissima vicenda, speciale ed esemplare insieme della storia del nostro Paese, raccontata da un testimone d'eccezione."" -
La rivoluzione del '76. L'ultimo scudetto granata
Nella stagione 1975-76, trentacinque anni fa, il Toro vinceva il suo ultimo scudetto, l'unico successivo alla tragedia di Superga. Prim'ancora che una semplice vittoria in campionato si trattò di un evento con un grande valore simbolico, ancora vivissimo nella memoria collettiva: in uno straordinario ribaltamento di forze quel trionfo rappresentò una vera e propria rivoluzione, il ""povero"""" che riesce a battere il """"ricco"""". Il libro racconta tutti i protagonisti di quell'impresa, di quella metamorfosi, rivivendo quelle giornate memorabili, caratterizzate dalle (tante) vittorie e le (poche) sconfitte di una squadra inimitabile. Un gruppo di ragazzi che riuscì a interpretare nel modo migliore l'indomito spirito granata, fondendosi in una sintonia unica con la tifoseria e con la città. Ma il libro è anche un tuffo lieve in un passato difficile, in quegli anni Settanta caratterizzati dal terrorismo e dalla voglia di tornare a sorridere dopo la crisi e l'austerity che stavano per essere superate."" -
Ho visto un Re. Luciano Re Cecconi, l'eroe biancoazzurro che giocava alla morte ed è morto per gioco
"Ho visto un Re"""" è il romanzo della vicenda umana e sportiva di Luciano Re Cecconi, infaticabile centrocampista nella Lazio che vinse lo scudetto nel 1974, ucciso per un tragico equivoco, poco più di due anni più tardi, in una oreficeria romana. Dalla stentata infanzia, nella quale sviluppa un'attitudine alla corsa e alla fatica, fino alla consacrazione come calciatore in una squadra ricca di individualità complesse, dalla prima volta allo stadio Olimpico alle partite solitarie nel salotto di casa, dagli allenamenti all'oratorio all'incontro con la squadra del cuore durante un ritiro, il racconto in prima persona della vicenda di Luciano Re Cecconi si avventura nelle pieghe più nascoste della personalità del campione, rivelando episodi e retroscena curiosi e appassionati fino a rimettere in discussione la dinamica della sua morte. Un'appendice di articoli, interviste e documenti rivela anche il volto pubblico di uno dei campioni ancora oggi più amato dai tifosi biancoazzurri." -
Sognando il Barça. L'epopea di una squadra e della sua città
Un viaggio lungo più di cento anni di una squadra che è ""més que un club"""", molto più di una squadra di calcio. Un'identità calcistica che si è definita attraverso la lotta politica per l'autonomia catalana e l'orgoglio della sua lingua ma facendo del cosmopolitismo dei suoi giocatori leggendari la sua filosofia. Avversaria irriducibile dell'altra grande, il Real, che era bandiera del franchismo in ascesa, la squadra blaugrana ha costruito con lacrime e sangue la sua visione del mondo, tra difficoltà economiche e vittorie in serie, cadute e resurrezioni, mille piccole e grandi storie, dal sogno di Joan Gamper a Paulino Alcantara, l'attaccante che voleva fare il medico, da Suñol, il presidente fucilato dai franchisti, a Kubala, convinto a firmare l'ingaggio dopo una sbronza, a Messi, il bambino che non cresceva, il cui destino si decise nel ristorante di un circolo di tennis... e in mezzo le magie di Pep Guardiola, """"figlio"""" di quel Cruyff che aveva portato in Spagna il suo calcio divino, e ancora le bellissime avventure, finite male, di Maradona e Ronaldo, di Eto'o e Ronaldinho... Una squadra e una città diventate una cosa sola, una sola anima."" -
Pronto, qui Enzo Ferrari... Storia di un'amicizia fra un giornalista e un grande uomo
Un Enzo Ferrari inedito, diverso da ogni altro raccontato dai molti che, anche dopo un solo incontro, hanno pensato di poter scrivere pagine ""definitive"""" su di lui, è quello che Gian Paolo Ormezzano omaggia a suo modo in questo libro. Un'amicizia speciale - perché tale fu - nata grazie a una particolarissima vicenda di vita, giornalistica e non solo, e maturata prima nel rapporto esclusivo di tante ore e di tanti giorni, poi """"diluita"""" nel rapporto di affetto e stima reciproca. Ormezzano decide di rivelare il """"suo"""", integralmente suo, Enzo Ferrari, quel personaggio """" affascinante, terribile, difficile, fatto di ferro e di fuoco, di fioriture e di ruggini, di escrescenze esibite e di normalità celate, e di pietre ora preziose ora soltanto dure, di diamante e di zircone"""" portando anche un contributo all'immensità di quel fenomeno umano, tecnico e industriale che fu legato e intitolato al Grande Vecchio. Un Ferrari rivisto anche alla luce di come è cambiato il mondo dell'automobilismo da competizione e di come possa essere stimolante confrontare, sia pure in via teorica, il personaggio con gli eventi attuali, spiazzanti e inquietanti, della Formula 1."" -
Che tuffo, la vita!
Prima tuffatrice italiana ad avere vinto una medaglia mondiale (bronzo a Montreal 2005, poi conquisterà un argento e altri tre bronzi), Tania Cagnotto è una delle grandi protagoniste dello sport italiano e mondiale, attesissima alle Olimpiadi di Londra 2012. Qui si racconta in un'autobiografia originale, spensierata, certamente intensa. Dagli esordi, ancora adolescente, ai grandi successi attuali, tra talento e costante impegno, in una disciplina complessa che richiede enormi sacrifici, oltre che una buona dose di spericolate attitudini. Figlia d'arte, la narrazione della sua straordinaria vicenda agonistica ruota intorno al fondamentale rapporto con il padre, Giorgio Cagnotto, uno dei grandissimi di sempre di questa specialità sportiva, suo allenatore e maestro di vita. Ma Tania rivela anche le vicende più private, le passioni e i propositi di una ragazza normale. Una ragazza che parla con sensibilità del suo mondo, delle sue amicizie, delle piccole e grandi occasioni e delle eccezionali esperienze che la vita le ha posto davanti. Prefazione di Giorgio Cagnotto. -
Inseguendo Bolt. Lungo un percorso che conosco
L'uomo più veloce del mondo è una figura mitica, che abita l'immaginario di tutti i popoli della terra in ogni epoca, da Achille ai supereroi. Oggi quel mito ha il volto e il fisico statuario di Usain Bolt, che calamita l'attenzione dei media ben oltre i confini dell'atletica. Anche Pietro Mennea è stato l'uomo più veloce del mondo. Per diciassette anni. Tanto è durato il suo record dei 200 metri (19""72) oggi detenuto dal giamaicano. Due atleti dal fisico diverso che in epoche differenti hanno affrontato da protagonisti la stessa sfida. Una posizione che permette a Mennea di analizzare il fenomeno Bolt da un punto di vista unico: quello di chi è già passato dallo stesso percorso in termini di allenamenti, infortuni, pressione mediatica, polemiche, sfide, successi e sconfitte. E solitudine. Entrambi hanno dominato le rispettive epoche, aprendo una strada totalmente nuova nei metodi di allenamento e imponendo consapevolmente un ruolo del campione sportivo che non si esaurisce nel primato."" -
Io, l'Inter e il mio calcio mancino
Per la prima volta Mario Corso, pur con la proverbiale timidezza, si racconta a cuore aperto, con aneddoti e confessioni inedite. Una veloce escursione nella sua vita privata, l'infanzia e la famiglia nel dopoguerra a San Michele Extra (""l'ingrata San Michele""""), l'acquisto a 17 anni non ancora compiuti da parte dell'Inter, dove in brevissimo tempo si impone come protagonista indiscusso della Grande Inter euro-mondiale. La scarsa simpatia nei suoi confronti del Mago Helenio Herrera, che ogni anno ne chiedeva la cessione, l'affettuosa ammirazione del presidente Angelo Moratti, la stima da parte dell'immenso Pelé che lo voleva al Santos, il tribolato rapporto con la Nazionale (con la clamorosa ribellione al ct Fabbri) e la lunga, e ingiusta, squalifica internazionale per il fattaccio contro il Borussia Moenchengladbach, il mesto esilio al Genoa (nonostante l'insistenza di Boniperti per averlo alla Juve) dove finisce la carriera per un triplice infortunio alla stessa gamba. Poi allenatore e scopritore di talenti in molteplici squadre, fino a quando Massimo Moratti, che sta progettando la sfida di una nuova gloria nerazzurra, lo rivuole accanto a sé. """"Piede sinistro di Dio"""", """"Mandrake"""", """"Paganini"""", geniale e un po' indolente, Mario Corso - i calzettoni arrotolati sulle caviglie in segno di omaggio al suo idolo Sivori sapeva inventare dribbling irriverenti e traiettorie impossibili (famosa la sua punizione """"a foglia morta""""), gol e assist straordinari."" -
La combattente. Autoritratto di una donna sul ring
È un talento fiorito sul terreno dell'istinto, quello che ha permesso a Stefania Bianchini di prendere coscienza della propria forza, fisica e interiore, e con la quale si confronteranno formidabili atlete: Regina Halmich, una star per i media tedeschi; l'inglese Cathy Brown, il cui pseudonimo ""The Bitch"""" non lascia affatto tranquilli; Hagar Shmoulefeld, istruttrice dell'esercito israeliano; le italiane Maria Rosa Tabbuso e Simona Galassi e tante altre ancora. In questa autobiografia, che è quasi un romanzo, si racconta una storia di sport e di vita. Dal karaté alla kick boxing, dalla shoot boxe al pugilato, un percorso ricco di titoli italiani, europei e mondiali, ma anche di delusioni e ingiustizie, di amori e disillusioni, di amicizie e di accese rivalità. Pioniera del pugilato femminile, Stefania Bianchini sul ring conquista il mondo. Femmina in un ambiente di maschi, esploratrice di territori mai scontati, mai banali, fuori dal ring vince la sua battaglia per portare la boxe femminile in Italia e consacrarla a sport olimpico. Un gioco d'equilibrio sul crinale che separa il conformismo e l'anticonformismo, l'indole di combattente e l'intima appartenenza di genere, da cui sorge anche il suo incrollabile impegno nella lotta contro la violenza sulle donne."" -
E andiamo a vincere. La storia gloriosa degli Abbagnale
La storia della grande impresa sportiva dei fratelli Abbagnale (Giuseppe, Carmine e Agostino, e senza dimenticarsi di Giuseppe Di Capua) non era stata ancora raccontata. Da dove venivano? Chi li ha scoperti? Come si sono allenati? Come hanno fatto a vincere così tanto? Come sono arrivati al vertice assoluto del canottaggio mondiale? Una sola è la voce che poteva raccontare questa storia: la voce grazie alla quale tutti gli italiani hanno imparato a conoscere e ad amare le gesta dei Fratelloni, quella di Gian Piero Galeazzi. Grazie alla sua competenza, alla sua esperienza, al fatto di essere stato sempre vicino al clan, soltanto lui poteva scrivere questo libro. E soltanto lui poteva riuscire in un'impresa senza precedenti: far parlare Giuseppe La Mura, il Dottore, colui che ha saputo vedere negli Abbagnale un futuro olimpico d'oro, che li ha preparati con metodi rivoluzionari, che li ha seguiti in tutti i momenti di una delle imprese sportive più amate della nostra storia. -
Falpalà. Favole per adulti
Falpalà racconta esperienze che i bambini faranno soltanto crescendo. I protagonisti umani, animali e vegetali, tentano di capire fino a che punto sono migliorati o peggiorati i rapporti fra gli esseri che popolano la terra. Sono racconti ambientati nei luoghi più disparati, a volte reali (Napoli, Paciano in Umbria, Milano, Procida, Asola nel mantovano, San Pasquale nel nord della Sardegna), a volte immaginari, ma estremamente verosimili. E uno di questi luoghi è stato battezzato dall'autore Falpalà. Non è una città, e in realtà nemmeno un paese, ma una striscia di stoffa che arricciata solitamente si usa per fare l'orlo a sottane o tende. Ed è proprio Falpalà che, in qualità di parola-guarnizione dà il titolo alla raccolta. -
Sorbetteide
Il lungo viaggio nei secoli del gelato primordiale ovvero il sorbetto fatto di neve, frutta e aromi naturali, delizia di re e regine, di nobili e popolani. Cosa ne è stato delle cosiddette neviere, i depositi di neve raccolta in inverno e trasportata, di notte, durante i mesi caldi, nelle case patrizie, a dorso di cavalli velocissimi. Le ricette più semplici e tradizionali, e quelle più stravaganti di Alexandre Dumas e di otto famosi maestri della cucina internazionale danno la formula per preparare sorbetti genuini ed essere felici. -
La scomparsa
Il protagonista del romanzo, Anton Vokal, sogna di una scomparsa. A cosa si riferisce il suo sogno? Forse a un misterioso volume sparito dalla biblioteca senza lasciare traccia. O forse alla sua stessa scomparsa sulla quale indagherà l'investigatore Dupin, già protagonista della Lettera rubata di E. A. Poe. O, ancora, si riferisce alla scomparsa della lettera ""e"""", che nel romanzo non viene scritta nemmeno una volta. Oppure si riferisce alla moltitudine scomparsa, uccisa, sterminata dalla follia nazi-fascista durante la prima metà del secolo scorso. Può darsi che il titolo che Perec ha deciso di dare a questo appassionante giallo si riferisca a tutte le scomparse di cui l'autore ci parla attraverso un ricercato gioco letterario."" -
Dietrich Bonhoeffer. Una luce sulla crisi dell'Occidente cristiano
Dietrich Bonhoeffer proclama la centralità di Cristo, Verbo incarnato di Dio, nella storia e nella vita dell'uomo. Fu alto protagonista dell'opposizione al regime nazista, del quale restò vittima; votò la sua vita alla difesa della pace tra i popoli, dei diritti degli Ebrei condotti allo sterminio e della indipendenza delle chiese cristiane del potere politico. Il lavoro di queste pagine vuole essere un modesto contributo alla conoscenza di questo martire della Verità. -
S-comunicare. Manipolatori e manipolati dell'industria culturale
S come sine, come scelta mancata, come impossibilità di mettere sul tavolino le risorse, porle in comunione, e giocare a carte scoperte. S come business, come conquista per pochi,conti già fatti per tutti gli altri. Il continuo invito al consumo ha due effetti: la facilità di fruizione da parte delle masse, e il conseguente abbassamento del giudizio critico. S-comunicare come mettere all'indice, separare ogni fenomeno mediatico e industriale dall'insieme di tutti i fenomeni ""culturali"""", per studiarlo, analizzarlo, demistificarlo."" -
Alla tavola delle feste. Natale. Cucina ricca e povera della tradizione mediterranea
"Alla tavola delle feste"""" comprende ricette di piatti tradizionali presenti sulle tavole ricche e povere mediterranee, presentati in maniera decorativa originale e con l'abbinamento dei vini." -
Graffi del cuore
Arnolfo Petri percorre i sentimenti tortuosi della memoria e sono graffi del cuore, solchi profondi intorno all'anima, orme scure, che lascia. Camminando a perdifiato, senza limiti di tempo e di spazio, semina parole che si fanno versi, che accendono ricordi, sogni, che portano con sé dolore, malinconia, paura, amore, delusione, silenzi, ma pur sempre una speranza. Dura e avara è la vita, come i sogni infranti. Il paesaggio rovinoso, ma è il suo Sud, gli appartiene. Così come sono suoi il senso del tragico, l'angoscia esistenziale, il continuo vagabondare, le evocazioni esistenziali chiuse in queste pagine ferite, ma attraversate da un fluido vitale, che si imprime come un marchio nella memoria di altri uomini e donne.